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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    AC MILAN

    1899 - 2023



    Inviato dal mio SM-N960F utilizzando Tapatalk









    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

    (L. Pirandello)

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      E solo perchè sono puntiglioso ma trovo un pò stonata quella data di inizio-fine con scritto AC Milan, perchè il Milan non è morto nel 2023...a mancare è stato uno dei suoi presidenti, il più vincente della serie.

      Io avrei messo dunque la data di inizio e fine presidenza (che non coincide con la data di nascita del Milan) o di nascita-morte di Berlusconi, sotto a quella foto, perchè le squadre non muiono, le persone ahinoi sì.

      Berlusconi è stato un vero intenditore di calcio: suo il mantra sul "bel giuoco"...che è passato alla storia ovviamente perchè oltre al bello c'era anche l'arrosto (scudetti e coppe a nastro)...perchè ok il "bel giuoco" ma in primis Berlusconi (come tutti) puntava a vincere, vincere possibilmente giocando bene ma vincere.

      Una eredità pesantissima la sua.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Inter forte su Milimkovic-Savic.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Inter forte su Milimkovic-Savic.
          50 milioni e si possono tenere pure acerbi.

          Inviato dal mio moto g 5G plus utilizzando Tapatalk

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            Su Rai1 c’e’ Arrigo Sacchi, su Berlusconi.



            Originariamente Scritto da Giampo93
            Finché c'è emivita c'è Speran*a

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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              E solo perchè sono puntiglioso ma trovo un pò stonata quella data di inizio-fine con scritto AC Milan, perchè il Milan non è morto nel 2023...a mancare è stato uno dei suoi presidenti, il più vincente della serie.

              Io avrei messo dunque la data di inizio e fine presidenza (che non coincide con la data di nascita del Milan) o di nascita-morte di Berlusconi, sotto a quella foto, perchè le squadre non muiono, le persone ahinoi sì.

              Berlusconi è stato un vero intenditore di calcio: suo il mantra sul "bel giuoco"...che è passato alla storia ovviamente perchè oltre al bello c'era anche l'arrosto (scudetti e coppe a nastro)...perchè ok il "bel giuoco" ma in primis Berlusconi (come tutti) puntava a vincere, vincere possibilmente giocando bene ma vincere.

              Una eredità pesantissima la sua.


              No.
              il vero Milan se ne va con lui...









              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

              (L. Pirandello)

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                Mourinho verso il patteggiamento per le accuse a Chiffi
                Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                  Il presidente-allenatore: Berlusconi e la squadra perfetta costruita con Galliani

                  I record di successi, i campioni meravigliosi: gli è sempre piaciuto invadere la sfera tecnica. Ha creato con Galliani un club vincente, si è divertito con Gullit e Van Basten, il rapporto con Ancelotti


                  Geniale, non ci sono dubbi. La materia, il calcio, la conosce. A testimoniare la laurea con lode in ingegneria calcistica di Silvio Berlusconi, tesi «costruzione della squadra vincente: il Milan», facoltà impegnativa per il solo fatto che è popolarissima, milioni gli studenti iscritti e sparsi nel mondo, ci sono 31 anni di libera docenza da presidente di una delle squadre più forti del pianeta calcio. La lista dei trofei vinti, 29, fa impressione: 5 Champions, 5 Supercoppe europee, 8 scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per club.

                  Una squadra che vola, in Italia e in Europa, non a caso nasce in elicottero. Più che un battesimo, un decollo verso il trionfo quel giorno, quando il suo Milan si presenta, tutti a occhi e naso in su, attratti dagli elicotteri che atterrano sul prato dell’Arena di Milano portando la squadra e chi la governa: è il 18 luglio 1986, l’inizio di una grande avventura, di un film hollywoodiano, premiato da una serie infinita di Oscar, della tecnica, della regia, della produzione, della sceneggiatura, di primi e secondi attori, alcuni di loro, giocatori eccezionali.


