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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Sarri a Sky Sport: "La mia Juve ancora in fase di alti e bassi, è normale. Champions obiettivo, nel 2020 dobbiamo vincere e convincere"

    Attraverso i microfoni di Sky Sport sono arrivate altre dichiarazioni di Maurizio Sarri che ha parlato del suo passato, del suo presente e del suo futuro:

    L'avventura al Chelsea?
    Mi ha accresciuto molto l'esperienza in Premier, che è un campionato straordinario per qualità tecniche e con una grande mentalità. In più è bellissimo l'aspetto ambientale. Mai un insulto in uno stadio avversario, pieni sempre di bambini. Vorrei rivedere le stesse scene in Italia. Spero di fare in tempo".

    I calciatori inglesi?
    "Hanno un carattere particolare che li vedi allenarsi ogni giorno a ritmi infernali. Hanno un DNA che affonda le radici nella storia di un popolo abituato a combattere".

    Le gare più belle?
    "Il 4-1 sull'Arsenal è stata la gara che mi ha dato più soddisfazione così come la bellissima prestazione in casa del City. Ci sono state, però, anche prestazioni brutte durante il corso dell'anno".

    Napoli ostaggio di Sarri?
    "Non posso dirlo da 800 km di distanza. Io sono legato all'ambiente e al gruppo di giocatori grazie al quale ho fatto un grande salto di qualità".

    Io allenatore duttile?
    "A Napoli, ad esempio, piano piano ci siamo resi conto che con un gruppo con elementi come Insigne, Callejon, Mertens e Higuain era necessario cambiare impostazione".

    La mia Juventus?
    "Siamo ancora in una fase di alti e bassi. Ci sono momenti in cui giochiamo da squadra e in altri meno. Rientra nella normalità, non esiste il tutto e subito. La cosa particolare è che prendiamo gol nell'area piccola, un dettaglio che nella Juventus degli ultimi anni non si era mai visto. Dobbiamo migliorare in questo contestualmente alla crescita di elementi di elementi nuovi come Demiral e De Ligt. Il Liverpool di Klopp è cresciuto nel tempo e oggi è sul tetto del mondo. Siamo una squadra che vuole vincere pur sapendo che in Europa non è mai semplice. La Champions deve essere un obiettivo, ma con la consapevolezza che ci sono dei rischi dovuti all'alta qualità degli avversari.

    Il tridente?
    "È sicuro. Poi sulla tipologia di schieramento, con il trequartista con Bernardeschi oppure Ramsey o i tre in linea, dipenderà dalla situazione dei vari giocatori".

    Le parole chiave del 2020?
    "Dobbiamo continuare a vincere e convincere. Vincere col predominio sulle partite è quello che voglio e finora si è visto a sprazzi".


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    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      M'accontenterei di vincere anche senza convincere, perchè la vittoria è di per se stessa un assoluto, quindi se vinci convinci tout-court.

      Caro Maurizio, vediamo di vincere senza preoccuparci di altro, che nella vittoria c'è già tutto. Hai vinto pure poco in carriera quindi hai anche da recuperare il tempo perduto...ecco, diamoci da fare.
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        Originariamente Scritto da Marco pl
        i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
        Originariamente Scritto da master wallace
        IO? Mai masturbato.
        Originariamente Scritto da master wallace
        Io sono drogato..

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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          M'accontenterei di vincere anche senza convincere, perchè la vittoria è di per se stessa un assoluto, quindi se vinci convinci tout-court.

          Caro Maurizio, vediamo di vincere senza preoccuparci di altro, che nella vittoria c'è già tutto. Hai vinto pure poco in carriera quindi hai anche da recuperare il tempo perduto...ecco, diamoci da fare.
          Mario Mandzukic*lascia l'Italia e ricomincia dal Qatar. L'attaccante croato, fuori dal progetto tecnico della Juventus, si trasferisce*all'Al Duhail. Lo annuncia lo stesso club arabo con un post su Twitter. Nei giorni scorsi il nome dell'ormai ex juventino era stato accostato anche alla Roma come possibile vice-Dzeko. Nei giorni scorsi la trattativa era saltata per poi concludersi definitivamente in senso positivo.

