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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.

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    Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio

    E Parenzo no? Certo che la7 è davvero una cloaca
    Parenzo è uno degli esempi più eclatanti di radical chic.
    Un pò di fonderia gli farebbe bene.

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      mister parenzooo
      Originariamente Scritto da Lorenzo993
      non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo

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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Grazie al Cielo sull'invasione Travaglio si è sbagliato e Putin invece ha invaso: ha finalmente dato il via ad una scomposizione del mondo, che si ricomporrà in un nuovo ordine, e il via ad una regressione occidentale, mai così in difficoltà da dopo la II guerra mondiale.


        grazie al cielo un kazz sean
        tra russi e ucraini sono morti decine di migliaia di ragazzi
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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          Guerra in Ucraina, che cosa dobbiamo attenderci adesso?

          ​ I nostri aiuti a Kiev sono stati inferiori alle promesse. L’Occidente ha ricoperto gli ucraini di belle parole. Per fermare Putin urge la costruzione di una difesa comune europea

          di Federico Rampini

          A due anni dalla (seconda) invasione di Vladimir Putin in Ucraina, vi devo un’autocritica. Non soltanto sono angosciato e indignato per le atroci sofferenze inflitte al popolo ucraino. Non solo sono deluso per la piega terribile che stanno prendendo i rapporti di forze sul terreno militare. In tutta sincerità devo aggiungere che non sono soddisfatto delle mie analisi. Un anno fa, al primo anniversario di quell’aggressione, ero più ottimista sulle chance degli ucraini di difendersi con il nostro sostegno. Ho creduto che potessero farcela a ricacciare indietro l’invasore e a liberare una parte dei territori occupati da un attacco criminale. Un anno fa a quest’epoca vedevo un Putin più indebolito; e non c’era ancora stata la rivolta della Wagner contro di lui.

          Adesso, all’indomani della morte di Alexei Navalny, respingo la tentazione di interpretare quell’ignobile omicidio come un segnale di «debolezza» di Putin. Purtroppo i tiranni deboli, nella storia, furono spesso quelli che esitarono a spingere fino in fondo la ferocia contro gli avversari. Lo Scià di Persia perse il suo trono perché esitò a usare tutti i mezzi per schiacciare i suoi oppositori. Putin applica una regola diversa, che finora ha funzionato: mai mostrare indulgenza, mai essere «umani», sennò gli avversari ne approfitteranno.

          Nelle analisi che facevo un anno fa non ho mai creduto all’efficacia risolutiva delle nostre sanzioni, perché ricordavo quante volte fallirono nel piegare dittature più piccole in nazioni meno forti: dalla Corea del Nord all’Iran alla Siria. Però esageravo l’isolamento di Putin; e prestavo troppa attenzione a quegli esperti militari che ingigantivano la débacle iniziale dell’esercito russo.

          Che cos’è successo da allora, per portarci alla situazione odierna?

          I fallimenti dell’Occidente e le loro cause

          I nostri aiuti all’Ucraina sono stati inferiori alle promesse, e molto inferiori al necessario. Perfino l’America è stata meno generosa di quanto appariva da certi suoi proclami. Joe Biden fin dall’inizio del conflitto aveva scelto la moderazione, l’esatto contrario di quell’ «aizzare gli ucraini a una guerra per procura» di cui parlavano i sedicenti pacifisti in Occidente. Fu Biden a dare come primo consiglio a Zelensky nel febbraio 2022 quello di fuggire all’estero di fronte all’invasore: non proprio un segnale di determinazione. Biden fu categorico fin dall’inizio nell’escludere l’invio di soldati americani su quel fronte; altrettanto categorico nell’escludere una guerra tra America e Russia, mostrando così a Putin i limiti dell’impegno Usa (altro segnale d’incoraggiamento dello Zar).

