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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Inter-Viktoria Plzen 4-0: nerazzurri qualificati agli ottavi. E Lukaku torna in campo dopo due mesi e segna subito

    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Il fantino livornese è riuscito nell'impresa di non passare il turno,e pensare che disse,che le partite con il Benfica, sarebbero state le partite chiavi,si è visto,entrambe perse, quand'è che lo cacciano sto dinosauro?
      (ride)

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        Immagino Marotta che sghignazza quando legge queste cose
        Ciao Manuel, bodyweb non sarà mai più la stessa!

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          Il Napoli è uno spettacolo, continua a segnare caterve di gol. In Champions League ne ha già fatto 20: nessuno ha fatto meglio, e vanno in gol tutti, soprattutto le riserve come Simeone. Resta solo una certa apprensione di fondo: è tutto così perfetto, ma siamo ad ottobre…

          E’ un Napoli così bello che bisogna far finta di niente…
          Il Napoli di oggi è raccontato dai suoi numeri. Che non sono certo numeri freddi, ma bensì esuberanti, prepotenti e sfacciati. Cinque vittorie su cinque in Champions League, 20 gol fatti per una media di 4 gol a partita, appena 4 gol subiti e dunque differenza reti di +16. Che praticamente significa vedere sempre il Napoli nella metà campo avversaria. Non c’è nessun altra squadra in Champions League che abbia fatto così tanti gol. E non esiste squadra in Europa che tiri così tanto in porta.

          Persino Arrigo Sacchi ormai celebra la spettacolarità del Napoli, che significa praticamente una laurea all’università mondiale del football.

          L’altro aspetto importante e decisivo per il Napoli, in questa vittoria per 3-0 sui Rangers Glasgow, è che è stata ottenuta tenendo i titolari in panchina, soprattutto Kvaratskhelia e Osimhen, e mandando in campo le riserve. Giovanni Simeone, detto il Cholito per distinguerlo dal padre Cholo Simeone eliminato con l’Atletico Madrid, non è mai stato così brillante e incisivo. E’ una riserva, ma per modo di dire.

          I complimenti per Luciano Spalletti e per chi questo Napoli ha costruito li abbiamo finiti. Bravi, bravissimi straordinari, fate una grande fila di aggettivi positivi e incollateli qui.

          Non resta che confessare un pensiero che credo abbiano tutti. Qui nessuno è scaramantico, io in particolare non ho nemmeno problemi di tifo, ma parlar così bene del Napoli, riversargli obbligatoriamente e meritatamente così tanti elogi, va detto, mette una certa apprensione. Vedo orde di tifosi trattenuti perché siamo a ottobre e dunque far finta di niente…

          UEFA CHAMPIONS LEAGUE 2022-2023 Martedì 25 ottobre 2022 Dinamo Zagabria - Milan 0-4 (39' Gabbia M, 50' Leao M, 59' Giroud rig. M, 69' Ljubicic aut. M) Classifica GRUPPO E: Chelsea 10, Milan 7, Salisburgo 6, Dinamo Zagabria 4 Prossima partita: Milan - Salisburgo Benfica - Juventus 4-3 (17' Antonio Silva B, 21' Kean J,
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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            CHAMPIONS LEAGUE da non crederci. L’Inter dalle stalle alle stelle, fa quattro gol al Viktoria Plzen e vola agli ottavi piazzandosi dietro il Bayern Monaco e beffando addirittura il Barcellona. Sorteggiata in un girone micidiale, la squadra di Inzaghi doveva essere il povero vaso di coccio tra i due di ferro e invece ha finito per restare integra e mandare addirittura all’inferno il Barcellona. Nel grande show di San Siro con doppietta di Dzeko e il pubblico in estasi, la ciliegina sulla torta è stata quella di Lukaku, rientrato dopo due mesi di infortunio e andato addirittura subito in gol. Nulla è impossibile, l’Inter sta risorgendo e adesso può tornare in corsa anche in campionato. Pure per lo scudetto? Per fortuna che durante la crisi non è stato cacciato Inzaghi…

