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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Il Milan non sbaglia e regola la Lazio 2-0. Per Sarri è già la quarta sconfitta su 7 partite. Si parla tanto della Roma, ma pure la Lazio non sta volando mi sembra.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
      S'e' rotto Lotus. Se ne rompe uno a partita. Per le prossime partite c'e solo un panchinaro.
      Intanto altri 3 preziosi punti -22 alla quota salvezza
      Ciao Manuel, bodyweb non sarà mai più la stessa!

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        Originariamente Scritto da INCULAMELO Visualizza Messaggio

        e giocando molto bene devo dire
        Ma Garcia non era un franzoso demmerda?
        sigpic
        Free at last, they took your life
        They could not take your PRIDE

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          Originariamente Scritto da NaturalHardCore Visualizza Messaggio

          Intanto altri 3 preziosi punti -22 alla quota salvezza
          che non guasta mai...









          "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
          Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
          vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

          (L. Pirandello)

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            Per fortuna Lautaro era stanco.
            I SUOI goals:
            -Serie A: 189
            -Serie B: 6
            -Super League: 5
            -Coppa Italia: 13
            -Chinese FA Cup: 1
            -Coppa UEFA: 5
            -Champions League: 13
            -Nazionale Under 21: 19
            -Nazionale: 19
            TOTALE: 270

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              Non lo scopriamo certo oggi Lautaro Martinez con i suoi 4 gol alla Salernitana, dopo essere entrato al 55° della partita. Però dobbiamo ammettere, non lo abbiamo mai considerato un super campione. Perché non è un personaggio, perché non ride mai, perché per tutta la settimana è un normalissimo impiegato dell’Inter per poi trasformarsi però in partita. Dell’Inter ormai è diventato il trascinatore a suon di gol. Ha vinto il Mondiale certo, ma anche lì non era stato tra i protagonisti. La partenza di Lukaku lo ha tolto definitivamente dal cono d’ombra. E pensare che questa estate avrebbe potuto andarsene in Arabia Saudita a guadagnare l’impossibile (240 milioni), ma ha preferito restare all’Inter perché vuole vincere in Europa, tenersi stretta comunque l’Argentina, ed è ancora troppo giovane (26 anni) per pensare solo ai soldi.

              Lautaro è un campione, ma ammettiamo di aver faticato a riconoscergli la qualifica. Non ci abbiamo mai investito, considerandolo un attaccante appena poco sopra l’ordinario. Non ci abbiamo creduto per indolenza, trascuratezza, perché non è un personaggio e non fa discutere. In ogni senso. Lui non ride e non sorride, mai. Segna 4 gol alla Salernitana, sfondando così la soglia dei 10 gol già a fine settembre, e si fa intervistare con uno sguardo torvo, quasi accigliato. E’ fatto così, non è propriamente empatico, come si dice oggi.

              Lautaro non ha il culto di se stesso, non celebra i gol con un rito che abbia sfondato i social, come l’urlo di Ronaldo o il saluto militare di Lukaku. Non fa proclami, è un impiegato dell’Inter per tutta la settimana, poi quando gioca la prende per mano e ne diventa il leader.

              Finora all’ Inter era sempre stato all’ombra di Lukaku e tutto sommato nemmeno voleva uscirne, gli stava bene così, non ne era certo geloso. Da quando è diventato lui il numero 1 ha trovato in Thuram il compagno di squadra ideale, l’assistman che lavora per lui e per gli altri.

              Ha vinto il Mondiale, ma nell’ Argentina Messi manda tutti in secondo piano e poi lui non era certo al massimo della forma. Comunque sempre campione mondiale è, ma non se la tira per questo. Dell’ Inter è un pilastro, è ormai alla sua sesta stagione a Milano: fu un gran colpo di Ausilio che lo strappò dal Racing alla concorrenza dell’Atletico Madrid.

              Quest’anno, se avesse voluto, avrebbe potuto andarsene anche lui a giocare in Arabia Saudita a guadagnare l’impossibile: 240 milioni per 4 anni. Non lo ha fatto perché è ancora troppo presto, perché vuol vincere in Europa dopo aver sfiorato la Champions League, perché il mondiale non ha esaurito la sua voglia d’ Argentina, insomma non vuole uscire dall’occhio dei riflettori del calcio vero.

