Ft: carenza di militari ucraini a Pokrovsk, la città potrebbe cadere presto in mani russe
Le Forze armate ucraine soffrono una carenza critica di personale nella città di Pokrovsk, dove la pressione delle unità russe è in aumento. Lo riporta il Financial Times, citando fonti militari e analisti. Secondo quanto riferito, la densità di truppe ucraine sul fronte orientale sarebbe ormai scesa a soli 4-7 militari di fanteria per chilometro, con alcune sezioni della linea difensiva sorvegliate unicamente da droni. A ottobre, la procura ucraina ha registrato circa 20 mila casi di diserzione, aggravando ulteriormente la situazione. Il direttore della società Rochan Consulting, Konrad Muzyka, ha confermato che le forze ucraine sono sempre più esauste e vulnerabili. L'ex viceministro della Difesa Vitalij Deynega ha invitato a «uscire da queste città finché è possibile», avvertendo che difendere Pokrovsk e la vicina Mirnograd a ogni costo potrebbe ripetere scenari già visti a Bakhmut e Avdiivka. Secondo la testata, le forze speciali dell'intelligence militare ucraina (Gur) e del Servizio di sicurezza (Sbu) sarebbero state impiegate troppo tardi per influenzare in modo decisivo l'evoluzione tattica. Pokrovsk, se conquistata, potrebbe diventare un trampolino per una nuova offensiva russa in direzione del centro della regione di Donetsk.
Sindaco di Kiev: «Enormi problemi di reclutamento, troppi uomini vanno all'estero»
L'Ucraina affronta «enormi problemi con i soldati, con le risorse umane». Lo ha dichiarato il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, intervistato dal network Axel Springers Global Reporters. Klitschko ha definito l'avanzata dell'esercito russo «inarrestabile», spiegando che «attaccano in ondate continue, come in un videogioco - continuano ad avanzare senza curarsi dei soldati caduti». Secondo il sindaco, la carenza di personale militare si aggrava mentre un numero crescente di uomini in età da leva fugge verso l'Europa. «Nel passato, i diciottenni servivano nell'esercito, ma quelli sono ragazzi - ha detto il sindaco - Oggi in Ucraina si può mobilitare solo dai 25 anni. Si potrebbe abbassare di un anno o due, a 23 o 22. Klitschko ha avidenziato che l'enorme divario numerico con l'esercito russo «si sta facendo sempre più grave», pur sottolineando che «il coraggio di combattere resta, e questo conta moltissimo».
CorSera
Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Quando un uomo, od un governo od uno stato, è con le spalle al muro, in linea di principio diventa capace di tutto. D'altro canto il neanche tanto dissimulato sogno bagnato di Zelensky è sempre stato quello di trascinare l'occidente nella fornace ucraina, e gli inglesi fin dal principio della guerra sono stati tra i più attivi nel sobillare gli ucraini ad "andare avanti" convincendoli di "poter vincere"...quindi la notizia russa del false flag non va creduta ciecamente (la fonte è solo russa) ma va comunque presa seriamente - come dici il NS2 fa scuola: vero e proprio atto di guerra contro la Germania che si è cercato in tutti i modi di attribuire alla Russia...quando qualunque soggetto dotato di almeno un mezzo neurone funzionante si sarebbe chiesto il motivo per cui i russi avrebbero dovuto far saltare un gasdotto costatogli miliardi, nuovo di zecca, quando sarebbe bastato chiudere i rubinetti del gas, se l'intenzione era quella di togliere rifornimenti alla Germania: ma poi perchè? Il gas la Russia ha sempre continuato (e continua) a venderlo all'Europa, anche perchè si tratta di soldi che incamera: anche qui è l'Ucraina che vorrebbe farci stare tutti col culo al freddo, mentre i suoi funzionari governativi intascano milioni prelevandoli allegramente dai miliardi che l'UE invia a fiumi, senza verificare che fine facciano davvero quei soldi...e le armi...vogliamo che anche su quelle non ci sia una cresta o uno smerciarle a chissà chi?Originariamente Scritto da zuse Visualizza MessaggioSe confermato, qui siamo alla follia totale.
