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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.

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    Il vice rappresentante permanente presso le Nazioni Unite a Ginevra ha già postato delle foto dei tatuaggi dei prigionieri. Cavalcheranno a scopo propagandistico tutta la questione. E' chiaro che inserire gli Azov in degli scambi sarà complicato

    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    «nessun vincolo univa questi morti
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Bucha, i video inediti del New York Times: "Ecco le prove del massacro"

      https://video.repubblica.it/dossier/...79517-P6-S1-T1

      Alcuni video, ottenuti dal New York Times, mostrano come le forze paracadutiste russe abbiano catturato e giustiziato un gruppo di civili ucraini a Bucha, nei dintorni di Kiev, lo scorso 4 marzo. Nel primo video, registrato da una telecamera di sicurezza, i civili attraversano una strada in fila indiana sotto la minaccia di due militari armati. Tra gli uomini in ostaggio ce n'è uno con una maglia azzurra. Nel secondo video, ripreso da una casa vicina, quel gruppo di ostaggi viene fatto inginocchiare nel cortile di un edificio, anche lì si vede l'uomo con la maglietta azzurra. Secondo la ricostruzione del New York Times, i militari russi avrebbero condotto, a questo punto, i civili dietro il palazzo, uccidendoli, dopodiché si sono allontanati, come si vede nella terza sequenza in cui il plotone e un carro armato attraversano le strade di Bucha. Consapevoli delle loro azioni, sparano, come si vede , alle teelcamere di sicurezza nel tentativo di cancellare le prove. Le tracce del loro eccidio restano tuttavia sul terreno, lo prova, a conferma della ricostruzione, la quarta sequenza catturata dal drone e ingrandita, in cui si vedono i corpi senza vita degli uomi uccisi, tra cui ben riconoscibile quello dell' uomo con una t-shirt azzurra. Ulteriori prove sono in alcune foto pubblicate sempre dal New York Times, in cui si vedono i corpi a terra, dei trucidati, tra cui quello dell'uomo con la maglietta azzurra.

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        Le prove del massacro...se porti quei video in uno qualunque dei tribunali occidentali non te lo accolgono nemmeno in aula.

        Detto questo è chiaro che a Bucha ci sono state delle esecuzioni...da parte di russi e da parte di ucraini, perchè quelli stesi per terra con la fascia bianca al braccio (che è la fascia che indossano i soldati russi e i civili filorussi) non li hanno ammazzati i russi.
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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Le prove del massacro...se porti quei video in uno qualunque dei tribunali occidentali non te lo accolgono nemmeno in aula.

          Detto questo è chiaro che a Bucha ci sono state delle esecuzioni...da parte di russi e da parte di ucraini, perchè quelli stesi per terra con la fascia bianca al braccio (che è la fascia che indossano i soldati russi e i civili filorussi) non li hanno ammazzati i russi.
          Leggo di testimonianze dei civili secondo cui sono stati obbligati dai militari russi ad indossare fasce bianche. Sono comunque aspetti da approfondire perché non si trova molto nemmeno in altre lingue.

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            Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
            Anche la mia insegnante di inglese a maggio è andata in Inghilterra in una famiglia. Dice che lo stato paga tipo 380 sterline/mese a chi li accoglie.
            Si è così, tutti lo stanno facendo solo per i soldi ma è nammerda sono tutti dei disagiatoni

            Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
            Originariamente Scritto da Pesca
            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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              Il negoziatore Mosca ritratta su scambio combattenti Azov
              Il negoziatore di Mosca Leonid Slutsky, presidente della Commissione per gli affari esteri della Duma, ha ritrattato le dichiarazioni rilasciate in precedenza sul possibile scambio dei combattenti del battaglione Azov in cambio del rilascio dell'oligarca ucraino Viktor Medvedchuk. «La mia opinione non è cambiata: non ci dovrebbe essere uno scambio con i combattenti dell'Azov, il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale», ha scritto Slutsky su Telegram. Il negoziatore, secondo la Tass, ha quindi accusato i media di prendere citazioni fuori dal contesto e li ha invitati a «non fare sensazionalismo dal nulla». In precedenza l'agenzia Interfax aveva riferito, citando Slutsky, che Mosca stava valutando la possibilità di scambiare Viktor Medvedchuk con i prigionieri ucraini del battaglione Azov.

