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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Roma-Milan, Sconcerti: rossoneri oggi meglio del Napoli, il campionato può riaprirlo solo l’Inter

    Ho visto una squadra di personalità più fine, più netta, il Napoli è ottimo, ma è più legato a Osimhen. Il campionato è una sfida a due, può riaprirlo solo l’Inter vincendo il derby al prossimo turno. Non facile

    di Mario Sconcerti

    Meglio il Milan oggi del Napoli anche con gli stessi risultati. Il Napoli aveva una partita più facile, ma molto complessa, senza Osimhen e con Salerno che nel calcio non è una città sorella. Ma il Milan per più di un’ora ha fatto impressione all’Olimpico per qualità di gioco e individualità, davvero una squadra molto vicina a essere grande, sempre in predominio, sempre in gestione dura, sicura.

    Non è una sentenza, non conosco il futuro. Ho visto nelle due partite diverse una squadra di personalità più fine, più netta, ed era quella del Milan. Ha deciso Ibrahimovic con una semplicità naturale. Ha segnato un gol buono, uno annullato e ha procurato il rigore. In sintesi, una prestazione eccezionale. Per essere chiari, non ho visto grandi errori arbitrali. Ma va considerato che non li cerco nemmeno. Sono di quelli che si fidano dell’arbitro, non perché sia perfetto, ma perché non ho motivo di considerarlo disonesto a priori. E so che non esistono le partite perfette.

    Finché il Milan è rimasto in undici, c’è stata pochissima partita. Ogni azione del Milan ha sempre trovato profondità, è sempre stata molto geometrica. La crescita dei tanti giovani ha fatto diventare eccellenti giocatori che fino a ieri erano incompiuti, come Leao, Calabria, Bennacer, lo stesso Kessie. È ottimo anche il Napoli, ma più legato forse a Osimhen. Mi sembra il Napoli una squadra di grande armonia e capacità tecniche, con meno predisposizione all’essenziale del Milan. Che ha già incontrato Lazio, Juve, Atalanta e Roma, mentre il Napoli è fermo a Juventus e Roma.

    Di sicuro il campionato è delle due che sono in testa. La differenza è evidente. Può riaprirlo solo l’Inter vincendo il derby al prossimo turno. Non è semplice. Il Milan è un incrocio tra una squadra europea e la miglior qualità latina. In Italia ha un passo diverso. La partita del Napoli è stata più confusa, un po’ dura, più sostanza che tecnica, è importante abbia segnato Zielinski, uno dei figli perduti, il più in difficoltà negli spazi voluti da Spalletti. Mancava Osimhen e si giocava in un grande stadio arrabbiato. La situazione della Salernitana non ha precedenti. Entro dicembre dovrà essere venduta, altrimenti non avrà più un proprietario. Tu pensi di appartenere a una federazione, cioè a qualcuno che pensa insieme a te anche per i tuoi interessi. Non è sempre così. L’Inter è ormai l’ultima fra quelle che possono vincere. I distacchi sono profondi. Il derby arriva nel momento giusto, porterà spettacolo e un senso di spareggio definitivo.

    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Il Napoli vince anche sul campo della Salernitana di Ribery, andando oltre Osimhen e Insigne fuori per problemi fisici. Vittoria faticosa e grande sofferenza, Mertens non è più il fantastico jolly di qualche anno fa. Decima vittoria su undici giornate e primo posto. Per la grande gioia di uno Spalletti, la cui tensione sale mano mano che avanza il percorso verso lo scudetto.

      Salernitana – Napoli 0-1, il primo posto oltre Osimhen e Insigne
      Il gol di Zielinski sul campo della Salernitana di Ribery è più pesante e prezioso di quello che potrebbe sembrare. Significano vittoria per il Napoli (10a su 11) e tre punti per il primo posto in classifica al termine di una partita molto complicata, probabilmente la più sofferta del Napoli in questo campionato. Il Napoli ha dovuto rinunciare a Osimhen, che oggi è il suo calciatore fondamentale, per problemi fisici; più sorprendente è stata la panchina di Insigne per 90’ tanto da far pensare a un caso o a problemi tra l’allenatore e il capitano del Napoli.
      Ma anche a questa esclusione Spalletti ha poi dato una spiegazione dovuta ad “affaticamento e rischio infortunio”. Di certo una cosa è il Napoli al suo massimo in attacco, un’altra il Napoli che deve tornare a Mertens che dopo mesi e mesi di problemi e panchina ha difficoltà a riprendersi il suo ruolo di protagonista.

      https://bocca.blogautore.repubblica....nato-scudetto/
      Per questo a gennaio sono kazzi...

