Morte Papa Francesco e prossimo Conclave

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  • zuse
    Macumbico divinatore
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

    E' proprio perchè sarebbe un mix troppo potente che alla potenza egemone (almeno dell'occidente) non verrà dato anche il Papa, per questo lo escluderei. Certo però un Dolan sarà tra coloro che guideranno il partito di "opposizione" conservatrice all'ala più progressista e a coloro che vorranno un Francesco bis.

    Saranno 133 cardinali elettori, quorum a 88, il che vuol dire che alla minoranza conservatrice servirà avere un pacchetto di 46 voti per bloccare l'elezione e dunque costringere una eventuale maggioranza progressista ad un nome condiviso, un nome di "compromesso".

    Tutto sta a capire se l'ala conservatrice ha quei circa 46 voti in partenza, altrimenti il Papa lo decideranno i bergogliani - se hanno i numeri, perchè magari sono una maggioranza relativa ma non assoluta...in fondo quello è stato un pontificato che è molto piaciuto fuori dalla Chiesa ma chissà quanto nella Chiesa...
    Non gufarla eh!

    Comunque speriamo.

    Mi pare la maggioranza dei cardinali sia dell'ala Bergogliana.

    Se dovessero prevalere, allora probabile ci sia un papa relativamente giovane. Diversamente se le divergenze saranno marcate e sostanziali, anche come peso elettorale, probabile un papa più in là con gli anni e di transizione




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    • The_machine
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      Zu, ricordo quando (ventenne) dicevi che scrivere su BW da over 30 era da falliti.

      Adesso ti avvicini agli anta che stai qui a fare la maratona per l'elezione del papa.

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      • zuse
        Macumbico divinatore
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        Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
        Zu, ricordo quando (ventenne) dicevi che scrivere su BW da over 30 era da falliti.

        Adesso ti avvicini agli anta che stai qui a fare la maratona per l'elezione del papa.
        Ricordi male. E come al solito ora devo rimetterti a cuccia.

        Analizziamo insieme la sequela di strunzate che sei riuscito a generare:


        1) Dicevo che scrivere da over 40 (in trash con minacce) prendendosela con dei 20enni su un forum, era da falliti. Non a quelli che postavano in altre sezioni.

        2) sono vicino ai 40 come te ai 50

        3) allora non sapevo che essere rifiutati da una maestra d'inglese ucraina che all' appartamento pregio a Milano da mantenuta preferisse vivere sotto le bombe a kharkiv, fosse possibile... altrimenti avrei certamente ricalibrato il mio concetto di "fallito".


        Un abbraccio conclavoso mio vecchio sbavatore addesca rifugiate di guerra.





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        • The_machine
          Bodyweb Senior
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          Devi prendertela col giudizio del te stesso del passato Zu

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Il Conclave della Curia esautorata da Francesco: «Rimettere ordine»

            Dodici anni dopo Francesco, lo scenario di partenza sembra ribaltarsi. Uno dei cardinali: «Valutare il negativo e il positivo del presente». Tra i papabili spunta Filoni, il diplomatico sotto le bombe in Iraq

            Per certi versi la situazione è speculare a quella dell’ultimo Conclave, preceduto dai mesi cupi di Vatileaks, un’atmosfera asfittica che si rifletteva nelle congregazioni segnate dal sospetto verso la Curia romana in generale e gli italiani in particolare: l’elezione di Bergoglio, nel 2013, ebbe l’effetto di chi apre porte e finestre in una stanza chiusa.

            Dodici anni più tardi, nelle discussioni tra cardinali dentro e fuori le congregazioni generali, ricorre l’esigenza di ritrovare punti di riferimento dopo la cura Francesco: che ha messo a dieta e riformato la Curia ma talvolta l’ha pure esautorata, magari agendo direttamente senza avvertire i suoi stessi collaboratori, come se in fondo il vecchio sospetto contro i «curiali», pure quelli scelti da lui, non fosse mai stato superato. Non si tratta di restaurazione, anche perché ne parlano porporati non sospettabili d’essere reazionari, ma di rimettere un po’ di ordine negli organismi di governo della Chiesa senza per questo smarrire l’impulso riformatore di Bergoglio.

