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Le avversarie dell’Italia ai play-off: Irlanda del Nord, Svezia e Romania già sicure
Nella semifinale del 26 marzo gli azzurri affronteranno in casa una delle nazionali ripescate grazie alla Nations League. L’ultima possibile rivale uscirà da Galles-Macedonia del Nord
Non appena si alza un attimo l'asticella delle difficoltà, si torna ad essere quello che siamo: una nazionale dispersa nella mediocrità da anni ed anni...e svaniscono le fanfare dei tromboni e trombettieri mediatici.
Ne fai 5 all'Estonia ma ne prendi 4 in casa tua dalla Norvegia. Se l'Estonia è la serie C delle nazionali, e la Norvegia quella A, allora tu sei (da quasi 20 anni) nella serie B...e infatti vai ai playoff per l'ennesima volta.
Quel che però è peggio è il diffuso senso di rassegnazione, come se la mediocrità fosse ormai un destino dato e irrimediabile...uno stato mentale, e difatti si continua a colare a picco senza nemmeno provarci a fare, che so, delle riforme, a prendere il problema di petto...problema che ormai è strutturale, travalica la nazionale in se stessa e coinvolge tutto il movimento, basti guardare a come è ridotta la serie A.
magari fossimo da serie B!!
occhio che quelle squadre che troviamo negli spareggi io non le vedo inferiori a noi.........
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Quel che però è peggio è il diffuso senso di rassegnazione, come se la mediocrità fosse ormai un destino dato e irrimediabile...uno stato mentale, e difatti si continua a colare a picco senza nemmeno provarci a fare, che so, delle riforme, a prendere il problema di petto...problema che ormai è strutturale, travalica la nazionale in se stessa e coinvolge tutto il movimento, basti guardare a come è ridotta la serie A.
Finchè non si faranno cambi profondi non cambierà nulla. Non è certo il cambio dell'allenatore il problema, se non cambiano le poltrone in alto (Gravina pdm) e non cambiano campionati e regole
ah ma non sarà una partita sola ma pure semifinale e finale...
speriamo bene perchè quelle squadre se la possono giocare eccome contro questa italia
Ma difatti sarà una via crucis...intanto perchè sappiamo come vanno queste cose: quando hai la pressione di non poter fallire (sarebbe il terzo mondiale saltato), l'ansia da prestazione, la sensazione di dover scampare ad un patibolo...sono tutte condizioni che nel calcio portano malissimo.
Poi ci saranno anche gli avversari, perchè come ci vuoi andare tu ai mondiali, ci vogliono andare anche loro...e quindi non esiste che l'Italia sia "favorita" contro qualunque delle avversarie probabili.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ma difatti sarà una via crucis...intanto perchè sappiamo come vanno queste cose: quando hai la pressione di non poter fallire (sarebbe il terzo mondiale saltato), l'ansia da prestazione, la sensazione di dover scampare ad un patibolo...sono tutte condizioni che nel calcio portano malissimo.
Poi ci saranno anche gli avversari, perchè come ci vuoi andare tu ai mondiali, ci vogliono andare anche loro...e quindi non esiste che l'Italia sia "favorita" contro qualunque delle avversarie probabili.
A me preoccupano quelle squadre, sono tutte più forti di Moldova e Israele
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Perché la Nazionale teme il sorteggio play off; Zaniolo e Berardi è giusto non convocarli; Soffriamo le individualità: domande e risposte
La Nazionale di Gattuso rischia di non andare al Mondiale: Rino adatti il talento che ha, non ha tempo di fare sperimentazioni. Avrà uno stage a febbraio
di Paolo Condò
1 Il k.o. di San Siro contro la Norvegia ha stroncato quel po’ di fiducia che stava rifiorendo attorno all’Italia di Gattuso. Ma davvero rischiamo di saltare un altro Mondiale?
Assolutamente sì. La nostra vacanza dall’élite del calcio non ha nulla di episodico: ne siamo usciti per un cumulo di ragioni e non c’è alcun rientro garantito, esattamente come siamo stati per decenni una cenerentola del tennis mentre oggi è uno sport che dominiamo. Le cose cambiano, anche velocemente, e il focus va ora posto sulle due partite di spareggio che si frappongono tra noi e il Mondiale. I processi li faremo dopo. Le Nazionali forti si stanno qualificando tutte, non c’è un Portogallo in giro come quattro anni fa, e quindi è corretto considerarci fra i migliori, o i meno peggio. Però nell’urna di giovedì ci saranno tanti buoni giocatori (Isak e Gyokeres per la Svezia, McTominay e Ferguson per la Scozia, Lobotka per la Slovacchia, Schick per la Repubblica Ceca) e noi le individualità le soffriamo. In ogni caso, la semifinale dei playoff è in casa e in qualche modo — sbilanciamoci — la passeremo. Smettetela di ripetere che l’altra volta la Macedonia ci fece fuori al primo match: lo sanno anche i muri ormai, e comunque ci fu molto di casuale. Il sorteggio di giovedì deciderà rivale e soprattutto sede della finale: ecco, in quella pallina risiede il 50 per cento del nostro futuro. Ci sono fresche indipendenze nell’urna, e quelle portano entusiasmo e motivazioni: andare in Kosovo, per intenderci, sarebbe pericoloso.
