Il Napoli ha letteralmente polverizzato il campionato e resa drammaticamente palese l'inconsistenza fattuale e programmatica del resto della compagnia e del calcio italiano. Da qui a maggio i suoi tifosi possono già dedicarsi a dei lunghi festeggiamenti. Spalletti ed i suoi invece potranno divertirsi a mente sgombra in champions, rivestendo il ruolo di guastafeste altrui e vedere come andrà a finire in coppa.
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Già dal mese scorso potevano iniziare i festeggiamenti
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Barcellona, le minacce via burofax del vicepresidente degli arbitri. I documenti
Nel documento pubblicato da «El Mundo», Enríquez Negreira scrive a Bartomeu quando s’interrompe la ricca collaborazione, minacciando di far esplodere «un grande scandalo». Ma c’è il rischio prescrizione a livello sportivo
Il Barçagate, il caso che sta scuotendo dalle fondamenta il calcio spagnolo, s’arricchisce ogni giorno di nuovi clamorosi particolari. Ora sono comparsi anche documenti che complicano ulteriormente la vicenda. A rivelarli è El Mundo, quotidiano del gruppo Rcs, che stamattina pubblica un burofax nel quale l’ex vicepresidente degli arbitri José María Enríquez Negreira minaccia l’allora presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, di rendere note tutte le irregolarità di cui è venuto a conoscenza se il club avesse interrotto il rapporto di (ricchissima) collaborazione. Negreira afferma che non si farà scrupoli a rivelare tutto rivolgendosi al tribunale e far esplodere «uno scandalo», a meno che la controparte non torni sui suoi passi, riallacciando la collaborazione. Nel burofax, l’ex vicepresidente dei fischietti spagnoli non ci gira troppo intorno. E cita «tutte le irregolarità che ho visto e conosciuto».
«Non credo che un altro scandalo faccia bene al club» le parole di Enriquez Negreira a Bartomeu. Il burofax (un documento usato in Spagna per comunicazioni in cui siano certificati mittente, destinatario e messaggio: famoso era stato quello con cui Leo Messi annunciava la fine del rapporto proprio con il Barcellona) risale al 5 febbraio 2019, vale a dire 8 mesi dopo l’ultima fattura pagata dal Barcellona alla società Dasnil 95, della quale l’ex vicepresidente degli arbitri era l’unico socio. La collaborazione fra Enriquez Negreira e il club catalano, è emerso nelle ultime ore, andava avanti da molto tempo: sarebbe iniziata già nel 2001 e avrebbe fatto guadagnare all’ex arbitro oltre 7 milioni di euro. La questione sulla quale sta cercando di fare chiarezza la fiscalìa è: quelle erano davvero consulenze per «allenare» i giocatori alla gestione dell’arbitro che avrebbero incontrato oppure era una corruzione?
Gli inquirenti non hanno trovato alcuna documentazione dei servizi prestati dall’ex arbitro, che si è difeso dicendo che le sue relazioni erano tutte a voce. Ma gli investigatori dell’Agenzia delle entrate sospettano favori arbitrali: «Il Barcellona voleva assicurarsi che non fossero prese da parte degli arbitri decisioni sfavorevoli, cioè che tutto fosse neutrale». Sempre sul Mundo fanno notare come nel periodo coperto dalle fatture il Barça rimase per 746 giorni senza che gli fischiassero un rigore contro, dal 14 febbraio del 2016 al 1° marzo del 2018. Il dato fa impressione, ma ovviamente non basta.
La Spagna intanto è divisa. La questione è anche politica, con il fùtbol che diventa terreno di scontro dell’eterna partita fra governo centrale e indipendentisti. Lo scandalo, tuttavia, sarebbe già chiuso, secondo quanto pubblica il quotidiano Marca. Il quotidiano riporta uno stralcio della nuova legge sullo sport, approvata dal Congresso il 22 dicembre 2022: l’articolo 112, infatti, afferma che «le infrazioni molto gravi saranno prescritte a tre anni, quelle gravi a due anni e quelle lievi a sei mesi». A livello sportivo insomma non ci saranno conseguenze. La conferma è arrivata anche da Javier Tebas, presidente della Liga spagnola: «Esteticamente ed eticamente questo tipo di cose non possono succedere nel calcio spagnolo, vediamo come si conclude l’indagine del tribunale dal punto di vista penale». Prima di tutto però bisogna capire se il reato c’è o meno.
