Trump: «No a truppe Usa in Ucraina». Per il trilaterale con Putin e Zelensky spunta l’ipotesi Budapest
La Casa Bianca: «Da Putin ok all’incontro con il presidente ucraino. L’apertura di Washington sul fornire copertura aerea a Kiev»
Donald Trump non invierà soldati americani sul campo come parte delle garanzie di sicurezza all’Ucraina su cui si lavora nello sforzo per porre fine alla guerra con la Russia. «Ve lo assicuro. E sono il presidente», ha detto in un’intervista ieri a Fox News. Gli Stati Uniti avranno un ruolo di «coordinamento». Ma Trump non ha escluso un «supporto aereo»: «Loro (gli europei, ndr) sono pronti a mettere truppe sul terreno, noi siamo pronti ad aiutarli con alcune cose, probabilmente dal punto di vista aereo perché nessuno ha le cose che abbiamo noi». Trump non ha dato altri dettagli, ma supporto aereo può significare cose diverse, come osservano gli esperti: semplicemente fornire più sistemi di difesa aerea a Kiev oppure un ruolo più attivo degli Usa che includa l’uso dei caccia per far rispettare una no-fly zone. La sua portavoce Karoline Leavitt ha definito ieri il supporto aereo «un’opzione».
In parallelo le diplomazie sono al lavoro per identificare la sede del possibile bilaterale Putin-Zelensky annunciato da Trump lunedì sera, come pure un luogo per il trilaterale successivo. Trump aveva presentato entusiasticamente l’idea di un trilaterale come modo migliore per porre fine alla guerra. Ma come ha riferito Zelensky lunedì sera in conferenza stampa davanti alla Casa Bianca, Putin avrebbe detto di preferire prima un bilaterale.. Il leader ucraino si è detto pronto a «qualunque formato per l’incontro». Secondo Politico, la sede favorita dalla Casa Bianca per il trilaterale sarebbe l’Ungheria: il premier Victor Orbán è vicino a Trump sin dal primo mandato.
L’Europa
Dall’Europa arriva soprattutto un segnale: le garanzie di sicurezza per proteggere l’Ucraina devono essere «solide», come ha più volte detto il presidente francese Emmanuel Macron e ieri l’ha ripetuto anche l’Alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. Lo stesso Macron e il premier britannico Kier Starmer insistono sulla necessità di inviare un contingente militare in Ucraina. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz non esclude di partecipare alla missione. La presidente del consiglio Giorgia Meloni resta contraria. Ma tutti gli europei concordano su un punto: la collaborazione con gli Stati Uniti è fondamentale. Ieri c’è stata un’altra riunione virtuale della «Coalizione dei volenterosi», il gruppo formato da circa trenta Paesi che appoggiano la resistenza ucraina. Macron e Starmer hanno riferito sui risultati del vertice corale di Washington. Gli europei stanno cercando di allargare la platea degli Stati eventualmente pronti a inviare soldati in Ucraina. L’Australia ha confermato la disponibilità. Ma si vedrà nei prossimi giorni se questa ipotesi sarà praticabile. Non è ancora chiaro quanto sia reale l’apertura di Putin su questo punto. Finora ha sempre rifiutato la presenza di truppe europee sul suolo ucraino.
Visto dalla Casa Bianca
Trump ha «ripristinato il prestigio dell’America come leader indiscussa del mondo libero — ha detto la sua portavoce —. I leader mondiali sono venuti qui a Washington a chiedere aiuto». Il presidente «si aspetta» che il bilaterale tra Putin e Zelensky avvenga e in tv ieri ha detto che la loro disponibilità a farlo «dimostra che vanno d’accordo più di quanto pensassi», anche se il Cremlino non ha dato conferme e il ministro degli Esteri Lavrov dichiara che ogni contatto tra capi di Stato va «approfonditamente preparato». Secondo il sito Axios, Trump ha dato all’inviato Steve Witkoff il compito di facilitare l’incontro. «Voglio andare in paradiso, se possibile — ha detto Trump su Fox —. Dicono che non sto andando tanto bene... Se riesco ad andare in paradiso una delle ragioni sarà questa». E ha cancellato le vacanze nel suo resort in New Jersey. «È normalmente il periodo in cui il presidente va in vacanza, ma non questo presidente. Si è discusso se volesse lavorare da Bedminster per un paio di settimane, ha deciso di no», ha detto ieri Leavitt.
