Morte Papa Francesco e prossimo Conclave

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    #61
    Conclave, primi contatti e prove di alleanze tra matricole e «grandi elettori»: non ci sono né l'arcivescovo di Milano, né il patriarca di Venezia

    Via ai primi contatti, dai bergogliani Grech e Hollerich ai conservatori di Sarah e Burke. Molti cardinali non si conoscono: il ruolo di Ruini e Schönborn per indirizzare i consensi e il peso dei «papabili» italiani, da Parolin a Pizzaballa

    Talvolta i conclavifunzionano come ne La lettera rubata di Edgar Allan Poe, un classico del poliziesco, con gli agenti che cercano ovunque smantellando pavimenti e pareti finché l’ispettore Dupin ha un colpo di genio e scopre che la lettera stava nel posto più in vista della casa: giusto sopra la mensola del caminetto in salotto. Niente candidati nascosti, l’eletto nella Sistina è il nome che fin all’inizio era il più forte, così evidente che nessuno o quasi l’aveva considerato: accadde nel 2005 a Joseph Ratzinger, considerato un «grande elettore» fino al momento in cui spuntò sorridente dalla Loggia delle Benedizioni. Altre volte invece l’eletto è una sorpresa davvero: come Jorge Mario Bergoglio, che nel 2013 aveva 76 anni e nelle classiche liste dei «papabili» si tendeva ad escludere perché, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, la convinzione generale era che si sarebbe eletto un Papa relativamente giovane.

    In ogni caso, i conclavi sono per definizione imprevedibili, anche perché alla fine si sceglie una persona, non uno schema mentale o un’idea, e magari gli stessi elettori cambiano orientamento nel corso delle riunioni che precedono il voto. Le congregazioni generali dei cardinali, cominciate ieri, scandiscono i giorni della Sede vacante durante i quali gli elettori si studiano e anche i porporati ultraottantenni, che non entreranno nella Sistina, possono giocare un loro ruolo.

    Tutto come sempre, non fosse che quest’anno la situazione riesce ad essere ancora più complicata. È stato Francesco a far saltare punti di riferimento classici come le diocesi chiamate un tempo «cardinalizie». Così, per dire, entrerà in conclave il vescovo di Como Oscar Cantoni ma non Mario Delpini, arcivescovo nei Milano, la diocesi più vasta d’Europa che nel Novecento ha dato due Papi (Pio XI e Paolo VI) alla Chiesa. Allo stesso modo non voterà nella Sistina Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia come lo erano stati tre pontefici (Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I) nel secolo scorso.

    L’immagine simbolo di questo conclave potrebbe essere quella scattata il 2 settembre 2023, a Ulan Bator, in Mongolia, una foto senza precedenti, che mostra Francesco in sedia a rotelle davanti alla cattedrale e intorno a lui millecinquecento fedeli sorridenti in posa: sono i cattolici arrivati da ogni angolo della Mongolia, tutti quanti dal primo all’ultimo, non era mai successo che la Chiesa di un intero Paese entrasse in un solo scatto. Accanto al Papa si vede Giorgio Marengo, missionario della piccola comunità e prefetto apostolico che Bergoglio, l’anno prima, aveva nominato cardinale a neanche cinquant’anni. Lui ci sarà, ma non ci saranno gli arcivescovi di Parigi o di Los Angeles.

    Così il Papa delle periferie ha rivoluzionato il collegio cardinalizio, mai così internazionale: 135 elettori che provengono da 71 Paesi di tutti i continenti. Gli europei continuano a rappresentare la maggioranza relativa (53,), ma gli elettori dell’Asia (23), dell’America Latina (21), dell’Africa (18) e pure dell’Oceania (4), risulteranno determinanti quanto i cardinali del Vecchio Continente e quelli dell’America del Nord (16).

    Il Paese con più elettori resta l’Italia, con 17 cardinali che in realtà sono 19 considerando il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e, appunto, il prefetto apostolico in Mongolia. Ma in fin dei conti il dato fondamentale non è tanto la composizione di un collegio sempre meno eurocentrico e sempre più rappresentativo del Sud del mondo. Il punto centrale, più banalmente, è che molti dei porporati non si conoscono, non si sono mai visti in vita loro né hanno mai scambiato una parola.

