Morte Papa Francesco e prossimo Conclave

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  • Steel77
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    Originariamente Scritto da centos Visualizza Messaggio
    la teologia di Benedetto non è capita dalla massa, era come un professore universitario che guardava dall'alto in basso
    non è per forza un pregio nel lungo termine, ma ha portato diverse persone a riconsiderare il rapporto con la santa romana chiesa cattolica apostolica
    è stato proselitismo cosa che ha riportato "le pecorelle smarrite" che si erano sentite sole dopo i dogmi di una chiesa rigida e forse corrotta dal potere

    nel momento in cui si dice che nessuno ti porta a credere quindi "meglio pochi ma buoni" si perde il compito che Gesù ha dato ai suoi discepoli
    si Gesù certamente voleva essere seguito, ma diceva anche che seguirlo non era per tutti

    "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio"

    Hanno detto bene prima sia Sean che Zuse, parlando di dimensione verticale ed orizzontale. Il trovare il punto di incontro tra queste due dimensioni è il problema principale. E' certamente bello, sopratutto per chi si sente escluso, sentire affermare a un pontefice che nella Chiesa c'è posto per tutti, perchè l'accoglienza deve essere un cardine di essa, ma meno bella è l'ambiguità di un pensiero simile. Perchè il fatto che tutti potenzialmente possano essere accolti nn significa che tutti saranno accolti. Il passo del Vangelo sopra citato mi pare chiaro, nn penso che Gesù abbia chiesto ai suoi discepoli, nella loro missione evangelizzatrice, di "raccattare chiunque perchè pochi ma buoni non va bene".
    Gesù salva dalla lapidazione l'adultera, la perdona, ma dice anche di non peccare più: "Neppure io ti condanno; va' e non peccare più"

    Credo che ad ogni uomo sia chiesto un cambiamento per potere entrare

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    • fede79
      Bass Player
      • Oct 2002
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      • Roma
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      Il problema non è la "raccolta" ma la conversione al cristianesimo, è lì che la religione, con i suoi organismi periferici, deve essere più efficiente. Tu puoi girare in lungo e largo il globo terracqueo, ma se non evangelizzi, le pecorelle smarrite, come le hai raccolte, rischi di riperderle, e qui papa Francesco ha usato una metafora molto interessante "i pastori devono avere lo stesso odore pecore".
      L'ambiguità di Francesco ha avuto più effetto nel "mondo occidentale" perchè smarrirsi e idolatrare altro, è più semplice rispetto al terzo mondo o quella parte della Terra evangelizzata e dove ha attecchito con più efficienza, tipo l'America del Sud, ed infatti il proselitismo in quelle regioni ha affondato radici durature, a discapito dell'Occidente.
      sigpic
      Free at last, they took your life
      They could not take your PRIDE

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      • centos
        Bad Lieutenant
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        • Ducato di Parma
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        in ogni caso la bara è stata chiusa e a breve sarà collocato, vedremo cosa succede

        nel frattempo trump si è presentato con un vestito blu, una cafonaggine di livelli altissimi per un funerale di altissimo livello (se poi ci vado io in tuta adidas mi guardano male ma finisce così) come da sua abitudine assieme a quella cravatta giropalle almeno non era con la solita cravatta rossa e non ha cantato espresso macchiato (mancava con vance e le sue sopracciglia disegnate come mia moglie)
        anche zelensky era vestito di nero

        mandate un sarto napoletano ad insegnare all'uomo più potente della terra come si porta la cravatta, nemmeno quello




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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            L'ultimo Papa a farsi tumulare fuori da San Pietro fu Leone XIII (quello della famosa "rerum novarum") nel 1909, scelse San Giovanni in Laterano, che come si sa è la cattedrale di Roma.

            Francesco ha scelto Santa Maria Maggiore, altra bellissima basilica papale, a Roma ci sono questi splendori, chiese grandi e piccole sono tutte meravigliose.

            Stavo pensando che Leone sarebbe un bel nome per il prossimo Papa. Il primo della serie, Papa Leone Magno (V secolo d.c.), fu di straordinaria importanza per tutta la chiesa: fortissima cura per l'unità ecclesiale, grande sapienza dottrinale, e sul piano temporale ebbe a che fare coi barbari, prima con Attila (il famoso incontro col re degli Unni che rinunciò al saccheggio di Roma) e poi con Alarico, che accettò di risparmiare chiese e vite dei cittadini durante il saccheggio dei suoi Visigoti: ebbe insomma a che fare con le potenze di allora, e con la barbarie di allora.

