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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Maurizio Sarri si è dimesso dalla Lazio. Un grande gesto di signorilità e correttezza, in quanto ormai incapace di riprendere una squadra che sta precipitando. Sarri toglie dall’imbarazzo il presidente Lotito che probabilmente non lo avrebbe licenziato per non rimetterci dei soldi, così il conto lo paga per intero l’allenatore toscano. La sua parabola è la stessa identica di quella di Mourinho nella Capitale, arrivò come risposta della Lazio alla Roma che aveva ingaggiato tre anni fa lo Special One, se ne va poche settimane dopo il licenziamento in tronco del portoghese. E ora Lotito sta cercando il De Rossi della Lazio. Insomma vite parallele…

    LAZIO E SARRI, IL COLPO DI TEATRO DELLE DIMISSIONI

    Qui Lazio: tutto come ieri, solo con una notizia fondamentale in più, che si poteva anche immaginare: non lo hanno cacciato via – non è da Lotito che gli secca molto pagare stipendi a vuoto – ma molto più semplicemente Maurizio Sarri si è dimesso. Il calvario finisce qui. La Lazio non ne poteva più di lui e lui non ne poteva più della Lazio. Amen. Credo tirino tutti un sospiro di sollievo.

    LAZIO, SARRI RINUNCIA A UN ANNO E TRE MESI DI CONTRATTO

    In un mondo dove le dimissioni sono una rarità perché ognuno difende con i denti il proprio contratto perfino meglio dei portieri e delle difese che riesce a mettere in campo, il gesto strappa l’applauso e suscita quasi un moto di simpatia. Sarri rinuncia a un bel gruzzolo, c’è della dignità anche nella situazione più umiliante e imbarazzante. Sarri aveva un contratto fino al giugno 2025. C’è chi dice che ci sarebbe un ritorno di fiamma con De Laurentiis e il Napoli

    POCHI MESI FA SARRI VOLEVA RESTARE A VITA ALLA LAZIO

    Certo si risparmia, il nostro, il tormento di altre dieci giornate in una situazione non più recuperabile, in uno spogliatoio dove era in corso una crisi di rigetto verso lui stesso e i suoi metodi. Pochi mesi fa diceva che alla Lazio avrebbe voluto concludere la propria carriera, adesso la fa finita qui dopo troppe sconfitte, amarezze, delusioni. Nel calcio è sempre meglio non promettersi mai a vita, non si sa mai.

    IL RIGETTO DEL SARRISMO DOPO JUVENTUS E CHELSEA

    E’ un’altra constatazione, dopo Juventus e Chelsea, che il sarrismo non attecchisce ovunque, anzi c’è chi a un certo punto non lo sopporta proprio più. Raggiunto il secondo posto e tirata la corda al massimo, ecco che si è spezzata e la squadra precipitata

    ROMA & MOURINHO, LAZIO & SARRI: I DESTINI PARALLELI

    Curiosamente, Sarri arrivò alla Lazio come risposta di Lotito ai Friedkin che sbarcarono a Ciampino tre anni fa portando Mourinho da Londra sulle ali del loro aereo. In un perfetto parallelismo dei destini di entrambi la storia di Sarri termina alla Lazio poche settimane dopo il siluramento di Mourinho alla Roma. Che in panchina ci ha messo una ex gloria, De Rossi.

    E altrettanto sta facendo la Lazio (Tommaso Rocchi o Miro Klose) Non dite al senatore Lotito che sta scopiazzando i Friedkin e la Roma perché se la prende a male, poi chi lo sente?

    Sarri dà le dimissioni da allenatore della Lazio. Con l'Udinese il dodicesimo ko in campionato: Lazio al nono posto e in crisi. Al suo posto l'ex Tommaso Rocchi

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    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      [...] l’ipotesi che il Milan non appartenga davvero a chi dal 31 agosto 2022 ne appare il proprietario teorico, e cioè l’allora acquirente fondo statunitense RedBird del finanziere Gerry Cardinale, ma che in realtà sia sempre rimasto e sia tuttora sotto l’influenza controllante dell’allora apparente venditore, il fondo statunitense Elliott del finanziere Paul Singer, viene suggerita al Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza da tre fonti documentali di inedite circostanze.

