Morte Papa Francesco e prossimo Conclave

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  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    #76
    Le risorse del Vaticano non sono infinite: è uno stato che deve pagare stipendi ai dipendenti che vi lavorano, ai prelati della curia, alle guardie, la manutenzione dei palazzi ecc...il bilancio è sempre in rosso a quanto ne so.

    Le favoleggiate ricchezze della chiesa o del Vaticano sono in verità le proprietà immobiliari e le opere d'arte...ma i liquidi sono un altro paio di maniche...se ti mettessi a dare qualcosa ad ognuno che ti scrive, il conto mi sa che non dura tanto

    Anche i senzatetto...sarebbe decoroso ospitarli in Vaticano, coi turisti, i fedeli e tutto? Mi pare si fecero dei ricoveri con docce lungo il colonnato del Bernini o lì vicino se non sbaglio...però è il comune di Roma che ci dovrebbe pensare, sono questioni che toccherebbero allo stato italiano, anche per i carcerati come dicevo più sopra...altrimenti la carità (che comunque è importante) resterebbe una goccia nel mare.

    Io so che la caritas distribuisce tanti pasti e tanti generi alimentari, purtroppo anche a famiglie che un tempo non si potevano definire certo "povere", ma oggi basta perdere uno stipendio che una famiglia normale va in difficoltà. Le parrocchie sono una rete di assistenza su tutto il territorio, lo sono ancora...ma è il sistema sociale dello stato che dovrebbe farsi carico.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • centos
      Bad Lieutenant
      • Jan 2009
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      • Ducato di Parma
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      #77
      partendo dal presupposto che sul web si trova di tutto e il contrario di tutto......

      Quanto guadagna il Papa? Si tratta di una domanda semplice e che spesso viene alla mente, ma la risposta è tutt’altro che scontata. Dietro la figura del Pontefice, simbolo spirituale...


      i vari prelati dal parroco al cardinale uno stipendio lo prendono o almeno così pare

      Motu Proprio di Francesco «per salvaguardare i posti di lavoro» dei dipendenti laici: riduzione del 10 per cento ai porporati, dell’8 a segretari e capi dicastero e del 3 ai sacerdoti


      francesco è stato cardinale dal 2001 al 2013 e sempre se sono vere le cifre riportate pari a 5500 eur al mese ridotti poi proprio da lui a 5000 dovrebbe aver percepito in quel periodo cardinalizio 792 mila eur

      correggetemi se sbaglio ovviamente



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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        #78
        Sì, cardinali e vescovi e tutti i prelati prendono lo stipendio ovviamente. Sul Papa, in quanto sovrano, non ha uno stipendio propriamente detto:

        Il Papa non ha uno stipendio fisso

        Dal 2013 Papa Francesco aveva rinunciato a qualsiasi compenso personale, praticando nei fatti quella povertà e semplicità che aveva sposato scegliendo il nome del Poverello di Assisi. Secondo alcune fonti, avrebbe avuto diritto a uno stipendio simbolico (uguale a quello percepito da Benedetto XVI) di circa 2.500 euro al mese, ma non lo ha mai incassato. Tutte le sue spese (vitto, alloggio, trasporti, assistenza sanitaria, sicurezza) sono state interamente coperte dalla Santa Sede.



        ha a disposizione le risorse della Chiesa ovviamente e l'obolo di San Pietro. Le spese "personali" di un Papa, che è capo della Chiesa e sovrano dello stato vaticano, le coprono la chiesa e lo stato, questo è il succo.
        ...ma di noi
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        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • DexJ
          Bodyweb Senior
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          #79
          Originariamente Scritto da centos Visualizza Messaggio
          partendo dal presupposto che sul web si trova di tutto e il contrario di tutto......