      Inviato dal mio SM-G986B utilizzando Tapatalk
      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
      Originariamente Scritto da GoodBoy!
      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


      grazie.




      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        Originariamente Scritto da ANOLESO Visualizza Messaggio
        Per questo a gennaio sono kazzi...

        Inviato dal mio SM-G986B utilizzando Tapatalk
        L'Inter al ritorno becca Milan e Napoli verso la fine della Coppa d'Africa (o cmq subito dopo). E' un vantaggio non da poco. Altro motivo per non avere africani in squadra. Dopo la coppa di solito scompaiono per mesi (durante la coppa si allenano e mangiano a caso praticamente).
        I SUOI goals:
        -Serie A: 189
        -Serie B: 6
        -Super League: 5
        -Coppa Italia: 13
        -Chinese FA Cup: 1
        -Coppa UEFA: 5
        -Champions League: 13
        -Nazionale Under 21: 19
        -Nazionale: 19
        TOTALE: 270

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          Il problema del Napoli è la mancanza di alternative, per cui se non c'è Osimeh già si crea un vuoto da colmare e quindi in gennaio con la coppa d'Africa si sarà all'esame di maturità. Il Milan invece pare avere più soluzioni, più varietà e ha già giocato senza diversi big non soffrendone particolarmente e anzi mantenendo la stessa marcia.

          Inoltre il Milan ha affrontato fin qui diversi big match, domenica avrà pure l'Inter...mentre il Napoli solo Juve e Roma, per cui deve ancora vedersela con Inter e Milan, con la Lazio, l'Atalanta...insomma, la sua classifica contiene fin qui meno prove pesanti.

          La varietà e un impianto consolidato sono poi quello che manca alla Roma. A fronte di un Abraham che ancora deve sbloccarsi, sono tenuti ai margini gli Shomurodov e i Mayoral. Mourinho anche col Bodo ha intenzione di ripresentare i titolari. Si sta incaponendo con questa presa di posizione...ma se non coinvolgi tutta la rosa si rischiano solo stress e malumori interni.

          Per l'Inter il derby rapppresenta l'occasione per rientrare a ridosso delle primissime mentre per il Milan quella di mandare Inzaghi a -10. La Juve avrà invece, per i prossimi 3 turni, un triangolare-champions con Fiorentina-Lazio-Atalanta, che sono tutte lì ed è la prova ultima per posizionarsi verso il quarto posto o per drammaticamente slittare lontano pure da quell'obiettivo.

          In tutto questo gran quadro di partite sempre importanti ed interessanti sarebbe opportuno che gli arbitri non ci mettessero del loro con questo florilegio di rigori/rigorini: a Roma se era rigore il contatto su Ibrahimovic allora doveva esserlo pure quello nel recupero su Pellegrini. Viene ormai a mancare il concetto di contrasto di gioco, perchè è chiaro che se vivisezioni tutto al video anche una carezza sulla spalla può diventare un rigore.

          Con un campionato così lottato per ogni posizione, con squadre in poche manciate di punti, dove un punto alla fine potrà pesare enormemente, bisogna darsi una sistemata dal punto di vista delle direzioni di gara.
          Last edited by Sean; 01-11-2021, 08:53:57.
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            Juventus, le ragioni della crisi: 11 formazioni in 11 giornate, difesa colabrodo, lo spreco di Chiesa e l’attacco sterile senza Ronaldo

            Il club bianconero doppiato dalle prime in classifica, non era mai successo: il ritiro per rimediare ad una stagione cominciata con il piede sbagliato

            Il ritiro

            La Juventus affronta uno dei momenti più difficili, doppiata dalle prime in classifica come è mai capitato nella sua lunga e gloriosa storia (proprio il primo novembre il club bianconero ha festeggiato i 124 anni dalla fondazione). Allegri è corso ai ripari spedendo la squadra in ritiro da lunedì fino a sabato prossimo: i bianconeri vivranno al JHotel la settimana che si snoderà tra l’impegno di martedì con lo Zenit San Pietroburgo, che potrebbe garantire la qualificazione aritmetica agli ottavi, e la sfida di sabato prossimo con la Fiorentina, ultimo appuntamento prima della sosta per le Nazionali. Ma vediamo quali sono le ragioni di questa crisi.