      Ricavate alcune da documenti depositati alla Sec negli Stati Uniti, altre da documenti trovati in Lussemburgo nelle perquisizioni di un anno fa ai già indagati consiglieri di amministrazione Jean MarcMclean e Daniela Italia, ma altre ancora pescate in un recentissimo documento interno al Milan stilato per presentare il club nel tour invernale di contatti della dirigenza con potenziali investitori arabi.

      Il verbale di assemblea

      Ora invece i pm milanesi sembrano muoversi su altre e autonome basi. A cominciare dalla relazione trimestrale del Milan inviata il 27 maggio 2022 alla Figc, che non faceva alcun cenno al fatto che appena 24 ore prima fosse stato sottoscritto il preliminare di vendita del Milan, per di più sbianchettando dal verbale di assemblea la parte in cui il rappresentante di Blue Skye chiedeva se fossero vere le voci di vendita. In più, anzi, un documento trovato dagli inquirenti nello studio legale «Legance Associati» (consulente del fondo RedBird) dimostra che, quando nei mesi precedenti Gordon Singer (figlio di Paul, fondatore del fondo Elliott) giurava non ci fossero trattative per la vendita del Milan, non diceva il vero al socio di minoranza Blue Skye, perché invece almeno già da fine 2021 aveva iniziato a contrattare con RedBird i termini dell’affare concluso il 31 agosto 2022.

      Le carte per la Sec e la presentazione agli arabi

      Studiando poi le ufficiali catene societarie di controllo del Milan dopo il teorico passaggio di proprietà - rappresentate man mano al consiglio di amministrazione del Milan, alla Figc, e alla Sec (l’autorità di vigilanza sulla Borsa americana equivalente della Consob in Italia) -, gli inquirenti rilevano tre singolarità e incongruenze.

      Una sta nel fatto che in cima alla catena di Gerry Cardinale apparisse in realtà non una sua azienda, ma una sigla societaria collocata nel Delaware allo stesso indirizzo di due società che per conto del fondo Elliott avevano la maggioranza della società usata per acquisire il Milan, «Project Redblack».

      Così come dalle carte depositate alla Sec parrebbe che gran parte della tranche di soldi usati dal fondo RedBird per comprare il Milan sia venuta da una società non riconducibile al fondo RedBird.

      C’è poi - per quanto si riesce a intuire - il documento più nuovo di tutti, uno scritto interno al Milan, finito in mano agli inquirenti non si capisce come: una sorta di presentazione dell’attuale assetto del Milan, preparata per i colloqui avuti dalla dirigenza del Milan nelle settimane scorse con potenziali acquirenti/investitori arabi.

      Dall’interpretazione di questo documento la GdF trae la convinzione appunto che l’influenza dominante sul Milan sia tutt’oggi non di RedBird, ma ancora di Elliott; e che, di questo controllo di fatto, la chiave sia il da sempre curioso «vender loan agreement» sottoscritto tra Elliott e RedBird all’epoca dell’apparente vendita del Milan nel 2022, cioè lo strumento di emissione di prodotti finanziari con cui il venditore Elliott aveva prestato 560 milioni al tasso annuo del 7% al compratore RedBird, che di tasca propria aveva invece versato cash 600 milioni per raggiungere il complessivo prezzo di acquisto del Milan di circa 1,2 miliardi di euro.

