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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
    Sara' la sclerosi, ma in quello di Sacchi non mi ricordavo Donadoni a sinistra, li' secondo me giocava Evani. Va be' che Sacchi ai tempi non aveva posizioni fisse per tutti, puo' essere che ricordi male.
    Ma pure Costacurta terzino non si puo' vedere. Non ricordo fosse il titolare. Ci avra' giocato qualche volta.

    Inviato dal mio MotoE2(4G-LTE) utilizzando Tapatalk
    Last edited by robybaggio10; 18-04-2020, 22:56:45.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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      Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
      Sara' la sclerosi, ma in quello di Sacchi non mi ricordavo Donadoni a sinistra, li' secondo me giocava Evani. Va be' che Sacchi ai tempi non aveva posizioni fisse per tutti, puo' essere che ricordi male.
      Erano invertiti con Colombo.
      Bubu Evani non era inizialmente titolare. Colombo lo faceva impazzire ad Arrigo...uno con la sua applicazione e funzionalità, per lui era fuori dal comune.
      Poi Evani gli risolse l'intercontinentale contro Higuita e da lì guadagnò parecchie posizioni.

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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Totti: “Quando accompagno mio figlio a Trigoria aspetto fuori: mi viene da piangere


        In una chat con l’amico Toni, Francesco torna sul passato: “Il ritiro? Hanno deciso altri per me”. Sui tre bomber della Juve: “Allenassi io giocherebbero sempre Dybala, Higuain e Ronaldo”

        “A Luca, ma proprio con me apri quest’argomento?” . Quando Luca Toni, in diretta su Instagram, inizia a parlare del ritiro dei calciatori (“bisogna sempre dire basta quando si è pronti”), Francesco Totti prova a trattenersi. Poi però diventa se stesso. E torna non solo sul suo addio al calcio, ma anche sul suo attuale rapporto con la Roma. Intesa come amore della vita, ma anche come proprietà: “Io ho dato tutto per la Roma e i tifosi e loro hanno dato tutto a me, mi sarei fatto tagliare una gamba per la Roma. Ma fino a che è così (con questa proprietà, ndr) non tornerò, non entro più neppure a Trigoria”.

        Qui, Totti, si emoziona davvero: “Quando porto Cristian agli allenamenti (ha 15 anni, ndr) non solo non entro, ma a volte resto in macchina. E mi viene da piangere a vedere quella che per 30 anni è stata casa mia, anzi più che casa. Mi mancano gli amici che sono lì, guai a chi me li tocca, a volte escono loro per salutarmi”. Non solo. Totti spiega poi come il suo primogenito vorrebbe che il papà andasse a vederlo, ma per lui Trigoria è ancora una ferita aperta: “Non vado mai, lui me lo chiede, ma è ancora presto per me, mi ammazzerei giuro. In futuro vediamo”.

        https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie...01101883.shtml

        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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          Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
          Erano invertiti con Colombo.
          Bubu Evani non era inizialmente titolare. Colombo lo faceva impazzire ad Arrigo...uno con la sua applicazione e funzionalità, per lui era fuori dal comune.
          Poi Evani gli risolse l'intercontinentale contro Higuita e da lì guadagnò parecchie posizioni.
          Esatto, Colombo era generosissimo, come si diceva una volta, Sacchi per gente cosi' stravedeva. Ho sentito un'intervista recente in cui Sacchi diceva che dopo il primo periodo Colombo poi si imborghesi'. Una volta Sacchi lo chiamo' a casa e rispose il maggiordomo: quella fu il segnale che Colombo aveva perso l'umilte'. Sacchi racconto' la scena a berlusconi e ottenne la cessione di Colombo. Un vero peccato, vista a posteriori.
          B & B with a little weed










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            Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
            Esatto, Colombo era generosissimo, come si diceva una volta, Sacchi per gente cosi' stravedeva. Ho sentito un'intervista recente in cui Sacchi diceva che dopo il primo periodo Colombo poi si imborghesi'. Una volta Sacchi lo chiamo' a casa e rispose il maggiordomo: quella fu il segnale che Colombo aveva perso l'umilte'. Sacchi racconto' la scena a berlusconi e ottenne la cessione di Colombo. Un vero peccato, vista a posteriori.
            Ahahahah vero. Che storia...
            Come l'acquisto non avallato di Borghi e il magheggio per farlo vendere dopo poche settimane. Dopo una doppietta nel precampionato al Man Utd! E prima della partita aveva passato un'ora con Berlusconi a spiegargli che era scarso e non si applicava.

