Zuse ma io sono una eccezione a questa regola.
Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Mettiamo le cose nella giusta prospettiva. Travaglio non è uno che fa previsioni "indipendenti": è antiamericano quasi quanto Sean e quindi, in ogni situazione e in ogni scenario, dirà ciò che più va nella direzione di disgregare il legame con gli USA o ciò che vogliono gli USA. È una posizione legittima, ma le prospettive di Travaglio non vanno oltre questo orizzonte.
Quindi, prima dell’invasione russa in Ucraina, per lui era giusto dire che la Russia non avrebbe mai fatto una cosa del genere e che fossero dicerie "made in USA". Dopo l’invasione dirà per forza di cose che non dobbiamo supportare l’Ucraina perché è già perduta, visto che quest’ultima era entrata nella sfera USA. Qualunque sua proiezione andrà nella direzione di arrecare il massimo danno o di mettere in cattiva luce gli USA e l’Europa che gli dietro. Tutto qua.
C’ha preso? Sull’invasione non direi, e neppure sul supporto mi sembra. Ricordiamo che la Russia si sarebbe "pappata" volentieri tutta l’Ucraina (arrivò a Kiev) senza il nostro supporto: adesso sarebbe una nuova Bielorussia, e non mi sembra sia questo il caso.
Questo è rilevante per noi europei? Beh, direi proprio di sì: se non interessa a noi che in Europa (non in Africa, non in Asia: nel cortile di casa nostra) venga tutelato il diritto internazionale, a chi dovrebbe interessare?
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L’avviso di Modi a Trump (e la partita con Pechino): abbracci e mani intrecciate nello show di Xi Jinping a Tianjin
Il leader indiano spinto dal ricatto Usa e dalla rivalità per la guida del Sud globale
Qualcosa Donald Trump deve avere sbagliato. Vuole limitare l’influenza della Cina nel mondo, vuole separare Mosca da Pechino, vuole che l’India non compri più petrolio russo a prezzi scontati.
Dal summit che si è svolto domenica e lunedì a Tianjin, Repubblica Popolare, gli è stato spedito un messaggio: nessuno dei suoi desideri si sta realizzando. Non solo: gli è stato anche mostrato che il Paese da vent’anni baluardo delle strategie americane per contenere l’espandersi dell’egemonia cinese in Asia, cioè l’India, piuttosto di inchinarsi agli ordini di Washington si accomoda, tra sorrisi e strette di mano, nello show organizzato da Xi Jinping.
Non è che dall’incontro della Shanghai Cooperation Organization siano uscite grandi decisioni. Si è trattato in buona parte di incontri bilaterali tra leader che vedono gli Stati Uniti come il fumo negli occhi e, soprattutto, di una passerella di abbracci per dire esplicitamente a Trump e alla sua amministrazione che un bel pezzo di mondo si sta organizzando per mettere fine all’ordine internazionale imperniato sulla Pax Americana. Parole di Xi in persona. Il punto forte della rappresentazione cinese è stata proprio la presenza nella recita, con ruolo d’onore, del primo ministro indiano Narendra Modi.
Non che Delhi non abbia qualcosa di cui rispondere a livello internazionale. Il fatto che, da quando Vladimir Putin ha aggredito l’Ucraina, acquisti greggio a mani basse e così aiuti di fatto a finanziare l’invasione è qualcosa che non può essere semplicemente spiegato come interesse nazionale, senza considerare le conseguenze diplomatiche che ciò avrebbe comportato. Ciò nonostante, nei confronti dell’India il presidente americano ha dimostrato di non essere nemmeno lontanamente quel mago del deal, degli accordi, che si vanta di essere. Chi sceglie di entrare in una disputa con qualcuno, deve sapere fin dall’inizio fin dove quel qualcuno può arrivare.
Trump ha invece prima imposto agli indiani dazi del 25% per ritorsione alle barriere che Delhi impone a sua volta sul commercio, citando esplicitamente i prodotti agricoli. Il fatto è che se Modi smettesse di proteggere il settore agricolo, dal quale dipende la sussistenza del 60% degli indiani, sarebbe un politico senza più futuro. Alla stessa maniera, se obbedisse all’ordine di Washington di non comprare più petrolio russo, pena un altro 25% di dazi, Modi darebbe un segno di debolezza che per lui sarebbe devastante, in un Paese dove il nazionalismo è il tratto politico più popolare.
