madonna Gattuso
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggioalla fine questa nazionale più che tatticismi ha bisogno di uno che li prenda a schiaffi e li svegli, quindi un gattuso in rage va anche bene.
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Nel frattempo il Liverpool sta chiudendo Wirtz a 150 milioni!Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza MessaggioNel frattempo il Liverpool sta chiudendo Wirtz a 150 milioni!
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Ranieri, dire no si può ma in questo modo è un danno per l'Italia
La scelta di non voler allenare andava comunicata subito. Ma, dai giocatori ai tifosi, si è perso il senso del bene comune
Una volta, con una retorica patriottica che non si rimpiange, "traditore" era chi abbandonava la patria, adesso è chi vuole (voleva) servirla, perché il bene considerato supremo è quello del club. È quello che è successo sulla piazza di Roma con Claudio Ranieri, ma è quello che sarebbe potuto succedere ovunque, nella stessa situazione. È lo stesso sentimento che spinge un giocatore importante dell’Inter, Francesco Acerbi, a far prevalere ragioni di orgoglio e un personalismo (su cui non vogliamo entrare nel merito) sul senso di appartenenza che dovrebbe dare la maglia dell’Italia. Spalletti non era un allenatore qualsiasi con cui aveva litigato, era il ct dell’Italia. È sempre un’operazione un po’ grossolana cercare nello sport lezioni per la vita o per la società, però questo prevalere dell’interesse di bottega, del "particulare" (per dirla con Guicciardini) sul bene comune, inteso come quello della collettività alla quale si appartiene (e alla quale si deve la propria storia), è un atto diffuso di autolesionismo.
E veniamo a Ranieri. Premessa: quando le scelte riguardano il proprio futuro professionale e di vita sono sempre legittime (a maggior ragione quando di sicuro sono state dolorose), così è stato del tutto legittimo da parte di Ranieri confermare alla fine la decisione, già comunicata alla Roma, di non volere più allenare. Però andava detto subito. Un uomo della sua esperienza non può non aver capito la situazione di emergenza in cui versa la Nazionale e di conseguenza il danno che ha finito per provocare a tutto il movimento con il suo dietrofront. Allo stesso modo, è legittimo che una proprietà, in questo caso i Friedkin, che ha impostato le proprie scelte sul no di Ranieri (sottoscrivendo contratti onerosi con lui per il ruolo di consulente e con il nuovo allenatore Gian Piero Gasperini) abbia delle obiezioni da muovere, ma, di nuovo, andavano espresse subito con chiarezza. È vero che, dopo la disfatta con la Norvegia le cose sono precipitate, ma con la certezza di avere in tasca il sì di Ranieri, la Federazione ha affrontato un esonero che
forse poteva essere gestito diversamente.
Di sicuro, l’Italia del pallone si sarebbe risparmiata quest’impasse che non solo non giova all’immagine, ma da cui non è facile uscire. Anche il modo desta qualche perplessità e stride con l’eleganza di uno splendido signore settantenne: una scelta così non può essere comunicata al presidente federale via Whatsapp, come fanno i ragazzi quando non hanno il coraggio di lasciare la fidanzata. In ogni caso, adesso che si fa? Tempo ce n’è poco. Anche Guardiola, o scegliete voi il più grande allenatore al mondo, farebbe fatica a imprimere il suo marchio tecnico in una manciata di partite e già tutte decisive, con poco tempo per conoscere e allenare i giocatori. È necessario puntare su doti più caratteriali, su un ct in grado di dare una scossa, e di tirare fuori il massimo da una squadra che non avrà fuoriclasse, ma non è neanche ai livelli visti nelle ultime partite. La qualificazione diretta è compromessa, ma passare il turno ai playoff è un obiettivo che non può essere mancato. A patto che interessi davvero a qualcuno.
https://www.gazzetta.it/Calcio/Nazio...tml?refresh_ce...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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L'ho postato per segnalare che, come nel caso di Inzaghi, sono arrivati puntuali i killeraggi dei giornali e dei giornalisti a servizio dei soliti noti, in questo caso di Gravina. C'è un articolo simile anche sul CorSera (sempre RCS), idem come per Inzaghi.
