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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
    Ma Caldara non puo' giocare...e' una mummia ormai.
    E allora prenderanno un altro centrale...ma il modulo deve essere quello...


    Tessera N° 6

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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Non ridete: pare sia saltato il trasferimento di Mandzukic in Qatar. Starebbe tornando in Italia. Non ha trovato la quadra sullo stipendio.
      Fossi nella Juve gli pagavo io i milioni di differenza, sempre meglio che pagarne 7,5 + tasse come stiamo facendo ora che tanto è come se fosse in un altra società.

      Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk

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        Nicolò Schira @NicoSchira
        Continuano i contatti tra la #Juventus e Mino #Raiola per portare Erling #Håland in bianconero. Pronto quinquennale da 3,5 milioni di euro più bonus netti all’anno per il classe 2000, che piace anche a #BVB e #ManchesterUnited. Paratici al lavoro per chiudere.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Ecco, quello a gennaio lo si gradisce.
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            Si parla per l'estate a quanto pare. Il padre lo vorrebbe spingere in Premier allo United. Decide comunque Raiola, con cui la Juve ha ottimi rapporti.

            Si diffonde ottimismo per Ibra al Milan, almeno secondo alcuni giornali.
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              Milan, il giorno dopo la disfatta; anche Maldini e Gazidis sotto esame

              I due dirigenti rischiano la carica al termine della stagione. Sta messo meglio Boban, che dopo il 5-0 di Bergamo ci ha messo la faccia

              La devastante sconfitta di Bergamo è uno spartiacque che cambia ogni giudizio sulle ultime settimane del Milan. Il 5-0 subito con l’Atalanta azzera ogni progresso visto nelle partite della gestione Pioli. Il Milan ha la metà esatta dei punti dell’Inter e da domenica alle 14.15 non ha più alcuna certezza. E’ un’umiliazione calcistica che accelera i ragionamenti su quello che accadrà a fine stagione.

              Investimenti non sfruttati


              Il Fondo Elliott è stanco di finire sul banco degli imputati, descritto come una proprietà che non intende investire sul mercato per rafforzare la squadra. Nelle ultime sessioni, in realtà, il Milan è uno dei club che ha speso più in Europa. Il problema quindi non è "quanto", ma "come" sono state impiegate queste risorse. Il discorso nasce da lontano, da un anno fa, quando Leonardo e Maldini hanno strappato il via libera per gli acquisti di Piatek e Paquetà (quasi 75 milioni) per essere più sicuri della qualificazione Champions. Ma alla fine il grande obiettivo non è stato centrato. Leonardo è tornato al Psg. Piatek è in crisi nera e Paquetà potrebbe raggiungere il suo mentore e connazionale a Parigi. Quella ferita non si è ancora rimarginata. Ecco perché le delusioni dell’ultimo mercato estivo pesano doppio: altri soldi non utilizzati nel modo migliore. Senza dimenticare che Elliott sta ancora pagando l’ultima rata dei 150 milioni di deficit del faraonico mercato flop di Fassone e Mirabelli dell’estate 2017.

              Boban meglio di Maldini e Gazidis

              Per questi motivi non sono state apprezzate le parole di Boban a Bergamo, con quel riferimento (“Se ce lo permetteranno”) ai margini di manovra del mercato di gennaio. Le previsioni per la sessione invernale, al via tra dieci giorni, non sono rosee. Se non arriverà Ibrahimovic non è detto che venga ingaggiato un altro attaccante. Non è scontato nemmeno che venga rinforzato il centrocampo. Di sicuro arriverà un difensore centrale, ma non è detto che si riesca a chiudere per Todibo. Pesa la difficoltà del Milan a effettuare cessioni redditizie nelle ultime sessioni. Boban ha poi avuto un chiarimento con la proprietà. Il giorno dopo prevale l'attestato di stima per la scelta del croato di mettere la faccia dopo una sconfitta epocale. Ecco perché al momento, se c’è un dirigente rossonero che ha qualche chance di essere confermato al termine della stagione, quello è proprio Boban. La posizione di Maldini è più delicata perché è in sella da un anno prima rispetto al croato e ha condiviso le scelte di Leonardo. Ha scoperto Theo Hernandez, ma ha anche voluto Giampaolo. Nemmeno Gazidis sta convincendo.