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            Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
            Mario Mandzukic*lascia l'Italia e ricomincia dal Qatar. L'attaccante croato, fuori dal progetto tecnico della Juventus, si trasferisce*all'Al Duhail. Lo annuncia lo stesso club arabo con un post su Twitter. Nei giorni scorsi il nome dell'ormai ex juventino era stato accostato anche alla Roma come possibile vice-Dzeko. Nei giorni scorsi la trattativa era saltata per poi concludersi definitivamente in senso positivo.

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            Sarà la volta buona?

            Comunque la Juve non ha un vice-Higuain. Kean e Mandzukic non sono stati sostituiti e il Pipita non è più quello di una volta.

            Quello è un vuoto di mercato, inutile girarci intorno.
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              Pesa Ronaldo. Da solo fa 60 milioni lordi.

              Poi ci sarebbe da aprire un capitolo su degli stipendi alti dati ad alcuni parametri zero che non sono tutto questo campioni...voglio dire, Rabiot è arrivato a zero e mi pare che prende 7 milioni...troppi. Anche lui è uno che dovrà dare e fare molto di più nel 2020.
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                Buon Natale. Auguri a tutti
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                  Milan, unità di crisi per uscire dall'inferno (sognando Ibrahimovic)

                  La dirigenza si ricompatta, anche se la posizione di Maldini resta la più delicata. Lo svedese intanto resta nei piani, utile anche come leader per i giovani. Si lavora al prestito di Todibo

                  Fanno e faranno ancora un male del diavolo, quei cinque schiaffi. Troppo improvvisi, troppo violenti, troppo tutto. E sarà così ancora per un pezzo, perché andare a fondo a quella maniera è stato un colpo non solo alla classifica, ma anche all’autostima, al cuore, all’anima, di una squadra e di un club che prima della maledetta ordalia di Bergamo stavano trovando coraggio, idee, certezze. Che a questo punto si possono recuperare solo attraverso una compattezza di visione e di intenti che al Milan è troppo spesso mancata, in questi mesi. A tutti i livelli.

                  Tutti uniti, avanti insieme: questa la parola d’ordine che circola in queste ore al quarto piano di Casa Milan, dove si prendono le decisioni che contano. E che non sempre, in questa prima metà di stagione, sono state quelle giuste, anche per via di divisioni interne che ora si cercherà di superare attraverso quella che sembra essere una vera e propria unità di crisi. Che ha come slogan il concetto di compattezza. Niente dimissioni, niente colpi di scena: ognuno resta dov’è. Almeno fino a giugno. Poi si vedrà, anche in base a come sarà andata a finire questa stagione. Ma fino ad allora si va avanti così. Con l’a.d. Gazidis al vertice della piramide decisionale e col d.t. Maldini, il chief football officer Boban e il d.s Massara a comporre il quadro dei responsabili dell’area tecnica.


                  Questo è quanto ha deciso Elliott. La proprietà non aveva gradito le parole di Boban dopo il 5-0, quel «sul mercato vedremo cosa ci permetteranno di fare» che a Londra era stato interpretato come una critica nei confronti della politica societaria. Ieri c’è stato un chiarimento fra le parti, il riferimento del dirigente croato era ai vincoli oggettivi del Financial fair play, niente di più. Tutto a posto? Così sembra, ciò che conta è che si vada finalmente verso una sintonia reale. Risulta fra l’altro che negli uffici di Elliott ci sia una certa stima nei confronti di Boban, del quale si apprezza il coraggio di metterci sempre la faccia, come è avvenuto anche dopo l’Atalanta.

                  Più delicata resta invece la posizione di Maldini, al quale viene imputata la responsabilità di scelte di mercato che non hanno fin qui pagato. Non è comunque ancora il tempo per le rivoluzioni, la sintesi del pensiero della società, ora l’unica cosa che conta è provare a raddrizzare la stagione. Con lucidità, con onestà, perché è ormai chiaro che la corsa Champions è un miraggio. Ma anche con la consapevolezza che siamo a nemmeno metà campionato. E che non è finita.