                  L’inventiva di andare a cercare Arrigo Sacchi, l’allenatore della rivoluzione del calcio in Italia, che mischia difesa e attacco in un mix perfetto, cornice e quadro di un autentico capolavoro. Difesa dell’arte antica, pittura moderna, tocchi di futurismo, un calcio quello di Sacchi che sorprende gli avversari, li mette in difficoltà, in soggezione, esaltando interpreti e soprattutto il gioco di squadra che richiede fede. Nel progetto, nell’unità che rende forti ma non liberi, nelle teorie di Sacchi che pretende assoluta obbedienza. Sacchi ha le sue discussioni, i suoi scontri, i momenti di debolezza, dissidi interni ed esterni, crisi interiori, ma piano piano, nemmeno tanto, il suo messaggio, rivolto sempre a fin di bene, quel Bene prezioso che è La Squadra, il gruppo, il collettivo, il lavoro del team, è prima capito e poi abbracciato.

                  Sacchi non tollera egoismi tecnici, nemmeno tattici, dannosi alla sua Idea di Squadra, deleteri per il raggiungimento del risultato.


                  La storia di Claudio Daniel Borghi, attaccante talentuoso, che piace a Berlusconi, ma lontano dal sacrificio, dal lavoro, dallo spirito di servizio preteso dal rivoluzionario Arrigo Sacchi. Non giocherà mai nel Milan, solo sette presenze nel Como prima di fare le valigie, vivendo di nostalgie e assistendo alle vittorie di quel mitico Milan, pianificato sul talento di Marco Van Basten e la potenza di Ruud Gullit, sulla vena giovanile inesauribile di Franco Baresi e Paolo Maldini, grandi, grandissimi anche loro, l’immagine felice di un Milan italiano.

                  Squadra in campo, ma anche fuori: in società la perfezione. Ad Arcore le idee vincenti di Berlusconi & Galliani diventano realtà sul mercato e sul campo. «Siamo la coppia più bella del mondo», cantavano anni prima Adriano Celentano e Claudia Mori. Quella formata da Berlusconi & Galliani (con Braida un passo indietro), a livello dirigenziale e societario, la più efficiente del calcio italiano, modella un Milan immenso che vince tutto. Abbattendo ogni confine, l’Europa negli anni assume la dimensione di una dependance di Milanello. Quando Sacchi decide di lasciare il Milan, perché reggere quei ritmi sta diventando per lui insopportabile , sia a livello fisico che psicologico, Berlusconi & Galliani non sbagliano un colpo: Fabio Capello, campione in campo e fuoriclasse in panchina, diverso da Sacchi, ma leader in ogni suo gesto e in ogni sua vittoria (4 scudetti, 1 Champions, 1 Supercoppa europea, 3 Supercoppe italiane). Con Zaccheroni più discussioni che feeling, d’accordo, ma anche uno scudetto vinto rimontando la Lazio.

                  E l’intuizione di andare a prendere Carlo Ancelotti, il più diplomatico degli allenatori di Casa Berlusconi. Ancelotti sopporta certe invadenze tecniche del Cavaliere con intelligenza, aiutato talvolta da Galliani che sa come intervenire, cogliendo il momento giusto, le parole da spendere con l’allenatore, abile nel sanare tensioni che inevitabilmente nascono anche in un carattere portato alla comprensione e all’armonia come quello del tecnico emiliano. Ancelotti con una magia psicologica e tecnica dà retta al «collega» Silvio Berlusconi, ma poi fa giustamente ciò che vuole lui, e le vittorie arrivano, eccome. È da una vita che Ancelotti si comporta così, pensando sempre prima di parlare e, semmai, di sbottare: adesso al Real Madrid stessa musica, con Florentino Perez, ingombrante presidente madridista.


                  Pure Max Allegri (1 scudetto e 1 Supercoppa) sopporta battute e riflessioni di Silvio che non ci pensa proprio di smettere di fare «il tecnico dell’Edilnord», la squadra aziendale nella sua prima vita da imprenditore.

                  Il grande Nils Liedholm, il primo allenatore milanista dell’era berlusconiana ironizza: «Silvio Berlusconi? Sì, molto bravo, capisce calcio: lui stato allenatore Edilnord...». Quel presidente-allenatore ne ha fatta di strada.