              Quegli sguardi verso Zingonia

              Vengono considerati sconfortanti i paragoni tra il monte ingaggi del Milan e quelli, ad esempio, di Atalanta e Cagliari. Riguardo all’Atalanta, l'avversario che da ieri è un incubo, c’è un aggravante. Elliott avrebbe voluto puntare su Gasperini per la panchina del Milan nei mesi scorsi. Piaceva la sua capacità di far rendere al massimo gruppi formati da calciatori emergenti. Il lavoro dell’allenatore piemontese viene apprezzato insieme a quello dei dirigenti atalantini Giovanni Sartori e Gabriele Zamagna, rispettivamente direttore area tecnica e direttore sportivo, abili a costruire una squadra formidabile. Non è detto che, per quanto riguarda Sartori e Zamagna, non se ne possa riparlare nei prossimi mesi. Anche se in questo momento non è facile per nessuno lasciare il paradiso di Zingonia.

              I due dirigenti rischiano la carica al termine della stagione. Sta messo meglio Boban, che dopo il 5-0 di Bergamo ci ha messo la faccia
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                Il Napoli respira e ora guarda al mercato

                La prima vittoria di Gattuso arriva in extremis contro il Sassuolo. Da Torreira a Rodriguez, fino allo scambio Llorente-Politano, gli obiettivi di gennaio

                Contava solo uscire dal lungo tunnel della crisi e il Napoli ci è riuscito in extremis nell'ultima partita dell'anno, ritrovando la vittoria in campionato dopo 64 giorni di blackout. Giusto in tempo per andare in vacanza con più serenità, anche se la classifica rimane inguardabile e il blitz di Reggio Emilia contro il Sassuolo non è bastato per migliorare l'ottavo posto, lontanissimo da tutti i traguardi stagionali del club azzurro.

                “Non siamo ancora guariti”, ha infatti subito messo in chiaro Rino Gattuso, sorridendo a denti stretti e dando appuntamento ai suoi giocatori per il 30 dicembre a Castel Volturno, per la ripresa della preparazione. Il successore di Carlo Ancelotti è già concentrato sul durissimo inizio del 2020 che dovrà affrontare la sua squadra, attesa in rapida successione dalle sfide con Inter, Lazio, Fiorentina e Juve. Di abbassare la guardia non se ne parla proprio, insomma. Molto eloquente in questo senso è apparsa l'espressione serissima con cui Aurelio De Laurentiis ha lasciato il Mapei Stadium, domenica notte. Il presidente sa che i problemi da risolvere continuano a essere parecchi, in campo e fuori: al di là dello scossone dato al gruppo con il cambio di allenatore.


                Gli obiettivi di mercato

                Gattuso in dieci giorni di lavoro ha ridato al Napoli un'anima e un'idea di gioco, sia pure ancora in embrione. Ma la rimonta con il Sassuolo non cancella l'immagine di una squadra a corto di lucidità e d'equilibrio, nonostante il ritorno rassicurante per Insigne e compagni al modulo 4-3-3. Lo spartito continuerà a essere questo pure dopo la sosta di fine anno e si impone dunque la ricerca sul mercato di almeno un paio di nuovi interpreti adatti per completare il restyling tattico. Un regista, in primis: visto che Allan, Fabian e Zielinski hanno delle caratteristiche differenti e non sono riusciti a calarsi nel ruolo. A De Laurentiis piace Torreira, ex Sampdoria, insoddisfatto per ora della sua esperienza a Londra con l'Arsenal. Potrebbe essere invece Ricardo Rodriguez (Milan) a colmare il vuoto che sta per lasciare in difesa sulla fascia sinistra Ghoulam, nel mirino dell'Olympique di Marsiglia. Rimane però nel mirino pure lo spagnolo Alejandro Grimaudo (Benfica), seguito da tempo dal club azzurro. In attacco al contrario tutto dipenderà dal destino di Callejon e Mertens, in scadenza di contratto. Se dovessero andare via subito, già a gennaio, potrebbe infatti prendere corpo addirittura una specie di rivoluzione: con l'offerta appena presentata per Boga (Sassuolo) e uno scambio di prestiti con l'Inter tra Llorente e Politano. Non andrà dunque in vacanza il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, che sta accelerando tra l'altro per definire i rinnovi di Zielinski, Milik e Maksimovic. Il difensore serbo è in infermeria e proverà a rientrare dopo la sosta con l'Inter, come Kalidou Koulibaly. Infine il capitolo multe. La società per adesso non sembra intenzionata a congelarle, nonostante il prezioso successo a Reggio Emilia e il parziale disgelo tra presidente e giocatori. La priorità è uscire definitivamente dal tunnel.

