Pioli o Ranieri in Nazionale: il dopo Spalletti passa dalla decisione di Gravina
Dopo il disastro in Norvegia la Figc valuta l’esonero di Spalletti. Gravina e il c.t. hanno già discusso a Firenze, l’atmosfera resta tesa
Un anno dopo le stesse parole, le stesse facce stravolte, lo stesso dubbio: va esonerato Spalletti? Gravina se lo chiede dall’intervallo della disastrosa partita all’Ullevaal stadion, che consegna alla storia della Nazionale un’altra pagina nera. La risposta stavolta potrebbe essere differente rispetto a quella maturata lo scorso luglio. Alla fine dell’Europeo, la Figc aveva promosso Buffon e scelto di andare avanti con l’uomo del miracolo Napoli. Ora potrebbe imboccare una strada diversa per dare una sterzata e provare a salvare la corsa al Mondiale, che appare già compromessa.
Dopo appena una partita, che si è rivelata un’apocalisse, siamo già spalle al muro, a un passo dal baratro, condannati a un inseguimento umiliante e con scarse possibilità di successo. I maledetti playoff, che ci sono stati fatali già due volte, sembrano l’unica via di accesso per una squadra senza anima. Per ribaltare la drammatica situazione in cui ci siamo cacciati dovremmo vincere tutte e 7 le gare del girone e farlo a suon di gol in modo da annullare la differenza reti che adesso ci condanna. La Norvegia è a più 10, noi a meno 3: 13 gol da rimontare.
Numeri freddi e aridi, ma spietati. L’Italia dopo la debacle è subito rientrata a Coverciano, chiusa nella propria disperazione. Musi lunghi e poca voglia di parlare. Gravina e Spalletti, dopo un breve confronto nella pancia dello stadio, lo hanno fatto più approfonditamente sul volo charter che ha riportato la squadra a Firenze.
Il piano immediato è salvare il salvabile, cioè pensare a vincere domani sera a Reggio Emilia contro la Moldova, una partita sulla carta semplice, ma che può presentare grandi insidie considerando il clima intorno all’Italia e la condizione fisica e nervosa del gruppo. Nello stesso tempo il presidente studierà il da farsi, una riflessione a ampio raggio, attraverso una serie di colloqui mirati. Il primo proprio con lo stesso Spalletti, per capire lo stato d’animo del tecnico, se ha l’energia per gestire un’altra ripartenza come era successo dopo la Svizzera. Non sono da escludere neppure le dimissioni del c.t. attraverso una risoluzione consensuale. Gravina parlerà anche con Buffon, il capo delegazione e insieme andranno dai giocatori per verificare se la squadra allo sbando è pronta a seguire l’allenatore.
Serve una scossa e serve adesso. Altrimenti sarà presa una decisione traumatica. Sono già allo studio le alternative. I tifosi vorrebbero Claudio Ranieri, 73 anni, il normalizzatore che ha preso la Roma a un passo dalla zona salvezza e attraverso 19 risultati utili consecutivi l’ha portata in Europa League e adesso, dopo la scelta di Gasperini, consulente personale del presidente Dan Friedkin. Nei pensieri di Gravina c’è anche Stefano Pioli, ma agganciare l’ex allenatore del Milan, primo obiettivo della Fiorentina, non è semplice per questioni economiche e fiscali con le quali sta combattendo da giorni il club di Commisso. Pioli in Arabia è legato da un altro anno di contratto da 12 milioni netti con l’Al Nassr.
Gli altri nomi, compreso il ritorno di Mancini che ha mandato segnali di pace, non sembrano piste praticabili come il suggestivo impiego di un campione del mondo sulla panchina che scotta: da De Rossi a Cannavaro, passando per Gattuso. Un ruolo importante l’avrà Buffon, che venerdì notte sotto la pioggia ci ha messo la faccia: «Dobbiamo tirare fuori il sacro fuoco. Siamo spenti, è una questione anche fisica, di fibre. La Norvegia aveva qualcosa più di noi. Spalletti, se lo conosco bene, si accende persino di più dopo una sconfitta come questa e non è il momento di cercare alibi che possono fare male ai giocatori».
Di sicuro sino a domani sera i discorsi sul futuro resteranno vaghi per non peggiorare una situazione già drammatica. Martedì, probabilmente in Federcalcio, Gravina e Spalletti faranno il punto della situazione. Decisivo e senza sconti. Luciano, con senso di responsabilità, si è preso la colpa della situazione. Ma il caso Nazionale va oltre i meriti e i demeriti di un c.t., è una crisi profonda che coinvolge tutto il sistema.