            Partenza choc

            La regola del 15: 15 punti, 15 gol fatti e 15 subìti in undici giornate. I numeri cristallizzano la crisi della Juve anche se non è la prima volta che i bianconeri incappano in un avvio di stagione così negativo. È accaduto nel 2015/16, sempre con Massimiliano Allegri al timone. Allora, la Juve fu capace di confezionare una straordinaria rimonta conclusa con la vittoria dello scudetto. Oggi una replica è impossibile, come testimoniano anche le parole di resa del tecnico. «Lo step di Verona è quasi finale per il campionato». Sono già 16 i punti di distanza dalla testa della classifica dopo i successi di Napoli e Milan. Bisogna riavvolgere il nastro di sessant’anni e tornare al 1961/62 per trovare una difesa con 15 gol al passivo e al 1998/99 per avere una differenza reti pari a zero. La Juve di Allegri sta facendo peggio della tanto criticata Juve di Pirlo dello scorso anno, che aveva sei punti in più ed era imbattuta. Oggi i bianconeri hanno perso già 4 partite su 11.

            Il gioco

            Nella sua seconda avventura in bianconero, Allegri non è riuscito ancora a dare una vera identità alla squadra, non ci sono tracce di gioco riconoscibili, tutto è lasciato all’improvvisazione e alla qualità dei singoli (Dybala, Chiesa) piuttosto che all’organizzazione. Dopo l’inizio choc (due sconfitte nelle prime tre giornata), la Juve si è ritrovata partendo dalla difesa e da quattro vittorie consecutive per 1-0 (tra campionato e Champions). Speculare troppo sul minimo vantaggio però alla lunga non ha pagato. In undici giornate, inoltre, Max ha schierato undici formazioni diverse: al netto degli infortuni, è l’evidenza che non c’è una idea chiara di base.

            L’atteggiamento

            «Solo con uno spirito diverso, solo con la voglia di vincere un contrasto in più ne verremo fuori: per vincere bisogna giocare con un atteggiamento diverso». Le parole di Allegri dopo la sconfitta di Verona sono un refrain già sentito tante, troppe volte, nelle ultime settimane. La Juventus ha perso diverse delle caratteristiche che l’hanno fatta grande: la motivazione feroce di raggiungere i risultati, la solidità mentale capace di farla emergere dalle difficoltà. Le avvisaglie si erano già avute nelle due passate stagioni con Sarri e Pirlo; ora la squadra appare senza rete. E se l’allenatore arriva a sottolineare pubblicamente che per vincere bisogna rispettare l’avversario e non snobbarlo, la situazione è davvero seria.

            Il centrocampo

            In un tempo non lontanissimo, sei anni fa nella finale di Champions League di Berlino contro il Barcellona, la Juve schierava Pirlo, Pogba, Marchisio e Vidal a comporre uno dei reparti mediani più forti d’Europa. Dal 2015 ad oggi, il centrocampo della Juve è imploso, ha perso tecnica, qualità, personalità. Locatelli è il segno della voglia di rinnovamento e di futuro ma attorno a lui c’è il vuoto. Rabiot e Ramsey non sono presentabili ad alti livelli; Bentancur un mistero, McKennie e Arthur non assicurano mai continuità e certezze.

            Attacco senza Ronaldo

            L’addio di Ronaldo è soltanto una delle cause della crisi juventina: lo choc della sua partenza a stagione iniziata non è stato ancora metabolizzato. CR7 ha portato via un pacchetto di 101 gol in 134 partite, una media di quasi 34 all’anno. La Juve lo ha sostituito con Kean, anche se non si può affidare al giovane attaccante il peso totale dell’eredità del portoghese. Anche perché Moise non ha mai garantito continuità di rendimento e comportamenti. L’obiettivo di Allegri è rendere il gol diffuso, redistribuendo il fatturato ronaldiano su tutto il resto dell’attacco e sul centrocampo. Finora però sono soltanto 15 le reti in 11 gare di campionato. Morata è in crisi, Chiesa viaggia a corrente alternata, sballottato da ala e da attaccante puro, Kulusevski non ha ancora rotto il ghiaccio in serie A e il talento brasiliano Kaio Jorge è ancora tutto da scoprire.

