Originariamente Scritto da Pippo mio
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possiamo dire per certo che c'è una buona fetta di elettori che ha votato 2 sì all'acqua e no al resto, ma sugli altri no, è dura ragionare.
a naso chi ha votato no all'acqua ha votato no anche a legittimo impedimento e nucleare, ma non viceversa.
ma_75@bodyweb.com
Cesare Pambianchi (Jpeg) L'ACCUSA - Per agevolare l'attività illecita dei gruppi imprenditoriali coinvolti dall'inchiesta per evasione fiscale condotta dalla Procura di Roma il presidente di Confcommercio Roma, Cesare Pambianchi, 65 anni, e commercialista Carlo Mazzieri avrebbero incassato in nero compensi per alcuni milioni di euro. Lo sostengono i pm che oggi hanno chiesto e ottenuto gli arresti per 46 indagati. Secondo gli inquirenti gli scopi perseguiti dall'associazione per delinquere erano tre: la sottrazione fraudolenta dal pagamento di ruoli esattoriali (per 600 milioni di euro) mediante distrazione di beni; l'autofinanziamento attraverso operazione di leasing; il riciclaggio o il reimpiego di beni e denaro. Agli imprenditori che si rivolgevano al prestigioso studio dei commercialisti Mazzieri e Pambianchi, scrivono i magistrati, veniva offerto «un ventaglio di soluzioni fraudolente inquadrabili, seppure in maniera flessibile, nelle tre diverse macro-aree di intervento». È il caso del gruppo Conad. Secondo le Fiamme Gialle, attraverso artifici contabili, consistiti nella creazione di crediti fittizi, due società sono state condotte alla bancarotta, con la distrazione di oltre 20 milioni di euro, e altre 7 sono state trasferite in Bulgaria. Per tale attività Pambianchi avrebbe incassato quale consulente esterno parcelle per oltre 300mila euro, mentre Mazzieri avrebbe agito quale sindaco di Conad. In realtà, secondo l'accusa, i due commercialisti avrebbero incassato in nero 8 milioni di euro. Per la consulenza offerta al gruppo Vichi - i cui titolari, sottoposti a giudizio immediato, hanno già patteggiato restituendo al fisco oltre 5 milioni di euro - Mazzieri e Pambianchi avrebbero invece percepito in nero circa 1,2 milioni di euro. GLI ARRESTATI - Tra gli arrestati figurano: il presidente del gruppo Conad del Tirreno, Silvano Ferrini, e l'amministratore delegato dell'azienda, Ugo Baldi; l'ex dirigente del gruppo, Ettore Conti; i titolari del gruppo Rocher di Prato, Carlo Rosano, Orazio Ferrari, Pietro Cervasio, Andrea Baldi e Luigi Minischetti, presidente del Banco di Lucca; per il gruppo Visa (società d'abbigliamento e non legata a quella delle carte di credito), Vito Hai Arbib ed Elia Sandro Fargione; i titolari del gruppo immobiliare Guido e Michele Di Veroli, suo figlio; per il gruppo Francisci, titolare di due case di cura private ad Aprilia, il titolare Claudio Francisci; i titolari del gruppo di autosaloni Mangione, Renato Mangione e i figli Luciano e Bendetta; per il gruppo Gelfusa, che gestisce il gruppo di vigilanza privata Centralpol, i fratelli Claudio e Gaetano Gelfusa, Franco Flaminio Tripodi, Massimo Giorgioni, Marco Bocci e Renato D'Amore; per il gruppo De Meo di Gaeta, Salvatore De Meo, la moglie Patrizia Di Mille, il commercialista Ettore Sperduti. Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza allo studio dei commercialisti Pambianchi e Mazzieri si erano rivolti diversi gruppi imprenditoriali che avevano diversi obiettivi, tra questi la sottrazione fraudolenta dal pagamento delle imposte (gruppi Vichi, Di Veroli e Visa, non l'omonima carta di credito ndr), l'illecito autofinanziamento mediante operazioni di leasing (gruppi Francisci, Conad, Mangione). A questi si aggiungono poi le vicende riguardanti il gruppo Gelfusa interessata a queste due attività illecite (sottrazione e illecito finanziamento).
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