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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.

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    Adnkronos: Putin avverte la Nato: "Siamo a un passo da guerra mondiale"



    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      Mario si sta toccando il puparuolo
      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
      Originariamente Scritto da GoodBoy!
      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


      grazie.




      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        E' indubbio che Putin abbia dalla sua la gran maggioranza del popolo russo, tra l'altro accorso alle elezioni con un 73% di affluenza, quando in Italia le elezioni "democratiche" fanno ormai fatica a portare alle urne il 50% degli elettori - e qui sì si dovrebbero porre interrogativi sul "dissenso" interno al sistema, se si rifiuta anche la semplice partecipazione: che cosa pensa la metà degli italiani che non va a votare, questa parte del popolo silente e assente?

        Si dirà di una opposizione "inesistente" in Russia...ma si può dimostrare il dissenso in tanti altri modi: non andando a votare, annullando la scheda, votando per protesta: ebbene, solo una infima parte delle schede sono state di quel tipo: quanti russi in verità sono del partito dei Navalny? Una piccola minoranza, che diventa "grande" solo sui giornali e media italiani, che dedicano uno spazio spropositato agli oppositori di Putin, che in Patria non hanno la minima presa sulla popolazione.

        L' "autocratica Russia" le elezioni comunque le ha tenute, a votare la gente ce l'ha mandata; Zelensky ha cancellato le elezioni, una data non c'è, si è appropriato della poltrona sospendendo le garanzie costituzionali, ha eliminato tutti i partiti ed i media di opposizione, insomma ha fatto un colpo di stato mascherato.

        mica è la prima volta che un paese coinvolto in una guerra difensiva non tiene le elezioni fino al raggiungimento della pace....
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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          In questo preciso istante non riesco a ricordare i precedenti.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            [I negoziati a Doha - dove è diretta una delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad David Barnea - "coinvolgeranno Sinwar e dureranno almeno due settimane". Lo ha detto una fonte politica israeliana citata dai media. Secondo altra fonte, riferita da Ynet la "sostanza della trattativa è una tregua di 42 giorni in cambio di 40 ostaggi". "Sarà - è stato notato - un processo lungo e complesso. C'è un Hamas esterno in Qatar e un Hamas interno nei tunnel, i negoziati sono con Sinwar che è nei tunnel". La delegazione ha avuto dal governo "un mandato chiaro" che tuttavia ha fissato "chiare linee rosse" per la trattativa.]
            (Ansa)
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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              Gli Stati Uniti sono davvero in crisi? 400 milioni di armi da fuoco, la sfida cinese, Trump VS Biden



              Originariamente Scritto da Sean
              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                Putin dopo Putin. Cosa aspettarci dopo le elezioni presidenziali in Russia



                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                  Il problema dell'Occidente è il consenso a Putin

                  ​ Perché Putin chiede ai russi di votare? Perché non si comporta come Xi Jinping o Kim Jong Un? Anche il suo regime autoritario si pone il problema del consenso, in crescita grazie alla guerra​

                  di Federico Rampini

                  Mentre Vladimir Putin celebra la sua quinta elezione con una vittoria ufficialmente stratosferica, a Seul in Corea del Sud si tiene un «vertice internazionale delle democrazie» in tono dimesso.

                  L’idea del vertice fu lanciata e promossa da Joe Biden nel 2021, poi guadagnò maggiore visibilità e risalto l’anno successivo dopo l’invasione russa in Ucraina, in un periodo in cui la coalizione delle liberaldemocrazie sembrava coesa e combattiva. Oggi la tenuta dell’impero russo sul terreno militare, con l’aggiunta del rito elettorale appena celebrato, rende problematico ogni trionfalismo del “mondo libero”. Cina e Iran, altre due potenze dell’asse antioccidentale, hanno dei regimi che non sembrano avviati verso la porta d’uscita, almeno in apparenza. Ma ci sono differenze tra queste nazioni. Una riguarda proprio il rito elettorale.

                  Perché Putin chiede ai russi di votare, visto che gli preclude ogni scelta, silenzia o elimina gli oppositori, e quindi potrebbe continuare a esercitare il suo potere dispotico risparmiandosi il ricorso al suffragio universale? Perché non fa come il suo amico e alleato Xi Jinping, il quale si guarda bene dal chiamare i cinesi alle urne, non finge neppure di avere la loro investitura, bensì viene cooptato (ormai già per tre mandati) da un arcano sistema interno al partito comunista?