    Tutto questo finirà col rendere più importante il ruolo di alcuni cardinali, conosciuti dai più, che potranno rappresentare un punto di riferimento per le matricole del conclave, «grandi elettori» in grado di sostenere la priorità di alcuni temi e promuovere i nomi a loro più affini. all’ingresso dell’Aula del Sinodo, ieri mattina, si sono visti entrare, a due a due, il cardinale guineano Robert Sarah con lo statunitense Raymond Leo Burke, capofila dei conservatori e della resistenza interna a Bergoglio, e di lì a poco il cardinale maltese Mario Grech con il gesuita lussemburghese Jean-Claude Hollerich, due dei collaboratori più stretti di Francesco.

    E poi sono anche gli ultraottantenni che godono sempre di grande rispetto e influenza: da Camillo Ruini all’arcivescovo emerito di Vienna, Christoph Schönborn. Ciò che vale per i grandi elettori, del resto, vale anche per i cosiddetti papabili, che in ogni caso faranno valere la propria influenza. Naturale che si considerino favorite quelle figure a un tempo prestigiose e conosciute da tutti, tanto più se ritenute capaci, per la loro moderazione, di tenere insieme le anime del conclave. A cominciare dal Segretario di Stato Pietro Parolin, 70 anni, grande e artefice dell’accordo con la Cina. E da altri due italiani: cardinale Matteo Zuppi, 69 anni, scelto da Bergoglio come inviato di pace per l’Ucraina, e Pierbattista Pizzaballa, 59 anni, il patriarca di Gerusalemme che è da anni una figura fondamentale di equilibrio nell’area più difficile del pianeta.

    Tra i cosiddetti conservatori, il candidato più accreditato è Péter Erdö, 73 anni, arcivescovo di Budapest. In Africa si è affermato il carisma del cardinale Fridolin Ambongo, 65 anni, arcivescovo di Kinshasa. In Europa si fa anche i nomi del vescovo di Stoccolma Anders Arborelius, 75 anni, di Juan José Omella, Barcellona, e dell’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline, 66 anni, progressisti come gli americani Blase Cupich, 75 anni, arcivescovo di Chicago, e di Joseph W. Tobin, 72 anni, arcivescovo di Newark. Restano forti i candidati asiatici: Luis Antonio Tagle, 67 anni, filippino di madre cinese e il sudcoreano Lazarus You Heung-sik, 73 anni, prefetto uscente del Dicastero per il clero.

    ​CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      #62
      Che nel conclave non ci saranno gli arcivescovi di diocesi quali Milano e Parigi, in quanto il Papa appena defunto non li ha mai nominati cardinali, rende evidentissima l'anomalia del suo pontificato e l'enigma che è stato Bergoglio.

      Proprio considerando che c'è da rimettere a posto e in ordine una Chiesa finita a gambe all'aria dalla "creatività" e dalle "astrusità" di questo Papa, si può provare ad indovinare il successore, ovverosia i criteri coi quali verrà scelto, partendo da tutti i profili che non potranno essere tra gli eleggibili per i motivi seguenti, e dunque restringendo il campo dei probabili:

      - gli italiani (nel senso dei nomi che si stanno facendo su media) sui quali va insistendo la solita cantilenante stampa nostrana: se il pontificato bergogliano è stato una sorta di terremoto in una Chiesa già problematica fin dal pontificato di Ratzinger (che si trovò a dover affrontare una marea di situzioni critiche, alcune addirittura drammatiche), e ulteriormente scioccata dal catastrofico papato di Bergoglio, non saranno eletti nè Parolin, suo segretario di stato, e nè Zuppi, una brutta copia di Bergoglio, per il motivo che serve discontinuità rispetto agli ultimi 13 anni, ma questo alla stampa di sinistra ancora non si è reso chiaro

      - gli statunitensi: in quanto espressione della nazione più potente del mondo, i cardinali americani sono da escludersi per ovvi motivi (potenziali ingerenze governative o aperta opposizione all'inquilino della Casa Bianca ecc...)

