Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
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    Il «guru» Bashirov: «Le sorti dell’Ucraina sono l’ultima priorità. Conta solo la forza»

    Il politologo vicino al Cremlino: non credo a una soluzione di tipo «coreano»: allora i due eserciti erano fermi, nel nostro caso ci si muove sempre e nella stessa direzione da tempo

    «La speranza di voi europei è che si parli solo di Ucraina…». Un passo indietro. All’inizio dello scorso maggio, quando ancora nessuno pensava che fosse possibile, Marat Bashirov disse in una intervista a questo giornale che prima di ogni accordo, prima di ogni ipotesi, ci sarebbe stato un incontro tra Trump e Putin, e che non c’era modo di sfuggire a questo passaggio cruciale. Oggi, all’ex deputato di Russia Unita, politologo, professore della Scuola Superiore di Economia, titolare di una società che porta al Cremlino gli imprenditori stranieri, diventato tra le altre cose uno degli opinionisti russi più popolari, con oltre un milione di follower sul suo canale Telegram a pagamento, le ragioni della sua certezza di allora sembrano ancora più ovvie. «Ci sarà da esaminare un’agenda molto ampia. I due presidenti affronteranno diverse questioni, tra le quali il soggetto ucraino non è il più importante. Né per noi, né per loro».

    Quali sarebbero invece le priorità?

    «Primo, la sicurezza nucleare, che va rivista alla luce dei nuovi vettori che rendono sempre più difficile intercettare i missili. Secondo: i problemi legati al commercio mondiale. Quello che sta facendo Trump è applicare in maniera dosata i dazi nei riguardi di vari Paesi, e sicuramente si sta frenando nei confronti di Russia e Cina. È chiaro che i giocatori chiave sono questi grandi Paesi. Terzo: il Medio Oriente, dove è coinvolto un gran numero di Paesi con corridoi di trasporto e sicurezza dei mercati di energia. Israele-Palestina-Gaza, Israele-Iran, Iran-Monarchie mediorientali, hussiti: un nodo molto nevralgico, per tutti. Infine, ma solo dopo, la guerra in Ucraina, importante soprattutto perché Trump continua a parlarne».

    La Russia rinuncerà a qualcuno degli obiettivi dell’Operazione militare speciale?

    «Penso che sia impossibile. Diciamo pure che alcuni di questi obiettivi hanno carattere descrittivo, come la denazificazione e la demilitarizzazione, mentre altri hanno già assunto un quadro legislativo. I quattro territori annessi, ma senza la definizione dei confini, anche questo è molto importante, sono contemplati dalla Costituzione: i loro confini no. E quindi, questi ultimi fanno parte delle cose da definire, sulle quali ci può essere margine. Se gli stessi Usa diranno di essere contrari all’avvicinamento della Nato alle frontiere russe, questo permetterà già di avviare la discussione con gli altri membri dell’Alleanza su come sancire questa posizione a livello legislativo. Ma Putin non accetterà mai che accada come con Gorbaciov: Mikhail, non ci muoviamo, e poi invece si spinsero avanti, eccome».

    È più importante l’Operazione militare speciale o il riconoscimento internazionale che Putin potrebbe ottenere da questo incontro?

    «Il riconoscimento di cosa? Piaccia o no a voi europei, il ruolo della Russia come grande potenza, il suo peso negli affari mondiali, è già chiaro a tutti. Ma in russo si dice che le parole non saziano. Di conseguenza, se questo incontro getterà le basi per un atto internazionale, come quello di Helsinki sulla sicurezza in Europa, firmato da decine di Paesi, avremo un riconoscimento anche formale. Non è comunque fondamentale. Perché quello che sta succedendo ora nel mondo accade solo in base alla variante di forza. Ormai bisogna riconoscere che il diritto internazionale è smantellato: quello che funziona è solo il diritto della forza. La Russia ce l’ha? Sì. Gli Stati Uniti? Certamente. Ce l’ha l’Ucraina? In piccola parte, ma ovviamente molto meno della Russia. È questo che oggi funziona. Perciò, la mera retorica sul nostro status può fare piacere solo a Trump, che pensa di essere un king maker. A noi, non serve».

    La soluzione «coreana», con il congelamento della situazione al confine, è accettabile per la Russia?

