Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Collapse
X
-
questo tizio fa una sceneggiata napoletana, fa le faccette, sono scioccato, sembra lui l'italiano e calenda l'anglosassone
-
-
-
-
Uti e tizi, quasi un milione di morti in un mese a colpi di machete , roba recente non medioevo
https://youtu.be/GjZYhuelyfA?si=ktlGT_gUK6Wa4hAF
-
1
Leave a comment:
-
-
Beh in Africa quando decidono di usare l'accetta non lo fanno in senso figurato...Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggiosto vedendo video dal sudan dove in confronto quello che succede in ucraina e gaza è nulla...
Ci sono tanti aspetti circa quei popoli di cui in occidente non si vuol parlare: gli odi etnici, perchè se anche sono tutti neri esistono anche lì le etnie o quelle che vengono percepite come tali, che producono odi clanici e tribali con per fine il massacro o l'estinzione del "diverso".
La radicale intolleranza religiosa, in pratica contro i cristiani, o leggi e pratiche tribali
Lo schiavismo e la tratta umana, praticata da neri contri altri neri considerati "inferiori".
L'Africa non è questo eden primordiale, dove tutti sono "fratelli", che l'ideologia di sinistra ci ha dipinto, proprio per niente: si massacrano e si odiano spesso e volentieri tra di loro, con sovrappiù guerre, corruzione, ladrocini delle caste al potere, per cui in verità i primi affamatori degli africani sono gli africani stessi...poi è chiaro ci sono zone dove si sta meglio di altre, nazioni messe meglio di altre...ma odio etnico, razzismo, schiavismo non li abbiamo inventati noi.
Leave a comment:
-
-
sto vedendo video dal sudan dove in confronto quello che succede in ucraina e gaza è nulla...
-
1
Leave a comment:
-
-
Sì, ricordo.Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio
Che poi è la stessa cosa che ti veniva fatta notare quando spingevi per un maggior supporto all'ucraina.
Dal mio punto di vista, la dimensione umanitaria è solo una parte del problema.
Nel caso dell’Ucraina entrano in gioco anche altri fattori:
- L’aggressione russa è un atto chiaramente imperialista, non giustificato dalle circostanze (che ci sono sia chiaro, ma non le reputo sufficienti).
- È una guerra che si svolge in Europa, praticamente dietro casa nostra. È diverso da un conflitto lontano: come leggere di un’estorsione su un giornale rispetto a scoprire che la vittima è un tuo conoscente. Anche le possibilità di venire coinvolti nel medio-lungo termine sono inevitabilmente più alte.
- Con questa guerra, la Russia sta minando la stabilità europea e la democrazia stessa, rafforzando forze politiche centrifughe e destabilizzanti. Chiaro, questa è una visione personale, per chi si augura di vivere in un sistema sovranista e autoritario l'influenza della Russia risulterà positiva.
Nel caso invece delle persone che si focalizzano in primis sugli aspetti umanitari (o almeno così dicono) il dare grande risalto a quanto accade a Gaza e strafregarsene delle migliaia di morti civili in Ucraina o in Sudan è una ipocrisia.Last edited by The_machine; 30-10-2025, 21:57:17.
Leave a comment:
-
-
Che poi è la stessa cosa che ti veniva fatta notare quando spingevi per un maggior supporto all'ucraina.Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
Leave a comment:
-
-
L'Africa non ha mai interessato realmente nessuno. Le stesse persecuzioni verso i cristiani non trovano nemmeno uno strapuntino di 3 righe sui media europoidi, se non in quelli di stampo ecclesiastico:
Lo rivela il settimanale «Newsweek» in un'inchiesta sulle violenze degli estremisti islamici nel nord del Paese africano. Circolerebbero anche delle ...
