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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Dipende dalla condizione fisica, se i 3 davanti sono in forma le metti
    Tanto dietro rischiamo pure quando gioca bernardeschi

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      Beh i 3 davanti direi che stanno bene.
      Originariamente Scritto da BLOOD black
      per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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        Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
        Beh i 3 davanti direi che stanno bene.
        Si, ma faranno test atletici

        Ps guardate come atterra Cr7 dopo il colpo di testa, mi sarebbero partiti 4 menischi

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          Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
          Si, ma faranno test atletici

          Ps guardate come atterra Cr7 dopo il colpo di testa, mi sarebbero partiti 4 menischi

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          ho pensato la stessa cosa, roba da articolazioni di gomma
          mi pare si sia parlato troppo poco del gol di dybala (aiuto...)

          Originariamente Scritto da Sergio
          Sei un coglione.



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            Originariamente Scritto da Pesca Visualizza Messaggio
            ho pensato la stessa cosa, roba da articolazioni di gomma
            mi pare si sia parlato troppo poco del gol di dybala (aiuto...)
            Ha visto quello di Totti con la Samp e ha provato ad imitarlo come meglio poteva [emoji3516]


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            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            modroc - yy

            piquet - gabbiani

            acquilani - manchini

            maybe - Vendola

            mandjukic - Sjneider

            lialicic - Kongobia

            il Mangio - Cointreau

            izco - Mihajlovich

            Bonacci - Falcata

            Cancrena - Val di fiori

            mouse - Sczesjky

            Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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              Originariamente Scritto da Pesca Visualizza Messaggio
              ho pensato la stessa cosa, roba da articolazioni di gomma
              mi pare si sia parlato troppo poco del gol di dybala (aiuto...)
              Ha avuto la sfiga di farlo nella stessa partita

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                Originariamente Scritto da Pesca Visualizza Messaggio
                ho pensato la stessa cosa, roba da articolazioni di gomma
                mi pare si sia parlato troppo poco del gol di dybala (aiuto...)
                Verissimo, come dice Cris ha avuto sfiga ma il gesto tecnico è fuori dall'ordinario..... Aggiungo che sono già 3/4 partite che prova a segnare direttamente da calcio d'angolo. Prima o poi gli riesce.
                « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                PRESENTI




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                  Secondo Don Balon (non affidabilissimo tra le fonti spagnole) il Real starebbe preparando una offerta per Milinkovic-Savic di 105 milioni.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    La cariola è già pronta.
                    Originariamente Scritto da BLOOD black
                    per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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                      Il gol di Ronaldo è il colpo più bello di un atleta super che sa trasformare le sue squadre

                      Cr7 è già oltre la modernità perché è un atleta eccezionale, direi quasi un ginnasta. Il calcio arriva dopo

                      di Mario Sconcerti

                      Il gol segnato alla Sampdoria da Ronaldo è un colpo eccezionale, il più bello che abbia visto in tanti anni di calcio. Non solo per l’elevazione di 71 centimetri, ma per aver trovato da fermo quell’elevazione ed essersi nello stesso tempo curvato per andare incontro al pallone. Ricordo un gol del genere solo da Pelè, nel 1970, finale dei Mondiali in Messico. Il difensore era Burgnich. L’eccezionalità di questo gesto tecnico non cambia tuttavia niente nel confronto con Messi. La superiorità di Ronaldo nei colpi di testa è consolidata fin dal primo giorno. Messi non arriva al metro e settanta, non può avere lì la sua parte migliore.