            Questione di equilibrio, proprio quello che le congregazioni dei cardinali stanno cercando di raggiungere in vista del Conclave che si riunirà dalle 16.30 del 7 maggio. Proprio ieri è stato confermato che due dei 135 elettori non parteciperanno al voto nella Sistina per motivi di salute, il che significa che al momento gli elettori sono 133 e il quorum di due terzi per eleggere il nuovo Papa si abbassa da 90 a 89 voti. Non che cambi granché: poiché gli elettori non sono mai stati così numerosi, ben al di sopra del limite teorico di 120 stabilito da Paolo VI, pure la soglia dei consensi minimi necessari non è mai stata così alta. Le regole definite dalla Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II impongono un consenso vasto. Non un compito facile, tanto più in un Conclave multipolare composto da cardinali di 71 Paesi talvolta remoti, uomini che in molti casi stanno cominciando a conoscersi soltanto in questi giorni.

            Naturale che fin dalla vigilia siano emersi i profili dei cardinali più conosciuti, almeno sulla carta capaci di raccogliere fin dall’inizio decine di consensi, a cominciare dal Segretario di Stato Pietro Parolin, che tra l’altro sarà il Decano nel Conclave e presiederà le operazioni perché sia il Decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re sia il vice Leonardo Sandri sono ultraottantenni e non entreranno nella Sistina.

            Ma nulla è scontato, in un Conclave. Storicamente, il rischio è che i candidati più votati si blocchino dopo i primi scrutini. Magari si arriva a quaranta voti, a cinquanta, e poi non si va oltre. È in questa fase che possono subentrare nomi che all’inizio non erano considerati favoriti. Già durante le congregazioni, del resto, possono emergere personalità che alla vigilia, almeno all’esterno, non erano state considerate.

            In questi giorni, ad esempio, si sta affermando anche il nome del cardinale Fernando Filoni, 79 anni, collaboratore stretto degli ultimi tre Pontefici e attuale Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro. Grande diplomatico, già Sostituto e prefetto di Propaganda Fide, durante la seconda guerra del Golfo fu l’unico ambasciatore occidentale a rimanere a Bagdad sotto i bombardamenti americani. In generale, si guarda a quelle figure che per la loro storia ed esperienza possono essere capaci di tenere assieme le differenze.

            Le polemiche che hanno scandito il pontificato di Francesco appartengono alla storia e le «curve» contrapposte appaiono residuali. Piuttosto, le congregazioni — ieri c’erano 168 cardinali, tra i quali 124 elettori — stanno affrontando una serie di temi, dal «ruolo della Chiesa nel mondo di oggi e le sfide che si trova ad affrontare» alle questioni economiche. Come spiega un cardinale, «si tratta di valutare il positivo e il negativo della situazione presente: e scegliere, in base a questo, la persona più adatta a occuparsene».

            ​CorSera
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • centos
              Bad Lieutenant
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              • Ducato di Parma
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              come se in fondo il vecchio sospetto contro i «curiali», pure quelli scelti da lui, non fosse mai stato superato.
              "tieni vicino gli amici ma ancora di più i nemici"




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              • Sean
                Csar
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                Il biografo di papa Francesco: «Mi disse: "Qualche sinistrino voleva mettermi il cappio al collo". Inconsciamente non voleva essere eletto»

                Fabio Marchese Ragona ha lavorato con Bergoglio all'autobiografia «Life: la mia storia nella Storia»: «Parlava degli abusi e di Emanuela Orlandi come di sfide incompiute. E mi salutava con un segno di croce e una battuta: "Ora vai, non rompere le scatole"»

                «Una volta mi ha fatto trovare le empanadas e ha detto: “Sei digiuno, ora le mangi tutte”. Un’altra dei cioccolatini portati dalla Amazzonia: “Se sono buoni li mangio anch’io”». Era così papa Francesco: «Sensibile, ironico e determinato», dice il vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona, mentre lavorava con lui all’autobiografia (Life: La mia storia nella Storia, HarperCollins ) che sarà in edicola dal 3 maggio con il Corriere e la Gazzetta (a 12,99 euro) e che Lucky Red renderà un film: primo ciak fine 2025.

