Como-Inter 0-2, successo inutile per i nerazzurri. Lo scudetto sfuma. De Vrij: «Non lo abbiamo meritato»
Tutta l'amarezza della squadra di Inzaghi, che rivive la delusione della corsa scudetto persa col Milan nel 2022. Ora tutto sulla Champions
Un rodaggio intenso, ma senza l’ombra di Lautaro disperato nel finale in panchina, ventuno minuti da campioni d’Italia grazie al gol di testa di De Vrij, poi al primo squillo del Napoli l’Inter fa i conti con la realtà: non era questo il posto giusto, non era questo il momento per rivincere lo scudetto. Correa segna il 2-0 in bello stile in contemporanea con Lukaku, contro il Como in 10 per l’espulsione del portiere Reina. Ma il Black Friday interista non prevede sconti. E Inzaghi fissa il vuoto dal box della tribuna, dove è confinato per squalifica: perdere contro il collega che lo ha preceduto all’Inter e non aveva creduto nella crescita del club avvenuta, fa ancora più male, inutile nasconderlo. E le parole di Conte degli ultimi giorni, quelle sui maggiori meriti di chi vince lo scudetto rispetto a chi arriva in fondo alla Champions, hanno aumentato, se possibile, la frustrazione e la stizza di Simone. Il veleno però è stato diluito e metabolizzato lungo l’intera settimana, grazie anche all’obiettivo della Champions che incombe. E che è stato il chiodo fisso fin da settembre.
Errori propri e altrui
Che l’ultimo jolly scudetto fosse volato via, l’Inter lo aveva già capito domenica scorsa contro la Lazio, con il rigore del 2-2 assegnato per il gomito fuori posto di Bisseck. E non a caso era rimasta in silenzio, a fare il conto degli errori che sono costati il titolo numero 21. A partire dai propri, ovviamente, perché questa è una squadra che ha sempre cercato poco gli alibi e che sa bene di non essersi mai espressa in questo torneo ai livelli mostrati in Champions. Anche per alcuni limiti strutturali evidenti in attacco, sui quali a gennaio la proprietà ha deciso di non intervenire, mettendone in conto le conseguenze. Ma c’è da fare anche il conto degli errori altrui, soprattutto quello di Fabbri che è costato la sconfitta contro la Roma, anche se nessuno può sapere se il rigore eventualmente assegnato per la lunga ed evidente trattenuta di Ndicka su Bisseck (svista ammessa dai vertici arbitrali) sarebbe stato realizzato.
Marotta: «Vogliamo proseguire con Inzaghi»
Dettagli pesanti, nelle volate così serrate. «Il silenzio stampa è una forma di comunicazione — la riflessione del presidente Marotta prima della gara di Como — abbiamo ritenuto di farlo perché c’era un po’ di tensione e non per mancanza di rispetto. È stato fatto per gestire un momento difficile. Per il resto abbiamo giocato 15 partite in più rispetto al Napoli ed è normale che ci siano state delle difficoltà. Il futuro di Inzaghi? Il contratto non è in scadenza, c’è ancora un anno. Ma si è creato un rapporto di grande simbiosi e da parte nostra c’è tutta la volontà di proseguire. Ci ritroveremo dopo la finale di Champions per una proposta di rinnovo».
CorSera
Tutta l'amarezza della squadra di Inzaghi, che rivive la delusione della corsa scudetto persa col Milan nel 2022. Ora tutto sulla Champions
Un rodaggio intenso, ma senza l’ombra di Lautaro disperato nel finale in panchina, ventuno minuti da campioni d’Italia grazie al gol di testa di De Vrij, poi al primo squillo del Napoli l’Inter fa i conti con la realtà: non era questo il posto giusto, non era questo il momento per rivincere lo scudetto. Correa segna il 2-0 in bello stile in contemporanea con Lukaku, contro il Como in 10 per l’espulsione del portiere Reina. Ma il Black Friday interista non prevede sconti. E Inzaghi fissa il vuoto dal box della tribuna, dove è confinato per squalifica: perdere contro il collega che lo ha preceduto all’Inter e non aveva creduto nella crescita del club avvenuta, fa ancora più male, inutile nasconderlo. E le parole di Conte degli ultimi giorni, quelle sui maggiori meriti di chi vince lo scudetto rispetto a chi arriva in fondo alla Champions, hanno aumentato, se possibile, la frustrazione e la stizza di Simone. Il veleno però è stato diluito e metabolizzato lungo l’intera settimana, grazie anche all’obiettivo della Champions che incombe. E che è stato il chiodo fisso fin da settembre.
Errori propri e altrui
Che l’ultimo jolly scudetto fosse volato via, l’Inter lo aveva già capito domenica scorsa contro la Lazio, con il rigore del 2-2 assegnato per il gomito fuori posto di Bisseck. E non a caso era rimasta in silenzio, a fare il conto degli errori che sono costati il titolo numero 21. A partire dai propri, ovviamente, perché questa è una squadra che ha sempre cercato poco gli alibi e che sa bene di non essersi mai espressa in questo torneo ai livelli mostrati in Champions. Anche per alcuni limiti strutturali evidenti in attacco, sui quali a gennaio la proprietà ha deciso di non intervenire, mettendone in conto le conseguenze. Ma c’è da fare anche il conto degli errori altrui, soprattutto quello di Fabbri che è costato la sconfitta contro la Roma, anche se nessuno può sapere se il rigore eventualmente assegnato per la lunga ed evidente trattenuta di Ndicka su Bisseck (svista ammessa dai vertici arbitrali) sarebbe stato realizzato.
Marotta: «Vogliamo proseguire con Inzaghi»
Dettagli pesanti, nelle volate così serrate. «Il silenzio stampa è una forma di comunicazione — la riflessione del presidente Marotta prima della gara di Como — abbiamo ritenuto di farlo perché c’era un po’ di tensione e non per mancanza di rispetto. È stato fatto per gestire un momento difficile. Per il resto abbiamo giocato 15 partite in più rispetto al Napoli ed è normale che ci siano state delle difficoltà. Il futuro di Inzaghi? Il contratto non è in scadenza, c’è ancora un anno. Ma si è creato un rapporto di grande simbiosi e da parte nostra c’è tutta la volontà di proseguire. Ci ritroveremo dopo la finale di Champions per una proposta di rinnovo».
CorSera
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