Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Emergenza Coronavirus: thread unico.

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts

    Funziona (e bene) in una gran parte dei casi, soprattutto se iniziata subito e se si evita la somministrazione a soggetti con problematiche cardiache e favismo.
    E’ una di quelle poche opzioni che ti abbattono rischio di ospedalizzazione, cosa determinante in periodi come questi.
    Non entro nel personale perche’ sarebbe fin troppo facile.



    Originariamente Scritto da Giampo93
    Finché c'è emivita c'è Speran*a

    Commenta


      Coronavirus, i tanti dietrofront dell’Oms: dai tamponi alle mascherine (fino al modello-Svezia)

      I dietrofront sulle mascherine e sui tamponi, l’accusa di essere «filocinese», i ritardi nel dichiarare l’emergenza: è bufera sull’adeguatezza dell’Oms a gestire la pandemia

      L’ultima contraddizione è stata sul «caso Svezia». «Un modello da seguire sulla strada di una nuova normalità»: così l’ha definita in una conferenza stampa il 30 aprile Mike Ryan, capo del programma emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità. Eppure fin dall’inizio dell’emergenza l’agenzia ha sostenuto l’efficacia dell’opposto «modello cinese», cioè di una reazione all’epidemia centrata soprattutto su misure di lockdown rigidissime. Ad attaccare l’Organizzazione mondiale della Sanità, definendola «filocinese», è in queste settimane soprattutto il presidente americano Donald Trump, che ha sospeso il versamento delle quote di appartenenza.

      Ma all’indirizzo dell’agenzia - il cui mandato comprende il monitoraggio e la prevenzione di emergenze sanitarie mondiali - si sono levate critiche su più fronti. Le mascherine: da principio definite «inutili», poi dopo molto tempo consigliate; la raccomandazione di somministrare tamponi solo a chi avesse già sintomi evidenti, prima, per poi fare un brusco dietrofront e suggerire di farne il più possibile; la lentezza generale dell’Oms nel dichiarare, uno dopo l’altro, gli stati d’allerta globale che hanno condotto a una pandemia «che è lontana dall’essere sconfitta» (così il direttore dell’agenzia, Tedros Adhanom Ghebreyesus). L’Oms poteva essere più efficace nella lotta al coronavirus?



      Un’agenzia troppo «filocinese»

      L’accusa più politica è quella di essersi mostrata troppo «filocinese». Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso i finanziamenti Usa all’Oms (è il 17-18 per cento del bilancio) che definisce «succube della Cina»; ma anche il vicepremier giapponese Taro Aso ha suggerito polemicamente di ribattezzarla «Organizzazione Cinese della Sanità». La questione di Taiwan, ancora non ammessa tra gli Stati membri dell’Oms (perché repubblica de facto non riconosciuta dalla Cina) nonostante un contenimento esemplare dell’epidemia, ha avuto in questo frangente ampia risonanza internazionale, e un duro editoriale del Wall Street Journal ha definito l’Oms «lost in Beijing», perduta a Pechino.


      I ritardi sul tema della trasmissione «da uomo a uomo»

      Il virus viene sequenziato per la prima volta in un laboratorio di Wuhan il 27 dicembre. La Cina trasmette il dato all’Onu due settimane dopo: il 10 gennaio. Ma il direttore generale Ghebreyesus twitta: «La rapidità e la trasparenza della Cina in questo frangente sono stati impressionanti». In quei giorni Taiwan avverte (invano) l’organizzazione del pericolo di trasmissione umana, e così fa il medico-eroe Li-Wenliang (poi morto di Covid-19): nulla da fare. Il 14 gennaio Ghebreyesus twitta ancora. «Non ci sono prove che il virus si trasmetta da uomo a uomo». Ha appena incontrato Xi Jinping a Pechino, lodandone la trasparenza. Più avanti, mentre il mondo intero diffida dei dati ufficiali comunicati dalla Repubblica Popolare (le cui stesse autorità, ad aprile, li rivedranno seppur moderatamente al rialzo), l’Organizzazione mondiale della sanità continua a prenderli per buoni: comprese le osservazioni provenienti da Wuhan sulla trasmissione del virus tra umani. «L’Oms non aveva mezzi di verificare sul campo», ha detto Larry Gostin, funzionario Oms, al New York Times. «O, se vogliamo essere meno pietosi, non ha fatto abbastanza per farlo, e si è fidata della Cina».