      I soldi di corsa alle Cayman

      Questi documenti nuovi si aggiungono alle tre circostanze invece già rilevate nei mesi scorsi in questo fascicolo. E cioè il fatto che dal 2022, nonostante il cambio di proprietà in capo a RedBird, i consiglieri di amministrazione in quota Elliott fossero rimasti in carica; il fatto che, per consentire nel 2022 l’apparente vendita a RedBird, il pegno esistente sulle azioni del Milan fosse stato cancellato dai rappresentanti di Elliott a insaputa e quindi senza l’unanimità del socio di minoranza BlueSkye pur prevista dai loro accordi; e lo spostamento (poche ore dopo le prime perquisizioni ordinate il 26 gennaio 2023 dai pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri) alle Isole Cayman e in Delaware, nel patrimonio di altre due società riconducibili sempre al fondo Elliott, di 515 milioni di euro in denaro e di altri 541 milioni in obbligazioni.

      ​​CorSera
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        Sarri si dimette dalla Lazio e lascia 5 milioni: cosa è successo con Lotito e la squadra

        ​ Maurizio Sarri ha detto addio alla Lazio dando le dimissioni da allenatore dopo quattro sconfitte consecutive (tre in serie A e una in Champions League che è costata l'eliminazione ai biancocelesti)

        Nella canicola d’agosto, dopo gli acquisti che non lo avevano soddisfatto, a fronte di una stagione esaltante col secondo posto alle spalle del super Napoli, parlò alla squadra: se volete, mi faccio da parte. Le perplessità su come migliorare la Lazio erano tante, forse troppe. Ma la reazione del gruppo ci fu, inequivocabile: con una Champions da giocare, il sogno del «Sarriball» in salsa biancoceleste doveva proseguire senza indugi. Sette mesi più tardi, dopo quattro sconfitte consecutive, quella stessa domanda, prima di un ritiro punitivo voluto dal presidente Lotito e dal d.s. Fabiani, non ha avuto risposte. E questo rumoroso silenzio a meno di 24 ore dal tonfo fragoroso contro l’Udinese, è stato una sentenza. Maurizio Sarri ha rassegnato le dimissioni.

        Lui e non il suo staff, ancora a libro paga del club a cominciare dal vice Martusciello , in panchina nel tonfo con l’Udinese.

        A Formello nella prima dolce controra che annuncia l’imminente primavera, il Comandante ha svuotato l’armadietto, ha salutato e se n’è andato. Rinunciando ad altri 15 mesi di contratto, qualcosa come 10 milioni lordi (circa 5 al netto delle tasse), non un dettaglio. Troppe quattro sconfitte di fila: dal sogno del quarto posto da recuperare, a quello dei quarti di finale di Champions da strappare al Bayern di Monaco dopo la vittoria illusoria dell’andata. Troppi musi lunghi tra i senatori. Troppo deludenti le risposte di chi – sentendosi un rincalzo, nelle parole e nei fatti – non ha voluto e potuto fare di più.

        Il sanguigno toscano ha tolto il disturbo. In modo così perentorio da sorprendere anche chi, come il presidente Lotito (che ieri ha confermato il ritiro arrivando a Formello), aveva puntato tutte le sue fiches sul profeta del 4-3-3. Scelto quando, nella primavera di tre anni fa, la famiglia Friedkin fece il colpo Mourinho. Lotito rispose alla grande, investendo soldi e fiducia in Sarri dopo l’epopea di Simone Inzaghi. E come Mourinho anche Mau ha perso il posto durante la stagione solo due mesi più tardi. Ma con una grande differenza: il portoghese ha preteso l’esonero; il Comandante è sceso dalla nave rinunciando ad un vagone di quattrini. Sentiva aria di ammutinamento, certificato dalle sconfitte in serie.

        Finisce così, in un tiepido pomeriggio romano, l’avventura di un profeta che ha diviso e polemizzato, ma che – parole sue – aveva trovato nella Lazio un ambiente affascinante. «Da fuori hai un’idea, poi vieni qui e scopri che hai tutto per lavorare bene». Frasi ripetute fino a qualche settimana fa. E corroborate dalle smentite su possibili esoneri. Insomma, un grande amore. Il giorno di San Valentino, il rigore di Immobile che batteva Neuer e lasciava intendere addirittura un passaggio tra le prime otto squadre del vecchio continente, quel sentimento era ancora solido. Da allora il buio è stato pesto. Sconfitte col Bologna, con la Fiorentina, col Milan — con annessi veleni arbitrali —, col Bayern, con l’Udinese. La discesa agli inferi calcistica accompagnata dai mugugni nelle sostituzioni di Luis Alberto e Immobile, i senatori che non si sono opposti alla decisione del tecnico di fare le valigie. Restano sparsi disordinatamente grandi, ma brevi momenti di calcio: i 4 derby vinti — a Roma mai un dettaglio — un secondo posto ed un amore grande, finito così come era nato. All’improvviso.