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Monza-Milan
(ore 18 su Dazn)
Silvio Berlusconi tornerà allo stadio, dopo mesi di assenza. E chissà se farà come il suo a.d. Adriano Galliani, che ha già assicurato la sua impassibilità a prescindere da chi dovesse segnare tra Milan e Monza. «Per tutta la mia vita ho fatto sogni che a tutti sembravano irrealizzabili. Quando ho preso il Milan volevo che diventasse la squadra più forte del mondo e ci sono riuscito. Ho vinto tutto. Del ‘94 ho un ricordo forte. Ero a Roma per chiedere la fiducia al Governo e quindi non sono riuscito a vedere la finale di Atene. Ho chiamato Galliani a fine partita e mi ha detto che avevamo vinto 4-0. Comunque inanellando tutto quello che abbiamo vinto, ancora un po’ di orgoglio lo sento dentro. A Maldini voglio molto bene, è figlio e padre di giocatori del Milan. Voglio bene a tanti del mio Milan. A Gullit, a Van Basten. Il più grande? Baresi, giocatore fantastico, uomo di un’onestà incredibile, amato e rispettato da tutti, anche dagli avversari», ha detto Berlusconi. E Stefano Pioli quando riferiscono di aver suggerito Rafael Leao centravanti, ha risposto: «Sono sempre d’accordo con lui». Al di là dei corsi e ricorsi storici, il Milan proverà a dare continuità ai successi con Torino (1-0, 10 febbraio) e Tottenham (1-0, 14 febbraio). Rientra Tomori, ma non Bennacer. Out anche Calabria.
Inter-Udinese
(ore 20.45 su Dazn, Sky Sport, Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K e in streaming su Sky Go e Now tv)
L’Inter si deve rialzare dopo il pareggio contro la Sampdoria (0-0, 13 febbraio). Già dalla gara di San Siro con l’Udinese: «Noi cerchiamo sempre la vittoria. A Genova la sorte non ci è stata amica, probabilmente dovevamo essere più cattivi e precisi in zona gol, ma la squadra ha avuto l’atteggiamento giusto e ha provato a vincere la partita fino al 95’», ha detto Simone Inzaghi. E ancora: «Barella? Tiene tantissimo alla causa e ha una grandissima carica, ha sempre voglia di vincere. A volte questa carica lo fa innervosire, ma sappiamo tutti che tipo di ragazzo sia. Ho grandissima fiducia in lui come in tutti gli altri ragazzi». Così, invece, Andrea Sottil: «Sarà una partita molto stimolante, dove non c’è bisogno di caricare l’ambiente. Conosciamo la forza dell’avversario: è una squadra fisica che calcia molto in porta, la prima squadra in serie A per cross effettuati. Dovremo essere molto concentrati e attenti nella fase difensiva».
GIORNATA N. 23
Sabato 18 febbraio 2023Sampdoria – Bologna 15.00Monza – Milan 18.00Inter – Udinese 20.45Domenica 19 febbraio 2023Atalanta – Lecce 12.30Fiorentina – Empoli 15.00Salernitana – Lazio 15.00Spezia – Juventus 18.00Roma – Verona 20.45Lunedì 20 febbraio 2023Torino – Cremonese 20.45
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Allegri, il difensivismo e i luoghi comuni: perché ha ragione l’allenatore della Juventus
Allegri che quando le sue squadre vanno in vantaggio suona la ritirata e ordina di difendere a oltranza quel vantaggio risicato. È un’affermazione ampiamente smentita dai numeri, oltre che dalla memoria delle sue partite
Ci sono luoghi comuni la cui tenacia nel sopravvivere è direttamente proporzionale alla loro falsità. Inutile fare la lista, ne prendiamo uno per tutti: «Napoleone che ci ha rubato la Gioconda». Non è vero, quel dipinto è stato portato in Francia da Leonardo stesso nel 1516, e l’unica cosa non appurata è se lo abbia venduto o direttamente regalato a Francesco I — ma in ogni caso il dipinto sta dove il suo autore ha voluto che stesse. Un furto c’è stato, nel 1911, ma è stato compiuto da un italiano, Vincenzo Peruggia, che, abbagliato come tanti dalla vulgata della spoliazione napoleonica, lo sottrasse dal Louvre e lo portò a Luino con l’intenzione di «restituirlo all’Italia».
Questi sono i fatti, appurati in ogni sede da moltissimo tempo, eppure, al primo sorgere di polemiche italo-francesi sugli argomenti più disparati, spunta sempre qualcuno (a volte anche qualche ministro) che la butta in caciara invitando i francesi, prima di parlare, a restituirci la Gioconda. Ho detto che di esempi ce ne sono moltissimi, e oggi se ne ripropone uno degli ultimi — per cronologia e, deo gratias, anche per importanza: Massimiliano Allegri allenatore difensivista. Di più: Massimiliano Allegri che quando le sue squadre vanno in vantaggio suona la ritirata e ordina di difendere a oltranza quel vantaggio risicato. È un’affermazione ampiamente smentita dai numeri, oltre che, per chi abbia una memoria decente, dalla moltitudine di prestazioni offerte dalle due squadre che ha allenato negli ultimi quindici anni, il Milan e la Juventus, che però anch’essa torna a galla di continuo come una scarpa rotta nello stagno.
