Originariamente Scritto da sean
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francia, raccolti 900 mila euro per la famiglia del poliziotto che ha ucciso il 17enne a nanterre
la raccolta lanciata dall’ex portavoce di zemmour, in favore dell’agente che ha sparato, ha suscitato indignazione. Raccolti 170 mila euro per nahel, l’adolescente morto. Continuano le ronde nazionaliste che inneggiano all’autodifesa: «questa è casa nostra»
le sommosse di questi giorni hanno approfondito le fratture già presenti da anni nella società francesi. Due sintomi sono le collette organizzate per il poliziotto che ha ucciso nahel da una parte e per la famiglia del ragazzo dall’altra, e l’apparizione nelle strade di ronde di militanti di estrema destra che hanno scatenato una caccia ai francesi dall’apparenza non europea al grido di «questa è casa nostra».quanto alle collette, la raccolta di fondi online intitolata «sostegno alla famiglia del poliziotto di nanterre» ha raccolto quasi 900 mila euro alla mattina di lunedì 3 luglio ed è sempre in crescita. Lanciata da jean messiha, ex portavoce del candidato di estrema destra eric zemmour alle elezioni presidenziali dell’anno scorso, la colletta è stata giudicata dal ministro della giustizia, eric dupond-moretti, come un tentativo di strumentalizzare a fini politici il dramma di martedì 27 giugno.
Ma l’iniziativa ha suscitato indignazione soprattutto a sinistra. Il segretario del partito socialista francese, olivier faure, definisce la colletta «vergognosa» e chiede alle autorità di cancellarla, così come venne fatto con la raccolta fondi in favore di un ragazzo che aveva preso a pugni un poliziotto durante la crisi del gilet gialli. Nella maggioranza presidenziale, oltre al ministro dupond-moretti anche il deputato macronista eric bothorel ha accusato jean messiha di «soffiare sul fuoco».
Ma nella destra dei républicains, invece, di tradizione gollista ma sempre più vicina alle posizioni dell’estrema destra, il leader eric ciotti dichiara di comprendere le ragioni della colletta: Anche se non ha ancora contribuito alla raccolta, potrebbe farlo.
La colletta in favore della famiglia del ragazzo ucciso invece non supera i 170 mila euro. Se nelle prime ore dopo la morte di nahel la francia sembrava unita nello choc per l’uccisione di un 17enne, con il passare dei giorni il clima è cambiato e cresce l’esasperazione per una rivolta che non sembra avere più nulla a che vedere con la morte del ragazzo.
l’insofferenza di tanti francesi verso le violenze di queste notti ha una punta estrema nella comparsa di ronde di militanti identitari, che in più città francesi sono a loro volta scesi in strada inneggiando all’«autodifesa» e gridando lo slogan «ici on est chez nous», «questa è casa nostra». A lione, militanti di estrema destra hanno marciato vicino al municipio gridando «bleu, blanc, rouge» (i colori della bandiera francese, ndr) e «la france aux français» (la francia ai francesi). La manifestazione è stata rapidamente dispersa dalla polizia.
Ad angers, i militanti di estrema destra del gruppo alvarium, sciolto per violenze e razzismo alla fine del 2021 ma rinato con il nome red angers, sono entrati in azione con mazze da baseball e spranghe contro chi partecipava alla manifestazione contro la violenza della polizia, vietata dalla prefettura e poi dispersa. A lorient, un gruppo di circa trenta persone con il volto coperto ha afferrato alcuni giovani sospettati di avere partecipato ai saccheggi e li ha consegnati alle forze dell’ordine. Nella notte tra sabato e domenica, autoproclamati «gruppi patriottici di autodifesa» hanno percorso le strade di chambéry gridando «francesi svegliatevi, questa è casa vostra». Il governo spera che questi episodi rientrino con la fine della rivolta, che sembra vicina.
Un primo bilancio, stilato domenica dal ministero dell’interno, parla di 5000 veicoli incendiati, 10 mila cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, quasi mille edifici bruciati, danneggiati o saccheggiati, 250 stazioni di polizia e gendarmeria attaccate e più di 700 poliziotti feriti. In sei giorni di sommosse, il bilancio è già più grave della rivolta nelle banlieue del 2005, che durò tre settimane.
