Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    Originariamente Scritto da Death Magnetic Visualizza Messaggio
    Ieri sera leggevo i famosi 28 punti, è una spudorata lista dei desideri USA che ficcano un po' ovunque condizioni a loro favorevoli come compensazioni, ritorni economici, accordi commerciali.. impressionante. Se sto piano venisse mai accettato i veri vincitori sarebbero loro. Noi (europei) soliti mimmolini.
    Come più d'uno è andato ripetendo (e rammentando) in queste settimane, non esistono "paci giuste" ma solo "paci realistiche": bisogna dunque domandarsi se quella proposta dagli americani è realistica o se ci sia una qualche alternativa...che non può essere una guerra che l'Ucraina ormai non vincerà, anzi andrà peggiorando (le condizioni sul terreno stanno degradando).

    L'Ucraina avrebbe la pace: a quale prezzo? La rinuncia del Donbass. La sua parte "ovest" potrebbe però entrare nella UE. Riavrebbe indietro i bambini e i prigionieri. Il piano dovrebbe anche prevedere che 100 miliardi degli asset congelati ai russi in Europa andrebbero per la ricostruzione. Si firmerebbe un patto di non aggressione e ci sarebbe la garanzia americana di agire in caso di nuova aggressione russa...

    E' un così amaro calice? Certo, se chi sta al comando ormai è imbevuto solo di una logica di guerra, e non riesce a visualizzare il suo essere in "pace" (perchè la fase della pace non prevederà la sua presenza) è chiaro che non ci si arrenderà all'idea e si trova l'accordo un capestro...che, sia chiaro, capestro lo è...ma porta anche la pace.

    Se invece vuoi la pace alle tue condizioni, dovresti vincere la guerra...non ci sono molte altre alternative.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • zuse
      Macumbico divinatore
      • Oct 2010
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      • White House
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Wsj: “Leader europei lavorano ad un contro-piano per pace più favorevole a Kiev che però non si è impegnata”
      I leader europei stanno elaborando una propria controfferta su come porre fine alla guerra in Ucraina con condizioni alternative al piano americano e stanno cercando di convincere l'Ucraina a sostenere il loro piano, concepito per essere più favorevole a Kiev. Lo scrive il Wall Street Journal. L'Europa, scrive il Wsj, spera di avere il piano pronto entro pochi giorni, ma Kiev finora non si è impegnata ad aderirvi.

      La Stampa
      Hanno avuto 4 anni . Il massimo prodotto è stato lo starnazzare delle oche kallas vonderbiden etc...quindi si tacciano




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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Media, gli Usa minacciano stop alle armi se Kiev non accetta piano

        L'Ucraina sta subendo forti pressioni da parte di Washington affinché accetti il ;;quadro di un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti con la Russia, tra cui minacce di cessare la fornitura di intelligence e armi: lo riporta Reuters sul suo sito citando due fonti a conoscenza della questione. Una delle fonti, che ha voluto mantenere l'anonimato, ha affermato che gli Stati Uniti vogliono che l'Ucraina firmi una parte dell'accordo entro giovedì prossimo, il 27 novembre.

        Ucraina-leader Ue concordano che la linea di contatto è il punto di partenza per un accordo

        L'Ucraina e i leader Ue di Francia, Regno Unito e Germania concordano sul fatto che la linea di contatto è il punto di partenza per un accordo (escludendo i territori non conquistati dalla Russia, come chiede Putin) e che l'Ucraina deve essere comunque in grado di divendersi dalle aggressioni - insiste la Germania - dicendo sostanzialmente no al dimezzamento dell'esercito.

