Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    L'Inter è disperante, il Milan deve alzare il livello: Milano del pallone, due modi diversi per essere infelici

    Nerazzurri e rossoneri tornano con tanti punti interrogativi dalla trasferta a Riad per la Supercoppa: i nerazzurri sono i soliti affascinanti e immaturi, i rossoneri rientrano tra le polemiche​

    Non è una Supercoppa alla milanese. Dopo il Milan, saluta anche l’Inter. La finale sarà un omaggio alla tradizione, la sfida tra il Napoli che ha vinto lo scudetto e il Bologna che ha festeggiato la Coppa Italia. Gli arabi non saranno troppo contenti e neppure a Milano lo sono. Sconfitte diverse. Il Diavolo, tornato a casa tra le polemiche, ha capito che per alzare il livello e lottare per lo scudetto deve avere il coraggio di investire sul mercato. Aiutare Allegri deve essere la missione di gennaio. Fa più rumore l’eliminazione dell’Inter capolista in serie A. La sfida a Conte poteva essere l’antipasto del probabile testa a testa per lo scudetto. E invece ai nerazzurri non sono sufficienti cento minuti tondi per avere ragione dei discepoli di Italiano.

    L’Inter è disperante: segna subito e invece di far valere la maggiore qualità tecnica e il possibile stordimento dei rivali, mostra il suo lato peggiore, quel pizzico di fastidiosa sufficienza che consegna la partita nelle mani del Bologna. Quando, nella ripresa, si sveglia dal torpore e si impossessa del campo, si deve scontrare con Ravaglia e la mancanza di cinismo negli ultimi metri. Solita Inter. Affascinante e immatura. Il Bologna va oltre i propri limiti. Gioca un calcio bellissimo sino all’intervallo e si mostra capace di soffrire senza smarrire le distanze quando va in apnea. Chivu diventerà un grande allenatore, Italiano lo è già. Quella di lunedì sarà la sua quinta finale.​

    Ogni stagione si evolve e fa un salto in avanti. La vittoria ai rigori è un premio. E una punizione per l’Inter, presuntuosa e tradita dal dischetto anche da due azzurri, Bastoni e Barella, sotto gli occhi di Gattuso. A Riad, l’anno scorso Inzaghi ha cominciato a perdere. Chivu non è riuscito a invertire la tendenza. La prima semifinale ha lasciato uno strascico polemico di cui avremmo volentieri fatto a meno. Una figuraccia Mondiale, che abbiamo esportato sino nel deserto. Allegri ha esagerato con le parole, ma bisogna domandarsi chi lo ha spinto a perdere la brocca. In ogni caso un episodio deprecabile. Bene ha fatto il Milan a non replicare alla protesta ufficiale del Napoli. Resta una certezza. Le panchine, ormai, sono uno strumento di pressione sui nostri arbitri, che stanno vivendo uno dei periodi più complicati della storia. Forse non sono mai stati così scarsi e in balìa della Var. Ma in campo nessuno gli dà una mano.​

    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
      Csar
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      Il campo fa giustizia di un calcio deforme, che ha stravolto da anni se stesso con un elenco infinito di assurdità, tanto da rendere un gioco semplice, e proprio per questo diventato immensamente popolare, una aggrovigliata e distorta architettura a rovescio - gigantismo delle competizioni, un "dentro tutti" che ha polverizzato la qualità; invenzione del var che ha distrutto la classe arbitrale e reso incomprensibile, irrazionale un regolamento un tempo chiarissimo a tutti; calendari affollatissimi ecc...ecc...

      Il Bologna si prende quella sua sacrosanta finale che gli sarebbe spettata per diritto sportivo senza quella grottesca commedia, messa su solo per racimolare due spicci da parte di un calcio italiano diroccato e fallito, di una supercoppa moltiplicata per due, a farci entrare cioè due squadre che non c'entrano nulla: la seconda del campionato (che quindi non ha vinto niente) e la finalista perdente di coppa Italia (che quindi non ha vinto niente): la finale sarà dunque Napoli contro Bologna, come se la natura si fosse incaricata di rimettere a posto quelle cose che l'idiozia e la cupidigia umane hanno costruito a rovescio.

      Sull'episodio Allegri-Oriali, se l'arbitro Zufferli (ma da dove la prendono ormai 'sta gente?) avesse immediatamente ammonito Rabiot, e da lì si fosse diretto alle panchine ammonendo verbalmente le parti al contegno e alla misura, pena l'espulsione degli spiriti incandescenti, non sarebbe accaduto niente...invece questo Zufferli va in confusione totale, è anzi simbolo di quella confusione e mediocrità nelle quali è sprofondato tutto il nostro movimento, non governa campo e panchine e lascia che l'incendio prenda corpo.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
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      C. Campo - Moriremo Lontani


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