      - gli africani: espressione di una Chiesa "giovane", non raggiunta dal relativismo occidentale, e in quanto tale molto radicata nei principi dogmatici e dunque antimodernisti (no a tolleranze o ambiguità su aborto, omosessualismo, femminismo ecc...) rappresenterebbe un andare tutto dalla parte opposta del pontificato bergogliano, quindi una direzione critica anche questa

      - gli asiatici: figure coraggiosissime (si pensi solo ai cattolici cinesi in un regime comunista) ma che rappresentano una Chiesa marginale: il cristianesimo in Asia, per ragioni storiche e "filosofiche" (un continente con sue proprie tradizioni e religioni ultramillenarie) non ha mai realmente attecchito.

      Dunque, tutto premesso e considerato, si cercherà una figura capace di non scontentare nessuno, cioè a dire di "rassicurare" le varie componenti la Chiesa e di cercare di riunirle o tenerle assieme, in quanto il corpo ecclesiale è spaccato e frammentato: una figura di "garanzia" per tutti ma con spiccate doti di governo, perchè c'è da mettere mano anche alla ristrutturazione degli organismi governativi della Chiesa, ridotti ai minimi termini da Bergoglio.
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        #63
        Non voglio fare il critico a tutti i costi, ma anche nel rito della traslazione della salma da Santa Marta alla Basilica, Francesco ha scelto di essere trasportato dentro alla bara ed esposto in Basilica già nella bara, a differenza di quanto accaduto a tutti i suoi predecessori.

        Ecco allora, c'è un motivo se tutti i defunti Papi fino ad oggi sono stati traslati col cadavere esposto sulla portantina: perchè il popolo potesse vedere il corpo del Papa, idem nell'essere poi adagiato su di un alto catafalco in Basilica, di modo che anche da lontano si potesse vedere il Papa (la stessa ragione per cui nei tempi passati il Papa veniva issato sulla gestatoria): sono riti secolari che hanno una loro ben precisa ragione e funzionalità, mentre Bergoglio, per fare l'originale fino alla fine, ha scelto di essere già posto nella bara, col risultato (come si vede, anzi non si vede dalle immagini) che i fedeli guardano sfilare una bara e non il corpo del Papa, che è "occultato", "nascosto" dal sarcofago, rendendo dunque inutile l' "omaggio" del popolo, di quel popolo al quale i giornali ci dicono fino allo sfinimento che Francesco volesse essere "vicino"

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        • fede79
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          • Oct 2002
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          • Roma
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          #64
          ll Papa che per primo in duemila anni di cristianità celebrò messa in Medio Oriente, nel 2019 a Abu Dhabi, nel giorno della sua morte ha ricevuto l'omaggio dei leader di tutti i Paesi musulmani della regione.

          Mentre ancora a fine giornata nessun messaggio era arrivato dal governo d'Israele né dal suo premier Benyamin Netanyahu.

          Dal presidente egiziano Sisi al re di Giordania Abdallah, dal presidente degli Emirati Zayed al sovrano di Dubai Al Maktoum. Unanime il riconoscimento a Bergoglio di essere stato un "uomo di pace, promotore dei principi di convivenza e comprensione". Del resto anche le ultime parole pronunciate da Bergoglio in pubblico avevano ricordato quella che il Pontefice ha definito "una situazione ignobile" dal punto di vista umanitario a Gaza. Il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen lo ha definito un "amico fedele del popolo palestinese", ricordando che "ha riconosciuto lo Stato e autorizzato l'esposizione della sua bandiera in Vaticano". Il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian ha voluto sottolineare che il pontefice "ha condannato la guerra genocida del regime israeliano a Gaza". Così come l'organizzazione terroristica Hamas, non inaspettatamente, si è unita al cordoglio affermando che "Francesco era un difensore dei diritti del popolo palestinese nella sua ferma posizione contro la guerra e gli atti di genocidio perpetrati contro la popolazione di Gaza". In serata anche la piccola comunità cristiana della Striscia si è riunita in preghiera per Francesco.

