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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Milan, Pioli: tattica e psicologia per risollevare la squadra

    I numeri confortano il tecnico: contro il Lecce la squadra ha tirato più che in tutte le altre partite, dimostrando una smossa. Ora l’obiettivo è restituirle l’autostima

    Due gol su azione, tanti quanti nelle precedenti sette giornate. Sei tiri nel primo quarto d’ora di partita, come in tutto il resto del campionato nello stesso lasso di tempo. Dodici quelli complessivi, mai accaduto sino a ora. I numeri del Milan di Stefano Pioli sono il segno che, nelle difficoltà, qualcosa si muove.

    Il pari con il Lecce dà la dimensione della crisi. Ma il nuovo allenatore non è preoccupato ed è già riuscito a entrare nelle dinamiche del gruppo attraverso accurate lezioni tattiche e psicologiche. Nella settimana che porta alla difficile trasferta di Roma, la prima mezzora con il Lecce sarà il manifesto della ripartenza: chiarezza tattica, determinazione agonistica, fluidità di manovra. Molto Pioli ha già cambiato e solo in cinque giorni di allenamento con il gruppo quasi al completo: il sistema di gioco diventato un 4-3-3 liquido, i movimenti sulle palle inattive, l’atteggiamento. Se il Diavolo fosse riuscito a chiudere il conto prima dell’intervallo, adesso faremmo altre considerazioni.


    Parallelamente Pioli dovrà restituire autostima al gruppo. Prima della partita, per buona parte del tempo, ha fatto riscaldare titolari e riserve insieme «perché il Milan è uno e uno solo», ha spiegato alla fine. E a quelli scelti per la sfida con Liverani, ha dedicato una parola, un suggerimento e un incoraggiamento personalizzato. Entrare nella testa dei giocatori è quasi una missione. Pioli lo ha sempre fatto. La Fiorentina, distrutta dalla morte del suo capitano Davide Astori, è rimasta in piedi soprattutto grazie alle cure del tecnico ora rossonero. Quella esperienza atroce ha arricchito Stefano, lo ha completato. Pioli è un allenatore migliore. E il Milan è una sfida troppo accattivante per lasciarsela sfuggire.

    Il lavoro psicologico in questo momento è quasi prioritario rispetto a quello sul campo. Il Milan si è perso, andando in confusione, quando il Lecce ha pareggiato la prima volta con Babacar e non si è ripreso neppure dopo la prima rete su azione di Piatek. Il polacco è uno dei più sfiduciati dopo le lunghe incomprensioni con Giampaolo. La rete è un punto di partenza. Ora tocca a Suso e Paquetà. Calhanoglu, invece, ha giocato la miglior partita della stagione, Leao ha confermato la sua vivacità, Theo spinge come un forsennato. Pioli sa che lo aspetta un duro lavoro ma è convinto di vincere la sfida: conquistare il Milan.


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    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Pallone d’Oro, tra i 30 candidati Ronaldo, De Ligt e Koulibaly

      France Football ha annunciato i nomi. Il riconoscimento sarà consegnato il 2 dicembre a Parigi

      Ci sono Cristiano Ronaldo, Matthijs De Ligt e Kalidou Koulibaly tra i 30 candidati al Pallone d’Oro. France Football ha svelato nella serata di lunedì i nomi dei calciatori che si contenderanno il riconoscimento per l’edizione 2019. Il premio verrà consegnato il prossimo 2 dicembre a Parigi. Nella lista non sono presenti giocatori italiani, ma la serie A viene rappresentata dai due della Juventus e dal difensore senegalese del Napoli. Il centrale olandese ha però disputato la prima parte dell’anno con l’Ajax e concorre anche per il premio di miglior giovane. Per CR7 si tratta della 16esima nomination al Pallone d’Oro, cinque i successi.

      La lista comprende anche Sadio Mané (Liverpool), Sergio Aguero, (Manchester City), Frenkie de Jong, (Barcellona), Hugo Lloris (Tottenham), Dusan Tadic (Ajax), Kylian Mbappé (Psg), Trent Alexander-Arnold (Liverpool), Donny van de Beek (Ajax), Pierre-Emerick Aubameyang (Arsenal), Marc-André Ter Stegen (Barcellona), Alisson Becker (Liverpool), Karim Benzema (Real Madrid), Georginio Wijnaldum (Liverpool), Virgil van Dijk (Liverpool), Bernardo Silva (Manchester City), Heung-min Son (Tottenham), Robert Lewandowski (Bayern Monaco), Roberto Firmino (Liverpool), Lionel Messi (Barcellona), Riyad Mahrez (Manchester City), Kevin De Bruyne (Manchester City), Antoine Griezmann (Barcellona), Mohamed Salah (Liverpool), Eden Hazard (Real Madrid), Marquinhos (PSG), Raheem Sterling (Manchester City), João Félix (Atletico Madrid).