              Leader Donetsk, tra combattenti arresi ad Azovstal anche stranieri
              Il leader dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, ha riferito che, secondo prime informazioni, tra i combattenti che si sono arresi nell'acciaieria Azovstal a Mariupol, ci sarebbero anche cittadini stranieri. Lo riporta l'agenzia russa Tass.

              CorSera
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                I russi tentano di accerchiare Severodonetsk. “Offensiva per ora respinta"
                I russi stanno tentando di sfondare a Severodonetsk da quattro direzioni ma per ora sono stati respinti. Lo riferisce il capo dell'amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergey Gaiday. La città in prima linea nel Lugansk è ora a rischio di accerchiamento dopo che 12 persone sono state uccise e altre 40 ferite dai bombardamenti russi, aggiunge Gaiday. «I bombardamenti continuano dalla mattina alla sera e anche per tutta la notte», ha detto in un video postato su Telegram.

                Zelensky: la situazione in Donbass è estremamente difficile
                La situazione in Donbass «è estremamente difficile». Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio video notturno. «Come nei giorni precedenti, l'esercito russo sta cercando di avanzare su Slovyansk e Severodonetsk», ha affermato Zelensky, «le forze armate ucraine stanno respingendo questa offensiva. Ogni giorno che i nostri difensori strappano a questi piani offensivi dell'Ucraina, impedendoli, è un contributo concreto a portare il grande giorno più vicino. Il giorno agognato che tutti attendiamo e per il quale tutti combattiamo. Il Giorno della Vittoria». «La Russia non otterrà nulla con i suoi attacchi, né con i missili nell'Oblast di Rivne, né con l'artiglieria nelle regioni di Kharkiv o Sumy, né con ogni arma possibile in Donbass», ha aggiunto Zelensky.

                Intelligence britannica: in Donbass la Russia schiera l’unità controcarro Terminator La Russia ha probabilmente schierato sull'asse di Severodonetsk dell'offensiva in Donbass la sua unica unità operativa controcarro di mezzi Bmp-T Terminator. Lo riferisce l'ultimo bollettino dell'intelligence militare britannica. «La loro presenza suggerisce che il Gruppo di Forze del Centro, l'unica formazione che mette in campo questo veicolo, sia coinvolto nell'attacco», prosegue il bollettino, «il Gruppo di Forze del Centro in precedenza aveva sofferto pesanti perdite nel tentativo di fallito di sfondare nella parte orientale di Kiev nella prima fase dell'invasione». «La Russia ha sviluppato il Terminator dopo aver osservato la necessita' di fornire protezione specifica ai principali carri armati da battaglia utilizzati durante le guerre afghane e cecene», spiegano gli 007 di Londra.

                Bild, Germania nega carri armati Marder a Kiev
                La Germania possiede più di 60 veicoli da combattimento di fanteria Marder che non sta consegnando all'Ucraina nonostante non preveda di utilizzarli, secondo il tabloid tedesco Bild che cita un documento segreto del ministero della Difesa tedesco di cui è venuto in possesso. Secondo questo documento, l'esercito tedesco ha «più di 62 configurazioni Marder A3 che non vengono più utilizzate". Di questi mezzi, 32 possono essere riparati e riutilizzati se necessario, mentre altri 30 possono essere utilizzati solo per i pezzi di ricambio». Bild e Kyiv Independent ricordano che in precedenza funzionari tedeschi hanno negato di avere un esubero di tali mezzi corazzati per il trasporto di personale richiesti dall'Ucraina, poiché secondo Berlino tutti i 343 posseduti dalla Germania erano già in uso all'esercito tedesco.