                  Dopo aver ceduto il Milan, a malincuore, convinto dai figli, che non ne possono più del giocattolo rossonero del padre, la seconda giovinezza di Silvio Berlusconi: al Monza, a convincerlo l’amico Adriano Galliani. Dimensione ovviamente minore, ma prendere il Monza in dissesto in serie C e portarlo in A, dove vive da protagonista, non è anche questo un capolavoro? Di arte moderna, sostenuto dal vecchio stile, accomodando alla porta i tecnici che non convincono, Brocchi e Stroppa, con il silenzioso consenso di Galliani, fedelissimo nell’appoggiare le decisioni del suo capo, e promuovendo a sorpresa Palladino: una svolta riuscita. Un finale sportivo e calcistico all’altezza quello brianzolo, dove Galliani è idea e azione. Ma nessuna confusione: il Milan di Berlusconi ha raggiunto vette per altri inarrivabili. Dove c’è genio, tutto è possibile.

                  CorSera
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Arrigo Sacchi, lacrime per Berlusconi: «Al Milan firmai in bianco. Voleva portarmi al Monza, mi propose una villa con maggiordomo»

                    L’allenatore del primo Milan racconta un rapporto con Silvio Berlusconi durato 37 anni: «Quando mi prese gli dissi: “O siete geni, o siete pazzi”. Mai invadente, mi difese davanti alla squadra. L’unico mio consiglio che non seguì fu quello su Sarri»

                    «Mi stavo facendo la barba, mentre ascoltavo la tv in sottofondo. Poi La7 ha interrotto la trasmissione per informare che Silvio Berlusconi era morto». Arrigo Sacchi, l’allenatore del Milan che a fine anni Ottanta ha compiuto una rivoluzione nel mondo del calcio, non trattiene le lacrime mentre ripercorre le tappe di un rapporto, professionale e umano, durato 37 anni. «Gli devo molto, sono stato sempre riconoscente nei suoi confronti da quando, appena mi assunsero al Milan, risposi loro “o siete geni, o siete pazzi”».

                    Arrigo, qual è la principale qualità che riconosce al suo presidente?
                    «Ha avuto coraggio e nessuno può dirlo meglio di me dal momento che mi portò al Milan quando io allenavo il Parma. Ha avuto una visione, in me ha riconosciuto e identificato qualità che nemmeno io pensavo di avere».

                    Il giorno da cui tutto ebbe inizio?
                    «Amichevole nell’agosto del 1986, alla fine del primo tempo che si concluse 0-0 il presidente del Parma mi disse che il Cavaliere voleva conoscermi. Lo incontrai e Silvio, impressionato dal gioco mostrato dalla mia squadra, mi promise che avrebbe seguito il mio percorso».

                    Le strade si incrociarono di lì a poco?
                    «Sì, il caso volle che i nostri club si affrontassero in Coppa Italia, all’epoca c’erano i gironcini. Il Milan quell’estate aveva appena completato la campagna acquisti con cinque nomi di rilievo, Donadoni, Massaro, Giovanni Galli, Bonetti e Galderisi. Battemmo i rossoneri 1-0 e Berlusconi mi confermò l’intenzione di tenermi sott’occhio».


                    Poi cosa accadde?
                    «Per uno scherzo del destino fummo sorteggiati di nuovo abbinati al Milan per gli ottavi di Coppa Italia e di nuovo vincemmo 1-0. Era febbraio del 1987 e Bortolazzi realizzò la rete decisiva. Allora Ettore Rognoni, capo dei servizi sportivi di Mediaset e mio grande amico, mi informò che Berlusconi mi invitava a cena ad Arcore. Andai e trovai lui, Galliani e ovviamente Rognoni che mi aveva accompagnato. Parlammo di tutto, sembrava che ci conoscessimo da una vita».

                    Come fu formulata l’offerta di lavoro?
                    «Il venerdì successivo avrei dovuto incontrare una società di A, la Fiorentina, e non intendevo annullare l’appuntamento. Non ci pensavo proprio, ero andato a svolgere doppio allenamento con il Parma ma tornato a casa mia moglie mi disse che Ettore aveva telefonato parecchie volte. Così il giorno precedente al colloquio con la dirigenza della Fiorentina, grazie alla mediazione di Rognoni — trait d’union tra le parti—, andai a cena a Milano dove Berlusconi non c’era perché impegnato a mettere sotto contratto la Carrà e Baudo per la tv. Mi aspettava però tutto il gotha dei dirigenti Fininvest. Galliani, Confalonieri, Dell’Utri. Firmai e dissi “mettete voi la cifra che volete”. Quel furbacchione di Adriano ha scritto una cifra inferiore a quella che percepivo al Parma».