Idem per catastrofi quali la (ricorrente, una delle peggiori fu quella in Ruanda) pulizia etnica:
Africa (Internazionale) Dopo 550 giorni di assedio e oltre 300 attacchi subiti, la città di El-Fasher, capitale del Darfur settentrionale ancora sotto il controllo governativo, è stata conquistata dalle Forze Rapide di Supporto (Rsf), guidate da Abdul Rahim Dagalo, fratello di Mohamed Dagalo leader dei paramilitari. Lo ha confermato il generale al-Burhan, comandante delle Forze Armate Sudanesi
e anche le guerre o i massacri sottostanno alla legge mediatica del maggior o minor interesse...difatti noi siamo a conoscenza della guerra in Ucraina, del conflitto israelo-palestinese, ma si ignora che in questo momento nel mondo ci sono circa 60 guerre, la gran parte proprio in Africa (ma pure in Sud America), delle quali si hanno nulle notizie: https://it.wikipedia.org/wiki/Elenco...itari_in_corso eppure ci sono anche in quelle migliaia di morti.
La sinistra ha risolto il suo terzomondismo con la politica della immigrazione, così portando il caos anche in occidente, una politica immigratoria a dosi così massicce e sregolate da aver creato una ovvia crisi di rigetto, diventando poi una scontata e potente arma di propaganda elettorale in mano alle varie destre, ma è così che la sinistra si "impegna" per le disuguaglianze mondiali, gettandole addosso ai propri popoli.
Si dimentica la lezione di Ratzinger, forse perchè richiede un impegno concreto, una politica dell'aiuto reale e non dell'astrazione ideologica: fare in modo che alle masse terzomondiste sia garantito il diritto di non emigrare, ovverosia l'aiuto a casa loro
Joseph Ratzinger ha sostenuto l'esistenza di un "diritto a non emigrare". Ecco le parole del Papa Emerito in un messaggio del 2013, per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato
Vox clamantis in deserto.
-
1
Leave a comment:
-
-
-
Davanti al Venezuela il più grande spiegamento militare Usa: «E non staranno a guardare. Probabile un attacco missilistico»
Con l'arrivo del gruppo d'attacco della portaerei USS Gerald Ford, gli Stati Uniti disporranno di 13 forze navali, più di 700 missili e oltre 180 Tomahawk. «Probabile un attacco, non l'invasione»
Resta altissima la tensione nei Caraibi, e non soltanto per il passaggio del devastante uragano Melissa. In attesa dell'arrivo della mega-portaerei Gerald Ford, la nave «più letale» della Marina statunitense, che ha radunato l'intero gruppo d'attacco al largo delle coste italiane, in Adriatico, prima di salpare verso l'America, il dispiegamento di truppe navali ordinato da Donald Trump di fronte alle coste del Venezuela è già il più grande nella storia delle Forze armate Usa dai tempi della prima Guerra del Golfo (1990-1991), secondo uno studio di esperti del Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS).
Si prospetta un'escalation militare imprevedibile, anche se gli analisti sono ormai certi che qualcosa presto accadrà nell'area. «Non mandi una delle tue risorse navali più importanti soltanto per farle fare un giro e stare lì a guardare. O la si usa o la si riassegna immediatamente. Molto probabilmente ci sarà un attacco missilistico contro il Venezuela», preannuncia il colonnello della Marina in pensione e autore dell'analisi del CSIS Mark Cancian. Le forze Usa disporranno di più di 700 missili, oltre a circa 180 Tomahawk, per gli attacchi terrestri.
Indipendentemente dalla tempistica dell'arrivo della USS Ford - almeno una decina di giorni - non sembra che l'uragano Melissa, nonostante la sua ferocia, cambierà i piani del Pentagono. Diverse navi da guerra della Marina assegnate alla missione antidroga nei Caraibi si sono spostate per evitare l'imponente uragano di categoria 5 che ha devastato la Giamaica martedì e oggi ha toccato, con forza minore, Cuba. Ma l'operazione prosegue. L'Aeronautica militare statunitense avrebbe inviato un altro stormo di bombardieri B-1B verso la regione caraibica. Con l'arrivo del gruppo d'attacco della portaerei USS Gerald Ford, previsto per la prossima settimana, gli Stati Uniti disporranno di otto navi da guerra (sei delle quali cacciatorpediniere), tre navi d'assalto anfibie e un sottomarino. Per un totale di 13 forze navali, un livello mai raggiunto durante l'invasione di Panama del 1989 o l'invasione di Grenada del 1983. «Si tratta del più grande dispiegamento navale in America Latina degli ultimi 25 anni, o forse addirittura degli ultimi 40», afferma Cancian.