        CorSera​​​
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        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
          Non sono d'accordo.
          Sarri aveva detto che se il problema poteva in qualche modo essere lui avrebbe potuto farsi da parte.
          Io la trovo coerenza professionale.

          Oltre al fatto che AdL farebbe bene a farsi un ballino di cavoli suoi.
          De Laurentiis ha il cervello andato completamente in pappa oramai. Sarri ha rinunciato a 5 milioni e ha dato seguito alle sue parole (che giustappunto ricordi) "se il problema sono io me ne vado" dimettendosi, in questo mostrando una cristallina coerenza.

          Forse avrebbe voluto dimettersi già questa estate, dopo il non-mercato di Lotito, che invece di migliorare ha peggiorato la squadra nonostante i soldi della champions e di Milinkovic. In due anni Sarri ha portato la Lazio in champions, ad un livello che non ricordo se con Lotito è stato mai raggiunto ma mi pare di no, cioè al secondo posto in campionato e nella coppa più importante e ricca...e a quel punto toccherebbe alla società fare qualcosa, dare legna per le ambizioni, e invece Lotito ha preferito ridimensionare il tutto.

          Magari è per quell'intento di non uscire mai dal guscio o dalla trattorie di quartiere che De Laurentiis prende le difese di Lotito e attacca Sarri, perchè anche De Laurentiis dopo lo scudetto ha praticamente tagliato le ali al Napoli.

          Questi sono i limiti delle conduzioni pane&salame, personalistiche dei club, che forse sopravanzano i vantaggi, perchè al momento del salto e della crescita non si ha la forza, la voglia, l'interesse ad allargare gli orizzonti, ad investire, a sostenere le ambizioni, per cui si preferisce mantenere il tutto nell'ambito, ripeto, della trattoria di borgata.

          Ora De Laurentiis può completare l'opera del ridicolo (dopo aver cambiato 3 allenatori in stagione da campione d'Italia) facendo ricorso (non si sa a chi, forse a San Gennaro) per essere rimasto fuori dal mondiale per club, così, quando gli rispediranno indietro la sua carta bollata, con la quale potrà pulircisi il sedere, lo sputtaniamento sarà globale.

          Per Lotito le dimissioni di Sarri sono una difficoltà, una bella crepa, perchè anche la parte "moderata" del tifo gli si sta rivoltando contro, e la sensazione che la Lazio sia come "sequestrata" dal personalismo egocentrico di quest'altro personaggio da "folklore" è ormai netta.
          Last edited by Sean; 13-03-2024, 07:56:31.
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            Atletico Madrid-Inter (andata 0-1)

            (ore 21 su Amazon Prime Video)
            Senza Carlos Augusto e Arnautovic l’Inter si prepara ad affrontare l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone. Si riparte dall’1-0 per i nerazzurri, conquistato a San Siro il 20 febbraio. Simone Inzaghi ha messo al sicuro la corsa scudetto, è a +16 dal Milan e a +17 dalla Juventus, e ora può pensare al sogno di andare avanti in Champions e, chissà, giocare un’altra finale dopo quella dell’anno scorso a Istanbul. L’Inter si affida al solito Lautaro Martinez, che sta vivendo la sua migliore stagione in carriera anche dal punto di vista realizzativo. Da parte loro, i Colchoneros sembrano in crisi dopo essere stato eliminati in Coppa del Re dall’Athletic Bilbao in semifinale (3-0, 29 febbraio) e il k.o. nell’ultima gara di Liga contro il Cadice (2-0, 9 marzo).

