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diciamo che è un bravo allenatore ma di uno o più scalini sotto ai migliori (e questo modo di far le cose non lo aiuta proprio a venir elevato più in alto ...)
paradossale poi la differenza tra campionati e competizioni europee ... un mistero a cui non è stata ancora trovata risposta
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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Dybala fa parte di quella categoria di calciatori che hanno un grande appeal, più alto del loro valore...
Per me in questa categoria rientra anche halaand
Haland è una spanna sopra Dybala e 2 o 3 sopra quasi tutti.
Originariamente Scritto da BLOOD black
per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....
Comunque la Lazio fra i papabili aveva Mihalovich, che è appena stato ufficialmente riconfermato.
Sarri è sempre più probabile.
Non capisco Lotito, un 3 più 1 in caso di qualificazione in CL Sarri li vale.
Originariamente Scritto da BLOOD black
per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Leggo adesso che Carletto vuole mbappè...
Ah bene.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Donnarumma e Mkhitaryan, ma anche Haaland e Koulibaly, o Calhanoglu. Differenza di età, eccellenze del nostro campionato e stelle europee. Gestiti da supermanager. Spunti di riflessioni. Destini che possono somigliarsi. Il calcio apre definitivamente le porte a una nuova era. I club sono vittime di se stessi. Un suicidio a rilascio prolungato che viene ideato a inizio anni duemila, quando la pioggia di soldi che cadeva tipo manna dal cielo, grazie a sponsor e diritti televisivi, e poi premi Uefa, invece di servire per irrigare i campi è stata convogliata nelle saccocce di calciatori e manager.
Col passare degli anni, sfuggita di mano la situazione, gli stessi club hanno provato a ingegnarsi affidandosi a una creatività maligna. Diritti di riacquisto, prestiti onerosi ambigui, giri di plusvalenze che avrebbero allertato qualsiasi organo di controllo se fossero stati certificati in altri ambiti, ma che nel calcio hanno sempre potuto contare su vigilanti dormienti. Fino a che il cortocircuito causato dal Covid non ha bucato la bolla gonfiata da proprietari e dirigenti scellerati. Resi disperati dagli ultimi tragicomici anni. L'era delle plusvalenze ha accelerato il processo di morte. Nessuno ha mosso un dito, perché non conveniva a nessuno (leggi: il più pulito c'ha la rogna), tutti o quasi in silenzio mentre sbarbati provenienti dal vivaio, senza un briciolo di esperienza nelle prime squadre, venivano ceduti a club amici per cifre illogiche se non addirittura immorali. Club amici che dopo massimo un biennio li rispedivano al mittente spesso alle stesse cifre "spese" per "acquistarli". E chi li riaccoglieva in casa, a cifre spropositate, si ritrovava con nuove potenziali minusvalenze, l'impossibilità di rimettere in circolo calciatori con valutazioni immonde e con i problemi che sbucavano irrisolvibili da sotto il tappeto.
In questo museo degli orrori, sono andati agli atti scambi di cartellini a prezzi stabiliti non dal rendimento stagionale ma dai commercialisti. Un sistema autolesionistico all'interno del quale gli unici soldi freschi erano quelli incassati dai calciatori e dagli agenti sotto forma di commissioni. Morale della favola? Finita la presunta pacchia, oggi molti club hanno più interesse nel liberarsi degli ingaggi assurdi che nel recuperare soldi dalla cessione dei cartellini, sapendo che le società acquirenti vivono gli stessi tormenti. Una collana di oscenità che fra le perle più luccicanti ha visto calciatori spostarsi in prestito per un milione di euro salvo poi completare operazioni di cessione per 187 milioni l'anno successivo, quando si apriva un nuovo corso di bilancio.
Fra pochi giorni inizia l'Europeo. Il portiere titolare della Nazionale è senza una squadra, perché il Milan, che fino a due anni fa chiedeva almeno 70 milioni, oggi preferisce perderlo a zero, piuttosto che sborsare circa 20 milioni lordi per il suo stipendio stagionale. Risultato? Donnarumma all'esordio contro la Turchia potrebbe avere in sovrimpressione la scritta "portiere Raiola FC". Perché i club hanno lasciato campo ai manager, che oggi indirizzano i calciatori sapendo di essere in posizione di forza, magari per uno o al massimo due anni, in cambio di una commissione (le cifre spese in commissioni dai club italiani negli ultimi cinque anni fanno arrossire) e di stipendi che sono una via di mezzo fra i vecchi giganteschi emolumenti e quelli nuovi, sempre alti ma meno XXL.