    «Queste quattro regioni sono il principale oggetto del contendere. Mi sembra chiaro che in futuro non saranno riconosciute parte della Russia da tutti gli Stati: alcuni sì, altri no. Quando poi si parla di soluzione coreana, chissà perché tutti si riferiscono alla linea di contatto delle truppe. Ma allora la situazione era diversa: loro stavano trincerati, fermi gli uni di fronte agli altri sul noto parallelo geografico. Nel nostro caso, la situazione è ben diversa: ci si muove sempre, e la dinamica è sempre nella stessa direzione da diverse settimane. Inoltre, questa connessione con la linea del fronte non funziona, perché come ho già detto c’è di mezzo la Costituzione russa».

    La Russia si deve fidare di Trump?

    «Esclusivamente se quello che fa torna utile a Trump. Lui è un uomo che vive di gloria e di soldi. Se trae vantaggi per sé stesso, può recitare il ruolo del garante. Altrimenti, dice apertamente cosa danneggia i suoi interessi. Ma anche questo atteggiamento, nel nuovo mondo dominato dalla forza, ha un suo valore».

    ​CorSera


    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • fede79
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Come al solito tocca fare la tara a questi brogliacci sempre meno letti, scritti su carta straccia sempre meno venduta.

      La "pace ingiusta" che sarebbe "difficile da far digerire", non lo sarebbe, come invece sostiene il CorSera, verso la "popolazione giovane" nel suo complesso (che tra l'altro è per lo più espatriata: dei circa 50 milioni di ucraini pre guerra ne sono rimasti in patria la metà, e la renitenza alla leva ormai è altissima) ma solo per quelli che nel titolo sono definiti "i nazionalisti di Azov"...cioè i neonazisti di Azov...perchè adesso per i falsificatori occidentaloidi quei neonazisti sono diventati dei semplici "nazionalisti": no, sono gruppi di neonazisti estremisti, eredi di coloro che spalancarono le porte dell'Ucraina alla Wehrmacht e alle truppe speciali delle SS (le Einsatzgruppen), nipoti di coloro che si arruolarono a frotte per andare a fare da guardie e carnefici nei campi di sterminio nazisti.

      Resta che nel cortocircuito occidentaloide, i media democraticisti (cioè stercorari) sono arrivati ad adottare pure i neonazisti nipotini delle SS ucraine...e a definire come "spettro" un eventuale ritorno alle urne dello sfinito popolo (o di quel che ne rimane) ucraino...ma per fortuna "la legge marziale impedisce le elezioni finchè ci sarà uno stato di guerra"...apperò, ottimo...quindi se la guerra non dovesse finire "mai" (come tra le due Coree ad esempio, dove non esiste trattato di pace) Zelensky resterebbe dittatore a vita tipo i Kim per l'appunto?
      Ma gli Azov sono quelli che per i media occidentali leggono Kant al fronte?
      sigpic
      Free at last, they took your life
      They could not take your PRIDE

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      • zuse
        Macumbico divinatore
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        Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

        Ma gli Azov sono quelli che per i media occidentali leggono Kant al fronte?
        Ahahahah

        Pasternak però scommetto non lo leggono..




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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          Zelensky invitato in extremis al vertice Trump-Putin? Gli appelli degli alleati e le ambiguità degli Stati Uniti

          Se non fosse che «Il convitato di pietra» è il titolo di un testo di Puskin, autore russo che agli ucraini non sta esattamente simpatico, l’espressione sarebbe perfetta per descrivere la posizione di Volodymyr Zelensky.

          Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse voci sulla presenza del leader al vertice in Alaska tra Putin e Trump per discutere delle sorti della guerra. A riaccendere le speranze di Kiev, dopo il «niet» di Washington e Mosca, l’ambasciatore statunitense alla Nato. In un’intervista alla Cnn, Matthew Whitaker ha definito la presenza del leader di Kiev «possibile» e, pur specificando come la decisione spetti al presidente, ha aggiunto: «C’è tempo per prenderla, al momento non è stata presa».

          Dopo che, nelle scorse ore, da Bruxelles e dai leader europei è arrivato unanime un invito a evitare un summit «monco» e a includere nella partita i diretti interessati, nette sono state le parole di Friedrich Merz. «Speriamo e presumiamo che il governo ucraino, che il presidente Zelensky, partecipi a questo incontro», ha dichiarato in un’intervista all’emittente Ard il cancelliere tedesco che nella stessa sede ha sottolineato come sia inaccettabile «che le questioni territoriali vengano discusse o decise da Russia e Stati Uniti ignorando europei e ucraini».