      I pazienti asintomatici

      Sempre nelle prime fasi della pandemia, una ricerca di Hong Kong contesta i dati cinesi: non contano i pazienti asintomatici. Ma un report Oms: «I pazienti asintomatici sono rari, e difficilmente trasmettono il morbo». A marzo uno studio pubblicato sulla rivista Science attribuisce agli asintomatici la responsabilità dell’80% dei contagi. Di lì in poi l’Oms smette di minimizzarne il ruolo, e il primo aprile l’epidemiologa Oms Maria van Kerkhove raccomanda, nel briefing di Ginevra, «l’importanza di tracciare anche gli asintomatici, che prima o poi arrivano a sviluppare i sintomi».


      Il ritardo nel dire: «È pandemia» e la previsione (vana) di settembre

      La stessa definizione di «pandemia», poi, che solo l’Oms è deputata ufficialmente a dare, è arrivata quando da tempo era chiaro che tutte le aree del pianeta erano interessate dall’emergenza: l’11 marzo. Prima c’era stata una serie di report tranquillizzanti: solo il 28 gennaio la minaccia dell’epidemia cinese era diventata «elevata», da «moderata», per il resto del mondo. Eppure già a settembre, in un report intitolato «A World at Risk», l’Organizzazione mondiale della sanità profetizzò anche la minaccia «molto reale» di «una pandemia altamente letale di un agente patogeno respiratorio, che potrebbe uccidere fino a 50-80 milioni di persone e spazzare via il 5% dell’economia mondiale». Le cause ipotizzate: principalmente la diffusione accidentale o di proposito di virus respiratori sequenziati in laboratorio. «Il mondo non è pronto per questo», concludeva il report. L’allarme è caduto nel vuoto, superato dalla realtà: la pandemia globale da coronavirus che si è poi verificata è arrivata molto presto, solo poche settimane dopo.


      Il dietrofront sui tamponi

      Infine ci sono critiche anche alla confusione delle linee guida dell’Oms circa test sierologici, tamponi e mascherine. Sui tamponi: le prime linee guida dell’Oms, che forse hanno influenzato anche la drammatica scarsità di test e tamponi in molti Paesi, come l’Italia, sono state di somministrarne «solo ai casi sospetti». Cioè persone con sintomi respiratori acuti o contatti accertati con positivi, o entrambi i casi. Solo il 16 marzo il direttore Ghebreyesus twitta: «C’è un solo messaggio per tutti i nostri stati membri: testare, testare, testare». Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova che ha coordinato la risposta del Veneto all’epidemia, ha criticato l’Oms per non aver raccomandato da subito i tamponi agli asintomatici.


      La marcia indietro sulle mascherine

      Anche sulla necessità di indossare le mascherine, la comunicazione dell’Oms e le sue linee guida ai Paesi sono state spesso contraddittorie. Nelle fasi iniziali della pandemia l’agenzia si è espressa chiaramente: sono inutili per proteggersi, lasciarle ai medici e agli infermieri. Ancora il 6 aprile Ghebreyesus raccomandava: «Consigliamo l’uso delle mascherine mediche a chi è malato o si deve prendere cura di una persona malata, o ai Paesi dove misure come lavarsi le mani e stare a distanza sono difficili da applicare. Ci preoccupa che l’uso di massa di queste mascherine da parte delle persone possa aggravarne la carenza». Poi la retromarcia. Due giorni dopo l’esperto Oms Mike Ryan spiega: «Possono essere d’aiuto nel contesto della lotta globale alla pandemia».Il 13 aprile il portavoce Oms David Navarro dice che «portarle dovrà diventare la norma».

