Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    finte ferie user
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    Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
    Ma ragazzi, Trump lo avete voluto anche voi. Ricordo bene come tifavate per la sua vittoria alle recenti elezioni.
    L'alternativa era raccapricciante
    Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
    Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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    • zuse
      Macumbico divinatore
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      Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
      Il problema non é quella merda di Trump, ma quei venduti maledetti in Europa. La Von der Leyen li non ci doveva essere. É una inutile marionetta
      Infatti. Anzi, più Trump faceva lo spaccone prendendoci a schiaffi e trattandoci da merdine, e più sarebbe stata per noi una benedizione per trovare la spinta per svegliarci.

      E invece siamo dei servi.




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      • Sergio
        Administrator
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        Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
        Il problema non é quella merda di Trump, ma quei venduti maledetti in Europa. La Von der Leyen li non ci doveva essere. É una inutile marionetta
        Sì, quando dico 'voi' mi riferisco a tutti, anche a chi sta fuori da BW: politici, media, economisti, americani e persone di tutto il mondo.

        Ma davvero non riesco a credere alle interviste che passano in TV, dove interrogano Trump chiedendogli quali risultati abbiano avuto le sue scelte politiche ed economiche. Ma state seriamente chiedendo all'oste se il vino è buono? Cosa volete che vi risponda? Una sfilza di balle! Dovreste chiederlo agli statisti, agli economisti, o a chi fa la spesa e mette benzina ogni giorno.



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        • fede79
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          • Oct 2002
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          • Roma
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          Erdogan aveva capito tutto riguardo l’ubicazione della von der Leyne.
          sigpic
          Free at last, they took your life
          They could not take your PRIDE

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          • zuse
            Macumbico divinatore
            • Oct 2010
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            Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
            Erdogan aveva capito tutto riguardo l’ubicazione della von der Leyne.
            Quel video lo pubblico ciclicamente. Erdogan maestro di vita.




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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              • In piedi tra le rovine
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              Dazi, il grande cedimento

              L’accordo è totalmente asimmetrico: l’Europa non ottiene nulla, ad eccezione della promessa di non essere colpita ancora più pesantemente e su questo non c’è alcuna garanzia

              di Lucrezia Reichlin

              Nel 2011 l’Europa si è trovata ad affrontare una crisi del debito senza avere gli strumenti economici necessari, né la coesione politica per costruirli. Fu una crisi esistenziale che portò l’euro quasi al collasso. Quattordici anni dopo, la guerra commerciale iniziata da Trump ha trovato l’Europa altrettanto impreparata pur avendo, questa volta, lo strumento giusto, cioè la competenza esclusiva a negoziare accordi commerciali internazionali a nome dei suoi 27 Stati membri. Impreparata perché arrivata tardi a fare il necessario per rafforzare la sua autonomia strategica e per via della mancanza di coesione e determinazione ad agire insieme dei Paesi che ne fanno parte. Il risultato è stato un accordo commerciale negativo che indebolisce il suo ruolo nel mondo e la rende vulnerabile all’acuirsi delle sue divisioni interne. Un momento buio che avrà conseguenze di lungo periodo.

              L’accordo è totalmente asimmetrico: l’Europa non ottiene nulla, ad eccezione della promessa di non essere colpita ancora più pesantemente e su questo non c’è alcuna garanzia. Non ne esce meglio dell’ultra conciliante Giappone e fa peggio di una economia molto più piccola e vulnerabile come il Regno Unito. Inoltre, il patto smaschera la ipocrisia di chi, a parole, difende il multilateralismo, ma, di fatto, accetta di siglare un accordo che viola le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto). È un’intesa che mostra in modo inequivocabile la sua debolezza.

              Si dice che l’alternativa a questo accordo capestro sarebbe stata una guerra commerciale distruttiva per l’economia europea. Ed è certamente vero che è troppo facile criticare senza valutare i costi dell’alternativa, ma sia una strategia pragmatica, perseguita con coesione e lucidità, sia una strategia radicale, basata su accordi con altri Paesi, avrebbero dato risultati migliori di questa disfatta.