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              Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
              Ahahahah vero. Che storia...
              Come l'acquisto non avallato di Borghi e il magheggio per farlo vendere dopo poche settimane. Dopo una doppietta nel precampionato al Man Utd! E prima della partita aveva passato un'ora con Berlusconi a spiegargli che era scarso e non si applicava.
              Esatto, doppietta nonostante una caviglia messa male, credo. Se non altro ci vide giusto.

              Fu quando poi presero Rijkaard dallo Sporting, credo?
              B & B with a little weed










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                Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                Esatto, doppietta nonostante una caviglia messa male, credo. Se non altro ci vide giusto.

                Fu quando poi presero Rijkaard dallo Sporting, credo?
                Esatto.
                Passando dal Real Saragozza però.

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                  Pensare a quei Milan e’ un dito nella piaga da decubito a confronto a quello di oggi.

                  Quando da bambino mi traferii in Italia proveniente dal profondo sud, venivo discriminato anche per questioni religiose, essendo io Juventino e TUTTI, TUTTI Milanisti.
                  Le litigate....a sentirti snocciolare formazioni e Coppe Campioni.


                  L’unica cosa che potevi sbattergli in faccia...era l’onta di trionfi in competizioni minori


                  lassù nella bacheeecaaa
                  vicino la Mitrooopaaa





                  Originariamente Scritto da Giampo93
                  Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                    (Che poi...nemmeno sapevo cosa fosse la Mitropa Cup prima dell’avvento dell’internet. Credo che fu anzi una delle mie prime ricerche su Virgilio.it non appena ebbi a disposizione un 14.4 k)



                    Originariamente Scritto da Giampo93
                    Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                      Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                      Pensare a quei Milan e’ un dito nella piaga da decubito a confronto a quello di oggi.

                      Quando da bambino mi traferii in Italia proveniente dal profondo sud, venivo discriminato anche per questioni religiose, essendo io Juventino e TUTTI, TUTTI Milanisti.
                      Le litigate....a sentirti snocciolare formazioni e Coppe Campioni.


                      L’unica cosa che potevi sbattergli in faccia...era l’onta di trionfi in competizioni minori


                      lassù nella bacheeecaaa
                      vicino la Mitrooopaaa


                      Quel milan non riuscivo a odiarlo, si poteva solo ammirare.
                      B & B with a little weed










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                        Assolutamente si

                        era una cosa leggendaria nel momento stesso in cui veniva vissuta



                        Originariamente Scritto da Giampo93
                        Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                          Cellino: "Ho contratto il Coronavirus, ora stop al calcio"


                          Il presidente del Brescia in un'intervista a Repubblica confessa la sua positività al COVID-19: "Sono in quarantena da 3 settimana, ho il virus, così come mia figlia".

                          Il virus, il campionato sospeso, la quarantena in Lombardia e il test sierologico. Un buco sul dito, insieme alla figlia Eleonora, con quel verdetto inequivocabile arrivato venerdì: positivo.

                          Massimo Cellino , presidente del Brescia, fin dalla prima ora alla guida del fronte del "non giochiamo più", da qualche ora conferma di sapere cosa sia il virus, anche perché lo sta vivendo sulla propria pelle:
                          " Sono a Cagliari da pochi giorni, dopo aver fatto tre settimane di quarantena a Brescia. Sono stato in ospedale a fare dei controlli. È uscito fuori che mia figlia ha avuto il virus, mio figlio non ce l’ha avuto. E che io ce l’ho in atto. Sintomi? Stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa."