      I guariti «non sono immuni»

      Infine l’ultima polemica è quella sull’immunità acquisita dai guariti: non c’è nessuna prova, ha dichiarato l’Oms pochi giorni fa, che le persone guarite da Covid-19 abbiano anticorpi in grado di proteggere da una seconda infezione. A questo punto della pandemia «non ci sono abbastanza evidenze sull’efficacia dell’ immunità data dagli anticorpi per garantire l’accuratezza di un “passaporto di immunità” o un ”certificato di libertà dal rischio”». Ma sarebbe una prudenza giusta solo in teoria, secondo molti immunologi: a oggi non vi sarebbero evidenze di persone ammalate di Covid due volte. E uno studio recente della rivistaNature Medicine rileva che «in tutti i malati si riscontrano anticorpi entro 19 giorni dall’insorgere del Covid».


      I dietrofront sulle mascherine e sui tamponi, l’accusa di essere «filocinese», i ritardi nel dichiarare l’emergenza: è bufera sull’adeguatezza dell’Oms a gestire la pandemia
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


      Commenta


        Il Taiwan non fa parte dell’oms perché non fa parte dell’ONU eh


        Tessera N° 7

        Commenta


          Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
          Non e' sottinteso. Uno puo isolare virus e batteri da fonti naturali, e studiarle in un laboratorio.

          Poi se dal laboratorio gli scappa qualcosa e infetta mezzo mondo, l'origine del virus, batterio, o quello che e' rimarrebbe comunque naturale.
          si ma in questo caso riesci ad avere con certezza un responsabile...
          io comunque ci credo davvero poco al virus creato o scappato dal laboratorio
          Originariamente Scritto da Marco pl
          i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
          Originariamente Scritto da master wallace
          IO? Mai masturbato.
          Originariamente Scritto da master wallace
          Io sono drogato..

          Commenta


            Segnalo che la spagna ha il doppio dei nostri guariti, in germania invece i 3/4 dei casi totali sono guariti con quindi all'attivo solo 28k casi.

            Commenta


              Originariamente Scritto da AK_47 Visualizza Messaggio
              Segnalo che la spagna ha il doppio dei nostri guariti, in germania invece i 3/4 dei casi totali sono guariti con quindi all'attivo solo 28k casi.
              Si ma tipo ieri sono morte più persone in Spagna che in Italia...quindi è più probabile dipenda da una diversa politica sui tamponi (quanti vengono dedicati a casi nuovi e quanti a testare chi non presenta più sintomi) che ad un reale tasso di guarigione maggiore.

              Commenta


                Commenta


                  Ancora con sto canale youtube ridicolo

                  Commenta


                    PErò c'è un intervista interessante ad un certo punto del video ad un medico di mantova dove hanno introdotto questo metodo con ottimi risultati

                    Commenta


                      Originariamente Scritto da jinx Visualizza Messaggio
                      Non sono informatissimo ma sembra che le sequenze di dna di hiv siano state trovate per davvero, il punto è che sono piccole. Altri scienziati quindi sostengono che quelle sequenze possano essere casuali e che se ne trovano di simili anche in altri coronavirus o virus in generale. Ripeto non sono informatissimo ma dovrebbe essere cosi, quindi la problematica è aperta.

                      Jinx, pero' sono state trovate delle sequenze perche' tutti gli esseri viventi e virus hanno sequenze. Come dici anche tu, quelle in questione sono corte, e sono state trovate in mammiferi, insetti, batteri, virus (inclusi altri coronavirus), ecc.. Attribuirle arbitrariamente all'HIV e' ben curioso ha appunto poco senso. Poi neanche all'HIV in generale, che di solito queste piccole sequenze non le ha neanche, ma in quelle di tre casi trovati in India, Tailandia e Kenia. Una delle re-analisi dei dati e' stata pubblicata - in un articolo peer-reviewed, non a preprint - uno puo' leggerselo con calma e decidere da solo https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7033698/

                      Sul discorso Montagnier, si tende ricordare quello che dice un premio Nobel, ignorando quello che magari sulo stesso argomento dicono tutti gli altri vincitori del premio Nobel. E' vero che bisogna guardare alle argomentazioni e non al CV, ma da quello che so qui lui ha espresso certezze, ma non ha mica portato argomentazioni.