In altri termini, il primo ministro indiano non poteva accettare il diktat americano senza suicidarsi. Stretto tra subire le conseguenze dei dazi al 50% e ribellarsi, ha scelto di andare a stringere la mano a quello che è considerato il primo avversario dall’establishment americano, Xi. Non andava in Cina da sette anni, lo ha fatto ora: qualcosa di più di un calcio negli stinchi a Trump.
Quello tra Delhi e Pechino è un riavvicinamento? Adesso India e Cina sono, come ha detto Xi, «partner e non avversarie»? Di certo, l’incontro di Tianjin non è stato l’apertura di un percorso che potrebbe sfociare in un’alleanza. Innanzitutto, perché un cardine non discutibile della politica estera di Delhi è che si fanno amicizie, si stringono partnership su questioni specifiche ma di alleanze non se ne parla. Con nessuno. L’India vuole essere una grande potenza, ritiene di essere sulla strada giusta perché il mondo lo riconosca: e una grande potenza non ha bisogno di alleanze finché non è lei a stabilirle. In secondo luogo, perché — oltre alle dispute sulla frontiera himalayana che di tanto in tanto diventano scontri violenti tra i militari dei due Paesi — Delhi e Pechino hanno interessi strutturalmente diversi in Asia e nel bacino Indo-Pacifico, dove nei prossimi anni si deciderà probabilmente chi avrà conquistato l’egemonia.
L’India sopporta molto male l’espansione cinese nei «suoi» mari e nelle vicinanze, che si tratti dello Sri Lanka, delle Maldive, del Myanmar per non dire del Pakistan.
C’è anche un’altra motivazione alla base del viaggio di Modi in Cina, non secondaria. Delhi e Pechino sono in aperta competizione per la leadership del cosiddetto Sud globale, cioè dei Paesi emergenti che non si allineano agli Stati Uniti ma nemmeno del tutto a Pechino. Il confronto avviene per lo più nell’ambito dei Brics. Ma Modi è andato a Tianjin anche per evitare che, davanti alla ventina di leader delle nazioni del Sud presenti, lo show fosse solo di Xi Jinping. Trump vede tutto in tv.
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Xi Jinping e Putin all’attacco dell’Occidente: «Pronti a un nuovo ordine mondiale»
Sull’Ucraina il leader russo accusa ancora la Nato. Il colloquio di 50 minuti in limousine tra lo Zar e Modi
Vladimir Putin e Narendra Modi camminano mano nella mano, diretti verso la riunione della ventina di capi di Stato e governo accorsi a Tianjin per il vertice della Sco, l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Ad attenderli c’è Xi Jinping, il grande cerimoniere di questo incontro. I tre si scambiano strette di mano e sorrisi, parlano per qualche secondo senza interpreti.
Se c’è un’immagine che il summit andato in scena ieri a pochi chilometri da Pechino consegnerà alla Storia, è questa: i tre alfieri dell’ascesa del Grande Sud globale che si comportano come vecchi amici, mentre sull’altra sponda del Pacifico Donald Trump, guida dell’ordine mondiale «americano-centrico» che il trio Xi-Putin-Modi vorrebbe scardinare, passa la giornata sul campo da golf.
E, tra uno swing e l’altro, il presidente degli Stati Uniti attacca ancora New Delhi — cui ha imposto dazi al 50 per cento proprio per i suoi rapporti economici con Mosca — sul suo social Truth: «Ciò che pochi capiscono è che noi facciamo pochissimi affari con l’India, mentre loro ne fanno un’enorme quantità con noi. È stato un disastro totalmente unilaterale! Inoltre, l’India acquista la maggior parte del suo petrolio e dei suoi prodotti militari dalla Russia, molto poco dagli Stati Uniti. Ora si sono offerti di ridurre a zero le tariffe, ma si sta facendo tardi. Avrebbero dovuto farlo anni fa. Sono solo alcuni semplici fatti su cui riflettere».