          "Il Papa ci ha amato tanto", ha detto Gabriel Romanelli, sacerdote dell'unica chiesa cattolica di Gaza e argentino come lui. Bergoglio e Romanelli si sentivano quasi ogni giorno, in mezzo al frastuono della guerra. Anche quando il Papa era nel suo letto d'ospedale, al Gemelli di Roma, per la grave polmonite che gli rendeva quasi impossibile parlare. In Medio Oriente si sono naturalmente stretti alla Chiesa di Roma quei Paesi che contano numerose comunità cristiane, primo fra tutti il Libano, unico Stato del mondo arabo ad avere un presidente cristiano-maronita, Joseph Aoun. Il Consiglio dei ministri di Beirut ha annunciato tre giorni di lutto nazionale, con le bandiere degli edifici che ospitano le istituzioni abbassate a mezz'asta e i palinsesti televisivi modificati. Per Israele ha parlato, appena appresa la notizia, il presidente Isaac Herzog che ha ricordato il pontefice come "un uomo di profonda fede e sconfinata compassione". Mentre è apparso assordante il silenzio di Netanyahu, che evidentemente non perdona al Santo Padre di aver costantemente fatto notizia negli ultimi 18 mesi con i suoi commenti sulla guerra a Gaza in difesa dei palestinesi.

          "E' stato un papa estremamente problematico per il mondo ebraico. E' un papa che ha risvegliato certe estensioni nel rapporto tra ebraismo e cristianesimo di cui abbiamo risentito molto, soprattutto dopo il 7 ottobre, nelle sue prese di posizione", ha detto tuttavia Alexander Meloni, rabbino capo della comunità ebraica di Trieste. "Anche se devo dire che il suo ultimo intervento, quello che ha fatto ieri, l'ho percepito come una presa di coscienza che si era addentrato in un cammino pericoloso", ha osservato. Francesco ha più volte definito le azioni di Israele "immorali", facendo poi un ulteriore passo avanti con la richiesta di un'indagine per verificare se la campagna dell'Idf nella Striscia costituisca genocidio. Netanyahu, ma anche la comunità ebraica internazionale e italiana, ha più volte contestato che le dichiarazioni di Bergoglio a favore dei palestinesi erano quotidiane, mentre l'appello per la liberazione degli ostaggi, il ricordo delle vittime del 7 ottobre e la condanna del terrorismo erano rari nelle parole del papa. Proprio il giorno prima di morire, nell'Urbi et Orbi, il pontefice ha descritto "il terribile conflitto (a Gaza) che continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria".

          Tuttavia, il tributo compatto dalla regione dove la maggioranza della popolazione è fedele all'Islam fa da specchio alla grande attenzione di Bergoglio per il Medio Oriente. Durante il suo papato è stato in visita cinque volte: dal Bahrein all'Egitto, in Giordania, Palestina, Israele, Emirati. In Iraq forse il suo viaggio più rivoluzionario: nel 2021 volle visitare Ur, la città in cui era nato Abramo secondo la tradizione biblica, e sfidando le preoccupazioni sulla sua sicurezza camminò per le città segnate dalla presenza dell'Isis, pregando tra le rovine di Mosul e abbracciando il leader sciita Al Sistani. Alla firma del Documento di Abu Dhabi nel 2019 disse forse le sue parole più potenti: "La fratellanza è la nuova frontiera dell'umanità. O costruiamo insieme il futuro o non ci sarà futuro".
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          Free at last, they took your life
          They could not take your PRIDE

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            #65
            C'è il Papa lì dentro? Non lo so, bisognerebbe affacciarsi al di sopra della bara per saperlo, dunque avvicinarsi, ma tranne pochi tutti gli altri (inclusi i "semplici" fedeli) non possono.

            Non è una "semplificazione" del rito questa, è una scemenza. Il popolo deve poter omaggiare, e dunque vedere, il corpo del Papa, non sfilare di fronte ad una bara che lo nasconde.