            CorSera




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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

              De Laurentiis ha il cervello andato completamente in pappa oramai. Sarri ha rinunciato a 5 milioni e ha dato seguito alle sue parole (che giustappunto ricordi) "se il problema sono io me ne vado" dimettendosi, in questo mostrando una cristallina coerenza.

              Forse avrebbe voluto dimettersi già questa estate, dopo il non-mercato di Lotito, che invece di migliorare ha peggiorato la squadra nonostante i soldi della champions e di Milinkovic. In due anni Sarri ha portato la Lazio in champions, ad un livello che non ricordo se con Lotito è stato mai raggiunto ma mi pare di no, cioè al secondo posto in campionato e nella coppa più importante e ricca...e a quel punto toccherebbe alla società fare qualcosa, dare legna per le ambizioni, e invece Lotito ha preferito ridimensionare il tutto.

              Magari è per quell'intento di non uscire mai dal guscio o dalla trattorie di quartiere che De Laurentiis prende le difese di Lotito e attacca Sarri, perchè anche De Laurentiis dopo lo scudetto ha praticamente tagliato le ali al Napoli.

              Questi sono i limiti delle conduzioni pane&salame, personalistiche dei club, che forse sopravanzano i vantaggi, perchè al momento del salto e della crescita non si ha la forza, la voglia, l'interesse ad allargare gli orizzonti, ad investire, a sostenere le ambizioni, per cui si preferisce mantenere il tutto nell'ambito, ripeto, della trattoria di borgata.

              Ora De Laurentiis può completare l'opera del ridicolo (dopo aver cambiato 3 allenatori in stagione da campione d'Italia) facendo ricorso (non si sa a chi, forse a San Gennaro) per essere rimasto fuori dal mondiale per club, così, quando gli rispediranno indietro la sua carta bollata, con la quale potrà pulircisi il sedere, lo sputtaniamento sarà globale.

              Per Lotito le dimissioni di Sarri sono una difficoltà, una bella crepa, perchè anche la parte "moderata" del tifo gli si sta rivoltando contro, e la sensazione che la Lazio sia come "sequestrata" dal personalismo egocentrico di quest'altro personaggio da "folklore" è ormai netta.
              De Laurentiis porta avanti una gestione pane&salame come giustamente hai detto. L'altro è diverso. È egocentrico, brioso, cafone e romanista. Unico presidente della serie a a percepire un lauto stipendio, unico a guadagnarci in tutti i sensi dalla proprietà di una squadra di calcio. Non si fa scrupoli nemmeno di fronte alla famiglia, con il figlio forzatamente esposto a ruoli che non gli competono. Arriverà quel giorno e sarà una gran festa.

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                Lazio, Klose o Rocchi nuovo allenatore: le reazioni dei tifosi

                Dopo le dimissioni di Maurizio Sarri, è partito il toto nomi per la panchina della Lazio: dalla soluzione interna Tommaso Rocchi, a quella che è più gradita alla piazza, ovvero Miro Klose. Gli umori dei tifosi della Lazio

                Uno dei giocatori più amati e apprezzati degli ultimi 20 anni. Da quando cioè Lotito è il presidente dei biancocelesti. Miro Klose ha da subito conquistato il cuore di tutti i tifosi della Lazio. Lo ha fatto segnando all’esordio contro il Milan (a San Siro), lo ha fatto ammettendo (prima dell’introduzione del Var) di aver segnato un gol con la mano a Napoli, lo ha fatto segnando un gol decisivo al 93’ nel suo primo derby di Roma nel 2011 (con i biancocelesti che venivano da cinque sconfitte di fila contro i cugini), lo ha fatto vincendo da protagonista la Coppa Italia del 2013 (proprio in finale contro i giallorossi).