Parole di tono opposto a quelle che il premier indiano ha speso per il presidente russo: «La nostra relazione è speciale e privilegiata», ha detto a margine del loro bilaterale, preceduto da un colloquio vis-à-vis di cinquanta minuti a bordo della limousine presidenziale del Cremlino. Lo stesso Modi ha poi condiviso sui suoi canali social una foto con Putin, sottolineando come «un miliardo e quattrocento milioni di indiani attendono di accoglierlo nel nostro Paese» (la visita è prevista il prossimo dicembre). Solo sulla guerra in Ucraina, il premier indiano ha espresso una posizione discordante da quella moscovita: «Il conflitto deve finire il prima possibile, dobbiamo trovare una strada per raggiungere una pace permanente. Ce lo chiede l’umanità intera».
Putin, invece, ha sfruttato l’occasione per rovesciare ancora una volta sull’Occidente colpe e responsabilità dell’invasione che lui lanciò tre anni e mezzo fa. Nel suo discorso all’assemblea della Sco ha ripetuto che «questa crisi non è stata scatenata dall’attacco russo all’Ucraina, ma è la conseguenza di un colpo di Stato a Kiev, supportato e provocato dall’Occidente. E anche dei continui tentativi di trascinare l’Ucraina dentro la Nato». Il presidente russo è poi tornato sul suo incontro con Trump del 15 agosto: abbiamo raggiunto alcune «intese», ha spiegato, senza scendere in ulteriori dettagli. «Perché la soluzione della crisi sia sostenibile sul lungo periodo, le cause alla radice vanno eliminate», ha chiosato.
Oltre ai numerosi colloqui bilaterali — Putin ha visto pure il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, anche se l’incontro più importante, quello con Xi, dovrebbe svolgersi oggi — il summit di Tianjin ha prodotto una dichiarazione congiunta dei Paesi membri. Il testo condanna gli attacchi statunitensi e israeliani all’Iran, denuncia la «catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza» e invoca il diritto di ogni popolo a «scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo».
Richiamati anche «i principi di rispetto reciproco per la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale», con il paradosso che l’Ucraina non è mai citata. Sono stati poi annunciati il lancio di una banca di sviluppo comune, oltre a numerosi accordi per la cooperazione nei settori più disparati, dall’agricoltura alla medicina, dall’intelligenza artificiale al turismo, fino all’ambito militare.
Ad aprire i lavori, il discorso di Xi. Che ha condannato «la mentalità da Guerra Fredda che continua a perseguitare il mondo, che oggi attraversa un periodo di turbolenza e trasformazione». L’ordine globale, ha proseguito, «è arrivato a un bivio».
Per tracciare la rotta del futuro, il Nuovo Timoniere ha lanciato la sua «iniziativa di governance globale» su cui fondare un «sistema più giusto ed equo e progredire verso una comunità con un futuro condiviso per l’umanità». Niente di più concreto, per ora. Ma, come ha ricordato lo stesso Xi, «un antico filosofo cinese disse: “Sostieni il Grande Principio e il mondo ti seguirà”».
CorSera
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In una recente intervista (mi pare televisiva, adesso purtroppo non ricordo) Prodi ha espresso una considerazione fondamentale, parlando degli errori strategici dell'occidente. Ha detto: "abbiamo regalato la Russia alla Cina"...perchè, tra i tanti effetti della guerra in Ucraina, uno dei più rilevanti è stato quello, proprio nel momento in cui sembrava che finalmente si iniziassero a costruire quegli avvicinamenti strategici tra paesi europei e Russia, che avrebbero potuto mutare in maniera clamorosa tutta la geopolitica mondiale, facendo dell'Europa una autentica, vera potenza, dissaldando le nazioni europee dal legame ormai sfinito con quegli USA declinanti e in crisi.
A quanto pare anche l'India trova più facile intrattenersi con Russia e Cina che non con gli USA e quei quattro gatti spelacchiati e rognosi che gli stanno ancora appresso e che gli stessi Stati Uniti ormai percepiscono come servi inutili, non da tosare ma letteralmente da scuoiare - fu Tiberio a dire ad un suo troppo solerte ed esoso funzionario fiscale che: "le mie pecore le devi tosare e non spellare": nel caso presente abbiamo un completo rovesciamento di quella saggia norma, in quanto gli USA stanno letteralmente prendendo a calci nei testicoli i loro sudditi caprini e questi, invece di reagire, si accucciano ancor più presso il padrone, come se per essi il mondo iniziasse e finisse tra le due sponde dell'Atlantico.