            Fino a qualche secolo fa il corpo del Papa, nei complessi riti funebri, veniva lasciato alcuni giorni esposto in una cappella laterale, accanto all'entrata della Basilica, coi piedi fuori da una grata, perchè il popolo passandogli davanti potesse "toccarlo", ovverosia ad un tempo omaggiarlo e constatare che sì, il Papa era davvero morto (questione che aveva tutta una sua implicazione, anche per la legittimità del successore).

            Adesso è chiaro che tutto questo non serve più, ma l'omaggio ha ancora un suo senso, una esigenza, e se il corpo dell'omaggiato viene nascosto alla vista il senso si perde, i fedeli non "vedono" il Papa.
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              #66
              Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
              ll Papa che per primo in duemila anni di cristianità celebrò messa in Medio Oriente, nel 2019 a Abu Dhabi, nel giorno della sua morte ha ricevuto l'omaggio dei leader di tutti i Paesi musulmani della regione.

              Mentre ancora a fine giornata nessun messaggio era arrivato dal governo d'Israele né dal suo premier Benyamin Netanyahu.

              Sì beh, tra le poche cose buone (dal mio punto di vista, sono sempre e solo punti di vista personali) del pontificato, Bergoglio le ha compiute in politica estera: è stata forse l'unica voce dell'occidente in dissonanza su questioni cruciali quali la guerra in Ucraina e l'ecatombe di Gaza.

              Sulla prima ha aperto uno squarcio circa le cause della guerra ("quell'abbaiare della Nato alle porte della Russia"), lontano dalla manfrina propagandistica che "la Russia è l'invasore", come se una guerra non fosse l'esito di cause complesse, quelle che gli storici definiscono le "cause prime", e ci si svegliasse una mattina e si decidesse di invadere un paese perchè ci si alza con un foruncolo sul sedere...no, il foruncolo ce l'hanno, ma nel cervello, chi si ferma a quello, cioè gli imbeccatori e gli imbeccati occidentali - ma la gente, per naturale (e fanno bene) diffidenza e repulsa verso le elite leaderistiche occidentali ci hanno creduto poco all'inizio e ormai sempre meno, anzi se ne strafregano se Putin è "l'invasore", avendo poi negli occhi e nella memoria tutte le guerre di invasioni e intrusione occidentali, per cui i precedenti anche in giurisprudenza fanno testo e testimonianza.

              Sulla strage/genocidio di Gaza, solo il Papa in occidente ha ripetuto che trattasi di reazione abnorme del criminale stato sionista, che ha praticamente raso al suolo una terra e tutto quello che contiene, in specie prendendo di mira i "testimoni" (giornalisti, operatori umanitari, anche le stesse chiese cristiane ivi presenti, chiunque potesse riportare al mondo l'orrore).

              Israele se ne risente? Pazienza. Si sente "spossessato" del ruolo di "vittima eterna", che gli riconoscono ormai solo le complici cancellerie occidentali, ma pure qui non le genti, che si sono stancate dei loro piagnistei nel mentre con l'altra mano sterminano, distruggono, arraffano vite e terre altrui, e in questo la voce di Bergoglio è stata dissonante, come deve esserlo la voce di un Papa, che non ha da servire padroni - a differenza delle chiese "di stato" come sono le ortodosse o anche quelle americane (USA).

              Sulla politica estera Francesco non ha avuto paura di "dispiacere" alla gente che piace (i nostri "leader" si piacciono tra di loro, si slinguazzano reciprocamente come in un abominevole orgia privè, e orgiastico, baccanalico, caotico è diventato l'occidente tutto, ma quei baccanti piacciano sempre meno ai popoli occidentali però). Non mi ricordo chi disse che se un pontificato riceve solo applausi, il pontefice dovrebbe chiedersi se ha annunciato davvero tutto intero il Vangelo...ecco almeno su alcuni punti a qualcuno Francesco è "dispiaciuto".
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              • marcu9
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                • May 2009
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                #67
                Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                Comunque a questo giro servirebbe un papa per avvicinare l'Africa, che come sottolineava giustamente Sean, è il fulcro della religione cristiana nel 21esimo secolo

                Donna e nera sarebbe perfetto.
                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                • zuse
                  Macumbico divinatore
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                  #68
                  Vi vedo parecchio critici e sicuri nel giudicare papa Francesco. Quindi sarebbe il caso qui insieme di esplodere vari concetti in modo tale che BW possa esprimersi sul Cardinale tra i "papabili" (eh eh eh) che effettivamente meriti di diventare papa.