CorSera
Dopo il disastro in Norvegia la Figc valuta l’esonero di Spalletti. Gravina e il c.t. hanno già discusso a Firenze, l’atmosfera resta tesa
Un anno dopo le stesse parole, le stesse facce stravolte, lo stesso dubbio: va esonerato Spalletti? Gravina se lo chiede dall’intervallo della disastrosa partita all’Ullevaal stadion, che consegna alla storia della Nazionale un’altra pagina nera. La risposta stavolta potrebbe essere differente rispetto a quella maturata lo scorso luglio. Alla fine dell’Europeo, la Figc aveva promosso Buffon e scelto di andare avanti con l’uomo del miracolo Napoli. Ora potrebbe imboccare una strada diversa per dare una sterzata e provare a salvare la corsa al Mondiale, che appare già compromessa.
Dopo appena una partita, che si è rivelata un’apocalisse, siamo già spalle al muro, a un passo dal baratro, condannati a un inseguimento umiliante e con scarse possibilità di successo. I maledetti playoff, che ci sono stati fatali già due volte, sembrano l’unica via di accesso per una squadra senza anima. Per ribaltare la drammatica situazione in cui ci siamo cacciati dovremmo vincere tutte e 7 le gare del girone e farlo a suon di gol in modo da annullare la differenza reti che adesso ci condanna. La Norvegia è a più 10, noi a meno 3: 13 gol da rimontare.
Numeri freddi e aridi, ma spietati. L’Italia dopo la debacle è subito rientrata a Coverciano, chiusa nella propria disperazione. Musi lunghi e poca voglia di parlare. Gravina e Spalletti, dopo un breve confronto nella pancia dello stadio, lo hanno fatto più approfonditamente sul volo charter che ha riportato la squadra a Firenze.
Il piano immediato è salvare il salvabile, cioè pensare a vincere domani sera a Reggio Emilia contro la Moldova, una partita sulla carta semplice, ma che può presentare grandi insidie considerando il clima intorno all’Italia e la condizione fisica e nervosa del gruppo. Nello stesso tempo il presidente studierà il da farsi, una riflessione a ampio raggio, attraverso una serie di colloqui mirati. Il primo proprio con lo stesso Spalletti, per capire lo stato d’animo del tecnico, se ha l’energia per gestire un’altra ripartenza come era successo dopo la Svizzera. Non sono da escludere neppure le dimissioni del c.t. attraverso una risoluzione consensuale. Gravina parlerà anche con Buffon, il capo delegazione e insieme andranno dai giocatori per verificare se la squadra allo sbando è pronta a seguire l’allenatore.
Serve una scossa e serve adesso. Altrimenti sarà presa una decisione traumatica. Sono già allo studio le alternative. I tifosi vorrebbero Claudio Ranieri, 73 anni, il normalizzatore che ha preso la Roma a un passo dalla zona salvezza e attraverso 19 risultati utili consecutivi l’ha portata in Europa League e adesso, dopo la scelta di Gasperini, consulente personale del presidente Dan Friedkin. Nei pensieri di Gravina c’è anche Stefano Pioli, ma agganciare l’ex allenatore del Milan, primo obiettivo della Fiorentina, non è semplice per questioni economiche e fiscali con le quali sta combattendo da giorni il club di Commisso. Pioli in Arabia è legato da un altro anno di contratto da 12 milioni netti con l’Al Nassr.
Gli altri nomi, compreso il ritorno di Mancini che ha mandato segnali di pace, non sembrano piste praticabili come il suggestivo impiego di un campione del mondo sulla panchina che scotta: da De Rossi a Cannavaro, passando per Gattuso. Un ruolo importante l’avrà Buffon, che venerdì notte sotto la pioggia ci ha messo la faccia: «Dobbiamo tirare fuori il sacro fuoco. Siamo spenti, è una questione anche fisica, di fibre. La Norvegia aveva qualcosa più di noi. Spalletti, se lo conosco bene, si accende persino di più dopo una sconfitta come questa e non è il momento di cercare alibi che possono fare male ai giocatori».
Di sicuro sino a domani sera i discorsi sul futuro resteranno vaghi per non peggiorare una situazione già drammatica. Martedì, probabilmente in Federcalcio, Gravina e Spalletti faranno il punto della situazione. Decisivo e senza sconti. Luciano, con senso di responsabilità, si è preso la colpa della situazione. Ma il caso Nazionale va oltre i meriti e i demeriti di un c.t., è una crisi profonda che coinvolge tutto il sistema.
CorSera
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