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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Se ci escludono dalla champions (e se si perde pure nei tribunali) pazienza, ci si concentrerà sul campionato. Tanto, 50 milioni in più o 50 in meno ormai che differenza fa? La ristrutturazione complessiva non passa di certo per quei denari ma per un piano generale da rimodulare tra dirigenza e proprietà.

    Piuttosto è il Milan che ci rimetterebbe, adesso che finalmente è a un passo dal tornare in champions...difatti sono (favorevolmente) colpito dal suo coraggio. Chi si assume le conseguenze delle sue azioni, ed è pronto alla battaglia, su di me ha sempre un certo effetto: li preferisco ai cagnolini che obbediscono scodinzolando al primo fischio del padrone.

    PS: anche se non mi è del tutto chiaro perchè quelle 4 debbano ancora stare formalmente nella superlega quando questa superlega ormai è andata...avranno i loro perchè.
    Last edited by Sean; 23-04-2021, 21:09:14.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      D'altro canto il Milan è stato escluso dalle coppe per essere uscito dai parametri FPF...bene, la legge anche se dura va rispettata...però chi quei parametri li ha addirittura frodati scavalcandoli (il City) è stato premiato con una multa, perchè le leggi sono leggi per gli altri, mentre per gli amici si interpretano, e abbiamo visto che Ceferin e la Uefa non sono insensibili ad avere un cammelliere per amico.

      Magari Elliott se l'è legata al dito e non è andato di corsa verso l'uscita dalla SL, facendosi i suoi calcoli.

      Ceferin sta mostrando un volto feroce di una istituzione che a parole sta lì per i club e per il calcio. Sta instaurando un regime del terrore, eccola la faccia del calcio europeo una volta che viene punto nel vivo, ecco la natura di questi organismi sovranazionali una volta che provi a metterli in discussione. Agli arabi (che hanno corrotto e frodato) premi e guanti di velluto, parole al miele, cariche politiche...a questi altri minacce, insulti, rabbia, protervia.

      Quanto potrà ancora durare una organizzazione simile? Ormai la crepa è stata aperta.
      Last edited by Sean; 23-04-2021, 21:28:07.
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        Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
        Ceferin a caz.zo durissimo
        Sarà per quello che con tutto il sistema calcio in crisi causa pandemia si è dato un aumento di mezzo milione di euro all'anno.

        Facesse qualcosa per il Bordeaux che è in ginocchio.
        Originariamente Scritto da BLOOD black
        per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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          Un presidente di una organizzazione privata non è un autocrate ma deve piuttosto essere un mediatore: questi toni pensate facciano piacere anche agli altri club? Sono tutti guidati da uomini di affari che si staranno chiedendo se Ceferin non stia un attimo trabordando oltre i limiti, visto che pare il mandriano che governa un recinto di vacche e non una organizzazione di club calcistici.

          In quegli ambiti, strilla così forte solo chi è debole. La Uefa non è di Ceferin e tutti stanno sulla stessa barca. E' probabile che alla fine di questa storia la remata in testa se la prenda lui, visto che c'è da ricucire e ripartire, non da spiccare mandati di arresto sotto minacce di torture.
          ...ma di noi
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Florentino Perez: "We're considering new steps for the Super League. Perhaps the proper way would be that the top 4 teams in the domestic leagues each season would qualify for it." (Diario As).
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              A me non pare che stiano mollando. O Perez sta nel bunker mentre intorno tutto brucia, delirando di immaginarie superleghe, oppure il progetto è stato semplicemente messo in pausa per essere rimodellato, magari usandolo come arma di scambio verso la Uefa per ottenere una diversa spartizione di soldi o non so cosa...o semplicemente per essere riproposto a tempo debito.

              Cerferin sì, ma Perez che racconta le balle non ce lo vedo.
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                A me non pare che stiano mollando. O Perez sta nel bunker mentre intorno tutto brucia, delirando di immaginarie superleghe, oppure il progetto è stato semplicemente messo in pausa per essere rimodellato, magari usandolo come arma di scambio verso la Uefa per ottenere una diversa spartizione di soldi o non so cosa...o semplicemente per essere riproposto a tempo debito.

