Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
    Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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      M.O.: Trump presenta il piano per Gaza, ok da Netanyahu, incognita Hamas

      «Una giornata storica». Così Donald Trump e Benjamin Netanyahu hanno annunciato di avere concordato un piano in 20 punti per mettere fine alla guerra a Gaza. Sull'annuncio del presidente Usa e del premier israeliano incombe però l'incognita Hamas. «Il piano di Trump non ha finora raggiunto Hamas né alcun gruppo palestinese. Le sue disposizioni sono troppo vicine alla posizione israeliana», ha subito dichiarato un alto funzionario di Hamas, Mahmoud Mardawi, in un'intervista ad Al Jazeera. «Esamineremo la proposta americana e la discuteremo con le fazioni palestinesi», ha aggiunto. Dopo il bilaterale alla Casa Bianca con Netanyahu, Trump ha presentato la sua proposte per porre fine al conflitto e stabilire un governo postbellico nel territorio palestinese martoriato dalla guerra. Il piano del presidente Usa prevede l'istituzione di un consiglio di amministrazione temporaneo presieduto da Trump e che includerebbe l'ex primo ministro britannico Tony Blair.

      Il piano non impone alle persone di lasciare Gaza e prevede la fine immediata della guerra se entrambe le parti accetteranno di sottoscrivere il documento. Il piano richiede inoltre che tutti gli ostaggi rimasti vengano rilasciati da Hamas entro 72 ore dall'accettazione della proposta da parte di Israele. Se Hamas rifiuterà l'accordo, ha chiarito Trump, Israele avrà il «pieno sostegno» degli Stati Uniti per sconfiggere definitivamente l'organizzazione. «Penso che siamo più che vicini», ha detto Trump all'inizio di una conferenza stampa con Netanyahu in cui ha illustrato il suo piano. «Non abbiamo ancora finito. Manca Hamas», ha detto il presidente Usa. «Se Hamas rifiuta il suo piano, signor presidente, o se presumibilmente lo accetta e poi farà tutto per contrastarlo, allora Israele finirà il lavoro da solo», ha detto Netanyahu. «Questo può essere fatto nel modo più facile o nel modo più difficile, ma sarà fatto», ha poi aggiunto. Trump ha poi esortato il popolo palestinese ad assumersi la responsabilità «del proprio destino» e ad abbracciare la sua proposta di pace.

      Prima che i due leader si presentassero in conferenza stampa, la Casa Bianca aveva diffuso una nota nella quale riferiva che in una telefonata trilaterale organizzata dal presidente Trump, Netanyahu aveva presentato le sue scuse formali al premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, per il recente attacco a Doha contro alcuni leader palestinesi. Una telefonata «a cuore aperto», l'ha definita Trump. Resta da vedere come Netanyahu riuscirà a giustificare ai membri di estrema destra della sua coalizione la sua accettazione della proposta, dopo aver promesso di fare pressione contro Hamas fino a quando non sarà «eliminata». Il piano di Trump prevede che, una volta restituiti tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che «si impegnano a una coesistenza pacifica e a smantellare le loro armi riceveranno l'amnistia». Il piano aggiunge che ai membri di Hamas che desiderano lasciare Gaza verrà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di destinazione. La proposta di Trump prevede un cessate il fuoco immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore e un graduale ritiro delle forze israeliane dall'enclave palestinese.

      Si ritiene che Hamas tenga con sé ancora 48 ostaggi, 20 dei quali, secondo Israele, sono ancora vivi. Il gruppo militante ha chiesto a Israele di accettare di porre fine alla guerra e di ritirarsi da tutta Gaza come parte di un cessate il fuoco permanente. Trump aveva discusso il suo piano con i leader arabi e islamici a New York la scorsa settimana, a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Da sottolineare che il piano non comprende più l'espulsione dei palestinesi da Gaza, che Trump sembrava avere appoggiato all'inizio di quest'anno. Il piano include anche l'istituzione di una forza di sicurezza internazionale per assumere il controllo delle forze dell'ordine nella Gaza del dopoguerra, mentre un comitato palestinese di tecnocrati supervisionerebbe gli affari civili della Striscia, con il potere trasferito in seguito a un'Autorità Nazionale Palestinese riformata. «Bibi è un guerriero», ma «capisce che è ora di mettere fine alla guerra a Gaza», ha affermato Trump. «Sostengo» il piano del presidente Trump «per porre fine alla guerra a Gaza, che realizza i nostri obiettivi di guerra. Riporterà in Israele tutti i nostri ostaggi, smantellerà le capacità militari di Hamas e il suo governo politico e garantirà che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele», le parole di Netanyahu.