            Ebbene oggi viviamo tempi e logiche di potenza altrettanto barbari...per cui alla cristianità servirebbe giustappunto il coraggio, la sapienza e la forza di un Papa Leone.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              Originariamente Scritto da centos Visualizza Messaggio
              in ogni caso la bara è stata chiusa e a breve sarà collocato, vedremo cosa succede

              nel frattempo trump si è presentato con un vestito blu, una cafonaggine di livelli altissimi per un funerale di altissimo livello (se poi ci vado io in tuta adidas mi guardano male ma finisce così) come da sua abitudine assieme a quella cravatta giropalle almeno non era con la solita cravatta rossa e non ha cantato espresso macchiato (mancava con vance e le sue sopracciglia disegnate come mia moglie)
              anche zelensky era vestito di nero

              mandate un sarto napoletano ad insegnare all'uomo più potente della terra come si porta la cravatta, nemmeno quello
              Errore (o menefreghismo) tanto più marchiano in quanto nei cartoncini di partecipazione al funerale era stato chiarito (come si usa nelle occasioni protocollari) anche cosa indossare: nero per gli uomini, nero per le donne (come gioielli consentite solo eventuali collane di perle). Melania difatti era in perfetto nero, il marito in blu...

              Tra l'altro anche Zelensky per l'appunto era in nero, rinunciando per una volta ai suoi abiti color mimetica.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • zuse
                Macumbico divinatore
                • Oct 2010
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                • White House
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                Originariamente Scritto da centos Visualizza Messaggio
                in ogni caso la bara è stata chiusa e a breve sarà collocato, vedremo cosa succede

                nel frattempo trump si è presentato con un vestito blu, una cafonaggine di livelli altissimi per un funerale di altissimo livello (se poi ci vado io in tuta adidas mi guardano male ma finisce così) come da sua abitudine assieme a quella cravatta giropalle almeno non era con la solita cravatta rossa e non ha cantato espresso macchiato (mancava con vance e le sue sopracciglia disegnate come mia moglie)
                anche zelensky era vestito di nero

                mandate un sarto napoletano ad insegnare all'uomo più potente della terra come si porta la cravatta, nemmeno quello
                trump è un mix di tracotanza e ignoranza. questa fa il paro con qualche giorno fa dove esprimeva cordoglio per il papa morto con il coniglietto mascotte a fianco che ballava...

                una nazione di ritardati. che Dio ci salvi da un papa USA...




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                • zuse
                  Macumbico divinatore
                  • Oct 2010
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                  Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
                  si Gesù certamente voleva essere seguito, ma diceva anche che seguirlo non era per tutti

                  "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio"

                  Hanno detto bene prima sia Sean che Zuse, parlando di dimensione verticale ed orizzontale. Il trovare il punto di incontro tra queste due dimensioni è il problema principale. E' certamente bello, sopratutto per chi si sente escluso, sentire affermare a un pontefice che nella Chiesa c'è posto per tutti, perchè l'accoglienza deve essere un cardine di essa, ma meno bella è l'ambiguità di un pensiero simile. Perchè il fatto che tutti potenzialmente possano essere accolti nn significa che tutti saranno accolti. Il passo del Vangelo sopra citato mi pare chiaro, nn penso che Gesù abbia chiesto ai suoi discepoli, nella loro missione evangelizzatrice, di "raccattare chiunque perchè pochi ma buoni non va bene".
                  Gesù salva dalla lapidazione l'adultera, la perdona, ma dice anche di non peccare più: "Neppure io ti condanno; va' e non peccare più"

                  Credo che ad ogni uomo sia chiesto un cambiamento per potere entrare
                  Che bello sapere che quando giungerà il momento, saremo giudicati dal misericordioso Dio Cristiano, fattosi uomo in Gesù Cristo. Colui che ha rivelato la virtù del perdono...E che , a differenza di KURTANGLE , non verremo giudicati dall'iracondo Dio del vecchio testamento...

                  Che dire, ad ognuno il suo!