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        La Roma sempre più a pezzi

        IL TEMPO (F. BIAFORA) - Ennesima tegola sulla stagione della Roma. Il club giallorosso, martoriato dagli infortuni, ha perso anche Kalinic e Cristante, andati ko nel primo tempo del match con la Sampdoria. La situazione che deve fronteggiare Fonseca insieme al suo staff è allarmante: tante sono le partite da giocare in un breve periodo di tempo - tredici fino alla sosta natalizia - e pochi sono i ricambi a disposizione, soprattutto a centrocampo. Le sensazioni a caldo non erano positive e gli esami strumentali a cui si sono sottoposti i due calciatori non hanno fatto altro che confermare quanto si temeva negli spogliatoi di Marassi.

        Kalinic ha rimediato la frattura della testa del perone del ginocchio,ma non sarà necessario procedere con un intervento. L’attaccante croato sarà indisponibile per circa due mesi, di cui uno di stop totale per il consolidamento dell’osso: lo scorso anno Gonalons aveva
        avuto lo stesso incidente il 6 settembre ed era tornato a giocare l’11 novembre. Dzeko, che da protocollo post-operatorio sarebbe dovuto rientrare in Europa League per qualche minuto per poi partire titolare con il Milan, sarà quindi costretto agli straordinari in condizioni precarie - la maschera protettiva gli limita molto il campo visivo - e le dovrà giocare tutte facendosi carico dell’attacco. Sarà invece più lungo lo stop di Cristante (la risonanza dopo il dolore accusato con la Nazionale non aveva evidenziato alcunché), con Fonseca che lo perderà per tre-quattro mesi. Il bollettino per lui parla di un distacco del tendine dell’adduttore, una tipologia di infortunio per cui quasi certamente sarà necessaria un’operazione e l’inserimento di una vite per fissare il tendine all’osso.

        Il centrocampista oggi, insieme al suo procuratore Riso e al medico sociale della Roma Manara,volerà a Turku, in Finlandia, per un consulto e il conseguente intervento dal professor Sakari Orava. Il chirurgo in passato ha dato il suo parere sull’infortunio al tendine occorso a Totti con il Napoli e ha operato sportivi del calibro di Haile Gebresellasie, Merlene Ottey, Pep Guardiola, Jury Chechi, David Beckham e più recentemente Giacomo Bonaventura (intervento 1 febbraio, convocazione il 28maggio). Con il ko di Cristante a Fonseca resta il solo Veretout come centrocampista di ruolo. Le uniche alternative sono rappresentate da Pastore e Santon, che probabilmente sarà impiegato con il Gladbach,mentre appare difficile la promozione di Riccardi, neanche aggregato alla rosa - dalla Primavera sono saliti Nigro, Sdaigui e Semeraro -per l’allenamento di ieri. Le scelte in vista delle prossime due gare sono praticamente obbligate: Veretout, Zaniolo, Florenzi e Dzeko le giocheranno entrambe, mentre con il Milan, con Kluivert out per squalifica, sarà probabilmente impiegato Perotti dall’inizio. Under e
        Mkhitaryan sperano nella convocazione già in Europa, ma alla luce dei tanti infortuni appare difficile che vengano forzati i tempi di recupero.

        IL TEMPO (F. BIAFORA) - Ennesima tegola sulla stagione della Roma. Il club giallorosso, martoriato dagli infortuni, ha perso anche Kalinic e Cristante, andati ko nel primo tempo del match con la Sampdoria. La situazione che deve fronteggiare Fonseca insieme al suo staff è allarmante: tante sono ...
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          Fonseca cancella gli alibi

          IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Improvvisamente la Roma non c'è più. Nella rosa, rasa al suolo dagli infortuni, e , aspetto addirittura più allarmante, nel gioco. In mezzo al guado, c'è Fonseca. Penalizzato dall'emergenza e al tempo stesso coinvolto in prima persona nell'involuzione della squadra. Il passo indietro dei giallorossi, certificato con il 3° pareggio di fila, è evidente. In classifica, con la zona Champions (4° posto), a 3 punti (-1 nel paragone con il raccolto dopo 8 giornate del campionato scorso). Il portoghese, coerente e realista, non cerca alcun alibi per giustificare il rendimento scadente in questo mese di ottobre. Si prende ogni responsabilità per quei concetti che non riesce a trasmettere ai giocatori. Che però non assolve per il comportamento in campo. Ma con loro, almeno con i pochi rimasti a disposizione, vuole uscire al più presto dal tunnel. Nelle 2 gare all'Olimpico, giovedì contro il Borussia Moenchengladbach e domenica contro il Milan, si aspetta il riscatto. Comportamentale e tecnico.