            Mercato e bilancio in deficit

            Se si guarda a gennaio come orizzonte per aggiustare la Juve sul mercato ma la situazione dei conti del club è delicatissima. È’ stato appena approvato il bilancio 2020-21 con una perdita di 209,9 milioni e anche in questa stagione la società sconterà gli effetti della pandemia. Così i margini di manovra per interventi a metà stagione sono molto limitati. Soltanto attraverso le cessioni e il risparmio dei costi si potranno fare affari che dovranno essere comunque sostenibili dal punto di vista finanziario.

            Dybala

            C’è qualcosa da salvare? Sì, nonostante un quadro così negativo. Dybala è l’unica luce in casa Juve: la sua leadership non è soltanto a livello ma la sua voce ha un peso crescente nello spogliatoio. La Joya è stato l’unico calciatore a parlare dopo Verona. E poi c’è la Champions League. In Europa il percorso è stato completamente diverso: tre partite, tre vittorie. Tanto che martedì con lo Zenit San Pietroburgo basterà soltanto un punto per ottenere la qualificazione aritmetica agli ottavi con due turni d’anticipo.


            CorSera
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              Speravo che Pioli facesse entrare Diaz al posto di Krunic...
              La squadra nel secondo tempo ne avrebbe giovato.









              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

              (L. Pirandello)

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                Mi trovo d'accordo nel compendio dei punti di crisi che fa il CorSera circa la Juventus. Sono tanti e dunque non sarà una cosa semplice e breve la soluzione.

                Mi colpisce in specie il punto "atteggiamento". Il video che a Verona riprende la passeggiata della difesa juventina mentre viene infilata (a causa del passaggio sbadato e molle, anche quello segno della sufficienza con cui si gioca) sul primo goal, con tutti come stessero al parco, mi fa pensare che le partite si approcciano con lo spirito della gita scolastica.

                Inoltre, si è fatto meglio con le big che con le "provinciali-piccole"...e questo appunto sottolinea non solo una deficienza tecnica nella rosa (che è nota) ma l'atteggiamento, perchè si è perso lo spirito battagliero ed operaio, l'applicazione, la concentrazione mentale.

                Un imborghesimento tipico dei fine ciclo, quando ormai la fame non c'è più.

                Poi le pecche della rosa (centrocampo, attacco) ma quelle sono note e stranote e si possono risolvere solo col mercato...ma lo spirito, l'atteggiamento, l'applicazione, lì serve una revisione di tutti e la cura dell'allenatore.
                Last edited by Sean; 01-11-2021, 13:36:55.
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                  Il Tottenham ha esonerato Espirito Santo (amen). Stanno cercando di convincere Conte.
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                    Caressa: “La dirigenza arbitrale ritiene che Maresca abbia commesso un grave errore sul rigore dato al Milan. Non c’era il rigore per la Roma nel finale e non c’era quello per il Milan. Errore molto grave perché l’ha anche visto al Var.Questo l’orientamento dei vertici arbitrali”
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                      Attenzione: Calcio Inside! Parte III

                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Caressa: “La dirigenza arbitrale ritiene che Maresca abbia commesso un grave errore sul rigore dato al Milan. Non c’era il rigore per la Roma nel finale e non c’era quello per il Milan. Errore molto grave perché l’ha anche visto al Var.Questo l’orientamento dei vertici arbitrali”
                      Maresca è un inadeguato, ed ogni volta riesce ad impiccare le partite, anche stavolta contro di noi.
                      Con questo non voglio dire che c’è “er palazzo”, è proprio che la classe arbitrale è scadente.
                      Il bello è che la VAR ti sta richiamando proprio perché forse hai commesso una cavolata, e nonostante tutto, hai confermato la tua incompetenza. Diverso sarebbe stato se avessi fischiato anche quello su Pellegrini: almeno saresti stato coerente nella tua mediocrità.
                      sigpic
                      Free at last, they took your life
                      They could not take your PRIDE