                      Il colpo di testa ribadisce però e sottolinea un dato che viene spesso sottovalutato: solo un grande atleta può avere la forza di quel gesto tecnico. Spesso nel calcio si è portati a pensare che l’essere atleti tolga qualcosa alla qualità, all’astuzia. Perché il calcio è l’unico sport dove il fisico non è determinante, i giocatori più visti e immaginati sono uomini normali, da Meazza, a Rivera, a Baggio, a Maradona, a Pelè. Nel basket, nel volley, nella pallanuoto, bisogna avere misure fisiche completamente fuori dal normale. Per questo Messi, tra i miliardi di tifosi in comune, gode di qualche simpatia in più: perché è un classico, ha il fisico di tutti, forse qualcosa in meno. Ronaldo è già oltre la modernità perché è un atleta eccezionale, direi quasi un ginnasta. Il calcio arriva dopo. Ronaldo è prima di tutto uno scultore del proprio corpo. Messi non ha quell’egoismo, appartiene a tutta la squadra, fa gol ma costruisce anche gioco. Ronaldo gioca solo per segnare lui. Vince solo se il gol è suo. Il grande campione è alla fine quello che prende una squadra normale e la fa diventare la più forte, penso di nuovo a Pelè e Maradona, ma anche a Riva e Chinaglia. Messi non è riuscito a dare niente alla sua Nazionale, Ronaldo ha trasformato i portoghesi da giocolieri in vincenti. Questa è forse l’unica vera differenza statistica fra i due. Ma basta?


                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Ibrahimovic-Milan: tutti i dubbi di Zlatan, che teme di non farcela più e pensa anche al ritiro

                        Lo svedese. per la prima volta in una carriera contrassegnata da una sicurezza che sconfina nella sfrontatezza, ha dei dubbi su se stesso e sulle proprie condizioni fisiche: teme di non poter più offrire un contributo all’altezza delle aspettative

                        Milan o ritiro. Non sembrano esserci altre ipotesi nel futuro di Zlatan Ibrahimovic che, dopo i primi abboccamenti avuti con i rossoneri cinquanta giorni fa, ancora non ha sciolto le riserve sulle proprie intenzioni, dopo aver concluso la propria esperienza nella Major League americana. Lo svedese sta tenendo con il fiato sospeso il Diavolo, anche se con il passare dei giorni le speranze di vederlo di nuovo a San Siro si affievoliscono, tanto più che l’attaccante non intende derogare dal proposito di svolgere le vacanze di Natale con la propria famiglia. Se l’obiettivo era averlo a disposizione nel mese di dicembre per consentirgli di raggiungere un adeguato livello di forma fisica a gennaio, avendo giocato l’ultima partita a Los Angeles il 28 ottobre, le aspettative saranno deluse.

                        Zlatan per la prima volta nella sua luminosa carriera, contrassegnata da una sicurezza che sconfina nella sfrontatezza, ha dei dubbi. Su se stesso. E sulle proprie condizioni. Teme di non poter offrire un contributo all’altezza delle aspettative, di non garantire dal punto di vista atletico una tenuta sufficiente per il campionato italiano. Ha 38 anni e con chi lo sente con regolarità tradisce pensieri ondivaghi. Una mattina si sente pronto per il grande ritorno, in quella successiva confessa di avere dolori assortiti. Zlatan non riesce a decidersi, perché è alle porte della decisione più delicata di tutta la sua vita calcistica. Ritornare a Milano, dove lo aspettano come un re, ma senza avere la certezza di sopportare il peso della corona oppure chiudere per sempre con le emozioni, l’adrenalina, la vita che scorre dentro un campo da calcio?


                        Boban e Maldini hanno già provato a rassicurarlo, spiegandogli che da lui non si aspettano miracoli a livello tecnico, sanno quello che lui può offrire. Pensano che il suo contributo nello spogliatoio possa essere determinante per la crescita di tutta la squadra. Leao sotto la sua egida potrebbe fare in due mesi progressi che normalmente raggiungerebbe in due anni. La richiesta dei 18 mesi di contratto e la pretesa conseguente di guadagnare 10 milioni netti sono solo una scusa. Per alzare l’asticella con il Diavolo e magari farsi dire di no. Perché in certi casi, sul piano professionale come in quello personale, quando decidere è doloroso, la via di fuga più semplice è che siano gli altri a decidere per te.