        CorSera
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
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        • fede79
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          • Oct 2002
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          Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio

          Hanno avuto 4 anni . Il massimo prodotto è stato lo starnazzare delle oche kallas vonderbiden etc...quindi si tacciano
          Prenderanno il documento in 28 punti redatto dagli Usa, e applicheranno il "trova e sostituisci" cambiando Mosca con Kiev.
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          • Steel77
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            • Feb 2002
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            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            Wsj: “Leader europei lavorano ad un contro-piano per pace più favorevole a Kiev che però non si è impegnata”
            I leader europei stanno elaborando una propria controfferta su come porre fine alla guerra in Ucraina con condizioni alternative al piano americano e stanno cercando di convincere l'Ucraina a sostenere il loro piano, concepito per essere più favorevole a Kiev. Lo scrive il Wall Street Journal. L'Europa, scrive il Wsj, spera di avere il piano pronto entro pochi giorni, ma Kiev finora non si è impegnata ad aderirvi.

            La Stampa
            Eccoli i Volenterosi! Daje ragà, fategli vedere chi siete!

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            • Death Magnetic
              Bodyweb Senior
              • Jan 2009
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

              Come più d'uno è andato ripetendo (e rammentando) in queste settimane, non esistono "paci giuste" ma solo "paci realistiche": bisogna dunque domandarsi se quella proposta dagli americani è realistica o se ci sia una qualche alternativa...che non può essere una guerra che l'Ucraina ormai non vincerà, anzi andrà peggiorando (le condizioni sul terreno stanno degradando).

              L'Ucraina avrebbe la pace: a quale prezzo? La rinuncia del Donbass. La sua parte "ovest" potrebbe però entrare nella UE. Riavrebbe indietro i bambini e i prigionieri. Il piano dovrebbe anche prevedere che 100 miliardi degli asset congelati ai russi in Europa andrebbero per la ricostruzione. Si firmerebbe un patto di non aggressione e ci sarebbe la garanzia americana di agire in caso di nuova aggressione russa...

              E' un così amaro calice? Certo, se chi sta al comando ormai è imbevuto solo di una logica di guerra, e non riesce a visualizzare il suo essere in "pace" (perchè la fase della pace non prevederà la sua presenza) è chiaro che non ci si arrenderà all'idea e si trova l'accordo un capestro...che, sia chiaro, capestro lo è...ma porta anche la pace.

              Se invece vuoi la pace alle tue condizioni, dovresti vincere la guerra...non ci sono molte altre alternative.
              Certo che è così, ma la cosa "esilarante" è che nelle condizioni per la pace, tra il molto concedere alla Russia ed le rinunce richieste all'Ucraina c'è il terzo che gode, che sono gli USA che ci hanno ficcato in mezzo i loro interessi, nemmeno in maniera mal celata, questo sottolineavo nel mio commento.
              E l'Europa rimane col cerino in mano se va a finire così, perchè la Russia ottiene quello che voleva, gli USA approfittano a più non posso della situazione e l'Europa sostenitrice dell'Ucraina, ormai più dell'Ucraina stessa, se la prende nei denti cornuta e mazziata, esclusa nell'accordo dai potenziali profitti ma comunque "condannata" ad elargire soldi per la ricostruzione.
              Rendiamoci solo conto.

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              • fede79
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Poi ci sono altre questioni "minori" rispetto alla guerra, ma che minori non sono in una prospettiva di pace e di pacificazione: il riconoscimento paritario della lingua russa (ebbene sì, in Ucraina vivono anche dei russofoni), il riconoscimento della religione ortodossa del patriarcato di Mosca, insomma la tolleranza culturale, religiosa, civile delle minoranze...il che dovrebbe essere normale in una "democrazia", quella normalità che l'ultranazionalismo ucraino ha negato a quelle minoranze...ma che avrebbe chiesto anche l'UE nel processo di adesione della Ucraina: libertà e parità di culto, libertà e parità di lingua, libertà e parità di cultura.
                Questo è il punto che più dovrebbe terrorizzarci: prenderemo in seno un paese distrutto dalla guerra, con metà popolazione emigrata ed il rimanente anziana, corrotto fino al midollo, da ricostruire sia negli alloggi residenziali che nelle infrastrutture, con la metà delle risorse importanti del sottosuolo date alla Russia e l'altra consegnata agli USA, con un deficit economico che ci vorranno decenni per colmarlo (la Grecia in confronto equivale gli UAE)
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                • Sean
                  Csar
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                  • In piedi tra le rovine
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                  Zelensky, il dramma e il dilemma: «La scelta sarà tra perdere la dignità, o un alleato chiave. È uno dei momenti più duri della nostra storia»