Corsera
la raccolta lanciata dall’ex portavoce di zemmour, in favore dell’agente che ha sparato, ha suscitato indignazione. Raccolti 170 mila euro per nahel, l’adolescente morto. Continuano le ronde nazionaliste che inneggiano all’autodifesa: «questa è casa nostra»
le sommosse di questi giorni hanno approfondito le fratture già presenti da anni nella società francesi. Due sintomi sono le collette organizzate per il poliziotto che ha ucciso nahel da una parte e per la famiglia del ragazzo dall’altra, e l’apparizione nelle strade di ronde di militanti di estrema destra che hanno scatenato una caccia ai francesi dall’apparenza non europea al grido di «questa è casa nostra».quanto alle collette, la raccolta di fondi online intitolata «sostegno alla famiglia del poliziotto di nanterre» ha raccolto quasi 900 mila euro alla mattina di lunedì 3 luglio ed è sempre in crescita. Lanciata da jean messiha, ex portavoce del candidato di estrema destra eric zemmour alle elezioni presidenziali dell’anno scorso, la colletta è stata giudicata dal ministro della giustizia, eric dupond-moretti, come un tentativo di strumentalizzare a fini politici il dramma di martedì 27 giugno.
Ma l’iniziativa ha suscitato indignazione soprattutto a sinistra. Il segretario del partito socialista francese, olivier faure, definisce la colletta «vergognosa» e chiede alle autorità di cancellarla, così come venne fatto con la raccolta fondi in favore di un ragazzo che aveva preso a pugni un poliziotto durante la crisi del gilet gialli. Nella maggioranza presidenziale, oltre al ministro dupond-moretti anche il deputato macronista eric bothorel ha accusato jean messiha di «soffiare sul fuoco».
Ma nella destra dei républicains, invece, di tradizione gollista ma sempre più vicina alle posizioni dell’estrema destra, il leader eric ciotti dichiara di comprendere le ragioni della colletta: Anche se non ha ancora contribuito alla raccolta, potrebbe farlo.
La colletta in favore della famiglia del ragazzo ucciso invece non supera i 170 mila euro. Se nelle prime ore dopo la morte di nahel la francia sembrava unita nello choc per l’uccisione di un 17enne, con il passare dei giorni il clima è cambiato e cresce l’esasperazione per una rivolta che non sembra avere più nulla a che vedere con la morte del ragazzo.
l’insofferenza di tanti francesi verso le violenze di queste notti ha una punta estrema nella comparsa di ronde di militanti identitari, che in più città francesi sono a loro volta scesi in strada inneggiando all’«autodifesa» e gridando lo slogan «ici on est chez nous», «questa è casa nostra». A lione, militanti di estrema destra hanno marciato vicino al municipio gridando «bleu, blanc, rouge» (i colori della bandiera francese, ndr) e «la france aux français» (la francia ai francesi). La manifestazione è stata rapidamente dispersa dalla polizia.
Ad angers, i militanti di estrema destra del gruppo alvarium, sciolto per violenze e razzismo alla fine del 2021 ma rinato con il nome red angers, sono entrati in azione con mazze da baseball e spranghe contro chi partecipava alla manifestazione contro la violenza della polizia, vietata dalla prefettura e poi dispersa. A lorient, un gruppo di circa trenta persone con il volto coperto ha afferrato alcuni giovani sospettati di avere partecipato ai saccheggi e li ha consegnati alle forze dell’ordine. Nella notte tra sabato e domenica, autoproclamati «gruppi patriottici di autodifesa» hanno percorso le strade di chambéry gridando «francesi svegliatevi, questa è casa vostra». Il governo spera che questi episodi rientrino con la fine della rivolta, che sembra vicina.
Un primo bilancio, stilato domenica dal ministero dell’interno, parla di 5000 veicoli incendiati, 10 mila cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, quasi mille edifici bruciati, danneggiati o saccheggiati, 250 stazioni di polizia e gendarmeria attaccate e più di 700 poliziotti feriti. In sei giorni di sommosse, il bilancio è già più grave della rivolta nelle banlieue del 2005, che durò tre settimane.
Corsera
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