Non è dalla Russia che dobbiamo difenderci ( non si fosse capito dall'attacco al ns2)
Patetici politici europei
Per il resto, i parolai a cottimo ci informano che in Ucraina è arrivata la nebbia: https://www.ansa.it/sito/notizie/mon...163513331.html
La stessa densa foschia che si è impossessata delle menti (già poco lucide per proprio conto) degli gnomi che governano l'Europa, ora cala sul campo di battaglia "accecando" la resistenza ucraina: se la nostra fosse ancora una civiltà realmente, e dunque spiritualmente, "illuminata" (veggente nel suo senso più autentico e profondo) capace quindi di leggere e intendere i "segni", ne ricaverebbe il funesto ammonimento che un qualche nume invia sottoforma di omen: gli auspici sono contrari, il sentiero che si sta percorrendo fas non est, e conduce soltanto ad un precipizio, verso il quale da tempo una folla ebete, e follia di nocchieri senza bussola, ciechi che guidano altri ciechi, si è incamminata.
Il destino dell'uomo non è incapsulato in un determinismo irremovibile segnato ab initio: il destino è anzi il luogo proprio della massima libertà: di essere, di fare, di agire, di costruire. Libertà di scegliere il come, seguendo o meno quell'ordine che è implicito nelle cose e nel mondo, ciò che un tempo civiltà sapienti definivano come "canone" o "cosmo".
Una casa edificata sulla roccia reggerà, se scegli di costruirla sulla sabbia crollerà, ma in prima ed in ultima istanza sei tu che hai scelto e deciso - per questo il nume è sempre benevolo, pure quando invia all'uomo, ai popoli, ai governanti, agli stati, i segni infausti, anzi proprio per questo (benevolo) lo è, se ne sai, o se vuoi, e finchè sei in tempo, intenderne il presagio.
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Truppe di Mosca avanzano anche nella regione di Kharkiv, ucraini trincerati nei boschi
Le forze russe stanno avanzando nella parte occidentale di Kupyansk, nella regione di Kharkiv. Secondo quanto riferito dal comandante del 121esimo Reggimento Fucilieri Motorizzati, l'unità d'assalto "continua la sua missione per liberare la parte occidentale di Kupyansk". Secondo fonti russe le truppe ucraine sono ora "trincerate in una foresta alla periferia meridionale di Kupyansk e in un bosco tra le vie Senkovskaya e Prioskolnaya". Ieri il Ministero della Difesa russo aveva annunciato di aver preso il controllo della parte orientale di Kupyansk.
Repubblica
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Ucraina, Zelensky assediato dai russi a Pokrovsk e dalla corruzione dei “suoi” a Kiev
A Pokrovsk entrano i soldati di Mosca e a Zaporizhzhia è ritirata. Si allarga lo scandalo “Mida” che lambisce il presidente
Per l’intensificarsi del fuoco, che avrebbe distrutto “de facto tutti i rifugi e le fortificazioni”, e per salvare vite: per questo l’esercito ucraino annuncia di battere in ritirata da cinque insediamenti nella regione di Zaporizhzhia. Si abbandonano le postazioni a Novouspenivske, Novye, Okhotnyche, Uspenivka, Novomykolaivka.
Nemica degli ucraini nelle ultime ore è diventata la nebbia, che ha reso cieco il settimo corpo d’assalto che combatte a Pokrovsk: 300 russi – col favore della foschia, che impedisce di effettuare ricognizioni e riduce la capacità di colpire in terreno aperto – sono penetrati nella città-chiave che Mosca tenta di conquistare da oltre 20 mesi, uno snodo strategico che consentirebbe la presa dell’intero Donbass. “La situazione rimane difficile”, non lo nasconde il comandante dell’esercito ucraino Oleksandr Syrskyi: “La nostra attenzione principale in questo momento è rivolta alla direzione di Pokrovsk e alla regione di Zaporizhzhia, dove i russi stanno aumentando il numero e l’entità degli attacchi”.