              L’intesa arriva dopo una serie di miti dichiarazioni pubbliche e deboli tatticismi. Da aprile, ogni volta che l’Unione si è trovata di fronte a una scelta, ha ceduto. Il primo cedimento, ed il grande errore, è stato proprio in aprile, quando ha deciso di non impiegare il suo Strumento anticoercitivo (Aci) per rispondere ai «dazi reciproci» minacciati da Trump e poi, quando questi sono stati temporaneamente sospesi, di non rispondere alle tariffe su acciaio e alluminio e tenersi pronta ad attivare l’Aci. Anche una politica che accettasse — come volevano alcuni Paesi — l’inevitabilità di un accordo asimmetrico per non mettere Trump in difficoltà politica, avrebbe potuto essere più aggressiva. Un migliore equilibrio tra compromesso e minaccia di far saltare il tavolo avrebbe probabilmente portato a un risultato migliore, simile a quello ottenuto da Starmer nel Regno Unito.

              Ma la vera domanda è perché l’Europa non abbia scelto di sfidare il bullismo di Trump e di rispondere con una strategia di ritorsione «occhio per occhio» basata su alleanze strategiche con altri Paesi. Perché non una linea assertiva, combinata alla costruzione di un fronte comune con altre aree del mondo, strategia in cui l’Europa avrebbe potuto esercitare una leadership globale per la difesa dei principi del multilateralismo e la cooperazione per la difesa dei beni comuni globali? Questa strategia si sarebbe potuta basare su accordi commerciali intelligenti con quelle economie con cui abbiamo importanti complementarità e avrebbe isolato gli Stati Uniti, evitando la trappola di un negoziato bilaterale.

              Certo, si sarebbe rischiata una guerra commerciale, ma le conseguenze economiche e politiche di tale conflitto sarebbero state peggiori per gli Stati Uniti che per noi. Non scordiamo che gli Usa, con l’enorme debito da rifinanziare, avrebbero tra l’altro dovuto affrontare le conseguenze del loro isolamento sulla volatilità nel mercato del debito. Il prezzo economico dell’isolamento si sarebbe fatto sentire nel 2026, nel momento del voto del mid-term, un rischio politico a cui Trump è sicuramente sensibile.

              L’Europa non ha perseguito questa strategia perché dipende dagli Usa per la sua difesa e per le tecnologie chiave, ma anche perché, pur avendo la delega a negoziare in nome di tutti gli Stati dell’Unione, è indebolita da interessi divergenti tra i suoi Paesi membri e dalle loro diverse sensibilità politiche. Il fatto che Francia, Germania e Italia non abbiano fatto fronte comune e condiviso le linee strategiche del negoziato ha pesato sul risultato e mostra che la fragilità dell’Unione non sta solo nel limite delle sue competenze, ma soprattutto nella assenza di un’unione politica o comunque di qualcosa che gli si avvicini.

              Nel 2011, alla fine la crisi economica si è superata dotandosi di maggiori strumenti economici collettivi, ma oggi, in una situazione in cui le sfide sono geo-politiche, abbiamo bisogno non solo di strumenti economici a livello federale, ma di maggiore potere politico al centro. Non è chiaro come questo sia possibile nel presente regime politico-istituzionale e sembra veramente utopico se si pensa a come sia difficile fare passi avanti su dossier importanti come quello della difesa comune o quello di un aumento del bilancio europeo. L’Europa è la terza potenza mondiale per Pil, ma è un gigante di argilla. Siamo arrivati oggi ad un punto di crisi esistenziale nella storia dell’Unione, più grave di quello che quattordici anni fa ci portò quasi alla disintegrazione dell’euro e più difficile da affrontare senza una leadership europea con l’ambizione giusta e lo sguardo lungo.


              CorSera
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                L'UE è in disfacimento. Questa fumisteria ideologica, senza un reale nucleo (politico) interno, sottoposta alle formidabili spinte di sovrane potenze economico-militari-politiche, si contorce soffocando nella sua repellente agonia, tra espettorazioni catarrose ed organi in necrosi.