            Inter, la domanda è: ma con Lukaku ora si può anche tornare a lottare per lo scudetto?
            Non ci credeva nessuno. Nemmeno l’Inter, che la qualificazione agli ottavi di Champions League non l’aveva prevista, e dovendo impostare le previsioni di bilancio, aveva preso in considerazione un’onesta Europa League. E invece nel girone di ferro che più di ferro non si può, è riuscita a infilarsi tra Bayern Monaco e Barcellona e dunque a lasciar clamorosamente fuori gli spagnoli (umiliati in casa dai tedeschi con un secco 0-3). Già solo questo sarebbe un mezzo trofeo.

            Non ci credeva nessuno perché l’Inter era addirittura sprofondata in una crisi tale, che nell’imperversare delle sconfitte nella prima parte della stagione (Lazio, derby col Milan, Viktoria Plzen fuori casa, Udinese e Roma) e nel precipitare preoccupantemente in classifica, Simone Inzaghi ha rischiato seriamente la panchina. Per fortuna che a Zhang e Marotta rodeva parecchio sostituire un allenatore e bruciare dunque altri milioni nella voragine dei conti nerazzurri, per cui ci hanno rinunciato: si va avanti con lui. L’abbiano fatto apposta o meno, è andata loro benissimo, bravi. Nell’entusiasmo generale Steven Zhang annuncia persino che “Non è mia intenzione vendere l’Inter, resterà proprietà cinese del gruppo Suning”. Che stia diventando, il rampollo finanziere, un romanticone tifoso alla Moratti?

            In più ci si è messo l’infortunio di Lukaku, l’asso pigliatutto su cui puntare per tenere l’Inter in zona scudetto e sperare di fare comunque una dignitosa Champions League. E poi via via, una serie di guai, impicci, errori, pasticci che avevano depresso l’Inter e fatto buttare nel cestino previsioni e pronostici che vedevano nella squadra di Zhang, Marotta e Inzaghi un team capace di impadronirsi ben presto del campionato e dello scudetto. Visto che il vento da contrario ora soffia sulla poppa ci si potrebbe anche chiedere se l’Inter possa recuperare gli 8 punti che la separano dal Napoli. Troppo spregiudicato come sogno?

            Il recupero e il gol di Lukaku, arrivato non appena entrato per fare un po’ di passerella a San Siro, vale quasi quanto l’intera rotondissima vittoria col Viktoria Plzen. Lukaku doveva essere il pilastro della nuova Inter di quest’anno, l’attaccante protagonista dell’ultimo scudetto, intorno a cui (ri)costruire una squadra che la scorsa stagione si era fatta beffare e soffiare lo scudetto dal Milan. Ma l’infortunio lo ha tenuto fuori per oltre due mesi e ha di riflesso molto condizionato l’ambiente, anche se nelle ultime settimane avevamo assistito al risveglio di Lautaro e ai gol orgogliosi di Dzeko. Che a 36 anni non si arrende ed è molto, molto di più di un semplice attaccante destinato a fare la riserva ad altri.

            All’improvviso così come era apparso, il malessere si è fatto via via più sopportabile, l’Inter è ridecollata e adesso coltiva la pazza idea di rimettersi in corsa scudetto e andare il più in là possibile in Champions League

            UEFA CHAMPIONS LEAGUE 2022-2023 Martedì 25 ottobre 2022 Dinamo Zagabria - Milan 0-4 (39' Gabbia M, 50' Leao M, 59' Giroud rig. M, 69' Ljubicic aut. M) Classifica GRUPPO E: Chelsea 10, Milan 7, Salisburgo 6, Dinamo Zagabria 4 Prossima partita: Milan - Salisburgo Benfica - Juventus 4-3 (17' Antonio Silva B, 21' Kean J,
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              Mercoledì 26 ottobre 2022
              Inter – Plzen 4-0
              Classifica GRUPPO C: Bayern Monaco 15, Inter 10, Barcellona 4, Plzen 0
              Prossima partita: Bayern Monaco – Inter