                Cerferin sì, ma Perez che racconta le balle non ce lo vedo.
                sdean, per me perez, è un agnelli che non molla, l ha detto chiaramente che la superlega non è morta, ma solo messa in stand-by, probabilmente rimodelleranno i modi per entrare nella superlega, ma è palese che vuole(lui, insieme agli altri) fare fuori l'Uefa
                (ride)

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                  La faranno, aumentando la meritocrazia ma la faranno

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                    Originariamente Scritto da ermzenn Visualizza Messaggio
                    La faranno, aumentando la meritocrazia ma la faranno
                    Se aumenti la meritocrazia...che superlega e'? Le 12-15 o quello che e' devono avere la sicurezza di esserci ogni anno.
                    I SUOI goals:
                    -Serie A: 189
                    -Serie B: 6
                    -Super League: 5
                    -Coppa Italia: 13
                    -Chinese FA Cup: 1
                    -Coppa UEFA: 5
                    -Champions League: 13
                    -Nazionale Under 21: 19
                    -Nazionale: 19
                    TOTALE: 270

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                      Originariamente Scritto da Sean
                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                        Se aumenti la meritocrazia...che superlega e'? Le 12-15 o quello che e' devono avere la sicurezza di esserci ogni anno.
                        Ci sarà una competizione fuori dal controllo FIFA/UEFA
                        Con 3-4 posti per le spagnole (esempio) florentino avrebbe paura di non entrare?

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                          Champions, tre poltrone per cinque: tra scontri diretti e incroci salvezza

                          Il destino della Juve passa dalle sfide con Milano, il Napoli è l'unica a non dover incontrare le rivali, ma il calendario più agevole sembra quello dell'Atalanta

                          Cinque squadre in corsa per tre posti. Se la questione scudetto sembra ormai chiusa, con l'Inter a caccia dei nove punti necessari per la matematica, è la volata Champions a rendere quantomai avvincente il finale di stagione. Milan, Juventus, Atalanta e Napoli, in rigoroso ordine di classifica, sono racchiuse in tre punti, con la Lazio staccata a -7 dal quarto posto ma ancora in attesa di recuperare il match con il Torino. Teoricamente fuori dalla corsa è la Roma, distanziata di dieci punti dall'ultimo ticket per la Champions ma che potrebbe approfittare di mezzi passi falsi altrui, tifando per dei pareggi che rallenterebbero entrambe le contendenti.

                          Scontri diretti

                          Saranno decisivi gli scontri diretti a partire già dal prossimo turno, che vedrà in campo il Milan all'Olimpico contro la Lazio, ultima occasione per la squadra di Inzaghi dopo il 5-2 rimediato al Maradona contro il Napoli. Proprio i partenopei, così come Juventus e Roma, intrecceranno il loro percorso con le squadre coinvolte per la salvezza: il Napoli sarà a Torino mentre i bianconeri affronteranno la Fiorentina e la Roma andrà a Cagliari.


                          Napoli e Milan, gli opposti

                          Il calendario più complicato è di sicuro quello del Milan, che dopo il big match del 26 aprile con la Lazio ospiterà il Benevento, anticamera del secondo di tre scontri diretti: il 9 maggio la squadra di Pioli sarà all'Allianz Stadium con la Juventus, il crocevia di una stagione oltre che la partita decisiva per le ambizioni europee di Ibrahimovic e compagni. Proprio lo svedese è la grande incognita nella volata dei rossoneri: nelle 32 partite di campionato, Ibra è stato presente soltanto in 17 di queste, incidendo però con 15 gol. Il dato preoccupante è quello delle ultime otto giornate: cinque sono state senza Zlatan e hanno fruttato due vittorie, due sconfitte e un pareggio in casa con l'Udinese.
                          A fare da contraltare ai rossoneri c'è il Napoli, che ha probabilmente il calendario più semplice tra le squadre coinvolte: affrontare formazioni invischiate nella lotta salvezza, come Torino, Cagliari, Spezia, può essere rischioso ma sicuramente più abbordabile di uno scontro diretto senza appello. Le ultime tre della squadra di Gattuso saranno contro Udinese, Fiorentina e Verona: la vittoria con la Lazio può rappresentare l'ultimo ostacolo superato prima dell'allungo finale.


                          La Juve sfida Milano

                          La vittoria con il Parma, confortante nel punteggio ma meno nelle modalità con cui è arrivata, ha permesso alla Juventus di portarsi al terzo posto, appaiata all'Atalanta, risucchiando nella corsa Champions il Milan, secondo con un punto di vantaggio sui bianconeri. Saranno proprio Milan e Inter, sorelle dei bianconeri nella Super Lega, a decidere la volata europea della squadra di Pirlo, impegnata domenica a Firenze nella difficile sfida contro i viola. Dopo ci sarà la trasferta di Udine prima di un trittico che vedrà Milan in casa, Sassuolo in trasferta e Inter in casa. Sarà qui che la Juventus si giocherà l'Europa, saranno queste le partite in cui Ronaldo dovrà presentarsi con un piglio e una condizione atletica diversa. La squadra è quasi al completo e sarà fondamentale mantenere questa condizione nei sette giorni in cui sono concentrate le tre partite. Inoltre l'eventualità che la riforma Champions possa essere anticipata al 2022, ancora da discutere ma sul tavolo insieme ad altri scenari, potrebbe favorire proprio i bianconeri: il sesto posto, vista l'importanza del ranking europeo, garantirebbe infatti la qualificazione. Meglio in ogni caso conquistarla convenzionalmente.