          Quanto guadagna il Papa? Si tratta di una domanda semplice e che spesso viene alla mente, ma la risposta è tutt’altro che scontata. Dietro la figura del Pontefice, simbolo spirituale...


          i vari prelati dal parroco al cardinale uno stipendio lo prendono o almeno così pare

          Motu Proprio di Francesco «per salvaguardare i posti di lavoro» dei dipendenti laici: riduzione del 10 per cento ai porporati, dell’8 a segretari e capi dicastero e del 3 ai sacerdoti


          francesco è stato cardinale dal 2001 al 2013 e sempre se sono vere le cifre riportate pari a 5500 eur al mese ridotti poi proprio da lui a 5000 dovrebbe aver percepito in quel periodo cardinalizio 792 mila eur

          correggetemi se sbaglio ovviamente
          Cavolo, 5 mila al mese? 🫣

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          • zuse
            Macumbico divinatore
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            • White House
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            #80
            Originariamente Scritto da DexJ Visualizza Messaggio

            Cavolo, 5 mila al mese? 🫣
            Va beh, è a capo della religione con più fedeli al mondo e prende meno di un osteopata senza laurea...E poi quei 5 k sono simbolici per poter rientrare nei requisiti minimi di bw.




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            • centos
              Bad Lieutenant
              • Jan 2009
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              • Ducato di Parma
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              #81
              Originariamente Scritto da DexJ Visualizza Messaggio

              Cavolo, 5 mila al mese? 🫣
              L’Istituto per le Opere di Religione è tra le istituzioni più solide in termini di patrimonializzazione e liquidità, ed è punto di riferimento per gli ...

              questa dovrebbe essere una fonte piuttosto attendibile

              IOR 2023
              30,6 milioni di Euro di utili netti; + 23% di margine d’interesse, + 49% di margine d’intermediazione, + 31% di margine commissionale; totale raccolta clienti +4% a 5,4 miliardi di Euro; TIER 1 ratio pari al 60% e cost/income ratio pari al 48%».

              Poi sullo IOR qualcosa da dire ci sarebbe ma lasciamo perdere perchè non siamo economisti e non vogliamo e non possiamo nemmeno essere giudici di una dottrina secolare, Marcinkus non approverebbe e il vaticano non è un'azienda


              Ma forse forse papa Francesco su queste cose non aveva proprio torto del tutto





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              • M K K
                finte ferie user
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                #82
                Mio cuggino fa immuratore e ci danno a miseria !!!
                Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
                  • 123464
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                  • In piedi tra le rovine
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                  #83
                  Il cardinale Czerny: «Opinioni diverse ma saremo uniti. Il nostro compito è portare il Vangelo al mondo di oggi»

                  «Il magistero del Papa è irreversibile, insieme c’è uno sviluppo nel succedersi dei pontefici»

                  Sarà un Conclave diviso?

                  «No. Se teniamo gli occhi fissi su Cristo e sulla missione, non c’è pericolo di divisioni. Ci saranno magari differenze di opinione, punti di vista diversi, ma saremo uniti». Il cardinale Michael Czerny, 78 anni, gesuita, ha guidato il Dicastero «per il servizio dello sviluppo umano integrale» voluto dal confratello Francesco, il ministero vaticano che si occupa degli ultimi: migranti, bisognosi, ammalati, esclusi, carcerati, disoccupati e vittime di guerre, catastrofi naturali, schiavitù e tortura. Canadese di origine ceca, aveva due anni quando i genitori si trasferirono da Brno a Montréal. La madre Winifred, una cattolica di origine ebraica, venne deportata nel campo di concentramento di Terezín ed è l’unica sopravvissuta della sua famiglia allo sterminio nazista, la nonna Anna Löw morì ad Auschwitz. Nel suo stemma episcopale ha messo una famiglia di quattro persone su un barcone, come quelli che naufragano nel Mediterraneo, «anche la mia famiglia è arrivata in Canada in barca».

                  Eppure, eminenza, il timore di divisioni è diffuso, si dice che il nuovo Papa avrà il compito di tenere unita la Chiesa, no?

                  «L’unità è un frutto dello Spirito Santo, non è un compito. Il pericolo di fare dell’unità un tema di discussione, o addirittura il tema principale, è quello di spingere piuttosto verso l’uniformità, l’univocità. Lo vediamo spesso nella politica, purtroppo, con ideologie e propagande che vorrebbero uniformare tutto perché fa comodo. E questo è falso, è triste. Siamo diversi, la varietà è una ricchezza».

                  E allora qual è il compito?