          Non particolarmente incoraggianti per gli ucraini, invece, i segnali che arrivano da Washington, nonostante un durissimo editoriale del Washington Post che paragona il faccia a faccia in Alaska alla Conferenza di Monaco del 1938. «Eventuali incontri con Zelensky saranno possibili solo dopo il vertice tra Trump e Putin», ha riferito la Cnn, citando un funzionario anonimo della Casa Bianca secondo il quale, sebbene la partecipazione di Zelensky ad alcuni incontri in Alaska sia possibile, non è elencato tra i partecipanti confermati al vertice Putin-Trump. Scettico e più netto — ma la posizione non stupisce data la storica antipatia del vicepresidente Usa per il leader ucraino — JD Vance che, parlando a Fox News, definisce la presenza di Zelensky «non produttiva».

          Di fronte al dietrofront della Casa Bianca (Trump dapprima è sembrato aperto a un trilaterale, poi ha cambiato posizione) e al balletto di posizioni, a Kiev le bocche restano socchiuse in un comprensibile disappunto. Nonostante alla Bankova, così come in Europa, non si sia mai fatto mistero del fatto che una pace decisa senza consultare i diretti interessati non nascerebbe certo sotto i migliori auspici, una proposta irricevibile per Kiev significherebbe mettersi nella scomoda posizione di chi rifiuta il dialogo e scontenta il principale alleato, così desideroso di annunciare al mondo un accordo.

          Ma non solo. Se, come è probabile secondo gli analisti, dovesse rigettare il piano di pace deciso in Alaska, la posizione interna di Zelensky si farebbe ancora più difficile di quanto già non sia. Il leader di Kiev sa bene di non poter fare concessioni territoriali a fronte di scarne garanzie. Ma non può nemmeno ignorare la fatica di un’intera popolazione stremata da oltre tre anni di guerra. E non da ultimo deve considerare il calo di consenso interno. Non solo per opportunismo politico, ma anche per questioni di sicurezza. Putin non ha mai fatto mistero di voler eliminare Zelensky in ogni modo. Non è un caso, allora, che la propaganda russa stia cavalcando come non mai un tema delicatissimo per Kiev, ossia quello del reclutamento obbligatorio. Questione su cui il Paese rischia di spaccarsi, proprio lungo quell’asse che divide l’Est dall’Ovest e su cui lo Zar sogna di vedere spezzarsi l’Ucraina.

          ​CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Ma dove lo presenti Zelensky? Il suo stato psicofisico è quello che tutti hanno visto in mondovisione nello Studio Ovale: allucinato, completamente scollegato dalla realtà, annebbiato, con Trump che cercava di fargli capire che per chiudere con la guerra bisognava fare delle concessioni e quell'altro, in una sorta di delirio catatonico, a ripetere: "Putin è un assassino"..."voi (rivolto agli americani) vi credete al sicuro ma non lo siete"...e via farneticando come un ossesso, tanto da dover essere infine accompagnato alla porta.

            Alle cene dei grandi si usa (o almeno un tempo si usava) che gli infanti mocciosi si sistemassero su di un tavolinetto dedicato in un angolo della sala, quello dei piccoli, dove tutto è apparecchiato in proporzione: lo sgabellino, il piattino, il bicchierino, il bavaglino, il giochino...è lì che Zelensky verrà accomodato: a fargli compagnia, la banda dei suoi nuovi amichetti, i bambocci europei, col grembiule sporco di pongo col quale giocano nelle ricreazioni infinite, ormai unica loro occupazione.

            Per tutti quei ridolini c'è il tavolo dei "volenterosi" sfigati. I grandicelli invece hanno da parlare di come iniziare a dare una specie di forma alla crisi dell'epoca: la Cina, il Polo Nord (dove l'America si affaccia col solo abbaino dell'Alaska, e non a caso lì si è deciso di tenere il vertice), la fine dell'unipolarismo e del multilateralismo, l'irruzione del mondo multipolare, le sfere di influenza e competenza: in questo universo, quel burattino di legno di Zelensky non ha un senso e non ha un ruolo, al pari dei suoi similari modelli europei, coi quali non a caso ormai fa comunella: la banda degli sfigati che senza la tata (gli USA) non sanno nemmeno cambiarsi da soli il pannolino sporco.
            ...ma di noi
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            • Sean
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              Trump, Zelensky non è parte dell'incontro di venerdì
              Volodymyr Zelensky non è parte dell'incontro di venerdì con Vladimir Putin. Lo ha detto Donald Trump.