                  Questo nella speranza prima del conclave il 3d venga letto da chi di dovere e venga presa una decisione saggia per una volta. Cosa che ahimè non è stata fatta quando abbiamo predetto la situazione attuale in Ucraina tre anni fa.

                  Butto un po' di pensieri sparsi giusto per dare qualche spunto:


                  Direi un pontificato lo si può giudicare, ad oggi, sotto vari punti di vista. Ma vedo che il focus qui, in merito alle critiche rivolte a Francesco, è più sull'impianto teologico e pastorale (evangelizzazione).

                  E sono d'accordo con Steel77 sulla questione comunicazione e appeal, dove la chiesa non per forza dovrebbe focalizzarsi sullo scopo di essere attrattiva a tutti i costi.

                  Allora dovremmo mettere dei paletti. Se si vuole solo il messaggio di Cristo, grosso modo la chiesa e la sua struttura amministrativa potrebbero saltare in aria domani. Se si vuole nella chiesa anche una guida spirituale incisiva autorevole e forte nel mondo , occorre un papa con le stesse caratteristiche. Ed anche l'aspetto comunicativo è da affrontare.

                  Bergoglio è stato il primo papa dell'era social. E di conseguenza si è rivolto ad una popolazione di un individualismo sempre più marcato, quando fulcro di ogni religione è la comunità. Ed a risentirne maggiormente è l'Occidente capitalista, con i suoni "nuovi" idoli. Dove il Denaro, l'Intrattenimento a tutti i costi e personalizzato e la soglia d'attenzione ridotta ai minini, non si sposano certamente con le varie pratiche religiose.

                  La religione ha appeal soprattutto nei paesi poveri dove o ci si aiuta o non si campa. Dove occorre il senso di comunità. Sean giustamente fa notare quanto la religione stia morendo solo da noi. Nel resto del mondo galoppa. Il Cristianesimo lo stiamo perdendo noi, ma nel sud America e Africa è ancora ben ancorato.

                  Allora uno potrebbe giustamente tirare in ballo l'Islam. Religione che nonostante sia ancor più radicale e anacronistica, fa sempre più proseliti (con successo, aggiungerei) senza sforzarsi minimamente di essere al passo con i tempi.

                  C'è da chiedersi perché. E non memo quando do la risposta. è una religione di sottomissione totale, obblighi e pratiche "fuori dal tempo" (quindi che appeal potrebbero mai avere oggi?), che rende si l'uomo sottomesso a Dio... ma rende la donna sottomessa all'uomo.

                  E questo è il collante che tiene in piedi l'Islam: il controllo degli uomini sulle (LORO) donne.

                  Date alle donne di quei paesi la libertà di quelle occidentali e vi assicuro l'Islam non solo si ritroverà con le stesse problematiche del Cristianesimo, ma crollerà. Il suo successo come religione è dovuto a questo fattore, abbiamo poco da copiare per ispirarci, perchè manca il punto cardine.

                  Quindi non possiamo nemmeno guardare all'islam per trovare una chiave comunicativa per ridare un ruolo di centralità alla religione cristiana.
                  Perchè il Cristianesimo è altro, ed è più alto e spirituale.

                  Non si promette un Harem di vergini prosperose a dei morti di fikа
                  Quindi andiamo avanti.


                  Tornando a Bergoglio, a me non è dispiaciuto su alcune tematiche, e pure sulla politica estera , soprattutto in tema di guerra. Il punto è che gli ipocriti leader che ora lo "piangono" non l'hanno minimamente ascoltato quando in vita. Perché le dinamiche di forza e potere superano le parole di una guida spirituale, se questa non ha una forte influenza sulla gente.