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                  • Sean
                    Csar
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                    • In piedi tra le rovine
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                    Il Conclave delle larghe intese tra elettori e over 80: ecco cosa succede

                    Dopo la tregua funebre ripartono le trattative per ricucire gli strappi interni. Un cardinale: se non prevale subito uno dei favoriti, servirà un compromesso

                    Dopo la tregua funebre ripartono le trattative per ricucire gli strappi interni. Un cardinale: se non prevale subito uno dei favoriti, servirà un compromesso


                    Dieci giorni per costruire un accordo che riporti un italiano sul soglio di Pietro

                    I diciannove cardinali elettori del nostro Paese arrivano al Conclave senza un nome unico su cui puntare. Nella disputa tra progressisti e conservatori, una sintesi che superi le differenze sarebbe la soluzione

                    I diciannove cardinali elettori del nostro Paese arrivano al Conclave senza un nome unico su cui puntare. Nella disputa tra progressisti e conservatori, una si…


                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Il Conclave senza «nome forte» ora va alla ricerca di un pacificatore: «O la Chiesa-palafitta rischia di crollare»

                      I «bergogliani» e i «ratzingeriani» verso una candidatura di compromesso. Le divisioni dottrinali, geopolitiche e di potere hanno indebolito la proiezione del cattolicesimo sulla scena internazionale. Ora le due sponde dovranno riavvicinarsi

                      C’è un cartello virtuale appeso all’esterno della sala dove si riuniscono le congregazioni che sono una sorta di pre-Conclave. E un altro, identico, campeggia fuori dagli stucchi e gli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina dove i 133 cardinali voteranno. C’è scritto, anche se nessuno può vederlo ma solo immaginarlo: «Cercasi un pacificatore».

                      Può sembrare singolare, dopo l’emozione e la partecipazione popolare che ha accompagnato papa Francesco da piazza San Pietro alla sua tomba nella basilica di Santa Maria Maggiore. Ma da oggi l’esigenza di voltare pagina diventa urgente. Non per archiviare l’eredità preziosa dell’argentino Jorge Mario Bergoglio, ma per svilupparla e prenderne il meglio.

                      Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e capofila dell’episcopato conservatore statunitense, ha detto in un’intervista alla rete televisiva Cbs che bisognerà affiancare al «cuore caldo di Francesco… più chiarezza nell’insegnamento, più raffinatezza della tradizione della Chiesa, più approfondimento dei tesori del passato».

                      Quei più sono critiche neppure troppo larvate al pontificato argentino.

                      Rappresentano solo un punto di vista sul dopo-Francesco, e forse peccano di ingenerosità, al di là del merito. Sono un’indicazione, però, degli umori di una parte della Chiesa. Ma la realtà profonda, e più difficile da affrontare, costringe a guardare in faccia divisioni dottrinali, geopolitiche e di potere che hanno segnato in maniera diversa il papato argentino e insieme quello del suo predecessore, Benedetto XVI. E restituiscono un cattolicesimo polarizzato e per questo indebolito nella sua postura internazionale, ma soprattutto interna.

                      «La Chiesa è come una palafitta costruita in modo perfetto», osservava qualche giorno fa un prelato che ne conosce ogni angolo: anche quelli più bui. «Togliere anche un solo asse rischia di farla crollare su sé stessa». Il primo asse sfilato alla Chiesa-palafitta è stata la rinuncia di Benedetto. E, se ha retto, è stato solo per l’azione coordinata e la collaborazione miracolosa tra Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger.

                      Il secondo avrebbero potuto essere le dimissioni anche di Francesco, per motivi obiettivi di salute; oppure la sua creatività visionaria e le scelte anticuriali, come il fatto di abitare a Casa Santa Marta. Ma è stato lo stesso Bergoglio a scongiurarlo, morendo da papa.

                      Rimane, indubbiamente, un’eredità di contrasti profondi, e di «processi aperti», parola magica del pontificato, che si proiettano sul successivo: come un’opportunità e come un ingombro. Eppure, l’idea di un Conclave dove si consumeranno rese dei conti appare solo come uno scenario da incubo, che i più tendono a escludere. La morte di Francesco tende a rendere meno divisa la Chiesa, se non altro perché «lui era il bersaglio e il parafulmine di molte tensioni», spiegano in Vaticano. «Proprio come Benedetto in precedenza».

                      Riproporre uno scontro tra «bergogliani» e «ratzingeriani» adesso significherebbe non capire che non solo cambia lo schema del Conclave, ed è inutile attardarsi su vecchie divergenze. Soprattutto è stato stravolto il paradigma esterno: quello che dopo l’invasione russa dell’Ucraina ha messo in crisi lo schema pacifista di Francesco, e col quale il cattolicesimo mondiale deve fare i conti. Più che contrapporsi, il tema è di avvicinare sponde diverse: anche perché stavolta il bersaglio dello scontento in caso di conflitto nella Cappella Sistina sarebbero gli stessi cardinali. Non esiste più l’alibi di un papa additato anche per comodità come «divisivo». C’è chi prevede che, quando tra una decina di giorni cominceranno le votazioni, dalle riunioni preparatorie dovrebbe emergere con chiarezza che non esistono le condizioni per un candidato «forte», nel senso di espressione di una parte maggioritaria, con un profilo dottrinale marcato, in grado di imporsi a una minoranza irriducibile di scontenti.