                Nell'epoca della crisi e dei rivolgimenti globali, solo i vasi di ferro saranno destinati a sopravvivere. Qui risiede anche la ragione profonda del perchè l'UE abbia ceduto su tutta la linea ai diktat americani: come una lumaca sgusciata, senza difesa alcuna, mostra all'universo mondo il suo corpo molle, le sue disgustose secrezioni bavose con le quali si trascina al riparo di quel molosso a stelle e strisce che non le riesce di abbandonare, ora più che mai, proprio in virtù del fatto che non ha consistenza ossea, ed arti e nervi e muscoli per reggersi in piedi da sola, meno che mai in questa tempesta che preannunzia la nuova epoca.

                Il problema non è Trump, che della crisi epocale non è il facitore ma il prodotto. Trump è il presidente degli USA che fa o ritiene di fare gli interessi del suo paese, che sta attraversando la più grande crisi dalla sua fondazione. Trump semmai avrebbe dovuto rappresentare quella storica opportunità per l'Europa per finalmente chiudere la ormai secolare pagina di dipendenza dall'America, tornando a reindossare gli abiti di una dignità e libertà proprie: all'apparir del vero questo progetto, questa aspirazione, si è dissolto senza nemmeno tentare un primo passo.

                Un soggetto dotato di autosufficienza (politica, energetica, militare ecc...) avrebbe avuto per scena il mondo tutto dove rivolgersi per resistere alle imposizioni americane, diversificare commercio e approvvigionamenti: la Russia, la Cina...ma per ragioni notissime quei ponti (che trattando da pari a pari sarebbero stati d'oro, in specie con la Russia) sono stati fatti saltare dalla stessa vermicolare UE.

                A quel nauseante incidente della storia, con a capo una tumorescenza composta da pupazzi deformi, afflosciati nell'ormai tarlato teatrino dalle assi sempre più disconnesse, e la platea sempre più vuota, indifferente, stanca, non resta che il laghetto Atlantico e le catene che porta seco: tutto il mondo per essa si riduce a quel cono d'ombra gelida, sorta di tomba che è appunto l'ultima sede dei cadaveri, nel mentre i vivi vi ballano sopra.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
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                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • zuse
                  Macumbico divinatore
                  • Oct 2010
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                  Sean come trovi i primi mesi del ruggente santo felino?

                  Ruggisce o per ora sta solo miagolando un po' più forte?




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                  • Sean
                    Csar
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                    Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
                    Sean come trovi i primi mesi del ruggente santo felino?

                    Ruggisce o per ora sta solo miagolando un po' più forte?
                    Per ora mi pare stia miagolando. Forse deve prendere tutte le misure alle innumerevoli crisi aperte, per dare ad esse una risposta che sia "sua" (dettata cioè da una visione personale ed identitaria) e non di semplice prammatica.

                    Le sfide non sono facili, i fronti aperti innumerevoli e tutti importantissimi. Per adesso c'è da presumere che stia prendendo le misure agli organismi interni (tutti ancora guidati da nomine del predecessore) ma certo se Leone pensa poi di intervenire nei fatti del mondo senza scontentare nessuno, pensa sbagliato e fallirà ovunque...perchè serve il coraggio in questa età del mondo, dove il mysterium iniquitatis si fa via via più forte, il coraggio anche quello di essere solo contro tutti se occorre: è ancora da scoprire se avrà quella tempra.
                    ...ma di noi
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                    forse, tra mille inverni
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                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Sean
                      Csar
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                      Dal metano russo al gas naturale liquefatto made in Usa. Il déjà vu della dipendenza che intrappola l’Europa

                      Le prospettive dell'Ue, tra l'accordo che asseconda Trump, i dubbi sulla convenienza per i mercati e l'esposizione a nuovi ricatti. Come quello del Qatar.


                      L’Europa voleva (e vuole) liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, ma si sta chiudendo in una rete ancora più insidiosa. La trappola del Gas naturale liquefatto (Gnl), che la rende sempre meno indipendente, sempre più ricattabile. Lo mostrano le vicende che hanno portato al ‘Big One’, come ha definito il presidente Usa, Donald Trump, l’accordo commerciale con l’Unione europea. Lo mostrano anche l’accordo siglato da Eni e Venture Global, per la fornitura ventennale di Gnl (concessione fatta dall’Italia al presidente Trump ancora prima dell’accordo europeo) e il fatto che il Qatar minacci di interrompere le forniture di Gnl verso l’Ue se Bruxelles non allenterà i vincoli ambientali contenuti nella nuova direttiva che obbliga le grandi aziende a monitorare l’impatto ambientale e sociale delle proprie catene di fornitura.

