If this is your first visit, be sure to
check out the FAQ by clicking the
link above. You may have to register
before you can post: click the register link above to proceed. To start viewing messages,
select the forum that you want to visit from the selection below.
Non è mica stato fischiato il portiere della nazionale
è stato fischiato proprio lui Donnarumma.
In quanto soggetto infame.
Esattamente.
Verrebbe fischiato pure per strada, non si fischia perchè ha parato male ed ha sbagliato nel ruolo di portiere, ma perché ha fatto l'infame, l'ingrato, Uomo 0.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Raspadori-Italia, tocca a lui con il Belgio risolvere il problema dell’attacco
Kean non sta bene e domenica a Torino potrebbe giocare Raspadori. Nessun processo da parte di Mancini dopo il k.o. con la Spagna, ma analisi dei problemi
Svanita la magia dell’Europeo, Roberto Mancini studia la ripartenza e come riaccendere l’Italia che, dopo le notti magiche, ha cambiato faccia, vincendo soltanto una delle quattro partite giocate, contro la tenera Lituania. Ma sarebbe ingeneroso e anche sbagliato aprire un processo per una sconfitta, la prima dopo 37 partite senza macchia lungo tre anni di crescita felice. Però non ci si può neppure nascondere, non lo ha fatto Chiellini, il capitano. Le sue parole, dure come pietre, sono una frustata al gruppo e vanno nella direzione auspicata dal c.t., cioè capire i motivi della frenata. «Ci sono mancate pazienza, lucidità e consapevolezza». Arrivare in cima alla scala è difficile, restarci lo è molto di più.
Ora l’obiettivo, più che vincere la finalina per il terzo posto della Nations League, domenica a Torino, è staccare il biglietto per il Qatar. E qui si torna al punto di partenza: ricreare la magia e ritrovare l’incanto. Tornare a essere squadra come non lo siamo stati con la Spagna. Serve un lavoro psicologico prima ancora che tecnico. Forse la serie record era diventata un peso e da questo punto di vista gli azzurri possono sentirsi più leggeri. Mancini non ha istruito processi. Il primo provvedimento è stato allungare il più possibile il ritiro nel fortino di Coverciano, la comfort zone azzurra. L’Italia resterà a Firenze sino a sabato mattina e andrà a Torino solo per la conferenza della vigilia. Mancini e il suo staff hanno in mente di parlare con i singoli per capire lo stato d’animo del gruppo e ritrovare il filo del discorso.
È anche il momento delle analisi tecniche. Il campo ha detto che c’è ancora bisogno del temperamento di Chiellini e che senza turbo Spinazzola abbiamo vinto solo con la Lituania. Inoltre troppi uomini chiave sono sembrati lontani dalla versione estiva: da Bonucci a Verratti, da Barella a Jorginho. Ma è soprattutto l’attacco il cruccio del Mancio nonostante nessuna Nazionale del passato abbia la sua media gol. Il tridentino leggero non ha funzionato.
Domenica a Torino si tornerà al centravanti vero e proprio, che dovrebbe essere Raspadori, considerando che Kean girava a Coverciano con un collarino dopo la botta rimediata nel finale della partita di San Siro. Lo juventino, sotto stretto controllo medico, nelle prossime ore potrebbe anche lasciare in ritiro. L’enigma del nove resta. Abbiamo criticato Immobile all’Europeo, ma dietro Ciro e Belotti, stavolta infortunati, ci sono solo giovani di belle speranze che giocano poco in campionato: Raspadori, Kean e Scamacca. La prossima volta potrebbe entrare nel giro azzurro Lorenzo Lucca, bomber del Pisa, in serie B. Ragazzi che hanno le spalle larghe, ma non sono ancora pronti. Il problema resta ed è condizionante.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Newcastle ceduto ai sauditi: l’accordo per 360 milioni, Conte probabile nuovo tecnico
Il club inglese rilevato da un consorzio guidato dal fondo sovrano del principe ereditario Mohammad Bin Salman. Termina una trattativa durata oltre un anno e osteggiata per la questione dei diritti civili in Arabia e per le controversie sullo streaming illegale
La famiglia reale saudita entra nella Premier League e si compra il Newcastle. L’acquisizione è stata ufficializzata giovedì con la cessione dal vecchio proprietario, il miliardario inglese Mike Ashley, in sella da 14 anni, a un consorzio guidato dalla Pcp Capital Partners, il fondo sovrano saudita presieduto dal principe ereditario Mohammad Bin Salman, insieme a un gruppo di investitori guidati dalla finanziera britannica Amanda Staveley.