                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Inter, Conte in emergenza si deve affidare ai ragazzini Agoume e Esposito

                          Trentaquattro anni e trentasei minuti in due, il centrocampista e l’attaccante sabato col Genoa rischiano di diventare fondamentali in una squadra piena di infortunati

                          Trentaquattro anni e trentasei minuti in due. Per chiudere il 2019 da prima della classe, l’Inter si affida ai 17enni Sebastiano Esposito e Lucien Agoume. In questa serie A, hanno messo insieme appena quattro presenze (nessuna da titolare) e 36 minuti. Sabato contro il Genoa, nell’ultima partita prima della pausa, Antonio Conte potrebbe essere costretto ad affidare ai due minorenni le chiavi dell’Inter. Non è detto partano titolari, anche se hanno buone chance, quasi scontato invece un loro impiego durante il match contro i rossoblù dell’ex Thiago Motta che vale il primo posto in classifica.

                          Esposito ha più esperienza, ha già giocato tre volte anche in Champions League e nell’andata contro il Borussia Dortmund si procurò il rigore, poi sbagliato da Lautaro. Per l’infortunio di Alexis Sanchez, Conte è stato costretto a trattenerlo e a fargli saltare il Mondiale Under 17 in Brasile. L’allenatore nerazzurro però ha sempre parlato benissimo dell’attaccante. «Esposito? Se non mi fossi fidato di lui non lo avrei fatto giocare, deve mantenere i piedi per terra. È un giocatore molto importante, un titolare a tutti gli effetti», disse tempo fa.


                          Parole di sostanza pure per Agoume, anche se Conte non ha nascosto che il centrocampista francese, arrivato in estate dal Sochaux, deve completare il percorso di crescita: «Ha ancora bisogno di fare uno step. Ha qualità, ma viene da un campionato diverso ed è arrivato in uno molto tattico, ha tutte le carte giuste. L’obiettivo non è lanciare dei giovani, sono i tre punti: quando lancio qualche ragazzo lancio delle certezze», aveva detto Conte a inizio mese.

                          L’emergenza in casa Inter, obbliga però il tecnico a fare di necessità virtù. Senza Lautaro squalificato, in attacco Esposito si gioca il posto con Politano, non proprio impeccabile nelle occasioni in cui è entrato. A centrocampo Agoume potrebbe avere una chance, tanti sono in una condizione precaria e non ancora pronti per giocare un match intero. Gagliardini e Sensi hanno una mezzora nelle gambe, Borja Valero è a forte rischio, Brozovic squalificato, Barella infortunato, Asamoah out fino a gennaio inoltrato. Di fatto l’unico senza acciacchi è Vecino, vista l’emergenza si fa strada l’ipotesi di avanzare Skriniar a centrocampo.

                          Le difficoltà numeriche dell’Inter sono acclarate, Conte però vuole battere il Genoa, chiudere in testa e ripresentarsi con la squadra al completo e i nuovi acquisti in rosa. Potrebbe avere il suo pupillo Arturo Vidal. Il cileno è in rotta con il Barcellona. Ha lasciato infuriato la rifinitura prima del Clasico (anche se poi è entrato), quando il tecnico Ernesto Valverde gli ha comunicato che sarebbe andato in panchina. Una bufera che spinge il giocatore verso l’Inter. Gli altri obiettivi restano due giocatori del Chelsea: l’esterno sinistro Marcos Alonso e l’attaccante Olivier Giroud.




                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            Fiorentina-Roma: si blocca la trattativa giallorossi distratti

                            La squadra di Fonseca affronta la Viola nell’anticipo, ma i giocatori pensano più al braccio di ferro Pallotta-Friedkin per il club che alla gara

                            Montella non è sicuro di mangiare il panettone alla Fiorentina mentre Pallotta e Friedkin rompono i bicchieri per il brindisi del passaggio di proprietà della Roma.