                      Alla fine, per non evitare un lungo braccio di ferro, sebbene moderato dall’atmosfera spirituale, si dovrà convergere su una candidatura di compromesso. E il profilo emergerà almeno abbozzato nella discussione già in atto nelle Congregazioni. Di lì dovrebbe arrivare anche una parola definitiva sul pasticcio che riguarda il cardinale Giovanni Angelo Becciu, la cui condanna in primo grado per uno scandalo immobiliare non ha chiarito il suo diritto o meno a votare il nuovo papa. La decisione sarà presa a ridosso del Conclave, ma questo conferma quante incognite nel governo della Chiesa siano state lasciate senza risposta in oltre un decennio. È un problema minore, eppure simbolico. Comunque finisca, rischia di versare qualche goccia di veleno dentro la Cappella Sistina: soprattutto se qualcuno pensasse di usare quel caso contro l’uno o l’altro candidato al papato.

                      Per paradosso, un’indicazione al dialogo «pacificatore» ieri è arrivata proprio dalla sponda più imprevista. Il presidente statunitense Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky hanno parlottato per un quarto d’ora o poco più dentro la basilica di San Pietro su due semplici sedie, uno di fronte all’altro, quasi si confessassero a vicenda. Era un’immagine straordinaria per il contrasto con quelle del loro scontro burrascoso nello Studio Ovale della Casa Bianca del 28 febbraio scorso. Evidentemente, forse quel cartello invisibile sulla ricerca di un «pacificatore» comincia a avere qualche effetto.

                      Ma è dalla Chiesa che si aspetta un segnale di concordia e di unità da additare al resto del mondo. Da questo punto di vista, Francesco, tanto amato ma anche criticato in vita, ieri, nel giorno del proprio funerale, ha ottenuto una vittoria postuma.​

                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Becciu è un caso: le due lettere firmate «F» e la pre-elezione per decidere se potrà partecipare al Conclave

                        Angelo Becciu, il porporato condannato in primo grado per peculato e truffa, ha preso parte ai funerali del Papa: ma per decidere se potrà o meno votare al Conclave sono in corso consultazioni con esperti di diritto canonico. Anche se due lettere di papa Francesco potrebbero escluderlo dalla Sistina

                        «Cardinale tra i cardinali», ieri ai funerali — come già alla messa di Pasqua e di Natale, invitato da Francesco pure all’ultimo Concistoro — Angelo Becciu, con «la schiena dritta e l’animo sereno», guardava la bara del pontefice sul sagrato della basilica e gli tornavano in mente certe parole, facendosi coraggio: «Lui, il Papa, ora è nella luce e conosce la verità».

                        Ma il tempo stringe, da oggi cominciano i novendiali, nove giorni di preghiere, poi i cardinali dovranno decidere la data del Conclave. Con Becciu o senza?

                        Questo è il problema. La rivista spagnola Vida Nueva, con ottime fonti tra le berrette rosse, ha rivelato che l’orientamento del sacro collegio sarebbe quello di «mettere ai voti la partecipazione o meno di Becciu al Conclave», ma solo quando saranno arrivati a Roma tutti o quasi i cardinali elettori. Tra il 4 e il 5 maggio.

                        Intanto, però, sarebbero in corso consultazioni con canonisti e studiosi di teologia medievale perché il caso è complesso.

                        ​ Così, prima del Conclave si svolgerebbe una sorta di «pre-Conclave» tutto dedicato al «caso Becciu» per decidere il destino dell’uomo privato dal Papa il 24 settembre 2020 dei diritti del cardinalato e sciogliere così anche l’ultimo nodo legato a due lettere di cui ha dato notizia sul quotidiano Domani l’ex direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. Due lettere dattiloscritte, solo vistate con una «F», che il cardinale Pietro Parolin avrebbe mostrato giovedì scorso allo stesso Becciu e che lo escluderebbero dall’ingresso in Sistina: una risale al 2023, l’altra è di questo marzo, quando il Papa era già al Gemelli.

                        Ma due lettere dattiloscritte, solo con la sigla del Papa («Io comunque non le ho viste, Parolin me ne ha solo parlato», avrebbe detto ieri il cardinale al suo entourage), non avrebbero valore per il diritto canonico: «In Vaticano non esiste alcun decreto firmato da Francesco che impedisca a Becciu di entrare nel conclave», scrive Vida Nueva. «E se non c’è un documento scritto (pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis, la Gazzetta ufficiale della Santa Sede, ndr), è come se la decisione non fosse mai stata presa».