                La Stampa
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                  Che cos’ha spinto Zelensky a cedere all’Azovstal? E in cambio di che? I retroscena della resa dell’acciaieria

                  Ora Kiev mette una condizione: «Senza il ritorno dei soldati nessun negoziato potrà cominciare». Uno scambio con Viktor Medvedchuk, magari, l’oligarca ucraino amico di Putin


                  «Proviamo coi turchi». Schiacciato dall’incubo dell’acciaieria, pressato dall’eroismo obbligatorio, raccontano che Volodymyr Zelensky non ha dormito notti intere. A Chernihiv avevano stampato i cartelloni, «aspettiamo a casa i nostri eroi». Su Change.org era partita la petizione dalle mogli dei soldati di Azov, un milione di firme, perché «una figura internazionale» intervenisse a mediare. Ma da settimane non si vedeva proprio una luce, in quei sotterranei: «Era impossibile sbloccare la situazione per via militare — spiega Zelensky —, ci siamo dovuti affidare alla diplomazia».

                  Quale? Il primo spiraglio, spiega una fonte diplomatica europea, è arrivato con una telefonata la mattina dell’8 maggio. I russi avevano finalmente detto sì al corridoio d’Onu e Croce rossa, per far uscire dall’Azovstal almeno le donne, i bambini e gli anziani. Ora si trattava di salvare la pelle dei militari: non solo Azov, anche la 12esima brigata della Guardia nazionale, la 36esima dei marines, l’antiterrorismo, gli agenti dei servizi Sbu, i poliziotti, le guardie di frontiera, i volontari, tutti quelli che erano rimasti intrappolati a combattere là sotto. Quando suona il cellulare, quella mattina, è la chiamata che Zelensky aspettava. Dall’altra parte c’è lo storico leader dei tatari di Crimea, Mustafa Dzhemilen, che siede alla Rada di Kiev. È un buon amico di Erdogan, da giorni chiede al presidente turco di trovare una via di fuga: una nave che porti gli assediati fuori da quell’inferno. Dzhemilen ha un messaggio del Cremlino per gli ucraini, fatto filtrare attraverso Ankara: dev’essere Zelensky a dare l’ordine ad Azov d’arrendersi, dicono i russi, solo così la situazione può sbloccarsi. «Non abbiamo ore — avverte Dzhemilen —, abbiamo secondi». Manca poco al 9 maggio, però. Alle celebrazioni di Putin sulla Piazza Rossa. Al fatidico anniversario della vittoria sovietica sul nazismo. Alla giornata in cui tutto il mondo guarda a Mosca. E non si può, pensa Zelensky, regalare ai russi un simile annuncio: il presidente ucraino domanda che dentro l’acciaieria resistano ancora. Solo un pochino. Poi, si potrà fare: lo darà personalmente lui, l’ordine d’arrendersi.

                  I mediatori

                  Il ruolo dei turchi. Le pressioni d’israeliani e francesi. L’intervento degli svizzeri, che hanno appena riaperto l’ambasciata a Kiev e vogliono ospitare in luglio una specie di conferenza di pace. E probabilmente, una decisiva telefonata degli americani. «Lo sblocco è stato concordato coi partner occidentali», dice Zelensky, per evitare la morte sicura di «centinaia» (dicono gli ucraini) o «migliaia» (2.439, precisano i russi) di militari chiusi per 82 giorni negli 11 km quadrati della più grande acciaieria d’Europa. Ora che è finita, le tv del Cremlino mostrano le svastiche tatuate e le aquile hitleriane di Azov, per minimizzare lo stallo militare cui diciassette brigate di Putin sono state costrette dalla resistenza d’un manipolo. E anche la retorica di Kiev trasforma la resa in un’evacuazione — «sono le nostre Termopili» —, facendo passare la definitiva conquista russa di Mariupol per «una vittoria di Pirro».