                  Il leader di Kiev e l'«ultimatum» di Trump sulla firma al piano di pace «entro giovedì». Le telefonate ai leader europei, quella al vicepresidente Usa Vance, poi il discorso alla nazione su Telegram

                  Letti i 28 punti del Piano Trump, Volodymyr Zelensky aveva già fatto capire mercoledì sera che il suo non era ancora un sì, ma nemmeno un no. E mentre molti dei suoi chiudevano («assurdo e inammissibile») a ogni possibile concessione contenuta nella bozza d’accordo - scritta da russi e americani, tagliando fuori Kiev e gli europei -, il presidente ucraino ci ha pensato una notte. Per tornare poi sulla tribuna dei social, come fece fin dall’inizio della guerra, e rilanciare con un messaggio Telegram: «Siamo ora in uno dei momenti più difficili della nostra storia. La pressione sull’Ucraina è al suo massimo. L’Ucraina potrebbe adesso trovarsi di fronte a una scelta molto difficile: o la perdita della sua dignità o il rischio di perdere un partner chiave», come l’America. Il dilemma è tutto lì, avverte Zelensky: ingoiare «i difficili 28 punti» del piano, oppure affrontare «un inverno estremamente difficile, il più difficile, e ulteriori rischi».​

                  Ma il fronte va male e Trump ha fretta di chiudere entro l’anno. La pressione di Washington è enorme, s’avverte in una chiamata al vicepresidente J.D.Vance, che avrebbe addirittura minacciato d’interrompere subito i rifornimenti d’armi, se l’Ucraina non abbassasse la testa entro il Giorno del Ringraziamento, il prossimo giovedì 27. «La deadline è quella», conferma lo stesso Trump. Il post di Zelensky è dunque qualcosa a metà fra l’appello al popolo e una mezza concessione («la nostra sovranità, la nostra indipendenza, la nostra terra, il nostro popolo e il futuro ucraino. Faremo tutto il possibile affinché il risultato sia la fine della guerra. E non la fine dell’Ucraina, della pace in Europa e della pace globale»), con un’avvertenza: vigilerò «perché, fra tutti i punti del piano, non vengano trascurati almeno due valori fondamentali: la dignità e la libertà degli ucraini. Tutto il resto si basa su questo».

                  Messo all’angolo, dopo una serie di telefonate col cancelliere tedesco Friedrich Merz, col premier inglese Keir Starmer e col presidente francese Emmanuel Macron, è evidente che Zelensky voglia passare la palla agli alleati più sicuri: «Ho appena parlato con gli europei – dice -, contiamo sugli amici europei, che comprendono chiaramente che la Russia non è lontana, ma vicina ai confini dell’Ue, che ora l’Ucraina è l’unico scudo che separa una vita europea confortevole dai piani di Putin». E quindi siano anche i 27 a decidere il da farsi entro il 27: «L’Europa era con noi, crediamo che l’Europa sarà con noi».

                  C’è di sicuro una spaccatura nell’entourage di Palazzo Mariinskij, scioccato dagli ultimi scandali per corruzione. Il tempismo inchieste giudiziarie-pianoTrump non sfugge ai più. E una corrente del partito – il presidente della commissione Esteri, Oleksandr Merezhko, assieme al viceministro Sergiy Kyslytsya - considera inaccettabile qualunque cedimento al volere di Putin, ben tradotto dal piano americano.

                  La strategia zelenskiana è però quella di chi si sente indebolito. E di sedersi comunque, sempre, a vedere le carte. Anche a costo d’insulti e umiliazioni: «Non daremo al nemico motivo di dire che l’Ucraina non vuole la pace, che è lei a ostacolare il processo e che l’Ucraina non è pronta per la diplomazia».

