Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
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    Simone Inzaghi ci crede. Perché questa finale di Champions non è come quella contro il Manchester City

    Due anni fa l'Inter considerava un traguardo essere arrivata in finale, oggi non più. Con il Psg va completato il cammino

    di Paolo Condò

    Rispetto a due anni fa, quando l’Inter planò a Istanbul dallo scivolo di un bel tabellone e nell’approccio alla finale palesò timore reverenziale per il City, siamo proprio in un’altra dimensione. L’Inter si è meritata Monaco attraversando il purgatorio del Bayern e l’inferno del Barcellona, e l’ovvio rispetto per il Paris Saint-Germain non contiene in alcun modo elementi di paura. Del resto sono le esperienze vissute a definirci, agli occhi di chi ci guarda ma anche ai nostri. Nell’amarezza di una sconfitta che il campo dimostrò essere assai meno scontata del previsto, Istanbul ha avuto il pregio di dotare l’Inter di un’autostima che ha prodotto uno scudetto dominato e, adesso, una Champions senza limiti.

    Ha aggiunto uomini, nel frattempo: un Sommer inatteso a questi livelli, l’affidabile Pavard, il portentoso Thuram, e poi Frattesi che tra andata dei quarti e ritorno delle semifinali ha segnato uscendo dalla panchina i gol che hanno fatto la differenza. Due anni fa l’Inter era molto soddisfatta di essere arrivata in finale. Oggi è orgogliosa del cammino percorso, ma nemmeno inconsciamente lo ritiene compiuto, perché da subito puntava alla vittoria e perché la sconfitta in campionato le ha tolto la rete di protezione, il retropensiero del «qualcosa comunque ho già vinto».

    La stagione si definisce stasera, e una squadra così esperta, rodata al punto da fornire ad alcuni componenti una chance estrema e non ripetibile — la famosa «last dance» — difficilmente sbaglierà partita. Cinque anni di differenza nell’età media (24.3 i parigini, 29.1 i milanesi) disegnano un confronto molto netto. Il punto di contatto fra Inzaghi e Luis Enrique è l’ambizione di costruire una squadra, tema quasi inedito al Psg che per anni ha seguito una filosofia da Harlem Globetrotter (da Messi a Neymar, da Ibra a Mbappé, le figurine collezionate in dieci anni sono state inferiori solo alle figuracce rimediate), e adesso invece è un blocco che si muove coerente.

    Poi il denaro speso in quantità enorme ha portato a Parigi quasi tutto il meglio del talento fresco, mentre l’autofinanziamento felice dell’Inter è raccontato da svincolati rivitalizzati in nuovi ruoli (Calhanoglu), da crescite esagerate (Dumfries), da appuntamenti col destino (Acerbi). E dunque la finale è un match tra chi ha seminato e chi deve raccogliere, e certo non è detto che chi ha maggiore prospettiva sia meno determinato di chi volteggia senza rete.

    La scacchiera di Monaco presenta intrecci tattici in quantità. Ma c’è qualcosa che sorvola i singoli duelli, ed è il senso delle finali, la reattività nel momento di massima crisi. Il Psg è stato grande a fine girone col City, quando si trovò sotto 2-0 e vinse 4-2. L’Inter, beh… chiedete quanto si è pentito a chi lasciò San Siro dopo il gol di Raphinha.

    ​CorSera

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  • Sean
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    Inzaghi: «Facciamo l'ultimo passo»

    Il tecnico dell'Inter Simone Inzaghi alla vigilia della finale di Champions contro il Psg: «Una bellissima sensazione, giocare una partita così è il sogno di ogni giocatore e di ogni allenatore. In questi giorni ci siamo preparati bene. Vincere non deve essere una ossessione. È stato un cammino difficile, siamo arrivati qui affrontando tante insidie. La squadra ha dato tutto. Siamo arrivati qui con grande convinzione, ora vogliamo fare l'ultimo passo»

    Inzaghi: «Siamo qui con grande merito»