                Come l’ha convinto?
                «Una Grazia. Gli dissi che sarebbe stato bello ascoltare la sua storia attraverso i grandi eventi. Mi rispose che gli interessava per i giovani ai quali, da anziano, voleva lasciare un messaggio. E così ha aperto il libro dei ricordi per un bilancio di gioie, dolori, successi e anche sconfitte».

                Il primo?
                «Lo scoppio della guerra. Aveva solo tre anni. Gli ho chiesto come facesse a ricordare. “Ho dei flash. Mamma e papà che urlavano: ‘Hitler è un mostro’. O Margherita Musonero, amica di nonna, che le raccontava cosa succedesse ai parenti in Italia. Ci mandavano via, ma noi bambini origliavamo di piccoli separati dalle mamme: un trauma”».

                E della pace?
                «Ricordava una vicina che gridava a sua mamma: “Signora Regina, esca, è finita la guerra”. Vedere quelle donne semplici piangere, felici, per la pace, diceva, lo ha segnato. E convinto a lottare sempre contro le guerre».

                Si è mai commosso, mentre raccontava?
                «Sì, della dittatura in Argentina: “Un genocidio generazionale”. Ha detto di aver fatto tutto ciò che poteva».

                Lo accusarono di complicità col regime.
                «Andò da Videla, a celebrare messa, per liberare due confratelli gesuiti. Ci riuscì ma non potè nemmeno salvare la sua amica Esther. Fu interrogato quattro ore e mezza su quei fatti nel 2010. E rivendica: “Sono uscito pulito da una brutta manovra di qualche sinistrino che voleva mettermi il cappio al collo”».

                Cosa le ha confessato del Bergoglio uomo?
                «La sua depressione. Quando fu “esiliato per punizione” e non sapeva perché. Alla fine capì».

                Cosa?
                «Lo dice: “Mi serviva un periodo di purificazione. Passai quel tempo a confessare e a leggere libri sui Papi. Non immaginavo di diventarlo”».

                Come lavoravate?
                «All’inizio in incontri di tre, quattro ore. La correzione di bozze per telefono. Ogni tanto lui mi chiamava e io naturalmente rispondevo sempre.
                Una volta, in metro, dissi: “Santo Padre, mi permette di chiamarla solo Padre, altrimenti qui pensano sia matto?” E lui, sorridendo: “Chiamami pure Giorgio”».

                Dicono che amasse fare scherzi. A lei li ha fatti?
                «Una volta mi chiamò dicendo. Sono el Coco : che significa l’Uomo nero. Anche se mi vesto di bianco”. Amava strappare un sorriso».

                Dove lavoravate?
                «A casa sua: al secondo piano di Santa Marta. Una volta mi ha anche detto: “Vieni, ti faccio vedere la stanza dove dormivo durante il Conclave”. La guardia svizzera era allarmatissima».

                Retroscena del Conclave?
                «Mi ha detto di aver capito, subito dopo pranzo, quel giorno, che sarebbe stato eletto. E che non voleva entrare nella cappella Sistina. Si soffermò col cardinal Ravasi a discutere di libri sapienziali. Tanto che li richiamarono. Ha ammesso: “Inconsciamente non volevo essere eletto”».

                E cosa ha pensato davanti alla folla che lo acclamava?
                «Alla nonna, alla mamma e ai poveri di Buenos Aires che non avrebbe rivisto».

                E dopo?
                «Ha chiamato il Papa emerito e il nunzio apostolico in Argentina per dirgli di avvisare i vescovi del Paese di non venire Roma e dare i soldi dei biglietti aerei ai poveri. Racconta la felicità di tenersi la sua Croce e le sue scarpe ortopediche. E conferma di non essere andato al palazzo Apostolico perché avrebbe “avuto bisogno di uno psicologo”».

                L’hanno accusato di avere un carattere vendicativo.
                «Al contrario. Gliene hanno fatte di tutti i colori e ha perdonato sempre tutti».

                Degli abusi cosa dice?
                «È una delle sue sfide incompiute. Invita tutti a lavorare per trovare la verità. Lo dice anche di Emanuela Orlandi».

                Quale immagine rivede?
                «Quando, finito il lavoro, mi accompagnava all’ascensore. Mi faceva un segno di Croce con le dita sulla fronte. E scherzava: “Ora vai. Non rompere le scatole”».