                          Il presidente del Brescia confessa così la sua positività al COVID-19 a Repubblica, confermando dunque ulteriormente la sua posizione, da sempre contro la ripresa del campionato:
                          " Fermiamo il calcio, non ha più senso continuare a giocare questa stagione. "


                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

                            Totti: “Quando accompagno mio figlio a Trigoria aspetto fuori: mi viene da piangere


                            In una chat con l’amico Toni, Francesco torna sul passato: “Il ritiro? Hanno deciso altri per me”. Sui tre bomber della Juve: “Allenassi io giocherebbero sempre Dybala, Higuain e Ronaldo”

                            “A Luca, ma proprio con me apri quest’argomento?” . Quando Luca Toni, in diretta su Instagram, inizia a parlare del ritiro dei calciatori (“bisogna sempre dire basta quando si è pronti”), Francesco Totti prova a trattenersi. Poi però diventa se stesso. E torna non solo sul suo addio al calcio, ma anche sul suo attuale rapporto con la Roma. Intesa come amore della vita, ma anche come proprietà: “Io ho dato tutto per la Roma e i tifosi e loro hanno dato tutto a me, mi sarei fatto tagliare una gamba per la Roma. Ma fino a che è così (con questa proprietà, ndr) non tornerò, non entro più neppure a Trigoria”.
                            Io non sono Romano, ma ricordo che fui molto triste per la notizia ed ero emozionato per il suo addio.
                            Ritengo Francesco Totti uno dei calciatori Italiani più grandi e soprattutto c'è da dire che ha dato anima, corpo e soprattutto cuore alla sua Roma.
                            Sappiamo tutti che Totti avrebbe potuto fare carriere decisamente più redditizie se solo avesse voluto.
                            Sarebbe potuto andare ovunque e fare benissimo.
                            Ed invece ha deciso di dare tutto se stesso alla Roma, vincendo solo uno scudetto.
                            Non l'avrei mai "cacciato" com'è successo, perché questo è stato praticamente.
                            Non era più il Totti di un tempo ovviamente ma non era assolutamente ignobile, anzi.
                            E con quei piedi ancora poteva fare miracoli.
                            In tanti dicevano "Eh finalmente Totti se n'è andato, era il "cancro" della Roma, per colpa sua non vincete da una vita..ora la Roma comincerà a vincere".
                            Eh, s'è visto quanto ha vinto.

                            Chissà come se la sarebbe giocata Franco Sensi...
                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              Juventus, Higuain sta pensando di non tornare più: paura del virus?

                              Dopo la fuga in Argentina al capezzale della madre malata mentre era in quarantena al rientro il Pipita dovrebbe effettuare una nuova quarantena. ma l’attaccante argentino non avrebbe troppa fiducia della situazione sanitaria italiana

                              L’inquietudine del Pipita. Cosa fa Gonzalo Higuain: torna, o no, a Torino? La domanda scuote la Juventus e diventa immediatamente un giallo in vista della possibile ripresa della stagione, al momento fissata per il 4 maggio quando dovrebbero riprendere gli allenamenti per le squadre di serie A. L’attaccante bianconero starebbe pensando di non far rientro dall’Argentina, dove è sbarcato lo scorso 19 marzo, accompagnato da non poche polemiche. Sì, perché Higuain aveva fatto ritorno a casa per stare accanto a mamma Nancy, da anni in lotta contro un tumore, interrompendo però il periodo di isolamento volontario, osservato da tutta la squadra dopo la scoperta della positività al coronavirus di Daniele Rugani. Higuain, verificato con il tampone di non essere stato contagiato, aveva informato la società delle sue intenzioni e, per superare il blocco dei voli in partenza dall’Italia verso il Sudamerica, aveva organizzato in fretta e furia un aereo privato notturno da Torino verso Buenos Aires e, dopo vari scali, era rientrato in Argentina.

                              Adesso però è tempo di pensare al possibile ritorno in campo e il Pipita è atteso a breve sotto la Mole, così come quello di altri otto compagni (Pjanic e Douglas Costa sarebbero in arrivo nelle prossime ore) che, nelle ultime settimane, hanno raggiunto le rispettive famiglie all’estero. L’orizzonte del 4 maggio come probabile data di ripartenza degli allenamenti si avvicina e il rientro non dovrebbe essere così lontano, tenuto conto che chi torna in Italia dovrà, in base alla normativa in vigore, osservare quattordici giorni di isolamento.


