Se fosse un pò piu giovane avrebbe tutta la premier dietro
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Accordo verbale raggiunto tra la @officialasroma e il #Lens per Neil #ElAynaoui. Intesa sulla base di 25 milioni più bonus. Prevista per domani - venerdì 18 luglio - la formalizzazione dell’operazione con lo scambio dei documenti. La decisione dei giallorossi di affondare per El Aynaoui arriva anche per i continui giochi al rialzo del #Palmeiras per Richard #Rios.
Il @officialsscnapoli continua a insistere per Dan #Ndoye del #Bologna. La volontà degli azzurri è inserire nell'operazione il cartellino di Alessandro #Zanoli.
Di Marzio
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Napoli-Galatasaray, vicina l’intesa per Osimhen
Il Galatasaray ha fatto passi in avanti nella trattativa per Victor Osimhen. Il club turco ha accettato di pagare al Napoli tutte le rate dei 75 milioni di euro entro il 2026 e ha accettato anche la penale in caso il calciatore dovesse rientrare nei prossimi due anni in Serie A. L’ultimo dettaglio è rappresentata dalla percentuale di futura rivendita. I due club hanno fatto passi in avanti importanti e la fumata bianca è dietro l’angolo.
Milan, offerta al Brighton per Estupinian
Il Milan ha presentato un’offerta ufficiale di 15 milioni di euro più bonus al Brighton per Estupinian. Il terzino sinistro è un obiettivo concreto dei rossoneri. Gli inglesi partono da una richiesta molto più alta. Agenti al lavoro per cercare di arrivare a un accordo.
Repubblica
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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dai testa di kazzo fuori dalle palle
de bruyne - beukema - lang - lucca
il Napoli si sta rinforzando beneOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
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13 settembre 2014. Empoli-Roma. All’intervallo Leandro Castan esce. Non tornerà per molto tempo. La sua vita è cambiata quel giorno? «In quei 15’ è finita la mia carriera. È morta una parte di me. Durante il riscaldamento ho sentito un fastidio al flessore. Al termine del primo tempo Maicon ha avvisato Rudi Garcia: “Castan non sta bene”. Sono stato sostituito. Sono uscito dal campo, per sempre. Tornato a casa, ho iniziato a non stare bene. La mattina successiva la situazione è peggiorata, mi girava la testa. Ho pensato di morire».
È andato in ospedale?
«Subito. Dopo una risonanza magnetica mi hanno mandato a casa. Il dottore del club era preoccupato, ma non mi diceva cosa avessi. Mai avrei pensato di poter vivere qualcosa di simile. I primi 15 giorni furono terribili. Non mi reggevo in piedi, vomitavo molto, avevo perso 20 kg. Ero senza forze. All’inizio la Roma ha scelto di nascondere tutto. Ho deciso di isolarmi e togliere i social. Ma un giorno ho guardato il telefono».
Cosa ha visto?
«Un articolo su Twitter: “Leandro Castan ha un tumore, potrebbe morire”. La paura mi ha travolto. Non sapevo ancora cosa avessi. Nessuno mi aveva detto niente. Né il club, né i dottori. Nessuno. “Stai calmo”, mi ripetevano. Poi mi sono ricordato che mio nonno era morto per un cancro al cervello. Ho pensato che il destino sarebbe potuto essere lo stesso».
Nella carriera di Leandro Castan, difensore da 100 presenze in A e 2 con la Nazionale brasiliana — esiste un prima e un dopo. Lo spartiacque è rappresentato dalla scoperta del tumore che gli ha cambiato la vita. Quel giorno i suoi sogni sono finiti: «Volevo vincere il campionato con la Roma e conquistare la Nazionale. In poco tempo mi sono ritrovato su un letto d’ospedale con un tumore in testa. Ho dovuto imparare a vivere di nuovo. Vivere una vita diversa e combattere con un malessere che piano piano stava nascendo in me. Ho fatto di tutto per tornare al mio livello. Tutto. Non è stato possibile».
Ma quando ha scoperto del tumore?
