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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.

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    Ma che motivazione ufficiale hanno dato per l'attacco alla Chiesa?
    Hamas nascosta simil ospedale?
    Chiedo per informazione, eh.
    Nessuna dietrologia.
    Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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      [Vladimir Putin si candiderà alle elezioni russe del 2024 come candidato indipendente con un'ampia base di sostegno e non come esponente di un partito. Oggi un gruppo di iniziativa composto da oltre 700 politici e personaggi del mondo sportivo e culturale si è riunito a Mosca e ha approvato all'unanimità la nomina di Putin come candidato indipendente. Andrei Turchak, alto funzionario del partito al potere Russia Unita, ha spiegato che Putin non si candiderà per quello schieramento ma che avrà comunque il sostegno dei suoi membri e "più di 3,5 milioni di sostenitori del partito prenderanno parte attivamente alla campagna elettorale". Anche Sergei Mironov, tra i leader del partito Russia Giusta che sostiene Putin, ha spiegato che l'attuale capo del Cremlino si candiderà come indipendente e che verranno raccolte firme a suo sostegno.]
      (Ansa)
      Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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        Trump shock contro i migranti, "avvelenano il sangue Usa"
        'Arrivano qui da tutto il mondo'

        Donald Trump ha affrontato in maniera violenta la crisi dei migranti durante un comizio oggi in New Hampshire accusando le persone che attraversano il confine di "avvelenare il sangue degli Stati Uniti". (ANSA)

        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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          Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
          Ma che motivazione ufficiale hanno dato per l'attacco alla Chiesa?
          Hamas nascosta simil ospedale?
          Chiedo per informazione, eh.
          Nessuna dietrologia.
          A quanto pare, la giustificazione sarebbe la presenza di lanciamissili in quell'area.
          Poi imho la realtà è che una giustificazione se la creano loro come più fa comodo.
          Ormai la furia è sfociata in un "facciamo un conto unico".
          Non si sono accorti che il mondo intero sta voltando loro le spalle.
          Il problema tuttavia non è il voltare le spalle. Poi bisogna anche fare qualcosa.
          Non si può rimanere inerti come l'intero occidente sta facendo.

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            Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio

            A quanto pare, la giustificazione sarebbe la presenza di lanciamissili in quell'area.
            Poi imho la realtà è che una giustificazione se la creano loro come più fa comodo.
            Ormai la furia è sfociata in un "facciamo un conto unico".
            Non si sono accorti che il mondo intero sta voltando loro le spalle.
            Il problema tuttavia non è il voltare le spalle. Poi bisogna anche fare qualcosa.
            Non si può rimanere inerti come l'intero occidente sta facendo.
            Grazie Shad
            Trovavo poco in merito
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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              Comunque, attualmente non è rosea.
              Posizioni inconciliabili anche con l'Occidente.

              Gli Usa spingono per operazione più mirate per preservare i civili.
              La Francia è scritto su.
              I bombardamenti proseguono.
              Anche dopo queste fasi, gli israeliani non vedranno mai la soluzione a due Stati, ma una smilitarizzazione e Gaza tenuta sotto sicurezza nazionale.

              L'unica valvola odierna è sugli ostaggi.
              Gli israeliani hanno detto che a tempo debito avranno qualcosa da ridire sul comportamento dei qatarioti, ma intanto sembra si stia preparando il terreno per cercare un altro momentaneo accordo di cessate il fuoco sulla falsariga del primo. Quindi dentro il Qatar come "intermediario".

              Da valutare anche la situazione Hezbollah, altro campo di bombardamenti.
              Pure nel Mar Rosso ho letto che alcune compagnie stanno cancellando le rotte dei container, per gli ultimi attacchi Houthi dallo Yemen alle navi. L'ultimo ad una battente bandiera norvegese.
              Oltre alla situazione dei coloni in Cisgiordania.