                  Il bivio è di fronte, ora è pubblico. E dunque «si lavorerà rapidamente, oggi, sabato e domenica, per tutta la prossima settimana e per tutto il tempo necessario, 24 ore su 24, 7 giorni su 7». L’impegno d’esaminare tutt’e 28 i punti, senza «tradire gli interessi nazionali».

                  Una decisione drammatica. Non sarebbe facile, spiegare agli ucraini che sono morti per difendere territori già perduti. E che qualcuno s’è pure arricchito, mentre gli altri combattevano.

                  CorSera
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
                    Csar
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                    Casa Bianca: “Trump al lavoro con Mosca-Kiev per finire guerra al più presto”
                    "Il presidente Trump sta lavorando con entrambe le parti (Russia e Ucraina, ndr) per porre fine il più rapidamente possibile alla guerra, che dura da troppo tempo e provoca troppe morti insensate": lo ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca all'Afp.

                    Trump: “Giovedì prossimo scadenza appropriata per la risposta di Kiev al piano”

                    Il presidente americano Donald Trump ha confermato il prossimo 27 novembre - giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti - come una scadenza "appropriata" entro cui l'Ucraina dovrebbe rispondere al piano americano per porre fine alla guerra con la Russia. Parlando a Fox Radio, il tycoon ha aperto a una proroga della deadline "se le cose vanno bene", ma ha anche avvertito che Kiev perderà ancora territori "nel breve termine".

                    Repubblica
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                    • Sean
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                      Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

                      Questo è il punto che più dovrebbe terrorizzarci: prenderemo in seno un paese distrutto dalla guerra, con metà popolazione emigrata ed il rimanente anziana, corrotto fino al midollo, da ricostruire sia negli alloggi residenziali che nelle infrastrutture, con la metà delle risorse importanti del sottosuolo date alla Russia e l'altra consegnata agli USA, con un deficit economico che ci vorranno decenni per colmarlo (la Grecia in confronto equivale gli UAE)
                      Non ho fiducia nella realtà delle promesse degli occidentali...per cui non so se e quando l'Ucraina (la parte che resterà dopo la guerra) entrerà nella UE: quello che Zelensky non ha mai in fondo davvero compreso è la natura dei suoi "alleati" e lo stato in cui è ridotto l'occidente.

                      Se l'Ucraina entrerà, lo farà tra decenni e dopo un lunghissimo ed incerto percorso di ingresso che dovrà prima risolvere l'enorme marea di problemi che ha quel paese, dei quali la corruzione è solo uno: per dire, tutto il processo di pacificazione come andrà? Si creeranno le condizioni per far convivere ucraini e russofili, per dirne una?

                      Ma soprattutto, che paese sarà? Nel senso, la pace porterà il caos politico e sociale? Gli ultranazionalisti daranno (è probabile che li daranno) problemi? Ci saranno bande che smerceranno o gireranno per il paese con tutte quelle armi che l'occidente ha inviato? Si infiltreranno dei terroristi, si creeranno delle terre di nessuno?

                      Il rischio vero è dunque un altro, che pure si paventò anche qui: di avere non l'Ucraina nella UE (non avverrà per me, o non in un orizzonte immediato ma fra anni, decenni...e chissà se per quella volta ci sarà ancora una UE) ma una sorta di Siria in mezzo all'Europa.
                      ...ma di noi
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                        Originariamente Scritto da Death Magnetic Visualizza Messaggio

                        Certo che è così, ma la cosa "esilarante" è che nelle condizioni per la pace, tra il molto concedere alla Russia ed le rinunce richieste all'Ucraina c'è il terzo che gode, che sono gli USA che ci hanno ficcato in mezzo i loro interessi, nemmeno in maniera mal celata, questo sottolineavo nel mio commento.
                        E l'Europa rimane col cerino in mano se va a finire così, perchè la Russia ottiene quello che voleva, gli USA approfittano a più non posso della situazione e l'Europa sostenitrice dell'Ucraina, ormai più dell'Ucraina stessa, se la prende nei denti cornuta e mazziata, esclusa nell'accordo dai potenziali profitti ma comunque "condannata" ad elargire soldi per la ricostruzione.
                        Rendiamoci solo conto.
                        L'Europa non solo rimarrà col cerino in mano ma pure col palo nel chiulo. Come dovrebbero rimanere quegli idioti lì? Bisogna anzi "tifare" per il piano-Trump, perchè (bello o brutto) salverà l'Europa da se stessa: si potranno riprendere dei rapporti commerciali ed energetici con la Russia, tanto per dire, e finirla con tutti quei miliardi che ormai stanno alimentando soltanto un massacro senza speranza.