      CorSera
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        I 20 punti del piano Usa per Gaza: «In 72 ore ostaggi liberi, transizione con Trump e Blair»

        Il presidente Donald Trump ha presentato un piano globale in 20 punti per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza. L'obiettivo dichiarato è la creazione di una Gaza «deradicalizzata e libera dal terrorismo», che non rappresenti più una minaccia per i Paesi vicini, attraverso un processo di smilitarizzazione e riqualificazione a beneficio della popolazione locale.

        1. Gaza sarà una zona de-radicalizzata e libera dal terrorismo, che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini.

        2. Gaza sarà ricostruita a beneficio della popolazione di Gaza, che ha già sofferto fin troppo.

        3. Se entrambe le parti accetteranno questa proposta, la guerra finirà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno fino alla linea concordata per prepararsi al rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, compresi bombardamenti aerei e d'artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia rimarranno congelate fino al rispetto delle condizioni per il ritiro completo e graduale.

        4. Entro 72 ore dall'accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti.

        5. Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele libererà 250 prigionieri condannati all'ergastolo e 1.700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in quel contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno restituiti, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.

        6. Una volta restituiti tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che si impegneranno alla pacifica convivenza e alla consegna delle armi riceveranno l'amnistia. I membri di Hamas che vorranno lasciare Gaza avranno un passaggio sicuro verso i Paesi disposti ad accoglierli.

        7. Con l'accettazione di questo accordo, gli aiuti entreranno immediatamente nella Striscia di Gaza. Tali aiuti saranno almeno pari, per quantità, a quanto stabilito nell'accordo del 19 gennaio 2025, includendo la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), degli ospedali e dei panifici, nonché l'ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e riaprire le strade.

        8. La distribuzione e l'ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza avverranno senza interferenze da parte delle due parti, attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa, oltre ad altre istituzioni internazionali non legate a nessuna delle parti. L'apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo applicato nell'accordo del 19 gennaio 2025.

        9. Gaza sarà governata da un'amministrazione transitoria temporanea composta da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e municipali per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà formato da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione di un nuovo organismo internazionale transitorio, il “Board of Peace”, presieduto dal presidente Donald J. Trump, con altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, incluso l'ex primo ministro Tony Blair. Questo organismo stabilirà il quadro e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza fino a quando l'Autorità Palestinese non avrà completato il proprio programma di riforma, come previsto da varie proposte (tra cui il piano di pace di Trump del 2020 e la proposta saudita-francese), e potrà riprendere in modo sicuro ed efficace il controllo di Gaza. Tale organismo si ispirerà ai migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente, utile ad attrarre investimenti.

        10. Un piano economico di sviluppo per ricostruire e rilanciare Gaza sarà elaborato convocando un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle moderne città modello del Medio Oriente. Molte proposte d'investimento e idee di sviluppo elaborate da gruppi internazionali saranno considerate per integrare i quadri di sicurezza e governance, al fine di attrarre e facilitare investimenti capaci di creare lavoro, opportunità e speranza per il futuro di Gaza.

        11. Sarà istituita una zona economica speciale con tariffe preferenziali e condizioni di accesso da negoziare con i Paesi partecipanti.

        12. Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza: chi vorrà partire sarà libero di farlo e libero di tornare. Saranno incoraggiati a restare, offrendo loro l'opportunità di costruire una Gaza migliore.

        13. Hamas e le altre fazioni accettano di non avere alcun ruolo nel governo di Gaza, né diretto né indiretto, in nessuna forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, inclusi tunnel e impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Gaza sarà sottoposta a un processo di smilitarizzazione sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi tramite un processo concordato di disarmo, sostenuto da un programma internazionale di riacquisto e reintegrazione, tutto verificato dagli osservatori indipendenti. La “Nuova Gaza” sarà pienamente impegnata nella costruzione di, un'economia prospera e nella pacifica convivenza con i vicini.

        14. Sarà fornita una garanzia da parte di partner regionali per assicurare che Hamas e le altre fazioni rispettino i loro obblighi e che la Nuova Gaza non rappresenti una minaccia né per i suoi vicini né per la sua popolazione.

        15. Gli Stati Uniti collaboreranno con partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza. L'ISF addestrerà e fornirà supporto a forze di polizia palestinesi selezionate, consultandosi con Giordania ed Egitto che hanno grande esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di lungo termine per la sicurezza interna. L'ISF collaborerà con Israele ed Egitto per aiutare a garantire la sicurezza delle aree di confine, insieme alle nuove forze di polizia palestinesi addestrate.
        Sarà cruciale impedire l'ingresso di armi a Gaza e facilitare un rapido e sicuro flusso di beni per ricostruire e rilanciare Gaza. Le parti concorderanno un meccanismo di de-conflitto.