Secondo la stampa britannica, la trattativa si sarebbe chiusa per una cifra che si aggira attorno ai 360 milioni di euro, dopo una controversia durata almeno un anno, e sollevata dagli club di Premier, contrari all’ingresso nel campionato di capitali provenienti dall’Arabia Saudita, a causa della questione dei diritti civili e per le accuse di streaming illegale delle partite arrivate dai rivali del gruppo qatariota BeIn Media. «Tutte le parti coinvolte hanno concordato che l’accordo è necessario — si legge in un comunicato — per porre fine alla lunga incertezza dei tifosi sulla proprietà del club. La Premier League ha avuto assicurazioni legalmente vincolanti che il Regno dell’Arabia Saudita non controllerà il Newcastle United Football Club».
Contro la decisione della Premier League di dare corso all’acquisizione, sono scesi in campo con dichiarazioni durissime Amnesty International e Hatice Cengiz, compagna del giornalista saudita Jamal Khashoggi, sparito tre anni fa dopo essere entrato nel consolato del proprio Paese a Istanbul: «Il principe Mohammed Bin Salman sta cercando di ripulire la propria reputazione, ma macchierà il nome di questo sport. Per la Premier league è un crollo», ha sottolineato Cengiz. Tuttavia tutte le prove dell’omicidio Kashoggi riconducono a un unico mandante, Mohammed Bin Salman. Sulla questione è intervenuta anche Amnesty Interntional, schieratasi apertamente contro l’acquisizione: «Pur non essendoci ostacoli legali alla conclusione dell’affare la Premier League avrebbe dovuto porsi una seria questione morale». Lo storico club vanta in bacheca 4 scudetti, 8 coppe d’Inghilterra e un Community Shield. Oggi naviga nelle acque basse della classifica. Sui tabloid già si parla di primi contatti con lo staff di Antonio Conte, che dovrebbe diventare il manager del nuovo corso dopo il quasi certo siluramento dell’attuale tecnico Steve Bruce.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Pioli al Festival dello Sport: «Ibrahimovic il più forte, Tonali aveva bisogno di equilibrio»
L’allenatore del Milan ospite d’onore della prima giornata della kermesse: «Per lo scudetto ci siamo e nella Champions credo ancora»
La ricorrenza esatta cade domani: 9 ottobre 2019. Due anni fa, eppure sembra una vita. Quanta strada ha fatto il Milan, quanta ne ha fatta Stefano Pioli. L’inizio non è stato semplice, con quello 0-5 in casa dell’Atalanta a segnare il punto più basso, un buco nero dal quale però i rossoneri sono usciti arrampicandosi «un centimetro alla volta», come nel celebre monologo di Al Pacino in «Ogni maledetta domenica», fino ad arrivare a rivedere la luce.
Da lì, una scalata: lo sbarco di Ibra, la crescita folgorante dei giovani, il secondo posto in campionato, il ritorno in Champions a sette anni dall’ultima volta. E ora il sogno di puntare a vincere qualcosa. La parola scudetto a Milanello non è più proibita. Così come la qualificazione agli ottavi di Champions non è ancora compromessa: «Dobbiamo crederci, le partite sono tante» ha detto Pioli sul palco del Festival dello Sport di Trento, la manifestazione organizzata dalla Gazzetta insieme a Trentino Marketing e giunta alla quarta edizione. Sullo scudetto: «Siamo forti e vogliamo stare lì fino alla fine, sarà dura, ma anche per gli altri». Col pubblico del teatro Sociale ha parlato di sé e del suo modo di vivere e lavorare: «Con i giocatori occorre essere diretti e chiari, anche nelle cose negative». Sul suo Milan, «nato dopo quella sconfitta di Bergamo», il tecnico non si nasconde: «Ora siamo più forti, questa squadra mi entusiasma e qui mi sento a casa». Sul progetto: «Col club condividiamo tutte le scelte, abbiamo deciso di investire sul talento dei giovani e questa strategia sta pagando». Su Tonali: «Aveva solo bisogno di trovare equilibrio». Su Ibrahimovic: «Qualunque cosa farà nel futuro, farà carriera, è il più grande che ho allenato». Sui tifosi: «Vicini e passionali, hanno sempre capito il nostro percorso». Che chissà dove può portare.
Ieri il Milan, oggi l’Inter. Stasera al teatro Sociale toccherà a Beppe Marotta, a.d. nerazzurro. In attesa dell’incrocio sul campo, previsto A San Siro per il 7 novembre, il derby della Madonnina va in scena a Trento, la casa del Festival. Che resterà tale ancora per un bel pezzo: proprio ieri è stato annunciato il rinnovo della collaborazione fra la città e Rcs per altri tre anni. L’annuncio è arrivato da Maurizio Fugatti, presidente della Provincia nel corso dell’inaugurazione. La soddisfazione del presidente di Rcs MediaGroup, Urbano Cairo: «Abbiamo passato un’estate meravigliosa con tante emozioni e tante vittorie e questo festival di Trento è il degno coronamento di un’estate così ricca di successi. L’esperienza in streaming, che continua anche quest’anno, è stata preziosissima e ci ha permesso di raggiungere un pubblico ancora più vasto, ma tornare in presenza è bellissimo».
