Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Originariamente Scritto da fede79 Visualizza MessaggioQUAL E' LA SITUAZIONE DEL PROGRAMMA MISSILISTICO IRANIANO?
Fonte: Middle East Spectator
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Io partirei da due dati che mi paiono chiari: 1) Sion ha il dominio dei cieli iraniani, 2) Sion ha quinte colonne interne all'apparato militare e politico iraniano.
Ha il dominio dei cieli in quanto scorazza coi caccia ovunque, bombarda, le difese aeree iraniane o sono inefficaci o ridotte a mal partito...e che sappia dove e come colpire ce lo dice la decapitazione di tanti vertici iraniani, per cui sapevano benissimo quando e dove colpire.
La disparità tecnologica è d'altro canto evidente: l'aviazione iraniana è vetusta, a quanto pare pure la contraerea, e l'unica arma di offesa sono quei missili capaci di raggiungere Israele.
Ecco, dunque sul punto non so se quanto ci racconta l'articolo sia vero, quanta disponibilità di missili abbia l'Iran o se Israele stia davvero colpendo le rampe di lancio, diminuendo dunque la capacità di offensiva missilistica iraniana...o se forse l'Iran ne lancia pochi per non esarcerbare il conflitto, in quanto in ipotesi forse sta cercando di tornare ai tavoli delle trattative sul nucleare...questo non lo sappiamo e i media non aiutano a cause delle tare di cui sopra.
Però non farei molto conto sul fatto che le "difese antimissile israeliane si degraderanno"...per il semplice motivo che a rifornirle ci pensano gli USA. Tutto l'apparato militare sionista (obiettivamente il migliore e più aggiornato del Medio Oriente) è niente altro che forniture a marchio americano: tutto quell'apparato è sostenuto e alimentato dall'America...e questo incide molto.
L'Iran invece chi lo sta aiutando? Per adesso nessuno, è solo...e non è la Russia, cioè un paese immenso, con capacità nucleari e di sviluppo di armi modernissime (i missili ipersonici, i grandi sottomarini nucleari) e con riserve a quanto pare illimitate di missili e munizioni...perchè nel mare di merda con cui ci hanno sommerso i media occidentali, qualcuno che provasse ad illustrare le cose da un altro punto di vista c'è stato, solo che veniva sommerso dal liquame generale: ricordo, ad inizio conflitto, un ex diplomatico americano raccontare delle sue visite di anni prima in Russia e "dei magazzini di armi che si estendevano a perdita d'occhio", e di quel professore della Columbia (entrambi gli articoli li postai qui) che avvisava che: "non si può isolare un impero", perchè la Russia non è Cuba dove puoi porre un blocco navale - ovviamente analisi poco lette e ancor meno prese in considerazione.
L'Iran è in difficoltà, questo mi sento di dirlo, è un qualcosa che si percepisce a sensazione...se però l'America dovesse decidere di non intervenire direttamente, l'Iran segnerebbe un bel punto.
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QUAL E' LA SITUAZIONE DEL PROGRAMMA MISSILISTICO IRANIANO?
Fonte: Middle East Spectator
Israele sostiene di aver distrutto due terzi dei trasportatori elevatori lanciatori (TEL) capaci di lanciare missili balistici verso Israele. Dicono questa sia la ragione per cui l'Iran sta sparando meno missili per lancio rispetto all'inizio del conflitto.
In realtà, non è esattamente così. E' stata confermata con prove fotografiche la distruzione di soli 10 TEL.
Ma allora perché l'Iran sembra 'impossiblitato' a lanciare grandi salve di missili contemporaneamente?
L'Iran ha una vasta rete di basi sotterranea per i propri missili, sparse in tutto il Paese. Le principali sono situate nell'Iran occidentale, vicino a Tabriz, Khrammabad e Kermanshah. Questi siti militari sono situati molto in profondità, e sono praticamente invulnerabili agli attacchi aerei convenzionali da parte di Israele.
Tuttavia, durante l'attacco iniziale di venerdì, Israele è riuscito a colpire alcune di queste basi e far collassare l'entrata ai tunnel. Ci vorranno giorni interi per l'Iran per rimuovere le macerie e riaprire le entrate e, anche allora, saranno vulnerabili ad attacchi ripetuti per via della superiorità aerea israeliana a Ovest.
La maggior parte dei missili lanciati verso Israele al momento provengono dall'Iran centrale e orientale; da posti come Shiraz, Shahrud, o persino Mashhad. Questo è dovuto al fatto che la superiorità aerea israeliana è molto meno consolidata in queste aree.
Anche nella peggiore delle ipotesi, che considera una rimanenza di soli 100-200 TEL, l'Iran dovrebbe essere in grado di eseguire un attacco missilistico di grandi dimensioni. Quindi, perché non lo fa?
Portare avanti un attacco missilistico coordinato su larga scala richiede una attenta pianificazione e preparazione. Nella fase di preparazione, i lanciatori vengono portati fuori dalle basi e vengono allestiti per il lancio. Nelle aree dove Israele ha sufficiente superiorità aerea, potrebbero identificare questi lanciatori e colpirli preventivamente, potenzialmente causando grandi perdite.
Allora perché l'Iran al momento usa solo una o due basi missilistiche alla volta?