Tutto poi confermato in serata dallo stesso presidente Zelensky. Anche se le forze ucraine riferiscono di una situazione più contenibile a Kupyansk, la Difesa russa rivendica il controllo di tutta la parte orientale della città. La guerra di logoramento continua in terra e in cielo: ieri per i raid russi contro le infrastrutture energetiche i cittadini di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Odessa sono rimasti al buio, ma quello dovuto alla distruzione della rete elettrica potrebbe non essere l’unico che cala su Kiev.
AVVOLTA
in un altro tipo di oscurità, rischia di finire anche la cerchia di Zelensky. Non finisce la saga dell’indagine “Mida” su riciclaggio di denaro e arricchimento illecito proprio ai danni della rete energetica nazionale condotta dalle due coraggiose agenzie anti-corruzione ucraine (l’Ufficio nazionale anticorruzione, Nabu, in collaborazione con la Procura specializzata anticorruzione, Sapo). Ha scritto ieri il quotidiano Ukrainska Pravda che le autorità hanno prove per dimostrare che “i membri del sistema corruttivo hanno consegnato denaro a un ex vice primo ministro dell’Ucraina, che tra loro chiamavano Che Guevara”.
Si tratterebbe, dice il giornale, di Oleksii Chernyshov. Sarebbe stata documentata la consegna di 100 mila euro in contanti e il trasferimento di oltre 1 milione di dollari all’uomo nascosto sotto il nome in codice del rivoluzionario argentino da parte di un altro sospettato, soprannominato Sugarman, “l’uomo dello zucchero”, che si coordinava con il capo dell’organizzazione, che si muoveva con lo pseudonimo di “Karlson”. Secondo le indagini delle agenzie, il gruppo criminale raccoglieva tangenti dagli appaltatori di Energoatom, pari al 10-15 per cento del valore di ciascun contratto.
Ieri è stata la Sapo a dichiarare sull’amico ed ex socio del presidente Zelensky, che “l’indagine ha stabilito che per tutto il 2025 Mindich ha svolto attività criminali nel settore energetico, influenzando il ministro dell’Energia Halushchenko, e nel settore della difesa, influenzando il ministro della Difesa Umerov”, “Mindich e le sue aziende ricevevano denaro, mentre i funzionari, tra cui l’ex ministro dell’Energia Halushchenko, beneficiavano del patrocinio di Mindich”. I tentacoli statali che si sono allungati sul settore energetico dall’inizio del conflitto hanno peggiorato la situazione: “Questo cambiamento non ha ridotto la corruzione; in molti casi, le pratiche corrotte sono persistite o addirittura peggiorate”: a scriverlo il think tank ucraino indipendente, Ukraine Facility Platform.
Il Fatto Quotidiano
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Aumenta la pressione di Mosca sul fronte ucraino, con Kiev sempre più in difficoltà. Le truppe di Putin hanno approfittato della fitta nebbia a Pokrovsk per penetrare nella città del Donetsk, assediata da giorni. «Attualmente ci sono oltre 300 invasori a Pokrovsk», lancia l'allarme l'esercito, che annuncia di essersi ritirato da cinque insediamenti anche nella regione di Zaporizhzhia per l'intensificarsi degli assalti nemici. Mosca afferma inoltre di aver preso il controllo di tutta la parte orientale della città di Kupyansk, nell'oblast di Kharkiv. «La situazione è difficile», ammette Zelensky. Attaccata anche una base aerea che ospita F-16 come «rappresaglia alla provocazione» che secondo Mosca sarebbe stata orchestrata dagli ucraini per impossessarsi di un Mig russo e dirigerlo verso una base Nato.
Kiev: “Ritirate le truppe da cinque insediamenti a Zaporizhzhia”
Le forze ucraine di difesa del sud annunciano di essersi ritirate dalle posizioni vicine a cinque insediamenti nella regione di Zaporizhzhia a causa dell’intensificarsi degli attacchi russi, della maggiore esposizione al fuoco e per salvaguardare la vita del personale. Lo riportano i media ucraini. «A Zaporizhzhia sono in corso combattimenti intensi da diversi giorni consecutivi. Negli ultimi giorni sono stati registrati fino a un centinaio di scontri». Le forze ucraine si sono ritirate dalle posizioni vicine a Novouspenivske, Novye, Okhotnyche, Uspenivka e Novomykolaivka.