              Intanto l'Unicef ha detto che Gaza attualmente è il posto più pericoloso per un bambino e c'e molta mobilitazione e protesta tra le famiglie degli ostaggi davanti a luoghi istituzionali.
              Last edited by Irrlicht; 17-12-2023, 10:12:40.
              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                Trump shock contro i migranti, "avvelenano il sangue Usa"
                'Arrivano qui da tutto il mondo'

                Donald Trump ha affrontato in maniera violenta la crisi dei migranti durante un comizio oggi in New Hampshire accusando le persone che attraversano il confine di "avvelenare il sangue degli Stati Uniti". (ANSA)
                Il circo stabile occidentale (non sbaracca mai, è in rappresentazione tutto l'anno da decenni) va verso il capodanno con i fuochi d'artificio anticipati: ce li offre Trump con la battuta sul "sangue americano"...come se ce ne fosse uno.

                Quale sangue identifica l'America? Quello indiano (l'unico indigeno di quelle terre), dissanguato dagli stessi colonizzatori? Quello inglese, quello irlandese, quello tedesco, quello italiano? O quello latino, messicano, portoricano? O quello asiatico? O quello africano, importato tramite lo schiavismo, sradicando dalle loro terre centinaia di migliaia di uomini e donne?

                Di quel minestrone che sono gli Stati Uniti (non hanno nemmeno una lingua ufficiale, tale è il caos etnico-demografico che li agita), nazione anti-identitaria par exellence, quale sangue (inteso non solo in senso etnico ma, per estensione, quale cultura, religione, lingua, tradizione, usi e costumi) vorrebbero salvaguardare i caproni americani?

                Nonostante questo, c'è da augurarsi una vittoria trumpiana, così il caos arriverà al parossismo, come il panico in Europa. Occorre scuotere la cloaca occidentale fin nelle sue marce fondamenta.
                Last edited by Sean; 17-12-2023, 15:29:18.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Buongiorno a tutti , ecco la mia previsione sulla guerra in medio oriente

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                    Ben venga un isolazionista come Trump. I danni quelli li fanno quando mettono becco nelle faccende di altri stati.

                    Una volta il mantra era: peggio di Trump, c'è solo la Clinton.

                    Ora direi che un : peggio di Trump, c'è solo Biden...sia più adatto


                    Originariamente Scritto da Sean
                    mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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                      sigpic
                      Free at last, they took your life
                      They could not take your PRIDE

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                        Ah, quindi Zelensky ha praticamente sequestrato il suo popolo...Vediamo quanto dureranno ancora lui e il suo governo, e per quanto tempo il sostegno della casta militare.

                        Nei rovesci non reggono i Duci, figuriamoci i ducetti (con trascorsi da comici).
                        Last edited by Sean; 17-12-2023, 15:10:30.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Ci penseranno le elezioni a rovesciare zelensky....




                          Ah no


                          Originariamente Scritto da Sean
                          mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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                            Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
                            Buongiorno a tutti
                            marioo ma dove eri finito?

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                              Tra un anno l’America esce dalla Nato? Ecco perché dobbiamo prepararci

                              Negli ultimi sondaggi Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden e sebbene una sua rielezione sia un evento statisticamente improbabile, i leader del mondo valutano anche questo scenario

                              di Federico Fubini

                              Nulla è eterno nella storia umana. Anche quelle alleanze tra nazioni che nel breve arco della nostra esperienza ci sembrano imperiture, hanno una data di scadenza. Tra un anno l’America annuncerà la sua uscita dalla Nato? Ormai dobbiamo porci il problema.

                              Negli ultimi sondaggi Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nella sfida diretta tra i due. All’interno del partito repubblicano, a un mese dall’inizio delle primarie il distacco che infligge sugli inseguitori (Nikki Haley e Ron DeSantis) rimane abissale. Può succedere di tutto nei prossimi undici mesi, ovviamente anche sul piano giudiziario. Però anche chi continua a considerare improbabile un Trump bis è costretto a esaminarlo come una ipotesi.