              I suoi 4 gol alla Salernitana (è entrato al 55’ e l’ha messa dentro 4 volte tra il 62’ e l’ 89’, 27 minuti appena) tengono agganciata l’Inter al Milan che ne ha fatti due a sua volta alla Lazio con Pulisic e Okafor, due colpi dell’ultimo mercato. Anche Garcia aveva deciso di lasciare Osimhen in panchina, ma non per i veleni di questi giorni, quanto per gestire un po’ la rosa in vista anche della Champions League.

              Avendo anche il Napoli fatto 4 gol al Lecce, possiamo dire che lo strappo operato da Garcia nella conduzione ottovolantesca della squadra che tante polemiche e guai ha causato – caso Osimhen compreso – è da considerare richiuso. Si fa per dire…

              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Lautaro da record, mai un subentrato aveva segnato quattro gol: “Capocannoniere? Non ci penso”

                ​È il primo poker della Serie A nell’era dei tre punti per vittoria, ma l’argentino resta umile: “Penso solo a dare una mano ai compagni”

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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Sarri, sfogo dopo Milan-Lazio: «Calendario folle, calciatori mandati al macello, sono incazzato»

                  L'allenatore della Lazio Maurizio Sarri non ha risparmiato nessuno nella conferenza stampa post k.o contro il Milan. Calendario e non solo nel mirino: «Il mercato? Non l’ho deciso io»

                  Maurizio Sarri è una furia al termine della gara persa a San Siro contro il Milan. L’allenatore biancoceleste ha sbottato in conferenza stampa, quando gli è stato fatto notare che il centrocampo della sua Lazio varia sempre: «Succede questo perché è una scelta dettata dal calendario folle», ha spiegato. Per poi aggiungere, furente: «Io sono ferocemente inc….o con Uefa, Fifa, Lega serie A e tutta la banda. Stanno mandando questi ragazzi al macello senza che nessuno intervenga. Il calcio ormai è questo: prendi i soldi e scappi. E soldi ce ne sono sempre di meno». Sono tanti gli infortuni in serie A. Basti pensare che proprio nel match di San Siro si è fatto male Loftus-Cheek, che al 29’ è uscito — e il Milan teme di perderlo a lungo — per fare posto a Musah.

                  Ma questa è una problematica che colpisce tutte le squadre. Giusto per fare qualche nome, Rrahmani e Juan Jesus sono fuori nel Napoli; Vlahovic e Milik non giocheranno contro l’Atalanta; Arnautovic e Frattesi sono fermi ai box nell’Inter. Poi Sarri si è soffermato a parlare della prestazione e delle prospettive per questa stagione: «Noi non siamo una grande squadra e non potevamo considerarci tali neanche l’anno scorso. Contro il Milan abbiamo perso per due sgasate di un giocatore che va a 35 all’ora, noi andiamo più piano. La squadra ha giocato con personalità e nel primo tempo abbiamo fatto meglio di loro, ma tre trasferte di fila contro Napoli, Juventus e Milan non le ho mai visto fare a nessuno. Non sarà facile uscire da questa situazione di classifica, ma cercheremo di risalire piano piano mettendo nel mirino le zone europee».

                  Infine una chiosa sul mercato, che in estate ha creato non poche tensioni fra Sarri e il presidente Lotito: «Io parto da certi nomi, poi si arriva a questo o quello e posso esprimere la mia preferenza. Parto da A, poi si arriva a X o Y e scelgo tra quelli. Ma io sono partito da A. Quelli che ho indicato io non sono arrivati, quindi vado avanti con quelli a disposizione. Nel 95% dei casi ogni allenatore comunque darà la stessa risposta».


                  CorSera

















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                  popoli studiosi scriveranno
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                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Mourinho-Roma: «Non sono io il problema»

                    «Non lo accetto», il portoghese è chiaro; poi racconta di un’offerta estiva («la più grande e la più pazza») che ha rifiutato. Certezze e confessioni in vista della sfida contro il Frosinone che al momento è a +4 dalla sua Roma

                    Dopo le 6 giornate di campionato in cui la Roma è riuscita a racimolare appena 5 punti infrangendo un primato negativo che mai aveva fatto suo, José Mourinho di una cosa si è detto sicuro: «Non sono io il problema della Roma». Una riflessione che arriva alla vigilia della partita contro un Frosinone che al momento ha 4 punti in più della Roma e arriva dall’1-1 contro la Fiorentina riportato poche ore prima del ko giallorosso di Marassi. Il terzo in queste prime 6 partite di serie A che a un mese e mezzo dall’inizio del campionato ha già aperto la «crisi del terzo anno».