CorSera
La Casa Bianca: «Da Putin ok all’incontro con il presidente ucraino. L’apertura di Washington sul fornire copertura aerea a Kiev»
Donald Trump non invierà soldati americani sul campo come parte delle garanzie di sicurezza all’Ucraina su cui si lavora nello sforzo per porre fine alla guerra con la Russia. «Ve lo assicuro. E sono il presidente», ha detto in un’intervista ieri a Fox News. Gli Stati Uniti avranno un ruolo di «coordinamento». Ma Trump non ha escluso un «supporto aereo»: «Loro (gli europei, ndr) sono pronti a mettere truppe sul terreno, noi siamo pronti ad aiutarli con alcune cose, probabilmente dal punto di vista aereo perché nessuno ha le cose che abbiamo noi». Trump non ha dato altri dettagli, ma supporto aereo può significare cose diverse, come osservano gli esperti: semplicemente fornire più sistemi di difesa aerea a Kiev oppure un ruolo più attivo degli Usa che includa l’uso dei caccia per far rispettare una no-fly zone. La sua portavoce Karoline Leavitt ha definito ieri il supporto aereo «un’opzione».
In parallelo le diplomazie sono al lavoro per identificare la sede del possibile bilaterale Putin-Zelensky annunciato da Trump lunedì sera, come pure un luogo per il trilaterale successivo. Trump aveva presentato entusiasticamente l’idea di un trilaterale come modo migliore per porre fine alla guerra. Ma come ha riferito Zelensky lunedì sera in conferenza stampa davanti alla Casa Bianca, Putin avrebbe detto di preferire prima un bilaterale.. Il leader ucraino si è detto pronto a «qualunque formato per l’incontro». Secondo Politico, la sede favorita dalla Casa Bianca per il trilaterale sarebbe l’Ungheria: il premier Victor Orbán è vicino a Trump sin dal primo mandato.
L’Europa
Dall’Europa arriva soprattutto un segnale: le garanzie di sicurezza per proteggere l’Ucraina devono essere «solide», come ha più volte detto il presidente francese Emmanuel Macron e ieri l’ha ripetuto anche l’Alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. Lo stesso Macron e il premier britannico Kier Starmer insistono sulla necessità di inviare un contingente militare in Ucraina. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz non esclude di partecipare alla missione. La presidente del consiglio Giorgia Meloni resta contraria. Ma tutti gli europei concordano su un punto: la collaborazione con gli Stati Uniti è fondamentale. Ieri c’è stata un’altra riunione virtuale della «Coalizione dei volenterosi», il gruppo formato da circa trenta Paesi che appoggiano la resistenza ucraina. Macron e Starmer hanno riferito sui risultati del vertice corale di Washington. Gli europei stanno cercando di allargare la platea degli Stati eventualmente pronti a inviare soldati in Ucraina. L’Australia ha confermato la disponibilità. Ma si vedrà nei prossimi giorni se questa ipotesi sarà praticabile. Non è ancora chiaro quanto sia reale l’apertura di Putin su questo punto. Finora ha sempre rifiutato la presenza di truppe europee sul suolo ucraino.
Visto dalla Casa Bianca
Trump ha «ripristinato il prestigio dell’America come leader indiscussa del mondo libero — ha detto la sua portavoce —. I leader mondiali sono venuti qui a Washington a chiedere aiuto». Il presidente «si aspetta» che il bilaterale tra Putin e Zelensky avvenga e in tv ieri ha detto che la loro disponibilità a farlo «dimostra che vanno d’accordo più di quanto pensassi», anche se il Cremlino non ha dato conferme e il ministro degli Esteri Lavrov dichiara che ogni contatto tra capi di Stato va «approfonditamente preparato». Secondo il sito Axios, Trump ha dato all’inviato Steve Witkoff il compito di facilitare l’incontro. «Voglio andare in paradiso, se possibile — ha detto Trump su Fox —. Dicono che non sto andando tanto bene... Se riesco ad andare in paradiso una delle ragioni sarà questa». E ha cancellato le vacanze nel suo resort in New Jersey. «È normalmente il periodo in cui il presidente va in vacanza, ma non questo presidente. Si è discusso se volesse lavorare da Bedminster per un paio di settimane, ha deciso di no», ha detto ieri Leavitt.
CorSera
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