                ​CorSera
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                • Sean
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                  Uno sguardo ai preparativi in Sistina. Il sempre puntuale ed informatissimo sito Rome Reports ci permette di entrare nella magnificenza delle sale del Palazzo Apostolico (in sequenza: ultimo tratto della Scala Regia; la Sala Regia; la Sistina che sulla Sala Regia si affaccia; nel finale si apprezza uno scorcio della Sala Ducale, dove gli operai hanno appoggiato i tavoli su cui voteranno i cardinali)

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                    Uno sguardo ai preparativi in Sistina. Il sempre puntuale ed informatissimo sito Rome Reports ci permette di entrare nella magnificenza delle sale del Palazzo Apostolico (in sequenza: ultimo tratto della Scala Regia; la Sala Regia; la Sistina che sulla Sala Regia si affaccia; nel finale si apprezza uno scorcio della Sala Ducale, dove gli operai hanno appoggiato i tavoli su cui voteranno i cardinali)

                    Fantastico, lo attendo più del ritorno di Champions.

                    Peccato non ci sia il PPV in diretta dalla Sistina il 7




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                    • Sean
                      Csar
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                      Una chiesa ancora divisa con un fronte anti-Bergoglio. Perché è improbabile la scelta di un Papa americano

                      Il ruolo del trumpiano Dolan, le uscite di Vance, i tentativi di mediazione. Gli statunitensi sono il secondo "blocco" di porporati dopo gli italiani, ma pagano l'effetto Donald

                      Donald Trump che scherza sulle sue aspirazioni pontificie e poi posta sul sito della Casa Bianca un’immagine, generata da un’intelligenza artificiale, di sé stesso in abiti papali. Il presidente degli Stati Uniti che spezza una lancia per il cardinale, vescovo di New York, Timothy Dolan. Il senatore del South Carolina, Lindsey Graham che, in tono semiserio, chiede ai membri del Conclave di non scartare a priori l’ipotesi di un pontefice Donald I: «Sommare nelle stesse mani i poteri di presidente Usa e capo mondiale dei cattolici comporterebbe molti vantaggi».

                      Quello degli ecclesiastici Usa è, numericamente, il secondo blocco, per consistenza, dopo quello degli italiani (17 cardinali, 10 dei quali voteranno in Conclave), ma le chance di un pontefice a stelle strisce erano piuttosto ridotte anche prima che Trump piantasse i semi di un altro «effetto Canada»: quel Paese è visto dai vescovi del mondo come enormemente potente e influente, anche senza esprimere un Papa. La chiesa Usa, poi, è divisa tra una maggioranza conservatrice che ha «cavalli di razza» come il cardinale Raymond Burke, oltre a Dolan, e l’ala progressista che schiera i vescovi di Chicago e Newark, Blase Cupich e Joseph Tobin.

                      Pesa, poi, su questa gerarchia il fatto di essere stata, almeno mediaticamente, la punta dello scandalo degli abusi sessuali dei sacerdoti, a partire dall’inchiesta del Boston Globe divenuta un film (Il caso Spotlight) di grande risonanza mondiale, premiato anche con due Oscar.

                      Due possibili candidati Usa di mediazione, il camerlengo Kevin Farrell e il prefetto del Dicastero per i vescovi, Robert Prevost, che potrebbero emergere in caso di un stallo prolungato nelle votazioni, dovrebbero probabilmente fare i conti anche con questo handicap (soprattutto Prevost, accusato di scarsa vigilanza durante gli incarichi a Chicago e in Perù).

                      Difficile, per Dolan, esercitare anche solo quel ruolo di kingmaker al quale, pure, aspirerebbe, ma questo non significa che la Chiesa americana peserà poco nel Conclave e, soprattutto, negli indirizzi futuri. Anche se il Papa appena scomparso ha fatto emergere cardinali progressisti come Robert McElroy (il vescovo di San Diego che Francesco ha messo a capo della chiesa della capitale, Washington, proprio mentre Trump nominava ambasciatore Usa presso la Santa Sede Brian Burch, un arciconservatore nemico giurato di Bergoglio), da anni nella Chiesa americana cresce il peso di conservatori e tradizionalisti: una reazione contro le aperture al relativismo della società contemporanea che spinge anche giovani seminaristi a invocare il ritorno alle liturgie in latino e ad essere dogmatici su matrimoni, sesso, contraccezione, sacerdozio. Un fenomeno che non riguarda solo gli Usa: in Gran Bretagna si va verso un sorpasso dei cattolici, più dogmatici, sugli anglicani accusati di aver abbracciato istanze progressiste fino a perdere la loro identità.