                    «L’offerta più pazza del mondo»

                    Mourinho però non dice soltanto di non essere lui il problema della Roma; il portoghese conferma anche che sarà l’allenatore fino al termine della stagione e ribadisce che la sua parola ha un peso estremamente rilevante nelle scelte che compie: « Solo una persona oggi può dirmi che il mio contratto finisce prima del 30 giugno 2024 ed è mister Friedkin. Se non me lo dice io sono qui fino a 30 giugno a lottare per il club, per i tifosi e per i miei giocatori». Poi una confessione: «Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore abbia mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola ai mie giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma non lo accetto».

                    La Roma contro la squadra di Di Francesco torna all’Olimpico dove in stagione finora ha vinto solo in un’occasione su tre (il 7-1 contro l’Empoli). L’accoglienza dello stadio e la reazione dei tifosi a questo inizio di campionato non sembra preoccupare Mourinho, alle prese più con i problemi da risolvere a livello tattico e tecnico che con gli umori di un ambiente inevitabilmente scontento. Cosa aspettarsi dunque? «Prima di tutto dobbiamo avere il coraggio di entrare in campo domani, avere il coraggio di accettare una reazione di grande romanismo dallo stadio che può essere un supporto o può essere una contestazione». E anche in questo caso l’unica certezza di Mourinho a riguardo è se stesso: «Io domani non ho paura di entrare in campo ed essere contestato».

                    CorSera


















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                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Tutte le cose elencate nell'articolo sul "carattere" di Lautaro sono virtù da tenere strette
                      Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                        Lautaro è nel suo acme calcistico, tra l'altro mostrando di essere in pieno controllo - anche caratteriale, è uno che rifugge i lustrini, i social, uno che parla poco e pensa solo al pallone.

                        Come Osimehn per il Napoli, Lautaro è oro per l'Inter. Oro per quanto fa in campo, oro per quanto vale. Averlo in squadra è un'arma di assoluto rilievo nella corsa scudetto, perchè quando un attaccante ti porta dei punti, ad esempio, in partite "bloccate" o dove giochi male, ti regala vittorie che valgono doppio.

                        Il guaio per l'Inter è che non potrà giocarle tutte tra campionato e champions...per cui Thuram dovrà essere all'altezza.
                        ...ma di noi
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                        forse, tra mille inverni
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                        nella necropoli deserta»

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                          Atalanta-Juventus (ore 18 su Dazn)

                          Le due vittorie di fila contro Cagliari (2-0, 24 settembre) e Verona (1-0, 27 settembre) hanno fatto volare l’Atalanta al quarto posto. E adesso è attesa all’esame Juventus: «Questo è il momento più impegnativo della prima parte di stagione. Abbiamo fatto un’amichevole ad agosto contro di loro: ora ci apprestiamo con curiosità per capire quale può essere la nostra dimensione. La Juventus i gol li fa sempre, sono rare le gare nelle quali non segna», ha analizzato Gian Piero Gasperini. Così, invece, Massimiliano Allegri: «Solitamente con l’Atalanta sono partite combattute, loro sono in un buon momento, non hanno ancora perso in casa. Dovremo tenere un buon ritmo. È poco importante guardare la classifica anche se rimanere nelle prime quattro fa crescere in autostima. La squadra sta crescendo anche fisicamente, Rabiot, Weah stanno cambiando a livello di motore. Parlare di favorita non serve a niente».

                          Roma-Frosinone (ore 20.45 su Dazn)

                          Il momento della Roma è davvero difficile. Il 4-1 in casa del Genoa (28 settembre) fa ancora male ai giallorossi. «Dobbiamo avere coraggio. Il Frosinone è una buona squadra in un buon momento, dobbiamo avere voglia, coraggio e personalità — ha spiegato Mourinho alla vigilia —. Col Genoa sono successe tante cose, la squadra è peggiorata con Cristante centrale e con i cambi. Bryan non ha mai giocato a quattro dietro. Cosa dobbiamo fare ora? Ripeto, avere coraggio». Per Eusebio Di Francesco, invece, è un ritorno all’Olimpico. Ha giocato nella Roma dal 1997 al 2001 e ha allenato i giallorossi dal 2017 al 2019: «Il nostro atteggiamento non deve cambiare mai. Giocheremo contro una squadra forte in un ambiente diverso, lo conosco bene e so che il pubblico sarà vicino alla squadra», ha detto.