                  «Il compito di tutta la Chiesa è di portare il Vangelo nel mondo, e di farlo vivendolo. Come diceva San Francesco d’Assisi: predicate il Vangelo, se necessario anche con le parole. Perché si tratta di fare, senza ostentazione. Di testimoniare come samaritani, di rispondere alle grida dei poveri, al grido della terra. E di seguire le Beatitudini e le parole di Gesù in vista del giudizio finale: dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi...».

                  Di questo voi cardinali discuterete nelle congregazioni?

                  «Io credo che questa sia la domanda fondamentale di ieri, di oggi e di domani: come portare il Vangelo al mondo di oggi? Alla cultura, o meglio alle culture di oggi?».

                  Lo scorso settembre, durante il viaggio in Lussemburgo e Belgio, nel cuore dell’Europa secolarizzata, Francesco parlò di una «crisi» nella quale si è passati «da un cristianesimo sistemato in una cornice sociale ospitale a un cristianesimo di minoranza, o meglio di testimonianza».

                  «Noi europei siamo confusi perché abbiamo parlato a lungo della civiltà cristiana e adesso vediamo che l’Europa è scristianizzata eccetera... Ci fissiamo sugli ostacoli della civiltà post cristiana e non ne vediamo le potenzialità».

                  Sta dicendo che per la Chiesa non è necessariamente una situazione senza via d’uscita?

                  «L’errore è proprio lo scoraggiamento, la depressione. Questa cultura va evangelizzata ma prima bisogna riconoscere che ha fame e sete di Vangelo. Del resto, pensare che ci sia una cultura intrinsecamente cristiana è un errore, non è vero. Tutte le culture sono da evangelizzare».

                  C’è qualcosa di irreversibile nel magistero di Francesco? Un aspetto dal quale non si potrà tornare indietro?

                  «I Papi non si succedono come cambiano i presidenti degli Stati. Il magistero di ogni Papa è irreversibile e insieme c’è uno sviluppo continuo nel succedersi dei pontefici. Il magistero di Francesco rimane».

                  Che immagine le è rimasta, in particolare?

                  «Nel giorno di Pasqua è stato straordinario, quasi se lo sentisse. L’ultimo suo atto da pontefice è stato dire grazie al popolo di Dio e scendere tra la gente in piazza San Pietro prima di tornare a casa e morire, una parabola spettacolare. Papa Francesco diceva sempre che un pastore deve avere l’odore delle pecore. C’è un espressione, quando si dice che uno muore “in odore di santità”. Ecco, lui è morto con l’odore delle pecore. Come se ne avesse bisogno di sentire ancora una volta il popolo di Dio prima di andarsene».

                  ​CorSera
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
                    Csar
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                    #84
                    “Il Conclave non eleggerà il successore di Francesco”. Il cardinale Müller sulle “ambiguità” di Bergoglio

                    Il teologo conservatore: "Tutti devono ricordarsi che siamo corpo mistico di Cristo e non una organizzazione internazionale umanitaria e sociale"

                    “”Ogni Papa deve servire la missione di San Pietro: è servus servorum Dei. Il futuro Papa non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro”. In vista del Conclave, il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, teologo ed esponente dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio, ci tiene a precisarlo. Anzi, ad auspicarlo, viste le critiche che, in un’intervista a Repubblica, rinnova al Papato di Francesco. “Tutti devono ricordarsi che siamo corpo mistico di Cristo e non una organizzazione internazionale umanitaria e sociale.​

                    Con la morte di Papa Francesco, “si è chiuso un capitolo nella storia della Chiesa” caratterizzato anche da “ambiguità” su temi importanti come matrimonio e coppie gay. È il giudizio del cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller sul pontificato di Bergoglio, il Pontefice che lo aveva nominato cardinale nel 2014. Il prelato, apprezzato teologo molto vicino a Papa Ratzinger e considerato esponente dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio che deciderà il successore di Francesco, dopo i funerali di sabato, ha un’idea precisa anche sul futuro pontefice che “non deve essere successore del predecessore ma successore di Pietro”.