          A più riprese Biden ha negato a Kiev forniture di armi che potessero colpire il territorio russo. In quanto alle «banali» munizioni, gli arsenali americani sono assai esili, perché a differenza di quanto sostiene la propaganda «pacifista», l’America dopo la guerra fredda ha ridimensionato molto la sua industria bellica. Non parliamo degli europei. Insomma l’Occidente ha ricoperto l’Ucraina di belle parole ma il sostegno reale ha sempre avuto dei limiti. In quanto alle sanzioni, non sono mai state risolutive nella storia ma in più le nostre sono un colabrodo, troppi hanno interesse a evaderle anche nel nostro campo. Di usare le ricchezze virtualmente sequestrate alla Russia si sta cominciando a parlare solo oggi, con due anni di ritardo.

          La crisi in Medio Oriente che nessuno aveva previsto

          Poi c’è stato l’effetto Gaza. L’apertura di un secondo fronte in Medio Oriente ha dirottato attenzione strategica, risorse politiche, e anche armi, che gli Stati Uniti avrebbero dovuto fornire all’Ucraina. Anche per via della tragedia di Gaza, abbiamo avuto una sorta di «effetto Trump anticipato»: ampie fasce dell’opinione pubblica americana hanno dimostrato di essere «stanche di guerre». Isolazionisti di destra e «pacifisti» di sinistra hanno assediato Biden. Lo stallo nelle votazioni al Congresso di Washington sulle forniture di armi e aiuti all’Ucraina è maturato anche in questa nuova atmosfera politica, a prescindere dalle chance di rielezione di Trump. Quest’ultimo ci ha messo del suo, screditando il valore della Nato.

          I vertici militari russi sono stati più veloci del previsto nell’imparare dai propri errori. Putin è stato più veloce del previsto nel riorganizzare l’intera Russia come un’economia di guerra, con l’aiuto dei «soliti noti»: Cina Iran Corea del Nord. Anche qui ha pesato un effetto Gaza. Il Grande Sud globale, dall’India all’Africa, oggi risulta ancor meno propenso a sanzionare la Russia visto che la priorità è diventata condannare e isolare Israele.

          Chi aveva ragione? Non i pacifisti ma il Pentagono e la destra kissingeriana

          L’autocritica che ritengo doveroso fare oggi, rispetto alle analisi di un anno fa, non mi porta affatto a dare ragione ai sedicenti «pacifisti». Quelli che hanno sfilato contro gli aiuti militari all’Ucraina, hanno sempre lavorato oggettivamente per il macellaio Putin. Negare agli ucraini le armi per difendersi significava solo e soltanto accelerare le carneficine volute da Putin. Gli slogan dei cosiddetti «pacifisti» erano sempre rivolti all’Occidente, mai contro l’aggressore. Né si è mai visto quale «soluzione diplomatica» Putin volesse negoziare, se non dopo una resa degli ucraini. Quest’ultima, tra l’altro, è una decisione terribile che non dipende da noi; anche se ci siamo comportati in modo da renderla un po’ più probabile.

          Nella mia autocritica cerco di fare una selezione delle fonti che citavo nelle analisi degli ultimi anni, per trovare «chi ha avuto ragione». Esclusi i pacifisti, campioni dell’ipocrisia, trovo invece alcuni osservatori che avevano avuto più lucidità e lungimiranza di altri. Sono tutti nel campo opposto rispetto al «pacifismo». In alcune mie analisi citai l’allora capo di stato maggiore americano, generale Mark Milley. Colui che fu il capo militare del Pentagono fino a pochi mesi fa, parlava di due scenari: una guerra di trincea a oltranza con logoramento protratto dei due contendenti, sullo stile della prima guerra mondiale; oppure lo scenario «coreano» cioè un armistizio per congelare la situazione territoriale come nel 1953 senza trattato di pace fra le due Coree. Le analisi del generale Milley – che riportai in alcuni miei scritti per il Corriere – non piacevano all’Amministrazione Biden e lui fu pregato di mettervi la sordina; coincidevano con una fase di fiducia occidentale sulla controffensiva militare ucraina.