                            Retroscena

                            Quella che stasera chiuderà il 2019 di viola e giallorossi è una sfida piena di retroscena. La vita dell’allenatore è sempre la stessa: solo i risultati rafforzano le panchine. «Speriamo di mangiare il panettone, che mi piace tanto, prima di pensare al mercato», ha risposto Montella a chi gli chiedeva notizie sulla trattativa per Florenzi. Tanto più che, oltre a Ribéry, stasera dovrà fare a meno anche di Chiesa, acciaccato e non convocato. Ma anche la vita del presidente è dura e Pallotta ne sa qualcosa: il suo indice di popolarità a Roma è ai minimi storici. E le notizie provenienti dagli States, da fonti vicine al dossier, rischiano di abbassarlo ancora.

                            La trattativa con il texano Dan Friedkin, che solo gli ottimisti davano per chiusa, è invece congelata. Non tramontata definitivamente, ma bloccata sul classico domanda/offerta. Pallotta è un businessman, non ha bisogno di vendere in tutta fretta e dalla cessione del club ci vuole guadagnare. Il «premio» per lui e per gli altri azionisti (con Starwood che si vuole sfilare) fa lievitare costi che Friedkin ritiene già elevati tra debiti, aumento di capitale da fare per 130 milioni e spese del progetto stadio che, per l’appunto, è ancora un progetto e non una realtà. Da qui un brusco stop, che può essere solo una mano della partita a poker o qualcosa di più grave. Pallotta, in ogni caso, verserà 50 milioni entro fine anno per dare ossigeno alle casse, ma il resto? Senza aumento totale di capitale bisognerà fare plusvalenze. La buona notizia dal campo è che Smalling è tra i convocati, ma fuori dal campo l’incertezza complica il futuro.



                            CorSera
                            ...ma di noi
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                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Napoli, Gattuso vuole un regista a gennaio: occhi su Torreira

                              L'Arsenal chiede 30 milioni, il club azzurro lavora a un prestito con obbligo di riscatto. Le alternative sono Lobotka del Celta Vigo e Berge del Genk. Mertens e Koulibaly verso il forfait contro il Sassuolo

                              Il Napoli contro il Sassuolo punta a chiudere con un sorriso il 2019 ed uscire dalla crisi nera di fine anno. Con questo chiodo fisso in testa, Rino Gattuso lavora sotto la pioggia di Castel Volturno, affinando il suo 4-3-3, a cui gli azzurri tornano dopo i 18 mesi del breve ciclo di Carlo Ancelotti. Modulo e scelte per il tecnico azzurro che cerca i calciatori con le maggiori motivazioni per invertire la rotta ma deve fare i conti anche con l'infermeria dove oggi hanno marcato visita Dries Mertens e Kalidou Koulibaly. Le scelte in attacco vanno quindi verso un tridente Callejon-Milik-Insigne, mentre davanti a Meret i centrali saranno Manolas e Luperto. La schiarita deve arrivare, lo ha chiesto chiaramente il presidente, Aurelio De Laurentiis, durante la cena di Natale, affidandosi a Gattuso e preparando l'addio definitivo ad Ancelotti che in queste ore sta rescindendo il suo contratto col Napoli per firmare un sostanzioso accordo con l'Everton in Premier League.

                              Gattuso vuole un regista, per giugno si punta su Amrabat

                              Ma Gattuso ha anche fatto richieste chiare al patron azzurro, in particolare sul centrocampo. L'obiettivo del mercato di gennaio è un regista che De Laurentiis si prepara a prendere aggiungendo al tesoretto a disposizione i tre milioni e mezzo risparmiati dallo stipendio di Ancelotti. In prima fila c'è Lucas Torreira, centrocampista dell'Arsenal che non trova spazio ed è pronto a lasciare Londra. Il 23enne centrocampista uruguayano garantisce qualità e sostanza e conosce perfettamente il calcio italiano, ma costa tanto: i Gunners chiedono infatti gli stessi 30 milioni versati un anno fa alla Sampdoria per portarlo a Londra. La trattativa prosegue su un prestito con obbligo di riscatto ma il Napoli guarda anche altrove a cominciare da un vecchio pallino del ds Giuntoli, il 25enne slovacco Stanislav Lobotka del Celta Vigo, ma anche a Sander Berge, 21enne norvegese, tra i pochi dal salvarsi dal disastro del Genk in Champions League. Per giugno, invece, il Napoli guarda al Verona e a Sofyan Amrabat, che ha già giocato con due club quest'anno e non può muoversi fino a fine stagione.