                    Cosa le mancherà di Silvio?
                    «È stato un innovatore, in ogni campo, anche nella politica. Nel calcio, nel decennio a cavallo degli anni Novanta, le squadre italiane hanno dominato in Europa: lui ha fatto irruzione con la forza di una valanga in uno stagno. Ha permesso al calcio di ottenere una dimensione internazionale mai raggiunta prima».

                    Un consiglio che il presidente non ha seguito?
                    «Gli dissi di prendere Sarri. “Se mette lui in panchina dimostra ancora una volta di essere dieci anni davanti agli altri” gli ho suggerito. Ma non mi ha dato retta».

                    Dica la verità, è mai stato invadente?
                    «Con me mai. A inizio avventura, dopo la sconfitta con l’Espanyol mi chiese se avevo bisogno di un aiuto. Davanti alla mia difficoltà, venne a Milanello convocò la squadra nel suo ufficio e bastarono 25 secondi. Fu straordinario. “Ho totale fiducia in Arrigo. Chi lo seguirà rimarrà, chi non è con lui se ne andrà”. Vincemmo il campionato».

                    L’ultima volta che l’ha visto?
                    «Quest’inverno mi aveva invitato ad Arcore ma a dicembre presi il Covid. Gli dissi che sarei andato in primavera ma non c’è stato il tempo. Lo sa che mi voleva portare con sé al Monza?».

                    Come andò?
                    «Mi lusingò: “vieni, fai quello che vuoi, ti do una bella villa con il maggiordomo”».

                    Era così generoso come molti che hanno lavorato con lui narrano?
                    «Come le dicevo, il mio ingaggio iniziale al Milan non era particolarmente elevato. Trattai il raddoppio dello stipendio in caso di successo. Dopo il 4-0 sullo Steaua di Bucarest, Silvio mi confessò “non ho mai speso meglio i miei soldi”. Gli sarò grato per tutta la vita. Che brutta giornata è oggi». Piange Arrigo per l’amico e la bella vita che fu.

                    CorSera
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                    sopra una sola teca di cristallo
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                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      La panchina che scotta: Napoli su Paulo Sousa, gelo con la Salernitana

                      Settimana della verità, Spalletti si dimette. Il collega portoghese supera Galtier e Garcia L'amarezza dei granata, Iervolino volta pagina e contatta Gattuso

                      Settimana della verità, Spalletti si dimette. Il collega portoghese supera Galtier e Garcia L'amarezza dei granata, Iervolino volta pagina e contatt…
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                        Milan all'attacco, Chukwueze e Thuram in pole. Per Scamacca è derby con la Roma

                        Con l'addio di Ibra e il ritorno di Brahim Diaz a Madrid i rossoneri sono al lavoro per rinforzare il reparto offensivo. Offerta al Villarreal per il nigeriano, l'attaccante francese prima scelta ma c'è da battere la concorrenza del Psg. L'alternativa è l'ex Sassuolo che piace anche a Mourinho

                        Con l'addio di Ibra e il ritorno di Brahim Diaz a Madrid i rossoneri sono al lavoro per rinforzare il reparto offensivo. Offerta al Villarreal per il niger…
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                          Mbappé non firma il rinnovo con il Psg: c’è il Real Madrid?

                          Kylian Mbappé non firma l’opzione per il terzo anno, può liberarsi già a gennaio: il Psg intenzionato a venderlo subito. Real Madrid alla finestra


                          Dopo l’addio di Lionel Messi, volato all’Inter Miami in Mls, e le perplessità di Neymar, attirato anche lui dalle maxi offerte dell’Arabia Saudita, adesso è il turno di Kylian Mbappé. Ed è pronto a esplodere un vero e proprio terremoto al Psg. L’indiscrezione in serata arriva direttamente dalla Francia, da L’Équipe.

                          Secondo quanto riporta il quotidiano, il fuoriclasse avrebbe informato il club che non attiverà l’opzione per il rinnovo fino al 30 giugno del 2025, presente nel suo attuale contratto monstre, firmato appena un anno fa. Il giocatore lo ha fatto attraverso una nota formale inviata alla dirigenza. E questa decisione, improvvisa, ha preso tutti in contropiede nella capitale francese.