Stanno eseguendo tattiche 'mordi e fuggi': portano fuori 20-30 lanciatori, sparano e si ritirano immediatamente nei tunnel per evitare le perdite.
Quando l'Iran si sentirà più sicuro sulla propria capacità di lanciare attacchi coordinati e su larga scala, li eseguirà. Perché non hanno affatto finito i missili e i lanciatori, e non li finiranno nel breve termine. Ma la situazione delle basi missilistiche nell'Iran occidentale deve essere risolta prima di procedere.
In conclusione, la stragrande maggioranza delle basi missilistiche iraniane sono completamente intatte, con l'eccezione della base di Tabriz, di ci abbiamo evidenza fotografica che prova grandi esplosioni secondarie, il che portano a pensare che la struttura sotterranea sia stata colpita. Per le altre basi che sono state semplicemente 'danneggiate', è solo una questione di tempo, ovvero di rimuovere le macerie dalle entrate dei tunnel e ritornare al lavoro.
Quando le difese aeree israeliane inizieranno a degradarsi significativamente, cosa che probabilmente inzieremo a vedere nei prossimi giorni, l'Iran verosimilmente porterà avanti lanci più a larga scala, con missili meno sofisticati ma con testate più grandi. Usare questi missili ora sarebbero uno spreco.
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Attacco Usa all'Iran, i piani e i dubbi: le super bombe su Fordow e l'incubo di dover mandare forze speciali a «finire la missione»
L'opzione preferita dalla Casa Bianca sarebbe quella di una azione mirata ad alcuni obiettivi: ma Trump vuole l'irraggiungibile certezza che la super bomba basti a distruggere Fordow. E valuta le possibili ritorsioni: sulle basi Usa, sullo stretto di Hormuz, e con cellule terroristiche
Il pendolo di Trump sull’attacco contro l’Iran non si ferma. Lo spingono considerazioni politiche ma anche militari.
Queste le «ultime» da Washington sul secondo aspetto.
I DUBBI
Il presidente – scrive il Guardian – vuole essere sicuro che la super bomba GBU 57 sia efficace in una eventuale operazione contro Fordow. La risposta, come per qualsiasi azione bellica, non può essere netta.
L’arma potrebbe non bastare, neppure con una serie di colpi ripetuti portati dai bombardieri B 2 sul bunker dentro la montagna.
È stato detto e riscritto: anche gli israeliani hanno pensato ad uno scenario dove insieme ai raid è previsto l’intervento di forze speciali. Un’alternativa che presenta grandi rischi. Nella memoria dei militari americani c’è sempre il disastro dell’aprile quando fallì la missione per liberare gli ostaggi a Teheran. Un elicottero e un cargo C 130 si scontrarono nel deserto iraniano, disastro determinato da condizioni meteo avverse (tempesta di sabbia), obiettive difficoltà logistiche, problemi di coordinamento. Di tempo ne è passato, i mezzi sono altri ma i pianificatori devono sempre valutare le variabili.
AZIONI MIRATE
Indiscrezioni suggeriscono che l’opzione preferita dalla Casa Bianca sia un’azione mirata e ristretta ad alcuni obiettivi, compreso Fordow. Trump vorrebbe appoggiare Israele ma senza partecipare ad una campagna ampia. E dunque il «compito» è assegnato al dispositivo mobilitato in questi giorni: caccia, missili da crociera, bombardieri strategici.
Del resto, nota qualche commentatore, l’IDF ha già svolto buona parte del «lavoro» riducendo le capacità della contraerea – che comunque non è scomparsa – e il numero di lanciamissili, che però riescono ogni giorno a tirare salve di vettori contro lo Stato ebraico. Giovedì i pasdaran hanno sperimentato un nuovo tipo di testata che rilascia, ad alta quota, 20 sub-munizioni da 2.5 chilogrammi di esplosivo su un vasto raggio. Un tentativo di allargare gli effetti. Un ulteriore dimostrazione di un continuo adattamento in situazioni di "stress".
MONITI
Gli ayatollah non ripiegano. I massimi dirigenti mettono in guardia non solo Israele ma anche gli Stati Uniti su quanto potrebbe accadere nel caso di un intervento diretto statunitense. È un gesto di sfida che ricorda quello dei capi Hezbollah poco prima che venissero eliminati da Israele.
Le parole di Teheran non sono sottovalutate a Washington, in quanto conoscono le capacità iraniane per manovre che possono comunque creare perdite o problemi. Nella Repubblica islamica numerosi esponenti hanno insistito sulla necessitò di bloccare lo stretto di Hormuz, magari usando delle mine. Scenario ribadito con decisione anche in queste ore, una ritorsione dalle conseguenze serie per le economie internazionali. Oppure attacchi contro le basi statunitensi nella regione. Non sono escluse neppure provocazioni per ostacolare il traffico marittimo nel Golfo oppure in Mar Rosso con la sponda degli Houthi. L’intelligence teme azioni di piccole cellule, con il ricorso a droni e razzi, nei paesi che ospitano una presenza statunitense. Una tattica ai quali si sono affidati in passato per gesti dimostrativi.
Ed è sempre alto il rischio terrorismo: le sedi diplomatiche e le basi diventano target. In questi momenti è «naturale» prevedere qualsiasi tipo di iniziativa da parte dell’avversario, a maggior ragione in un teatro geografico così vasto.
CorSera
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