          Un’altra scuola di pensiero che oggi sembra godere di una rivincita, è quella dei realisti di destra, tipo John Mearsheimer: l’ala più conservatrice della realpolitik kissingeriana. Anche questi non sono affatto pacifisti. Di solito credono che l’America debba essere armata fino ai denti per scoraggiare i nemici. Però al tempo stesso pensano che la politica estera debba prescindere dai valori etici. Pensano che è interesse degli Stati Uniti lasciare a Russia e Cina delle loro «aree di influenza» (dove sono libere di spadroneggiare a piacimento). La destra realista in fondo ispira un personaggio come Trump, il quale è pronto a regalare non solo l’Ucraina ma anche altri paesi europei a Putin, perché non pensa che l’America abbia un interesse vitale a difenderli. Ecco, i sedicenti «pacifisti» sono molto più vicini a Trump di quanto vorrebbero ammettere.

          Ritorno all’impero russo-sovietico o riarmo dell’Europa

          E ora? Putin ha commesso degli errori strategici che il suo Paese pagherà nel lungo periodo, di questo resto convinto. La Russia diventerà una colonia economica della Cina, che farà ingoiare molti rospi al suo orgoglio nazionalista. Putin ha regalato alla Nato la Svezia e la Finlandia, perdite pesanti. Putin ha tagliato il cordone ombelicale che rendeva l’Europa dipendente dalle sue energie fossili, privandosi così di un enorme «soft power» verso una delle aree più ricche del pianeta. Infine, e forse questa è la cosa più importante, Putin ha regalato all’Occidente il popolo ucraino che non lo perdonerà mai.

          Lo stato delle cose sul terreno militare oggi è tale che non riesco a immaginare un recupero delle regioni ucraine occupate dai russi, in un arco di tempo breve o medio. Un’amputazione territoriale sancita in qualche tipo di armistizio forse diventerà inevitabile, a maggior ragione se Trump dovesse vincere le elezioni. Dopodiché, incassato il territorio invaso, Putin comincerà a preparare la terza guerra di Ucraina; rivolgerà la sua pressione imperialista verso i Paesi Baltici e la Polonia.

          Per fermarlo, urge la costruzione di una difesa comune europea che sia credibile anche senza gli americani. Questo significa avviare un poderoso riarmo in Europa. Le opinioni pubbliche europee non sono pronte ad affrontarne i costi. È ora di cominciare a spiegare quali sarebbero i costi dell’alternativa: la ricostituzione della sfera d’influenza sovietica. Dopotutto Putin è colui che alla domanda «quale fu la peggiore tragedia del Novecento» ha risposto sorvolando su due guerre mondiali, l’Olocausto, la Grande Depressione, e non ha esitato a indicare come il disastro del secolo la fine dell’Unione sovietica.​​

          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Aiuti militari e risposta rapida, il patto Roma-Kiev

            Zelensky ne firma uno anche con il Canada da 2 miliardi di euro ​
            Per dieci anni, in caso di un nuovo attacco all'Ucraina, l'Italia si impegna alla "collaborazione immediata e rafforzata", con un meccanismo di risposta di emergenza in 24 ore (ANSA)
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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              Progressi nei colloqui su Gaza, 'Hamas riduce le pretese'

              'Accordo possibile prima del Ramadan'. Miliziani: 'Propaganda' ​
              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                Zelensky tra crisi e fatiche, ora spera nel ritorno dell’attenzione occidentale

                Il leader indebolito ha sofferto il calo del supporto anche interno. Il presidente ucraino vede un rilevante ritorno dell'attenzione internazionale


                Ci sono soldati — ma anche politici, giocatori d’azzardo, sportivi, imprenditori d’assalto — che forgiano le loro vite sui colpi di fortuna. Capita che vada loro bene una, due o tre volte e allora si convincono di poter essere quasi immortali, rischiano ancora, rilanciano, confidano che la buona stella sia sempre con loro, diventano sempre più certi di non avere troppo bisogno di consigli, vanno avanti per la loro strada. A volte funziona, altre meno e a un certo punto si adattano, cambiano direzione, vedono il rischio e si moderano, altre ancora finiscono nel baratro. Sono ormai tanti in Ucraina a descrivere la parabola di Volodymyr Zelensky come quella del leader baciato dalla dea bendata e convinto — o illuso per i più critici — che duri ancora a lungo.