                      Il tentativo degli integralisti di imporre una sterzata alla chiesa di Francesco (per loro una rottura dopo i 35 anni dei papati conservatori di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), è legato a una data precisa: il 26 agosto 2018 il vescovo Carlo Maria Viganò, che fino a poco prima era stato Nunzio apostolico negli Stati Uniti, accusa il Papa di aver coperto gli abusi sessuali del cardinale McCarrick e chiede le sue dimissioni. Il golpe ecclesiastico fallisce: Viganò viene scomunicato per scisma. Ma il tentativo di scisma parte ed è finanziato dagli Stati Uniti in piena era Trump I. Mentre Steve Bannon, stratega della sua vittoria elettorale e sedicente cattolico tradizionalista (anche se ha divorziato tre volte) attacca di continuo un pontefice che definisce marxista, sovversivo, perfino illegittimo.

                      Ed è una coincidenza singolare e impressionante che Francesco sia morto poche ore dopo aver incontrato il vicepresidente Usa JD Vance che inizialmente aveva rifiutato di ricevere per motivi di salute ma, in realtà, soprattutto per la sua aperta ostilità: convertito nel 2019 al cattolicesimo, definendosi seguace della «chiesa della resistenza» a Bergoglio: linea Viganò.

                      Duro anche ora che è al governo, fino a costringere Dolan, un amico dichiarato di Trump che lo ha voluto per due volte a officiare i riti religiosi delle sue inaugurazioni presidenziali, a definire «malvagi e volgari» i commenti di Vance: per lui i vescovi (conservatori compresi) si oppongono alle deportazioni di massa dei clandestini perché le organizzazioni religiose che aiutano gli immigrati a chiedere asilo vengono pagate per questo servizio.

                      ​CorSera
                      ...ma di noi
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • White House
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                        è lunedì ed ancora non mi è arrivato dalla Santa Sede il fasciolo con tutti i profili dei cardinali che è già stato distribuito ai futuri membri del conclave.

                        La cosa mi turba e non poco, non vorrei dover mobilitare l'avv Serra operante in Roma.



                        nel frattempo qui un ottimo sito per guidarci nella scelta

                        A groundbreaking new website aimed at helping members of the Sacred College know one another better in view of the next conclave and into the future.



                        qui una mappa interattiva









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                        • Sean
                          Csar
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                          • In piedi tra le rovine
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                          Due siti davvero ben fatti.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • M K K
                            finte ferie user
                            • Dec 2005
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                            Pizzaballa ha più faccia di tutti
                            Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                            Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                            Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
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                              • In piedi tra le rovine
                              • Send PM

                              Conclave, è corsa contro il tempo. “C’è grande confusione”

                              Domani il via. L’ultimo arrivato, l’indonesiano Hardjoatmodjo: “Nessun passo avanti sul nome”. L’iracheno Sako: “Ci vorranno tre o quattro giorni”. Brilla l’intervento del filippino David

                              «Che grande confusione». Il cardinale Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo è appena arrivato da Giacarta. È stato uno degli ultimi tre elettori che ieri si sono aggregati alle Congregazioni generali, ha prestato giuramento di riservatezza in mattinata e poi si è tuffato nelle riunioni, ansioso di farsi un’idea prima di entrare, domani pomeriggio, nella Cappella Sistina.​

                              A fine giornata, dopo aver ascoltato quasi cinquanta interventi, confessa di essere più disorientato di prima: «Abbiamo sentito tante voci, non è facile tirare le somme». L’unica cosa che gli appare chiara è che si andrà avanti in continuità con Francesco. Sì, ma come e soprattutto con chi? «Vedremo, dobbiamo riflettere».