                  Il Milan non può in effetti essere davvero quello di Bergamo, non così brutto, come ha detto anche Gianni Rivera, uno che generalmente non le manda a dire: «La squadra ha buoni valori, non buonissimi in assoluto ma abbastanza per avere un’altra posizione di classifica» le parole dell’ex Golden Boy a Radio anch’io Sport su Radio1.

                  La prova del fatto che il Milan vuole continuare a crederci arriva dal mercato. Con una novità dall’affare Ibrahimovic: nella serata di domenica gli è stata recapitata una nuova proposta. A poche ore dalla disfatta di Bergamo, i manager rossoneri, dopo giorni di silenzio durante i quali sono rimasti in rispettosa attesa di una risposta, hanno contattato di nuovo lo svedese. L’offerta non è stata modificata nei termini economici quanto negli aspetti contrattuali. In pratica la durata dell’accordo si trasformerebbe da 6 mesi a 18 non in base alla qualificazione all’Europa ma al rendimento in campo. Il centravanti, compiaciuto, e da sempre convinto di voler trasferire la famiglia dall’altra parte dell’Oceano per un tempo medio-lungo, si è preso comunque qualche giorno per riflettere con i familiari. Il Diavolo è fiducioso, spera di aver toccato le corde giuste per spingerlo ad accettare.

                  L’obiettivo è averlo a disposizione per il 30 dicembre a Milanello, fra una settimana, quando riprenderanno gli allenamenti dopo la sosta. Boban e Maldini sono consapevoli che a 38 anni Ibrahimovic avrebbe bisogno di almeno un mese per raggiungere la piena efficienza fisica, ma sono anche convinti che il suo inserimento in uno spogliatoio di ragazzi di grande talento ma relativa personalità avrebbe benefici immediati. Un esempio è Leao: i dirigenti sono certi che, sotto l’egida protettiva di Zlatan, in due mesi godrebbe di progressi che normalmente sarebbero raggiungibili in due anni.

                  Non è un dettaglio che anche il tecnico Stefano Pioli abbia fornito esplicitamente l’assenso all’operazione, domenica: «Zlatan è un grande campione che alzerebbe la competitività, ci darebbe la voglia e la determinazione che poi ci occorrono in partita». Entro la stessa data si spera che si sblocchi anche l’affare relativo al difensore francese Todibo, alla cui cessione in prestito il Barcellona ha già fornito l’assenso. È il giocatore a dover scegliere adesso tra le varie opzioni sul tavolo: il Bayer Leverkusen è l’alternativa più concreta alla pista rossonera. Ma anche qui c’è ottimismo. Pian piano, dopo gli schiaffi, il Diavolo prova a rimettersi in piedi. Ce la farà?



                  CorSera
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                    Mezza Europa su Haaland, ma in pole c'è la Juventus

                    Bianconeri in pressing sul Salisburgo per portare in Italia il norvegese già a gennaio. Ibrahimovic deve valutare l'offerta di 18 mesi fatta dal Milan. Il Napoli pensa a Paredes, il Barcellona torna su Neymar. Attacco da reinventare per la Fiorentina: piacciono Politano e Cutrone

                    Su Erling Haaland piomba anche la Juventus. Il giovane attaccante del Salisburgo diventa l'obiettivo principale dei bianconeri per il mercato di gennaio, almeno stando a quello che riportano i media spagnoli. Il gigante norvegese potrebbe lasciare il club austriaco per una cifra intorno ai 30 milioni di euro ma la Juventus dovrà vedersela con una concorrenza spietata, dal Manchester United al Lipsia, con il club tedesco che può far valere il canale preferenziale Red Bull.

