Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
    Conte che schifa la Juve dopo che per anni ha detto che ci sarebbe tornato in ginocchio fa davvero specie
    E' un pò difficile capire come è messa la Juve in questo momento, e Conte è uno che vuole certezze e anche più che certezze...chi sarebbe stato il referente di Conte? Nel momento di dover scegliere l'allenatore, si caccia il DS e si prende un dirigente francese...non c'è chiarezza, non c'è stabilità...

    Il Napoli in questo momento è una società molto più forte, organizzata e strutturata della Juve...e inoltre De Laurentiis è pronto a fare una campagna acquisti importante, rafforzare la rosa, puntare al bis scudetto, che poi è quello che voleva sentirsi dire Conte...quest'anno il Kvara di turno a gennaio non glielo venderanno...pare stiano per prendere dei nomi importanti davanti e dietro...noi non sappiamo nemmeno chi dovrà fare il mercato...da chi ti presenti adesso? Capirai poi Conte, che se annusa anche solo un pò di fumo scappa - lasciò l'Inter appena scudettata perchè riteneva che i cinesi non avrebbero più sborsato...

    Se Conte è rimasto al Napoli è perchè De Laurentiis si è messo a completa disposizione per vincere ancora lo scudetto. Noi queste garanzie non le possiamo dare, ma nemmeno di entrare in champions ad oggi.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Mario12
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      • Nov 2014
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      Comolli ha firmato , probabile che la prossima settimana si sappia qualcosa sull'allenatore

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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Penso anche io che la settimana che entra si saprà qualcosa...e auguriamoci che questo Comolli ci stupisca in positivo...o comunque smentisca i diffidenti come me che hanno il barometro settato sul pessimismo...però sono aperto anche al ricredermi.
        ...ma di noi
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        forse, tra mille inverni
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        • robybaggio10
          Bodyweb Senior
          • Dec 2011
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          • Franciacorta
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          Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
          pallone d'oro ad uno del PSG quindi ?
          Io lo darei a Yamal (il Barcellona alla fine della fiera ha fatto solo una partita in meno di PSG e Inter) che ha incantato. Altrimenti, se propro bisogna darlo ad uno del PSG, lo darei a Dembelè.
          I SUOI goals:
          -Serie A: 189
          -Serie B: 6
          -Super League: 5
          -Coppa Italia: 13
          -Chinese FA Cup: 1
          -Coppa UEFA: 5
          -Champions League: 13
          -Nazionale Under 21: 19
          -Nazionale: 19
          TOTALE: 270

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          • robybaggio10
            Bodyweb Senior
            • Dec 2011
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            • Franciacorta
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            La Juve è attualmete nel caos. Il Milan è in ricostruzione. L'Inter subirà il contraccolpo della sconfitta di ieri (e cambierà parecchio). L'Atalanta non avrà più Gasperini. Roma e Lazio cambieranno anch'esse allenatore. Il prossimo anno il Napoli parte quindi superfavorito!
            I SUOI goals:
            -Serie A: 189
            -Serie B: 6
            -Super League: 5
            -Coppa Italia: 13
            -Chinese FA Cup: 1
            -Coppa UEFA: 5
            -Champions League: 13
            -Nazionale Under 21: 19
            -Nazionale: 19
            TOTALE: 270

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            • Steel77
              Administrator
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

              Adesso le cose sono semplici: le prime scelte si sono tutte accasate, per cui 1) resti con Tudor, 2) vai sullo scontatissimo/prevedibilissimo Pioli, 3) Comolli si inventa un nome...non si scappa da questo circolo.
              Pioli...mortacci loro. Ma meglio Tudor cazz*, almeno è juventino dentro

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              • Venkman85
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                • Liguria
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                Magari ci prendiamo noi Inzaghi 😁

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  • In piedi tra le rovine
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                  Per carità, ha evidenti limiti nella gestione psicologica del gruppo e sua. A parte che al momento è un uomo distrutto che avrebbe assolutamente bisogno di una pausa...ma ha perso tutto il perdibile e, se un campionato scivolato via può essere un caso (regalo a Pioli), due diventano una prova (regalo a Conte).