                              Di certo è quel che stanno facendo i governi del mondo intero, ciascuno dal punto di vista delle ripercussioni sul proprio paese. Una rielezione di Trump sarebbe un “cigno nero” – evento statisticamente assai improbabile, e dalle conseguenze sconvolgenti qualora si avveri – ma in quest’epoca i cigni neri anziché essere animali rari hanno il vizio di affollare il nostro mondo (dall’11 settembre 2001 di Osama Bin Laden al 7 ottobre 2023 di Hamas, passando per la crisi finanziaria del 2008, Brexit e Trump 1 nel 2016, la pandemia, l’Ucraina).
                              In Europa un tema angosciante riguarda il futuro della Nato. Tutti ne parlano, magari sommessamente, non a livello ufficiale. La Nato ha garantito la pace e la sicurezza degli europei per tre quarti di secolo. Non esisterebbe senza gli Stati Uniti, o diventerebbe una pallida caricatura. Può sopravvivere a una loro uscita? Donald Trump evocò questo dirompente abbandono in alcune occasioni durante la sua prima presidenza, soprattutto nei colloqui con i suoi collaboratori: allora questi riuscirono a dissuaderlo.


                              Morte al Deep State, trumpiani nominati ovunque

                              Ci riuscirebbero una seconda volta? Un Trump 2 si preannuncia più radicale e più determinato, a cominciare dalla scelta dei collaboratori e consiglieri. The Donald è convinto che la sua azione di governo dal gennaio 2017 al dicembre 2020 sia stata sabotata dal Deep State, una sorta di governo parallelo formato da alti burocrati e tecnocrati, un establishment avverso al cambiamento, fatto per lo più di democratici e repubblicani moderati. Con l’aiuto della magistratura anch’essa nella sua maggioranza ostile ai programmi trumpiani. Dalla politica estera a quella migratoria, il Deep State avrebbe imposto molta continuità, troppa secondo The Donald. (Nella destra estrema le teorie del Deep State sono abbastanza paranoiche e complottiste, però qualcosa di simile esiste: un tempo si chiamava semplicemente establishment).
                              La prossima volta, se viene rieletto, Trump è intenzionato a fare una pulizia radicale e applicherà uno “spoil system” ben più generalizzato nominando fedelissimi esecutori ovunque. In politica estera questo scenario potrebbe portare a un Trump 2 ben più “innovatore” del primo… L’uscita dalla Nato segnerebbe una rottura clamorosa con gli ultimi 75 anni di storia. Chiuderebbe anche con tutta la politica globalista inaugurata da Franklin Delano Roosevelt quando portò l’America a intervenire nel secondo conflitto mondiale per sradicare i nazifascismi dall’Europa. Sarebbe un ritorno ad un’altra politica, che pure ebbe lunga tradizione e antenati nobili: l’isolazionismo fu dominante per lungo tempo dalla fondazione degli Stati Uniti in poi, con eccezioni come la presidenza del primo Roosevelt (Theodore) e di Woodrow Wilson nella prima guerra mondiale. Però le radici dell’isolazionismo americano sono profonde, hanno difensori sia a destra che nella sinistra pacifista. Stop aiuti all’Ucraina… Forse si salverebbero Israele e Taiwan, su cui Trump si è espresso talvolta come un falco.


                              Neologismo: burden-shifting (gli europei si paghino la difesa)