                    Muller: "Papa Francesco un po' ambiguo su certi temi, con Benedetto XVI chiarezza teologica"

                    “È unanime l’apprezzamento per l’impegno di Francesco con i migranti, i poveri e per superare le divisioni tra il centro e la periferia. Dall’altra parte, però, in alcuni momenti è stato un po’ ambiguo, ad esempio quando ha parlato di resurrezione” ha spiegato Müller in un’intervista a Repubblica. Il cardinale ha criticato anche le aperture sulle coppie gay perché “non si deve relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio”, così come critiche vanno alle assemblee convocate dal Papa, alla nomina di una donna prefetta di un dicastero e gli accordi con la Cina.

                    “I vescovi hanno una autorità che non si può confondere con la possibilità di tutti i battezzati di parlare. La gente dice adesso il Papa cambia la Chiesa da autocrazia a democrazia. Ma la premessa sbagliata è confondere la Chiesa con un’organizzazione politica, come il World economic forum o l’Onu” ha sottolineato Muller. Per quanto riguarda la guida dei Dicasteri vaticani, "io penso che quando di tratta di uffici amministrativi come il Governatorato non c’è problema che venga gestito dai laici, ma la curia romana è un ente ecclesiastico". Sulla politica estera di Bergoglio, infine, pur ammettendo che anche nei rapporti con i potenti come la Cina “Si deve fare un compromesso” per il cardinale tedesco però “non possiamo tradire i principi della nostra fede, non possiamo accettare che i comunisti atei nominino i vescovi”.



                    ...ma di noi
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                    • Sean
                      Csar
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                      #85
                      Ecco qua, espresse dai cardinali Czerny e Muller, come in una istantanea le due posizioni, le due anime all'interno della Chiesa che si ritroveranno nel Conclave: va da sè che si dovrà trovare una sintesi che tenga uniti quei due poli.

                      Nel merito, hanno ragione entrambi, questo è il punto: nella Chiesa c'è una dimensione maggiormente teologica-trascendente e una più sociale-immanente; c'è chi mette in rilievo l'immutabilità dei principi ortodossi (che hanno le loro radici nella tradizione trasmessa dagli apostoli, nelle scritture, in San Paolo ecc...) e chi la necessità di un "adattamento" degli stessi, in quanto la Chiesa vive nell'evo e nel sociale.

                      Come scriveva spesso Vittorio Messori, il cattolicesimo è la dimensione dell'et-et, non dell'aut-aut, e quindi in questa "universalità" ha sempre contenuto di tutto e cercato di tenere tutto assieme.

                      Altrettanto evidente che ci sono dei paletti dati dalla stessa ortodossia, perchè contenere tutto non significa dare uno strapuntino anche alla eresia, a ciò che si pone in maniera patente contro il "deposito della fede" che un Papa (come tutti i vescovi) è chiamato a conservare, difendere e trasmettere e che rappresenta il nomos e il terminus dello stesso potere papale, cioè a dire che, per fare un esempio, se Cristo non accolse tra gli apostoli nessuna donna, e se i primi apostoli non accolsero nel loro "collegio" nessuna donna, ciò vuol dire che il sacerdozio femminile è una eresia e che nemmeno un Papa può dunque decidere diversamente da come la tradizione e le scritture hanno trasmesso, quindi ci sono dei punti che non sono nè "progressisti" e nè "conservatori" ma verità di fede, oltrepassati i quali sei fuori dalla fede.