                          La Dea in corsa

                          Il pareggio con la Roma ha rallentato l'Atalanta, che ha di fronte a sè un calendario decisamente confortante, con l'unico scontro diretto all'ultima contro il Milan. Bologna, Sassuolo, Parma, Benevento e Genoa sono un menù ampiamente digeribile per la squadra di Gasperini, ad oggi quella messa meglio sommando punti in classifica e osservando le avversarie dei prossimi turni. Inoltre la rosa lunga e sopratutto intercambiabile non farà pesare nelle gambe dei bergamaschi le cinque partite in venti giorni, a cui poi seguiranno la finale di Coppa Italia con la Juventus e l'ultimo turno di Serie A.

                          Il destino della Juve passa dalle sfide con Milano, il Napoli è l'unica a non dover incontrare le rivali, ma il calendario più agevole sembra…
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Milan, Ibrahimovic: «L’età non conta», ma salta lo spareggio Champions dalla Lazio

                            Lo svedese, fresco di rinnovo, dovrebbe tornare in campo contro il Benevento: «Bisogna credere in quello che facciamo, se continuiamo a crederci allora ce la facciamo»

                            «L’età non conta, è tutto nella testa». Zlatan Ibrahimovic ne è la prova: non tanto per il fatto che a 39 anni ha appena rinnovato per un’altra stagione il suo contratto col Milan, ma perché nell’accordo ha accettato — di buon grado — l’inserimento di una clausola presenze che quest’anno non c’era. In sostanza per guadagnare i 7 milioni di euro che in questa stagione erano fissi dovrà giocare un certo numero di partite.

                            Finora causa Covid, infortuni e squalifiche ne ha saltate in campionato 15 su 32, ma è convinto di poter essere altamente competitivo anche a 40 anni. E l’ha detto chiaro e tondo ai dirigenti rossoneri al momento della firma. Di certo le possibilità che possa rientrare per lunedì all’Olimpico nello spareggio Champions contro la Lazio sono bassissime: ha un affaticamento al solito polpaccio e lo staff medico non intende rischiare. Dovrebbe rientrare quindi nella gara successiva, quella del primo maggio in casa contro il Benevento.

                            «Bisogna credere in quello che facciamo, se continuiamo a crederci allora ce la facciamo — ha ribadito Zlatan ieri in un’intervista a MilanTv —. Non è ancora finito nulla, niente è impossibile, ognuno ha i suoi obiettivi. Il mio obiettivo è vincere, se non vinco c’è delusione». La grinta però non manca mai: «Per il futuro del Milan vedo grandi cose — ha aggiunto il giocatore —. Sono arrivato a metà campionato e fino a un anno dopo siamo stati sempre primi. Se questo fosse iniziato prima oggi ci sarebbe stato un altro trofeo in bacheca. Però adesso bisogna continuare, normalmente se fai bene per un anno ottieni qualcosa, invece adesso abbiamo fatto bene per un anno e ancora non è finito. Manca poco, dobbiamo continuare così e credere, perché se credi niente è impossibile».

                            O quasi: come detto, un recupero per lunedì è improbabile e lo stesso vale per Theo Hernandez, anche lui per problemi al polpaccio. La buona notizia per Pioli è che ce la farà Bennacer. È un momento chiave.



                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Superlega, Perez minaccia penali e Ceferin minaccia espulsioni a Juve e Milan: perché entrambi sbagliano

                              L’uscita dalla Superlega si poteva realizzare solo con il consenso di tutti gli altri «ribelli», ma il progetto per i club non è mai partito. E il tribunale di Madrid si è espresso contro le espulsioni (e anche le minacce)

                              Dentro o fuori, non è così semplice. Cosa significa quando Florentino Perez dice che alcune squadre, come Milan e Juventus ad esempio — ma non solo loro — non sono uscite dalla Superlega? E ci sono rischi per le due italiane dal momento che il presidente Uefa Ceferin anche venerdì le ha citate per ribadire: «Chi è rimasto dentro non giocherà la Champions»? Dall’altra parte, è realistica la minaccia per cui i club che sono usciti dovranno pagare agli altri ribelli 300 milioni di penale? Notizia particolarmente preoccupante, visti i conti disastrati dei club (e non solo di questi 12, è notizia di questi giorni il fallimento del Bordeaux).

                              Proviamo a fare chiarezza: il presidente del Real Madrid non sta tenendo in vita il progetto, nato e morto nel giro di 48 ore, e ormai anche sepolto sotto una serie di proteste, contraddizioni ed errori di gestione. La Superlega non esiste più. Punto.


