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non è giusto nemmeno questo, non può un 20% decidere per tutti
piuttosto mettere l'obbligo di andare a votare( tranne per le categorie dei fragili, mia nonna ha 94 anni ed è in una rsa non ha la capacità di votare), la scheda si può annullare con un bel ghirogoro oppure se non hai un'idea puoi fare scheda bianca come un cagnolino spaventato che va alla maggioranza - ok non è questo il caso vale per le politiche
è una questione di responsabilità civile
in ogni caso il quorum non si raggiungerà, saranno felici le aziende che continueranno a fare quel caxxo che gli pare e i dem che urleranno allo scandalo del resto sanno fare solo quello
È giusto dare il tempo di andare a votare ( minimo su due giorni), in caso organizzare uno o due referendum max l anno con tutti i quesiti del caso ( così da non farne troppi l'anno che costano e magari uno il w-end ha altri progetti). O, meglio ancora, votare anche con spid per i referendum.
Zero quorum. Se poi , nonostante le premesse, ancora non voti, azz tua.
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Anche il non voto, di per sé, è un diritto ed una scelta ben conscia.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Argomenti quali le tutele sul lavoro, i diritti dei lavoratori, non dovrebbero essere materia referendaria ma del parlamento: starebbe al parlamento legiferare su emergenze simili, se ci fosse un parlamento e non una compagnia di comici e pagliacci scadenti pagati pure troppo.
I referendum andrebbero fatti su temi etici e civili, come furono quelli sul divorzio e sull'aborto, oppure su decisive questioni come fu quello sul nucleare. Sui grandi temi, capaci cioè di dare una svolta alla direzione di una nazione, occorre ascoltare il parere diretto del corpo elettorale, perchè altrimenti gli elettori già si sono espressi alle politiche mandando dei lautamente stipendiati a governare...e sul lavoro e i diritti dei lavoratori ci dovrebbe pensare il governo (come su tantissime altre cose).
Un bel referendum da fare invece è chiedere agli italiani se sia giusto o no inviare armi all'Ucraina: perchè non interrogano il popolo su questo ad esempio? Oppure se sia giusto o no imporre sanzioni alla Russia, visto che, per l'appunto, sono quelle questioni che indirizzano il futuro prossimo di tutta una nazione...e ho anche il sentore che su quesiti simili il quorum si raggiungerebbe, hai voglia se lo si supererebbe...e forse proprio per questo non ti vengono a chiedere un parere al riguardo e fanno come gli pare sulle teste (e le tasche) di tutti.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Nel 2011, ultima volta in cui è stato raggiunto il quorum, alla stessa ora aveva votato il 30,3%.
Repubblica
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La sinistra, con la sua smania per lo straniero, e il suo odio per i prossimi, per gli italiani, infilando il quesito sulla cittadinanza in mezzo a quelli (legittimi) sul lavoro, ha sabotato il referendum, perchè la gente a votare per dimezzare i tempi per far ottenere agli stranieri la cittadinanza, la gente non ci va a votare una suicida assurdità simile...capirai, se ci fosse un referendum sull'espellere tutti gli irregolari, e gli stranieri che si macchiano di reati (anche con permesso di soggiorno) stravincerebbero i pro...
I sinistri hanno infilato la polpetta avvelenata in mezzo ai sacrosanti quesiti sul lavoro ed hanno avvelenato il referendum.
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Ma dopo che ancora parla questa tizia, come fai a non stare a casa o a non andare al mare?
Boldrini (Pd), un voto per il futuro del Paese e dei giovani
«Poco fa ho votato nel mio seggio. Fatelo anche voi, tutte e tutti: un voto, pochi minuti, per dire la vostra idea di Italia. Un voto che riguarda il futuro del Paese e, soprattutto, dei giovani. Votare è un dovere civico, ma è anche un diritto conquistato con durissime battaglie. Non sprechiamo questa occasione!». Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Reoubblica
Il futuro quale? Riempirsi di "risorse"?
Votare poi non è un "dovere civico", è un diritto che puoi o meno esercitare. Un dovere civico (per i politici) sarebbe invece quello di proteggere gli italiani, questo è un dovere, il primo dei doveri, per chi viene eletto.
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sono andato pure io nonostante non mi riguardi minimamente.
un popolo di fessi a cui piace prenderlo in quel posto , poi si lamentano se prendono 300 euro al mese di stage.
La sinistra, con la sua smania per lo straniero, e il suo odio per i prossimi, per gli italiani, infilando il quesito sulla cittadinanza in mezzo a quelli (legittimi) sul lavoro, ha sabotato il referendum, perchè la gente a votare per dimezzare i tempi per far ottenere agli stranieri la cittadinanza, la gente non ci va a votare una suicida assurdità simile...capirai, se ci fosse un referendum sull'espellere tutti gli irregolari, e gli stranieri che si macchiano di reati (anche con permesso di soggiorno) stravincerebbero i pro...
I sinistri hanno infilato la polpetta avvelenata in mezzo ai sacrosanti quesiti sul lavoro ed hanno avvelenato il referendum.
Motivo per il quale va tolto il quorum.
Così erano motivati ad andare anche i contrari. E si raggiungevano numeri veramente rappresentativi.