                      Una eventuale interruzione da parte del Qatar renderebbe, da un lato, ancora più complicato per l’Unione il rispetto del piano di sanzioni contro il gas russo previsto entro il 2028 e, dall’altro, costituirebbe un precedente rischioso. Perché qualsiasi altro Paese si sentirebbe legittimato a fare la stessa cosa. Tutto questo finora non ha portato grandi vantaggi. Non solo sul fronte ambientale, ma anche politico ed economico. E così poco rassicurano le parole che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha pronunciato dalla Scozia: “Sostituiremo il gas e il petrolio russi con acquisti significativi di Gnl e combustibili nucleari statunitensi”. Anche perché il prezzo del gas rimane sensibilmente superiore rispetto alla media storica e non è più tornato ai valori precedenti l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

                      Verso una nuova dipendenza dal Gnl – Nel primo trimestre del 2025, per la prima volta, l’Unione europea ha importato più gas naturale liquefatto (Gnl) che attraverso i gasdotti: secondo l’Eurostat, 8,4 milioni contro 8,2 milioni di tonnellate. Nell’accordo gli Stati Uniti hanno ottenuto un impegno da parte dell’Unione europea, vincolata ad acquisti triennali da 750 miliardi di dollari complessivi di combustibili fossili, principalmente gas naturale liquefatto (Gnl) e combustibile nucleare (oltre a 600 miliardi di investimenti Ue negli Usa).

                      Durante il mandato di Trump, dunque, si tratta di 250 miliardi di dollari l’anno. Alla faccia della decarbonizzazione europea. Si tratta, comunque, di un rafforzamento delle politiche già adottate, certamente dall’Italia. Basti pensare che, se nei primi sei mesi dei 2025 il gas liquefatto che l’Italia ha importato è aumentato del 35 per cento, è raddoppiato quello che ha acquistato dagli Stati Uniti nostro principale fornitore con una quota 45% (dal 2024 primo esportatore mondiale), seguito da Qatar (25,8%) e Algeria (18,5%). Secondo l’amministratore delegato di Edison, Nicola Monti, se oggi il gnl è più costoso rispetto al gas che arriva via tubo “i prezzi rallenteranno quando aumenterà l’offerta”. Bisogna capire se e di quanto rallenteranno, dato che il processo di produzione (estrazione e liquefazione), trasporto via nave e successiva rigassificazione è piuttosto complesso, tanto da almeno raddoppiare i costi rispetto al metano che arrivava dalla Russia ma, in alcuni casi, anche a quintuplicarlo.

                      Quanto costerà il gas americano – Di contro, c’è il prezzo del gas americano, certamente più basso rispetto a quello europeo. E questo è dovuto principalmente alla sovrapproduzione Usa. Si tratta di circa 10 euro per Mwh, mentre sul mercato Ttf di Amsterdam, quello di riferimento, il prezzo è a poco più di 32 euro. Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia “anche tenendo conto dei costi aggiuntivi per liquefare il gas, trasportarlo e rigassificarlo, il costo finale sarebbe di 15-17 euro, largamente inferiore a quello europeo” (Leggi l’approfondimento). Quanto costerà all’Italia? Comunque di più di quanto costava quello russo. Ad oggi non è possibile sapere di più sul futuro neppure facendo riferimento al contratto, annunciato il 16 luglio scorso, firmato da Eni con Venture Global e che impegna il colosso italiano a comprare, dal 2030, due milioni di tonnellate l’anno di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. Per vent’anni, a partire dalla Fase 1 del progetto di liquefazione CP2 LNG, con consegne dalla fine del decennio.