La Ford sarà scortata da tre cacciatorpediniere e comprenderà navi di rifornimento progettate per lunghe campagne. L'imponente schieramento, che si aggiungerà ai sorvoli dei bombardieri strategici, comprenderà elicotteri SH-60R che, insieme a jet da combattimento, caccia e aerei di supporto alle portaerei, saranno in grado di condurre una campagna su larga scala rispetto a quella ordinata da Trump contro il traffico di droga. «Il risultato più probabile sono attacchi aerei e missilistici, anche perché questa forza non è progettata per un'invasione», afferma Cancian.
Secondo gli analisti citati dal quotidiano El Nuevo Herald, gli Stati Uniti non hanno forze sufficienti per portare a termine un'invasione terrestre con truppe statunitensi su suolo straniero, «un principio a cui Trump si è sempre opposto». E Stephen Biddle, professore alla School of Public and International Affairs della Columbia University, ha dichiarato all'agenzia Efe che «in caso di invasione, è ragionevole supporre che gli Usa invierebbero prima i loro caccia nella zona». D'altro canto, a Porto Rico si stanno formando grandi accampamenti militari, forse in preparazione di un massiccio spostamento di truppe nella regione. Michael Desch, direttore del Centro per la sicurezza internazionale dell'Università di Notre Dame nell'Indiana, vede delle somiglianze con la campagna ordinata da Trump tra marzo e maggio di quest'anno contro gli obiettivi Houthi nello Yemen. Nell'operazione, che ha coinvolto la portaerei USS Harry Truman, sono stati attaccati più di 800 obiettivi e sono stati uccisi «centinaia di combattenti Houthi», secondo il Comando centrale degli Stati Uniti, benché Washington abbia poi riconosciuto di non essere riuscita a fermare gli insorti.
Con la partenza dal Mediterraneo della USS Ford, gli Stati Uniti si trovano ora in una posizione piuttosto insolita: non hanno una portaerei nelle acque al largo dell'Europa e del Medio Oriente.
Intanto martedì, il Parlamento venezuelano ha dichiarato persona non grata la premier di Trinidad e Tobago, Kamla Persad-Bissessar, per aver permesso a una nave da guerra statunitense di attraccare nel suo Paese. «Questa donna sta permettendo che Trinidad e Tobago venga utilizzata come portaerei contro il Venezuela e agiremo in ogni modo possibile per garantire che il Venezuela venga rispettato», ha dichiarato il presidente dell'Assemblea Nazionale Jorge Rodríguez, prima che la decisione fosse approvata all'unanimità dai deputati. Lunedì, il presidente Nicolas Maduro aveva annunciato anche la sospensione dei contratti per il gas con l'arcipelago, situato a pochi chilometri dalla costa venezuelana.
CorSera
Leave a comment:
-
-
UCRAINA | Vladimir Putin ha detto che la Russia ha testato ieri il missile sottomarino a propulsione nucleare Poseidon, affermando che "non esiste nulla di simile al mondo, la potenza del Poseidon supera di gran lunga quella del nostro missile intercontinentale più promettente, il Sarmat". #ANSA
-
1
Leave a comment:
-
-
Economia dipendente dagli aiuti, crepe nella politica, stanchezza: quanto può resistere Kiev?
L’Ucraina è pronta a combattere la Russia ancora per due o tre anni. Parola del premier polacco Donald Tusk che, in un’intervista al Sunday Times, ha riferito la stima fatta da Volodymyr Zelensky. Il Paese però sta pagando su tre fronti — economico, politico e militare — un prezzo davvero enorme.