                        Sono convinto che più di una cancelleria europea stia accedendo ceri di fronte alle immaginette di Trump nelle segrete stanze.

                        Per il resto, certo l'America va all'incasso come dici...ci era già andata con quell'accordo colonialista per lo sfruttamento delle terre rare e delle risorse energetiche fatto firmare qualche mese fa...ora il bis con le clausole economiche del piano attuale.

                        Il fine di Trump è fare affari, cioè far guadagnare gli USA per tentare di rallentarne la decadenza. Si spiegano così i dazi, le spese militari appaltate ai pecoroni europei, gli accordi con questo o quello, le mire sulla Groenlandia, la tensione commerciale con la Cina. A questo proposito si spiega anche la fretta di chiudere la guerra ucraina: l'America ha bisogno che la Russia si stacchi progressivamente dalla Cina, e alla stessa maniera Putin vuol staccarsi dalla Cina, che in Asia è una potenza "concorrente", non è mai stata una nazione "amica": Putin il gas lo vendeva agli europei fino a ieri, e il Nord Stream 2 lo aveva fatto assieme ai tedeschi.

                        D'altro canto le multinazionali USA per sfruttare le risorse ucraine avranno bisogno 1) della pace in quelle terre, 2) degli accordi con la Russia, in quanto molte di quelle risorse sono nei territori che la Russia andrà ad incamerare...

                        Ci stupiamo forse che l'America stia dando un calcio all'Ucraina, riducendola a tranci al mercato del pesce? Ma è solo quello che hanno sempre fatto per tutta la loro storia: tradire alleati, usare stati e nazioni, fare guerre di aggressione, sfruttare popoli, rapinare popoli, propagare mistificazioni (hanno fatto passare gli indiani, oggi ormai quasi estinti, come i "cattivi") e una serie infinita di misfatti...eppure ancora oggi l'Europa non riesce a scuotersi di dosso quella catena arrugginita che la lega a quel paese-piovra che sta di là dall'Atlantico: se è così e finchè le cose resteranno così, è giusto che si paghi il prezzo che pagano i servi: il cerino in mano e il palo in culo.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Ponno
                          Socialista col Rolex
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                          Di nuovo, per l'ennesima volta, invece di affrancarsi dagli Yanks una volta per tutti rimarremo dietro a quel cancro storico. Mi spiace solo che saró probabilmente morto quando finalmente il paese peggiore della storia del mondo andrá in rovina
                          Originariamente Scritto da claudio96

                          sigpic
                          più o meno il triplo

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                          • Sean
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                            Trump: “Zelensky dovrà farsi piacere il piano di pace”
                            Volodymyr Zelensky dovrà "farsi piacere" il piano di pace presentato dagli Stati Uniti. Lo ha detto Donald Trump, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale.

                            Vance: “L’Ucraina potrebbe vincere se dessimo più armi o soldi? Una fantasia”
                            Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance ha affermato che qualsiasi piano per porre fine alla guerra russa in Ucraina dovrebbe preservare la sovranità ucraina ed essere accettabile per entrambi i paesi, ma che è una "fantasia" pensare che l'Ucraina possa vincere se gli Stati Uniti dessero a Kiev più soldi o armi o imponessero più sanzioni alla Russia.