                          CorSera





                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Ciò che sta accomunando i due tecnici delle squadre romane è l'assoluta mancanza di autocritica pur in presenza di un momento decisamente "no" delle rispettive compagini.

                            Sarri se la prende col calendario, col calcio odierno e col mercato. C'è di certo un pò di verità in quanto dice, ma di quel calcio che sfrutta i calciatori come polli di un allevamento intensivo ci sta dentro anche lui, e gli infortuni non ce li ha solo la Lazio; il mercato lo ha fatto la sua società, quella che gli passa lo stipendio...e del campo (quanto più strettamente gli compete) non ne vogliamo parlare?

                            Mourinho si chiama fuori e afferma che non è lui il problema della Roma: bisogna vedere se però è lui la soluzione.

                            Pure qui se non sei tu il problema della Roma, ne discende che allora il problema sta nella società che ti passa lo stipendio e nei giocatori che mandi in campo...ma siccome una squadra è composta non solo da una società, non solo da una rosa di giocatori ma anche da un allenatore, di quella quota parte che compete all'allenatore non ne vogliamo parlare?

                            Sarri e Mourinho sono proprio sicuri di stare facendo tutto bene? Di stare adottando le soluzioni adatte, di stare toccando i tasti giusti, di stare lavorando per il meglio e per il massimo possibile con gli elementi dati?
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Lautaro da record, mai un subentrato aveva segnato quattro gol: “Capocannoniere? Non ci penso”

                              ​È il primo poker della Serie A nell’era dei tre punti per vittoria, ma l’argentino resta umile: “Penso solo a dare una mano ai compagni”

                              https://www.repubblica.it/sport/calc...ana-416363355/
                              Nell'era dei 3 punti però c'è chi di poker ne ha fatti 2...Icardi e...LUI!
                              I SUOI goals:
                              -Serie A: 189
                              -Serie B: 6
                              -Super League: 5
                              -Coppa Italia: 13
                              -Chinese FA Cup: 1
                              -Coppa UEFA: 5
                              -Champions League: 13
                              -Nazionale Under 21: 19
                              -Nazionale: 19
                              TOTALE: 270

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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Ciò che sta accomunando i due tecnici delle squadre romane è l'assoluta mancanza di autocritica pur in presenza di un momento decisamente "no" delle rispettive compagini.

                                Sarri se la prende col calendario, col calcio odierno e col mercato. C'è di certo un pò di verità in quanto dice, ma di quel calcio che sfrutta i calciatori come polli di un allevamento intensivo ci sta dentro anche lui, e gli infortuni non ce li ha solo la Lazio; il mercato lo ha fatto la sua società, quella che gli passa lo stipendio...e del campo (quanto più strettamente gli compete) non ne vogliamo parlare?

                                Mourinho si chiama fuori e afferma che non è lui il problema della Roma: bisogna vedere se però è lui la soluzione.

                                Pure qui se non sei tu il problema della Roma, ne discende che allora il problema sta nella società che ti passa lo stipendio e nei giocatori che mandi in campo...ma siccome una squadra è composta non solo da una società, non solo da una rosa di giocatori ma anche da un allenatore, di quella quota parte che compete all'allenatore non ne vogliamo parlare?

                                Sarri e Mourinho sono proprio sicuri di stare facendo tutto bene? Di stare adottando le soluzioni adatte, di stare toccando i tasti giusti, di stare lavorando per il meglio e per il massimo possibile con gli elementi dati?
                                Su Mourinho l’hai messa giu troppo semplicistica. Che ci siano problemi è innegabile, ma farlo passare come il male della Roma è assurdo.
                                Ieri poi nella conferenza, mi pare all’ultima domanda, ha fatto l’esempio che per me fotografa in pieno con che razza di pippe smidollate ha a che fare, la riporto:
                                “Ho fatto una riunione ieri con i giocatori e ho iniziato a dire che avrei fatto delle domande e avrei risposto alle domande. Mi sono messo dalla parte dei giocatori e ho risposto come fossero loro, se io dovessi sbagliare tu calciatore devi interrompermi. Ho fatto dieci domande, nessuno mi ha mai detto che avevo sbagliato, ho risposto come avrebbero voluto loro.”
                                sigpic
                                Free at last, they took your life
                                They could not take your PRIDE

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                                Working...
                                X
                                😀
                                🥰
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