              Napoli – Rangers 3-0
              Classifica GRUPPO A: Napoli 15, Liverpool 12, Ajax 3, Rangers 0
              Prossima partita: Liverpool – Napoli
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                L’analisi di Sconcerti: l’Inter e Napoli, vittorie da grandi squadre

                Inter e Napoli hanno battuto due squadre in apparenza facili, ma lo hanno fatto da grandi squadre. Dominando, accelerando, non sprecando energie


                di Mario Sconcerti

                I padri del calcio dicevano che le grandi squadre si vedono da come sanno vincere le partite che sembrano facili. Non importa se lo sono davvero, conta come le affronti, se la facilità dell’avversario ti condiziona o meno. Inter e Napoli hanno battuto due squadre che insieme non hanno fatto un punto in dieci partite, hanno anzi subito quasi quaranta gol, ma le hanno battute da grandi squadre. Dominando, accelerando, non sprecando energie, semplicemente giocando il calcio che sanno.

                L’Inter aveva vinto anche a Plzen, ma non aveva giocato così, era ancora nel periodo complesso. Oggi il gioco scorre veloce, ha sempre un’idea. L’effetto Calhanoglu ha fatto scoprire Mkhitaryan e ritrovato Barella. Brozovic non può essere messo troppo in discussione, ma i tre di adesso hanno la stessa predisposizione alla fantasia e al gioco svelto, agli scambi veloci. Questo ha portato all’inserimento completo di Dzeko, che è giocatore adatto, tecnicamente raffinato, stessa qualità di pensiero degli altri tre. E ha fatto trovare più spazio allo stesso Lautaro. La giornata, come un romanzo di appendice, si compie con il gol di Lukaku appena entrato, un colpo di scena che riapre una storia intera.

                Pieno di riserve (sei cambi) anche il Napoli è andato avanti con il passo di sempre. Stupisce il campionario di Simeone e il modo sicuro con cui lo espone. Il Napoli manda con facilità in porta tutte le punte che alterna, segnano tutti, tra Champions e campionato ha già realizzato 46 gol. È un numero eccezionale in due mesi di gare, tra i più alti nella storia del calcio. Direi che Napoli e Benfica sono le squadre che, oltre alla qualificazione, hanno portato avanti il modello di calcio più interessante. Intendo nel tutto, società, squadra, politiche di mercato, conseguenze nel gioco. Non si parla di super società, il Benfica nel 2021 ha fatturato poco più di cento milioni, si parla di competenza. Non ci sono ricchezze alle spalle in Portogallo e nemmeno tanti diritti televisivi. Non ci sono grandi proprietà straniere. Benfica e Napoli vivono di academy private e scouting. Cioè si riproducono continuamente. Non c’è bisogno di avere nessun sceicco che si diverta a finanziare.

                È un modello non assoluto, ma così semplice, così evidente, che sembra potrebbero seguirlo tutti. Non è così. Perché si basa sul saper vendere i giovani avendo già sostituti equivalenti. Cioè la cosa più difficile che ci sia in uno sport dove ogni stagione i bravi non sono mai gli stessi o sono subito degli altri.

                CorSera
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Juventus crisi, Allegri resta fino a fine stagione

                  Con l’eliminazione dalla Champions League e l’ottavo posto (a 10 punti dal Napoli) in campionato, ora i bianconeri hanno Lecce, Inter, Verona e Lazio, oltre al Psg per rialzarsi


                  L’orizzonte degli eventi, per la Juve, rimane il termine della stagione, quando non si potranno più rimandare le decisioni o, nel caso, evitare le rivoluzioni: morale, Massimiliano Allegri resterà al suo posto fino alla fine, come da motto del club e parole del presidente, nonostante l’uscita dai gironi di Champions e l’incognita di quattro partite di campionato in 14 giorni. Menù non banale, con Lecce e Verona «on the road», Inter e Lazio all’Allianz. E nel mezzo la sfida contro il Psg, per evitare la figuraccia di non andare neppure in Europa League. «Ma questo non è un fallimento — diceva l’allenatore bianconero dopo il k.o. di Lisbona — nel calcio ci sono anche le sconfitte. Anzi, questa deve essere un’opportunità, per ripartire». Non basta per cancellare la delusione: «Siamo dispiaciuti e arrabbiati, ma l’eliminazione non è arrivata per questa partita, ma per le gare precedenti». Il che rende il problema patologico.