                            ​Repubblica

                            ____________________

                            Soldati esausti, pochi tank e caccia: sta crollando il fronte del Donbass

                            ​L’offensiva del Cremlino ha incrementato il ritmo con l’arrivo del maltempo. Era prevedibile, perché vento e nebbia ostacolano i droni mettendo a nudo le condizioni dell’esercito ucraino

                            L’offensiva del Cremlino ha incrementato il ritmo con l’arrivo del maltempo. Era prevedibile, perché vento e nebbia ostacolano i droni mettendo a nudo le condi…
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Perché il vero obiettivo di Trump con il suo «piano per l'Ucraina» è la Cina (e a essere sacrificata sarà anche l'Europa)


                              di Federico Fubini​

                              Il «piano» per l’Ucraina stilato da Steve Witkoff e Kirill Dmitriev, i due inviati di Washington e Mosca, mostra in trasparenza gli obiettivi della Casa Bianca in questa partita. Sono molto simili a quelli che Donald Trump persegue con l’Argentina di Javier Milei o con il Cile a trazione sovranista che potrebbe emergere dal ballottaggio elettorale il mese prossimo. Simili, anche, a quelli enunciati dallo stesso presidente americano alla Knesset in ottobre, quando parlò di accordi «di Abramo» dall’Indonesia, al Pakistan, fino al Golfo e a Israele.

                              Trump vuole scavare il vuoto attorno alla Cina. Cerca di sottrarre alleati a Pechino in ogni parte del mondo, facendone partner di affari soggetti agli Stati Uniti. Il progetto presentato dal suo inviato Witkoff mira esattamente a questo risultato: staccare Vladimir Putin dall’abbraccio con Xi Jinping, creare un rapporto strategico degli Stati Uniti con il Cremlino che spezzi la dipendenza della Russia dalla Cina; poco importa se saranno l’Ucraina e l’Europa a pagare il conto.

                              La strategia si affaccia in vari passaggi del «piano» Witkoff-Dmitriev. Lo fa quando gli Stati Uniti promettono alla Russia la riammissione a pieno titolo nel G8 dopo una «pace» in Ucraina (l’uscita è nel 2014, al tempo dell’invasione della Crimea). In sé è una promessa sorprendente: Trump si è sempre disinteressato dei tavoli multilaterali, per lui conta il rapporto personale fra leader forti; ma portare Putin con sé nei vertici fra i grandi Paesi industrializzati, apparentemente alla pari, significa di fatto contendere il leader russo ai Brics - il club delle potenze emergenti - dei quali è un esponente di punta. Significa anche farne un alleato di Trump stesso, di fronte ai governi europei, proprio all’interno del vertice dei Grandi.

                              Nell’intesa Witkoff-Dmitriev compaiono poi le promesse di accordi economici, naturalmente. In caso di raggiungimento di una pace in Ucraina - dai termini sbilanciati a favore di Mosca - gli Stati Uniti offrono alla Russia un «accordo di cooperazione di lungo termine» su un lungo elenco di settori strategici: energia, risorse naturali, infrastrutture, ma soprattutto intelligenza artificiale, data center e «progetti di estrazione di metalli di terre rare nell’Artico». Il messaggio è chiaro: gli americani sono disposti a fornire ai russi qualche tecnologia digitale e legata all’intelligenza artificiale, purché i russi mettano loro a disposizione materie prime critiche per i prodotti avanzati più decisivo.

                              L’obiettivo qui è muovere un passo in più per rompere la dipendenza dell’Occidente dall’oligopolio cinese sui materiali necessari a gran parte dello hardware tecnologico. E anche qui a fare le spese del potenziale accordo russo-americano sarebbe Pechino, perché la possibile intesa minaccia due obiettivi fondamentali di Xi: allargare l’ecosistema digitale cinese alla Russia e farsi consegnare le chiavi di un accesso incontrastato alle risorse dell’Artico russo.

                              In sostanza, Trump vuole spezzare la condizione di vassallaggio di Putin verso Xi. E, per farlo, accetta la finzione di un rapporto fra superpotenze e fra leader alla pari fra il Cremlino e la Casa Bianca.

                              La stessa idea del «piano» Witkoff-Dmitriev di usare parte delle riserve russe oggi congelate per «un veicolo d’investimento russo-americano» va nella stessa direzione. E così la prospettiva di un nuovo accordo di disarmo nucleare fra Mosca e Washington, oltre alla prevedibile levata delle sanzioni.

                              Le promesse si accumulano l’una sull’altra, se Putin si allontana da Xi. Il prezzo lo pagherebbe l’Ucraina, che dovrebbe subire una pace cartaginese in nome degli obiettivi globali di Trump. Lo pagherebbe anche l’Europa, che subirebbe la parziale vittoria di Putin nella guerra e verrebbe trattata al rango di suddito del quale si può disporre a piacimento: in teoria sarebbero i governi europei a dover mettere a disposizione 100 miliardi di dollari per la ricostruzione dell’Ucraina e almeno altri 100 miliardi di riserve russe per finanziare il giro d’affari dei gruppi americani nel Paese aggredito.

                              In questa bozza d’accordo non c’è alcuna traccia di un’alleanza occidentale. C’è solo una logica di potenza - senza diritto internazionale, pura legge del più forte - in base alla quale Trump cerca di privare Xi Jinping del suo alleato russo; e la Russia alza il prezzo a spese dell’Ucraina per fare il salto e accettare il potenziale abbraccio con l’America trumpiana.

                              Non è il mondo che l’Unione europea sognava. Ma ciascuno dei governi dell’Unione europea può chiedersi: cosa abbiamo fatto, in questi anni, per rendere concreto quel sogno?​

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                Piano Usa per la guerra in Ucraina: allo zar regali e pochi vincoli. Quali garanzie per Kiev?

                                Putin rinuncia solo a spicchi di territorio rispetto alle pretese, ma in un allegato spunta una clausola simile all’articolo 5 Nato per la protezione dell’Ucraina

                                Vladimir Putin fa il pieno. Il «progetto Trump» recepisce praticamente tutte le sue richieste. Totale controllo del Donbass, Ucraina fuori dalla Nato a tempo indeterminato e, soprattutto, piena riabilitazione politica. Con tanto di invito a rientrare nel G8, malgrado il mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale che pende sulla sua testa.

                                Con tanto di invito a rientrare nel G8, malgrado il mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale che pende sulla sua testa. Ma, in prospettiva, Putin si trova, per la prima vota dall’inizio della guerra, costretto ad accettare vincoli che aveva finora rifiutato. Il più importante di tutti: le «garanzie di sicurezza» concesse da Donald Trump all’Ucraina.​

                                Ombrello americano

                                Come aveva proposto il governo italiano, tra lo scetticismo generale, bisogna ammetterlo, la Casa Bianca offre a Kiev una protezione simile all’articolo 5 della Nato. È un passaggio fondamentale che non c’era nella versione del piano diffusa ieri dai media. Il nuovo testo compare in un allegato, pubblicato dal sito Axios.

                                Si legge che gli Stati Uniti considereranno «un attacco massiccio e deliberato della Russia all’Ucraina», come una minaccia «all’intera comunità transatlantica». A quel punto «il presidente americano, dopo consultazioni con gli alleati, deciderà come intervenire». I partner citati sono il Regno Unito, la Francia, la Germania, la Polonia, la Finlandia. L’Italia, almeno qui, non compare. Ed è una circostanza curiosa, visto che, appunto, era stato proprio l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ad avanzare l’idea.

                                La logica immobiliare

                                Ieri Volodymyr Zelensky ha detto che il Paese si trova davanti a una scelta difficile, drammatica. Tra dignità e la necessità di preservare i rapporti con un partner «indispensabile», com’è l’America di Donald Trump. E in effetti, scorrendo i 28 punti del piano, è difficile dargli torto. Lo schema è stato messo a punto con una logica «immobiliare» da Steve Witkoff, l’uomo d’affari consigliere di Donald Trump. Suscita sconcerto leggere nelle prime righe che viene riconosciuta «la sovranità» dell’Ucraina e poi, qualche paragrafo dopo, scoprire che Zelensky dovrà rinunciare anche a una quota del territorio tuttora sotto il controllo del suo esercito, nonostante le perdite umane e il grande sforzo economico. Se ne va tutto il Donbass, cioè un pezzo dell’identità storica dell’Ucraina e anche del suo profilo economico. Putin ha rinunciato solo a qualche spicchio di territorio, rispetto ai programmi iniziali, nei distretti di Kherson e di Zaporizhzhia, dove sorge la centrale nucleare un tempo più grande d’Europa. I russi otterranno il 50% dell’energia prodotta dall’impianto: un altro clamoroso premio all’uso della forza usata anche per minacciare un possibile disastro nucleare.

                                Prigionieri e bambini

                                Al momento, il bilancio politico di Zelensky è, quindi, negativo, ma non catastrofico come pure ci si poteva aspettare. Non è stato consultato nel corso delle trattative. E questo è grave. Non ha ottenuto il cessate il fuoco, né il congelamento della linea del fronte nel Donbass. A quanto sembra, però, potrebbe contare sulle garanzie di sicurezza, inseguite da tre anni e sul ritorno dei prigionieri e dei bambini rapiti dall’esercito russo.
                                Il loro ritorno a casa è la priorità, insieme con la fine dei bombardamenti sulle città. Peraltro sarà questo, la restituzione dei minori alle loro famiglie, il primo test per verificare se Putin intenda davvero rispettare gli impegni e porre tardivo rimedio a uno dei crimini della sua guerra.

                                L’altro elemento positivo è che Zelensky potrebbe contare su una potenziale montagna di soldi per ricostruire il Paese.
                                Nel piano, la scia degli affari sbuca da tutte le parti. Gli americani vogliono coinvolgere la Banca Mondiale, scongelare 100 miliardi di riserve monetarie russe bloccate in Belgio e, soprattutto, chiedere agli europei di aggiungere altri 100 miliardi di dollari.

                                Se partissero davvero tutti questi investimenti, l’Ucraina avrebbe una possibilità di risollevarsi sul piano economico e sociale. Ma su Zelensky, Trump ha posto un’ipoteca micidiale, imponendo le elezioni entro 100 giorni dalla firma del piano. Il confronto è facile, quasi irridente: Putin riabilitato, di nuovo al tavolo del G8. Zelensky costretto a a seguire l’agenda politica dettata da Washington e da Mosca.

                                Nel momento peggiore per lui, assediato dagli scandali e dalla corruzione nel suo governo. E in una fase drammatica per la società ucraina posta davanti più che a una proposta di pace a un duro aut aut da Trump. Il presidente degli Stati Uniti è tornato ai toni usati nel febbraio scorso, quando, maltrattò l’ospite ucraino: «Zelensky deve farsi andare bene il mio piano; non ha carte». O così, oppure fate da soli. Anzi, proseguite la guerra con gli europei. Zelensky dovrà subire anche la riduzione di un quarto delle forze armate: da circa 800 a 600 mila soldati. Ma il flusso di armi si è fermato. Da mesi non arriva quasi più nulla sul campo di battaglia. E, ora è evidente, l’unica sponda rimasta è quella degli alleati nel Vecchio Continente.

                                Già gli europei. A quanto risulta Witkoff non avrebbe mai consultato neanche i leader principali, quelli di Francia e Regno Unito, che siedono nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’Europa rischia di uscire schiantata da questa vicenda. Con una sola riga del documento, Trump, accogliendo anche qui le sollecitazioni di Putin, azzera due anni di sforzi condotti dal britannico Kier Starmer e dal francese Emmanuel Macron. Non ci saranno truppe straniere sul territorio ucraino. Tantomeno quelle della «coalizione dei volenterosi», a guida franco-britannica. Agli europei la Casa Bianca riserva solo il conto da pagare se si vuole continuare a inviare armi all’Ucraina e pochi spazi, o forse alcuno spazio, per i business del futuro: dallo sfruttamento delle terre rare in Ucraina agli «investimenti congiunti tra Usa e Russia», evidentemente già programmati.​

                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
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                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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