                L’immagine di Klose, diventato proprio nel suo periodo romano il miglior marcatore della storia dei Mondiali (16 reti complessive) piace alla gente. Ha intelligenza tattica (era un attaccante moderno già anni fa), è un leader, conosce l’ambiente. Per questo molti tifosi sperano (o speravano, visto che in queste ore Lotito sta già parlando con Rocchi come sostituto) che la panchina della Lazio venisse affidata a lui. «Sono stato 5 anni alla Lazio, sarebbe bellissimo se un giorno dovessi avere l’occasione di allenarla», ha detto il tedesco al Corriere della Sera poco più di un anno fa. «Sono pronto ad allenare subito, anche se a stagione in corso ovviamente è più complicato», ha invece detto un mese fa alla Gazzetta dello Sport. Gli piacerebbe sedersi su una panchina italiana o su una tedesca. «Conoscendo meglio quei due campionati credo sarebbe l’ideale per me».

                La Lazio lui ha sempre continuato a seguirla, tanto che a inizio febbraio ha anche commentato tatticamente la sconfitta dei biancocelesti a Bergamo contro l’Atalanta. «La Lazio non ha vinto contrasti nella trequarti avversaria. Questo significa che gli avversari potevano impostare liberamente. Anche quando i bergamaschi si sono abbassati la Lazio non è riuscita a creare occasioni. Non è un buon momento. Luis Alberto per esempio non lo riconosco: sbaglia spesso le scelte. Ma gioca anche lontano dalla porta». Vuole un calcio moderno, propositivo. Per lui è importante che il tifoso vada allo stadio perché affascinato dal gioco che la squadra propone e non solo per amore incondizionato. Per il momento la Lazio non lo ha ancora contattato. Ma lui ha alzato la suoneria del telefono per non perdere l’eventuale chiamata. Che i tifosi sperano (o speravano) arrivi presto.

                Per questo la prima reazione alla notizia della trattativa con Rocchi è negativa. «Con lui rischiamo la retrocessione», scrivono in molti, anche esagerando, a Radiosei, l’emittente più ascoltata dai laziali. «Come si fa a non sfruttare l’occasione di prendere uno come Klose? La società dorme» e «Rocchi non ha mai allenato altro che i ragazzini. Come si fa ad affidargli una squadra che deve affrontare una semifinale di Coppa Italia?». La Lazio però, forse anche presa in contropiede dalla decisione di Sarri , ha intrapreso la strada più semplice. Senza nemmeno darsi il tempo di riflettere sulle altre opzioni. E la piazza, delusa dalla stagione, è infastidita anche dalla reazione a quest’ultimo imprevisto.

                CorSera


















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                  Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio

                  De Laurentiis porta avanti una gestione pane&salame come giustamente hai detto. L'altro è diverso. È egocentrico, brioso, cafone e romanista. Unico presidente della serie a a percepire un lauto stipendio, unico a guadagnarci in tutti i sensi dalla proprietà di una squadra di calcio. Non si fa scrupoli nemmeno di fronte alla famiglia, con il figlio forzatamente esposto a ruoli che non gli competono. Arriverà quel giorno e sarà una gran festa.
                  Ancora spero di godermelo per parecchio tempo.
                  Lotito divulgatore di un Latino ormai perduto, ma mai domo!

                  Simo, poi scrollati sta storia del romanista e di questo astio campanilistico da derby dei poveracci...che nel 2024 è peggio del "pane e salame" di De Laurentiis.

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                    Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio

                    Ancora spero di godermelo per parecchio tempo.
                    Lotito divulgatore di un Latino ormai perduto, ma mai domo!

                    Simo, poi scrollati sta storia del romanista e di questo astio campanilistico da derby dei poveracci...che nel 2024 è peggio del "pane e salame" di De Laurentiis.
                    Non si tratta di campanilismo, si tratta di dare l'unica spiegazione a determinati comportamenti. Se ti comporti in una certa maniera è semplicemente perché pensi esclusivamente ai tuo tornaconto. Si comporta come farei io se fossi al posto dei friedkin.