                Il presidente ucraino vede in questi giorni, che coincidono con il decennale delle rivolte di Maidan e con il secondo anniversario della violenta invasione militare russa, un rilevante ritorno di attenzione internazionale. Lo sperava da tempo. La fallita controffensiva militare dell’estate scorsa, e soprattutto l’esplosione della violenza in Medio Oriente, avevano marginalizzato sia lui che l’intero scenario della guerra russo-ucraina.

                Abituato agli applausi e in certo modo «viziato» dall’ondata di simpatia e sostegno nelle prima fasi della guerra, viveva la nuova relativa anonimia come un fardello che poteva penalizzare anche la tenuta militare del suo Paese. E ciò aveva pesantemente influito sul suo carattere e sui comportamenti. «Sono finiti le pacche sulle spalle, gli snack sorridenti in corridoio, il dialogo continuo con i consiglieri per affinare le strategie comuni.

                Il presidente è spesso chiuso in sé stesso, scontroso, arriva alle riunioni, impartisce istruzioni e se ne va», raccontano dal palazzo presidenziale fonti anonime citate dai media e social locali. Secondo Simon Shuster (leggi qui l’intervista a 7 di Marta Serafini), il giornalista del settimanale americano Time che il primo anno di guerra ebbe modo di seguirlo e di recente ha pubblicato la sua biografia, Zelensky negli ultimi tempi «è profondamente cambiato e non sempre per il meglio». A suo dire, resta molto poco dell’uomo allegro di una volta. «Il suo viso si è indurito, parla poco e sempre in modo preciso, non c’è quasi nulla di quello che era prima», dice Shuster.

                Per molti aspetti Zelensky appare oggi come se fosse stato forgiato dall’emergenza dell’invasione: è diventato una rotella del meccanismo che a suo parere dovrà portare alla vittoria sulla Russia, assimila il suo destino individuale a quello dell’Ucraina.

                La sua storia personale ha visto almeno quattro rilevanti metamorfosi. La prima è stata quella dell’attore molto più noto a Mosca che a Kiev, innamorato della cultura e della lingua russe, che assurge al massimo della fama con il suo serial dell’uomo di spettacolo eletto a presidente. La seconda metamorfosi avviene nel 2019, quando vince davvero le elezioni con il 75 per cento delle preferenze: vorrebbe fare la pace con la Russia, sarebbe anche disposto a importanti concessioni territoriali, ma Putin non ci sta. La terza è dettata dall’invasione.

                Il mondo credeva che Zelensky sarebbe scappato all’estero. Sino a pochi giorni dall’attacco lui era convinto che Putin bleffasse, non sapeva nulla di cose militari. Ma poi diventa l’eroe del mondo libero quando annuncia che resterà nel suo ufficio, lotterà sino alla morte, se necessario. In questa fase è instancabile, ogni sera si rivolge alla nazione a reti unificate, visita il fronte sotto le bombe, parla al mondo, viaggia ovunque, diventa una delle massime personalità del Pianeta, crea un team di collaboratori affiatati dove il comandante in capo delle forze militari, Valery Zaluzhny, gode di ampia autonomia.

                La quarta metamorfosi lo vede sempre più immerso nelle questioni militari: licenzia Zaluzhny, il suo tasso di popolarità è sceso sotto il 60 per cento, accentra la conduzione della guerra nelle sue mani e ribadisce la necessità di riconquistare tutti i territori occupati dalla Russia sino ai confini del 1991. La convinzione di essere nel giusto non lo abbandona e sicuramente Putin non fa nulla per offrire alternative, se non la sottomissione dell’Ucraina.