                    Milan-Ibrahimovic, si riparte


                    Torna a infiammarsi la trattativa tra Zlatan Ibrahimovic e il Milan. Il tracollo con l'Atalanta ha convinto la società rossonera ad accelerare nuovamente per lo svedese, per il quale è pronto un contratto di 18 mesi. L'unico ostacolo per il ritorno di Zlatan in rossonero sembra essere Carlo Ancelotti, che potrebbe farne il primo tassello per il suo nuovo progetto all'Everton.

                    Cavani e Neymar, le spine del PSG

                    Mentre sembra inattaccabile il futuro parigino di Kylian Mbappé, pietra angolare del club campione di Francia, è ancora tutto da scrivere quello di Neymar, che continua a essere l'obiettivo principale del Barcellona, pronto a un nuovo assalto in estate, e soprattutto di Edinson Cavani, che è in scadenza di contratto con il club e piace all'Atletico Madrid. I "colchoneros" non vogliono spendere troppo per il cartellino di un giocatore ormai prossimo alla scadenza, allo stesso tempo il PSG non ha bisogno di soldi ed è disposto a perdere a zero il calciatore.

                    Napoli, idea Paredes

                    Gennaro Gattuso ha le idee chiare sul mercato: vuole un regista per ridare equilibrio al centrocampo del suo nuovo Napoli. Per questo motivo, ha chiesto al d.s. Giuntoli di sondare il Paris Saint-Germain per Leandro Paredes, che non sta brillando nella sua esperienza parigina. L'altro nome che piace a Gattuso è quello dell'ex sampdoriano Torreira, ora all'Arsenal, ma difficilmente i Gunners se ne priveranno a stagione in corso.

                    Il Genoa su Borini

                    Il nome del nuovo allenatore ancora non si conosce, ma il Genoa si sta già muovendo per il mercato di gennaio. Oltre ai tanti nomi in uscita - da valutare anche alcuni elementi importanti come Schone e Pinamonti - e al dubbio allenatore, la società del patron Preziosi avrebbe riallacciato i rapporti con il Milan per far arrivare sotto la Lanterna Fabio Borini, ai margini sia con Giampaolo che con Pioli.

                    Fiorentina, attacco da inventare

                    Pedro sembra in uscita, Ribery è fuori per almeno tre mesi, Chiesa non si sta rivelando affidabile sotto porta. La nuova Fiorentina di Beppe Iachini dovrà rifarsi il look sul mercato per cercare di portare in dote i gol salvezza. Matteo Politano continua a essere uno degli obiettivi viola, ma l'Inter non si schioda dalla richiesta di almeno 25 milioni di euro per l'esterno che proprio con Iachini, al Sassuolo, aveva fatto benissimo da seconda punta nel 3-5-2. Il tecnico vorrebbe anche un numero 9 classico, tra le alternative si valutano Simone Zaza, mai diventato centrale nel gioco di Mazzarri e Patrick Cutrone, che non ha ancora trovato un posto da titolare al Wolverhampton.

                    Bianconeri in pressing sul Salisburgo per portare in Italia il norvegese già a gennaio. Ibrahimovic deve valutare l'offerta di 18 mesi fatta dal Mil…
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                      Juventus, Sarri: "Ancora troppi alti e bassi, serve pazienza"

                      Il tecnico bianconero: "Occorre tirare su dei ragazzi acerbi, per quello che è il nostro campionato e la mentalità del calcio italiano, come Demiral e de Ligt". E ancora: "Il Liverpool di Klopp nei primi due anni ha fatto un undicesimo e un ottavo posto"


                      "Gli obiettivi per il 2020? A livello di Juventus non si possono fare grandi graduatorie. Questa è una società che vuole vincere sempre, pur sapendo che in Europa la situazione è complicata. La Champions dev'essere un obiettivo, ma con la consapevolezza che, un po' per la forza degli avversari e un po' per il fatto di essere un torneo a eliminazione diretta, ci potranno essere sempre rischi ed episodi". Sono le parole di Maurizio Sarri nel suo primo Natale da allenatore bianconero.