«Dopo settimane mi hanno comunicato che avevo un cavernoma cerebrale. Avrei dovuto dire addio al calcio. Nella mia testa è sceso il buio. Ero confuso. Arrivato in clinica mi hanno spiegato la situazione: “Se prendi una botta durante una partita ti potrebbe partire un’emorragia cerebrale e potresti morire. O smetti o ti operi”. Mi avrebbero dovuto aprire la testa. Un intervento molto pericoloso, non volevo farlo. Ricordo che quello stesso giorno, tornato a casa mia moglie mi ha detto che sarei diventato di nuovo papà. Un segnale di Dio».
Poi si è operato, cosa le ha fatto cambiare idea?
«Una partita della Roma in tv. Guardandola, mi è scattato qualcosa. Non volevo smettere. Il dottore mi aveva proposto di vedersi dopo le vacanze di Natale, io non potevo aspettare. Dopo una settimana ero in sala operatoria. La mia unica preoccupazione era rimanere vivo per non lasciare soli mia moglie e i miei figli. Il giorno prima dell’intervento sono andato a Trigoria per allenarmi. Tutti mi davano del pazzo, ma ne avevo bisogno».
Si è sentito solo quando ha scoperto del tumore e dopo l’operazione?
«No, io posso solo dire grazie. Grazie all’Italia e alla Roma. Mi hanno accolto e mi sono stati vicini nel momento più difficile. Se fossi stato in Brasile non so cosa sarebbe potuto succedere. Quello che hanno fatto per me i tifosi, Sabatini, i compagni è incredibile. Mi hanno offerto le cure migliori, mi hanno pagato gli stipendi e rinnovato un contratto anche senza giocare. E ho ricevuto messaggi da tutta l’Italia: Baresi, Allegri, Del Piero, Bonucci… mi hanno fatto sentire la loro vicinanza. Mi hanno dato forza. E tanti miei compagni mi sono stati vicini. Per esempio Emerson Palmieri, De Rossi, Maicon, Alisson, Radja, Benatia, ma sono solo alcuni».
Dopo l’intervento com’è andata?
«Appena sveglio sono scoppiato a piangere con mia moglie. Non ero morto. I mesi successivi sono stati difficili, dovevo imparare a vivere. La mia vita era cambiata. Anche nella quotidianità. All’inizio faticavo a prendere un bicchiere su un tavolo. O se mi guardavo i piedi non riuscivo a muoverli. Ma il vero problema non è stata la quotidianità, ma il calcio».
È stato difficile tornare in campo?
«Ho in testa l’immagine del mio primo allenamento dopo l’operazione. Sono tornato a casa piangendo. Ricorderò sempre il momento in cui i preparatori mi avevano passato la palla. Avevo guardato il mio piede e il pallone. Volevo stopparlo con la suola, come piaceva a me. Ma il piede era rimasto fermo e la palla passata tra le gambe. Non avevo il controllo del mio corpo. Era terribile. Volevo tornare a essere quello di prima, non accettavo di non poterlo fare. Questo mi uccideva».
Gli allenatori come si sono comportati con lei?
«Rudi Garcia mi ha sempre protetto, un secondo padre. Con Spalletti ho fatto più fatica. Ero rientrato dall’operazione. Prima della partita contro l’Hellas mi aveva chiamato in ufficio dicendomi che voleva rivedere il vecchio Castan. “Va bene, ma ho bisogno di giocare”, la mia risposta. Contro il Verona sono tornato titolare, giocando però una delle mie peggiori partite. Nei giorni successivi mi ha richiamato in ufficio, mostrandomi una foto del Frosinone. “Il tuo livello è questo, non puoi giocare qui. Tu con me non giochi più”. Mi è crollato il mondo addosso».
A Torino ha conosciuto Mihajlović.
«Mi vengono i brividi a parlarne. Alla fine di ogni allenamento si fermava con me per insegnarmi a calciare. Passavamo le ore insieme. Lo porterò sempre nel cuore».
Nicolò Franceschin Estratto Corriere
Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
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Napoli-Galatasaray, vicina l’intesa per Osimhen
Il Galatasaray ha fatto passi in avanti nella trattativa per Victor Osimhen. Il club turco ha accettato di pagare al Napoli tutte le rate dei 75 milioni di euro entro il 2026 e ha accettato anche la penale in caso il calciatore dovesse rientrare nei prossimi due anni in Serie A. L’ultimo dettaglio è rappresentata dalla percentuale di futura rivendita. I due club hanno fatto passi in avanti importanti e la fumata bianca è dietro l’angolo.Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
75M per uno che è finito in turchia sarebbe un autentico miracolo...