È successo anche dopo Juventus-Nantes, e in quell’occasione Allegri, di solito così distaccato e sornione, è insorto — sviluppando una polemica con il povero Stefano De Grandis che, un po’ superficialmente, ma senza acribia, aveva fatto riferimento a questo suo «difetto». Ora io non credo che Allegri abbia bisogno della mia difesa, ma vorrei accennare qui alle altre ragioni di quel suo spazientirsi, quelle che lui non può dire, e che lo scagionano anche dalla maligna osservazione, falsa anch’essa, secondo la quale se uno se la prende così su una cosa vuol dire che ha la coda di paglia e quella cosa è vera.
No: Allegri l’altra sera era nervoso — e questo l’ha detto — perché la Juventus non aveva vinto la partita; e perché i suoi — ha detto anche questo — nel secondo tempo «facevano rotolare la palla» anziché farla circolare velocemente; ma anche perché il suo giocatore più talentuoso, Angel Di Maria, che alla fine si è preso tutti gli elogi possibili, ha alternato alcune giocate di gran pregio con un atteggiamento sbagliato, quel «faccio tutto io» che lo ha portato spesso a sprecare superiorità numeriche e ripartenze molto promettenti alla ricerca di inutili numeri personali — e questo non poteva dirlo; né poteva insistere sul rigore negato nel recupero per un fallo di mano nettissimo, perché è nota la sua abitudine a non polemizzare mai con i direttori di gara; e non poteva dire nemmeno un’altra cosa che molto probabilmente lo rende nervoso da un bel po’ di tempo, e cioè la totale assenza della voce della società nel martirologio che quest’anno accompagna la Juventus dentro e fuori dai campi di gioco, perché quello dell’altra sera non è che l’ultimo di una serie di episodi di killeraggio ai quali la società dovrebbe rispondere con una pubblica, stentorea opposizione — magari per bocca e con la faccia di qualcuno tra i suoi nuovi dirigenti apicali — e invece non lo fa.
Ecco perché, anziché soprassedere, l’altra sera Allegri è sbottato contro il mite De Grandis come fosse stato un Adani qualsiasi. Intendiamoci: ha avuto ragione a sbottare, così come ha avuto ragione a tacere le altre ragioni che alimentavano il suo sfogo, che sono più importanti ma non vanno discusse in pubblico — e l’ha avuta indipendentemente dalla serietà del giornalista che ha riproposto l’antifona. Poteva fare solo quello, e l’ha fatto, anche se è una battaglia persa, perché le sue squadre fanno sempre molti gol, così come i francesi non hanno mai rubato la Gioconda, ma alla gente piacerà sempre dire il contrario.
CorSera...ma di noi
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Terremoto, l’ex Chelsea Atsu trovato morto. L’agente: "Il suo corpo senza vita tra le macerie"
Inviato dal mio Samsung Galaxy S23 Ultra utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Un nuovo sceicco si affaccia sulla Premier League: offerta pazzesca per il Manchester United [emoji15][emoji383]
[emoji383] Un consorzio guidato dallo sceicco Jassim Bin Hamad Al Thani, presidente della Qatar Islamic Bank (QIB), ha formalmente annunciato di aver presentato un'offerta per acquistare il Manchester United. Secondo la stampa inglese, si parlerebbe di addirittura 6 miliardi di euro.
[emoji1203] QIB è una delle maggiori banche del Qatar. Il suo azionista di maggioranza è il fondo sovrano Qatar Investment Authority, che possiede la Qatar Sports Investments (QSI), che controlla il PSG.
[emoji2522] Se l'offerta sarà accolta, il club sarà liberato dai suoi debiti, che attualmente ammontano a 580 milioni di euro, e i suoi promotori si impegneranno a "investire nelle squadre di calcio, nel centro di allenamento, nello stadio e nelle infrastrutture più ampie"
#gazzetta #althani #manutd
Inviato dal mio Samsung Galaxy S23 Ultra utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio6 miliardi cristo.....
Avrebbero schiacciato tutti!
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkLast edited by robybaggio10; 18-02-2023, 13:12:26.I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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E' lo sceicco del PSG. Se non venderà il PSG avrà due squadre in champions e il monopolio del mercato....ma di noi
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potrebbe anche essersi rotto il ***** del PSG per passare ad un campionato più appetibile e con più soldi pureOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioNon è illegale avere 2 squadre nella stessa competizione?
Mi sembra che Red Bull avesse avuto lo stesso problema.
Magari vede più ricca la premier e molla il PSG.