                          Anche perché a questo punto, non è da escludere un addio già nelle prossime settimane, così da monetizzare il più possibile dalla sua cessione. Anzi, l’ipotesi è addirittura probabile. Ma dove può andare un giocatore come Mbappé, che il Psg nel 2017 ha pagato 180 milioni di euro? E che nel frattempo ha vinto un Mondiale in Russia con la Francia (2018) ed è arrivato secondo in Qatar, perdendo ai rigori contro l’Argentina dopo aver firmato una tripletta in finale?

                          Il Real Madrid lo corteggia da tempo. Era già stato fatto un tentativo l’anno scorso, ma il giocatore aveva deciso di rinnovare fino al 2024 (con opzione per il 2025), convinto anche da Emmanuel Macron, il presidente francese. Ma adesso il mal di pancia è sempre più forte. E a Madrid stanno già sognando il suo arrivo. Visto anche il recentissimo addio di Benzema, sbarcato in Arabia Saudita. Carlo Ancelotti, che in carriera ha allenato tantissimi campioni indiscussi, aspetta Kylian a braccia aperte. Si può aprire una nuova era ai Blancos. Mentre a Parigi continua la fuga delle stelle.

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Milan all'attacco, Chukwueze e Thuram in pole. Per Scamacca è derby con la Roma

                            Con l'addio di Ibra e il ritorno di Brahim Diaz a Madrid i rossoneri sono al lavoro per rinforzare il reparto offensivo. Offerta al Villarreal per il nigeriano, l'attaccante francese prima scelta ma c'è da battere la concorrenza del Psg. L'alternativa è l'ex Sassuolo che piace anche a Mourinho

                            https://www.repubblica.it/sport/calc...oma-404160254/

                            Scamacca è un altro medioman
                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

                            Commenta


                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Arrigo Sacchi, lacrime per Berlusconi: «Al Milan firmai in bianco. Voleva portarmi al Monza, mi propose una villa con maggiordomo»

                              L’allenatore del primo Milan racconta un rapporto con Silvio Berlusconi durato 37 anni: «Quando mi prese gli dissi: “O siete geni, o siete pazzi”. Mai invadente, mi difese davanti alla squadra. L’unico mio consiglio che non seguì fu quello su Sarri»

                              «Mi stavo facendo la barba, mentre ascoltavo la tv in sottofondo. Poi La7 ha interrotto la trasmissione per informare che Silvio Berlusconi era morto». Arrigo Sacchi, l’allenatore del Milan che a fine anni Ottanta ha compiuto una rivoluzione nel mondo del calcio, non trattiene le lacrime mentre ripercorre le tappe di un rapporto, professionale e umano, durato 37 anni. «Gli devo molto, sono stato sempre riconoscente nei suoi confronti da quando, appena mi assunsero al Milan, risposi loro “o siete geni, o siete pazzi”».

                              Arrigo, qual è la principale qualità che riconosce al suo presidente?
                              «Ha avuto coraggio e nessuno può dirlo meglio di me dal momento che mi portò al Milan quando io allenavo il Parma. Ha avuto una visione, in me ha riconosciuto e identificato qualità che nemmeno io pensavo di avere».

                              Il giorno da cui tutto ebbe inizio?
                              «Amichevole nell’agosto del 1986, alla fine del primo tempo che si concluse 0-0 il presidente del Parma mi disse che il Cavaliere voleva conoscermi. Lo incontrai e Silvio, impressionato dal gioco mostrato dalla mia squadra, mi promise che avrebbe seguito il mio percorso».

                              Le strade si incrociarono di lì a poco?
                              «Sì, il caso volle che i nostri club si affrontassero in Coppa Italia, all’epoca c’erano i gironcini. Il Milan quell’estate aveva appena completato la campagna acquisti con cinque nomi di rilievo, Donadoni, Massaro, Giovanni Galli, Bonetti e Galderisi. Battemmo i rossoneri 1-0 e Berlusconi mi confermò l’intenzione di tenermi sott’occhio».


                              Poi cosa accadde?
                              «Per uno scherzo del destino fummo sorteggiati di nuovo abbinati al Milan per gli ottavi di Coppa Italia e di nuovo vincemmo 1-0. Era febbraio del 1987 e Bortolazzi realizzò la rete decisiva. Allora Ettore Rognoni, capo dei servizi sportivi di Mediaset e mio grande amico, mi informò che Berlusconi mi invitava a cena ad Arcore. Andai e trovai lui, Galliani e ovviamente Rognoni che mi aveva accompagnato. Parlammo di tutto, sembrava che ci conoscessimo da una vita».

