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Silvia Romano è stata "liberata", che ne pensate? c'è una verità nascosta?
Si legge anche che ha cambiato nome, ora non ho cercato se è fake o meno ma se si è convertita all Islam è molto probabile come cambio nome Cassius clay in Mohammed Ali
Quoto ogni singola virgola tranne che sul caso Moro. O meglio, lo stato trattó eccome ma fu consapevolmente scelta la strada che poi portò alla sua morte.
Per quanto riguarda la nostra eroina, da quanto leggo e da quel poco che capisco, si è volontariamente convertita all'Islam, ha sposato uno dei suoi "carcerieri", è in attesa del suo virgulto, non ha subito violenze o coercizioni di sorta. La logica conseguenza è quella che ipotizzava o puglies' all'inizio. Attendo a breve un ricongiungimento dei protagonisti sul suolo italico con automatica assegnazione di cittadinanza al marito.
Quoto ogni singola virgola tranne che sul caso Moro. O meglio, lo stato trattó eccome ma fu consapevolmente scelta la strada che poi portò alla sua morte.
Per quanto riguarda la nostra eroina, da quanto leggo e da quel poco che capisco, si è volontariamente convertita all'Islam, ha sposato uno dei suoi "carcerieri", è in attesa del suo virgulto, non ha subito violenze o coercizioni di sorta. La logica conseguenza è quella che ipotizzava o puglies' all'inizio. Attendo a breve un ricongiungimento dei protagonisti sul suolo italico con automatica assegnazione di cittadinanza al marito.
macchè, non è sposata con nessuno. Evitiamo di trarre conclusioni che è stata rilasciata ieri e non ne sappiamo nulla. Qualsiasi presa di posizione ('è un eroina', 'no, è sposata con un terrorista!') è non solo prematura ma è davvero una corsa al ribasso verso l'instupidimento collettivo. E' una notizia che ha talmente tante sfumature che davvero non si può prendere una posizione netta, ora
Per dire, adesso è appena saltato fuori che non è incinta. Probabilmente l'errore più grande è stata darla in pasto ai giornalisti, che sono davvero la feccia dell' umanità, e fare loro imbastire il loro squallidissimo gioco delle parti
Per dire, adesso è appena saltato fuori che non è incinta. Probabilmente l'errore più grande è stata darla in pasto ai giornalisti, che sono davvero la feccia dell' umanità, e fare loro imbastire il loro squallidissimo gioco delle parti
Credo tu sia solo invidioso .
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Per dire, adesso è appena saltato fuori che non è incinta. Probabilmente l'errore più grande è stata darla in pasto ai giornalisti, che sono davvero la feccia dell' umanità, e fare loro imbastire il loro squallidissimo gioco delle parti
Si ora i giornalai hanno pubblicato articoli sull'intervista alla psicologa, riguardo al fatto che ora si chiama Aisha, ovviamente tutti riversati nei commenti a insultare
Praticamente tutto questo odio verso sta povera disgraziata lo stanno fomendando i giornalisti.
Alla fine, se è vera la storia dei 4 milioni , ci è costata due spiccioli a testa, sticazzi insomma.
Originariamente Scritto da huntermaster
tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
Originariamente Scritto da luna80
Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?
La liberazione di Silvia Romano dopo un anno e mezzo di prigionia nelle mani dei qaedisti somali di al-Shabab è una buona notizia ma il governo italiano l’ha gestita mediaticamente in modo gravemente dilettantesco.
Le polemiche circa il riscatto pagato non ha molto senso. Poco importa che si siano pagati uno, quattro o più milioni di euro ai terroristi somali anche perché tutti gli Stati occidentali hanno pagato per liberare propri connazionali negando pubblicamente di averlo fatto. Hanno pagato anche quegli Stati che sostengono ad alta voce che “non si tratta coi terroristi”.