Così invece è una buffonata. Anche perché le votazioni costano milioni alle casse dello stato
sono andato pure io nonostante non mi riguardi minimamente.
un popolo di fessi a cui piace prenderlo in quel posto , poi si lamentano se prendono 300 euro al mese di stage.
tu ci sei andato perchè sei di quella parte che ci è andata senza che gli fregasse niente pensando di mandare un avviso di sfratto alla meloni
dubito fortemente che si raggiungerà il quorum
come sempre in italia c'è qualcuno che va al mare quando c'è da decidere o da esprimersi
con la solita tiritera "tanto fanno quello che vogliono" e poi ci si lamenta, che è lo sport nazionale che viene quasi prima del calcio, quasi eh
è sempre la solita storia
non sono daccordo
questo referendum serviva a far passare la legge per la cittadinanza, e questo non serve a dare agli stranieri più diritti: già ora possono lavorare, laurearsi, fare tutto... tranne votare
la sinistra voleva solo qualche milione facile di voti in più
Inoltre hanno fatto il referendum già sapendo che sarebbe fallito, ma con la speranza che molti andassero al voto, dicendo che se avessero votato più di quanti hanno votato la meloni nel 2022, sarebbe stato un segnale di sfratto alla meloni. L'ha detto Boccia, e bada bene, non ha detto "se otteniamo tot sì" ma "se vanno a votare tot persone", arruolando così in questo ipotetico fronte antigoverno pure tutti i "no"
io elettore di destra dovevo andare a votare contro me stesso? non ho bisogno di andare al mare, me ne vado pure al centro commerciale pur di non andare a votare.
Affluenza definitiva alle 23: ha votato il 22,73 per cento degli elettori
Alle 23, secondo i dati definitivi dell'affluenza, ha votato il 22,73% degli aventi diritto.
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Il tormento dei promotori del Referendum. Ora Schlein punta a un esito tra il 30 e il 35% per contenere i danni
I riformisti sul piede di guerra: Pd, M5S e Avs da soli non bastano
Al quorumElly Schlein non ha mai creduto. Lo stesso dicasi per Nicola Fratoianni e Giuseppe Conte (che infatti, soprattutto all’inizio, si è tenuto più defilato rispetto alla segretaria del Pd). I tre leader del «Campo stretto» hanno votato in mattinata. Alle due e mezzo del pomeriggio i sondaggisti e gli esperti hanno confermato: missione quorum fallita. Ora Schlein dovrà tenere a bada i riformisti dem, che sollecitano un confronto in direzione e i leader del «Campo stretto» dovranno prendere atto di un dato di fatto che il 7 giugno a San Giovanni avevano trascurato: Pd, M5S e Avs da soli non bastano se si vuole la rivincita alle prossime politiche.
Ma Schlein, ancor prima di parlare ieri con i sondaggisti, aveva già impostato la strategia per contenere i danni. Strategia che non può utilizzare Maurizio Landini, perché per il segretario della Cgil era tutta questione di quorum. È lui il grande sconfitto di questi referendum. E forse archiviare per sempre le possibili future velleità politiche del leader sindacale non risulta troppo sgradito alla segretaria dem.
Dunque la strategia del Nazareno. Quella preventiva, ufficializzata da Francesco Boccia: sopra i 12 milioni e 300 mila voti (ossia il numero di consensi ottenuto dal centrodestra nelle elezioni che hanno portato Giorgia Meloni a palazzo Chigi) il referendum è un avviso di sfratto al governo. Praticamente, un risultato che era stato ottenuto ancor prima di andare alle urne perché, dal 1997, gli elettori, nei referendum in cui non si è raggiunto il quorum, sono andati sotto la soglia dei 12 milioni solo una volta, nel 2022, per i quesiti sulla giustizia. Nel 2003, per esempio, quando si votò per il referendum sull’articolo 18, promosso da Rifondazione comunista, la partecipazione fu bassissima: 24,5% e i votanti furono 12 milioni e 700 mila. Stessa partecipazione e stessa percentuale di votanti due anni dopo, nel 2005, quando vennero indetti i referendum sulla procreazione assistita.
Strategia numero due: dal 35% di votanti in su è un successo, solo intorno al 25 è un flop. E in mezzo? Al Nazareno in questi ultimi giorni sostenevano che attestarsi sul 30 tutto sommato non era male. E ieri sera era proprio il 30-32% che i sondaggisti prevedevano come risultato finale dei referendum. Ma i riformisti del Pd non la pensano come la segretaria. Se non altro perché uno schieramento che ottiene il 30% al referendum (dando per scontato, cosa che non è, che siano tutti voti delle opposizioni) non è in grado di battere il centrodestra. Oggi, a urne chiuse, i dirigenti della minoranza dem inizieranno a ragionare, in una serie di colloqui, su come impostare il confronto con la segretaria. Ma già ieri i riformisti Pd affermavano di ritenere necessaria a questo punto «una riunione di direzione in cui il risultato venga analizzato politicamente». «Non penso che ci sarà silenzio da parte di chi ha subito questa decisione senza una vera discussione interna», spiegava uno di loro.
Naufraga anche il sogno di Conte, che sperava di arrivare con il «Campo stretto» alle elezioni, costringendo i centristi a imbarcarsi solo alla fine senza poter porre nessuna condizione. Era un’idea che stava prendendo piede proprio tra i leader del «Campo stretto», come dimostra la manifestazione di piazza San Giovanni che non è stata allargata a Italia viva e Azione, inserendo nella piattaforma le loro richieste. E di certo non è sfuggito all’ex premier il fatto che lì dove il Movimento 5 Stelle è forte, cioè al Sud, l’affluenza alle urne è stata assai più bassa della media nazionale. Come non è sfuggito a Schlein che il Pd comunque c’è: nelle regioni cosiddette rosse si è registrata infatti la partecipazione al voto più alta.
CorSera
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