2 Lo slogan più sentito negli ultimi anni, comprensibilmente disfattista, è «questi siamo». Ma è davvero così, oppure c’è qualche ingresso o ritorno che potrebbe migliorare la squadra?
Al 90% siamo questi, e il problema è che Gattuso comunque non avrebbe il tempo di sperimentare alcunché: da qui ai playoff di marzo la trattativa con i club, durissima, è su due giorni di stage a febbraio. Il campionato ha rilanciato due ex: Berardi, ma il suo ruolo in questa Nazionale non è contemplato, e Zaniolo, che pare rinato. Un recupero potenzialmente importante perché fisico e tecnica in quel mix non ce l’ha nessuno, ma occorrerebbe capire se il suo rientro sarebbe indolore. Resta Federico Chiesa, il migliore (con Donnarumma) del glorioso 2021 sparito dai radar a Liverpool, dove continua a giocare pochissimo, e probabilmente per questo non sollecita la chiamata pur parlando spesso con Gattuso. Che spreco.
3 Ma come dovrebbe giocare Gattuso per migliorare questa Nazionale?
L’Italia è dotata in alcuni ruoli e scoperta in altri, il trucco sarebbe quello di costruirla usando (e quindi adattando) i talenti che possiede. Non si può giocare con più di un portiere purtroppo, e sì che ne avremmo tre di alto livello, ma si possono schierare più terzini mancini, l’altro ruolo in cui siamo ricchi: magari Calafiori dietro e Dimarco davanti, in un 4-4-2 che penderebbe a sinistra, o in un 4-2-3-1 dove due dei molti centravanti a disposizione dovrebbero giocare in verticale (Kean dietro Retegui, o Pio Esposito): ed è un modulo che riaprirebbe la strada a Berardi e Zaniolo. Siamo poveri di creatività a centrocampo: l’unica ipotesi di 10 da inserire accanto alle mezzali Barella e Tonali era Daniel Maldini, ma non ha mai rispettato le promesse. E in difesa abbiamo gravi problemi di marcatura che coinvolgono tutti, anche le ex certezze come Bastoni. Il gol del 2-1 di Haaland grida vendetta al cielo per la libertà con la quale ha colpito il cross di Bobb.
4 E quindi stiamo cercando di qualificarci per poi fare cosa, esattamente?
Domanda cattiva, non saremo certo competitivi per vincere ma intanto andiamoci, ché tutto il movimento ne ha bisogno. Magari l’entusiasmo per il Mondiale ritrovato consentirebbe alla federazione di accelerare sulla strada delle riforme. Ne proponiamo una: la separazione delle carriere fra istruttori di calcio giovanile e allenatori. Chiunque frequenti i campetti scopre che l’insegnamento della tecnica ai ragazzini, la base di tutto, ha lasciato il passo alla ricerca del gran fisico e allo sviluppo della tattica, perché così gli allenatori delle giovanili vincono le partite e si propongono per i livelli superiori. Il gap tecnico con Spagna, Francia, Inghilterra e ormai anche Norvegia nasce così.
CorSera
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Conte torna a Napoli ma il copione non cambia: regole e sacrificio. Svolta o deadline
Il tecnico torna a Castel Volturno dopo sette giorni di assenza. Ha otto partite per invertire la rotta degli azzurri. Non arretra sui metodi: sacrificio nell'atteggiamento, lavoro senza sconti. Vuole gli occhi della tigre, altrimenti il passo indietro diventa inevitabile
Conte è rientrato a Napoli dopo sette giorni. Ha varcato i cancelli del centro sportivo, due ore prima della seduta di allenamento fissata per le 15, mettendo a tacere le voci (residue) che hanno tinto di giallo il suo ritorno. Il comandante c'è, e non ha mai pensato di non esserci. Sorridente, fermo, ritemprato ma rigoroso.