    (Paolo Tomaselli) «Non vogliamo fermarci e metteremo in campo tutto quello che abbiamo». Simone Inzaghi carica la sua Inter a poche ore dalla finale di Champions contro il Psg all’Allianz Arena di Monaco (sabato ore 21, SkySport e in chiaro su Tv8). Qui i nerazzurri hanno battuto il Bayern ai quarti, iniziando un crescendo che li ha portato di nuovo in finale dopo due anni: «La differenza c’è stata nella settimana di avvicinamento – spiega Inzaghi - . Ho chiesto concentrazione e determinazione, ma non ossessione. Dobbiamo essere liberi di testa, sappiamo come si preparano queste partite e dovremo essere bravi a indirizzare gli episodi dalla nostra parte contro un grandissimo avversario e un allenatore che stimo molto come tecnico e come persona».
    Si è sempre parlato di un’Inter dei titolarissimi: «Ma questa è solo la terza volta nella stagione che ho tutta la rosa a disposizione – sottolinea Inzaghi – ed è molto positivo. Ho ancora qualche dubbio di formazione, ma Pavard ha recuperato. La Champions come chiusura di un ciclo? Adesso c’è la finale, poi ci incontreremo con in testa il bene dell’Inter e qui ci sono tutti i presupposti per far bene. Rigiocare la finale è una grandissima emozione e siamo qui con grande merito».

    Per i media stranieri il Psg è favorito, meglio per l’Inter che da outsider anche economico è tornata in finale: «Non so se siamo sottovalutati, questi ragazzi mi hanno dato tantissimo in questi quattro anni. In campo non va il monte ingaggi o il fatturato, ma i giocatori. Cosa dirò loro prima di entrare in campo? Non lo so ancora, il mio cuore mi dirà quello che sento».

    Lautaro: «Proveremo a fare la partita perfetta»

    (Monica Colombo) Lautaro Martinez, da capitano, indica la rotta. «Avere la fascia comporta maggiori responsabilità, ecco perché per me la vigilia può essere diversa ma noi abbiamo l’obbligo di giocare la partita perfetta. È la finale, quindi dobbiamo preparare la gara nella migliore maniera. Concentrati, preparati»”. Ci si chiede perché questa volta dovrebbe essere la finale giusta per dare una gioia a tutto il popolo nerazzurro. «Siamo migliorati come squadra, siamo cresciuti affrontando avversari di valore in stadi molto difficili, contro squadre imbattute in casa da tanto tempo. Noi ci siamo presentati con personalità, ci siamo guadagnati il rispetto lavorando a testa bassa e pensando a noi. Oggi possiamo portare questo obiettivo a casa dopo tanto tempo, speriamo sia la volta buona. Proveremo a fare la partita perfetta».
    Lautaro ma lei ci ha pensato che questa può essere l’ultima partita con Simone in panchina: gli volete dedicare la coppa? «Tutti i giorni escono notizie ma noi siamo tranquilli, lui è ancora qui e lavora ogni giorno per migliorare il gruppo. Questa settimana la stiamo preparando come sempre. Sicuramente la dedicheremmo a lui, ai nostri tifosi e alle nostre famiglie».

    ​CorSera

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  • Sean
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    Inzaghi oggi e domani: “Il mio futuro è all’Inter, restiamo concentrati”

    Il tecnico nerazzurro dopo la finale di Champions contro il Psg incontrerà Marotta per decidere il futuro



    Inzaghi: “All’Inter sto bene, ho tutto quello che voglio. La finale? Concentrazione, non ossessione”

    Presentando la finale di Champions League contro il Psg il tecnico allontana l’ipotesi di un suo addio: “Comunque vada la partita, da lunedì si parla di futuro, per il bene del club”

    Presentando la finale di Champions League contro il Psg il tecnico allontana l’ipotesi di un suo addio: “Comunque vada la partita, da lunedì si parla di futuro…



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  • Mario12
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    ma chi cazz0 è questo ? ho già paura ...

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  • marcu9
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    ...................Click image for larger version

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