                              L’uscita degli Stati Uniti dalla Nato viene evocata pudicamente e diplomaticamente con uno slittamento linguistico. Da tempo immemorabile i presidenti e i Congressi Usa invocano un “burden-sharing” più equilibrato: una ripartizione degli oneri di finanziamento della Nato più bilanciata con gli alleati europei, molti dei quali si comportano come dei parassiti della difesa, felici di vivere al sicuro sotto l’ombrello protettivo americano, ma riluttanti a finanziare delle forze armate adeguate. Fu ai tempi di Barack Obama che il tema del “burden-sharing” venne adottato come un impegno formale e ufficiale: tutti gli Stati membri dell’Alleanza atlantica promisero solennemente di dedicare alla sicurezza almeno il 2% del Pil nazionale. Quasi nessuno ha mantenuto quella promessa. Germania, Italia e tanti altri non l’hanno mantenuta neppure dopo l’invasione della Russia in Ucraina. Molti americani, non solo nelle alte sfere ma anche nell’opinione pubblica, si sentono presi per i fondelli. A maggior ragione se alcuni di quei paesi che vivono al sicuro da parassiti sono pronti a criticare “l’imperialismo Usa”.
                              Trump è solo uno dei tanti presidenti Usa che hanno giudicato deplorevole questo stato di cose. Quando era alla Casa Bianca attaccò più volte Angela Merkel su questo tema: la Germania ha l’economia più ricca d’Europa, ma le sue forze armate sono da barzelletta.


                              In Europa “nessun interesse vitale degli Stati Uniti”

                              Acqua passata. Ormai Trump non si limita a rilanciare il tema del “burden-sharing”. Fa un passo più avanti. La nuova parola-chiave è “burden-shifting”: dalla suddivisione o condivisione degli oneri si passa allo spostamento o trasferimento di questi oneri. L’America se ne andrebbe dal Vecchio continente e il conto delle spese per difendersi lo passerebbe agli europei. Trump è convinto che gli Stati Uniti non abbiano dei veri interessi vitali da difendere con una presenza militare costosa e ingombrante in Europa.
                              Questa visione è contestabile ed esistono robusti argomenti di segno opposto. L’accumulo di interessi materiali investiti nella relazione transatlantica è notevole e sarà un forte vento contrario rispetto alla scelta di abbandonare l’Europa al suo destino. Però ribadisco che il ripiegamento sull’isolazionismo ha illustri antenati nella storia americana e quindi non viene scartato a priori come una follia, almeno in certe famiglie politiche e tra alcuni autorevoli analisti conservatori della geopolitica.
                              Trump non è un pensatore, in nessun campo e tantomeno nelle relazioni internazionali. Però d’istinto pensa che l’isolazionismo sia la scelta giusta, e condivisa dai suoi elettori. Ha deciso che “la prossima volta” si circonderà di persone che la pensano davvero come lui. Quindi bisogna cominciare a prestare attenzione agli ambienti in cui pescherà collaboratori, consiglieri, ministri, ecc. Alcuni think tank di destra sono già al lavoro per preparare la sua agenda di governo. Sul tema della politica estera in generale e della Nato in particolare, estraggo qui alcune conclusioni da un pregevole studio di Majda Ruge e Jeremy Shapiro per lo European Council on Foreign Relations. Se siete appassionati di questi temi ve ne consiglio la lettura integrale.