                  Le pressioni

                  Ma la domanda resta: che cos’ha spinto Zelensky a cedere? E in cambio di che? L’8 maggio, s’era ancora appesi alle richieste al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. E solo il 10 maggio, una settimana prima della soluzione, i russi avevano bombardato l’acciaieria 38 volte in un giorno. Il 12, l’ambasciatore ucraino all’Onu s’era appellato disperato al diritto umanitario internazionale. Il 13, c’era stata l’implorazione pubblica di tre ex presidenti ucraini, Petro Poroshenko, Viktor Yushchenko e perfino dell’impopolarissimo Leonid Kuchma, «l’amico di Mosca». Il 14, la ministra Iryna Vereshchuk aveva detto che solo una sessantina d’intrappolati sarebbero stati evacuati. Di colpo, quattro giorni fa, Zelensky ha mollato: «Gli eroi ci servono vivi», ha detto. Non poteva più tenere le pressioni d’alcuni suoi militari, spiega la fonte diplomatica, che erano disposti perfino a un’offensiva «clamorosa e altamente simbolica» sull’Azovstal. Il presidente ha considerato Mariupol ormai persa — «è morto il 90 per cento dei nostri elicotteristi che hanno provato a portare aiuti all’acciaieria» — e non se l’è sentita di continuare il braccio di ferro. Quanto l’abbia digerita chi sosteneva gli eroi, non si sa. L’ala di chi non accetta cedimenti, e neppure negoziati, è predominante: «Non conosco altri confini che quelli dell’indipendenza del 1991», chiarisce il capo dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov, casomai tornasse l’idea di rinunciare a qualcos’altro. Gli Azov se ne vanno al loro destino nelle prigioni russe, Zelensky dice «li riporteremo a casa». Uno scambio con Viktor Medvedchuk, magari, l’oligarca ucraino amico di Putin che «Ze» fece arrestare più d’un anno fa, scatenando l’ira dello Zar. O uno scambio di prigionieri di guerra: in otto anni di Donbass, è l’unica cosa su cui Mosca e Kiev hanno sempre trovato un accordo.

                  CorSera
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                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

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                    A settembre avremo un quadro più chiaro delle posizioni sul campo. La battaglia infuria, come prevedibile, data la stagione fin dalla antichità favorevole alla guerra.

                    Mi chiedo come gli ucraini possano pensare di riprendersi "tutti i territori", quando lo stesso Zelensky ammette che solo per tentare di salvare gli occupanti di Azovstal ha perso "il 90% degli elicotteri inviati lì", convincendosi a dare la città per perduta...lo ignoro e forse non lo sa nemmeno lui: se lo faccia suggerire da Johnson, che spinge per quella via invece che per la pace: magari l'inglese ha qualche idea concreta oltre a proclami e propaganda strillati dal comodo cantuccio londinese.
                    Last edited by Sean; 22-05-2022, 12:06:31.
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                      Fra qualche settimana I russi avranno il controllo su tutto il donbass

                      Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                      Originariamente Scritto da Pesca
                      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                        chissà quale sarà la prossima mossa

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                          Da profuga a profiga il passo è breve.
                          Last edited by marcu9; 22-05-2022, 11:53:25.
                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            A settembre avremo un quadro più chiaro delle posizioni sul campo. La battaglia infuria, come prevedibile, data la stagione fin dalla antichità favorevole alla guerra.

                            Mi chiedo come gli ucraini possano pensare di riprendersi "tutti i territori", quando lo stesso Zelensky ammette che solo per tentare di salvare gli occupanti di Azovstal ha perso "il 90% degli elicotteri inviati lì", convincendosi a dare la città per perduta...lo ignoro e forse non lo sa nemmeno lui: se lo faccia suggerire da Johnson, che spinge per quella via invece che per la pace: magari l'inglese ha qualche idea concreta oltre a proclami e propaganda strillati dal comodo cantuccio londinese.
                            Lui parla di 90% di "elicotteristi", non elicotteri.

                            Penso che il problema principale per l'Ucraina sia proprio l'esercito inteso come uomini. Puoi avere tutto il materiale bellico, ma se non hai "forza lavoro", al massimo ci passi lo swiffer per togliere la polvere.

                            Zelenski, o meglio, USA e UK, dovrebbero impostare discorsi diplomatici ora, perchè in questi giorni, è stata solo rimandata l'agonia di quei poracci che subiscono i bombardamenti da parte dei russi.
                            sigpic
                            Free at last, they took your life
                            They could not take your PRIDE

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                              Sì giusto, elicotteristi.

                              Beh chiaro che in specie personale come piloti vari è materiale prezioso, perchè se in fanteria diciamo che, alla brutta, puoi buttare dentro uno dandogli un casco ed un fucile, pilotare elicotteri e aerei è un altro paio di maniche.

