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Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Originariamente Scritto da Gary Visualizza Messaggio
    No ovviamente Epico non ne ha un idea visto che si basa su una letteratura scientifica che al momento conta 20 pazienti
    ( e si informa su youtube quindi capirai ), è complesso e costoso, ma probabilmente crede che le sacche di plasma crescano nel reparto orto frutta dell'Eurospin.
    Che poi lo stesso medico raccomanda di avere calma



    Sono i primi NEL MONDO, con 20 pazienti, terapia senza ancora un protocollo, e tg e governo dovrebbero dire che abbiamo la cura?
    Già i giornali stanno scrivendo titoloni come già successo altre volte

    Nella stessa intervista ha detto di aver avuto contatti per proseguire gli studi. Peró dobbiamo sempre pensare alle “big pharma” come il male del mondo. Sicuramente sono delle succhia soldi e fanno le loro porcate, ma in un momento del genere affossare una cura che potrebbe risolvere un problema economico mondiale con miliardi di mezzo lo possono pensare solo i soliti complottisti con 0 conoscenze scientifiche che parlano per sentito dire

    Sembrano gli stessi discorsi sull’Avigan
    Originariamente Scritto da LeoMerlo
    Fagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?
    Originariamente Scritto da Manx
    tu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...

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      Originariamente Scritto da Simo6 Visualizza Messaggio
      Che poi lo stesso medico raccomanda di avere calma



      Sono i primi NEL MONDO, con 20 pazienti, terapia senza ancora un protocollo, e tg e governo dovrebbero dire che abbiamo la cura?
      Già i giornali stanno scrivendo titoloni come già successo altre volte

      Nella stessa intervista ha detto di aver avuto contatti per proseguire gli studi. Peró dobbiamo sempre pensare alle “big pharma” come il male del mondo. Sicuramente sono delle succhia soldi e fanno le loro porcate, ma in un momento del genere affossare una cura che potrebbe risolvere un problema economico mondiale con miliardi di mezzo lo possono pensare solo i soliti complottisti con 0 conoscenze scientifiche che parlano per sentito dire

      Sembrano gli stessi discorsi sull’Avigan
      Purtroppo le menti semplici come Epico, che si affidano all'informazione da " click e digerisci il titolo e hai tutto ciò che ti serve sapere ", non va oltre l'headline, purtroppo, e quindi qualsiasi cosa si senta va riportata ad amici e parenti per fare la figura dell'esperto quando in realtà si è un mentecatto.
      Ovviamente poi ogni cosa che si prova o si testa è la cura miracolosa che va soppressa dal governo ombra cattivo che ci vuole mettere il chip perchè lo hanno detto su youtubbe!!1!

      Gente che tratta la medicina e il funzionamento biologico delle varie specie come " ingerisci l'aglio e guarisci ", peccato siamo un sistema un tantinino più complesso.
      Originariamente Scritto da modgallagher
      gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
      " tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..


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        Voi cosa prevedete che accadrà fra 15 giorni? Possibile che sia tutto sotto controllo e lo stato confidi così tanto nei cittadini?
        sigpic

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          Oggi sono stato a Milano, in realtà di queste pagliacciate non ne ho viste... Anzi ho trovato tutti molto diligenti.

          Il problema è la provincia, nel mio paese di provincia, giuro 4 persone su 5 o non indossavano la mascherina o la indossavano in modo completamente inutile (naso di fuori, portata al collo) e ho visto anche assembramenti di 3 persone senza mascherina senza problemi.

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            Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
            Per Jinx & co
            Ma quindi è stato dimostrato che l’estradiolo ha una funzione protettiva verso il covid ?
            non ho studiato la questione tanto sarebbe una cura di poco interesse

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              Non ricordo se è stato postato...

              Il direttore della Pneumologia dell’ospedale Poma di Mantova e la sperimentazione su un centinaio di pazienti critici: «Istituzioni assenti, ma arrivano pullman di donatori»


              Coronavirus, De Donno: «La terapia con il plasma funziona»

              Il direttore della Pneumologia dell’ospedale Poma di Mantova e la sperimentazione su un centinaio di pazienti critici: «Istituzioni assenti, ma arrivano pullman di donatori»

              «In terapia intensiva c’è un ragazzo di 28 anni che si chiama Francesco. Giovedì era in un reparto Covid, venerdì la situazione è precipitata.