                      "Continuare a vincere e convincere"

                      Per il 2020 la parola d'ordine per Sarri è "continuare a vincere e convincere. Mi sembra di essere Arrigo, però è qualcosa di ancora attuale e vero: vincere meritando la vittoria, con il predominio sulle partite. Finora si è visto solo a sprazzi, ma fa tutto parte del percorso che ho detto prima", ha affermato il tecnico della Juventus a Sky Sport. "Il tridente? Dipende da chi considero in quel momento il giocatore che ci può far fare la differenza. Bernardeschi in quel ruolo è quello che fa la fase difensiva migliore, Ramsey è un raccordatore di ottimo palleggio e di eguale talento - ha precisato Sarri -. La Supercoppa? Siamo arrivati con poche energie e le abbiamo pagate. Ci dispiace, lasciare un trofeo dispiace sempre. La squadra si è allungata, ha perso le distanze tra i reparti e tra i singoli. Quindi la Lazio ha giocato in pochi spazi e con tempo a disposizione. Questo non ci deve capitare". "La Lazio in questo momento vive una condizione psicofisica straordinaria e come sempre quando hai entusiasmo e pensi positivo gli episodi sono tutti favorevoli. Il che vuol dire che non sono episodi. Quindi in questo momento è una squadra difficile da affrontare: se dovesse continuare per mesi e mesi su questi livelli sarebbe un avversario durissimo. Noi però dobbiamo pensare da Juventus e che dipende solo da noi. Dobbiamo diventare continui: le sensazioni in allenamento mi dicono che mi diverto molto di più rispetto a due mesi fa", ha detto ancora Sarri.

                      "Serve pazienza, come ha fatto Klopp col Liverpool"

                      Per quanto riguarda l'idea di gioco che Sarri vuole imprimere alla Juventus, il tecnico toscano ha aggiunto: "Siamo ancora in una fase in cui abbiamo degli alti e bassi. Abbiamo dei momenti in cui giochiamo veramente da squadra, altri in cui ci perdiamo un attimino. Rientra nella normalità, è la nostra mentalità che è malata da questo punto di vista, perché pretendiamo tutto e subito. Il Liverpool di Klopp che è campione d'Europa e campione del mondo nei primi due anni ha fatto un undicesimo e un ottavo posto". "Da noi purtroppo la mentalità è diversa e un po' più difficile per avere un'evoluzione più lenta ma più duratura. L'aspetto strano è che prendiamo i gol in quelle situazioni dentro l'area di rigore in cui prima la Juventus era fortissima. Occorre tirare su dei ragazzi acerbi, per quello che è il nostro campionato e la mentalità del calcio italiano, come Demiral e de Ligt. Quindi un po' di pazienza la dobbiamo avere", ha detto Sarri che ha concluso con una battuta sulla sua ex squadra: "Il Napoli ostaggio di Sarri? Non posso dirlo da 800 chilometri di distanza...".

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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Buon Natale. Auguri a tutti
                        Buon Natale a tutti!

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                          Sarri ha ragionissima sulla pazienza. Difatti il suo Napoli espresse un gioco superiore dal secondo anno in poi fino ad arrivare ad unire (al gioco superiore) anche il redditizio al terzo anno, lottando per lo scudetto fino all'ultima giornata.

                          Ha ragione pure sul paragone con Liverpool di Klopp: l'intelligenza, la bravura del Liverpool è stata infatti quella di non mandare a monte (a fronte dei primi risultati negativi) il suo progetto, quando tutti già rinverdivano, gli rinfacciavano la sua nomea di "perdente di successo".

                          Ci sono però vari però: qua siamo in Italia e siamo alla Juventus. Nessuno avrebbe chiesto a Sarri lo scudetto al primo anno se avesse preso la Juve dopo i settimi posti, così come Klopp ha preso il Liverpool dopo annate mediocri...c'è più pazienza, si pretende meno quando si viene da stagioni di nessun risultato.