                  Anche come ecumenismo e dialogo tra le altre religioni non si è comportato male. Avete fatto notare pure il mondo islamico ha inviato messaggi di rispetto nei confronti del papa...Che di certo superano quell'immagine vomitevole di Trump che esprime parole di cordoglio per il papa con a fianco una mascotte coniglio che balla e quel cancro in medio oriente che ritira subito il post di condoglianze perché la guida Cristiana ha osato criticare un massacro a cielo aperto.


                  Di punti da discutere ce ne sono tanti e dobbiamo scegliere prima che il conclave scelga, in modo tale la nostra decisione possa arrivare ai cardinali in tempo e indirizzarli sulla retta via.




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                  • The_machine
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                    #69
                    Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio

                    C'è da chiedersi perché. E non memo quando do la risposta. è una religione di sottomissione totale, obblighi e pratiche "fuori dal tempo" (quindi che appeal potrebbero mai avere oggi?), che rende si l'uomo sottomesso a Dio... ma rende la donna sottomessa all'uomo.

                    E questo è il collante che tiene in piedi l'Islam: il controllo degli uomini sulle (LORO) donne.

                    Date alle donne di quei paesi la libertà di quelle occidentali e vi assicuro l'Islam non solo si ritroverà con le stesse problematiche del Cristianesimo, ma crollerà. Il suo successo come religione è dovuto a questo fattore, abbiamo poco da copiare per ispirarci, perchè manca il punto cardine.
                    Concordo su questo punto. L’Islam è spesso apprezzato dalla "manosfera" proprio per il ruolo subordinato assegnato alla donna. In ambito anglosassone, esiste un fenomeno di conversione all’Islam da parte di cattolici per questo motivo. L’uomo vive oggi una crisi identitaria: in poche generazioni ha perso il ruolo dominante, la donna è economicamente indipendente e lo guarda ormai da pari. Anche gruppi un tempo marginalizzati, come i non-etero, rivendicano parità. L’Islam offre una risposta netta a questa instabilità, ed è questo che lo rende attraente.

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                    • Sean
                      Csar
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                      #70
                      Per adesso, avendo letto al volo per il momento (e ci sono invece nel post molti temi da enucleare e sviluppare con calma) sulla ipocrisia dei leader occidentali, che sabato affolleranno il sagrato di San Pietro per i funerali, questo (esprimere vicinanza a parole e non nei fatti, in rapporto alla Chiesa) nell'età moderna è quasi sempre avvenuto, in quanto in occidente da almeno 3 secoli la politica va da una parte e la religione da un'altra, e anche quando l'Europa era pienamente cristiana, l'appello di un Papa (dovrebbe essere stato Benedetto XV) per evitare la catastrofe della I GM cadde nel vuoto (anche delle nazioni con sovrani cattolici)...e tra l'altro le tre potenze che reggono il gioco del mondo (USA, Cina e Russia) ascoltano solo se stesse e le logiche di potenza, non certo i preti (o qualunque rappresentante religioso di qualunque religione).

                      I leader andranno ai funerali per fare contenta la parte cattolica del loro elettorato. C'è un grande evento di massa, il presenzialismo insito nelle logiche mediatiche ed elettorali è una calamita a cui non si dice no.

                      Sull'Islam, si può aggiungere che è una religione "facile": nasce come un misto di ebraismo e cristianesimo agitati e mescolati assieme, su misura per tribù e clan bellicosi e nomadi (che quella religione ha invece "unito"), ha una dogmatica elementare, il Corano norma tutti gli aspetti della vita (persino cosa è lecito o meno mangiare), basta fare atto di "sottomissione" e diventi musulmano: è una religione semplice da questi punti di vista, non pone particolari problemi quando la si va ad insegnare, perchè, ad esempio, uno scoglio concettualmente "arduo" come quello della Trinità non c'è, non c'è una elaborazione teologica come nel cristianesimo, dove il Dio è "absconditus" per cui ti lascia uno spazio libero dove può o non può avvenire l'incontro: si dice che Allah è evidente e splendente come il Sole e che il Corano non è un libro ma Allah stesso - e pure per questo l'Islam non ha conosciuto una esegesi critica del testo sacro, lo studioso che vi si cimentasse finirebbe a mal partito: quindi un pacchetto completo di facile fruizione, anche se francamente non so quanto potrebbe attecchire in occidente, in quanto l'occidente è la terra della filosofia, degli interrogativi, degli esami, della critica, della razionalità, della cerca inesausta della "verità" (l'Islam non ha una teologia, non puoi averla in quanto se ti poni domande su Allah allora già dimostreresti di avere dei dubbi al riguardo) e dunque della "libertà", e il fatto che una religione si presenti come "sottomissione" da queste parti la rende poco o per nulla adatta o adattabile all'uomo e allo spirito occidentali...e figuriamoci alla sua ormai radicale laicizzazione.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • marcu9
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                        #71
                        Originariamente Scritto da Sean
                        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        • Sean
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                          #72
                          Quello delle carceri è un tema scottante che dovrebbe competere allo Stato...ma sul quale lo stato non fa niente. In questo Francesco faceva bene a mettere sotto alla luce dei riflettori la problematica.