Gli interrogativi in casa Napoli resistono, la decisione del tecnico di prendersi un'inattesa settimana di vacanza dagli allenamenti nel difficile post Bologna ha sorpreso tutti, ma il momento della verità arriva ora. Davanti a sé Conte ha 24 giorni intensi di lavoro, otto partite, forse nove (una più importante dell'altra). L'intenzione è di recuperare l'alchimia e quel sentimento ossessivo di non mollare di un centimetro. Richieste inderogabili, altrimenti il passo indietro diventa ineluttabile. Nei mesi scorsi il fiuto dell'esperienza gli aveva fatto intuire che la squadra aveva perduto il centro e il calo (prestazioni e risultati) ne era già una conseguenza. Ad aspettare Antonio mezza squadra, dalle Nazionali sono rientrati soltanto gli italiani, ma ieri hanno avuto loro un permesso.
Conte non arretra sui metodi di lavoro, anzi. Il sacrificio, soprattutto nell'atteggiamento, rappresenta la carta vincente del suo mazzo, quello che in carriera gli ha permesso l'all-in. Si rende conto, però, che gli infortuni sono tanti — ruoli cruciali, Anguissa è una mazzata — e che qualche acquisto dell'estate scorsa ha disatteso le aspettative. C'è il mercato di gennaio per questo, e il Napoli è già attivo.
Ma l'inversione di rotta è necessaria adesso: Antonio ieri ha (ri)indossato l'elmetto, ha tirato il fiato (i giorni lontano gli hanno restituito energia) ed è tornato a impartire i suoi comandamenti. Si lavora senza sconti. Serietà e concretezza: ultimo tentativo per frenare la deriva. Perché tornare in mare calmo è possibile (il Napoli è secondo in classifica ed è in corsa Champions) nel nome del lavoro. Conte è scaltro, sa che la sua ultima chiamata potrebbe disperdersi nel vento gelido di Castel Volturno, quindi si è dato un tempo. Un tempo ragionevole per rimettere insieme le parti di un amore che non è stato un calesse ma è attraversato da una crisi di intolleranza. Lukaku, che sta provando a recuperare in fretta (la convocazione potrebbe esserci a fine mese contro la Roma), lo appoggia. Sa leggere il vocabolario del suo mentore, sa interpretarlo e sa anche come trasferirlo ai compagni.
Antonio ha parlato poco alla squadra, dovrà tornare sull'argomento quando saranno rientrati tutti, non è escluso che il presidente De Laurentiis programmi una visita nei prossimi giorni al centro sportivo per rendere il sostegno al suo allenatore ancor più forte. Anche lui tenta il tutto per tutto. Nel rapporto fra Conte e il Napoli tutto si gioca sul tempo: urgono (già sabato contro l'Atalanta, poi ci saranno la Champions e la Roma) risposte alternative ai pareggi senza gloria contro Como e Eintracht, alle sconfitte di Eindhoven e Bologna. Conte non cambia registro: vuole rivedere gli occhi della tigre, vuole percepire il sacrificio. Vuole che non si molli, altrimenti a mollare potrebbe essere lui. Non è un ultimatum, ma una presa di coscienza. Una conseguenza logica.
CorSera
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Mondiali 2026, anche la Macedonia del Nord per i playoff dell'Italia: giovedì il sorteggio
Terminati i gironi per i Mondiali 2026: la Macedonia del Nord grazie alla Nations League si unisce a Svezia, Irlanda del Nord e Romania nel lotto delle possibili avversarie dell'Italia. Scozia qualificata diretta all'ultimo respiro
Ora il quadro è completo: la Macedonia del Nord (ko 7-1 col Galles) va ad aggiungersi a Svezia, Irlanda del Nord e Romania come possibile avversaria degli azzurri nella semifinale playoff per il Mondiale. Il sorteggio sarà giovedì alle 13 a Zurigo (diretta tv su RaiSport e Sky).
Si giocherà il 26 marzo in gara secca: in caso di parità al 90’, supplementari e rigori. Essendo in prima fascia, avremo il vantaggio di giocare in casa: Bergamo è in pole position, la Federcalcio vuole un impianto di media dimensione e con le tribune attaccate al campo, in modo che i tifosi facciano la loro parte.
Giovedì conosceremo anche la strada verso l’eventuale finale del 31 marzo contro la vincente della sfida fra una squadra della seconda fascia e una della terza. Polacchi, cechi e slovacchi i più temibili. Prima però bisogna superare la semifinale.
E per riuscirci, servirà rialzare la testa dopo lo choc dell’1-4 contro la Norvegia. «Dobbiamo ripartire dal primo tempo, lì siamo stati squadra» ha detto il c.t. Gattuso, che spinge per uno stage a febbraio. Il dialogo con la Lega è aperto. Più dura anticipare la 30ª giornata.
Ai Mondiali, qualificate direttamente, vanno anche Austria e Scozia: quest'ultima, con due gol nel recupero, ha avuto ragione della Danimarca (ridotta in 10), cui il pareggio sarebbe bastato.
CorSera
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