                          Sarri invece ha preso una squadra che ha vinto 8 campionati consecutivi, quindi andrà valutato inevitabilmente su questo. La sua "rivoluzione", questo nuovo ciclo non potrà prescindere dalla vittoria almeno nel campionato. Non per presunzione da parte della società o dei tifosi, ma semplicemente perchè una squadra che ha lo scudetto sul petto ha il dovere, l'obbligo di difenderlo e possibilmente rivincerlo, visto che sei il campione in carica.

                          Inoltre, avviare un nuovo ciclo sotto l'ombrello di una vittoria renderebbe tutto più facile, ci si trasformerebbe alla rassicurante luce dei risultati.

                          Per questo considero fondamentale vincere il campionato. Se si vince questo, se si supera con felictà questo primo anno, si sarà messo alle spalle lo scoglio più grande e davvero potrà impiantarsi un altro ciclo con una squadra - si spera - poi maggiormente tagliata sull'allenatore.
                          Last edited by Sean; 25-12-2019, 09:09:10.
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                            Monica Colombo sul CorSera, siccome è Natale, continua a spargere melassa e zucchero nei suoi articoli dedicati al Milan, del quale dipinge continuamente ridenti e dolcissimi arcobaleni.

                            Adesso ci rassicura che l'arrivo di Ibrahimovic, il suo: "inserimento in uno spogliatoio di ragazzi di grande talento ma relativa personalità avrebbe benefici immediati".

                            Bene, benissimo...ci piacerebbe però che ci si dicesse chi sono questi "ragazzi di grande talento" che con la sola presenza di Ibrahimovic si dovrebbero trasformare nel Brasile del '70.

                            Forse Paquetà, quello che, preso un anno fa, è già sulla rampa di partenza? Forse Kessie, che l'unico riconosciuto talento che possiede è quello di fare casini in campo e fuori? Forse Piatek, che al secondo anno non ne struscia più mezza? Forse Leao, che in 17 partite ha fatto un solo goal su azione (mentre si aziona meglio in discoteca, tra balli, fumi e bevute)?

                            La Colombo che ne pensa? Che dice?

                            Noi a Natale siamo un pò meno buoni, anche perchè dosi abbondanti di dolcezza spalmata a piene mani, ci alzerebbe i livelli del colesterolo, quindi ne facciamo un uso moderatissimo...per cui chiediamo alla Monica Colombo, questa Candy Candy del giornalismo, se Ibrahimovic ha gli stessi poteri del Cristo quando dette la vista ai ciechi, risanò i lebbrosi, redense peccatori e prostitute e resuscitò Lazzaro.
                            Last edited by Sean; 25-12-2019, 10:06:12.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Sean, aggiungo una cosa.

                              Leggo che "si deciderà a giugno" la vita o la morte professionale di vertici dirigenziali.

                              Troppo tardi.

                              Se non vogliamo passare l'anno prossimo l'n-sima stagione di transizione decisioni vanno prese entro febbraio-marzo, perchè a giugno bisognerà ripartire già organizzati e con la prossima campagna acquisti (magari già intavolando dalla primavera le trattative per giocatori seri...) e stagione sportiva programmata.


                              Tessera N° 6

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                                Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                                Sean, aggiungo una cosa.

                                Leggo che "si deciderà a giugno" la vita o la morte professionale di vertici dirigenziali.

                                Troppo tardi.

                                Se non vogliamo passare l'anno prossimo l'n-sima stagione di transizione decisioni vanno prese entro febbraio-marzo, perchè a giugno bisognerà ripartire già organizzati e con la prossima campagna acquisti (magari già intavolando dalla primavera le trattative per giocatori seri...) e stagione sportiva programmata.
                                E' gia' troppo tardi. Dovevano cacciarli via tutti gia' da un paio di mesi almeno.
                                I SUOI goals:
                                -Serie A: 189
                                -Serie B: 6
                                -Super League: 5
                                -Coppa Italia: 13
                                -Chinese FA Cup: 1
                                -Coppa UEFA: 5
                                -Champions League: 13
                                -Nazionale Under 21: 19
                                -Nazionale: 19
                                TOTALE: 270

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