                              L'esercito ucraino deve tenere un fronte ampio, la questione è questa. Non è che, per dire, puoi sguarnire Kiev per andare in Donbass...è per questo che hanno preferito perdere Mariupol.
                              ...ma di noi
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                              «nessun vincolo univa questi morti
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                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Mosca, in 24 ore distrutti 13 siti militari Kiev in Donbass
                                Missili russi di alta precisione hanno distrutto 13 siti militari, 4 depositi di munizioni e 3 posti di comando ucraini nel Donbass nelle ultime 24 ore, secono il Ministero della Difesa russo. Lo riporta Interfax. Il portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov nel briefing domenicale ha affermato che tra gli obiettivi colpiti dall’esercito di Mosca ci sono «tre batterie di sistemi missilistici a lancio multiplo Grad e una stazione elettronica ucraina Bukovel vicino alla località popolata di Annivka, nella regione di Mykolaiv».


                                Russi preparano offensiva su Izyum, bombe su Kharkiv
                                Nella regione di Izyum, nell’est dell’Ucraina vicino al Donbass, i russi «si preparano a riprendere l’offensiva e stanno bombardando gli insediamenti di Vernopil, Dibrivne e Dovgenke». Lo fa sapere il capo dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv Oleg Sinegubov su Telegram, assicurando che comunque le «forze armate ucraine mantengono le loro posizioni e non consentono al nemico di avanzare».

                                «Nelle ultime 24 ore, gli invasori russi hanno continuato a bombardare la città di Kharkiv e gli insediamenti nella regione. A seguito del bombardamento di Saltivka, 5 civili sono rimasti feriti. Gli occupanti hanno anche sparato sul distretto di Loziv, il villaggio di Distretti di Shevchenkove e Chuguiv - 3 feriti. Altri 3 feriti nella città di Dergachi», spiega Sinegubov. «I combattimenti continuano nella regione. Nella direzione di Kharkiv, il nemico, come nei giorni precedenti, è concentrato sul mantenimento dei confini occupati e sulla prevenzione dell’ulteriore avanzamento delle Forze armate» ucraine.

                                Gasdotto siberiano: documenti inediti Usa svelano il tentativo della Cia di bloccarlo
                                Nei primi mesi del mandato di Ronald Reagan nel 1981 l'attenzione dello staff del presidente americano, su indicazione della Cia, si concentrò sulla situazione economica dell'Unione Sovietica, ritenendo pericoloso il progetto sovietico di costruzione di un grande gasdotto siberiano che avrebbe fornito di gas i Paesi dell'Europa occidentale. E questo perchè la vendita di gas all'Occidente avrebbe consentito a Mosca di incrementare le sue capacità militari ad ogni livello. Di qui, la preoccupazione di Washington che la dipendenza degli Alleati europei dal gas siberiano avrebbe complicato i progetti americani di coinvolgimento europeo in una politica di azione comune nei confronti dell'Urss per mettere in atto un embargo nei confronti dei Paesi del Comecon. E' lo scenario che emerge dall'analisi dei documenti della Cia e del National Security Council depositati nei National Archives di Washington, recentemente desecretati.

                                Russi preparano offensiva su Izyum, bombe su Kharkiv
                                Nella regione di Izyum, nell'est dell'Ucraina vicino al Donbass, i russi «si preparano a riprendere l'offensiva e stanno bombardando gli insediamenti di Vernopil, Dibrivne e Dovgenke». Lo fa sapere il capo dell'amministrazione statale regionale di Kharkiv Oleg Sinegubov su Telegram, assicurando che comunque le «forze armate ucraine mantengono le loro posizioni e non consentono al nemico di avanzare». E aggiunge: «Nelle ultime 24 ore, gli invasori russi hanno continuato a bombardare la città di Kharkiv e gli insediamenti nella regione. A seguito del bombardamento di Saltivka, 5 civili sono rimasti feriti. Gli occupanti hanno anche sparato sul distretto di Loziv, il villaggio di Distretti di Shevchenkove e Chuguiv - 3 feriti. Altri 3 feriti nella città di Dergachi».

                                CorSera-La Stampa
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                                sopra una sola teca di cristallo
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                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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