                      Il Conclave dovrà trovare una sintesi tra quei due estremi rappresentati dalle dichiarazioni dei due cardinali, per questo il successore non sarà un altro Francesco ma nemmeno un altro Benedetto: sarà una figura chiamata intanto a rimettere in sesto il governo della Chiesa, poi a fare una sintesi di ciò che sarà da tenere e sviluppare del pontificato di Bergoglio e cosa invece provoca "ambiguità" dottrinale e dunque confusione presso i fedeli - e, come ha detto Ravasi (che non può certo essere sospettato come in opposizione a Bergoglio, anzi...) in una intervista di qualche giorno fa, tornare anche a parlare delle cose ultime, dei destini oltre il destino della parabola umana che si consuma su questa terra, parlare di quegli "assoluti" di cui l'animo umano ha sete e che Francesco ha lasciato in penombra a favore della orizzontalità dei temi sociali...ma se Cristo è vero che si è chinato presso gli "ultimi", è anche vero che tutto il senso della sua missione è stato l'annunciare il "regno di Dio", la "fine dei tempi" e dunque l'impellente urgenza di "convertirsi": se c'è una cosa chiara che emerge da tutti i vangeli è questa nelle parole di Cristo: è giunto il regno di Dio, ovverosia sono giunti i tempi escatologici, per cui è alla "salus animarum", alla salvezza delle anime che Gesù si rivolge ed opera, e per le quali manda poi per il mondo la Chiesa.
                      ...ma di noi
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                      • Sean
                        Csar
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                        #86
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                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
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                          #87
                          Con la lettura del Rogito per il pio transito, che ne riassume la vita (qui il testo completo, che si conclude con le parole «Francesco ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di umanità, di vita santa e di paternità universale») e la chiusura della bara, si è concluso ieri sera, l’ultimo passaggio prima dei funerali di papa Francesco, in programma stamattina alle 10. Il Vaticano calcola che 250 mila persone abbiano reso omaggio alla salma, nei tre giorni di esposizione nella basilica di San Pietro.

                          Il rito della chiusura della bara avviene alla presenza del cardinale Camerlengo, Kevin Farrell. Secondo l'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, sono presenti tra gli altri l'arciprete della Basilica di San Pietro, cardinal Mauro Gambetti, il cardinale già segretario di Stato, Piero Parolin, il vicario per la Diocesi di Roma, Baldo Reina, il sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Edgar Peña Parra, l'Elemosiniere di Sua Santità, card. Konrad Krajewski, e i familiari del defunto.

                          Un velo di seta bianca viene posto a coprire il volto del Papa; all'interno della bara vengono inserite una borsa con le monete coniate durante il suo pontificato e il rogito inserito in un tubo di metallo, sigillato.

                          La cerimonia funebre sarà oggi, anche nei numeri, una straordinaria testimonianza di devozione popolare e di affetto per un pontefice sentito come un pastore vicinissimo al suo «gregge». Lo ricorda anche un passaggio del già citato Rogito: «Sempre attento agli ultimi e agli scartati dalla società, Francesco appena eletto scelse di abitare nella Domus Sanctae Marthae, perché non poteva fare a meno del contatto con le persone, e sin dal primo Giovedì Santo volle celebrare la Messa in Cena Domini fuori dal Vaticano, recandosi ogni volta nelle carceri, in centri di accoglienza per i disabili o tossicodipendenti. Ai sacerdoti raccomandava di essere sempre pronti ad amministrare il sacramento della misericordia, ad avere il coraggio di uscire dalle sacrestie per andare in cerca della pecorella smarrita e di tenere aperte le porte della chiesa per accogliere quanti desiderosi dell’incontro con il Volto di Dio Padre».

                          Dopo la celebrazione in San Pietro, il corteo funebre raggiungerà Santa Maria Maggiore, dove Bergoglio ha chiesto di essere sepolto.​

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
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                            #88
                            Fridolin Ambongo, il frate che criticò Francesco sulle coppie gay (e ora potrebbe diventare Papa)

                            Quando si affaccia all’aeroporto di Kinshasa, passeggeri, inservienti, equipaggi degli aerei in partenza si prostrano. È già il loro Papa. Il cardinal Fridolin Ambongo Besungu benedice e tira dritto, com’è nella sua natura.

                            È tra i primi porporati a giungere nella città eterna. Rende omaggio con la preghiera al fratello Francesco, che due anni prima ospitò nella sua martoriata terra, la Repubblica Democratica del Congo, già Zaire. Bergoglio, di fronte a milioni di congolesi, aveva tuonato contro il «colonialismo economico»: «Giù le mani dall’Africa, non è una miniera da sfruttare». Ambongo rincarò la dose, incurante delle minacce di morte che riceveva da una decina d’anni: «Ogni volta che si scopre un giacimento scoppia una guerra», e siccome le ricchezze di quest’immenso territorio equatoriale sono infinite, i focolai si alimentano quotidianamente.