Persino gli Stati Uniti, che con i britannici hanno spesso scelto la strada del blitz delle forze speciali per liberare i propri ostaggi, hanno pagato riscatti. Washington nel 2014 accettò di negoziare coi talebani e poi di liberarne 5 importanti esponenti detenuti a Guantanamo per farsi consegnare Bowe Bergdahl, militare catturato dai jihadisti in Afghanistan. Che il riscatto venga corrisposto in denaro o con la liberazione di prigionieri poco cambia: i terroristi liberati tornano a colpire così come il denaro dei riscatti viene impiegato per rafforzare le strutture e compiere altre azioni terroristiche e insurrezionali.
Anche le polemiche circa la conversione di Silvia Romano all’Islam “per sua libera scelta” lasciano il tempo che trovano. Convivere 18 mesi da prigioniera dei jihadisti somali, specie per una giovane donna “infedele”, comporta necessità di adattamento all’ambiente difficilmente immaginabili da chi non ha vissuto esperienze così traumatiche.
Per quanto ne sappiamo, non si può escludere che tali dichiarazioni facessero addirittura parte del riscatto, cioè fossero state imposte dai sequestratori nella trattativa lunga e difficile con i nostri servizi di sicurezza. Oppure che abbiano a che fare con l’aiuto fornito dai servizi segreti turchi per la liberazione della ragazza, considerato che Ankara ha oggi in Somalia (come in Libia) un’influenza decisamente superiore a quella italiana. Del resto, dall’immagine diffusa dall’agenzia di stampa turca Anadolu, che ritrae la giovane italiana dentro un veicolo con addosso un giubbotto antiproiettile turco, si potrebbe ipotizzare che siano stati i servizi di Ankara a prenderla in consegna dagli Shabab per poi consegnarla ai colleghi italiani dell’AISE.
Ipotesi se ne possono fare molte e in ogni caso la scelta religiosa appartiene strettamente alla sfera personale.
L’aspetto su cui è invece doveroso esprimere critiche, anche molto accese, riguarda la comunicazione del rimpatrio di Silvia Romano. Quelle immagini della giovane italiana che scende dall’aereo a Ciampino col capo islamicamente coperto, indossando un vestito somalo da donna musulmana, accompagnate dalle dichiarazioni circa la sua libera conversione all’Islam rappresentano un formidabile successo propagandistico per al-Shabab, per al-Qaeda e per tutta la galassia jihadista e dell’estremismo islamico.
Non è difficile immaginare quanto a lungo queste immagini verranno utilizzate dalla propaganda jihadista per dimostrare alla loro opinione pubblica di riferimento, quella del mondo islamico, la loro superiorità ideologica e religiosa. Dal rapimento di Silvia Romano i terroristi islamici incassano quindi due grandi successi: quello finanziario con milioni di euro da investire nel jihad e quello mediatico incassato con la presentazione di una giovane “infedele” che, dopo essere stata rapita, afferma di essere stata trattata bene e di avere aderito spontaneamente all’Islam.
Eppure gli aspetti che riguardano la propaganda non costituiscono certo una novità dopo 20 anni di guerra ai jihadisti. Basti pensare che i paesi anglosassoni da tempo non diffondono video del ritorno a casa degli ostaggi liberati e persino dei funerali dei propri caduti militari per non far circolare immagini preziose per la propaganda e le operazioni psicologiche del nemico. Alla fine del 2001 in una lettera che gli statunitensi sostengono di aver trovato in un covo di al-Qaeda in Afghanistan, scritta da Osama bin Laden al mullah Omar, il capo di al-Qaeda sosteneva che “la guerra dei media è uno dei metodi più forti per ottenere la vittoria finale …. Il 90 per cento della preparazione per le nostre battaglie deve essere affidato al bombardamento mediatico”.
Le cerimonie funebri dei nostri caduti, con tutti i maggiori leader politici e istituzionali raccolti davanti ai feretri, sono state utilizzate in tutti i fronti della lotta al jihad come formidabile strumento di propaganda per dimostrare la vulnerabilità e la debolezza dell’Occidente.
Dibattiamo da due decenni sull’efficacia della propaganda di al-Qaeda e dello Stato Islamico, a quanto pare inutilmente, almeno in Italia. Eventi come il ritorno a casa degli ostaggi in mano ai terroristi islamici hanno un valore strategico e come tali vanno gestiti, non come se si trattasse della serata finale di un reality show.