                  Avendo quasi sempre impostato sul risultato la logica di analisi, e di giudizio, si fa una bella fatica a non considerare un fallimento l’uscita dal jet set continentale, pure se le assenze (di Pogba, Chiesa e Di Maria, soprattutto) sono un alibi spendibile (e credibile) per una promessa di rimonta in serie A. Dove la Juve è ottava in classifica dopo undici turni, a dieci punti dal Napoli e a sette dal Milan, e appunto senza più la Champions. Per età, talento e stipendio, non può già essere un fallimento quello di Vlahovic, anche se urge concordato, tra lui, la squadra, il tecnico, per ristrutturarlo. Capita spesso che, senza il gol, la furia agonistica del serbo si trasformi in rabbia, quella che aveva pure al cambio. Forse pure per un presunto allarme ai muscoli della gamba, anche se gli esami di ieri hanno escluso qualsiasi guaio. Insomma, disponibile per la trasferta di Lecce. Dopodiché, per il serbo il discorso è singolare e corale insieme: meno sbaglia lui, tra stop e movimenti, più assistenza dagli altri.

                  Dai giocatori al gioco, si finisce a riparlare di Allegri, e di dove sia il confine tra psicologia e distacco dalla realtà, nelle sue parole, alla vigilia del Benfica: «Credo andrà bene». Invece, il Benfica s’è dimostrato di un’altra categoria , nonostante la voglia e il talento dei giovani bianconeri abbiano fatto il lifting al tabellino (4-3). Mai era successo che Allegri finisse fuori ai gironi, mentre ai bianconeri non capitava dal 2013, sotto la neve di Istanbul: per dire del flop.

                  «Ora abbiamo venti giorni per fare meglio in campionato e dopo la sosta recupereremo tutti i giocatori», sospira il tecnico. Magari non solo con i rientri dall’infermeria, ma pure con qualche scelta: dal ripescaggio di Miretti, improvvisamente disperso, a qualche maglia da titolare per Milik, confinato alla terza panchina filata. E poi ci sono i giovani, come Iling-Junior, ora in trattativa per il rinnovo, visto il contratto in scadenza.

                  Allegri insiste: «Dobbiamo reagire, c’è un campionato da giocare e l’Europa League da guadagnare». La stessa cui strizza l’occhio l’account italiano di Ryanair, prendendo in giro l’allenatore, con una foto su un velivolo vuoto: «Non c’è posto alla Champions, ma c’è sempre posto a bordo». Chissà se vale anche per la Juve.

                  CorSera
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                    Allegri è saldo ma sarà valutato durante la sosta: obiettivi minimi Europa League e qualificazione in Champions.Per giugno la suggestione del ritorno di Conte e Giuntoli ds


                    Agnelli ha confermato Allegri dopo la brutta sconfitta in Israele e dal club fanno sapere che nulla è cambiato dopo il bis con il Benfica, ma la mancata qualificazione pesa moltissimo, sportivamente ed economicamente, e la tempesta che potrebbe scatenarsi in caso di non accesso alla Champions del prossimo anno rischia di spazzare via tutti, Allegri compreso. Quasi tutte le scelte di mercato, concordate tra tecnico e società, hanno avuto solo un impatto negativo sulla stagione. In più ci sono gli infortuni, troppo frequenti e tanti muscolari (9) che gettano un’ombra sulla preparazione.