                  L’elezione russa è stata violentata in molti modi. La morte di Alexei Navalny ci ha ricordato che fine fanno i veri oppositori del regime. Dunque è corretto sostenere che il verdetto delle urne russe è manipolato. Tuttavia Putin ha sentito il bisogno di organizzare questa messinscena. Questo perché anche i regimi autoritari si pongono quasi sempre il problema del consenso. I confini tra democrazie e autoritarismi non sono delle linee rosse tracciate con il fuoco; ci sono gradazioni e sfumature, tanti passaggi intermedi, sistemi politici “ibridi” che possono mescolare gradi di autoritarismo e di approvazione popolare.​

                  Un problema della Russia però è che quel consenso esiste. Non sarà certo dell’88% ma esiste. Osservare con lucidità questo risultato, significa riconoscere che l’Occidente, e in particolare l’Europa, non ha solo un “problema Putin”, ha un vero e proprio “problema russo”. Così come l’Europa soffrì di una “questione tedesca” fino a quando la cultura di quella nazione fu impregnata di un nazionalismo vittimista, rancoroso, aggressivo e paranoico, che aveva alimentato le azioni del Reich prima ancora del nazismo.

                  C’è poi il problema del putinismo in casa nostra. Da quando ebbe inizio la criminale aggressione contro l’Ucraina abbiamo misurato l’estensione delle simpatie verso Putin, da quelle più esplicite (soprattutto a destra: Trump, Salvini, Orban), a quelle mascherate da pacifismi di sinistra, questi ultimi animati da una sola certezza, che l’Occidente è il vero impero del male.

                  I putinismi di casa nostra possono avere delle origini diverse. Alcuni a destra vedono nello Zar il difensore di sistemi di valori tradizionali, minacciati dal politicamente corretto o dalla woke culture in Occidente. Altri, a destra e a sinistra, si sono lasciati indottrinare dalla teoria del complotto sul presunto accerchiamento della Russia da parte di una Nato guerrafondaia, sicché tutte le aggressioni di Putin diventano legittima difesa.

                  Infine c’è un problema sullo sfondo, quello che traspare dal clima mesto e dimesso in cui si tiene il terzo vertice mondiale delle democrazie in Corea del Sud. Anche i popoli che hanno le più antiche e solide tradizioni democratiche, non sono affezionati in modo acritico ed eterno alla democrazia per ragioni filosofiche, valoriali. Come ogni sistema politico anche la democrazia deve conquistarsi e meritarsi il consenso attraverso i risultati che dà. È su questo fronte che il bilancio attuale non esalta, al punto che in molti paesi la disaffezione dei cittadini investe non questo o quel governo, questo o quel partito, ma il sistema stesso.

                  Nelle tante manifestazioni di una stanchezza democratica l’America eccelle, e le colpe non stanno tutte da una parte. Trump, l’istigatore dell’assalto al Campidoglio, è un caso estremo con la sua regola secondo la quale «o vinco io oppure le elezioni sono truccate». Sul fronte opposto gli viene risposto con un concetto non meno pericoloso: «O vinciamo noi oppure questa non sarà più una democrazia».

                  Il 17 settembre 1787 a chi gli chiedeva che tipo di sistema politico i Padri costituenti avessero definito per gli Stati Uniti d’America, Benjamin Franklin rispose: «Una Repubblica, se sarete capaci di conservarla». In quella risposta c’era la consapevolezza che nessun sistema politico è perfetto in astratto, e nessuno lo è per sempre, se i cittadini non hanno delle buone ragioni per difenderlo.

                  CorSera​
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Rampini nel suo americanismo da amante maniacale, ha assorbito anche la spaesante ignoranza che caratterizza quella demonia: come si fa, difatti, a questi livelli domandarsi perchè in Russia il popolo vota e in Cina e Corea del Nord no? Ci si rende conto a quale miserrimo grado si è ridotto il giornalismo in Italia?