                          Servono opere pubbliche, cioè rifare le carceri vecchie e costruirne di nuove. Si diano una mossa i nostri nullafacenti, perchè la popolazione carceraria scoppia, i suicidi in carcere aumentano, gli istituti di pena cascano a pezzi, la polizia penitenziaria scarseggia, le strutture sono fatiscenti e servono nuove carceri per vecchi e nuovi detenuti.

                          Nè finta destra e nè finta sinistra parlano mai delle carceri, come se il problema non ci fosse.
                          ...ma di noi
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                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                          • marcu9
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                            #73
                            Che avesse almeno 200 mila euro sul conto vi stupisce?
                            Se non erro qualche anno fa diffusa la notizia che rifiutò di ricevere uno stipendio. (che comunque si sarebbe aggirato di diverse migliaia di euro al mese)
                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            • Sean
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                              #74
                              A quanto ne so il Papa non riceve nessuno stipendio, il suo non è un "lavoro": oltre ad essere Papa della Chiesa cattolica (dunque rivestire un ruolo religioso) è anche monarca assoluto di uno stato (quello del Vaticano) e come sovrano possiede le "rendite" dello stato: in un certo senso quanto di proprietà posseggono il Vaticano e la Santa Sede è tutto del Papa, che ne può disporre come vuole, cioè a dire in teoria domani potrebbe vendere la Pietà e nessuno potrebbe dire niente, non deve avere l' assenso di nessuno.

                              I giornalisti non sono stati chiari: con "conto personale" sicuramente intendevano il cosiddetto "obolo di San Pietro": https://it.wikipedia.org/wiki/Obolo_di_San_Pietro


                              che altro non è che le offerte che ogni anno arrivano al Papa dai fedeli di tutto il mondo e che servono appunto per la carità personale del Papa...quindi i soldi per i carcerati li ha presi da lì.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                #75
                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                A quanto ne so il Papa non riceve nessuno stipendio, il suo non è un "lavoro": oltre ad essere Papa della Chiesa cattolica (dunque rivestire un ruolo religioso) è anche monarca assoluto di uno stato (quello del Vaticano) e come sovrano possiede le "rendite" dello stato: in un certo senso quanto di proprietà posseggono il Vaticano e la Santa Sede è tutto del Papa, che ne può disporre come vuole, cioè a dire in teoria domani potrebbe vendere la Pietà e nessuno potrebbe dire niente, non deve avere l' assenso di nessuno.

                                I giornalisti non sono stati chiari: con "conto personale" sicuramente intendevano il cosiddetto "obolo di San Pietro": https://it.wikipedia.org/wiki/Obolo_di_San_Pietro


                                che altro non è che le offerte che ogni anno arrivano al Papa dai fedeli di tutto il mondo e che servono appunto per la carità personale del Papa...quindi i soldi per i carcerati li ha presi da lì.
                                In teoria, in pratica appena eletto iniziò a fare beneficenza a chi gli scriveva, tempo qualche settimana e credo venne messo subito in riga, probabilmente gli fecero capire che in Vaticano non funziona proprio così
                                Idem con l'asilo ai senzatetto nel Vaticano stesso.

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