              Abbiamo chiesto al Comitato etico di poter usare il plasma, ci hanno dato il consenso. E...». Giuseppe De Donno, 53 anni, si prende una piccola pausa. È il direttore della Pneumologia e dell’Unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova. L’emotività tenuta a bada in questi mesi di coronavirus adesso ogni tanto prevale. E lui si commuove.


              Come sta Francesco?
              «Dopo 24 ore era già sfebbrato e stava bene, oggi (ieri,*ndr) lo abbiamo svezzato dal ventilatore. È un ragazzo arrivato qui senza altre patologie oltre al Covid, doveva essere intubato e invece fra due giorni lo potremo restituire ai genitori. Sta così bene che poco fa mi ha mandato un messaggio scherzoso sul telefonino».

              Cosa le ha scritto?
              «Ha scritto: “Il mio supereroe dov’è?” Per fare una battuta va bene ma per carità, niente eroi né supereroi. Io sono solo un medico».

              Il Corriere ha una newsletter sul coronavirus e la fase 2. È gratis, ci si può iscrivere*qui

              Ma anche uno dei medici che sta sperimentando la sola cura antivirus che sembra funzionare. Giusto?
              «Giusto. Noi qui a Mantova, assieme all’ospedale San Matteo di Pavia, abbiamo appena chiuso la prima sperimentazione partita all’inizio di aprile su un gruppo di pazienti critici. Francesco è arrivato fuori tempo massimo ma lo abbiamo arruolato lo stesso. Un centinaio di pazienti in tutto trattati con il plasma iperimmune, cioè che viene dal sangue di pazienti che sono stati contagiati e sono guariti».

              Risultato?
              «La cura funziona. In tutto questo mese non abbiamo avuto decessi fra le persone trattate. Solo pazienti che sono migliorati fino a guarire oppure che si sono stabilizzati. Nessuno si è aggravato. Non è più aneddotica: abbiamo testimonianze e decorsi clinici di tanti pazienti. Abbiamo sottoposto tutto alla comunità scientifica, siamo in attesa di pubblicazione. Però vorrei precisare una cosa».

              Prego?
              «Non possiamo alimentare false speranze. Mi spiego: se la malattia ha lavorato a lungo fino a compromettere la funzionalità degli organi non c’è plasma che tenga. In quel caso la mortalità resta alta perché la virosi non c’è più e quindi non è più il virus il nemico ma sono i danni prodotti dal virus. Per questo i pazienti molto gravi non possono essere arruolati nel nostro protocollo di ricerca».

              Chi ha messo a punto il protocollo?
              «È stato ideato da Cesare Perotti e Massimo Franchini, direttori di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale a Pavia e Mantova».

              Com’è nata l’idea di usare il plasma?
              «È stato un giorno di fine febbraio, è nata da un ragionamento che stavamo facendo io e il dottor Salvatore Casari che dirige Malattie Infettive qui a Mantova».

              È vero che gli effetti della cura al plasma si vedono in pochissime ore?
              «Diciamo che la percezione viene dagli stessi pazienti, sono loro che ci dicono che il miglioramento è immediato; scompare la febbre, in alcuni casi scompare la tosse in modo istantaneo, i parametri respiratori funzionano. Ci raccontano di avere la sensazione di acquisire fin da subito un po’ di forza e benessere».

              Qualcuno sta replicando il vostro studio?
              «Il nostro è stato il primo al mondo e adesso in tanti stanno seguendo la stessa strada, sia in Italia sia all’estero. Sabato mi ha chiamato un alto funzionario dell’Onu che ha un ruolo importante nella sanità degli Stati Uniti. Useranno anche loro il nostro protocollo, ci hanno fatto i complimenti. È stato emozionante, non sono riuscito a trattenere le lacrime».

              Chiamate dall’Italia?
              «Abbiamo provato a contattare il ministero della Salute ma è stato inutile. Nessun segnale nemmeno dall’Istituto Superiore di Sanità. Per ora stanno alla finestra».

              I donatori ci sono?
              «Altroché. Tanti che stiamo mettendo su una piccola banca del plasma per aiutare gli ospedali qui vicino e si stanno organizzando pullman da Emilia e Liguria. E poi credo anche che ci sarà una seconda sperimentazione».