La Cina è la seconda economia del mondo, ed è ormai anche la seconda potenza militare del mondo. Con la Russia si è pure garantita un immane serbatoio energetico proprio sopra casa. Un popolo disciplinato, una nazione di millenaria storia e tradizione, un forte nazionalismo. Una potenza temibile per chi la percepisce come "avversaria": si capisce bene dunque cosa ha inteso dire Prodi, quale miopia suicida, quale idiozia endemica dell'occidente che, per "guadagnare" a sè l'Ucraina ha perso la Russia regalandola alla Cina.
L'Europa ha perduto ancora di più, ha mancato di afferrare quello snodo storico che alle nazioni vassalle capita una volta ogni secolo o più e adesso, nella nuova configurazione del mondo, verrà compressa, sferzata, dissolta dalle forze di questi enormi imperi che decideranno e plasmeranno i destini della epoca nuova....ma di noi
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popoli studiosi scriveranno
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio"abbiamo regalato la Russia alla Cina"
Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Incredibilmente i media mondiali (tranne quelli del nostro piccolo spicchio che continua a credersi il mondo intero, o almeno quello civile) hanno dato più risalto al vertice SCO in Cina che al viaggio di von der Leyen nella "prima linea di difesa" del continente europeo. Ieri, insieme a Tusk, ha parlato davanti al Nero Cancello di Mordor, ovvero la staccionata al confine tra Polonia e Bielorussia, poi è andata in Bulgaria, a visitare la fabbrica di munizioni di Sopot, pigliandosi qualche insulto dai locali e obbligando i nostri poliziotti, notoriamente sovrappeso e amanti della tranquillità, a un'ora di superlavoro.
Ma, appunto incredibilmente, la visita al fronte non ha rincuorato gli europei né li ha distratti dagli eventi cinesi. E perché allora non tirare fuori che i russi hanno disturbato il segnale GPS dell'aereo su cui viaggiava von der Leyen prima che atterrasse all'aeroporto di Plovdiv, a rischio di provocare una strage di voli civili, obbligando i piloti a girare in tondo per un'ora e poi atterrare facendo uso di una vecchia carta fisica? Non è necessario fornire prove né fare indagini, in questo caso non c'è da essere garantisti, con gli orchi alle porte d'Europa. Detto fatto, Reuters e Financial Times ha lanciato per primi la notizia e i nostri amici soliti l'hanno immediatamente ed entusiasticamente ripresa ). Repubblica e Gianlucone nostro in un guizzo di vero giornalismo sono andati sul sito di Flightradar24, che tra le varie funzionalità ha una mappa delle interferenze sui segnali GPS, e hanno immediatamente dedotto che tutte le interferenze sulla carta sono russe .
Peccato che in primo luogo la carta delle interferenze GPS di Flightradar24 non segnali "le interferenze russe", ma tutte le interferenze (se controllate sul link ne vedrete sul Mar Rosso, al confine tra Pakistan e India, in Thailandia, in Nuova Guinea...), e soprattutto che lo stesso Flightradar24, poco fa, abbia smentito su Twitter che il GPS della nostra amica sia stato disturbato non dico dai russi, ma in generale.
"Questo è quanto possiamo dedurre dai nostri dati: Il volo doveva metterci 1 ora e 48 minuti. Ce ne ha messi 1 ora e 57. Il transponder dell'aereo ha riportato buona qualità del segnale GPS dal decollo all'atterraggio". E siccome se dici che sono stati i russi non devi fornire prove, ma se ti azzardi a dire che non sono stati loro ci vuole il notaio che lo certifichi, hanno ribadito poco dopo ):
"Il segnale del transponder trasmesso dagli aerei contiene un valore NIC. Il valore NIC codifica la qualità e la consistenza dei dati di navigazione ricevuti dall'aereo. Flightradar24 usa questi dati per creare la mappa delle interferenze GPS. Il volo di Ursula von der Leyen ha trasmesso un buon valore NIC dal decollo all'atterraggio". Siamo, davvero, alle comiche finali.
Pino Chillemisigpic
Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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La questione è molto semplice nella sua stranota evidenza ed è servita soltanto ai nostri inchiostratori a produrre la solita carta straccia.