Il sogno Ue
Rispetto a due anni fa la war fatigue è sempre più palpabile nella società. La guerra ha eroso la fiducia nel futuro: l’Onu stima che oltre 5 milioni di persone siano fuggite dall’Ucraina. Le attività economiche, già paralizzate dai blackout e dai missili russi, soffrono per la carenza di manodopera mentre le scuole si svuotano. In questo contesto, una crescita economica del 2 per cento è vista come un successo. Un terzo proviene da difesa e tecnologia. L’ingresso nell’Unione europea è ancora il Santo Graal per buona parte degli ucraini fin dalle proteste di Euromaidan. Ma è osteggiato dal premier ungherese Viktor Orbán e dagli interessi agricoli polacchi. E non solo. Il bilancio pubblico è sostenuto quasi solo da aiuti esteri. L’Ucraina ha ricevuto la maggior parte dei 15,6 miliardi di dollari Usa previsti dal programma del Fondo monetario internazionale concordato nel 2023 e le due parti stanno ora negoziando un nuovo pacchetto del valore di 8 miliardi di dollari. Le tasse interne coprono appena le spese militari. Per il 2025 è previsto un buco di 45 miliardi di dollari, mentre le promesse occidentali arrivano solo a 27 miliardi. «Non ci sono più soldi», ha ammesso un funzionario ucraino parlando con l’Economist. Il Fmi sta facendo pressioni su Kiev affinché svaluti la grivna.
Accuse alla presidenza
Oltre agli uomini, l’Ucraina rischia di esaurire la propria legittimità democratica. Il patto tra governo e società si è incrinato. A luglio le prime proteste anti governative dall’inizio della guerra hanno denunciato corruzione e abuso di potere. Zelensky, eletto nel 2019 con il pieno controllo del parlamento, ha accentrato ulteriormente il potere per via della guerra. Secondo gli oppositori, la sua immagine di eroe occidentale lo ha reso arrogante. Ora decide con una cerchia ristretta, dominata dal capo di gabinetto Andriy Yermak. La presidenza è accusata di intimidire media e oppositori, intentare cause politiche e tollerare estorsioni dei servizi di sicurezza. Le proteste non hanno frenato questa deriva. Il futuro appare incerto: né una tregua né una guerra lunga offrono soluzioni facili. La pace richiederebbe ricostruzione, cure ai veterani, gestire il risentimento e meno aiuti esteri. Il governo valuta il voto nel 2026 se le condizioni lo permetteranno. Sondaggi indicano che Zelensky potrebbe vincere il primo turno, ma potrebbe perdere al ballottaggio contro l’ex capo di stato maggiore, il generale Valery Zaluzhny. Molti cittadini però non si riconoscono in nessuno dei due. Nonostante tutto, esistono motivi di speranza: la società civile, il settore privato, l’esercito, l’economia digitale e la difesa mostrano progressi significativi. Ma Zelensky, che ha salvato l’Ucraina all’inizio della guerra, ora sembra aver smarrito la rotta. Resta da capire se saprà trovarne una nuova.
https://www.corriere.it/esteri/25_ot...tml?refresh_ce
Leave a comment:
-
-
Zelensky: servono aiuti dall’Europa per altri 2-3 anni di guerra.
«Ho detto ai partner europei che non combatteremo per decenni, ma che devono dimostrare di poter sostenere finanziariamente l'Ucraina in modo stabile per un certo periodo di tempo. Ecco perché hanno in mente un programma di 2-3 anni e noi accettiamo che per 2-3 anni aiuteranno stabilmente l'Ucraina con i finanziamenti. La guerra potrebbe finire prima, ma comunque servono soldi per la ricostruzione. E i militari devono sapere che avranno uno stipendio», queste le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
____
Senza alcun ritegno questo presidente scaduto detta pure le condizioni di come e quando e per quanto aprire ancora il borsello...ma poi dopo, questi soldi sono aggratis? Perchè gli Stati Uniti hanno stretto un accordo per il quale i miliardi inviati fino a Trump rientreranno sottoforma di sfruttamento minerario ed energetico...e l'UE? Qua si parla di miliardi e miliardi, all'Ucraina servono pure "gli stipendi dei soldati".
Leave a comment:
-

Leave a comment: