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Napoli-Bologna, finale di Supercoppa: i 43 giorni che hanno cambiato gli azzurri, il piano di Italiano per l'impresa
Oggi si assegna la Supercoppa Italiana: Conte ritrova i rossoblù dopo l'ultima sconfitta al Dall'Ara che lo aveva spinto a prendersi una settimana di pausa. Italiano alle prese con un'altra finale
Sono passati 43 giorni dalla sconfitta del Napoli a Bologna (2-0), la più importante della stagione, quella seguita dalla frase di Conte «non ho voglia di accompagnare un morto». Dopo quel pomeriggio (e le inedite giornate di riposo dell’allenatore durante la sosta) i campioni d’Italia hanno cambiato modulo e vinto cinque partite di fila, bloccandosi con Sporting e Udinese, ma ripartendo alla grande contro il Milan. Ora c’è un cerchio da chiudere con la stessa energia vista coi rossoneri e con l’elettricità che danno le finali, «al termine delle quali però ci si ricorda solo chi ha vinto, l’ho detto ai miei giocatori...» spiega Conte, carico di medaglie, ma a digiuno in una Coppa dal 2018. Il Napoli aveva perso anche a San Siro, ma questo non gli ha impedito di liquidare il Milan in semifinale con Neres e Hojlund.
Il nuovo assetto, questo 3-4-3 (o 3-4-2-1) nato dopo il ko del Dall’Ara a causa dell’infortunio anche di Anguissa, ha prodotto un Napoli più compatto, più contundente a centrocampo ed affilato in avanti, una specie di pugno che si ritrae nella fase difensiva e si apre nelle ripartenze, facendo ancora più male: potenzialmente — se sviluppato con energia e fisicità — sembra il miglior assetto per parare i colpi e rispondere a un avversario come il Bologna, che gioca sempre guardando avanti. Ed è affamato: «Ma se dovesse avere più fame del Napoli, allora sarebbe colpa nostra — sottolinea Conte con un filo di inquietudine —. Il Bologna può alzare la Coppa, ma si deve dimostrare migliore di noi in campo e non a livello di fame e cattiveria. Perché quelle le dobbiamo come minimo pareggiare, è fuori di dubbio».
Non si capisce se l’avvertimento di Conte, che ha Beukema alle prese con una botta al piede e dovrebbe confermare la formazione che ha battuto il Milan, è indirizzato principalmente agli avversari o ai propri giocatori. Forse più al Bologna: «Perché la vittoria ci ha dato entusiasmo e gioia di affrontare una partita che porta a un trofeo: è una spinta molto importante e abbiamo recuperato le energie in una stagione che, ripeto, è molto complicata». Il Napoli c’è: con la spinta sulle fasce di Politano e Spinazzola (decisivo nei due gol ai rossoneri), ma anche con la loro velocità nel ricomporre la linea difensiva a 5, con un centrocampo fisico e geometrico, pronto a usare la fionda per lanciare Neres e Hojlund negli spazi. E lasciare di nuovo il segno.
Italiano senza limiti: «Loro fortissimi ma noi non sbagliamo»
La Supercoppa è lì, scintillante nei suoi 77 centimetri d’argento. Vincenzo Italiano non la tocca, sa che non porta bene, ma lo sguardo dice tutto: l’obiettivo è portarla a casa, come la Coppa Italia alzata all’Olimpico in faccia al Milan il 14 maggio scorso. «Le finali non si giocano ma si vincono, dobbiamo andare a testa alta, in modo da non avere rimpianti» mette in chiaro l’allenatore del Bologna, che stasera a Riad potrebbe dare fiducia a Dallinga come centravanti, tenendosi Immobile al caldo in panchina pronto per gli eventuali rigori, come nella semifinale contro l’Inter. In porta confermato il gigante Ravaglia, che venerdì dal dischetto ha ipnotizzato i nerazzurri. Anche Ferguson lotta per trovare una maglia al fianco di Pobega o Moro. Bernardeschi si è rotto la clavicola e verrà operato domani, quindi sulla destra scalpita Orsolini: col suo mancino diabolico e imprevedibile può mettere in difficoltà la fascia sinistra del Napoli. Sarà una delle chiavi del match dell’Al Awwal Park.
«Loro sono campioni d’Italia, una squadra fortissima con giocatori fortissimi, Conte è un vincente dal quale si può solo imparare, noi non possiamo sbagliare nulla se vogliamo regalare un’altra notte storica alla nostra gente» aggiunge Italiano, che punta a emulare il grande Arpad Weisz, l’ultimo allenatore del Bologna a conquistare due trofei in un anno, scudetto ed Expo Parigi nel 1937. Si può fare, a patto di rivedere stasera i rossoblù nella loro versione migliore, disinvolta ed europea, verticale e offensiva, senza timori reverenziali, quella che continua ad attaccare anche se va sotto. Solo così si può colmare il gap di valori e investimenti rispetto al Napoli, che ha una rosa da mezzo miliardo di euro, il doppio rispetto ai 270 milioni del club del presidente Saputo.
A spingere il Bologna, una città intera. Come a Roma, nove mesi fa, in quella notte di festa che finì con Cremonini a cantare la sua «Poetica» in mezzo al campo, fra i tifosi. Scena cult. C’è chi ha speso oltre mille euro per un viaggio in giornata, pur di essere stasera in tribuna a Riad. Dove siederà anche Roberto Baggio, il grande ex. «Roby c’era in occasione della finale di Coppa Italia, la sua presenza è servita per farci dare qualcosa in più ed è grazie a quella vittoria che ora siamo qua, speriamo che ci dia una mano anche stavolta» sorride Italiano, che chiede ai suoi di essere «leggeri e spensierati». In fondo, sta tutto lì.
CorSera
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Conte, come sempre straordinario quando si tratta di fare di necessità virtù, avendo ritrovato il miglior Neres, e avendo capito che uno come Politano deve però giocare comunque, se lo è inventato esterno a tutta fascia in un 3-4-3 con ottimi risultati
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
In mezzo agli altri sembra un pensionato, altro che Inzaghi.
ho letto che il riscatto di quasi 50 milioni di euro è obbligatorio se la Juve arriva sopra il decimo posto in classifica
vi rendete conto di che inculata ci hanno rifilato ?
Il Napoli vince la Supercoppa, Bologna battuto 2-0 con la doppietta di Neres
Gli azzurri dominano, trascinati dall'esterno in stato di grazia. Per Conte è il secondo trofeo dopo lo scudetto
Caro amico ti scrivo: nel silenzio assordante di Riad l’unica musica è quella del Napoli e di David Neres, il ragazzo nato il 4 marzo come Lucio Dalla che fa piangere il Bologna in una finale quasi senza storia. Quel «quasi» riguarda però solo i minuti precedenti il raddoppio, perché Ferguson spreca di testa una palla d’oro prima della seconda magia del brasiliano, che dopo il delizioso tiro a giro del primo tempo, chiude la partita a inizio ripresa con un dolce tocco sotto al pallone, stile Careca.
La squadra d’Italiano trascorre una notte in balia dell’avversario, frenato solo da Ravaglia, il portiere cresciuto nel vivaio protagonista ai rigori contro l’Inter e anche in finale. Almeno fino al passaggio sciagurato per Lucumì che porta al raddoppio. Il Napoli completa l’opera in scioltezza, sfiorando il tris e conquistando il trofeo per la terza volta.
In mezzo alla spruzzata di coriandoli natalizi dell’Awwal Park, Di Lorenzo diventa così il primo capitano dopo Maradona a vincere due scudetti e ad alzare anche la Supercoppa. Per Conte è la terza doppietta con il campionato, dopo le due edizioni vinte con la Juve. E non è un caso che sia proprio lui il primo allenatore a conquistare la prima finale dal 2001 senza la presenza di almeno una tra i bianconeri, il Milan o l’Inter. Il contropotere del Napoli — che incassa 9.5 milioni — è vivo e lotta più che mai: «Ma sarei un bugiardo se dicessi che comandiamo come le grandi nobili — sottolinea Antonio — . Non siamo ancora pronti a comandare, non siamo neanche vicini a farlo. Ma abbiamo fatto un torneo impeccabile. E siamo felici».
Qui l’outsider era il Bologna, a cui vanno 6.7 milioni: «Ci abbiamo provato — sospira Italiano — cercando di fare il possibile con una squadra che ha over-performato, soprattutto con Neres. Peccato per l’occasione di Ferguson prima del 2-0. Abbiamo dato tutto, ma la nostra non è stata una gara di livello assoluto».
L’anno che verrà porta subito esami di fuoco per il Napoli, già l’11 gennaio a San Siro con l’Inter. Mentre la Supercoppa d’Arabia si prenderà una pausa. E nel 2026 «forse tornerà in gara secca», come anticipa il presidente della Lega, Simonelli. Per contratto, qui c’è un’ultima edizione da giocare entro il 2028. Le alternative, senza escludere l’Italia, si concentrano sul Nordamerica, compresa Toronto, con un modello di guadagno inferiore, ma più spettacolare che a Riad (ieri 17869 spettatori, record negativo nelle edizioni arabe), perché legato all’incasso di biglietti e sponsor: va riempito un grosso stadio, magari con qualche tifoso in più dall’Italia. Sarebbe questa la novità.
CorSera
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Conte in un mese ha ridisegnato una squadra nuova: ecco come Antonio ha rilanciato il Napoli
La vittoria in Supercoppa contro il Bologna chiude un cerchio iniziato proprio contro i rossoblù, con il ko del Dall'Ara e il successivo sfogo del tecnico
Conte
di Paolo Condò
Come in ogni arcobaleno che si rispetti, c’è una pentola piena d’oro in fondo alla pennellata di David Neres: i soldi della Supercoppa — 9,5 milioni che aiutano un bilancio già sano — e il luccichio di un trofeo che arricchisce bacheca e morale del Napoli. C’è uno scudetto da difendere, e la formazione di Conte è ben dentro la grande bagarre, c’è almeno il playoff di Champions da conquistare, e qui siamo sul filo del rasoio. La squadra che ha dominato la Supercoppa (doppio 2-0 nelle due gare, e risultati mai in discussione) vale assai più delle prime 24 d’Europa, come dimostra il fatto che la fase più acuta dell’emergenza infortuni si concluda alzando una coppa, che sarà anche il minore ma era comunque il primo obiettivo stagionale in ordine di assegnazione.
Anche in finale non c’è stata quasi partita, ben prima del colpo a effetto di Neres s’era capito che il Napoli era troppo veloce e troppo preciso per le geometrie sempre coraggiose ma spesso temerarie del Bologna, che nell’uno contro uno si trovava continuamente scoperto, e alla fine ha pagato. Se c’è un momento poi nel quale un destino poteva tornare in ballo è stato sul colpo di testa di Ferguson, unica palla-gol del Bologna, finita sui guantoni di Milinkovic-Savic. Sul rovesciamento di fronte Ravaglia ha portato acqua al mulino di chi osteggia la partenza dal basso, azzardando un passaggio all’uomo pressato (Lucumi da Neres) che non andrebbe mai tentato: se non puoi cominciare con un appoggio in sicurezza, lancia lungo e amen. Il brasiliano era già l’uomo-partita, lo sfruttamento dell’omaggio ha chiuso le urne al minuto 57.
Fa chiaramente effetto considerare che poco più di un mese fa Bologna-Napoli si concludeva in modo opposto, e nel dopogara Antonio Conte esprimeva, col discorso iperbolico ma sentito del «morto da non accompagnare», tutta la sua perplessità sulla situazione. Il cambio di stagione da allora è stato netto perché Conte ha disegnato una squadra nuova, trovando in panchina non surrogati ma interpreti, sia pure di un calcio differente. Si è nuovamente impennato il rendimento di Hojlund, quasi perfetto anche ieri e destinato a giocare ancora — magari non sempre, ma tanto — anche col recupero di Lukaku. Neres un anno fa era l’uomo che aveva reso più digeribile la cessione di Kvara: un infortunio l’aveva poi costretto a lungo ai box, ma una volta guarito la qualità è riemersa, e con lei la logica dei campioni d’Italia squadra da battere.
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Il Napoli torna dalla trasferta araba con la supercoppa (la sua terza, quattordicesimo trofeo della sua storia) e un bell'assegno di 10 milioni, così sono tutti contenti: i tifosi, Conte, i giocatori e ovviamente anche De Laurentiis...e forse un pò anche il Bologna che ha modo di consolarsi con i 7 milioni destinati alla finalista.
A modo loro anche Inter e Milan tornano con delle "conferme": l'Inter che negli scontri diretti trova degli ostacoli, delle difficoltà che con l'anno nuovo dovrà superare se vorrà contendere lo scudetto; il Milan che ha bisogno di un attaccante: a questo riguardo è in arrivo Fullkrug, già atterrato a Milano: prestito oneroso con diritto di riscatto sui 10 milioni.
Un'altra buona notizia per il Milan è che è stata cancellata la trasferta austrialiana per la partita col Como:
Milan-Como a Perth è saltata «a causa dei rischi finanziari che non è stato possibile contenere, delle condizioni di approvazione onerose e delle complicazioni dell'ultimo minuto».
Una cosa è certa: anche dal punto di vista tecnico-organizzativo il progetto si era complicato. Solo per spedire le attrezzature dall’Italia all’Australia sarebbero servite 4 settimane. Con la partita fissata l’8 febbraio, i tempi erano già strettissimi.
A far saltare il progetto, le ulteriori condizioni, considerate inaccettabili, poste dalla Afc, la Federcalcio asiatica, che aveva già preteso la nomina di arbitri australiani
Ha pesato anche il dicktat della federazione asiatica che aveva imposto arbitri asiatici...insomma, un enorme, ennesimo e assurdo teatrino circense che non avrebbe dovuto nemmeno essere messo in piedi: sarebbe bastato ragionare sulle ore di volo per una trasferta simile, sul campo neutro che avrebbe falsato il calendario, sui tifosi italiani (compresi gli abbonati) privati delle loro squadre, su considerazioni logiche ed elementari...Prima di pensare ai due spicci per il piattino della carità, andrebbe difesa la dignità.
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Siamo a Natale. Vorrei fare una piccola analisi di ciò che si è visto finora e soprattutto delle prospettive future. La Juve è in forte risalita...inizia a vedersi la mano di Spalletti. Ora avrà 5 partite facili e scalerà la classifica. La Roma è vicina alla vetta e vuole vincere...lo dimostra il fatto che molto probabilmente acquisteranno Zirkzee e Raspadori in attacco...più qualche altro rinforzino. E' destinata a rimanere lì attaccatta al treno di testa. Il Napoli pian piano recupererà gli infortuni ed ha "trovato" Neres e Hoijlund. La situazione non può fare altro che migliorare. Ora arriviamo alle milanesi. L'Inter, nonostante qualche piccolo problema quando affronta le grandi, rimane la più forte e vince tutte le partite con le piccole. Per ultimo il Milan. Ora è lì in alto...ma Modric è in forte calo...Leao ha una probabile pubalgia e Pulisic non è uno da 20 goals a stagione. Aggiungiamoci che non ha panchinari ed al primo colpo di febbre di uno dei titolari, chi entra è inadeguato. La società non spenderà un euro per il mercato...e questa è la dimostrazione che del lato sportivo ala società non frega niente. Pure quest'anno arriveremo tra il 5° ed il 6° posto.
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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