                        ​ Non un dettaglio da poco, poiché Becciu in caso di esclusione potrebbe anche impugnare l’elezione del nuovo pontefice.

                        «E non è un diritto, ma un dovere, il suo, quello di entrare in Conclave», ricordano sempre i suoi avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, che però ironicamente non contemplano l’ipotesi di «ricorrere al Tar».

                        «Saranno i miei confratelli cardinali a decidere», dice Becciu, sebbene siano divisi: il decano Giovanni Battista Re, per esempio, gli avrebbe già detto di essere favorevole, mentre il camerlengo Kevin Joseph Farrell avrebbe rivelato la volontà di Bergoglio, espressagli a voce, di tenerlo fuori.

                        Eppoi il 22 settembre si aprirà il processo d’appello sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del Palazzo di Londra, per le quali Becciu ha sempre proclamato la sua innocenza, anche se è stato in primo grado condannato a 5 anni e 6 mesi per peculato e truffa aggravata e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

                        ​CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          • In piedi tra le rovine
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                          Altro filo lasciato appeso da Francesco, altro caso da zona grigia dove si adombra una intenzione ma non la si definisce canonicamente, un pò come molti temi dottrinali di questo pontificato.

                          Becciu a rigore è un cardinale. O il Papa lo spossessava del titolo, e dunque di ogni prerogativa e diritti concernenti il cardinalato, o Becciu resta un cardinale (processi giudiziari o meno), e in quanto tale ha ogni diritto di andare in Sistina e votare. Nemmeno il collegio cardinalizio potrebbe ostarlo, in quanto solo un Papa può decidere al riguardo di un cardinale, ma un Papa adesso non c'è, quindi resta tutto congelato alla condizione pregressa la morte del Papa e Becciu alla morte del Papa era un cardinale e tale dunque rimane anche nella Sede Vacante, per cui deve poter andare a votare o si crea un bel casino.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • centos
                            Bad Lieutenant
                            • Jan 2009
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                            • Ducato di Parma
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                            se effettivamente non c'è un documento scritto e firmato dal Papa le chiacchiere di Farrell contano come "il due di spade quando c'è sotto bastoni"
                            se il diritto canonico (già è molto interpretabile quello de noialtri figuriamoci quello secolare) prevede che senza un documento scritto non ci sia effettività Becciu deve poter votare

                            la cosa deve essere cristallina altrimenti si può creare la situazione di un'elezione di un Antipapa
                            ecco in questo caso c'è la necessità dei dottori del diritto canonico
                            il camerlengo Farrell non ha nessun diritto in merito



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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
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                              Esattamente, il punto è quello. Il Camerlengo, così come il cardinale decano, hanno solo compiti cerimoniali nella fase di Sede Vacante, non hanno poteri effettivi e meno che mai quelli di poter escludere un cardinale loro pari: i poteri spettano solo ad un Papa.

                              In fase di Sede Vacante si devono seguire le norme canoniche al riguardo...e se lì non c'è scritto nulla, e se il Papa defunto non aveva visibilimente e canonicamente espulso Becciu dal cardinalato, ne deriva che Becciu è ancora cardinale (ieri difatti al funerale sedeva tra i cardinali e continua a vestire di rosso e continua a possedere il titolo di una chiesa in Roma) e dunque deve votare: se venisse escluso, l'elezione potrebbe essere impugnata (oggi od un domani) da un cardinale o da un gruppo di cardinali come "invalida" - questo è un punto delicatissimo, perchè la regolarità di una elezione poggia sul fatto che concluso il Conclave gli elettori non dicano nulla su pratiche o norme violate e che dunque, ipso facto, l'elezione sia "canonicamente valida" come si dice.

                              Se invece uno o più cardinali escono dalla Sistina, denunciando pubblicamente qualcosa di qualunque genere, l'elezione sarebbe contestabile, ovverosia potrebbe esserci uno scisma.

                              Quindi, siccome Becciu è al più un voto solo, è più prudente ammetterlo che non ammetterlo ed esporsi ad una elezione potenzialmente impugnabile, se a qualcuno oggi o domani non dovesse stare bene la figura dell'eletto...e personalmente infatti credo che Becciu alla fine verrà ammesso.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
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                                La tomba in Santa Maria Maggiore. L'effetto non è dei migliori, sembra una di quelle vetrine di via Montenapoleone, col marmo bianco (troppo bianco) e i faretti...e non c'entra nulla col contesto architettonico della Basilica...però oggi siamo sommersi dagli orrori architettonici ed estetici per cui va bene così

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                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
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                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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