                La prima vittoria di Gattuso arriva in extremis contro il Sassuolo. Da Torreira a Rodriguez, fino allo scambio Llorente-Politano, gli obiettivi di gennaio
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                  La Fiorentina ha scelto: Iachini è il nuovo tecnico

                  Già ex calciatore dei viola dal 1989 al '94, ha firmato un contratto di 18 mesi, fino a giugno 2021, con una penale a carico della società in caso di risoluzione anticipata

                  E' Giuseppe Iachini il nuovo allenatore della Fiorentina, dopo l'esonero di Vincenzo Montella avvenuto lo scorso 21 dicembre a seguito della pesante sconfitta interna (1-4) contro la Roma. Iachini, già ex calciatore dei viola dal 1989 al '94, ha firmato un contratto di 18 mesi, fino a giugno 2021, con una penale a carico della società in caso di risoluzione anticipata. Un compromesso che evidentemente ha accontentato entrambe le parti. Iachini, che voleva sentirsi legittimato all'interno dello spogliatoio senza passare come un "semplice" traghettatore. I viola, anche, che così nella prossima estate potranno pensare anche a un'alternativa per ripartire con decisione con le ambizioni del presidente Commisso.

                  E' arrivata anche l'ufficialità dopo lo scambio di documenti in corso tra i legali del tecnico in Italia e quelli dei viola negli States (dove si trovano sia il presidente Commisso che il direttore generale Barone) .


                  Il 28 dicembre la presentazione alla stampa, mentre domenica 29 andrà in scena il primo allenamento per il nuovo allenatore viola. A gennaio, tra il 6 e il 12, le sfide a Bologna e Spal. Poi il 15 gennaio, al Franchi, gli ottavi di finale di Coppa Italia in gara secca contro l'Atalanta delle meraviglie. Toccherà a Iachini rigenerare un gruppo che nelle ultime sei giornate ha conquistato soltanto un punto e compromesso una classifica che adesso vede i viola a sole tre lunghezze dalla zona retrocessione.

                  Rocco Commisso ha voluto così commentare: "Ci tengo a ringraziare Vincenzo Montella per l’impegno e la sua serietà professionale dimostrati qui alla Fiorentina. L'attuale situazione di classifica ci ha imposto un cambio della guida tecnica. Abbiamo scelto Iachini perché è un uomo di spessore, legato a Firenze e alla Fiorentina. Adesso dobbiamo stare uniti e rimetterci sulla giusta strada al più presto tutti insieme".

                  Gennaio poi sarà anche il mese del mercato invernale, quello di riparazione. La Fiorentina penserà ad almeno tre innesti, uno per ruolo. Bonifazi in difesa, Praet a centrocampo e Politano in attacco i nomi più caldi. Così come Cutrone, che i viola sembrano intenzionati a riportare in Italia direttamente dal Wolverhampton. L'acquisto più importante, però, Iachini potrebbe ritrovarselo in casa: Federico Chiesa. Il classe '97 sarà chiamato a trascinare i viola nella seconda parte di stagione, col futuro ancora in bilico e un contratto che non è stato rinnovato. Sullo sfondo sempre Juventus ed Inter a contenderselo. Prima, però, Chiesa dovrà dare una mano alla Fiorentina: nelle ultime gare ha accusato dolore alla caviglia e contro la Roma è rimasto in tribuna. Non sarà facile la sfida di Iachini ma conosce bene l'ambiente e sicuramente i tifosi saranno dalla sua parte. Due fattori non da poco, per un tecnico da sempre abituato a lottare controvento.