                CorSera




                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                  Aiuti militari e risposta rapida, il patto Roma-Kiev

                  Zelensky ne firma uno anche con il Canada da 2 miliardi di euro ​
                  https://www.ansa.it/sito/notizie/pol...75cbe6868.html
                  Questi "patti" fanno parte di quella carta straccia, di quelle "belle parole" che cita Federico Rampini nella sua "autocritica" sul Corriere: rappresentano le bolle di sapone, l'inconsistenza di cui ormai è composto l'occidente.

                  L'Ucraina è una nazione che ormai esiste solo su carta e della quale dovranno essere ridisegnati i confini geografici, statuali, demografici ed economici.

                  Per cercare di mettersi a posto con la coscienza, dopo tutte le promesse da marinaio che gli occidentali hanno fatto agli ucraini (ingresso nella UE, ingresso nella Nato, che non accadranno mai) ecco si spediscono queste letterine di "buone intenzioni", che non costano nulla e valgono ancora meno.
                  Last edited by Sean; 25-02-2024, 08:56:15.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

                    Questi "patti" fanno parte di quella carta straccia, di quelle "belle parole" che cita Federico Rampini nella sua "autocritica" sul Corriere: rappresentano le bolle di sapone, l'inconsistenza di cui ormai è composto l'occidente.

                    L'Ucraina è una nazione che ormai esiste solo su carta e della quale dovranno essere ridisegnati i confini geografici, statuali, demografici ed economici.

                    Per cercare di mettersi a posto con la coscienza, dopo tutte le promesse da marinaio che gli occidentali hanno fatto agli ucraini (ingresso nella UE, ingresso nella Nato, che non accadranno mai) ecco si spediscono queste letterine di "buone intenzioni", che non costano nulla e non valgono niente.
                    Col senno di noi, era da chiudere nel momento in cui la Russia era più debole, militarmente non avanzava e c'erano critiche interne. In quel momento si poteva chiudere con un accordo che avrebbe salvato la faccia di entrambi i fronti.
                    Le parole di Meloni di ieri sono francamente ridicole: la guerra andrà avanti per 10 anni e noi per 10 anni daremo aiuti. Logica whatever it takes che non troverà applicazione: tra 1-2 anni tutti pian piano si defileranno e finita lì. In Ucraina ci saranno rovesciamenti interni e gran parte dell'occidente sarà rappresentato da quel meme che sposta gli occhietti facendo finta di nulla.

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                      E' chiaro che finirà così. Entro un paio di anni l'occidente mollerà baracca e burattini. I primi a non poterne più sono gli Stati Uniti ad esempio, i quali tra l'altro nel prossimo decennio hanno da impegnarsi nel vero e solo quadrante decisivo per mantenere un ruolo strategico "globale", cioè il Pacifico.

                      Nelle loro teste la questione ucraina è già chiusa, in fondo hanno ottenuto quello che volevano: azzerato ogni tentativo o intenzione dell'Europa o di alcuni paesi europei di allacciare accordi con la Russia, che da economici in un futuro avrebbero anche potuto diventare "politici".

                      Sull'aver "diminuito" la posizione russa, questo può essere vero ma va tenuto in conto che però il mondo adesso si è frazionato, sono in via di formazione vari poli e la crisi ha messo in evidenza una altrettanto profonda crisi del sistema occidentale, e siccome anche questo per l'America è e sarà un bel problema, non potranno certo stare ancora lì ad impegnarsi per una guerra regionale che l'Ucraina tra l'altro ha già perso.

                      Alla Russia andranno i territori conquistati e si tirerà una bella linea di confine come fu per le due Coree.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio

                        Col senno di noi, era da chiudere nel momento in cui la Russia era più debole, militarmente non avanzava e c'erano critiche interne. .