          CONFRONTO VIBRANTE - La delusione di Fonseca, dopo la prestazione di Marassi, è lievitata già domenica sera. Ma solo ieri ha avuto la possibilità di trasmettere la sua rabbia alla squadra. Che ha riunito a Trigoria. Si è sfogato davanti ai giocatori, rimproverando loro l'atteggiamento in campo. Non da big. In sintesi ha chiesto più personalità, senza fare distinzioni tra giovani e senatori. «Senza coraggio, non andiamo da nessuna parte» la sintesi del suo discorso. Ha sottolineato di aver visto solo la paura. Anche quando hanno rinunciato a concludere in porta. Delegando al compagno, quasi nascondendosi. E ha dettato quella che è la sua linea, in piena sintonia con il management di Pallotta: basta piangersi addosso, tirando in ballo gli infortuni o magari gli arbitri. La Roma schierata a Genova, nonostante le assenze in partenza e gli imprevisti in corsa, è comunque migliore nei singoli della Sampdoria ultima in classifica. Almeno 8 titolari hanno avuto spazio dall'inizio. A loro si sono aggiunti ricambi di primo piano che confermano la profondità della rosa. La prestazione sciatta, anonima e triste non è quindi giustificabile. Anche la dirigenza, in questi giorni, chiarirà al gruppo che proprio nei momenti di difficoltà bisogna dimostrare di essere all'altezza di un grande club. E chi non sarà in grado di rispondere caratterialmente non verrà confermato a fine stagione.


          SENZA SCELTA - Fonseca, anche con i dirigenti, è stato sincero nell'analisi del match di Marassi: timida e scontata, la Roma si è per certi versi accontentata. E ha confessato di non essere riuscito ad allenare ultimamente il gruppo come avrebbe voluto. La rotazione non gli piace, ma non ne ha potuto fare a meno. Mai vissuta una situazione del genere in carriera. Ora, con 17 giocatori a disposizione (più 2 portieri di scorta), chiamerà qualche primavera. Solo Calafiori è però pronto per fare il salto. Ma gioca terzino, uno dei pochi ruoli coperti. Il vuoto è in mezzo al campo. Dove, per ammissione dello stesso allenatore, possono giocare solo Pastore e Santon. Giovedì dovrebbe essere convocato Riccardi. In teoria è possibile cambiare il sistema di gioco, passando al 3-4-3 o al 4-1-4-1. Ma al momento è meglio andare sul sicuro. Il centravanti sarà Dzeko che ha già dato la disponibilità per partire titolare pure in Europa League. La lista degli svincolati, esaminata da Petrachi, non regala alcuna suggestione. C'è gente che ha bisogno di qualche settimana per entrare in forma. Allora conviene aspettare il rientro degli infortunati. Dopo Perotti, il prossimo potrebbe essere Under. Non prima di domenica, però.

          IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Improvvisamente la Roma non c'è più. Nella rosa, rasa al suolo dagli infortuni, e , aspetto addirittura più allarmante, nel gioco. In mezzo al guado, c'è Fonseca. Penalizzato dall'emergenza e al tempo stesso coinvolto in prima persona nell'involuzione della squadra. Il ...
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            Juventus-Lokomotiv, oggi ore 21. Sarà 4-3-1-2 con Dybala e Ronaldo in attacco, con alle spalle Bernardeschi. Khedira, Pjanic e Matuidi a centrocampo


            Aspettando il partner di CR7, sulla trequarti ci sarà Bernardeschi visto che Ramsey non è al top e Douglas non è ancora in gruppo (entrambi ieri non si sono allenati con la squadra): «Ramsey non ha problemi muscolari, però sotto sforzo in allenamento ha sempre un fastidio all’adduttore e farlo giocare potrebbe essere rischioso. Danilo invece non ha i 90 minuti ma sta bene, è recuperato». Il brasiliano dovrebbe partire dalla panchina, con Cuadrado confermato terzino destro e Alex Sandro a sinistra. In mezzo De Ligt e Bonucci fanno coppia fissa, a centrocampo dovrebbe toccare ancora ai titolarissimi, mentre in attacco Dybala è favorito su Higuain.


            GdS

            JUVENTUS 4-3-1-2
            Szczesny
            Cuadrado Bonucci De Ligt Alex Sandro
            Khedira Pjanic Matuidi
            Bernardeschi

            Dybala Ronaldo
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                                che mestizia siamo solo a fine ottobre e non vedo l'ora che arrivi maggio. provo pena per la roma
                                Last edited by marco83; 22-10-2019, 08:53:31.

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