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L'angolo del Cinema - Oggi ho visto

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    Arturo, per i nostalgici, guarda qui :


    Part two of the stylish, 1960s Bond style crime action, starring international super-stars Giacomo Gianniotti (Grey’s Anatomy, Marvel’s Avengers) and the Gra...



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      non l'ho mai letto, ma (Ozn non me ne voglia) le recensioni dicono che ci sono attori cani e che è un insulto a diabolik

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        la grande fantascienza italiana. Pensavo che i tempi in cui facevamo il verso ai film stranieri fossero finiti con l'esorciccio

        𝗜𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲 𝘂𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗠𝗿. 𝗠𝗼𝘃𝗶𝗲 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮: https://youtube.com/c/MrMovieItalia 🗓DATA D'USCITA: Dal 19 Genna...
        Last edited by Arturo Bandini; 08-03-2023, 18:16:53.

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          Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
          la grande fantascienza italiana. Pensavo che i tempi in cui facevamo il verso ai film stranieri fossero finiti con l'esorciccio

          ]
          E chicken park chi se lo scorda.



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            Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
            la grande fantascienza italiana. Pensavo che i tempi in cui facevamo il verso ai film stranieri fossero finiti con l'esorciccio

            https://www.youtube.com/watch?v=5_H99T5HJsU
            Gesùùùù cristoooo..............



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              500k euro per produrre questa roba. anche coi soliti contributi statali
              L'attore di punta, l'unico non sconosciuto, è ciripiripi kodak

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                Speriamo arrivi nei cinema imax per apprezzarlo al meglio

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                  Razzie Awards 2023, tutti i vincitori
                  La 43° edizione dei Razzie Awards ha incoronato il biopic su Marilyn Monroe come peggior film dell'anno - vincitore anche per la peggior sceneggiatura. Due riconoscimenti sono poi andati all'acclamato Elvis e al disastroso cinecomic Morbius.
                  Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                    qualcuno ha visto the whale?
                    da un lato mi incuriosisce la storia di un grande obeso e il ritorno di fraser smessi i panni del belloccio.
                    Però il soggetto è qunto di più trito e banale, la storia di un padre che vuole riallacciare con la figlia.
                    Io avrei fatto qualcosa che parlasse proprio dell'obesità del tizio rappresentandola come comportamento autodistruttivo simile all'alcolismo

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                      Oscar: tutti i premi
                      Domina Everything Everywhere con 7 statuette
                      Questi i premi della 95/a edizione degli Oscar consegnati al Dolby Theatre di Los Angeles - Film - EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE di Daniel Kwan, Daniel Scheinert registi e produttori con Jonathan Wang - Attrice - MICHELLE YEOH per Everything Ever... (ANSA)


                      Oscar: in memoriam, ricordata Gina Lollobrigida
                      Menzione anche di Maurizio Silvi, truccatore di Moulin Rouge


                      Delusione per l'Italia agli Oscar
                      Dopo nomination tornano senza premi Rohrwacher e Signoretti
                      Delusione per l'Italia agli Oscar. La 95/a cerimonia al Dolby Theatre di Los Angeles ha lasciato senza premi la squadra italiana, anche se arrivare in nomination è certamente già un grande traguardo. (ANSA)
                      Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                        Everything Everywhere All at Once e gli altri Oscar: se il messaggio trionfa a dispetto del contenuto

                        L’ansia di premiare i film concepiti come «risarcimento» vedi gli asiatici in «Everything Everywhere All at Once» rischia di oscurare la qualità vedi Spielberg o Farrell


                        di Paolo Merenghetti

                        Forse bisognerebbe dividere gli Oscar in due: quelli che vengono dati cercando di rispettare le qualità in campo e quelli che invece vogliono contenere un messaggio, un qualche tipo di risarcimento o di indennizzo. E mai come quest’anno, per la novantacinquesima edizione del premio cinematografico più famoso del mondo, questa distinzione è stata evidente, quasi violenta direi.