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                      Comunque è evidente che l'anno scorso i giocatori del napoli hanno avuto prestazioni ben al di sopra del loro reale valore.
                      Guardate Oshimen, ieri è andato in fuorigioco 50 volte se ero io l'allenatore l'avrei preso a calci in culo
                      Originariamente Scritto da Marco pl
                      i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      IO? Mai masturbato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      Io sono drogato..

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                        Questo non giustifica un -30 in campionato
                        L'artefice principale è Aurelio che vive in pellicola
                        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                          Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio

                          Non si tratta di campanilismo, si tratta di dare l'unica spiegazione a determinati comportamenti. Se ti comporti in una certa maniera è semplicemente perché pensi esclusivamente ai tuo tornaconto. Si comporta come farei io se fossi al posto dei friedkin.
                          No ma io dicevo perché sento proprio il veleno quando pronunci la parola "romanista".
                          Non è che faccio bene io o fai male te eh, ma io non odio assolutamente i laziali. Manco sportivamente, anzi ci si prende per cul0 magari con due battute. Io c'ho pure uno zio di primo grado laziale nel midollo e ce volemo n bene dell' anima per dire.

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                            Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                            Questo non giustifica un -30 in campionato
                            L'artefice principale è Aurelio che vive in pellicola
                            Non mi va di andarmi a scartabellare le statistiche storiche, ma credo sia molto difficile trovare una squadra con lo scudetto sul petto che la stagione successiva esca dalle prime 3 o 4, sono casi molto rari visto che, se vinci un campionato, pur ammettendo che quell'anno ti sia girato tutto bene, qualche qualità devi averla...perchè sono 38 partite, e in 38 partite pregi (e difetti) prima o poi escono tutti...per cui se vinci i primi sono in maggior numero dei secondi.

                            De Laurentiis già fin dall'estate ha dato una bella mazzata ad ogni aspirazione del Napoli prendendo Garcia. I giocatori hanno come introiettato questo voler tirare i remi in barca e si sono svuotati psicologicamente: il resto è venuto da sè, nel senso che quando poi parti male tirare su la baracca è difficile...in specie se come soluzione di emergenza replichi l'opzione-Garcia prendendo cioè un altro mezzo bollito (Mazzarri).

                            Nonostante questo, e grazie ad una corsa champions ancora aperta, per il Napoli è in teoria ancora possibile raggiungere se non il quarto ma almeno il quinto posto.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Milan, il documento per gli investitori arabi da cui è partita l'inchiesta della procura di Milano: «Il club è sempre di Elliot»

                              Sotto esame il cambio di proprietà, i pm: «Ostacolo alla vigilanza della Federcalcio». Indagati l'ad Furlani e l'ex Gazidis. Sede perquisita. La nota di Elliot: non abbiamo più alcuna partecipazione o controllo

                              Otto inedite circostanze — nel raffronto tra dati forniti alla Sec e alla Federcalcio, in sequestri in Lussemburgo, e in un recentissimo documento interno al Milan rivolto a possibili investitori arabi — hanno spinto martedì la Procura di Milano a coltivare «l’ipotesi che il fondo Elliott» del finanziere americano Paul Singer «conservi attualmente il controllo sostanziale del Milan, laddove all’autorità di vigilanza Federcalcio sarebbe invece stata rappresentata l’effettiva cessione della proprietà in favore del fondo RedBird» del connazionale Gerry Cardinale, apparente acquirente il 31 agosto 2022 per 1,1 miliardi di euro: 600 milioni con soldi propri e 560 con soldi prestatigli proprio dal venditore Elliott tramite emissione di prodotti finanziari (vendor loan).

                              Il che ha portato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri a perquisire la sede del Milan e indagare l’amministratore delegato dal 2022, Giorgio Furlani, e il suo predecessore, dal 2018 al 2022, Ivan Gazidis, per l’ipotesi di ostacolo all’attività della Federazione italiana gioco calcio, ente pubblicistico nella vigilanza sui requisiti di legge dei titolari di club di calcio. «È falso — reagisce un portavoce di Elliott —. Il Milan è stato venduto a RedBird il 31 agosto 2022, da allora non ha più alcuna partecipazione o controllo».