                              Il tempo, però, è quasi scaduto. Stamattina i cardinali affrontano l’ultima maratona di interventi: più o meno altri venticinque, fino alle 12 e 30. Poi basta, è ora di trasferirsi a Santa Marta dove potranno portare i bagagli già da stamattina e, se lo vorranno, dormire stasera prima della messa pro eligendo pontifice fissata per le 10 di domani nella basilica vaticana.

                              Resteranno quindi solo i conciliaboli e i colloqui individuali per scegliere il nuovo Papa. Ammesso di avere un recapito diretto del confratello. «Il problema è che non ci conosciamo, non è possibile che un’occasione di confronto del genere avvenga solo quando poi dobbiamo affrettarci a scegliere il Papa, ora si rischia che il Conclave duri tre o quattro giorni», si lascia andare l’iracheno Louis Sako: «Io sono cardinale da sette anni, finora ci siamo ritrovati quando venivano concesse le nuove porpore, ma al di là di qualche scambio di parole, in quei casi non sono previste discussioni così aperte sulla situazione della Chiesa a Roma e nel mondo. Sarebbe opportuno rendere il concistoro un’istituzione concreta, non solo formale».

                              Sembra essere il grande tema che aleggia sul preconclave. E che, nello stesso tempo, rischia di condizionarlo. C’è da capire chi ha un’idea più convincente di «collegialità». «Il Papa non può decidere da solo sulle grandi questioni», dice ad esempio Sako. E nello stesso tempo c’è da declinare l’altro tema su cui Bergoglio ha insistito in modo martellante, la sinodalità. L’interpretazione che ne è stata data durante lo scorso pontificato ha ricevuto nelle riunioni attacchi frontali da parte dei gruppi più conservatori e anche da qualche voce di frontiera come quella del cardinale Joseph Zen Ze-kiun, salesiano di 93 anni, vescovo emerito di Hong Kong inviso al governo cinese che lo ha persino imprigionato. «A suo tempo mi avevano rilasciato il passaporto per il funerale di papa Benedetto, due giorni a Roma; questa volta dieci giorni», ha raccontato. E dopo aver elogiato la personalità di papa Francesco, si è lanciato in un discorso che è stato fatto poi circolare sui social. Un affondo nel quale si descrive un sinodo snaturato: era «uno strumento storico del magistero della Chiesa», ma ora «non è più il sinodo dei vescovi». Affermazioni che hanno ovviamente suscitato le reazioni dei bergogliani più stretti, in un susseguirsi di interventi nei quali è stato chiamato in causa anche il diritto canonico.

                              Tutto senza alzare i toni, assicura un porporato già esperto di Conclave nell’elogiare la ricchezza del confronto. «Sì — conferma il cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló — ci sono tante voci ed è molto interessante ascoltarle. Non tutte, in verità. Ma non le dirò mai quali sono state noiose».

                              È l’altra partita che si gioca in queste ore. In quegli interventi da dieci minuti, che in qualche caso sforano fino a venti, ci sono nomi papabili che dilapidano il credito di fiducia e altri la cui personalità emerge all’improvviso. Tra questi ultimi, sembra farsi strada il filippino Pablo Virgilio Siongco David, 66 anni vescovo di Kalookan. E se la confusione si trasformasse in sorpresa?

                              Domani il via. L’ultimo arrivato, l’indonesiano Hardjoatmodjo: “Nessun passo avanti sul nome”. L’iracheno Sako: “Ci vorranno tre o quattro giorni”. Brilla l’in…

                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
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                                Andrà considerato il numero di votazioni, non le giornate. Domani pomeriggio subito una, ovviamente pro forma. Da giovedì, 4 al giorno, due alla mattina e due al pomeriggio. Stessa cosa venerdì, giorno probabile della elezione secondo alcuni, perchè sarebbero 9 scrutini e negli ultimi 100 anni solo una volta si è andati oltre (10 scrutini per Benedetto XV nel '14).

                                E' comunque un conclave che parte un pò alla cieca, almeno a detta dei giornali...ma può anche darsi che in verità un gruppo nutrito di cardinali si sia fatto la sua idea che non va certo a spifferare in giro. E' probabile che non sarà un eletto con le caratteristiche di Francesco ma nemmeno uno con quelle di Benedetto...una via di mezzo, ed una figura con doti anche di governo, perchè tutti fanno notare come gli organismi della curia siano ridotti male.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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