                    Tanti problemi di cui Max dovrà rendere conto, compresa la condizione fisica scadente della squadra e alcune scelte poco comprensibili, come le tre panchine di fila di Milik o il debuttante Gatti preferito a Rugani in una partita delicata. Allegri al momento non rischia e lo scenario più vicino alla realtà è che il divorzio possa avvenire a giugno se non si raggiungerà l’obiettivo minimo (il quarto posto), il livornese ha ancora 5 partite fino alla sosta: se dovesse fallire anche l’Europa League e perdere altro. Intanto si guarda al futuro, con l’obiettivo di potenziare la squadra mercato, affiancando a Cherubini un ds: in pole c’è Cristiano Giuntoli. Tutto ciò al netto di rivoluzioni più ampie, che potrebbero investire anche alti dirigenti.

                    Si studia pure il possibile sostituto: la grande suggestione è Antonio Conte, che non ha ancora rinnovato col Tottenham (scadenza 2023). Alternative: Tuchel o un italiano emergente come Alessio Dionisi, che sa lavorare con i giovani, ha idee valide e uno stile da Juve.

                    Gazzetta
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                      Juventus degradata a vergogna internazionale
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                        napoli che gioca un calcio da pisello in mano
                        mhhhhhhhhhhhhhhh
                        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                        Originariamente Scritto da GoodBoy!
                        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                        grazie.




                        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                          Il Napoli sta facendo faville in campionato e in champions. Resta da chiedersi se sia troppo bello per essere vero.

                          Se questo Napoli con questa marcia lo si avesse avuto da marzo a maggio sarebbe stato scudetto...invece abbiamo questa squadra e questi risultati tra agosto e ottobre/novembre. Ecco, se dopo i mondiali il Napoli riprenderà da dove aveva lasciato allora presso il golfo potranno sognare...Solo il tempo potrà dirci.
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                            Lazio-Midtjylland
                            (ore 18.45 su Sky Sport, Sky Sport 1, Sky Sport 4K, Dazn e in streaming su Now Tv)
                            Dopo l’ottimo inizio in campionato, per ultima la vittoria ottenuta a Bergamo contro l’Atalanta (2-0, domenica 23 ottobre), adesso la Lazio vuole continuare a correre anche in Europa League. L’obiettivo della squadra di Maurizio Sarri è vendicare il 5-1 incassato all’andata, in casa del Midtjylland (15 settembre). Questa gara per i biancocelesti è un crocevia fondamentale. Non ci sarà sempre l’indisponibile Immobile al centro dell’attacco. È out fino a gennaio. A Bergamo Felipe Anderson non lo ha fatto rimpiangere.
                            Classifica gruppo F: Feyenoord, Midtjylland, Lazio e Sturm Graz 5 punti.

                            HJK-Roma
                            (ore 21 su Tv8, Sky Sport, Dazn e in streaming su Now Tv)
                            C’è una sconfitta con il Napoli (1-0, 23 ottobre) da dimenticare. La Roma di José Mourinho si appresta ad affrontare l’ultima trasferta, per quanto riguarda la fase a gironi, dell’Europa League. I giallorossi sono attesi a Helsinki, in Finlandia, per sfidare l’HJK. La Roma si è complicata la vita con il punto conquistato in due gare contro il Betis Siviglia (k.o. per 2-1 all’Olimpico il 6 ottobre e 1-1 in Spagna il 13) e adesso in caso di pareggio o sconfitta sarebbe quasi eliminata se il Ludogorets non dovesse perdere contro gli spagnoli.
                            Classifica gruppo C: Betis Siviglia 10; Ludogorets 7; Roma 4; HJK 1.

                            Fiorentina-Istanbul Basaksehir
                            (ore 18.45 su Sky Sport, Sky Sport Football, Dazn e in streaming su Now Tv)
                            La Fiorentina è reduce dalla dolorosa sconfitta patita con l’Inter in campionato (4-3 il 22 ottobre), già la quinta in 11 gare, con tutte le polemiche che ancora non sembrano essersi placate. Ma adesso la squadra di Vincenzo Italiano deve pensare alla Conference League e alla sfida, in programma a Firenze, contro i turchi dell’Istanbul Basaksehir, al momento primi nel girone. Dopo una falsa partenza, la viola è riuscita a rilanciarsi grazie ai due successi consecutivi ottenuti contro gli Hearts e ora punta a un’altra vittoria.
                            Classifica girone A: Istanbul Basaksehir 10; Fiorentina 7; Hearts 3; Rigas Fs 2.