                              Come fu formulata l’offerta di lavoro?
                              «Il venerdì successivo avrei dovuto incontrare una società di A, la Fiorentina, e non intendevo annullare l’appuntamento. Non ci pensavo proprio, ero andato a svolgere doppio allenamento con il Parma ma tornato a casa mia moglie mi disse che Ettore aveva telefonato parecchie volte. Così il giorno precedente al colloquio con la dirigenza della Fiorentina, grazie alla mediazione di Rognoni — trait d’union tra le parti—, andai a cena a Milano dove Berlusconi non c’era perché impegnato a mettere sotto contratto la Carrà e Baudo per la tv. Mi aspettava però tutto il gotha dei dirigenti Fininvest. Galliani, Confalonieri, Dell’Utri. Firmai e dissi “mettete voi la cifra che volete”. Quel furbacchione di Adriano ha scritto una cifra inferiore a quella che percepivo al Parma».

                              Cosa le mancherà di Silvio?
                              «È stato un innovatore, in ogni campo, anche nella politica. Nel calcio, nel decennio a cavallo degli anni Novanta, le squadre italiane hanno dominato in Europa: lui ha fatto irruzione con la forza di una valanga in uno stagno. Ha permesso al calcio di ottenere una dimensione internazionale mai raggiunta prima».

                              Un consiglio che il presidente non ha seguito?
                              «Gli dissi di prendere Sarri. “Se mette lui in panchina dimostra ancora una volta di essere dieci anni davanti agli altri” gli ho suggerito. Ma non mi ha dato retta».

                              Dica la verità, è mai stato invadente?
                              «Con me mai. A inizio avventura, dopo la sconfitta con l’Espanyol mi chiese se avevo bisogno di un aiuto. Davanti alla mia difficoltà, venne a Milanello convocò la squadra nel suo ufficio e bastarono 25 secondi. Fu straordinario. “Ho totale fiducia in Arrigo. Chi lo seguirà rimarrà, chi non è con lui se ne andrà”. Vincemmo il campionato».

                              L’ultima volta che l’ha visto?
                              «Quest’inverno mi aveva invitato ad Arcore ma a dicembre presi il Covid. Gli dissi che sarei andato in primavera ma non c’è stato il tempo. Lo sa che mi voleva portare con sé al Monza?».

                              Come andò?
                              «Mi lusingò: “vieni, fai quello che vuoi, ti do una bella villa con il maggiordomo”».

                              Era così generoso come molti che hanno lavorato con lui narrano?
                              «Come le dicevo, il mio ingaggio iniziale al Milan non era particolarmente elevato. Trattai il raddoppio dello stipendio in caso di successo. Dopo il 4-0 sullo Steaua di Bucarest, Silvio mi confessò “non ho mai speso meglio i miei soldi”. Gli sarò grato per tutta la vita. Che brutta giornata è oggi». Piange Arrigo per l’amico e la bella vita che fu.

                              CorSera
                              io quel milan l'ho vissuto ed ammirato anche se ammesso che ero un bambino, solo chi c'era può capire cos'era il milan di Sacchi
                              Originariamente Scritto da Marco pl
                              i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                              Originariamente Scritto da master wallace
                              IO? Mai masturbato.
                              Originariamente Scritto da master wallace
                              Io sono drogato..

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                                "Arriviamo alla partita decisiva di Napoli. Berlusconi era in agitazione.

                                “Il martedì ci invitò a cena ad Arcore. Io e tutta la squadra. Tenne un lungo discorso sull’importanza che rivestiva per lui il Milan. E poi aggiunse: ‘Chiedo a tutti voi un sacrificio. Per un mese niente sesso. C’è la possibilità di vincere lo scudetto, non possiamo sprecarla. Per il resto, avrete tutto il tempo’“.

                                I giocatori come reagirono?

                                “Tutti zitti tranne Gullit che intendeva ribellarsi a quell’imposizione. Berlusconi non la prese bene la reazione di Ruud” "
                                (Gazzetta)
                                Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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