Per questo il rientro di Silvia Romano, specie in quel contesto e con la simbologia che il suo abbigliamento rappresenta, doveva essere gestito senza immagini, in forma riservata e con i soli famigliari, oppure con la presenza del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri ma senza dichiarazioni ai media e riprese televisive. Anche perché con i jihadisti e pure con gli al-Shabab siamo in guerra al punto che in diverse occasioni i suoi miliziani hanno colpito i militari italiani della missione EUTM-Somalia (guidata dal generale italiano Antonello De Sio) che addestra l’esercito di Mogadiscio. L’ultima volta ci hanno provato con un’autobomba il 30 settembre 2019 e solo la protezione garantita dal veicolo Lince ha impedito che ci fossero vittime tra i nostri militari.
La ricerca spasmodica di una photo-opportunity o di qualche minuto sui tg della sera può produrre danni gravissimi ed è per questo che la comunicazione strategica e di crisi dovrebbe venire affidata a professionisti di questo delicato settore, che peraltro non mancano nelle nostre istituzioni, specie quelle militari.
La liberazione di Silvia Romano è stata gestita con grande professionalità ed efficacia da nostri servizi di sicurezza. Purtroppo non si può dire altrettanto della gestione politico-mediatica del suo ritorno a casa.
Alla fine, se è vera la storia dei 4 milioni , ci è costata due spiccioli a testa, sticazzi insomma.
Vabe' adesso non ragioniamo come Salvini eh
Originariamente Scritto da Alberto84
Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debe
Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
Originariamente Scritto da Zbigniew
Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
Si ora i giornalai hanno pubblicato articoli sull'intervista alla psicologa, riguardo al fatto che ora si chiama Aisha, ovviamente tutti riversati nei commenti a insultare
Praticamente tutto questo odio verso sta povera disgraziata lo stanno fomendando i giornalisti.
Alla fine, se è vera la storia dei 4 milioni , ci è costata due spiccioli a testa, sticazzi insomma.
Due spiccioli che potevano dare alle imprese, no invece alle imprese diamogli 600€ mentre ai jihadisti 4mln
La liberazione di Silvia Romano dopo un anno e mezzo di prigionia nelle mani dei qaedisti somali di al-Shabab è una buona notizia ma il governo italiano l’ha gestita mediaticamente in modo gravemente dilettantesco.
Le polemiche circa il riscatto pagato non ha molto senso. Poco importa che si siano pagati uno, quattro o più milioni di euro ai terroristi somali anche perché tutti gli Stati occidentali hanno pagato per liberare propri connazionali negando pubblicamente di averlo fatto. Hanno pagato anche quegli Stati che sostengono ad alta voce che “non si tratta coi terroristi”.
Persino gli Stati Uniti, che con i britannici hanno spesso scelto la strada del blitz delle forze speciali per liberare i propri ostaggi, hanno pagato riscatti. Washington nel 2014 accettò di negoziare coi talebani e poi di liberarne 5 importanti esponenti detenuti a Guantanamo per farsi consegnare Bowe Bergdahl, militare catturato dai jihadisti in Afghanistan. Che il riscatto venga corrisposto in denaro o con la liberazione di prigionieri poco cambia: i terroristi liberati tornano a colpire così come il denaro dei riscatti viene impiegato per rafforzare le strutture e compiere altre azioni terroristiche e insurrezionali.
Anche le polemiche circa la conversione di Silvia Romano all’Islam “per sua libera scelta” lasciano il tempo che trovano. Convivere 18 mesi da prigioniera dei jihadisti somali, specie per una giovane donna “infedele”, comporta necessità di adattamento all’ambiente difficilmente immaginabili da chi non ha vissuto esperienze così traumatiche.
Per quanto ne sappiamo, non si può escludere che tali dichiarazioni facessero addirittura parte del riscatto, cioè fossero state imposte dai sequestratori nella trattativa lunga e difficile con i nostri servizi di sicurezza. Oppure che abbiano a che fare con l’aiuto fornito dai servizi segreti turchi per la liberazione della ragazza, considerato che Ankara ha oggi in Somalia (come in Libia) un’influenza decisamente superiore a quella italiana. Del resto, dall’immagine diffusa dall’agenzia di stampa turca Anadolu, che ritrae la giovane italiana dentro un veicolo con addosso un giubbotto antiproiettile turco, si potrebbe ipotizzare che siano stati i servizi di Ankara a prenderla in consegna dagli Shabab per poi consegnarla ai colleghi italiani dell’AISE.