Cioè...per esempio...non c'è nessuna regola che vieta a 2 cugini di avere 2 squadre che giocano in champions...e in qatar di cugini della famiglia ce ne sono a decine...I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Manchester United, da Al Thani (Qatar) offerta di 6 miliardi. C’è anche Ratcliffe (Ineos)
La Banca islamica del Qatar pronta a pagare alla famiglia Glazer 6 miliardi di euro per il Manchester United (comprato 18 anni fa per 1,16): alla guida il nipote del proprietario del Psg. Ha presentato un’offerta anche Ineos
Lo sceicco Jassim bin Hamad Al Thani, nipote di Tamim bin Hamad Al Thani, proprietario del Paris Saint-Germain, ha formalizzato la sua offerta monstre per l’acquisto del Manchester United.
Jassim, 44 anni, presidente della QIB, Qatar Islamic Bank, è a capo di un consorzio che venerdì sera — a poche ore dalla chiusura della scadenza per le offerte ai Red Devils, in vendita dallo scorso novembre — ha annunciato di avere presentato i documenti. Il comunicato diffuso non ha fornito dettagli sull’importo proposto nell’offerta per il club, ma il prezzo potrebbe variare tra i 4,5 e i 6 miliardi di euro, mentre gli attuali proprietari — la famiglia americana Glazer, che rilevò la squadra nel 2005 per 1,16 miliardi di euro (790 milioni di sterline), ne chiede 6,7.
«L’offerta prevede di riportare il club ai suoi antichi fasti sia dentro che fuori dal campo e, soprattutto, cercherà di riportare i tifosi al centro del Manchester United Football Club», ha dichiarato il consorzio del Qatar, aggiungendo che l’offerta avverrà tramite la Nine Two Foundation, che «cercherà di investire nelle squadre di calcio, nel centro di allenamento, nello stadio e nelle infrastrutture, nell’esperienza dei tifosi e nelle comunità supportate dal club». Da segnalare che durante il Mondiale Jassim è stato più volte visto parlare con l’amico David Beckham, conosciuto nel Regno unito quando frequentava la Royal Military Academy di Sandhurst, dove sono stati addestrati anche i principi William e Harry.
Per rilevare lo United c’è anche l’interesse dell’imprenditore britannico sir Jim Ratcliffe, proprietario del colosso chimico Ineos, che si era fatto avanti lo scorso mese (dopo averci provato negli anni scorsi con il Chelsea ed avere acquisito Nizza e Losanna in Francia e Svizzera) . Al momento queste due sono le uniche dichiarazioni pubbliche, ma la deadline di venerdì sera è una «scadenza morbida» che potrebbe anche essere rivista. Resta da verificare, per esempio, la serietà di un tweet, risalente ad agosto, di Elon Musk.
I Glazer — mai entrati nel cuore dei tifosi anche a causa del fallito progetto della Superlega —hanno dichiarato di essere aperti sia a investimenti di minoranza che a una cessione completa del pacchetto azionario. Ma quest’ultima sembra essere ormai l’unica opzione rimasta sul tavolo.
Intanto l’allenatore dello United Erik ten Hag — reduce dal 2-2 di Europa League nell’andata degli ottavi a Barcellona — ha spiegato che le voci di vendita non riusciranno a distrarre lui o la sua squadra in vista dello scontro di domenica in Premier League con il Leicester. «È il nostro club e ovviamente seguiamo la situazione. Ma siamo concentrati sul calcio, sull’allenamento e sul nostro modo di giocare».
In vendita non c’è solo il Manchester United, al momento: dopo il Chelsea, costretto al cambio di proprietà a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia — Roman Abramovich in maggio ha dovuto lasciare a Todd Boehly, che ha subito investito cifre mostruose — anche Tottenham e Liverpool potrebbero passare di mano. Sugli Spurs c’è l’MSP Sports Capital — azionista di minoranza dei Phoenix Suns in Nba — dell’americano di origine iraniana Jahm Najafi; sui Reds, invece, non si registrano novità sul fronte delle offerte, ma in ottobre i titolari di Fenway Sports si erano mossi chiedendo alle banche di investimento di trovare acquirenti.
Al momento 15 club su 20 in Premier League sono in mani straniere, e 8 di questi più il Leeds parzialmente italiano (Arsenal, Aston Villa, Chelsea, Crystal Palace, Fulham, Liverpool, in parte il Manchester City e ManchesterUnited) fanno capo agli Stati Uniti. Per il resto si contano l’Everton iraniano, il Leicester thailandese, il Newcastle saudita, il Nottingham Forest greco, il Southampton serbo e il Wolverhampton cinese.
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Sky è in pole per aggiudicarsi un'ampia esclusiva sui diritti tv della Champions League in Italia a partire dalla stagione 2024/25. La società avrebbe ottenuto le immagini di tutti gli incontri della massima competizione europea, ad eccezione di una partita del mercoledì, assegnata ad Amazon. Inoltre Sky avrebbe ottenuto anche i diritti dell'Europa League.
(Milano Finanza)sigpic
Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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