        16. Israele non occuperà né annetterà Gaza. Man mano che l'ISF stabilirà controllo e stabilità, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) si ritireranno secondo standard, traguardi e tempistiche collegati alla smilitarizzazione, da concordare tra IDF, ISF, garanti e Stati Uniti, con l'obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l'Egitto o i loro cittadini. In pratica, le IDF consegneranno progressivamente il territorio occupato a Gaza all'ISF secondo un accordo con l'autorità transitoria, fino al ritiro completo, salvo un perimetro di sicurezza che rimarrà fino a quando Gaza non sarà adeguatamente al riparo da nuove minacce terroristiche.

        17. Nel caso in cui Hamas ritardi o rifiuti questa proposta, quanto sopra, compresa l'operazione di aiuti su vasta scala, procederà nelle aree libere dal terrorismo consegnate dall'IDF all'ISF.

        18. Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della pacifica convivenza per cercare di cambiare mentalità e narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che
        possono derivare dalla pace.

        19. Mentre la ricostruzione di Gaza avanzerà e il programma di riforma dell'Autorità Palestinese sarà attuato fedelmente, potranno finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e lo Stato palestinese, che rappresenta l'aspirazione del popolo palestinese.

        20. Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e palestinesi per concordare un orizzonte politico di pacifica e prospera convivenza.

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        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Stranamente sembra una proposta valida

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            Sulla carta pare un piano accettabile, anche perchè in giro non si trova di meglio, nel senso che l'alternativa è la strage continuativa: il punto è se fidarsi. Già due volte il governo fondamentalista e sterminazionista di Netanyahu ha sabotato i negoziati: quando mesi fa si stavano rilasciando degli ostaggi in cambio di una tregua e quando in Qatar sono stati attaccati con missili i negoziatori qatarioti e di Hamas.

            Chi garantisce l'osservanza di quei punti, una volta liberati gli ostaggi? Gli americani sono parte in causa, con Trump poi che è assolutamente filosionista. Gli arabi se ne stanno per i fatti loro. L'autorità palestinese di Abu Mazen è un ectoplasma. Gli europei lasciamoli perdere...non esiste un garante "terzo" che fermerebbe Sion una volta riavuti gli ostaggi.

            Poi ci sono altre difficoltà: chi ricostruirebbe Gaza, lo farebbe a sue spese e poi riconsegnerebbe tutto ai palestinesi aggratis? Avremmo degli "investitori" (americani? ebrei? entrambi?) così generosi?

            Chi dovrebbe, cioè quale forza armata, attuare la smilitarizzazione di Gaza, la distruzione di tunnel e altro? Chi dovrebbe garantire i salvacondotti per i miliazioni di Hamas? E dove andrebbero dopo, cioè quale o quali paesi se li prenderebbero?

            Di interrogativi ce ne sarebbero molti altri, ma insomma il punto è che servirebbe una forza (anche militare) indipendente per far rispettare tutti i punti di quel processo di attuazione del piano, perchè lì adesso l'unica forza militare è quella sionista spalleggiata dagli americani.

            Questa in verità sarebbe una buona occasione per gli europei per fare davvero i "volenterosi": inviare una forza armata di interposizione, gestire il piano, fare da garanti, cooridinare la ricostruzione...ma figuriamoci, quelli stanno in coma ormai.

            Non mi pare comunque ci siano alternative all'accettare quel piano, e fossi in Hamas ci penserei bene prima di rifiutare.
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                Mosca: “Kiev prepara una provocazione clamorosa in Polonia per scatenare la guerra tra Nato e Russia”

                Il servizio d'intelligence russo per l'estero (Svr) ha accusato i servizi segreti ucraini di preparare una "provocazione clamorosa" in Polonia con un attacco di commando e probabili raid con droni su "infrastrutture critiche", per incolparne Mosca e la Bielorussia e così cercare di trascinare la Nato in una guerra con la Russia. In un comunicato citato dalla Tass, il Svr afferma che le azioni dovrebbero essere eseguite da commando di cui farebbero parte combattenti di gruppi armati russi e bielorussi schierati con Kiev: la Legione libertà della Russia e il Reggimento K.

                ​CorSera
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                  Hegseth, il discorso ai generali Usa: «Il nostro compito è prepararci alla guerra. Basta con la decadenza woke, i generali grassi le barbe lunghe».