                      Se decidiamo invece di ascoltarlo perche' 40 anni fa ha isolato il virus dell'HIV (notevolissimo eh, ci mancherebbe, i Nobel non si danno per niente) allora direi di ascoltare su questo argomento anche le centinaia di premi Nobel che si sono succeduti negli ultimi decenni. Non sto a fare l'elenco dei motivi per cui la comunita' scientifica (gli altri premi Nobel compresi) pensi che Montagnier qui abbia perso dei colpi, ne' al perche' nessuno al mondo (forse neanche lui) sia mai riuscito a ripetere i risultati sulle alte diluizioni omeopatiche che dice di aver visto. I link ai lavori originali sono nella sua pagina di wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Luc_Montagnier , chiunque puo' risalire alle fonti e farsi la propria idea.
                      B & B with a little weed










                      Commenta


                        Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                        Si ma tipo ieri sono morte più persone in Spagna che in Italia...quindi è più probabile dipenda da una diversa politica sui tamponi (quanti vengono dedicati a casi nuovi e quanti a testare chi non presenta più sintomi) che ad un reale tasso di guarigione maggiore.
                        Lo penso anch'io, secondo me molti, quelli che sono in isolamento domiciliato vengono lasciati per ultimi

                        Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk

                        Commenta


                          Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                          si ma in questo caso riesci ad avere con certezza un responsabile...
                          io comunque ci credo davvero poco al virus creato o scappato dal laboratorio
                          Secondo me l'idea che sia un virus naturale del quale hanno perso il controllo non e' mica peregrina, anzi.

                          Comunque come dici anche tu quello di parlare con certezze alla mano e' un punto fondamentale. Altrimenti facciamo chiacchiere da bar.
                          B & B with a little weed










                          Commenta


                            Stamattina da me orde di anziani tutti accalcati al mercato in centro città
                            Originariamente Scritto da Sean
                            faccini, kazzi, fike, kuli
                            cesko92 [at] live.it

                            Commenta


                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Coronavirus, i tanti dietrofront dell’Oms: dai tamponi alle mascherine (fino al modello-Svezia)

                              I dietrofront sulle mascherine e sui tamponi, l’accusa di essere «filocinese», i ritardi nel dichiarare l’emergenza: è bufera sull’adeguatezza dell’Oms a gestire la pandemia


                              L’ultima contraddizione è stata sul «caso Svezia». «Un modello da seguire sulla strada di una nuova normalità»: così l’ha definita in una conferenza stampa il 30 aprile Mike Ryan, capo del programma emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità. Eppure fin dall’inizio dell’emergenza l’agenzia ha sostenuto l’efficacia dell’opposto «modello cinese», cioè di una reazione all’epidemia centrata soprattutto su misure di lockdown rigidissime. Ad attaccare l’Organizzazione mondiale della Sanità, definendola «filocinese», è in queste settimane soprattutto il presidente americano Donald Trump, che ha sospeso il versamento delle quote di appartenenza.

                              Ma all’indirizzo dell’agenzia - il cui mandato comprende il monitoraggio e la prevenzione di emergenze sanitarie mondiali - si sono levate critiche su più fronti. Le mascherine: da principio definite «inutili», poi dopo molto tempo consigliate; la raccomandazione di somministrare tamponi solo a chi avesse già sintomi evidenti, prima, per poi fare un brusco dietrofront e suggerire di farne il più possibile; la lentezza generale dell’Oms nel dichiarare, uno dopo l’altro, gli stati d’allerta globale che hanno condotto a una pandemia «che è lontana dall’essere sconfitta» (così il direttore dell’agenzia, Tedros Adhanom Ghebreyesus). L’Oms poteva essere più efficace nella lotta al coronavirus?