              Cosa c’è nel futuro della vostra cura?
              «Spero di cuore nella creazione di un centro di ricerca sul plasma a Mantova. Ora che ci penso: sabato ho incassato l’ok del sindaco, proprio dopo la chiamata dagli Stati Uniti, proprio quando mia figlia che ha 20 anni ha vinto un concorso musicale e proprio il giorno in cui Francesco è stato bene. Ci vorrebbe un 2 maggio alla settimana»
              Originariamente Scritto da Sean
              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
                AHAHAHAHAH

                Oggi dopo il lavoro sono andato al centro commerciale, qua a Cracovia. Oggi è il primo giorno della riapertura, in pratica riapre tutto a parte palestre, ristorazione (alberghi invece sì) e barbieri/parrucchieri/manicure.
                C'è proprio un'aria da "oh, finalmente liberi, viva la primavera!" Insomma tutti se ne sbattono di tutto, vita normale, unica differenza le mascherine obbligatorie - a volte indossate come si deve, a volte con il naso di fuori, spesso sotto il mento, e alcune volte niente mascherina e fine.
                Godiamoci un po' di bella stagione e spargiamo un po' di morbo in giro, così magari tra due mesi bisogna richiudere tutto.
                maledetti terronis

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                  Originariamente Scritto da jinx Visualizza Messaggio
                  Oggi sono stato a Milano, in realtà di queste pagliacciate non ne ho viste... Anzi ho trovato tutti molto diligenti.

                  Il problema è la provincia, nel mio paese di provincia, giuro 4 persone su 5 o non indossavano la mascherina o la indossavano in modo completamente inutile (naso di fuori, portata al collo) e ho visto anche assembramenti di 3 persone senza mascherina senza problemi.
                  Perchè non ci sono controlli (o meglio rischio di poter subire controlli)
                  Originariamente Scritto da LeoMerlo
                  Fagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?
                  Originariamente Scritto da Manx
                  tu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...

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                    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                    Non ricordo se è stato postato...

                    Il direttore della Pneumologia dell’ospedale Poma di Mantova e la sperimentazione su un centinaio di pazienti critici: «Istituzioni assenti, ma arrivano pullman di donatori»


                    Coronavirus, De Donno: «La terapia con il plasma funziona»

                    Il direttore della Pneumologia dell’ospedale Poma di Mantova e la sperimentazione su un centinaio di pazienti critici: «Istituzioni assenti, ma arrivano pullman di donatori»

                    «In terapia intensiva c’è un ragazzo di 28 anni che si chiama Francesco. Giovedì era in un reparto Covid, venerdì la situazione è precipitata.

                    Abbiamo chiesto al Comitato etico di poter usare il plasma, ci hanno dato il consenso. E...». Giuseppe De Donno, 53 anni, si prende una piccola pausa. È il direttore della Pneumologia e dell’Unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova. L’emotività tenuta a bada in questi mesi di coronavirus adesso ogni tanto prevale. E lui si commuove.


                    Come sta Francesco?
                    «Dopo 24 ore era già sfebbrato e stava bene, oggi (ieri,*ndr) lo abbiamo svezzato dal ventilatore. È un ragazzo arrivato qui senza altre patologie oltre al Covid, doveva essere intubato e invece fra due giorni lo potremo restituire ai genitori. Sta così bene che poco fa mi ha mandato un messaggio scherzoso sul telefonino».

                    Cosa le ha scritto?
                    «Ha scritto: “Il mio supereroe dov’è?” Per fare una battuta va bene ma per carità, niente eroi né supereroi. Io sono solo un medico».

                    Il Corriere ha una newsletter sul coronavirus e la fase 2. È gratis, ci si può iscrivere*qui

                    Ma anche uno dei medici che sta sperimentando la sola cura antivirus che sembra funzionare. Giusto?
                    «Giusto. Noi qui a Mantova, assieme all’ospedale San Matteo di Pavia, abbiamo appena chiuso la prima sperimentazione partita all’inizio di aprile su un gruppo di pazienti critici. Francesco è arrivato fuori tempo massimo ma lo abbiamo arruolato lo stesso. Un centinaio di pazienti in tutto trattati con il plasma iperimmune, cioè che viene dal sangue di pazienti che sono stati contagiati e sono guariti».