              Trump, ci sarà scambio territori, irritato da Zelensky
              Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha assicurato che ci sarà uno scambio di territori tra Russia e Ucraina, nonostante il leader di Kiev lo escluda. "Vado d'accordo con Zelensky ma, sapete, sono in disaccordo con quello che ha fatto, molto, molto gravemente in disaccordo", ha detto Trump in conferenza stampa, "questa è una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere". "Sono stato un po’ irritato dal fatto che Zelensky abbia detto di aver bisogno dell'approvazione costituzionale", ha proseguito Trump, "voglio dire, ha avuto l'approvazione per andare in guerra e uccidere tutti ma ha bisogno dell'approvazione per uno scambio di territori? Perché ci sarà uno scambio di territori".

              ​ Trump: “Leader europei in overdose provando a risolvere crisi”
              I leader europei "sono andati in overdose" provando a risolvere la crisi ucraina. Lo ha affermato in conferenza stampa Donald Trump, citando quanto ammesso privatamente da uno dei leader. "Non è una bella espressione ma è accurata, sono stanchi e vogliono tornare a spendere soldi per i loro Paesi - ha aggiunto - la mia relazione con loro è bellissima e loro contano su di me".

              ​ Trump, possibile ritorno a normalità rapporti commerciali Russia
              Donald Trump intravede la possibilità di un ritorno alla normalità degli scambi commerciali con la Russia. A chi lo interpellava a riguardo, il presidente ha detto: "la Russia ha un territorio di grande valore se Vladimir Putin si dedicasse agli affari invece che alla guerra".

              ​Repubblica
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              • Arturo Bandini
                million dollar boy
                • Aug 2003
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                prove di regime in uk
                tredicenne arrestata per essere entrata (solo questo) da mcdonald's dopo le 5 pm

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                • M K K
                  finte ferie user
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                  • Miami
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                  Se quella ha 13 anni io ne ho 22
                  Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                  Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                  Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                  • Virulogo.88
                    Bodyweb Advanced
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                    i russi stanno sfondando nel dombass
                    Originariamente Scritto da Pesca
                    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                    • Sean
                      Csar
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Kiev: «L’Alaska una vittoria di Putin». Morsa russa intorno a Pokrovsk

                      Oggi Trump sente gli alleati europei. Zelensky smentisce ogni cessione del Donbass

                      «Un dialogo tra il presidente degli Stati Uniti e il presidente russo può essere importante per il loro negoziato bilaterale, ma non possono decidere nulla sull’Ucraina senza di noi. Credo e spero che il presidente degli Stati Uniti lo abbia capito». Prova ancora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a inserirsi nel summit in Alaska tra il capo della Casa Bianca e quello del Cremlino mentre si assottigliano sempre di più le speranze di qualsiasi spiraglio di pace.

                      Nell’attesa di quello che la stessa Casa Bianca definisce «un esercizio di ascolto» e che per Kiev è una «vittoria personale» di Putin , il ministro degli Esteri russi Sergei Lavrov ieri si è sentito con il segretario di Stato Marco Rubio, mentre oggi Trump si confronterà, in un meeting virtuale promosso dal cancelliere tedesco Friedrich Merz con Zelensky, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo António Costa, il segretario della Nato Mark Rutte e i leader europei, tra cui la premier Giorgia Meloni. In precedenza si vedranno i leader europei che torneranno a confrontarsi con il presidente Usa e il presidente ucraino per valutare quanto emerso dal colloquio fra i due presidenti.

                      Proprio l’ingresso nell’Unione, secondo indiscrezioni, sarebbe il «benefit» che il tycoon vorrebbe proporre a Zelensky in cambio della cessione di alcuni territori. Una possibilità, però, che non sembra tenere conto di un problema: all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue pongono il veto il premier ungherese Viktor Orbán (molto vicino alle posizioni di Putin) e il leader slovacco Robert Fico. Due voti determinanti dato che i 27 dovranno esprimersi all’unanimità.