                  Non so se patisce la tensione, lo stress o cosa, ma ha dei limiti, e, se fossero limiti caratteriali e gestionali, sarebbero gravi limiti per un allenatore che ambisce ai grandi traguardi.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Mario12
                    Bodyweb Advanced
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                    a me non convince , ieri è stato completamente messo sotto a livello tattico
                    alla Juve in questo periodo storico serve un allenatore che riesca a fare miracoli anche con ste pippe che ci ritroviamo , Conte sarebbe stato perfetto

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                    • zuse
                      Macumbico divinatore
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                      • White House
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                      Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                      La Juve è attualmete nel caos. Il Milan è in ricostruzione. L'Inter subirà il contraccolpo della sconfitta di ieri (e cambierà parecchio). L'Atalanta non avrà più Gasperini. Roma e Lazio cambieranno anch'esse allenatore. Il prossimo anno il Napoli parte quindi superfavorito!
                      Hai però dimenticato di dire che fai schifo!



                      Disgustoso!




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                      • Mario12
                        Bodyweb Advanced
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                          Inter sotto shock, Inzaghi e Marotta alla resa dei conti

                          Martedì il tecnico incontra l’ad mentre l’Al-Hilal lo vuole già al Mondiale. Chivu, Fabregas e Vieira le prime alternative

                          Martedì il tecnico incontra l’ad mentre l’Al-Hilal lo vuole già al Mondiale. Chivu, Fabregas e Vieira le prime alternative


                          Inter, il peso dell’umiliazione: rialzarsi sarà una impresa

                          ​Chi era in campo nella finale con il Psg porterà sempre il marchio del 5-0 sul proprio curriculum. E la squadra non ha più l’età per riscattarsi

                          Chi era in campo nella finale con il Psg porterà sempre il marchio del 5-0 sul proprio curriculum. E la squadra non ha più l’età per riscattarsi


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                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            È una Champions riservata ai «big spender», la filosofia di Oaktree ha bisogno di Inzaghi?

                            Negli ultimi 15 anni le squadre italiane hanno raggiunto quattro volte la finale, senza mai vincerla: con i nostri budget riusciamo, a prezzo di memorabili imprese, ad arrivare ogni tanto al penultimo gradino. Ma l’ultimo ci è precluso, vincono solo i big spender

                            di Paolo Condò

                            La notte delle streghe di Monaco contiene due discorsi complementari e un bel dilemma sul futuro. Il primo mistero da analizzare è da dove sia arrivata la non-prestazione dell’Inter, un buco nero di gambe e di testa privo di qualsiasi avvisaglia. Bayern e Barcellona avevano già alzato l’asticella a livelli elevati, eppure l’Inter aveva sempre trovato dentro di sé la forza per risalire la corrente, anche quand’era impetuosa come nel finale col Barça. Il tema stesso del percorso in Champions, ben diverso da quello svagato in campionato, era stato la ferrea applicazione che permetteva al calcio all’italiana 2.0 di Inzaghi di resistere ai vari catalanismi per poi colpirli nei loro punti deboli. Il Paris Saint-Germain di Luis Enrique ha dimostrato di non averne — se i suoi giovani manterranno questa mentalità, e non è scontato, potremmo aver assistito all’apertura di un ciclo storico — ma l’Inter si è stancata troppo presto di cercarli. E questa è stata la differenza tra un’ammissibile sconfitta e il disastro entrato nella storia delle finali di Champions.

                            I club italiani e le economie da cambiare

                            Il secondo discorso riguarda la serie A, e il fatto che negli ultimi 15 anni — dal Triplete di Mourinho in poi — le nostre squadre abbiano raggiunto quattro volte la finale, due la Juve e due l’Inter, senza mai vincerla. È come se andassimo a sbattere contro un soffitto di vetro: con i nostri budget riusciamo, a prezzo di memorabili imprese, ad arrivare ogni tanto al penultimo gradino. Ma l’ultimo ci è precluso, vincono solo i big spender: i club che hanno battuto Juve e Inter sono Barcellona, Real Madrid, Manchester City e Psg. Desiré Doué ha rubato l’occhio sabato: ha 19 anni, è stato acquistato la scorsa estate dal Rennes per 51 milioni, e in stagione è stato solo la terza aggiunta più cara. Kvara (75) e Joao Neves (60) sono costati di più. Ora l’Italia è il grande campionato che manca la Champions da più tempo, e per rivincerla probabilmente dovrà cambiare qualcosa nelle economie dei nostri club. Ma la domanda è: se l’Inter avesse avuto 51 milioni da spendere sul mercato interno, avrebbe trovato un giovane paragonabile a Doué? La risposta è no, e il vero problema è questo. Massima solidarietà a Spalletti, che fra quattro giorni dovrà iniziare a riportarci al Mondiale con queste forze limitate ed esauste. È essenziale che ci riesca, per riavviare un processo.