Se fosse andata male ai playoff, e se quelle sopra sono le premesse, a Ranieri sarebbe stato accollato il fallimento per il terzo disastro consecutivo della mancata qualificazione al mondiale, assolvendo Gravina - e difatti nei suddetti giornali non esiste ancora mezzo articolo che vada alle radici profonde della crisi del calcio nazionale e della Figc e della gestione Gravina....ma di noi
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Enzo Maresca: «L'Italia non regge più il ritmo degli altri Paesi. Ho lavorato con Guardiola e vedo il calcio con i suoi occhi»
L'allenatore del Chelsea si racconta dopo aver riportato la squadra in Champions e aver vinto la Conference League: «Sulle motivazioni individuali, Marcello Lippi è stato un maestro insuperabile. Inzaghi deve essere fiero del suo lavoro all'Inter»
Il profilo WhatsApp di Enzo Maresca non si presenta con una foto, ma con una frase celebre del calcio: «È statisticamente provato che nel corso di una partita la media di possesso palla di un giocatore sia di 3 minuti. Questo significa che a determinare il suo valore sia ciò che fa negli altri 87».
«È una massima di Johan Cruijff. L’ho fatta scrivere due estati fa sui muri dello spogliatoio del Leicester, e abbiamo vinto la Championship. Naturalmente l’ho fatto anche al Chelsea, e non è andata male nemmeno quest’anno».
Non gliel’ha contestata nessuno? Nessuno è venuto a dirle che i fuoriclasse risolvono le partite con una giocata?
«Magari ne avranno discusso tra loro, ma a me non è arrivata mezza protesta. La frase va capita. Non minimizza l’importanza del talento, ma sottolinea come ci si possa rendere utili anche la volta che vedi poco la palla».
Il suo Chelsea quest’anno è arrivato quarto in Premier e ha vinto la Conference. Erano gli obiettivi previsti?
«Siamo in anticipo di un anno sulla qualificazione alla Champions, me l’avevano chiesta in due stagioni. Per quanto riguarda la Conference, è naturale che il suo appeal sia inferiore alle altre coppe, ma come dissi nella prima riunione, se il Chelsea si era qualificato a quella vuol dire che meritava di giocare quella. Per vincerla, e l’abbiamo vinta».
A inizio stagione la vostra rosa era mostruosa: 43 elementi. Da chi ha imparato a trattare con così tanti giocatori?
«Beh, alcuni sono partiti. Abbiamo fatto delle scelte forti, perché erano tutti ragazzi di qualità ma la rosa andava ridotta. Sulle motivazioni individuali, Marcello Lippi è stato un maestro insuperabile. La capacità che aveva di parlare con ciascun giocatore, entrargli nella testa e motivarlo nella maniera per lui adeguata, che non è mai uguale a quella di un altro, era eccezionale. Cerco di fare come lui. Cerco».
L’età media del Chelsea è giovanissima. È per questo che, dopo le varie esperienze deludenti con Potter, Lampard e Pochettino, il patron Boehly ha scelto lei?
«L’idea di farmi crescere assieme alla squadra c’è stata, perché ho fatto bene al Leicester e perché vengo dalla scuola di Guardiola, ovviamente».
Il Chelsea spende tanto.
«Ma adesso investe bene, nella direzione in cui va il calcio moderno. Enzo Fernandez e Caicedo sono stati pagati parecchio, ma nessuno ricorda più il loro prezzo per quanto sono cresciuti. Prima si spendeva tantissimo in ultra trentenni che avevano già dato il meglio».
Guardi che sta fotografando il calcio italiano di oggi.
«La premessa è che non voglio dare lezioni a nessuno. Detto ciò, la finale di Champions ha fotografato il dominio di una squadra giovane, capace di grandissime giocate tecniche espresse a un ritmo infernale, energia, corsa, pressing, talento offensivo. Luis Enrique ha costruito un Psg spettacolare, nel mio piccolo al Chelsea cerco di fare lo stesso».
Come esce l’Inter da questo discorso?
«Due finali di Champions in tre anni sono un traguardo, non una sconfitta. Inzaghi dev’essere fiero del suo lavoro, anche perché l’ha svolto dentro a un ecosistema diverso ormai dal resto del mondo. Soltanto in Italia si continua a pensare che i giovani siano sempre troppo giovani e che l’esperienza legata all’età sia ciò che ti fa vincere le partite. È una scelta culturale, che ti costa in perdita di energia. Io la vedo così, il calcio italiano non regge più il ritmo delle altre scuole».
Vale anche per la Nazionale?
«Certo. Le rappresentative raccolgono il lavoro dei club, come si fa a chiedere di ringiovanire se i giovani non giocano? Il Chelsea ha speso per allestire una rosa di talenti verdissimi, ma questo non ci ha impedito di battere il record dei ragazzi dell’academy che hanno esordito in prima squadra. Sono stati nove. Abbiamo tutti fiducia in loro, e nel lavoro di chi li ha svezzati».
È quello che faceva lei nel primo tratto al Manchester City.