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Dopo in ns2 non ce da meravigliarsi di nulla, centrali nucleari in primis...false flag sono sempre la situazione migliore per un escalation
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la libera informazione di sinistra....
quando vincono quelli di sinistra è tutto bello, quando vincono gli altri si grida al fascismo ecc, ed è tutto lecito, anche falsificare le storie...
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Ah la Libera Informazione, che bellissima cosa, puro ossigeno dalle celesti vette...se non fosse che è tutta una proiezione ologrammatica, affresco tridimensionale con scene di fantasia, paesaggi mitici, geografia dei non-luoghi...e poi gli Augias, i Floris, i Giannini, i Formigli e compagnia lacrimante squittiscono lagne sul perchè vi sia lo scollamento tra la gran parte dei cittadini e l'informazione "tradizionale", preferendogli quella "casalinga" che si trova in Internet, su varie piattaforme dedicate.
Per il progressismo liberalista, quando la realtà non aderisce alla ideologia è la prima a dover essere "modificata", stravolta: il progresso sarà "radioso", il "multiculturalismo" una "risorsa", il globalismo "lavoro e ricchezza" per tutti: gang di immigrati pakistani hanno stuprato per anni delle ragazzine minorenni? Il governo inglese insabbia tutto, un caso ancora più grave di quello della BBC. Quel modello si è replicato in ogni parte di quella fogna che è l'Europa, Italia compresa, dove ancora oggi alcuni giornali fanno fatica ad indicare, già dal titolo, l'etnia del reo di crimine, se straniero.
Beh, la corsa è finita. Quella corsa che avrebbe dovuto trasportarci tutti in un luminosissimo incanto futuro, ha precipitato l'occidente in un buco nero dove l'accelerazione degli eventi dissolve le vecchie forme, e non c'è medicina possibile, nè cura e nè resistenza possibili, meno che mai la virtualità di una propaganda che ha esaurito la sua presa sul "mentale" collettivo, in quanto lo "spirito del tempo" ha mutato di segno e dalle sue doglie sta partorendo una epoca altra:
"In questo tempo della ripetizione un diverso tempo incombe, incalza e accelera, imponendo altri modi che ci attraversano, ci modificano, contraddicendo e consumando la resistenza che a essi si oppone. Le forme sorgono, si stabilizzano e infine dileguano quando la loro funzione è cessata. [...] Inevitabile attraversare la notte. Inutile farsi illusioni che vi sia nascita se non dal buio. Non si aggiusta quel che deve declinare. Nuove forme germogliano solo là dove quel che c'era si è inabissato" (Davide Susanetti, Vertigine della soglia, 2025).
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Le accuse per la messa in onda del documentario
Al centro delle polemiche c’è una clip di un discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021, giorno dell’assalto al Campidoglio negli Stati Uniti, accusata di essere stata montata in modo fuorviante. Il caso è esploso martedì, dopo un’inchiesta del quotidiano conservatore The Daily Telegraph, che ha puntato i riflettori su un documentario del programma BbcPanorama, trasmesso una settimana prima delle elezioni americane del 5 novembre 2024. Secondo le accuse, la Bbc avrebbe assemblato il discorso in modo da far sembrare che Trump avesse incitato i suoi sostenitori a marciare verso il Campidoglio per «combattere come diavoli». In realtà, nel testo integrale, quell’espressione compariva in un altro contesto, mentre il riferimento al Campidoglio si limitava a un appello a «incoraggiare senatori e rappresentanti del Congresso».
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Terremoto alla Bbc, si dimettono il direttore generale Tim Davie e la ceo delle news Deborah Turness: avevano mandato in onda un documentario su Trump con un discorso modificato
Tra le altre accuse all'emittente pubblica britannica, la copertura non imparziale su Gaza e sulle questioni trans
Decapitata la Bbc: ieri sera il suo direttore generale, Tim Davie, nonché la direttrice dei servizi giornalistici, Deborah Turness, si sono dimessi dopo una settimana di polemiche che hanno investito l’emittente pubblica britannica, accusata di manipolazione delle notizie. «Come tutte le organizzazioni pubbliche, la Bbc non è perfetta — ha detto Davie nel comunicato con cui annunciava il suo passo indietro —. In generale la Bbc sta facendo bene, ma sono stati commessi degli errori e come direttore generale devo assumerne la responsabilità finale».