                    La Cina e la Corea del Nord sono due dittature comuniste: da quando nelle dittature si vota? La prima è una dittatura comunista sullo stampo sovietico (dove nemmeno lì si votava per il segretario del partito, che era automaticamente il "capo dello stato"), la seconda una dittatura comunista di stampo familiaristico-ereditario...sono cose che credo si conoscano dalla terza media.

                    Putin fa svolgere le elezioni semplicemente perchè la costituzione russa lo prescrive, non essendo (più) una dittatura comunista incardinata sulla egemonia del partito unico....diversamente, Putin dovrebbe sospendere le garanzie democratiche, la costituzione e impossessarsi del potere con una specie di colpo di stato, cosa alquanto difficile in un regime come quello russo dove il potere non è appunto concentrato in un solo nucleo (come possono esserlo i regimi a partito unico), in quanto è più corretto parlare di una oligarchia che di volta in volta esprime un leader il quale però non governa senza il consenso dei vari apparati statali (esercito in primis) e del popolo - perchè in Russia il popolo ha sempre svolto un ruolo attivo nelle congiunture critiche, si pensi a quando portò al potere Eltsin.

                    E' comunque il confondere due didatture comuniste con la Russia post comunista, da parte di una "prima firma" del più diffuso (per modo di dire, ormai i giornali li comprano in quattro gatti...e vorrei vedere) quotidiano nazionale, che ci fa rendere conto di come ormai ogni direzione razionale sia stata perduta e la confusione in occidente regni sovrana.
                    Last edited by Sean; 19-03-2024, 09:31:57.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      se non altro riconosce che Putin ha il consenso popolare
                      cosa che molti giornalisti nostrani non fanno
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




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                        Sarebbe curioso vedere gli scrutini delle ambasciate europee e non
                        Last edited by Irrlicht; 19-03-2024, 09:06:31.
                        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                          Kupchan, discutere con Kiev su come chiudere la guerra. L'analista Usa: “Improbabile un attacco russo a un Paese Nato”

                          "Ci illudiamo se pensiamo che nuovi soldi e armi consentiranno all'Ucraina di vincere. Quella finestra di opportunità si è chiusa la scorsa estate con i tentativi di riprendere il Donbass e il Sud. La possibilità che Kiev restauri la sua integrità territoriale sul campo di battaglia è bassissima. E la conseguenza è quella di discutere con gli ucraini come chiudere il conflitto e la mia ipotesi migliore è che queste conversazioni siano già iniziate dietro le quinte". Lo afferma Charles Kupchan, analista del Council on Foreign Relations e principale consigliere sull'Europa al Consiglio di Sicurezza nazionale con Obama, intervistato da La Stampa. Nonostante si consideri "ottimista" su un via libera del Congresso Usa nelle prossime settimane agli aiuti militari all'Ucraina, Kupchan afferma che "bisogna relazionarsi con la Russia che c'è, non con quella che vorremmo. Ed è la Russia di Putin.E la risposta degli alleati non può essere quella di mandare truppe o fare mosse che portino a un'escalation".

                          Intervistato dal Corriere della Sera, Kupchan ipotizza che il presidente russo Vladimir Putin prima di trattare voglia vedere se Donald Trump tornerà alla Casa Bianca: "Molto probabilmente è così". Basse le probabilità, secondo l'analista, di uno scontro diretto tra Mosca e l'Alleanza atlantica: "Penso che un attacco voluto e aperto contro un Paese della Nato da parte della Russia sia improbabile, anche se Trump vincesse. Troppo pericoloso. Putin ha già dato prova di una certa irresponsabilità, ma sta già faticando molto a sconfiggere l'Ucraina. Non credo voglia ritrovarsi in guerra con l'Ucraina più i 32 Paesi della Nato".