vero
io temevo dovessimo venderlo a 45-50Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggiodai testa di kazzo fuori dalle palle
de bruyne - beukema - lang - lucca
il Napoli si sta rinforzando bene
Caso esemplare l'Inter, prendo l'Inter perchè sulla carta sarebbe inquattrinatissima (mondiale per club, champions passata e qualificazione alla prossima champions, una marea di soldi) ma poi deve fare i conti con i conti del bilancio appunto, coi debiti da coprire, con Oaktree che ha messo paletti ferrei...per cui si va dall'Atalanta a fare una offerta di prestito con obbligo di riscatto a 40 milioni per Lookman...che solo con una ubriacatura collettiva a Bergamo si potrà mai accettare...per cui è chiaro che già stanno pensando al piano B.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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dopo la vittoria dello scudetto, e con la proposta della Juve sul tavolo, Conte ha messo dei paletti molto chiari ad ADL
e ha preteso che il presidente investisse molto e che lo facesse presto così da avere i giocatori pronti per il ritiroOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
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nel frattempo il como supera quota 100 milioni spese prendendo anche perrone
se questi si mettono in testa di investire così tanto nel giro di 2-3 anni possono lottare per lo scudetto
anche perchè hanno mostrato di investire bene i soldi e di non bruciarliOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio13 settembre 2014. Empoli-Roma. All’intervallo Leandro Castan esce. Non tornerà per molto tempo. La sua vita è cambiata quel giorno? «In quei 15’ è finita la mia carriera. È morta una parte di me. Durante il riscaldamento ho sentito un fastidio al flessore. Al termine del primo tempo Maicon ha avvisato Rudi Garcia: “Castan non sta bene”. Sono stato sostituito. Sono uscito dal campo, per sempre. Tornato a casa, ho iniziato a non stare bene. La mattina successiva la situazione è peggiorata, mi girava la testa. Ho pensato di morire».
È andato in ospedale?
«Subito. Dopo una risonanza magnetica mi hanno mandato a casa. Il dottore del club era preoccupato, ma non mi diceva cosa avessi. Mai avrei pensato di poter vivere qualcosa di simile. I primi 15 giorni furono terribili. Non mi reggevo in piedi, vomitavo molto, avevo perso 20 kg. Ero senza forze. All’inizio la Roma ha scelto di nascondere tutto. Ho deciso di isolarmi e togliere i social. Ma un giorno ho guardato il telefono».
Cosa ha visto?
«Un articolo su Twitter: “Leandro Castan ha un tumore, potrebbe morire”. La paura mi ha travolto. Non sapevo ancora cosa avessi. Nessuno mi aveva detto niente. Né il club, né i dottori. Nessuno. “Stai calmo”, mi ripetevano. Poi mi sono ricordato che mio nonno era morto per un cancro al cervello. Ho pensato che il destino sarebbe potuto essere lo stesso».
Nella carriera di Leandro Castan, difensore da 100 presenze in A e 2 con la Nazionale brasiliana — esiste un prima e un dopo. Lo spartiacque è rappresentato dalla scoperta del tumore che gli ha cambiato la vita. Quel giorno i suoi sogni sono finiti: «Volevo vincere il campionato con la Roma e conquistare la Nazionale. In poco tempo mi sono ritrovato su un letto d’ospedale con un tumore in testa. Ho dovuto imparare a vivere di nuovo. Vivere una vita diversa e combattere con un malessere che piano piano stava nascendo in me. Ho fatto di tutto per tornare al mio livello. Tutto. Non è stato possibile».
Ma quando ha scoperto del tumore?
«Dopo settimane mi hanno comunicato che avevo un cavernoma cerebrale. Avrei dovuto dire addio al calcio. Nella mia testa è sceso il buio. Ero confuso. Arrivato in clinica mi hanno spiegato la situazione: “Se prendi una botta durante una partita ti potrebbe partire un’emorragia cerebrale e potresti morire. O smetti o ti operi”. Mi avrebbero dovuto aprire la testa. Un intervento molto pericoloso, non volevo farlo. Ricordo che quello stesso giorno, tornato a casa mia moglie mi ha detto che sarei diventato di nuovo papà. Un segnale di Dio».
Poi si è operato, cosa le ha fatto cambiare idea?