                              L'Arsenal chiede 30 milioni, il club azzurro lavora a un prestito con obbligo di riscatto. Le alternative sono Lobotka del Celta Vigo e Berge del Genk…
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                              sopra una sola teca di cristallo
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                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Lazio, un sorriso per Riad: Luis Alberto sta bene. E il Real torna su Milinkovic


                                I biancocelesti, accolti a Fiumicino dall'inno della squadra sparato dagli altoparlanti, sono partiti alle 14 verso l'Arabia. Completamente ristabilito il fantasista spagnolo. Intanto da Madrid nuove sirene dei Blancos per il serbo, ma Lotito chiede oltre 100 milioni

                                Luis Alberto c'è. Con questa bella notizia la Lazio è volata verso Riad, dove domenica alle 17:45 italiane affronterà la Juventus nella finale di Supercoppa. I biancocelesti, dopo l'ultimo allenamento mattutino a Formello, si sono ritrovati alle 14 all'aeroporto di Fiumicino (accolti dall'inno della squadra sparato dagli altoparlanti, oltre a torta e champagne) e sono volati destinazione Arabia Saudita. Regolarmente presente il centrocampista spagnolo, che era uscito acciaccato dalla sfida di lunedì sera in casa del Cagliari.

                                Lotito: "Entusiasmo ci dà spinta in più"

                                La Lazio, a caccia della quinta Supercoppa della propria storia, si affida ai precedenti: appena due settimane fa ha battuto la Vecchia Signora 3-1 in campionato. E poi c'è quel 3-2 firmato Murgia, sempre ai bianconeri, del 13 agosto 2017 nemmeno troppo lontano che regalò il trofeo ai biancocelesti. L'entusiasmo è alle stelle dopo le 8 vittorie consecutive che hanno portato la squadra a -3 da Inter e Juve. Insomma, non ci poteva essere periodo migliore per giocarsi un nuovo trofeo. "E' una testimonianza di affetto che deve rappresentare per noi un'ulteriore sprone per dare il massimo", le parole di Lotito commentando l'euforia dei tifosi all'aeroporto.

                                Real torna su Milinkovic

                                Rientrato come detto l'allarme Luis Alberto, Simone Inzaghi ha a disposizione tutta la rosa a eccezione di Jordan Lukaku e Vavro. In difesa Luiz Felipe è in vantaggio su Bastos e Patric, mentre in attacco è difficile che il tecnico capitolino rinunci all'accoppiata Immobile-Correa, anche se la rete decisiva di Caicedo a Cagliari consiglia di lasciare anche l'ecuadoriano in lizza per una maglia dall'inizio. Intanto Sergej Milinkovic-Savic torna a fare gola al Real Madrid. Già nel mirino delle big d'Europa due anni fa, il 24enne centrocampista serbo è rimasto alla Lazio e dopo una stagione sottotono sembra essere tornato ai suoi livelli. Una crescita che non è passata inosservata, soprattutto dalle parti del Bernabeu. Protagonista nella squadra di Inzaghi che sta tenendo botta contro Inter e Juve, SMS ha fin qui collezionato 4 gol e 6 assist, dimostrandosi un centrocampista totale che, riporta "Don Balon", al Real Madrid stanno cercando. Alla Lazio gli avrebbero garantito che, davanti a un'offerta da almeno 105 milioni di euro, non si opporranno alla cessione e Florentino Perez ci starebbe pensando: il serbo è un giocatore top, giovane, con esperienza e che conosce lo spagnolo essendo cresciuto a Lleida. Appuntamento a giugno.

                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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