Piccolo margine di rischio che ancora frena questo meccanismo: il calciatore che firma per pochi anni dovesse infortunarsi o incappare in una stagione negativa, rischia di avere minor potere di negoziazione, anche se il paracadute sta proprio nei supermanager, che hanno avuto l'abilità di creare filoni di mercato inesauribili. Il calcio, o meglio il calcio inteso in una certa maniera, è alla frutta. La FIFA per anni ha annunciato la guerra ai famosi fondi sudamericani che si spartivano i cartellini dei calciatori manco fossero multiproprietà. Una guerra annunciata ma mai iniziata. Ricordate quando il fondo MSI trasferita Tevez e Mascherano dall'Argentina al Corinthians, per poi portarli al West Ham, e quindi smistarli nei top club? Si gridava allo scandalo. Ma nessuno muoveva un dito. Oggi quelle eccezioni diventano la regola.
I supermanager hanno avuto il merito di fare magnificamente il proprio lavoro, sfruttando l'inettitudine di società, soprattutto quelle blasonate, che da holding annoveranti aziende (i calciatori) oggi si ritrovano a voler dismettere le aziende stesse (i calciatori), smettendo di patrimonializzare, perché questi asset diventano improduttivi, anche a causa dell'assenza di liquidità, e quindi di potere di acquisto, di club potenzialmente acquirenti, che un tempo avrebbero speso cifre esorbitanti per togliersi lo sfizio di turno. Un massacro. Un crimine efferato sotto gli occhi di FIFA e UEFA, i famosi controllori, che oggi fanno pupulisticamente la voce grossa contro la Superlega, partorita come atto di disperazione da club indebitati fino al collo, ma che mai hanno mosso un dito per salvare il salvabile. E poverini quei tifosi che si inorgogliscono ed emozionano quando Ceferin e Infantino ammiccando alle telecamere affermano che "il calcio è della gente".
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
Sì, è quanto sono andato dicendo più succintamente in questi giorni: i procuratori hanno acquisito un potere immenso e le istituzioni parlano di tutto tranne che di quel potere che ormai ha assunto i contorni di un arbitrio.
Mi fa piacere che qualcuno se ne accorga: di chi è l'articolo?
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Però su Donnarumma non so e non credo che sia senza squadra, come dicono lì...perchè se fa gli europei e poi si infortuna succede un disastro. Io penso che abbia un preaccordo con qualcuno, le tempistiche sono chiare: il Milan non ha saputo all'ultimo che Donnarumma non avrebbe rinnovato, tant'è che ha preso un altro portiere; Raiola non andava a zero senza assicurarsi accordi con qualcuno. Inoltre appunto il portiere della nazionale italiana non può andare agli europei senza avere una squadra in pectore.
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Comunque la Lazio fra i papabili aveva Mihalovich, che è appena stato ufficialmente riconfermato.
Sarri è sempre più probabile.
Non capisco Lotito, un 3 più 1 in caso di qualificazione in CL Sarri li vale.
Pedullà (che su Sarri è informato, essendo amici) sostiene che domani sera è fissato l'incontro decisivo tra Sarri e Lotito. Sky invece stasera esce con Liverani come possibile nome (o alternativa a Sarri).
Comunque non si andrà per le lunghe, credo che per venerdì pure la panchina della Lazio avrà un nome.
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Leggo l'articolo postato de Fede e mi chiedo perché i presidenti e i ds delle società non si trovino in qualche hall di questo o quell albergo per un vertice fra club con all'ordine del giorno " rimettere a posto i procuratori ".
Non è davvero possibile andare avanti così.
Io capisco che devono campare ma un tetto al, che so, 5% alla transazione va messo.
Il 5% di un cartellino da 10 milioni, che è un cartellino modesto, è mezzo milione.
Direi che il lunario riescono a sbarcarlo.
Oppure intervenga la UEFA che ha talmente tanto da fare che rompe le palle ai club che vogliono una lega più redditizia proprio perché i costi sono insostenibili.
Originariamente Scritto da BLOOD black
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