                    Risultato?
                    «La cura funziona. In tutto questo mese non abbiamo avuto decessi fra le persone trattate. Solo pazienti che sono migliorati fino a guarire oppure che si sono stabilizzati. Nessuno si è aggravato. Non è più aneddotica: abbiamo testimonianze e decorsi clinici di tanti pazienti. Abbiamo sottoposto tutto alla comunità scientifica, siamo in attesa di pubblicazione. Però vorrei precisare una cosa».

                    Prego?
                    «Non possiamo alimentare false speranze. Mi spiego: se la malattia ha lavorato a lungo fino a compromettere la funzionalità degli organi non c’è plasma che tenga. In quel caso la mortalità resta alta perché la virosi non c’è più e quindi non è più il virus il nemico ma sono i danni prodotti dal virus. Per questo i pazienti molto gravi non possono essere arruolati nel nostro protocollo di ricerca».

                    Chi ha messo a punto il protocollo?
                    «È stato ideato da Cesare Perotti e Massimo Franchini, direttori di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale a Pavia e Mantova».

                    Com’è nata l’idea di usare il plasma?
                    «È stato un giorno di fine febbraio, è nata da un ragionamento che stavamo facendo io e il dottor Salvatore Casari che dirige Malattie Infettive qui a Mantova».

                    È vero che gli effetti della cura al plasma si vedono in pochissime ore?
                    «Diciamo che la percezione viene dagli stessi pazienti, sono loro che ci dicono che il miglioramento è immediato; scompare la febbre, in alcuni casi scompare la tosse in modo istantaneo, i parametri respiratori funzionano. Ci raccontano di avere la sensazione di acquisire fin da subito un po’ di forza e benessere».

                    Qualcuno sta replicando il vostro studio?
                    «Il nostro è stato il primo al mondo e adesso in tanti stanno seguendo la stessa strada, sia in Italia sia all’estero. Sabato mi ha chiamato un alto funzionario dell’Onu che ha un ruolo importante nella sanità degli Stati Uniti. Useranno anche loro il nostro protocollo, ci hanno fatto i complimenti. È stato emozionante, non sono riuscito a trattenere le lacrime».

                    Chiamate dall’Italia?
                    «Abbiamo provato a contattare il ministero della Salute ma è stato inutile. Nessun segnale nemmeno dall’Istituto Superiore di Sanità. Per ora stanno alla finestra».

                    I donatori ci sono?
                    «Altroché. Tanti che stiamo mettendo su una piccola banca del plasma per aiutare gli ospedali qui vicino e si stanno organizzando pullman da Emilia e Liguria. E poi credo anche che ci sarà una seconda sperimentazione».

                    Cosa c’è nel futuro della vostra cura?
                    «Spero di cuore nella creazione di un centro di ricerca sul plasma a Mantova. Ora che ci penso: sabato ho incassato l’ok del sindaco, proprio dopo la chiamata dagli Stati Uniti, proprio quando mia figlia che ha 20 anni ha vinto un concorso musicale e proprio il giorno in cui Francesco è stato bene. Ci vorrebbe un 2 maggio alla settimana»
                    La cura al plasma sembra promettente ma è limitata. Le cure precoci sono lo scacco matto.

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                      Originariamente Scritto da Simo6 Visualizza Messaggio
                      Perchè non ci sono controlli (o meglio rischio di poter subire controlli)
                      Beh la mascherina non è obbligatoria, questo è stato un errore gigantesco.

                      Piuttosto di vedere conte ripetutamente fare i suoi comizi in diretta nazionale sarebbe stato molto più utile che si fosse messo una cavolo di mascherina in diretta tv appena prima della riapertura spiegando come potesse essere usata in modo sicuro e con obbligo pena 200 euro di multa.

                      Distribuzione comunale della mascherina.

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                        Che grande pena vedere oggi in tv Zangrillo presentare il suo libro, in prima linea contro il corona virus.

                        Tra lui e burioni che pagliacci senza dignità. Se gli servono 2 lire gliele do io.

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                          Su Nature c'è uno studio che parla di un anticorpo monoclonale che blocca il coronavirus, si lega alla proteina S, quello pubblicato è stato prodotto dall'università di Utrecht.