                            Il futuro di Simone è un dilemma

                            Il dilemma riguarda il futuro di Inzaghi, molto deludente a Monaco ma il cui bilancio nerazzurro resta apprezzabile: si può discutere se uno scudetto e due finali di Champions siano poco o tanto, non il miglioramento che tutti i giocatori hanno avuto sotto la sua guida. E questo conta, per un allenatore e per la società che ne raccoglie i frutti. La gestione di quest’improvvisa offerta araba è stata un po’ raffazzonata, la vera questione è se la nuova filosofia di mercato di Oaktree — non più svincolati pronti alla Mkhitaryan, ma cartellini di giovani da valorizzare alla Bisseck — sia nelle sue corde. Abbiamo già detto che Simone sa migliorare i giocatori. Bisogna capire se ne ha voglia.

                            ​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Inzaghi stufo di apparire come il grande perdente, così saluta l'Inter.

                              L'allenatore nerazzurro parlerà con la dirigenza ma ad oggi sembra più probabile la partenza che la permanenza. Si è sentito poco tutelato dal club e dall'Arabia parlano di accordo certo

                              La traversata del deserto è iniziata poco più di una settimana fa e nessuno si era reso conto fino in fondo delle conseguenze: l’Inter completamente sfiatata è stata presa al collo dal Psg dal primo all’ultimo minuto. Simone Inzaghi in 4 anni ha portato due volte in finale di Champions la squadra numero 241 al mondo come spese sul mercato (114 milioni di attivo, dati transfermarkt) e ha preso 5 gol dalla terza più spendacciona al mondo: 519 milioni di passivo netto sul mercato per i parigini. Di passare per il Grande Perdente, il tecnico sembra essersi stufato. Forse si è sentito anche poco tutelato da una società che a gennaio ha deciso (su indicazioni della proprietà) di non rimediare a un attacco di riserva che con il trio Arnautovic-Correa-Taremi ha dato un contributo davvero modesto: se le volate si giocano sui dettagli, questo era il meno trascurabile.

                              Dall'Arabia: la firma è imminente

                              Domenica notte, dopo la partita più brutta della storia dell’Inter, Inzaghi ha ribadito «che domani incontrerò la società, che ha già fatto due innesti e sa dove intervenire». Quindi gli è stato chiesto se sarà in panchina al Mondiale per club. E la risposta ha spiazzato tutti: «Non so se andrò, prima vedrò l’Inter e poi deciderò cosa fare» ha detto Inzaghi. Poco dopo, incalzato su queste parole, il presidente Marotta ha contestualizzato: «È una frase che non significa nulla, dettata dall’amarezza del momento. Su Simone non c’è cambio di valutazione. Non è una partita storta che cancella tutti i meriti».
                              Nell’incontro di domani tra tecnico e società però si scopriranno le carte. In Arabia dicono che la firma di Inzaghi con l’Al Hilal sia imminente e che il contratto sia pronto. Meno certezze sulle cifre, si oscilla fra i 30 e i 50 milioni all’anno.

                              La famiglia sembra con lui in questa possibile nuova avventura, a partire dalla moglie Gaia Lucariello, che ieri ha espresso apprezzamento a un post social su Simone che sapeva d’addio. Il figlio maggiore, Tommaso, avuto da Alessia Marcuzzi, è mediatore con gli arabi assieme a Federico Pastorello e anche questo fatto può avere avuto un peso nella vicenda, che comunque con la finale di Champions alle porte poteva sicuramente essere gestita meglio. Ricevendo il sesto Tapiro di Striscia, Inzaghi ieri ha commentato la sconfitta di Monaco, ma sull’Arabia ha fatto scena muta.