                  Il presidente Usa e il segretario alla Guerra tengono l'atteso discorso davanti a centinaia di generali americani convocati per l'occasione a Quantico, in Virginia. «Siamo diventati "il dipartimento woke"»


                  «Il nostro compito è prepararci alla guerra. E vincerla».

                  Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha dato un segnale chiaro alle centinaia di generali statunitensi da lui convocati pochi giorni fa per un incontro del tutto fuori dall'ordinario nella base dei Marine a Quantico, in Virginia.

                  «Pace attraverso la guerra», ha aggiunto il segretario parlando di un «momento cruciale»: «L'era del Dipartimento della Difesa è finita. Benvenuti al Dipartimento della Guerra», ha aggiunto, ricordando il cambio di nome del Pentagono, concretizzatosi grazie a un ordine esecutivo del presidente Usa giunto all'inizio di settembre.

                  «Leader politici sciocchi e sconsiderati hanno impostato la bussola sbagliata e abbiamo perso la strada. Siamo diventati "il dipartimento woke". Dobbiamo cancellare decenni di declino. Per troppo tempo abbiamo promosso leader per le ragioni sbagliate: in base alla loro razza, alle quote di genere, ai cosiddetti primati storici», ha aggiunto. «Ora dobbiamo ripulire i detriti. Stiamo ponendo fine alla guerra contro i guerrieri».

                  Hegseth ha annunciato che saranno varate immediatamente delle direttive «gender neutral»: alle truppe saranno imposti standard di preparazione maschili, a prescindere dal loro genere.

                  «Non si tratta di impedire alle donne di servire. Noi teniamo in grande valore l'impatto delle donne militari. Le nostre sono assolutamente le migliori al mondo. Ma quando si parla di lavori che necessitano di potenza fisica per dare risultati in combattimento, gli standard fisici devono essere alti e neutrali dal punto di vista del genere. Se le donne possono eccellere, bene. Sennò, sia quel che sia. Se questo significa che nessuna donna può essere qualificata per il combattimento, così sia. Non è l'intento, ma potrebbe essere il risultato. Significherà anche che gli uomini deboli non potranno prestare servizio in combattimento, perché non stiamo giocando. Qui si tratta di vita o di morte»,

                  ​ «L'era della leadership "politicamente corretta", attenta a non ferire i sentimenti di nessuno finisce in questo momento, e a tutti i livelli. Questa amministrazione ha fatto molto fin dal primo giorno per rimuovere il politicamente corretto e la spazzatura ideologica tossica che aveva infettato il nostro dipartimento. Niente più mesi di "identità", uffici Dei (Diversità, equità e inclusione, ndr), niente più adorazione del cambiamento climatico, divisioni, distrazioni o illusioni di genere. Abbiamo chiuso con questa m**da».

                  «Basta» anche - ha aggiunto - «con le barbe, capelli lunghi e superficialità nell'espressione individuale. Non si può avere «un esercito pieno di pagani nordici. È del tutto inaccettabile vedere generali e ammiragli grassi nei corridoi del Pentagono a capo di comandi in tutto il paese, nel mondo, è una brutta figura. È brutto, e non rispecchia ciò che siamo».

                  A chi non approva questo approccio, Hegseth ha consigliato di «fare la cosa più onorevole: dimettetevi».

                  ​CorSera
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                    Non fa una piega
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                    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
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                      Non fa una piega
                      Si era giunti ad abominevoli barzellette con video promozionali delle forze armate come questo:



                      mentre in Russia fanno questi:



                      Direi che una ripulita e risistemata era ora scossa che se la dessero (gli americani)
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Barone Bizzio
                        Bodyweb Senior
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                        Non ci credo che siate così coglionabili. Mi rifiuto di crederci

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                        • Barone Bizzio
                          Bodyweb Senior
                          • Dec 2008
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                          Ignominioso anche il corsera che di tutte le cose inaudite dette Hegseth e Trump pensa alla diddadura wog

                          Che siano maledetti in eterno, servi dei servi

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                          • marcu9
                            Bodyweb Senior
                            • May 2009
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                            • Send PM

                            L'avviso della marina militare alla flotilla.
                            Ora sono fatti loro.


                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
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                              • In piedi tra le rovine
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                              Trump: «Le nostre città campi di addestramento»

                              Il presidente: pronti se qualcuno evoca la minaccia nucleare. Mi daranno il Nobel? No, lo daranno a qualcuno che non ha fatto niete

                              Centinaia di generali e ammiragli hanno ascoltato ieri i discorsi del capo del Pentagono Pete Hegseth e del presidente Donald Trump presso la base di Quantico, in Virginia. Il raduno dei leader militari americani da ogni parte del mondo è stato voluto da Hegseth per esporre la sua visione sul recupero di quello che ha definito «l’ethos del guerriero». Trump, pur ammettendo che è inusuale e che ha avuto un costo farli arrivare tutti a Washington, ha detto che ne è valsa la pena, perché era un evento funzionale allo «spirito di corpo».