Il patron del Torino — sul palco insieme al direttore della Gazzetta Stefano Barigelli, al sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, al presidente del Coni Giovanni Malagò, al sindaco Franco Ianeselli e al vice direttore vicario della rosea e direttore scientifico del Festival Gianni Valenti — ha toccato anche il delicato tema della crisi economica che sta investendo il calcio: «L’aumento della capienza negli stadi va bene, ma ci sarà bisogno di molto perché il calcio ha avuto una botta notevolissima dalla pandemia: non pensare di dare una mano a un settore così importante potrebbe essere un problema». Infine una battuta su Belotti: «Non credo abbia voglia di firmare. Ho fatto un’offerta che andava oltre le mie possibilità, non posso costringerlo a fare nulla».
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
11K likes, 141 comments - calcioinglese on October 7, 2021: "14 anni di delusioni, due retrocessioni, 0 investimenti, leggende come Shearer e Gutierrez tratta..."
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Figuriamoci alla Premier cosa gliene frega dei diritti civili in Arabia Saudita: questi ennesimi arabi che sbarcano in Inghilterra portereranno miliardi a quel campionato, e coi miliardi giocatori e stelle, e coi giocatori e stelle sponsor e luci e tv per il campionato...e dunque altri miliardi e dunque Premier che vieppiù sarà al primo posto tra tutti i campionati: questo interessa a chi gestisce quel torneo.
D'altro canto se il calcio si preoccupasse dei diritti civili non avrebbe assegnato i mondiali al Qatar. La serie A, che più che qualche cinese fake non riesce ad attrarre, pur di guadagnare due spicci si prostituisce agli arabi facendo giocare da anni la supercoppa in Arabia, per portare a casa due o tre milioni, una miseria, una cifra che non giustifica certo una trrasferta nel deserto...ma quando sei alla canna del gas vai ovunque pur di raccattare qualche centesimo.
Se i sauditi prenderanno davvero Conte, stavolta per Antonio non sarà complicato fare la lista della spesa.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
È anche per questo che la supercoppa italiana si giocherà in Arabia Saudita dove i tifosi di juve e Inter potranno facilmente seguire la propria squadra
È anche per questo che la supercoppa italiana si giocherà in Arabia Saudita dove i tifosi di juve e Inter potranno facilmente seguire la propria squadra
E a dicembre, quando sei in piena stagione...mentre tutti gli altri campionati l'hanno già giocata in agosto, come sarebbe logico.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Figuriamoci alla Premier cosa gliene frega dei diritti civili in Arabia Saudita: questi ennesimi arabi che sbarcano in Inghilterra portereranno miliardi a quel campionato, e coi miliardi giocatori e stelle, e coi giocatori e stelle sponsor e luci e tv per il campionato...e dunque altri miliardi e dunque Premier che vieppiù sarà al primo posto tra tutti i campionati: questo interessa a chi gestisce quel torneo.
D'altro canto se il calcio si preoccupasse dei diritti civili non avrebbe assegnato i mondiali al Qatar. La serie A, che più che qualche cinese fake non riesce ad attrarre, pur di guadagnare due spicci si prostituisce agli arabi facendo giocare da anni la supercoppa in Arabia, per portare a casa due o tre milioni, una miseria, una cifra che non giustifica certo una trrasferta nel deserto...ma quando sei alla canna del gas vai ovunque pur di raccattare qualche centesimo.
Se i sauditi prenderanno davvero Conte, stavolta per Antonio non sarà complicato fare la lista della spesa.
tutto verissimo.
solo una precisazione: a nessuno frega un kazz dei diritti civili non solo agli inglesi
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Ma per forza...Cioè qualcuno pensa credibile che quelli avrebbero dovuto restare dei poveracci per l'idealismo dei diritti civili in Arabia, invece di srotolare il tappeto ai turbanti ultramiliardari dei sauditi? Ma quale tifoseria al mondo non avrebbe stappato?
Nel calcio gli unici diritti civili a cui si tiene sono le vittorie (le proprie).
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
We process personal data about users of our site, through the use of cookies and other technologies, to deliver our services, personalize advertising, and to analyze site activity. We may share certain information about our users with our advertising and analytics partners. For additional details, refer to our Privacy Policy.
By clicking "I AGREE" below, you agree to our Privacy Policy and our personal data processing and cookie practices as described therein. You also acknowledge that this forum may be hosted outside your country and you consent to the collection, storage, and processing of your data in the country where this forum is hosted.
Commenta