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                        Non andava fischiato nessuno dei due rigori. Sono quel "di più" di rigori frutto solo della var. Erano due azioni da lasciar cadere nel dimenticatoio del nulla di fatto, materia per le moviole post partita e non per una partita vera, dove le decisioni di quello stampo devono essere frutto di episodi solari.
                        ...ma di noi
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Fatto sta, aggiungo e completo, che se però decidi di fischiare quello su Ibra allora devi fischiare pure quello su Pellegrini, perchè quest'ultimo si assomiglia a quello Dumfries-Sandro, anche se lì l'intervento di Dumfries era più marcato, ma la situazione è quella: ambito-rigorini...ma allora o non li diamo o se li diamo (Ibra) allora vanno dati tutti quelli che ci sono in quella partita.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
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                            Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
                            Il bello è che la VAR ti sta richiamando proprio perché forse hai commesso una cavolata, e nonostante tutto, hai confermato la tua incompetenza. Diverso sarebbe stato se avessi fischiato anche quello su Pellegrini: almeno saresti stato coerente nella tua mediocrità.
                            La VAR dovrebbe intervenire per gravi errori...tipo un arbitro che vede qualcosa che non c'e' o non vede qualcosa che c'e'. Qui un fallo c'e' e lui lo valuta, a torto o a ragione, rigore. La VAR non potrebbe intervenire. L'intensita' di un contatto la valuta sempre e solo l'arbitro...e non troveremo mai una opinione all'unanimita'. E' il classico rigore 50-50 (come lo e' pure il contatto Kjaer-Pellegrini). Non e' uno scandalo darlo...e nemmeno non darlo.
                            I SUOI goals:
                            -Serie A: 189
                            -Serie B: 6
                            -Super League: 5
                            -Coppa Italia: 13
                            -Chinese FA Cup: 1
                            -Coppa UEFA: 5
                            -Champions League: 13
                            -Nazionale Under 21: 19
                            -Nazionale: 19
                            TOTALE: 270

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                              Conte al Tottenham, trattativa verso la chiusura: Paratici ottimista

                              Gli Spurs hanno già ufficializzato l’esonero di Nuno Espirito Santo dopo la sconfitta per 3-0 dal Manchester United. Sul piatto un contratto di tre anni con stipendio da 15 milioni
                              Antonio Conte a un passo dal Tottenham. Fabio Paratici prova a bruciare i tentennamenti del Manchester United soffiando il candidato illustre ai Reds. L'ex tecnico dell'Inter è già volato a Londra, per definire i termini dell'accordo.

                              Il matrimonio fra il Tottenham e Antonio Conte era stato a un passo dal compiersi in estate prima della retromarcia dell’allenatore campione d’Italia con l’Inter. Gli Spurs virarono poi su Nuno Espirito Santo, sollevato dall’incarico lunedì mattina dopo la sconfitta interna rimediata con i Red Devils sabato: uno 0-3, firmato da Cristiano Ronaldo, Cavani e Rashford che è costato caro al tecnico portoghese.

                              Ora Paratici che conosce e stima Conte dai tempi juventini è tornato alla carica. I colloqui sono aperti: sul piatto un contratto lungo, di almeno tre anni, uno stipendio top da 15 milioni di euro e la rassicurazione di intervenire sul mercato a gennaio consentendogli l’innesto di 3-4 pedine fondamentali. L’ex guida dei nerazzurri, ora impegnato come opinionista di lusso di Sky per le notti di Champions, ci sta pensando. Da Londra filtra fiducia per l’accordo imminente. «So quanto Nuno e il suo staff puntavano al successo — ha dichiarato Paratici — mi dispiace aver dovuto maturare questa decisione. Nuno è un vero gentiluomo e sarà sempre il benvenuto qui. A tempo debito seguirà un ulteriore aggiornamento sul nuovo allenatore». Che sarà, negli auspici degli Spurs, Antonio Conte.

                              L’obiettivo è chiudere a breve l’accordo in maniera tale da avere il manager già martedì a Londra e in panchina per la sfida di ritorno di Conference League con il Vitesse già giovedì. Un volo privato è pronto a condurlo a Londra. Come si suol dire, ore decisive.

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Quindi niente NewCastle?









                                "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                                Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                                vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                                (L. Pirandello)

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