                      E se il negoziato per la pace in Ucraina parte senza dubbio in salita e non è dato sapere quanto l’Ue potrà incidere e quanto il presidente americano vorrà ascoltarla, nonostante le voci di un possibile scambio territoriale tra le parti da Kiev Zelensky fa sapere che «l’Ucraina non si ritirerà dal Donbass, perché le concessioni della Russia senza garanzie di sicurezza apriranno la strada a nuove aggressioni e al rischio di una terza guerra».

                      Ed è proprio nella regione di Donetsk lo stesso oblast in cui Kiev, nei settori di Dobropillia e Pokrovsk, soffre l’avanzata dell’Armata. Qui, alle porte dell’hub logistico del Donbass, Mosca ha schierato oltre 110.000 soldati che tentano da giorni di penetrare le difese inviando piccole unità di fanteria tra le linee ucraine, come riportato sul campo dal Corriere tre settimane fa. Nelle scorse ore le forze russe sono riuscite ad avanzare di 1o chilometri verso la strada Dobropillia-Kramatorsk che fino a metà luglio era regolarmente utilizzata dal traffico civile e militare stringendo la morsa intorno a Pokrovsk.

                      A confermarlo al Corriere anche l’ex capo del battaglione Azov Bogdan Krotevyc che dice: «Il nemico sta avanzando in direzione di Kramatorsk e Druzhkivka», mentre su X l’analista ucraino Tatarigami addirittura invoca la destituzione del capo di Stato maggiore Oleksander Syrsky per quello che viene considerato un fallimento causato da cattive comunicazioni tra le brigate e un turn over mal organizzato a causa della carenza di uomini. E se gli analisti auspicano che le incursioni russe non portino al collasso del fronte in un momento diplomatico così delicato, lo stesso presidente Zelensky nel suo discorso serale avverte: «Crediamo che i russi si stiano preparando per un’operazione offensiva in tre direzioni. Le principali sono Zaporizhia, Pokrovsk e Novopavlivka». Un quadro che, dal Donbass all’Alaska, si fa sempre più fosco per l’Ucraina. E per l’Europa tutta.​

                      CorSera
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                        La gentile Marta Serafini ci mette al corrente che la situazione è: "un quadro che, dal Donbass all’Alaska, si fa sempre più fosco per l’Ucraina. E per l’Europa tutta"...questa fa la giornalista...poi ci si chiede perchè nessuno acquisti più quotidiani e la gran parte della "pubblica opinione" si dedichi a cercarsi le informazioni su internet, impaginandosi un suo personalissimo giornale.

                        Un colloquio tra il presidente americano e quello russo per la Serafini è parte di un "quadro fosco"...ovvero tentare di capire le intenzioni della Russia e se c'è almeno un minimo spiraglio per una tregua, non va bene...meglio continuare la guerra? O forse quello che non va giù alle Marta Serafini è che qualcuno si metta a parlare con Putin? Ma senza ascoltare la campana di uno dei belligeranti, queste Marta Serafini dell'occidente rincretinito, come pensano si possa solo tentare un approccio in una direzione alternativa al puro crepitare di missili e proiettili?

                        Quadro fosco poi "per l'Europa tutta"...uh, che parolone. Chi è l' "Europa tutta", le Marta Serafini? Io per esempio non vedo l'ora che vinca la Russia, da quella vittoria passerebbe una chance di salvezza dell'Europa per me - anche se da quel punto di vista la "vittoria" è già stata ottenuta, avendo la guerra favorito e accelerato il tellurismo dell'occidente e dell'epoca, innescando i processi di quella crisi mondiale, ed europea in particolare, che ha posto termine al modello unipolare, al globalismo, al multilateralismo, scomponendo il mondo in poli e rendendo palese la nullezza della UE, la sua inconsistenza ontologica, la sua subordinazione schiavistica agli USA...che poi l'Europa non sappia approfittare di questa crisi per ripensarsi e "liberarsi" non è affar mio.

                        L'Europa tutta...ma se milioni e milioni di europei non ne possono più di quella guerra, dei miliardi sperperati, di quelle facce da chiulo dei "leader" europei trasformatisi tutti in ridicoli guerrafondai, che comunque, non contando nulla, possono fare pochi o nulli danni grazie al Cielo.

                        Al più il quadro è "fosco" dunque solo per quei pupazzi di paglia, dato che la guerra ucraina è ormai l'unico magnete che tiene più o meno in vita, come un respiratore artificiale per un organismo in coma, una unione morta: l'unico argomento di discussione all'ora del tè, l'unica scusa per darsi una sistemata e far finta di occuparsi di qualcosa: pigolare: "io esisto", "ci siamo anche noi"...