                              Ecco il nodo. Higuain starebbe considerando di restare in patria. È inquieto, il bomber. A preoccuparlo è innanzitutto la salute della madre, cui è legato da un rapporto fortissimo. Anni fa, quando le venne diagnosticata la malattia, pensò addirittura di interrompere la carriera pur di starle vicino. Ma i timori dell’attaccante sono legati anche all’emergenza sanitaria esplosa in Italia. Già nei giorni precedenti alla «fuga» in Argentina era descritto come molto scosso. Questi pensieri lo avrebbero portato a riflettere se posticipare il ritorno a Torino o, secondo indiscrezioni argentine, addirittura a scegliere di non tornare più. La Juve assicura che, per ora, Higuain non ha mai manifestato l’intenzione di restare in Sudamerica e sottolinea di non avere effettuato alcuna convocazione ufficiale ai propri calciatori, poiché non esiste una data certa di ripresa dell’attività.

                              Il confronto tra il Pipita e il club però è in corso, i contatti quotidiani. Si arriverà allo strappo? Difficile, anche perché una rottura unilaterale non converrebbe al giocatore, legato da un contratto fino al 2021. Sullo sfondo però rimane l’interrogativo legato al futuro di Higuain: quasi certamente non sarà in bianconero e, a fine stagione, si potrebbe arrivare a una cessione o a una rescissione. L’idea di un romantico ritorno al River Plate intriga il bomber, mentre i Los Angeles Galaxy potrebbero rappresentare l’approdo negli Usa. Intanto la Juve pensa a Chiesa e Icardi.


                              Dopo la fuga in Argentina al capezzale della madre malata mentre era in quarantena al rientro il Pipita dovrebbe effettuare una nuova quarantena. ma l’attaccante argentino non avrebbe troppa fiducia della situazione sanitaria italiana
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Ma la serie A in ripartenza, sarà ancora vero calcio?

                                Non si sa nemmeno quanto la gente e le tv possano amare una stagione già ampiamente usata, ormai contraffatta rispetto all’originale

                                di Mario Sconcerti

                                Che si cerchi di giocare è giusto, meno responsabile è cercare di farlo a ogni costo. Non è corretto nemmeno lo scopo: evitare le tante cause che potrebbero arrivare in Federcalcio. Ogni grande azienda sa che questi sono problemi da limitare al massimo, ma sa anche che alla fine gestire le imprese non tocca agli avvocati. Il calcio di serie A per continuare, unico sport in Italia e ormai unica parte del calcio, sta facendo pesare tutto il suo lusso. Alberghi, uomini e addetti requisiti per due mesi, responsabilità molto forti davanti a tutto il Paese prese come un diritto, impossibilità di garantire distanze tra una persona e l’altra e uso di mascherine sul campo. Non c’è niente di paragonabile alla riapertura di una fabbrica, né come norme di sicurezza né come interesse industriale. E sappiamo ormai tutti che il virus resterà fra di noi ancora molti mesi, che il vero modo di limitarlo è limitare noi stessi, le nostre abitudini.

                                In tutto questo restano quasi sconosciuti alcuni elementi fondamentali. Quanto agonismo potrà esserci in campo? Non credo molto, non almeno nei quattro quinti delle partite. Se si chiedono cinque cambi invece di tre significa che ci si aspetta un rendimento atletico nettamente inferiore. Questo porta a un calcio di meno pressing, di più scorrimento palla, meno deciso dalle caratteristiche abituali dei giocatori. In sintesi, un calcio più controllabile. Sky e Dazn saranno disponibili a pagare lo stesso prezzo per un calcio molto diverso? O chiederanno sconti tangibili? È una domanda importante perché l’altro scopo per cui ricominciare è non perdere i soldi delle televisioni. Per ora a mia conoscenza né Sky né Dazn hanno detto niente di ufficiale, un silenzio così lungo da far nascere idee diverse. Non si sa nemmeno quanto la gente possa amare una stagione già ampiamente usata, ormai contraffatta rispetto all’originale e con alle spalle già adesso oltre 23 mila morti. Il calcio televisivo infine non è gratuito. Avrà voglia di pagarlo la gente come fosse nuovo di zecca? Qualcuno gliel’ha chiesto o sarà un obbligo anche questo?


                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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