«Facciamo un nome: Cole Palmer. Nella formazione élite delle giovanili del City dovevo sviluppare un talento superiore, oggi al Chelsea mi godo un talento supremo. E ogni giorno cerco di migliorarlo in qualcosa».
Fra tecnico degli élite al City e secondo di Pep, visse un’esperienza infelice al Parma.
«Breve ma fondamentale, dagli errori si impara e lì ne commisi. Però venni preso per un programma di tre anni e cacciato dopo tre mesi: la squadra ci mise comunque i tre anni previsti per tornare in A, e i giovani su cui lavoravo allora, Bernabé, Bonny, Mihaila, sono considerati giovani ancora adesso. Si vede che con me erano dei bambini».
Guardiola si risolleverà?
«Dopo 8 stagioni straordinarie ne ha sbagliata mezza, e già dubita che torni competitivo? Suvvia. Ma io sono di parte, dopo aver avuto l’opportunità di lavorarci confesso di vedere il calcio con i suoi occhi».
De Bruyne al Napoli farà bene?
«Conosco Kevin come le mie tasche, si adatterà in fretta alle richieste di Conte e aggiungerà tanto al Napoli. Come tutti i grandi campioni, ha un orgoglio smisurato. Non contesto certo i giocatori oltre i 30 anni di un simile livello. Semplicemente, cerco di mettergli attorno l’energia dei ragazzi».
Il Chelsea sta per partire per il Mondiale per club. Che succede se arrivate alla finale del 13 luglio?
«L’unica cosa possibile: la Premier riparte il 17 agosto, noi ci raduniamo il 10 e facciamo una settimana di lavoro normale, come se fosse inverno. Ci metteremo un po’ a tornare al massimo, ma i giocatori hanno bisogno di vacanze. E pure gli allenatori, eh».
CorSera...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Chi ha scritto quell’articolo della Gazzetta ha fatto colazione col brandy mi saSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioL'ho postato per segnalare che, come nel caso di Inzaghi, sono arrivati puntuali i killeraggi dei giornali e dei giornalisti a servizio dei soliti noti, in questo caso di Gravina. C'è un articolo simile anche sul CorSera (sempre RCS), idem come per Inzaghi.
Se fosse andata male ai playoff, e se quelle sopra sono le premesse, a Ranieri sarebbe stato accollato il fallimento per il terzo disastro consecutivo della mancata qualificazione al mondiale, assolvendo Gravina - e difatti nei suddetti giornali non esiste ancora mezzo articolo che vada alle radici profonde della crisi del calcio nazionale e della Figc e della gestione Gravina.Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza MessaggioChi ha scritto quell’articolo della Gazzetta ha fatto colazione col brandy mi sa
La aggiungiamo all'articolo di ieri, sempre su Gazzetta, di Vocalelli, dove addirittura Ranieri avrebbe DOVUTO accettare.
Se prima ero in modalità "goduria", ora volo.
Ranieri, i motivi del no alla Nazionale | Gazzetta.it
Ranieri ct della Nazionale: pronto ad accettare, può fare il doppio ruolo | Gazzetta.itLast edited by fede79; 11-06-2025, 10:38:04.sigpic
Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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Ormai si raschia il fondo del barile, le soluzioni di Gravina si esauriscono in quelle di rendere il circo itinerante...tra l'altro già sperimentate (le supercoppe in USA o Arabia) e che non hanno prodotto nulla....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Anche Capuano critica Ranieri. Non per l'aver rifiutato in sé, ma pe le modalità:
"Comunque anche Ranieri che prima accetta, manda la lista dei collaboratori, fa fare alla Figc tutti i passi formali e poi ci ripensa, rifiutando l’Italia nel momento dell’emergenza e creando molti più problemi di quanto già ce ne fossero se avesse declinato subito l’offerta… Ecco, anche Ranieri non è che ne esca proprio benissimo da questa storia"
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Allora un attimo, perchè Capuano non si limita a parlare di "patria tradita" e simili scemenze che usa la Gazzetta per farsi strumento di gogna pubblica (con mandate Gravina ovviamente) ma afferma che Ranieri in un primo momento aveva accettato ("facendo fare" scrive "tutti i passi formali"): bisognerebbe allora approfondire questo punto, perchè una cosa è dare una mezza disponibilità ma con la premessa che "ci voglio pensare sopra", e qui ci siamo...un'altra cosa è dire "accetto", far muovere la macchina burocratica e legale del caso, e poi tirarsi indietro...ma tanto a noi come stanno davvero i fatti non ce lo dirà nessuno.
Resta che il pezzo della Rovelli è chiaramente mosso da animosità e basato sul livore (non suo ma di chi gli ha chiesto di scriverlo con quei toni da simil gogna)....ma di noi
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