                        Manca ancora a questa ributtante commedia la mano pietosa che stacchi la spina del macchinario artificiale e faccia entrare il becchino: questo sarà, come sempre accaduto, compito della storia.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          • In piedi tra le rovine
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                          Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                          i russi stanno sfondando nel dombass
                          Se fosse davvero così, il primo ad esserne contento dovrebbe essere proprio Zelensky, in quanto ancora due giorni fa ripeteva la sua litania di "pace attraverso la forza"


                          L’Ucraina, continua, sta lavorando con i partner per “raggiungere una pace autentica che venga raggiunta attraverso la forza“. Perché, conclude, questo è “l’unico tipo di pace che può essere raggiunto con la Russia”.

                          Il presidente ucraino escluso dal vertice Trump-Putin chiede più pressione su Mosca: "Le concessioni non convincono un assassino"

                          per cui una vittoria militare della Russia porterebbe comunque a quella "pace attraverso la forza" che Zelensky vorrebbe imporre vincendola lui questa guerra, e questo fa capire quanto quell'individuo sia assolutamente ormai preda dei suoi deliri, di un totale (e catastrofico per la sua nazione) scollegamento dalla realtà: vorrebbe continuare a combattere per sempre, trascinarsi dietro tutto e tutti: che vorrebbe dire sennò "imporre la pace con la forza"?

                          Con quale forza ormai? L'Ucraina è sfinita e per metà depopolata. L'occidente è parimenti esangue. Nella più completa impossibilità di offendere, l'unica tattica che resta è resistere nelle posizioni, finchè reggeranno alla continua pressione...e quindi di quale "imposizione con la forza" sta parlando quel signore lì?

                          Prima che sia troppo tardi, i militari o il popolo dovranno rimuovere l'ostacolo alla pace, l'impedimento alla salvezza di quel che resta di quella nazione, perchè Zelensky è preda di divintà tribali ed infere che fanno perdere la ragione, pretendono sacrifici umani per ricompensare il supplice invasato con niente altro che un regno di ombre.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • zuse
                            Macumbico divinatore
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                            • White House
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                            Amici, quasi non ci speravo più, ma all'ultimo mi è arrivato l'invito per l'Alaska. Che dire, vi terrò aggiornati e consiglierò al meglio i due presidenti in questo delicato momento. Un abbraccio




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                            • SimoneBW
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

                              Se fosse davvero così, il primo ad esserne contento dovrebbe essere proprio Zelensky, in quanto ancora due giorni fa ripeteva la sua litania di "pace attraverso la forza"



                              per cui una vittoria militare della Russia porterebbe comunque a quella "pace attraverso la forza" che Zelensky vorrebbe imporre vincendola lui questa guerra, e questo fa capire quanto quell'individuo sia assolutamente ormai preda dei suoi deliri, di un totale (e catastrofico per la sua nazione) scollegamento dalla realtà: vorrebbe continuare a combattere per sempre, trascinarsi dietro tutto e tutti: che vorrebbe dire sennò "imporre la pace con la forza"?

                              Con quale forza ormai? L'Ucraina è sfinita e per metà depopolata. L'occidente è parimenti esangue. Nella più completa impossibilità di offendere, l'unica tattica che resta è resistere nelle posizioni, finchè reggeranno alla continua pressione...e quindi di quale "imposizione con la forza" sta parlando quel signore lì?

                              Prima che sia troppo tardi, i militari o il popolo dovranno rimuovere l'ostacolo alla pace, l'impedimento alla salvezza di quel che resta di quella nazione, perchè Zelensky è preda di divintà trbali ed infere che fanno perdere la ragione, pretendono sacrifici umani per ricompensare il supplice invasato con niente altro che un regno di ombre.
                              Ci sono sempre i "Volenterosi" pronti a partire.

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                              • fede79
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                                Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio

                                Ci sono sempre i "Volenterosi" pronti a partire.
                                Sarebbe da mandarci anche i figli dei "volenterosi", che leggo stanno già iniziando a parlare di rimuovere qualche sanzione in cambio del cessate il fuoco: mi sa che Putin, per contenere l'organo urogenitale, sta indossando le mutande di ferro.
                                sigpic
                                Free at last, they took your life
                                They could not take your PRIDE

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