                  Già ex calciatore dei viola dal 1989 al '94, ha firmato un contratto di 18 mesi, fino a giugno 2021, con una penale a carico della società in…
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                    Tmw - Mandzukic-Al Duhail, non c'è accordo: salta per ora il trasferimento del croato in Qatar

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                    Tuttojuve
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                      Juve, il problema è la difesa: Sarri prende il doppio dei gol di Allegri

                      La sconfitta in Supercoppa dalla Lazio mette a nudo le difficoltà dietro, pesa l’assenza di Chiellini

                      Juve senza difesa. La seconda sconfitta stagionale in due settimane con il medesimo avversario, la Lazio, e il medesimo punteggio (1-3) hanno fatto deflagrare in tutta la sua grandezza il problema che sta condizionando questa prima parte di stagione dei campioni d’Italia. I bianconeri subiscono troppi gol: sono 24 in 24 partite, uno a match. Una media non da Juve, non sostenibile soprattutto per chi ha fatto della difesa l’architrave di otto scudetti consecutivi e per chi negli ultimi otto anni ha vantato il reparto meno battuto del campionato.

                      Non è più così, almeno per ora. Analizzando nello specifico le statistiche alla sosta di Natale, si scoprono le proporzioni della solidità perduta: la Juve di Sarri incassa il doppio di reti della Juve di Allegri. Un anno fa a quest’epoca, erano 12 i gol al passivo in 23 partite; quest’anno, 24 in 24 gare. Il doppio, appunto. Trend che si conferma in campionato: 17 gol subiti in 17 giornate. Mai così tante dal 2010/2011, ma soprattutto più del doppio rispetto alle 8 dello scorso torneo. In serie A, inoltre, si contano soltanto 5 clean sheets in 17 partite, la metà esatta dello scorso anno: non succedeva anche qui dal 2010/11. Allargando il discorso a Champions League e Supercoppa, soltanto in 8 su 24 partite la porta condivisa da Szczesny e Buffon è rimasta inviolata.


                      Tradotto: la Juve ha subito almeno un gol in due terzi delle gare disputate. Con l’avvento di Sarri, il mondo bianconero si è capovolto e una delle certezze del ciclo vincente degli ultimi otto anni sta venendo meno. Quella bianconera è la terza difesa del campionato, al pari della Roma, dietro Inter (14 reti incassate) e Lazio (16). Il Comandante è consapevole del problema: «Dobbiamo migliorare qualche situazione perché quando siamo in area siamo un po’ passivi e paghiamo». Pure Pjanic ammette: «Per vincere si deve subire sicuramente molto di meno, ma in generale tutta la squadra deve sapersi mettere meglio in campo. Dobbiamo lavorarci sopra perché le statistiche non sono buone».

                      Il campo sta dicendo che la transizione verso il Sarrismo è più complicata del previsto e non solo nella ricerca della manovra offensiva. Anche se pure qui c’è un paradosso: pur con l’approccio più votato all’attacco, la Juve in campionato ha segnato tre gol in meno dell’anno scorso (31 contro 34) e ha ben 7 punti in meno rispetto a un anno fa (42 contro 49). Le difficoltà più pronunciate sono proprio sulla fase difensiva.

                      La grande attenuante è sicuramente l’assenza di Chiellini, per il gravissimo infortunio al ginocchio che lo terrà fuori fino a febbraio, ma non può essere l’unica causa. Senza il capitano, Bonucci è diventato il leader del reparto e Leo è stato finora una colonna. De Ligt ha scontato il fatto di essere stato catapultato alla ribalta senza potersi adattare con calma alla realtà italiana. L’olandesino è cresciuto ma nelle ultime quattro partite gli è stato preferito per scelta tecnica l’altro talento Demiral. A Rugani sono rimaste invece soltanto le briciole. Nel complesso, la Juve fatica a digerire la nuova filosofia difensiva di Sarri: quel «difendere in alto», con la linea molto avanzata, che espone ai contropiede avversari se il primo pressing viene saltato. E poi la disabitudine a difendere a zona sui calci piazzati, con conseguenti errori di posizione. Un pacchetto di problemi cui unire le leggerezze dei singoli che hanno inciso non poco.Risultato: la Juve è indifesa. Il primo imperativo del 2020 sarà rialzare il muro.