                            L’arcivescovo di Kinshasa venne al mondo 65 anni fa a Boto, nel Nord del Paese, sei mesi prima che si archiviasse uno dei più efferati domini coloniali che la storia ricordi, quello personale di Leopoldo II e poi del Belgio. Da allora, tra dittature e guerre civili, questa terra ha conosciuto solo «sfruttamento, azioni rapaci di potenze straniere, conflitti che seminano morte, provocano distruzione, fomentano la povertà», si sfoga Ambongo.

                            Il giorno più sereno per il Congo fu la sua creazione a cardinale. In Vaticano si presentarono tutte le fazioni: c’era il presidente Tshisekedi, la presidente dell’Assemblea nazionale Jeanine Mabunda del partito di Kabila, ministri, deputati, i leader dell’opposizione Fayulu, Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba. E fu il giono in cui la Chiesa cattolica congolese assunse un ruolo di primo piano per la ricerca di una pacificazione per l’intera Africa. Il cardinal Ambongo, sempre sferzante nelle sue denunce contro lo sfruttamento del continente, di una cosa ringraziava l’Europa: aver insegnato cos’è la democrazia, mentre in tutto il continente si tendeva a liquidarla come un retaggio coloniale.

                            Proprio per le sue denunce di abusi e corruzione, lo scorso anno il procuratore generale della Corte di cassazione di Kinshasa ha ordinato l’apertura di un’indagine giudiziaria a suo carico per «affermazioni sediziose». Far tacere l’arcivescovo è però impossibile. Se ne accorse anche Francesco quando ricevette una sua lettera di sette pagine, firmata come presidente del Simposio delle conferenze episcopali africane nonché membro del Consiglio dei nove cardinali che accompagnano il Papa nella riforma della Chiesa, in cui criticava il documento Fiducia Supplicans che apriva alla possibilità di benedizione delle coppie omosessuali. Bussò poi alla porta del Papa per motivargli che quella era la causa della «decadenza» dell’Occidente: le nuove ideologie «vogliono distruggere la famiglia tradizionale». Anche quella volta il frate cappuccino venuto dal cuore dell’Africa non rimase inascoltato. Diceva cose, non tutte, che anche il Papa venuto dalla fine del mondo condivideva.

                            ​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              #89
                              La chiesa africana è intransigente sui temi morali, intanto perchè è una chiesa (e una società) non penetrata dal relativismo occidentale, e poi perchè c'è la "concorrenza" dell'Islam, che su questioni come gay od aborto o concezione della famiglia e simili ha una linea che tutti conosciamo...per cui quella africana è una chiesa che parla chiaro, a differenza del magistero di Franscesco che ha spesso lanciato il sasso ma tirato via la mano, come nel caso della "benedizione" alle coppie gay: non è una "apertura" (basta chiedere ad un prete e quello benedice persone, case, oggetti, animali, è un gesto rituale che la chiesa ha sempre fatto), non è una "chiusura", è una ambiguità che lascia solo confusione - e sulla quale (come tanti altri temi aperti ma non chiusi e definiti da Francesco) il prossimo Papa dovrà fare chiarezza.

                              Ora che la bara viene sigillata e il pontificato di Bergoglio viene consegnato alla storia e agli storici, toccherà a quella e a questi sistematizzare e chiarire storicamente il suo operato come Papa.

                              Ad oggi, quel che si può dire è che è stato, sia sul piano dottrinale che su quello umano, un enigma. Per dire, 13 anni di pontificato e non è mai tornato in Argentina, il suo paese natale: pure questa una scelta che nessuno dei tanti nei media ha sviscerato. Le "pecorelle smarrite"...smarrite mica tanto, visto che la gran parte di quegli "ultimi" erano/sono tutti musulmani, quindi "pecorelle" di altro gregge e altro pastore...e via discorrendo su tali grigiori e indeterminatezze dottrinali e pastorali.

                              Più ombre che luci: alla storia il compito di illuminare e chiarire le prime, al prossimo Papa la gravosissima missione di riportare al centro le seconde, per riaffermare una identità religiosa che con Bergoglio si è come confusa, smagnetizzata.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • zuse
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                                #90
                                Che bella la messa cantata in latino.





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