Ipotesi se ne possono fare molte e in ogni caso la scelta religiosa appartiene strettamente alla sfera personale.
L’aspetto su cui è invece doveroso esprimere critiche, anche molto accese, riguarda la comunicazione del rimpatrio di Silvia Romano. Quelle immagini della giovane italiana che scende dall’aereo a Ciampino col capo islamicamente coperto, indossando un vestito somalo da donna musulmana, accompagnate dalle dichiarazioni circa la sua libera conversione all’Islam rappresentano un formidabile successo propagandistico per al-Shabab, per al-Qaeda e per tutta la galassia jihadista e dell’estremismo islamico.
Non è difficile immaginare quanto a lungo queste immagini verranno utilizzate dalla propaganda jihadista per dimostrare alla loro opinione pubblica di riferimento, quella del mondo islamico, la loro superiorità ideologica e religiosa. Dal rapimento di Silvia Romano i terroristi islamici incassano quindi due grandi successi: quello finanziario con milioni di euro da investire nel jihad e quello mediatico incassato con la presentazione di una giovane “infedele” che, dopo essere stata rapita, afferma di essere stata trattata bene e di avere aderito spontaneamente all’Islam.
Eppure gli aspetti che riguardano la propaganda non costituiscono certo una novità dopo 20 anni di guerra ai jihadisti. Basti pensare che i paesi anglosassoni da tempo non diffondono video del ritorno a casa degli ostaggi liberati e persino dei funerali dei propri caduti militari per non far circolare immagini preziose per la propaganda e le operazioni psicologiche del nemico. Alla fine del 2001 in una lettera che gli statunitensi sostengono di aver trovato in un covo di al-Qaeda in Afghanistan, scritta da Osama bin Laden al mullah Omar, il capo di al-Qaeda sosteneva che “la guerra dei media è uno dei metodi più forti per ottenere la vittoria finale …. Il 90 per cento della preparazione per le nostre battaglie deve essere affidato al bombardamento mediatico”.
Le cerimonie funebri dei nostri caduti, con tutti i maggiori leader politici e istituzionali raccolti davanti ai feretri, sono state utilizzate in tutti i fronti della lotta al jihad come formidabile strumento di propaganda per dimostrare la vulnerabilità e la debolezza dell’Occidente.
Dibattiamo da due decenni sull’efficacia della propaganda di al-Qaeda e dello Stato Islamico, a quanto pare inutilmente, almeno in Italia. Eventi come il ritorno a casa degli ostaggi in mano ai terroristi islamici hanno un valore strategico e come tali vanno gestiti, non come se si trattasse della serata finale di un reality show.
Per questo il rientro di Silvia Romano, specie in quel contesto e con la simbologia che il suo abbigliamento rappresenta, doveva essere gestito senza immagini, in forma riservata e con i soli famigliari, oppure con la presenza del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri ma senza dichiarazioni ai media e riprese televisive. Anche perché con i jihadisti e pure con gli al-Shabab siamo in guerra al punto che in diverse occasioni i suoi miliziani hanno colpito i militari italiani della missione EUTM-Somalia (guidata dal generale italiano Antonello De Sio) che addestra l’esercito di Mogadiscio. L’ultima volta ci hanno provato con un’autobomba il 30 settembre 2019 e solo la protezione garantita dal veicolo Lince ha impedito che ci fossero vittime tra i nostri militari.
La ricerca spasmodica di una photo-opportunity o di qualche minuto sui tg della sera può produrre danni gravissimi ed è per questo che la comunicazione strategica e di crisi dovrebbe venire affidata a professionisti di questo delicato settore, che peraltro non mancano nelle nostre istituzioni, specie quelle militari.
La liberazione di Silvia Romano è stata gestita con grande professionalità ed efficacia da nostri servizi di sicurezza. Purtroppo non si può dire altrettanto della gestione politico-mediatica del suo ritorno a casa.