                              Tre destre, tre visioni di politica estera per Trump 2

                              Gli autori di questo studio vedono un campo repubblicano suddiviso in tre correnti o tribù, che adesso si contendono l’attenzione di Trump e tra undici mesi potrebbero gareggiare per le sue nomine nei posti-chiave della futura amministrazione.
                              La prima corrente o tribù è composta dai fautori della “primacy” cioè del primato Usa, la seconda dai teorici del “restraint” che si può tradurre in restringimento o moderazione, la terza sono i “prioritisers” cioè quelli che vogliono concentrarsi sulle priorità. Ecco una breve spiegazione di queste tre dottrine.
                              Primacy o primato. In questo campo ritroviamo gli eredi del movimento neoconservatore o neo-con, quei falchi che nella destra repubblicana ispirarono la politica estera “imperiale” ai tempi di George W. Bush (2001-2008). Vogliono che l’America continui a difendere la propria leadership globale, costi quel che costi. Pensano che abbandonare il campo alla Cina in Asia, alla Russia in Europa, all’Iran nel Golfo, sarebbe un errore strategico che finirebbe per attentare agli interessi vitali degli Stati Uniti, a renderli più insicuri, pagando prezzi molto superiori nel lungo termine. Dalla loro c’è una robusta dottrina della geopolitica classica: sostiene che l’America non deve illudersi di essere al sicuro perché protetta da due oceani. In base a questa teoria, qualora si lasci ad una superpotenza antagonista la libertà di egemonizzare la proprima massa continentale (l’Asia per la Cina, l’Europa per la Russia), prima o poi quella non si accontenterà. Hitler aveva cominciato a corteggiare il Messico per farselo alleato contro l’America.
                              Trump ha più volte attaccato e sbeffeggiato la politica estera di Bush Junior, ha bollato come errori dissennati le invasioni in Afghanistan e Iraq, quindi diffida di questa corrente; pensa che l’America deve dedicare le sue risorse ai gravi problemi che ha in casa propria. Su questo Trump interpreta un sentimento diffuso nella popolazione americana sia a destra che a sinistra, in particolare nei ceti popolari. Ma ci sono differenze importanti sul piano generazionale (il tema è approfondito in newsletter, ndr).
                              Questa corrente del “primato” quindi è minoritaria; però conserva delle posizioni importanti nell’establishment di politica estera, in particolare dentro il Pentagono e il Dipartimento di Stato. Una contraddizione di Trump, e anche della sua base elettorale, è il forte sostegno alle forze armate, il rispetto esibito verso chi indossa la divisa (anche se Trump da giovane si imboscò per non andare a combattere in Vietnam). I militari non sono particolarmente favorevoli a una ritirata dal loro ruolo internazionale. Quindi qualche compromesso Trump 2 dovrebbe farlo con la corrente, pur minoritaria, dei sostenitori del primato americano nel mondo.


                              Ritirata dal mondo, “occupiamoci dei nostri problemi”

                              La seconda tribù, maggioritaria tra i repubblicani come elettorato, è favorevole alla “restraint”: moderazione, ridimensionamento volontario della presenza militare americana nel mondo. I suoi teorici fanno osservare che anche nel “popolo” delle forze armate, per esempio nei collegi elettorali situati vicino a basi militari o in importanti comunità di reduci e veterani delle guerre in Afghanistan e Iraq, Trump ebbe risultati molto buoni nel 2016 con la sua visione isolazionista. In altri termini i generali possono essere ancora legati alla Nato, le loro truppe e i familiari dei soldati un po’ meno.
                              La terza tribù repubblicana (quella delle priorità) offre una possibile mediazione, una via di compromesso: l’America deve limitare i suoi impegni nel mondo per concentrarsi su poche priorità che toccano veramente i suoi interessi strategici. La Cina potrebbe essere una di queste. Alcuni ci metterebbero il confine col Messico per via dell’immigrazione clandestina e dei narcos.
                              Il problema di questa strategia è che suona abbastanza simile a quella dei vari Obama e Biden: anche loro teorizzavano che l’America doveva concentrarsi sull’unica rivale capace di minacciarla nel lungo termine, cioè la Cina. Poi la storia si è incaricata di rovinare tutti i loro piani, Putin e Hamas hanno risucchiato Biden verso il passato, a occuparsi della vecchia Europa e del Medio Oriente.