                        Cosa ha spinto i circa 9660 membri dell’Academy ad attribuire sette statuette a Everything Everywhere All at Once (comprese quelle pesantissime del miglior film e della regia) e quattro a Niente di nuovo sul fronte occidentale lasciando a mani vuote film oggettivamente (e peso gli avverbi) migliori come Gli spiriti dell’isola e The Fabelmans o attori come Cate Blanchett e Colin Farrell?

                        È tutto un sistema di cose verrebbe da dire, dove si intrecciano la speranza di trovare un grimaldello per portare i giovani al cinema (ma è il film dei Daniels la strada giusta? Con la loro sudditanza dai videogiochi che del cinema sono oggettivamente - anche qui so cosa scrivo – nemici?) insieme al bisogno di includere nell’olimpo hollywoodiano gli attori asiatici dopo averlo fatto con quelli di colore.

                        O ancora la voglia di mettersi la coscienza in pace premiando un film sulla guerra che del massacro e della carneficina sui campi di battaglia fa inquietante oggetto di spettacolo (e dimenticando chi invece sui drammi della storia come la dittatura argentina sa riflettere in modi adulti e cinematograficamente alti, come il film di Santiago Mitre, battuto da quello di Edward Berger nella categoria delle opere internazionali). Così come il premio a Brendan Fraser è una specie di non-senso perché il trucco prostetico finisce per soffocare l’espressività dell’interprete, ma ancora una volta il messaggio (di un padre prigioniero delle sue pulsioni di morte) e il ricatto dei sentimenti (la voglia di ricucire con la figlia) finiscono per vincerla sulla bravura e la recitazione.

                        Dove i premi hanno colto nel segno è nelle categorie tecniche: inattaccabile quello per gli effetti speciali ad Avatar – La via dell’acqua (e avrei voluto vedere una scelta diversa) o il sonoro a Top Gun – Maverick o il montaggio a Everything Everywhere All at Once e il trucco a The Whale (questi tutti davvero meritati).

                        E gli italiani? Sia Alice Rohrwacher che Aldo Signoretti si sono dovuti accontentare della nomination. Il truccatore italiano, che pure aveva fatto un lavoro egregio per Elvis (insieme a Mark Coulier e Jason Baird) si è trovato a combattere contro il favoritissimo The Whale e la giovane regista italiana, in gara con Le pupille nei corti live action, forse ha pagato l’alto tasso di poeticità del suo soggetto: chi ha vinto (An Irish Goodbye) aveva scelto un argomento più concreto (due fratelli che non si vedevano da tempo si ritrovano dopo la morte della madre) giocando anche la carta della disabilità (uno dei due fratelli ha la sindrome di Down).

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          In molti leggo lo considerino un film carino ma non da vincere tutti sti Oscar. Aspetto di vederlo per farmi un'idea. Umanamente sono contento per il premio dato a Fraiser, anche se pure The Whale devo ancora vederlo

                          Inviato dal mio Redmi Note 8T utilizzando Tapatalk

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                            Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                            In molti leggo lo considerino un film carino ma non da vincere tutti sti Oscar. Aspetto di vederlo per farmi un'idea. Umanamente sono contento per il premio dato a Fraiser, anche se pure The Whale devo ancora vederlo
                            Esatto, caruccio, diverso, ma da oscar non credo proprio. A mio avviso gli manca lo spessore da un film da oscar ed è troppo "alternativo", troppo Kafkiano.



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                              Si, ma il nodo principale è che gli Oscar hanno di certo mantenuto il loro peso specifico in questo mondo.
                              Un'Oscar vale tanto, indubbio.

                              Ma di certo, da anni, non sono necessariamente sinonimo di qualità.
                              Non lo dico io che sono un semplicemente usufruitore ed appassionato.
                              Poi le dinamiche che descrive Mereghetti, specie negli anni zero, esistono nella maggior parte dei riconoscimenti.
                              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                                Sì.



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                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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