"Silvia è una giovane ragazza che ha vissuto 18 mesi da prigioniera. Prima in Kenya. Poi in Somalia. A soli 23 anni. Grazie all'impegno di donne e uomini dello Stato oggi è nuovamente in Italia, tra le braccia della sua famiglia. E questa è l'unica cosa che conta. Quell'abbraccio intenso, infinito, vero, emozionante di Silvia con il padre, la madre e la sorella ha commosso tutti. Silvia è viva, sta bene. Adesso, per favore, un po' di rispetto". Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, postando le foto di Silvia Romano che abbraccia i genitori. Questa mattina fonti della Farnesina hanno smentito quanto riportato da alcuni organi di stampa, secondo cui l'annuncio della liberazione di Silvia Romano avrebbe sollevato uno scontro tra il ministero degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio. "La nostra convinzione è che a prevalere sia sempre lo spirito di squadra", chiosano le stesse fonti.
La Procura di Roma ha inviato la rogatoria alle autorità somale. Di Maio: 'E' viva, ora un po' di rispetto'. Salvini: 'Dal governo serviva un più basso profilo.' (ANSA)
Silvia Romano: "Ora mi chiamo Aisha, il primo mese di prigionia ho pianto sempre"
La cooperante italiana, secondo la ricostruzione de Il Corriere della Sera, ha chiesto e ottenuto un diario personale preso dai sequestratori prima della liberazione
E' rimasto nelle mani dei carcerieri il diario che la giovane cooperante ha tenuto nei giorni della sua prigionia in Somalia. Ai magistrati ha detto:
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Due spiccioli che potevano dare alle imprese, no invece alle imprese diamogli 600€ mentre ai jihadisti 4mln
Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
4 milioni ai jihadisti si potevano dare sotto forma di una decine di bombe. Avrei partecipato alla spesa moto volentieri
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
macchè, non è sposata con nessuno. Evitiamo di trarre conclusioni che è stata rilasciata ieri e non ne sappiamo nulla. Qualsiasi presa di posizione ('è un eroina', 'no, è sposata con un terrorista!') è non solo prematura ma è davvero una corsa al ribasso verso l'instupidimento collettivo. E' una notizia che ha talmente tante sfumature che davvero non si può prendere una posizione netta, ora
In questa fase è necessario attendere di avere più elementi di analisi.
Però non riesco ad inquadrare la questione (certificata dalla stessa Romano) della sua conversione che ella afferma essere stata spontanea, non costretta.
Ora, una ragazza parte per l'Africa con una certa sua idea del mondo, delle donne, della vita, della libertà...e torna con una specie di scafandro fatto di veli, convertita ("sottomessa") ad una religione che sappiamo che ruolo assegna nella società alla donna.
Perchè questa scelta? Risulta forse che le bande di rapitori obblighino gli ostaggi alla conversione? Non mi pare di averlo letto, non per i nostri casi italiani...e d'altra parte la Romano ci ha tenuto a ribadire di aver scelto di convertirsi, senza imposizione, senza minaccia.
La domanda quindi viene naturale: perchè la Romano si è convertita? Cosa è accaduto in questo anno e mezzo? Cosa l'ha mossa ad abbracciare la religione dei suoi carcerieri (dei fondamentalisti islamici)? Ci sono dei motivi che non conosciamo? Un legame particolare con qualcuno della banda?
Premesso che ciascuno è ovviamente libero di professare la fede che crede, in questo caso l'argomento è centrale perchè si tratta di un rapimento per il quale è stato pagato un riscatto dallo Stato, cioè riguarda tutti noi.
Chi è dunque Silvia Romano? Perchè si è convertita? Perchè l'hanno "trattata bene"? Perchè stanca della vita e della visione occidentali? Perchè preferisce i fondamentalisti? Le domande potrebbero essere le più svariate ed hanno tutte ricadute anche sulla sua liberazione, perchè non è stata gratuita ma ha avuto un costo (anche politico, visto che gli Usa smusano e visto che ci siamo, pare, azzerbinati alla Turchia per liberare la Romano).
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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