È probabilmente il più grave scandalo dal dopoguerra, quello che ha terremotato la «Beeb», come la chiamano qui. Tutto è cominciato una settimana fa quando il Telegraph, il quotidiano della destra, da sempre ostile alla Bbc, ha pubblicato un documento di 19 pagine redatto da un ex consulente per gli standard dell’emittente britannica, in cui se ne dettagliava la faziosità nella copertura della presidenza Trump, del conflitto a Gaza e delle questioni trans.
La rivelazione più contundente era che la Bbc, in un documentario, aveva manipolato frasi e immagini del discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021, per dare l’impressione che l’allora presidente, appena sconfitto alle elezioni, avesse direttamente incitato i suoi sostenitori a dare l’assalto al Campidoglio a Washington. L’altro ieri la Casa Bianca aveva reagito accusando la Bbc di trasmettere «fake news al 100 per cento» e di essere guidata da un’agenda ideologica di sinistra.
Nella polemica era entrato a gamba tesa l’ex primo ministro Boris Johnson, che aveva annunciato il boicottaggio del canone televisivo — e invitato tutti a fare altrettanto — fino a che Davie non si fosse dimesso. Ma il Guardian, il quotidiano della sinistra britannica, aveva insinuato che quella contro la Bbc fosse tutta una campagna orchestrata appositamente da Johnson e dai suoi accoliti.
La posizione di Davie si era però fatta insostenibile dopo che era stato praticamente sconfessato, sugli stessi schermi della Bbc, dalla ministra laburista per la Cultura e i Media, Lisa Nandy: «Le decisioni sugli standard editoriali — aveva detto la ministra — le linee guida editoriali, il tipo di linguaggio che viene usato, sono del tutto incoerenti», aggiungendo che la copertura giornalistica della Bbc «non sempre si conforma agli standard migliori, non sempre è ben concepita e spesso le decisioni sono lasciate ai singoli giornalisti o presentatori».
La crisi dell’emittente britannica arriva in un momento particolarmente delicato, mentre il governo è impegnato nella revisione del suo statuto, che scade nel 2027. Nigel Farage, il tribuno della destra populista, ha chiesto a gran voce che la Bbc cambi registro: l’emittente è da tempo nel mirino della destra, che la accusa di faziosità a favore delle cause liberal-progressiste, e più volte è stata affacciata la possibilità di abolire il canone tv, la sua forma di finanziamento. Per la «Beeb» si profila una sfida esistenziale.
CorSera
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ma quindi trump leggi shutdown ha bloccato il pagamento degli stipendi per tutti i dipendenti federali inclusi i soldati non ingaggiati?
tipo gente che ha servito per anni in situazioni operative poi spostata per anzianità dietro una scrivania, cosa che mi sembra più che ragionevole
penso che qualcuno ha sbagliato il colpo
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Sulla propaganda mediatica occidentale (nello specifico quella italiota) Travaglio ha gioco facile. E' poi stupefacente come i media si dolgano del crollo nella fiducia dei mezzi di informazione "tradizionali", nei giornalisti, nei quotidiani: la combo covid-guerra ucraina è stata un colpo devastante ed annichilente, che ha mostrato tutto il nauseante servilismo e la totale volatilizzazione del pur minimo senso critico del giornalismo, con punte che hanno superato il grottesco (i russi con le pale, la vittoria certa dell'occidente, le sanzioni "devastanti" ecc...ecc...).Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggiouna sentenza....
non ne sta sbagliando una Travaglio da 2 anni a questa parte
Travaglio ricorda la vicenda dello sconfinamento ucraino nel Kursk: è sintomatica di come sia sparita dai giornali e dalla propaganda, una volta annientati i soldati ucraini in quella azione folle e insensata: quanti uomini ha perso l'Ucraina per occupare per qualche mese un lembo di confine del territorio russo, che non aveva nessun senso tattico e strategico, in quanto la Russia non ha distolto un soldato dal Donbass? Zelensky quanti dei suoi ha mandato al massacro inutilmente? Qualcuno sui nostri media se lo è chiesto? Però la "carne da cannone" è sempre e solo quella russa...