                              Florentino Perez vuole sottolineare come tutti i sottoscrittori (non solo Juve e Milan) fossero vincolati: risulta al Corriere che per lasciare ci volesse il consenso di tutti i 12. I club inglesi, i primi a staccarsi, ovviamente non l’hanno ottenuto. E oggi sono i più a rischio penale, perché tutti gli altri hanno sostenuto di averci provato, ma di aver abbandonato il progetto quando, dopo il forfait dei primi sei, è stato chiaro che la Superlega non poteva più disputarsi. Ma, essendo la questione complessa, in termini giuridici è fondamentale come è stata scritta e gestita l’uscita di scena: qualcuno potrebbe essersi esposto al rischio penali più di altri. Ed è per questo che certe squadre, come il Milan, hanno aspettato la mattina seguente per uscire con un comunicato, «blindato» dagli avvocati (ma, evidentemente, e non è ben chiaro perché, non sufficiente per Ceferin).

                              I club inglesi ribatteranno a Perez che non sono mai entrati nella Superlega, morta subito. L’ingresso era infatti soggetto a due condizioni alternative: la prima è che Uefa e Fifa dessero il loro accordo; la seconda che si provasse all’Antitrust la posizione dominante dell’Uefa, ente regolatore (che infligge punizioni) ma anche gestore dei diritti della Champions in un regime di monopolio. Così, si sarebbe ottenuta la blindatura legale della Superlega.


                              La prima condizione è apparsa subito impossibile, ma è stata tentata: i 12 club hanno scritto una lettera all’Uefa per chiedere che la Superlega venisse riconosciuta (passo per esempio non fatto dall’Eurolega di basket): c’era la disponibilità a tentare una mediazione, avviando una trattativa su qualche aspetto (per esempio: aumentare il numero dei cinque club che potevano entrare in base ai risultati); la seconda condizione — provare la posizione dominante dell’Uefa — secondo Perez è stata riconosciuta martedì dal tribunale di Madrid, che ha emesso una misura cautelare per tutelare l’Eurolega, sostenendo che l’Uefa non avrebbe potuto cacciare (né minacciare) nessuno. E quindi con il realizzarsi di questa condizione la Superlega poteva partire e il dietrofront degli inglesi ha creato un vero danno. Perez farà davvero causa — ad esempio — allo United? Molto difficile, quasi impossibile, ma per adesso gli piace farlo credere.

                              Dall’altra parte, le minacce di Ceferin a Juve e Milan che comunque hanno comunicato un’uscita dal progetto — se non proprio l’abiura che evidentemente Ceferin pretende — sono da considerarsi fondate? Altrettanto difficile.


                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                La resa dei conti: Juve, Inter e Milan sotto accusa e Dal Pino attacca per il no ai fondi. Anche Fienga chiede le dimissioni di Marotta e Scaroni

                                Per la prima volta la Serie A si riuniva dopo il caos Superlega. Ipunti oggetto della discussione nell'assemblea di ieri (diritti tv su tutti) hanno suggerito di rimandare l’argomento alla prossima settimana.

                                Un processo solo rinviato per i dirigenti 'scissionisti'. I ruoli sotto accusa in questo caso sono quelli di Marotta, a.d. Inter, e Scaroni, presidente Milan: il primo è anche consigliere federale, il secondo consigliere di Lega. Ancora più critico il ruolo di Andrea Agnelli, che è membro della commissione interna alla Lega di A impegnata a trattare con i fondi.

                                Di fronte alla sfiducia dell’assemblea Marotta e Scaroni faranno un passo indietro. A fine assemblea è stato Ferrero, seguito da Preziosi e Fienga, a chiedere le dimissioni di Marotta e Scaroni, un discorso stoppato da De Laurentiis e Barone: non era un punto all’ordine del giorno.

                                L’argomento Superlega è stato il cardine del discorso d’apertura di Paolo Dal Pino, presidente della Lega di A, che ha attaccato duramente Juventus e Inter per il fallimento dell'affare fondi per interessi personali. Tra l'altro sono due dei sette club che avevano firmato la lettera di sfiducia a Dal Pino, accusato di aver allungato i tempi della trattativa con i fondi penalizzando le offerte tv, con tanto di minaccia di finire in tribunale. Critica che è stata rovesciata su Inter e Juve, e in seconda battuta sulle altre firmatarie della lettera (Lazio, Napoli, Atalanta, Fiorentina e Verona). Alle altre tredici società che lo hanno sempre sostenuto, il presidente ha confermato di non pensare affatto alle dimissioni, augurandosi di ritrovare unità di intenti.

                                (Gasport)
                                sigpic
                                Free at last, they took your life
                                They could not take your PRIDE

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                                Working...
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                                😀
                                🥰
                                🤢
                                😎
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