                              “Nato dormiente” e America defilata: che incubo per l’Europa

                              Tra un anno, se un Trump 2 dovesse diventare realtà, bisognerà tener d’occhio anzitutto le nomine. “Il personale è politico”, vecchio slogan femminista degli anni Sessanta, qui assume un significato nuovo: le nomine di personale possono essere decisive per anticipare gli indirizzi politici. L’altro tema è “quale compromesso” si può immaginare sotto un Trump 2. Ammesso che un eventuale Trump 2 non riesca o non voglia compiere uno strappo così immediato e brutale come l’uscita secca dalla Nato, su quale piano B potrebbe ripiegare? Ultimamente le sue truppe parlamentari hanno dimostrato qualche disponibilità al compromesso, proprio per l’approvazione del bilancio della Difesa. Un’alternativa all’uscita secca dalla Nato, di cui discutono alcuni think tank repubblicano, è lo scenario della “dormant Nato”, una Nato dormiente. Questo significa che gli Stati Uniti riporterebbero a casa gran parte o la totalità dei propri militari di stanza in Europa, e trasferirebbero sugli alleati europei buona parte degli oneri e responsabilità per la loro difesa (con un’operazione di “burden-shifting”). L’Alleanza atlantica resterebbe in vigore, sì, ma come un patto scritto sulla carta, non concretizzato dalla presenza di basi militari e decine di migliaia di soldati Usa sul suolo europeo. Sarebbe l’America a diventare così un alleato dormiente, con la promessa di intervenire solo in caso di attacco… Quanto credibile?
                              Lo scenario è meno traumatico dell’uscita dalla Nato. Tuttavia lo shock per gli europei sarebbe spaventoso: per 75 anni non hanno mai dovuto attrezzarsi a difendersi da soli da un attacco russo e a combattere per primi contro l’invasore “nell’attesa” che arrivino rinforzi da oltreatlantico. Altro che 2% del Pil per le spese militari!
                              Questa ipotesi ricorda la terribile posizione in cui si trovò la Gran Bretagna di Winston Churchill nei primi due anni della seconda guerra mondiale, quando fronteggiava praticamente da sola l’offensiva della Germania nazista, sperando che l’America sarebbe venuta in suo soccorso. L’intervento americano tra l’altro arrivò solo perché il Giappone commise il fatale errore di attaccare gli americani sul loro territorio, a Pearl Harbor nel dicembre 1941.
                              Nell’atmosfera di presunto “pacifismo” che domina oggi in Europa, il trauma di un semi-abbandono dagli Stati Uniti spingerebbe verso l’eroismo inglese del 1940, oppure sarebbe l’inizio di un “liberi tutti”, e una corsa di vari leader a ri-accreditarsi come volenterosi vassalli al servizio di Putin e Xi Jinping? Un assaggio di quel che accadrebbe lo ha appena dato il solito Emmanuel Macron: ieri ha mandato a dire a Putin che lo cerchi pure, “il numero di telefono dell’Eliseo è sempre lo stesso”... Ecco, le grandi manovre in vista di una Nato dormiente, o defunta, da qualche parte sono già iniziate.


                              Abbandono reversibile come gli accordi di Parigi sul clima?

                              Le alleanze non sono eterne, appunto. Senza ricordare le innumerevoli giravolte e voltafaccia di paesi piccoli come l’Italia, si può rievocare il patto Hitler-Stalin per la spartizione della Polonia prima che Germania e Urss diventassero nemiche; o lo scisma tra l’Urss e la Cina comunista che spinse Mao nelle braccia di Nixon.

                              Siamo alla vigilia di cambiamenti altrettanto epocali?
                              Un’ultima variante a tutti gli scenari che ho evocato è quella che chiama in causa la continua alternanza politica americana. Trump 2 potrebbe annunciare l’uscita dalla Nato come Trump 1 decise quella dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. Poi arriva un presidente democratico e tutto torna come prima. Rassicurante e sdrammatizzante? Nel caso della Nato, però, anche solo l’annuncio di un graduale ritiro - per quanto reversibile quattro anni dopo - potrebbe accelerare scelte di Mosca e Pechino per allargare le rispettive sfere imperiali. Dai Paesi Baltici a Taiwan, e ben oltre.


                              CorSera













                              Last edited by Sean; 18-12-2023, 08:34:50.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Ah, quindi Zelensky ha praticamente sequestrato il suo popolo...Vediamo quanto dureranno ancora lui e il suo governo, e per quanto tempo il sostegno della casta militare.

                                Nei rovesci non reggono i Duci, figuriamoci i ducetti (con trascorsi da comici).
                                è dall'inizio che vanno in giro a rapire i maschi adulti, il fatto che ora repubblica ne parli... indica che vogliono far fuori zelensky.

                                Originariamente Scritto da Pesca
                                lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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