                      CorSera
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                        Natale in casa Fonseca

                        Un anno dopo è tutto diverso in casa Roma: in classifica con 11 punti in più rispetto alla passata stagione, nelle prospettive e nelle ambizioni per il futuro. Un anno fa la Roma di Di Francesco era malata ed agonizzante, prima della crisi finale da gennaio in poi, dell'esonero del tecnico e dell'addio dell'ex ds Monchi. Oggi la Roma è una squadra solida, incassa pochi gol (17) e ne segna (33), è quarta in classifica a più 4 sull'Atalanta. Fonseca, insieme al ds Petrachi e la nuova area dirigenziale guidata da Fienga, è l'artefice di questa nuova era.

                        Ora le priorità in casa giallorossa sono: togliere la clausola a Pellegrini, acquistare Smalling e non lasciarsi scappare Zaniolo. A Fonseca, invece, che finora ha fatto tutto ciò che gli era stato chiesto, manca di recuperare a pieno Under e Florenzi.



                        (Il Messaggero)

                        Un anno dopo è tutto diverso in casa Roma : in classifica con 11 punti in più rispetto alla passata stagione, nelle prospettive e nelle ambizioni per il futuro. Un anno fa la Roma di Di Francesco era malata ed agonizzante, prima della crisi finale da gennaio in poi, dell'esonero del tecnico e del...
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                          Secondo Laudisa della Gazzetta, l'Inter per Vidal non punta più al prestito ma offre 12 milioni.
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                            Petrachi sta lavorando per il riscatto di Smalling, il quale ha comunicato allo United di voler restare alla Roma.

                            Intanto le statistiche riportano un dato inquietante dell'attacco del Milan: in 17 partite un solo goal su azione a testa per i due attaccanti Piatek e Leao. La soluzione sarà Ibrahimovic? Staremo a vedere.

                            Per ora un Natale di processi. Sono tutti sotto accusa: Maldini per aver cannato tutto, Gazidis perchè adesso ci si accorge che in un anno che sta lì non ha praticamente combinato nulla, nemmeno portato uno straccio di nuovo sponsor per aumentare il fatturato. Scalda la poltrona e becca i milioncini.
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                            «nessun vincolo univa questi morti
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                              riscattare smalling è la prima cosa. Se devo prendere un uomo simbolo, tra i giocatori della roma, di questo girone d'andata, prendo proprio l'inglese. Oltre a dare solidità al reparto difensivo, sono migliorati esponenzialmente anche i giocatori che lo affiancano.
                              Per il resto la Roma non credo che farà tutto sto mercato, al massimo dovrebbe arrivare un vice Dzeko al posto di kalinic che non ha convinto Fonseca.
                              i nomi sono sempre i soliti : mariano diaz, petagna, pinamonti ecc...Io punterei su quest'ultimo.

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                                Originariamente Scritto da marco83 Visualizza Messaggio
                                riscattare smalling è la prima cosa. Se devo prendere un uomo simbolo, tra i giocatori della roma, di questo girone d'andata, prendo proprio l'inglese. Oltre a dare solidità al reparto difensivo, sono migliorati esponenzialmente anche i giocatori che lo affiancano.
                                Per il resto la Roma non credo che farà tutto sto mercato, al massimo dovrebbe arrivare un vice Dzeko al posto di kalinic che non ha convinto Fonseca.
                                i nomi sono sempre i soliti : mariano diaz, petagna, pinamonti ecc...Io punterei su quest'ultimo.
                                Se si riuscisse a vendere qualche morchia, tipo Pastore (dopo l'ultima intervista non lo farei neanche entrare a Trigoria) e JJ, più girare Kalinic da qualche altra parte, alla fine basterebbe un vice-Dzeko.
                                sigpic
                                Free at last, they took your life
                                They could not take your PRIDE

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