                              Tra gli indizi d’accusa c’è la relazione trimestrale del Milan il 27 maggio 2022 alla Figc, silente sul preliminare di vendita sottoscritto appena 24 ore prima, per di più senza la parte di verbale d’assemblea in cui il socio di minoranza Blue Skye chiedeva lumi sulle voci di vendita. Un documento nello studio «Legance Associati» (consulente di RedBird) mostrerebbe che, quando Gordon Singer (figlio del fondatore di Elliott) giurava non ci fossero trattative di vendita del Milan, non diceva il vero a Blue Skye, perché invece almeno già da fine 2021 stava contrattando con RedBird l’affare concluso il 31 agosto 2022 da Cardinale. Che peraltro in cima alla propria catena di società ne issava una collocata nel Delaware allo stesso indirizzo di due società che per Elliott avevano controllato la società usata per rilevare il Milan, «Project RedBlack».

                              In più, mentre RedBird attesta alla Figc che la metà di pagamento del Milan (in soldi) viene da un certo proprio fondo, quando comunica invece alla Sec (che vigila sulla Borsa americana) «sembra emergere che la maggior parte del capitale usato per la compravendita provenga da un veicolo societario non riferibile» a RedBird.

                              E poi c’è il documento più nuovo, finito in mano agli inquirenti non si sa come: una «presentazione» dell’attuale assetto rossonero preparata dalla dirigenza del Milan per i colloqui avuti a fine 2023 con «investitori del mondo arabo», e che al Nucleo di Polizia Valutaria GdF fa concludere «che il “vendor loan”», cioè il controverso prestito fatto nel 2022 dal venditore Elliott al compratore RedBird, tutt’oggi «garantisca a Elliott la proprietà di parte del Milan».

                              Questo perché, nello schema proposto dal Milan agli arabi, RedBird (100% del Milan con 679,5 milioni al 31 dicembre 2023) scenderebbe al 58,2% (ma a fronte di un investimento che rimarrebbe immutato) nel caso in cui un nuovo investitore acquisisse il 41,7% del Milan ricomprando per 487,5 milioni l’80% del famoso prestito, di cui resterebbe una parte pari a 121,9 milioni.

                              Le omissioni alla Federcalcio, se provate, potrebbero fare scattare sanzioni sportive per il Milan, come pure il «conflitto di interessi» di Elliott per la sua «influenza dominante» (a detta dei pm sempre tramite un prestito) già sulla squadra francese del Lille: intreccio vietato dall’ Uefa in caso di squadre iscritte alle medesime competizioni europee (cosa però in concreto non verificatasi nei tornei 2022-2024). Ma questi elementi nuovi si aggiungono comunque alla già rilevata permanenza al vertice (anche dopo l’apparente vendita) dei dirigenti in quota Elliott (Furlani divenuto ad, Paolo Scaroni rimasto presidente e oggi non indagato perché le comunicazioni alla Figc spettano per legge all’ad).

                              Inoltre nel 2022, per consentire la vendita a RedBird, il pegno sulle azioni del Milan fu cancellato dagli uomini di Elliott senza informarne (come pur previsto dalle intese) il socio minoritario BlueSkye. E resta la singolarità tempistica dello spostamento (poche ore dopo le prime perquisizioni ordinate dai pm il 26 gennaio 2023) alle Isole Cayman e in Delaware, nel patrimonio di altre due società riconducibili sempre al fondo Elliott, di 515 milioni di euro in denaro e di altri 541 milioni in obbligazioni.

                              CorSera













                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Sono tutte cose molto tecniche, francamente per dei profani è difficile valutare il peso di quanto avrebbero raccolto gli inquirenti. Si tratta di finanza, di quote, di passaggi di denaro, di questioni non della spesa al supermercato....per cui vedremo come andrà a finire.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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