«Una partita della Roma in tv. Guardandola, mi è scattato qualcosa. Non volevo smettere. Il dottore mi aveva proposto di vedersi dopo le vacanze di Natale, io non potevo aspettare. Dopo una settimana ero in sala operatoria. La mia unica preoccupazione era rimanere vivo per non lasciare soli mia moglie e i miei figli. Il giorno prima dell’intervento sono andato a Trigoria per allenarmi. Tutti mi davano del pazzo, ma ne avevo bisogno».
Si è sentito solo quando ha scoperto del tumore e dopo l’operazione?
«No, io posso solo dire grazie. Grazie all’Italia e alla Roma. Mi hanno accolto e mi sono stati vicini nel momento più difficile. Se fossi stato in Brasile non so cosa sarebbe potuto succedere. Quello che hanno fatto per me i tifosi, Sabatini, i compagni è incredibile. Mi hanno offerto le cure migliori, mi hanno pagato gli stipendi e rinnovato un contratto anche senza giocare. E ho ricevuto messaggi da tutta l’Italia: Baresi, Allegri, Del Piero, Bonucci… mi hanno fatto sentire la loro vicinanza. Mi hanno dato forza. E tanti miei compagni mi sono stati vicini. Per esempio Emerson Palmieri, De Rossi, Maicon, Alisson, Radja, Benatia, ma sono solo alcuni».
Dopo l’intervento com’è andata?
«Appena sveglio sono scoppiato a piangere con mia moglie. Non ero morto. I mesi successivi sono stati difficili, dovevo imparare a vivere. La mia vita era cambiata. Anche nella quotidianità. All’inizio faticavo a prendere un bicchiere su un tavolo. O se mi guardavo i piedi non riuscivo a muoverli. Ma il vero problema non è stata la quotidianità, ma il calcio».
È stato difficile tornare in campo?
«Ho in testa l’immagine del mio primo allenamento dopo l’operazione. Sono tornato a casa piangendo. Ricorderò sempre il momento in cui i preparatori mi avevano passato la palla. Avevo guardato il mio piede e il pallone. Volevo stopparlo con la suola, come piaceva a me. Ma il piede era rimasto fermo e la palla passata tra le gambe. Non avevo il controllo del mio corpo. Era terribile. Volevo tornare a essere quello di prima, non accettavo di non poterlo fare. Questo mi uccideva».
Gli allenatori come si sono comportati con lei?
«Rudi Garcia mi ha sempre protetto, un secondo padre. Con Spalletti ho fatto più fatica. Ero rientrato dall’operazione. Prima della partita contro l’Hellas mi aveva chiamato in ufficio dicendomi che voleva rivedere il vecchio Castan. “Va bene, ma ho bisogno di giocare”, la mia risposta. Contro il Verona sono tornato titolare, giocando però una delle mie peggiori partite. Nei giorni successivi mi ha richiamato in ufficio, mostrandomi una foto del Frosinone. “Il tuo livello è questo, non puoi giocare qui. Tu con me non giochi più”. Mi è crollato il mondo addosso».
A Torino ha conosciuto Mihajlović.
«Mi vengono i brividi a parlarne. Alla fine di ogni allenamento si fermava con me per insegnarmi a calciare. Passavamo le ore insieme. Lo porterò sempre nel cuore».
Nicolò Franceschin Estratto CorriereOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
Che ne pensate?
Ricordo bene...alla fine è andata bene, perché la situazione era grave forte.
Spalletti fece bene a farlo andare via. Quella Roma era forte e purtroppo per noi, incappammo nella Juve dei 9 scudetti, perché senza milanesi competitive, era da vincere qualcosa. Invece se semo attaccati ar cazz0 come sempre.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
Che ne pensate?...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggionel frattempo il como supera quota 100 milioni spese prendendo anche perrone
se questi si mettono in testa di investire così tanto nel giro di 2-3 anni possono lottare per lo scudetto
anche perchè hanno mostrato di investire bene i soldi e di non bruciarliOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Che non lo ritenessero più all'altezza della rosa ci sta. Io stesso nella vecchia battaglia tra Spalletti e Totti do più ragioni all'allenatore, in questo caso però si poteva dare lo stesso messaggio senza mostrare la foto del Frosinone e dire che vale quello. Che poi mi immagino ora i tifosi della suddetta squadra arrabbiati per essere presi come esempio di squadra inferiore
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