Idem per Pokrovsk: si scopre che è da 14 mesi che la Russia martella, bombarda e stringe da presso quella città-fortezza, ma Pokrovsk appare improvvisamente sui media solo adesso, una volta entrati i russi: mai una analisi realistica e prospettica sul teatro bellico, mai un approfondimento sensato e obiettivo su queste cittadine che a noi non dicono niente, ma che a livello strategico hanno un impatto rivelantissimo in quanto sono tutti nodi di giuntura di una linea fortificata che, se venisse disarticolata in un punto, poi offrirebbe alla conquista interi territori: è proprio per questo esatto motivo che i russi paiono avanzare "lentamente", in quanto si concentrano sugli snodi fortificati e decisivi di quella "linea maginot", dove le difese ucraine sono asserragliate...ma sui giornali come viene tradotta tutta questa guerra di artiglieria e di trincea? "I russi avanzano un metro al mese"...salvo però, improvvisamente, di punto in bianco, essere informati che una tal fortezza sta per cadere, che i russi in loco hanno forze soverchianti, che l'artiglieria martella notte e giorno quelle difese, evidenza da cui discende che i magazzini russi sono ancora ben forniti di proiettili per cannoni, mortai ecc...
I russi non stanno martellando con le pale, decisamente no...però i nostri giornalai si dolgono del crollo delle vendite e della fiducia...senza riflettere che quelle sono conseguenza di un ben più grave crollo: quello della credibilità.
Ad inizio guerra fece capolino qualche articolo, preso da giornali esteri, con analisi che avrebbero dovuto invitare quanto meno alla prudenza. Ricordo di un'intervista ad un ex diplomatico americano in Russia, che raccontò di aver visitato una volta i vecchi magazzini di armi dell'armata rossa, quelli dell'URSS: descrisse di una distesa infinita di edifici contenenti quelle armi e quei proiettili che avrebbero dovuto servire al fu Patto di Varsavia per difendersi (od attaccare) durante la guerra fredda: ecco da dove vengono le munizioni per l'artiglieria russa, da quelle immense riserve...di cui nessuno dei tanti qua ci ha mai dato conto, eppure la Russia è l'erede dell'URSS, di quella potenza che si contrapponeva all'altra potenza americana: ci immaginiamo quante armi e munizioni possono aver stivato in quei decenni, nella paranoia comunista di "essere aggrediti" dagli USA o di dover aggredire passando dalla Berlino del Muro?
Poi ci fu quel professore della Columbia che disse che "un impero non può essere isolato", cantando fin da subito il de profundis alle sanzioni allora appena applicate e che qua ci spacciavano come destinate ad annientare l'economia russa, a provocare il "default", a creare disordini sociali che avrebbero portato al cambio di regime al Cremlino ecc...Voce e analisi completamente soffocate dalla propaganda.
In "default" ci è finita l'Europa. I "cambi di regime" pure, anzi è tutto il saeculum che sta trasmutando sotto ai nostri piedi. L'occidente vive una crisi strutturale, sistemica, che coinvolge la sua stessa essenza e forma per come l'abbiamo conosciute negli ultimi 80 anni. Gli USA non sono più una potenza "globale"...e l'Ucraina è rimasta con metà della sua popolazione, industria ed economia azzerate, e dipende letteralmente in tutto e per tutto dall'occidente in dissoluzione.
Le tappe di questa catastrofe però non ci sono state raccontate, occultate sui media da una storiella fantasy a fumetti: il teatro viene giù ma te ne accorgi solo dal tonfo che fanno, di volta in volta, il tetto, le travi, le assi, la cavea e poi la scena: non è dunque ora di far venire giù anche il sipario?
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