La zona dove la von der Leyen ha deciso di fare l'ennesima passerella a vuoto è piena di disturbatori di segnali elettronici, in quanto è prossima al teatro di guerra ucraino-russo...guerra dove si fa un intensissimo uso di strumentazione elettronica a pilotare e direzionare missili, droni e quant'altro...per cui non capisco di cosa ci si stia lamentando: l'aereo della von der Leyen è incappato in un campo elettronico di tal fatta...e siccome pure l'Ucraina usa sistemi avanzati di disturbo elettomagnetico, si dà il caso che la rete elettronica in cui è incappata la gallina volante potrebbe essere quella degli amichetti suoi.
La prossima volta per i suoi giri a vuoto usi il treno....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioL’avviso di Modi a Trump (e la partita con Pechino): abbracci e mani intrecciate nello show di Xi Jinping a Tianjin
Il leader indiano spinto dal ricatto Usa e dalla rivalità per la guida del Sud globale
Qualcosa Donald Trump deve avere sbagliato. Vuole limitare l’influenza della Cina nel mondo, vuole separare Mosca da Pechino, vuole che l’India non compri più petrolio russo a prezzi scontati.
Dal summit che si è svolto domenica e lunedì a Tianjin, Repubblica Popolare, gli è stato spedito un messaggio: nessuno dei suoi desideri si sta realizzando. Non solo: gli è stato anche mostrato che il Paese da vent’anni baluardo delle strategie americane per contenere l’espandersi dell’egemonia cinese in Asia, cioè l’India, piuttosto di inchinarsi agli ordini di Washington si accomoda, tra sorrisi e strette di mano, nello show organizzato da Xi Jinping.
Non è che dall’incontro della Shanghai Cooperation Organization siano uscite grandi decisioni. Si è trattato in buona parte di incontri bilaterali tra leader che vedono gli Stati Uniti come il fumo negli occhi e, soprattutto, di una passerella di abbracci per dire esplicitamente a Trump e alla sua amministrazione che un bel pezzo di mondo si sta organizzando per mettere fine all’ordine internazionale imperniato sulla Pax Americana. Parole di Xi in persona. Il punto forte della rappresentazione cinese è stata proprio la presenza nella recita, con ruolo d’onore, del primo ministro indiano Narendra Modi.
Non che Delhi non abbia qualcosa di cui rispondere a livello internazionale. Il fatto che, da quando Vladimir Putin ha aggredito l’Ucraina, acquisti greggio a mani basse e così aiuti di fatto a finanziare l’invasione è qualcosa che non può essere semplicemente spiegato come interesse nazionale, senza considerare le conseguenze diplomatiche che ciò avrebbe comportato. Ciò nonostante, nei confronti dell’India il presidente americano ha dimostrato di non essere nemmeno lontanamente quel mago del deal, degli accordi, che si vanta di essere. Chi sceglie di entrare in una disputa con qualcuno, deve sapere fin dall’inizio fin dove quel qualcuno può arrivare.
Trump ha invece prima imposto agli indiani dazi del 25% per ritorsione alle barriere che Delhi impone a sua volta sul commercio, citando esplicitamente i prodotti agricoli. Il fatto è che se Modi smettesse di proteggere il settore agricolo, dal quale dipende la sussistenza del 60% degli indiani, sarebbe un politico senza più futuro. Alla stessa maniera, se obbedisse all’ordine di Washington di non comprare più petrolio russo, pena un altro 25% di dazi, Modi darebbe un segno di debolezza che per lui sarebbe devastante, in un Paese dove il nazionalismo è il tratto politico più popolare.
In altri termini, il primo ministro indiano non poteva accettare il diktat americano senza suicidarsi. Stretto tra subire le conseguenze dei dazi al 50% e ribellarsi, ha scelto di andare a stringere la mano a quello che è considerato il primo avversario dall’establishment americano, Xi. Non andava in Cina da sette anni, lo ha fatto ora: qualcosa di più di un calcio negli stinchi a Trump.
Quello tra Delhi e Pechino è un riavvicinamento? Adesso India e Cina sono, come ha detto Xi, «partner e non avversarie»? Di certo, l’incontro di Tianjin non è stato l’apertura di un percorso che potrebbe sfociare in un’alleanza. Innanzitutto, perché un cardine non discutibile della politica estera di Delhi è che si fanno amicizie, si stringono partnership su questioni specifiche ma di alleanze non se ne parla. Con nessuno. L’India vuole essere una grande potenza, ritiene di essere sulla strada giusta perché il mondo lo riconosca: e una grande potenza non ha bisogno di alleanze finché non è lei a stabilirle. In secondo luogo, perché — oltre alle dispute sulla frontiera himalayana che di tanto in tanto diventano scontri violenti tra i militari dei due Paesi — Delhi e Pechino hanno interessi strutturalmente diversi in Asia e nel bacino Indo-Pacifico, dove nei prossimi anni si deciderà probabilmente chi avrà conquistato l’egemonia.