                          https://www.ansa.it/canale_saluteebe...2b91c404d.html
                          Ciao Manuel, bodyweb non sarà mai più la stessa!

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                              Coronavirus, riapertura palestre dal 18 maggio: distanze, turni rigidi e attrezzi sanificati

                              La richiesta del ministro Spadafora agli scienziati per far riaprire le strutture. Quello stesso giorno nelle regioni a contagio zero potrebbero ripartire parrucchieri e centri estetici con visiere, mascherine e un solo cliente alla volta

                              Nella richiesta di parere per il comitato tecnico scientifico sarà indicata anche la data: 18 maggio 2020. È il giorno in cui il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora vorrebbe far riaprire le palestre. Possibile che questa scadenza slitti di un’altra settimana per consentire ai gestori di adeguarsi alle regole severe contenute nel protocollo, ma l’obiettivo è ripartire entro la fine del mese. E nelle regioni dove l’indice di contagio avrà raggiunto la soglia minima, quel R0 pari a 0,2, anche parrucchieri e centri estetici potrebbero anticipare rispetto all’indicazione del 1 giugno data dal Conte al momento di presentare il decreto se i dati del monitoraggio saranno buoni. Ma dovranno farlo seguendo regole rigide visto che, secondo le tabelle stilate dall'Inail, si tratta di mestieri inseriti nella fascia di rischio “medio alta” e per questo si è deciso di metterli in fondo alla lista come bar e ristoranti.


                              7mq nelle palestre e scuole di danza

                              Il protocollo è ormai pronto e ricalca quello già applicato agli allenamenti degli atleti nei centri sportivi, anche se con misure molto più stringenti. Entro qualche giorno sarà inviato agli scienziati con la richiesta di concedere il via libera tra due settimane. A quel punto scatterà la verifica sui locali e sull’organizzazione di palestre e scuole di danza e soltanto chi sarà davvero a norma potrà davvero riprendere l’attività. Gli ingressi dovranno essere scaglionati e nelle palestre più piccole si potrà andare soltanto su appuntamento. Bisognerà arrivare già in tenuta da sport perché gli spogliatoi dovranno essere chiusi, così come le aree comuni. Esclusi i gruppi, chi lavora con l’insegnante dovrà stare a distanza di almeno due metri. Si pensa che lo spazio a disposizione di ognuno debba essere di almeno 7 metri quadri. Gli allenatori dovranno indossare guanti e mascherina. Ma dove possibile si potrebbe anche chiedere di fare lezione “da remoto”, semmai in un altro ambiente, oppure per turni. Tutti gli attrezzi dovranno essere sanificati subito dopo l’uso così come gli ambienti e le postazioni degli impiegati. Dovranno esserci vari dispenser per il disinfettante e dispositivi di protezione anche per i clienti che prima di entrare dovranno misurare la febbre. Per chi ha più di 37,5 non sarà consentito l’accesso.


                              I percorsi nelle piscine

                              Il problema non è l’acqua - come hanno già spiegato gli scienziati - ma quello che avviene fuori dalla vasca. E dunque sia negli impianti all’aperto, ma molto di più al chiuso, sarà indispensabile impedire ai nuotatori di incontrarsi. Ecco perché c’è la necessità di creare veri e propri percorsi che impediscano il contatto tra le persone anche quando finisce la lezione. Negli spogliatoi lo spazio ritenuto necessario è di 5 metri quadri per persona, ma l’intenzione - almeno nella prima fase - è quello di far entrare una persona per volta anche per le difficoltà di sanificare gli ambienti e le docce. E dunque di privilegiare quegli impianti dove c’è la possibilità di avere locali separati.