                        ma io infatti mi chiedo se adesso Putin voglia chiuderla o se invece aspetti qualche altro guadagno territoriale
                        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                        Originariamente Scritto da GoodBoy!
                        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                        grazie.




                        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          E' chiaro che finirà così. Entro un paio di anni l'occidente mollerà baracca e burattini. I primi a non poterne più sono gli Stati Uniti ad esempio, i quali tra l'altro nel prossimo decennio hanno da impegnarsi nel vero e solo quadrante decisivo per mantenere un ruolo strategico "globale", cioè il Pacifico.

                          Nelle loro teste la questione ucraina è già chiusa, in fondo hanno ottenuto quello che volevano: azzerato ogni tentativo o intenzione dell'Europa o di alcuni paesi europei di allacciare accordi con la Russia, che da economici in un futuro avrebbero anche potuto diventare "politici".

                          Sull'aver "diminuito" la posizione russa, questo può essere vero ma va tenuto in conto che però il mondo adesso si è frazionato, sono in via di formazione vari poli e la crisi ha messo in evidenza una altrettanto profonda crisi del sistema occidentale, e siccome anche questo per l'America è e sarà un bel problema, non potranno certo stare ancora lì ad impegnarsi per una guerra regionale che l'Ucraina tra l'altro ha già perso.

                          Alla Russia andranno i territori conquistati e si tirerà una bella linea di confine come fu per le due Coree.


                          si gli USA hanno ottenuto tutto quello che volevano da questa guerra

                          rotto i rapporti europa-russia
                          rinsaldato la NATO che peraltro si è estesa a due nuovi paesi
                          fatto guadagnare miliardi alla lobby delle armi
                          spolpato in parte l'esercito russo

                          il tutto senza che la loro economia ne risentisse
                          senza spolpare davvero il loro esercito
                          e senza far morire un solo soldato americano


                          Hanno fatto un piccolo capolavoro
                          gli stronzi siamo noi europei che li abbiamo seguiti obbedienti come cagnolini
                          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                          Originariamente Scritto da GoodBoy!
                          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                          grazie.




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                            Originariamente Scritto da Kurtino Visualizza Messaggio



                            ma io infatti mi chiedo se adesso Putin voglia chiuderla o se invece aspetti qualche altro guadagno territoriale
                            Per me la 2a. La difesa ucraina è in forte difficoltà. Una coperta sempre più corta che ha enormi difficoltà a coprire i vari fronti che si aprono giorno dopo giorno.
                            Per la Russa, in questa situazione di guadagni territoriali senza troppi fastidi, immagino ci sia ancora tempo per chiuderla.

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                              Originariamente Scritto da Kurtino Visualizza Messaggio



                              si gli USA hanno ottenuto tutto quello che volevano da questa guerra

                              rotto i rapporti europa-russia
                              rinsaldato la NATO che peraltro si è estesa a due nuovi paesi
                              fatto guadagnare miliardi alla lobby delle armi
                              spolpato in parte l'esercito russo

                              il tutto senza che la loro economia ne risentisse
                              senza spolpare davvero il loro esercito
                              e senza far morire un solo soldato americano


                              Hanno fatto un piccolo capolavoro
                              gli stronzi siamo noi europei che li abbiamo seguiti obbedienti come cagnolini
                              Si, ok, Kurt...ma hanno anche lasciato la Russia - un continente, più che un paese - nelle mani della Cina, con tutto quello che ne seguirà sia da un pdv economico che geopolitico. Un capolavoro a metà, direi.

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                                è chiaro che adesso vorrebbero la chiusura di quel fronte....
                                o quantomeno che dello stesso se ne occupassero gli europei
                                perchè la loro reale preoccupazione è il fronte del pacifico....taiwan ecc.


                                x Sean
                                il multipolarismo era già una realtà prima di questa guerra eh
                                questa guerra forse l'ha reso visibile a molti, ma è una realtà da almeno 15-20 anni
                                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                                grazie.




                                PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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