                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
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                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Juventus, le novità sull’inchiesta: nella chat della squadra gli accordi segreti sugli stipendi

                              Le intercettazioni del ds sulle plusvalenze dopo l’ispezione della Consob: «Fortuna che alla luce delle recenti visite ci siamo fermati». Capitolo stipendi: nelle chat Chiellini disse ai compagni che sarebbe uscito un comunicato diverso da quanto pattuito


                              «Fortuna che… alla luce delle recenti visite ci siamo fermati», dice a un certo punto il ds Federico Cherubini a Stefano Bertola, all’epoca direttore finanziario e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari: il dialogo, intercettato da una microspia della guardia di finanza, è del 22 luglio 2021, dieci giorni dopo che la Consob ha avviato un’ispezione sulla Juve, a proposito delle plusvalenze. Circostanza a conoscenza dei due, vista la comunicazione fatta dal club, in occasione della relazione finanziaria annuale per il bilancio al 30 giugno dello stesso anno. «Con lettera in data 12 luglio 2021, la Consob ha avviato nei confronti della società una verifica ispettiva, attualmente in corso, avente per oggetto l’acquisizione di documentazione ed elementi informativi relativi ai proventi derivanti dalla gestione dei diritti dei calciatori».

                              L’intercettazione ambientale e gli accertamenti dei militari del nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle ricostruiranno poi l’intero contesto: nel dialogo — si sostiene negli atti — Cherubini dice che bisogna smetterla di fare le plusvalenze così perché, dopo l’addio di Marotta, Paratici non ha più avuto un cappello finanziario che lo potesse fermare. Morale: il ds avrebbe sempre detto all’allora capo dell’area tecnica, che era necessario cambiare strategia, perché il loro lavoro era quello di scovare talenti, valorizzarli e poi venderli, facendo plusvalenze sane. Insomma, se loro avessero fatto plusvalenze sane in casa non ne sarebbero più state fatte di artificiali. Come, si deduce, erano invece state quelle contabilizzate nelle stagioni precedenti.

                              Abbandonate le plusvalenze — secondo gli investigatori — la Juve studia altri modi per tagliare i costi, le «manovre stipendi». Per il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, questo rientrerebbe in «una strategia delinquenziale» della Juve, come riassumono nella richiesta di misure cautelari fatta al gip (e respinta). Dalle mail e dalle chat sequestrate (compresa quella di squadra) emergono particolari sulle trattative tra club e giocatori, sugli stipendi. Come quando Chiellini, da capitano, disse ai compagni di stare tranquilli: l’indomani sarebbe uscito un comunicato diverso da quello che è stato pattuito, non parlatene con la stampa. L’annunciata rinuncia a 4 mensilità si ridusse a una. Poi ci sono i quasi 20 milioni di euro che — per la Procura — la società ancora dovrebbe a Ronaldo e che non sarebbero mai stati registrati a bilancio.

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Elkann deve intervenire e mettere mano ad una completa ristrutturazione societaria. L'attuale presidenza e dirigenza hanno fatto il loro tempo.

                                Occorre affidare i pieni poteri ad una figura come Cristiano Giuntoli, che ha dato prova sul campo di essere un numero uno e anche un dirigente dal profilo discreto. C'è chiaramente da cambiare anche il presidente.

                                Poi queste due nuove figure sistemeranno la parte calcistica con un nuovo allenatore, anche giovane, non è quello il problema, e potranno attuare la rivoluzione della rosa.

                                Da qui a giugno c'è tempo in abbodanza per scegliere, stringere accordi e programmare l'ormai improcrastinabile svolta.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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