                              Abituato a folle entusiaste, Trump ha notato subito il silenzio e ha esordito con una battuta, provocando risate: «Se volete applaudire, applaudite. Se non vi piace quello che dico, potete lasciare la stanza, ovviamente perderete il rango e il vostro futuro». Lasciando la Casa Bianca, poco prima, Trump aveva detto ai giornalisti che è pronto a licenziare in tronco i leader militari che non gli piacciono. Ma nel suo discorso ha elogiato i presenti: il loro aspetto, la forza dei sottomarini, la Space Force, le capacità nucleari americane (definite da lui «l’altra n-word», l’altra parola con la n che «non si dovrebbe mai menzionare»).

                              Il presidente ha promesso un trilione di dollari per la difesa: «Sono con voi. Vi appoggio al 100%». Ha detto di puntare a forze armate «più forti, dure, veloci, fiere e potenti che mai». Ha parlato delle guerre in Medio Oriente e in Ucraina. «Mi daranno il Nobel per la pace? Assolutamente no. Lo daranno a qualcuno che non ha fatto niente, a un tizio che ha scritto un libro sulla mente di Trump» (ha aggiunto che non darglielo sarebbe «un insulto» agli Stati Uniti).​

                              Poi ha parlato dello schieramento dei militari nelle città americane (Washington, Portland, Chicago): «La nostra storia è piena di eroi militari che hanno combattuto tutti i nemici, stranieri e interni. Abbiamo anche nemici interni. George Washington, Abraham Lincoln, Grover Cleveland e altri hanno usato le forze armate per mantenere l’ordine e la pace all’interno del Paese». Ha aggiunto di aver suggerito a Hegseth di «usare alcune di queste città pericolose come terreno di addestramento per i nostri militari». Queste parole toccano un tema aperto all’interno del Pentagono ovvero il dibattito sulla nuova Strategia nazionale di Difesa. Una bozza che stabilisce le priorità militari sotto questa amministrazione è stata fatta circolare tra i generali. Secondo il Wall Street Journal, la strategia punta soprattutto alla sicurezza dell’Emisfero Occidentale, come evidente dai raid aerei contro presunti trafficanti di droga venezuelani e dall’enfasi sull’immigrazione. Secondo il Washington Post, c’è un certo dissenso poiché alcuni generali, incluso Dan Caine, capo di stato maggiore delle forze armate voluto da Trump, temono che le nuove priorità si spostino troppo sulle minacce interne anziché restare sulla competizione con la Cina.​

                              Parlando prima di Trump, Hegseth ha promesso di dare una svolta a «decenni di decadenza» nelle forze armate e ha accusato «stupidi politici» di aver privilegiato il «politically correct» e la «diversità» rispetto al merito. «È completamente inaccettabile vedere generali e ammiragli grassi nelle sale del Pentagono», ha dichiarato l’ex veterano della Guardia Nazionale e presentatore di Fox News. «L’era dell’aspetto non professionale è finita. Niente più barbuti». Ha detto ai presenti che, se le sue parole li «gettano nello sconforto», dovrebbero dimettersi. «Ma so che la stragrande maggioranza di voi si sente rincuorato».

                              Ha difeso i licenziamenti fatti negli ultimi 8 mesi ai vertici delle forze armate (inclusi il capo di stato maggiore Charles Q. Brown, afroamericano, e l’ammiraglia Lisa Franchetti, prima donna a capo della Marina): «Troppo a lungo abbiamo promosso troppi leader in divisa per le ragioni sbagliate, basate sulla razza, le quote di genere, le cosiddette prime volte». E ha promesso cambiamenti nel modo in cui le denunce per discriminazione vengono gestite e indagate, anche se «essere razzisti e le molestie sessuali» resta «sbagliato e illegale». I generali si sono alzati alla fine per un educato applauso, mantenendo i volti inespressivi come durante l’intero evento, poiché la Costituzione vuole che le forze armate siano apolitiche e non sono mancati alcuni attacchi a Biden, ai politici democratici e ai media.​

                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • marcu9
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                                Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                                L'avviso della marina militare alla flotilla.
                                Ora sono fatti loro.


                                https://youtube.com/shorts/Phl86kKdv...E348N769ORFmkv


                                Che ne pensate?
                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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