                              Gli attrezzi di estetiste e parrucchieri

                              Il Comitato tecnico-scientifico ha chiesto grandissima cautela sulla riapertura di parrucchieri, barbieri e centri estetici, esercizi che per il contatto diretto tra operatore e cliente presentano un alto indice di rischio di contagio. Nel calendario illustrato in diretta tv da Giuseppe Conte dieci giorni fa, la riapertura su tutto il territorio nazionale per questo comparto è stata fissata all’1 giugno. La novitá è che i saloni di bellezza, il cui ritorno al lavoro è molto atteso, potranno alzare le saracinesche a partire dal 18 di maggio almeno nelle regioni dove il numero dei nuovi positivi è pari allo zero (Molise, Basilicata, Umbria) o continua a scendere, come Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Calabria. Le aperture anticipate sui territori scatteranno sulla base del monitoraggio previsto dal decreto del ministro della Salute Roberto Speranza. Le regole per parrucchieri, barbieri e centri estetici sono molto stringenti. Potranno ricevere un cliente per volta indossando visiere, guanti e mascherine. Gli stessi dispositivi dovranno essere messi a disposizione di chi entra nel salone o nella cabina per i trattamenti. Si dovranno seguire le stesse modalità degli studi medici. E dunque i locali dovranno essere sanificati e puliti più volte al giorno, mentre gli strumenti andranno tutti sterilizzati ogni volta dopo l’uso.

                              La richiesta del ministro Spadafora agli scienziati per far riaprire le strutture. Quello stesso giorno nelle regioni a contagio zero potrebbero ripartire parrucchieri e centri estetici con visiere, mascherine e un solo cliente alla volta
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Coronavirus, Rezza: «Ci prendiamo dei rischi. Subito le zone rosse se i casi aumenteranno»

                                Il dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità: «La fase 2 va intesa come una sperimentazione. Il monitoraggio dei dati sarà giornaliero. Non siamo fuori dall’epidemia»


                                «Consideriamola una sperimentazione. Va intesa così la fase 2. La riapertura graduale era improrogabile. Ci prendiamo dei rischi. Ora vediamo se funziona», ammette l’incertezza sui risultati, Giovanni Rezza, Istituto superiore di Sanità.

                                Qual è la maggiore preoccupazione?
                                «Si è cercato di regolamentare tutti gli ambiti della ripresa delle attività ma il fatto che si creino maggiori occasioni di contatto fra le persone è un elemento che favorisce la trasmissione del virus. Pensiamo ai trasporti dove per quanto si usino tutte le cautele possibili si creano inevitabilmente delle interazioni tra uomini».

                                L’anello debole?
                                «Lo scopriremo. Aver puntato sulla riapertura per gradi renderà più facile l’identificazione delle criticità. Ci sarà un monitoraggio costante, giornaliero, di che cosa succede. Capiremo se la gente ha compreso il senso di questo allentamento»

                                Qual è il senso?
                                «Non siamo assolutamente fuori dall’epidemia. Ci siamo ancora dentro. Non vorrei che venisse a mancare la percezione del rischio e che riprenda il naturale corso delle aggregazioni».

                                Che cosa vi aspettate?
                                «Siamo in trepida attesa. Dopo la Cina, l’Italia ha attuato il lockdown più intransigente del mondo occidentale, non paragonabile a quelli più soft di Francia e Spagna. Ci troviamo a sperimentare una nuova situazione. Avremmo preferito muoverci sulla base di altre esperienze».

                                Quali sono i segnali espliciti della ripresa del virus?
                                «L’aumento dei casi è immediatamente rilevabile. Crescono gli accessi al pronto soccorso, i ricoveri, i morti nelle residenze per anziani. A quel punto bisogna essere non pronti, di più. Il lavoro di intercettare il pericolo spetta a medici di famiglia e servizi di prevenzione sul territorio».

                                E se gli indicatori salissero?
                                «Tornare a un secondo lockdown nazionale sarebbe disastroso da tutti i punti di vista».


                                Quale strategia di contenimento, allora?
                                «Fare chiusure frammentate, creare tante zone rosse anche di minima ampiezza. Blindare subito le aree regionali colpite da focolai in modo da soffocarli sul nascere. Nella fase 1 hanno funzionato. I blocchi a termine sono efficaci e più digeribili dalla popolazione».

                                Come mai le riaperture hanno una cadenza bisettimanale?
                                «È il tempo impiegato dal virus a uscire allo scoperto. Dal contagio ai sintomi passano 4-5 giorni massimo, quindi nell’arco di due settimane si dovrebbe capire se ha ripreso a circolare e se è necessario prendere delle contromisure. Non contiamo sull’aiuto dell’estate come stagione meno propizia alla circolazione virale».



                                Il dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità: «La fase 2 va intesa come una sperimentazione. Il monitoraggio dei dati sarà giornaliero. Non siamo fuori dall’epidemia»
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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