                          ​La Stampa
                          Last edited by Sean; 19-03-2024, 14:37:26.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Non tutti i cervelli dell'occidente sono andati in pappa a quanto pare.
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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              [Israele e Hamas stanno negoziando per la prima volta da mesi i dettagli di un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani e un cessate il fuoco temporaneo a Gaza: lo riporta il sito statunitense Axios, che cita due funzionari israeliani e una fonte a conoscenza del dossier. L'attuale proposta in fase di negoziazione potrebbe portare a un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza e al rilascio di 40 ostaggi - donne, donne soldato, uomini di età superiore ai 50 anni e uomini in condizioni mediche critiche - in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi. Ci sono ancora divari tra le parti, sottolinea Axios, ma la risposta di Hamas si è avvicinata al quadro originale e ha consentito ai negoziati di progredire fino alla definizione dei dettagli di un accordo, secondo i funzionari israeliani. Il quadro statunitense prevedeva il rilascio di 400 prigionieri palestinesi, di cui 15 che stanno scontando l'ergastolo per aver ucciso israeliani, in cambio di 40 ostaggi. La risposta di Hamas fornita giovedì scorso prevedeva il rilascio di 950 prigionieri, di cui 150 condannati all'ergastolo. Hamas vuole scegliere quali prigionieri verranno rilasciati, soprattutto quelli che stanno scontando l'ergastolo, ma Israele ha respinto questa richiesta, sempre secondo i funzionari israeliani. Da parte sua, Israele chiede di ricevere in anticipo un elenco degli ostaggi vivi e di estradare in un altro Paese i prigionieri rilasciati. Tuttavia, Hamas si è rifiutata, secondo le fonti. Ma ci sono ancora due punti critici, ovvero le richieste di Hamas che le forze israeliane si ritirino dal corridoio creato a sud di Gaza City (che impedisce il ritorno dei palestinesi nel nord della Striscia) e che la prossima fase dell'accordo (che potrebbe includere il rilascio dei soldati) includa un cessate il fuoco permanente]
                              (Ansa)
                              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                                Il Mein Kampf in borsa e la svastica tatuata sul petto, arrestato neonazista ucraino 16enne che picchiava gli stranieri in metropolitana

                                Le aggressioni contestate risalgono alla notte tra il 28 e il 29 febbraio scorsi, sulla linea metropolitana M2, tra le fermate Cimiano e Crescenzago

                                Il Mein Kampf di Adolf Hitler nella borsa e la svastica tatuata sul petto che era pronto a mostrare alle sue vittime scelte in base al Paese d’origine. Si è mossa in fretta la Digos di Milano per fermare un giovanissimo neonazista ucraino accusato di quattro aggressioni commesse, in rapida successione, nella notte tra il 28 e il 29 febbraio scorsi, sulla linea metropolitana M2, tra le fermate Cimiano e Crescenzago, periferia Nord di Milano. Perché, se è vero che nessuna delle vittime ha riportato ferite gravi, l’imprevedibile ferocia delle aggressioni ha fatto temere il peggio. Così il sedicenne, arrivato in Italia coi genitori dopo l’invasione russa in Ucraina, è stato arrestato in esecuzione di una misura cautelare richiesta dalla procura per i minorenni di Milano guidata dalla reggente Luisa Russo. Al momento è al carcere minorile Beccaria ma è destinato a finire in una comunità per minorenni.

                                Negli episodi ricostruiti dalla polizia ha agito da solo, o con qualche compagnia almeno all’apparenza casuale, ma gli accertamenti sul suo cellulare potranno permettere agli investigatori di capire se si muovesse all’interno di un qualche gruppo organizzato, anche «virtuale».

                                Una volta individuate le sue vittime in ragione della provenienza geografica - due sono risultate originarie dello Sri Lanka - e dopo aver mostrato la svastica tatuata sul petto, ogni volta il sedicenne le aggrediva a calci e pugni per poi scaraventarle a terra, al grido di «I fascisti sono tornati».

                                Nella notte del 5 marzo scorso, invece, avrebbe spaccato diverse auto in sosta dopo aver infranto i vetri con un martelletto per poi saccheggiarle. La «rapida escalation criminale», infine, lo ha portato a commettere, il 9 marzo, un’ultima aggressione a danno di un ignaro passeggero della metro. Quest’ultimo, dopo essere stato insultato senza motivo, è stato colpito con un calcio all’occhio destro ed è finito in ospedale con una prognosi di sette giorni. La conferma dell’identità dell’aggressore è arrivata dall’incrocio delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della metropolitana milanese. Oltre al Mein Kampf, con sé aveva una mannaia con la scritta «White power» sul manico, dei coltelli e uno striscione con la scritta «Viva il Duce».

                                La Stampa

                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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