                              Un’agenzia troppo «filocinese»

                              L’accusa più politica è quella di essersi mostrata troppo «filocinese». Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso i finanziamenti Usa all’Oms (è il 17-18 per cento del bilancio) che definisce «succube della Cina»; ma anche il vicepremier giapponese Taro Aso ha suggerito polemicamente di ribattezzarla «Organizzazione Cinese della Sanità». La questione di Taiwan, ancora non ammessa tra gli Stati membri dell’Oms (perché repubblica de facto non riconosciuta dalla Cina) nonostante un contenimento esemplare dell’epidemia, ha avuto in questo frangente ampia risonanza internazionale, e un duro editoriale del Wall Street Journal ha definito l’Oms «lost in Beijing», perduta a Pechino.


                              I ritardi sul tema della trasmissione «da uomo a uomo»

                              Il virus viene sequenziato per la prima volta in un laboratorio di Wuhan il 27 dicembre. La Cina trasmette il dato all’Onu due settimane dopo: il 10 gennaio. Ma il direttore generale Ghebreyesus twitta: «La rapidità e la trasparenza della Cina in questo frangente sono stati impressionanti». In quei giorni Taiwan avverte (invano) l’organizzazione del pericolo di trasmissione umana, e così fa il medico-eroe Li-Wenliang (poi morto di Covid-19): nulla da fare. Il 14 gennaio Ghebreyesus twitta ancora. «Non ci sono prove che il virus si trasmetta da uomo a uomo». Ha appena incontrato Xi Jinping a Pechino, lodandone la trasparenza. Più avanti, mentre il mondo intero diffida dei dati ufficiali comunicati dalla Repubblica Popolare (le cui stesse autorità, ad aprile, li rivedranno seppur moderatamente al rialzo), l’Organizzazione mondiale della sanità continua a prenderli per buoni: comprese le osservazioni provenienti da Wuhan sulla trasmissione del virus tra umani. «L’Oms non aveva mezzi di verificare sul campo», ha detto Larry Gostin, funzionario Oms, al New York Times. «O, se vogliamo essere meno pietosi, non ha fatto abbastanza per farlo, e si è fidata della Cina».


                              I pazienti asintomatici

                              Sempre nelle prime fasi della pandemia, una ricerca di Hong Kong contesta i dati cinesi: non contano i pazienti asintomatici. Ma un report Oms: «I pazienti asintomatici sono rari, e difficilmente trasmettono il morbo». A marzo uno studio pubblicato sulla rivista Science attribuisce agli asintomatici la responsabilità dell’80% dei contagi. Di lì in poi l’Oms smette di minimizzarne il ruolo, e il primo aprile l’epidemiologa Oms Maria van Kerkhove raccomanda, nel briefing di Ginevra, «l’importanza di tracciare anche gli asintomatici, che prima o poi arrivano a sviluppare i sintomi».


                              Il ritardo nel dire: «È pandemia» e la previsione (vana) di settembre

                              La stessa definizione di «pandemia», poi, che solo l’Oms è deputata ufficialmente a dare, è arrivata quando da tempo era chiaro che tutte le aree del pianeta erano interessate dall’emergenza: l’11 marzo. Prima c’era stata una serie di report tranquillizzanti: solo il 28 gennaio la minaccia dell’epidemia cinese era diventata «elevata», da «moderata», per il resto del mondo. Eppure già a settembre, in un report intitolato «A World at Risk», l’Organizzazione mondiale della sanità profetizzò anche la minaccia «molto reale» di «una pandemia altamente letale di un agente patogeno respiratorio, che potrebbe uccidere fino a 50-80 milioni di persone e spazzare via il 5% dell’economia mondiale». Le cause ipotizzate: principalmente la diffusione accidentale o di proposito di virus respiratori sequenziati in laboratorio. «Il mondo non è pronto per questo», concludeva il report. L’allarme è caduto nel vuoto, superato dalla realtà: la pandemia globale da coronavirus che si è poi verificata è arrivata molto presto, solo poche settimane dopo.