L’India sopporta molto male l’espansione cinese nei «suoi» mari e nelle vicinanze, che si tratti dello Sri Lanka, delle Maldive, del Myanmar per non dire del Pakistan.
C’è anche un’altra motivazione alla base del viaggio di Modi in Cina, non secondaria. Delhi e Pechino sono in aperta competizione per la leadership del cosiddetto Sud globale, cioè dei Paesi emergenti che non si allineano agli Stati Uniti ma nemmeno del tutto a Pechino. Il confronto avviene per lo più nell’ambito dei Brics. Ma Modi è andato a Tianjin anche per evitare che, davanti alla ventina di leader delle nazioni del Sud presenti, lo show fosse solo di Xi Jinping. Trump vede tutto in tv.
CorSeraOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioMa che senso ha dare risalto alle dichiarazioni di Prodi? È uno che non ci ha mai capito niente. Anche la frase "abbiamo regalato la Russia alla Cina" non ha senso. Regalato chi? Il suo è un pensiero fuori tempo massimo ma da almeno un secolo
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio
è interessantissimo il riposizionamento dell'India
E' a motivo che nessuna delle potenze asiatiche, Cina ed India in primis, si può permettere una Russia debole nei confronti dell'occidente, in quanto la Russia è per Cina ed India (ma in specie per la prima) sorta di immensa regione cuscinetto che la distanzia ad ovest dagli USA, è per quel motivo che Ciina ed India stanno sostenendo la Russia in quel conflitto...ed ora, a causa della disintegrazione del sistema unipolare, stanno "incontrandosi": ad un tratto è come se un riflettore avesse illuminato una cartina geopolitica ben più ampia, grande, estesa di quella occidentalocentrica che i proiettori americani ci hanno servito fin qui: potenze, nazioni, continenti: c'è tutto un mondo attorno ed oltre a quel "mondo" che l'America (ed i suoi cascami servili) pensava con cieca arroganza di incarnare, e che invece ne rappresenta soltanto una frazione minoritaria e in gravissima crisi ideologica e sistemica.
L'India è una potenza nucleare, quinta potenza economica del mondo, leggo che forse supererà il Giappone entro pochi anni al quarto posto. Non è il vassallo di nessuno, è "sfera a sè": la Russia e la Cina vi discutono trattandola con ogni riguardo come si deve fare con una nazione grande, popolosa, antichissima...l'America le mette i "dazi", come se avesse ancora la forza di imporre qualcosa a qualcuno che non siano i suoi piccoli, inutili servetti europei: con la Russia, con la Cina, con l'India, gli Stati Uniti dovranno fare buon viso a cattivo gioco, la loro presa, la proiezione globale si è drammaticamente ridotta, le loro minacce, nei remoti padiglioni dove si esercitano i segreti riti del potere, ormai fanno ridere. La faccia truce, il petto gonfio da tacchino in via di abbrustolimento, funziona solo con quei cadaveri degli europei....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
anche un orologio rotto segna l'ora correttamente due volte al giorno...e qui prodi dice il vero
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
Ma quando mai dai. L'Europa, una entità geopolitica che non esiste, "regala" la Russia alla Cina. Non ha senso
.la famosa "amicizia senza limiti " partita dai primi accordi post sanzioni occidentali...
Però no, non li abbiamo allontanati eh...ma porc..
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
No, siamo solo passati dall'avere il ns2 con investimenti miliardari e gas pompato nelle arterie europee e connessione più salda che mai tra Germania e Russia, all'avere ora la Russia che tramite Gazprom e accordo giuridicamente vincolante sta avviando la costruzione di due gasdotti per la Cina con i russi che, tra l'altro , non avranno più bisogno di visto per stare in Cina
.la famosa "amicizia senza limiti " partita dai primi accordi post sanzioni occidentali...
Però no, non li abbiamo allontanati eh...ma porc..
chi non è contento di strapagare il gas liquido americano?
Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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