                      Europa sempre più esposta – Si scrive diversificazione, si legge nuove dipendenze e, soprattutto, nuovi ricatti. Come quello attuato dal Qatar che in questi giorni ha minacciato di interrompere le forniture di Gnl verso l’Ue se Bruxelles non allenterà i vincoli ambientali contenuti nella nuova direttiva sulla due diligence aziendale (Csddd). In assenza di modifiche sostanziali alla norma, Doha e QatarEnergy potrebbero “valutare seriamente mercati alternativi al di fuori dell’Ue, più stabili e favorevoli alle imprese”. Mai sia. La Commissione Ue si è così affrettata a ricordare che a febbraio è stata già proposta una proroga di un anno per l’entrata in vigore della direttiva, con emendamenti attualmente in fase di recepimento. Di più aveva fatto a maggio, al suo esordio a Bruxelles, il cancelliere tedesco, Friedrich Merz. “Il rinvio è solo un primo passo – aveva chiarito – l’abrogazione di alcune direttive è il passo logico successivo”. Il Qatar, d’altronde, è terzo esportatore mondiale di Gnl dopo Stati Uniti e Australia, ha garantito tra il 12% e il 14% delle importazioni europee di gas liquefatto dall’inizio della guerra in Ucraina e l’Ue non può permettersi certo di farlo scappare.

                      Dimenticato pure l’allarme dell‘Agenzia Internazionale per l’Energia – La produzione di Gnl va di pari pass con la realizzazione dei rigassificatori. Entrambi i trend, però, non tengono neppure conto dell’allarme lanciato a fine 2024 dall‘Agenzia Internazionale per l’Energia, secondo cui i mercati globali del Gnl si stanno dirigendo verso un eccesso di offerta di gas, incompatibile con l’obiettivo di impedire che le temperature globali aumentino di oltre 2,4 °C rispetto ai livelli preindustriali. Incompatibile anche a causa di un’impronta di carbonio che non è inferiore a quella delle fonti fossili più inquinanti. Robert W. Howarth, professore alla Cornell University noto per il suo lavoro sui gas serra legati al metano, ha effettuat un’analisi dl cicl di vita completo (Life Cycle Assessment) sulle emissioni del Gnl esportato dagli Stati Uniti e ha scoperto che, se si tengono in considerazione tutte le fasi, dall’estrazione e liquefazione, fino al trasporto e alla combustione finale, il Gnl ha un’impronta di gas serra superiore del 33% rispetto al carbone su un arco di 20 anni.

                      Accordi per 750 miliardi con gli USA e minacce dal Qatar: l'Europa passa da una dipendenza all'altra. E a costi maggiori.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                      forse, tra mille inverni
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                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Virulogo.88
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                        Noi vi avevamo avvisato che era meglio non farsi nemico zio vladimiro
                        Originariamente Scritto da Pesca
                        lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                        • The_machine
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                          Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio

                          L'alternativa era raccapricciante
                          Non avrebbe imposto i dazi all'Europa. Stessa cosa per il 5% di spesa militare.

                          Mettevate le bandierine agi stati come faceva Emilio Fede con Berlusconi. E' tutto invecchiato malissimo.

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                          • Sergio
                            Administrator
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                            Boh, io spero (per l'Europa) che sotto ci sia qualche cosa che a noi sfugge o che gli accordi li possono sospendere quando vogliono senza penali accluse. Questo spiegherebbe l'accordo, di merda, ma temporaneo.



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                            • KURTANGLE
                              Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                              Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio

                              Non avrebbe imposto i dazi all'Europa. Stessa cosa per il 5% di spesa militare.

                              .

                              le abbiamo accettate queste cose
                              sono i nostri governanti a fare schifo
                              niente scuse

                              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                              Originariamente Scritto da GoodBoy!
                              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                              grazie.




                              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                              • The_machine
                                Bodyweb Senior
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                                Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio


                                le abbiamo accettate queste cose
                                sono i nostri governanti a fare schifo
                                niente scuse
                                Puoi dire tutto quello quello che vuoi su chi ci governa, ma resta il fatto che con i democratici ci troveremmo in una posizione migliore perché con l'Europa avrebbero continuato ad applicare soft power. Trump da questo punto di vista ha rappresentato una rottura in negativo.

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