                              Il dietrofront sui tamponi

                              Infine ci sono critiche anche alla confusione delle linee guida dell’Oms circa test sierologici, tamponi e mascherine. Sui tamponi: le prime linee guida dell’Oms, che forse hanno influenzato anche la drammatica scarsità di test e tamponi in molti Paesi, come l’Italia, sono state di somministrarne «solo ai casi sospetti». Cioè persone con sintomi respiratori acuti o contatti accertati con positivi, o entrambi i casi. Solo il 16 marzo il direttore Ghebreyesus twitta: «C’è un solo messaggio per tutti i nostri stati membri: testare, testare, testare». Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova che ha coordinato la risposta del Veneto all’epidemia, ha criticato l’Oms per non aver raccomandato da subito i tamponi agli asintomatici.


                              La marcia indietro sulle mascherine

                              Anche sulla necessità di indossare le mascherine, la comunicazione dell’Oms e le sue linee guida ai Paesi sono state spesso contraddittorie. Nelle fasi iniziali della pandemia l’agenzia si è espressa chiaramente: sono inutili per proteggersi, lasciarle ai medici e agli infermieri. Ancora il 6 aprile Ghebreyesus raccomandava: «Consigliamo l’uso delle mascherine mediche a chi è malato o si deve prendere cura di una persona malata, o ai Paesi dove misure come lavarsi le mani e stare a distanza sono difficili da applicare. Ci preoccupa che l’uso di massa di queste mascherine da parte delle persone possa aggravarne la carenza». Poi la retromarcia. Due giorni dopo l’esperto Oms Mike Ryan spiega: «Possono essere d’aiuto nel contesto della lotta globale alla pandemia».Il 13 aprile il portavoce Oms David Navarro dice che «portarle dovrà diventare la norma».

                              I guariti «non sono immuni»

                              Infine l’ultima polemica è quella sull’immunità acquisita dai guariti: non c’è nessuna prova, ha dichiarato l’Oms pochi giorni fa, che le persone guarite da Covid-19 abbiano anticorpi in grado di proteggere da una seconda infezione. A questo punto della pandemia «non ci sono abbastanza evidenze sull’efficacia dell’ immunità data dagli anticorpi per garantire l’accuratezza di un “passaporto di immunità” o un ”certificato di libertà dal rischio”». Ma sarebbe una prudenza giusta solo in teoria, secondo molti immunologi: a oggi non vi sarebbero evidenze di persone ammalate di Covid due volte. E uno studio recente della rivistaNature Medicine rileva che «in tutti i malati si riscontrano anticorpi entro 19 giorni dall’insorgere del Covid».


                              https://www.corriere.it/esteri/20_ma...2823ac8b.shtml
                              Tutto vero, e aggiungerei addirittura tutto il casino riguardante Taiwan che da noi se nè parlato poco, ma che è importantissimo invece. L'OMS è proprio in questa situazione che si dimostra Cinocentrica se non collusa al midollo.
                              Originariamente Scritto da modgallagher
                              gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
                              " tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..


                              Commenta


                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Aspettiamo queste benedette faq. Pare che, siccome trattasi di attività sportiva, allora devi andare a piedi...però c'è chi per l'attività sportiva c'è chi usa anche la bici, quindi potrebbe spostarsi con quella. Inoltre c'è chi non può correre e fa "attività motoria", cioè passeggia...in quel caso si può prendere l'auto? E' tutto nella foschia.

                                Dopodomani è il 4 maggio ed ancora permangono tanti dubbi e quesiti.
                                Assurdo.









                                "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                                Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                                vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                                (L. Pirandello)

                                Commenta

                                Working...
                                X
                                😀
                                🥰
                                🤢
                                😎
                                😡
                                👍
                                👎