                              La tentazione di Fabregas

                              A questo punto la sua partenza sembra più probabile della permanenza, anche perché il mercato giovane voluto da Oaktree nasconde opportunità, stimoli, ma anche insidie. Rivoluzioni o follie sul mercato il club non ne farà. E tanto meno per trattenere l’allenatore, che dopo la finale choc non è in posizione di forza, nonostante i quasi 200 milioni incassati in Europa. Non c’è dubbio che anche l’Inter deve attivare subito un piano B in caso di partenza di Inzaghi. A venti chilometri da Appiano c’è il laboratorio di Fabregas, che è anche socio del Como. Il catalano ha ascoltato Lipsia, Bayer e Roma e ha lasciato che fosse il suo club a dire di no. Ma l’Inter è un’altra cosa, anche se Fabregas in riva al lago è abituato anche a intervenire molto sul mercato: è insomma un profilo ambizioso, innovativo, ma anche «impegnativo» considerato che l’Inter non verrà ricostruita dalle fondamenta, perché le rivoluzioni costano e non sai mai davvero dove ti possono condurre.

                              Chivu e non solo, i possibili sostituti

                              Una soluzione più conservativa potrebbe essere Cristian Chivu, con cui la conoscenza reciproca è profonda, dato che la prima panchina del romeno eroe del Triplete, oggi al Parma, è stata quella della Primavera dell’Inter. Patrick Vieira, più esperto dei due colleghi, è un altro ex nerazzurro e non dispiace, sia per come ha condotto il Genoa a metà classifica sia per la sua conoscenza del calcio internazionale.

                              ​CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                • Sep 2007
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                                A me pare chiaro il come e perchè l'Inter abbia perso la finale, e mi fa strano che Condò non colga il punto od i punti: se non si parte dalla disfatta in campionato non si arriva a decrittare la sconfitta (che ci sta, ma qui si intende il modo come è maturata, da resa totale) col PSG.

                                Il campionato sfuggito dalle mani quando pareva vinto ha prodotto un contraccolpo psicologico fortissimo in Inzaghi ed il gruppo: per il tecnico poi la seconda volta dopo quello inopinatamente perduto col Milan (mettiamo da parte il campionato di Spalletti che fa storia a sè). Il morale è finito sotto ai tacchi, le certezze e gli entusiasmi post Barcellona sono venuti tutti meno.

                                A quel punto, da quelle fratture, in Inzaghi sono penetrati quei pensieri oscuri che lo hanno inquietato: il non accettare l'etichetta da perdente di successo, il rimprovero alla società di non avergli rinforzato la rosa per lottare sui 3 fronti, costringendolo ad esaurire le energie dei titolari, dovendo schierare la formazione migliore sia in campionato (dove non si aveva un margine di sicurezza tale da poter gestire col turnover) che ovviamente in champions, dove quarti e semifinali ti obbligano alla migliore formazione.

                                Si spiega solo così, ripeto, non tanto la sconfitta (che con quel PSG ci può stare, attualmente è una delle squadre più forti al mondo) ma il modo di quella sconfitta: fin dal primo minuto squadra spenta, già arresa, consegnatasi senza pugnare al nemico.

                                L'età media troppo alta, e l'usura di parecchi titolari, sono poi tra le cause della sconfitta in campionato...debolezza strutturale che ha poi ceduto di schianto anche in champions...ma prima di quella, ha prodotto i suoi effetti logoranti in campionato: le due cose sono strettamente correlate, per questo una spiega l'altra ma nascono entrambe dagli stessi vulnus originari.

                                Squadra a fine ciclo, da rifondare o comunque rinnovare. L'allenatore da parte sua è un bravo allenatore, ma con evidenti limiti nella gestione dello stress, delle pressioni, e forse anche troppo poco flessibile nei moduli e nella inventiva, nel cambiare le carte, provare altre vie e altre soluzioni. Voglio dire, tra un Allegri dei suoi tempi aurei, e Inzaghi, di categorie ce ne passano parecchie...se anche in cuor suo si sentisse sullo stesso piano dei Conte e degli Allegri...beh, almeno di questo non se ne faccia un cruccio: quei due citati lo scudetto non l'avrebbero mollato o regalato nemmeno sotto tortura, assicurandosi intanto un successo per non destinare tutto alla ordalia di una partita secca contro avversari di tal livello.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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