L'angolo del Cinema - Oggi ho visto

[Sean]

Ad esempio la cerimonia della Torcia alle Olimpiadi e’ una “trovata” a cui ha dato un contributo determinante.
Non e’ cosa antica.

Sì, infatti della Riefenstahl va citato ovviamente "Il trionfo della volontà" ma anche (e direi soprattutto) "Olympia". Olympia è il più grande film mai girato su di un evento sportivo. Nessuno mai è più riuscito a replicare quell'opera, quelle riprese, quel senso...a portare sullo schermo l'autentico spirito non delle "olimpiadi" ma di Olimpia: perchè la Riefenstahl non ci regala la cronaca di alcune gare sportive...ma ci trasporta nella culla di tutte le civiltà: la Grecia...e nel cuore di questa culla: Olimpia.

La Riefenstahl è un'anima greca, è contemporanea dei classici, di Pindaro, mica nostra. Basta il prologo per catapultarci nel mito. La cinepresa sembra come scrutare nei riti dei misteri antichi. E classici, grazie alle sue straordinarie riprese, diventano poi pure gli atleti e le loro imprese sportive immortalate nel film.

D'altro canto i tedeschi si sentivano portatori di quella estetica e anche di quella poetica...e indubbiamente lo sono stati, Olympia ne è una testimonianza. Winkelmann, Goethe, Holderlin...e su quella via anche la Riefenstahl, questa straordinaria, insuperabile cantrice del mito, del grande, del bello.

Poi certo, "Il Trionfo della volontà": anche lì, non ha saputo cogliere lo spirito, l'essenza? Si celebra, nelle accademie del cinema, il suo virtuosismo tecnico...ma nella Riefenstahl la tecnica viene preceduta dal sentimento, dalla emozione. Non è una fredda virtuosa della tecnica, ma una poetessa che canta, racconta storie. Di bravi e virtuosi tecnici ce ne sono tanti, di aedi molti meno. La Riefenstahl è un cantore di miti. La cinepresa è il semplice mezzo: la differenza è che con la Riefenstahl l'immagine colta dalla cinepresa giunge all'anima, arriva nel profondo, colpisce i sensi interiori come pochissime volte nel cinema accade. Perchè grazie alla cinepresa quella donna ti fa penetrare nel senso e nell'arcano di quanto si va ammirando. Per questo è una poetessa.

[Sly83]

Grazie Sean.
Contributo magnifico.
Su Olympia, poco o nulla da aggiungere, trattandosi dell’archetipo.
Chi non lo avesse visto, lo faccia.

[LoreFéanor]

Ho visto jeri x la prima volta 'amelie poulain'
<3

[DR. CACARELLA]

Drop, posso chiederti se hai mai letto se questo è un uomo?
Io mi reputo di destra, ammiro Mussolini e provo dei sentimenti ambigui, ma vicini alla simpatia, per il nazismo...
Eppure a leggere se questo è un uomo o "sonderkommando auschwitz" o il diario di anna frank... Ho provato un vivo dolore

Guardati l intervista di veltroni a quell ebreo

[Sean]

Circa i film sull'olocausto, si vorrebbe che il cinema uscisse dal preconfezionato e attingesse un pò più a fondo nella storia, dunque nel vero. Operazione difficile, in specie al cinema, se il cinema lo si declina come industria.

Schindler's list è un film figlio dell'industria: è preconfezionato. Per questo è finto, per questo, anche se tratto da una storia vera, è "fiction". D'altra parte Spielberg è tra i figli (e dunque prodotti) più amati di Hollywood.

Polanski invece col "Pianista" cerca di andare oltre il prodotto ed il preconfezionato...cerca di raccontare una storia e ci costringe a cogliere nel vero.

Gli ebrei in Polanski (ebreo pure lui, come Spielberg) non sono solo le vittime (come in tutti i film sul tema): sono anche i carnefici. Sono i delatori che consegnano altri ebrei alle SS. Sono le spie che vendono i loro vicini o amici per pochissimi denari. Sono la polizia del ghetto che collaborano coi tedeschi. Sono le pagine poco piacevoli della storia, quelle che nei Benigni e negli Spielberg non si trovano.

Occorre essere poco integrati nella logica industriale e hollywoodiana per tentare un racconto dal vero, dunque a tutto tondo. Polanski ci riesce perchè rispetto ad Hollywood è asimmetrico, è un esule, dunque è un regista ed un artista libero, che non deve suonare nessuno spartito precotto.

Gli ebrei in Polanski non sono solo i teneri agnelli portati al macello: sono anche i macellai. Per questo siamo un passo oltre la fiction.

[Ponno]

Film sui metodi mafiosi e sulla censura di regime ne conoscete? Consigli?
Roba di lacchè che cambiano schieramento con il vento e fanno una finaccia. Film così.

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[Sergio]

Ho visto jeri x la prima volta 'amelie poulain'
<3

Bello, credo sia un film che vada visto, sembra lo scorrere di una poesia.

[Ozn]

Film sui metodi mafiosi e sulla censura di regime ne conoscete? Consigli?
Roba di lacchè che cambiano schieramento con il vento e fanno una finaccia. Film così.

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Le vite degli altri lo hai visto?

[MUTHA]

Ieri ho visto RedDragon e Instinct, sono in fossa con hopkins

[DR. CACARELLA]

Ora inzia a vedere tutti i film del sempreverde morgan freeman

[Ozn]

Ieri ho visto RedDragon e Instinct, sono in fossa con hopkins

Vista l'etá direi che la frase é appropriata.
RIP

[MUTHA]

Vista l'etá direi che la frase é appropriata.
RIP

Freeman non mi piece, non come attire, ma I film che fa.
È vecchietto in effetti

[ArthurBarrett]

A breve rivedró questo:

[Arturo Bandini]

Circa i film sull'olocausto, si vorrebbe che il cinema uscisse dal preconfezionato e attingesse un pò più a fondo nella storia, dunque nel vero. Operazione difficile, in specie al cinema, se il cinema lo si declina come industria.

Schindler's list è un film figlio dell'industria: è preconfezionato. Per questo è finto, per questo, anche se tratto da una storia vera, è "fiction". D'altra parte Spielberg è tra i figli (e dunque prodotti) più amati di Hollywood.

Polanski invece col "Pianista" cerca di andare oltre il prodotto ed il preconfezionato...cerca di raccontare una storia e ci costringe a cogliere nel vero.

Gli ebrei in Polanski (ebreo pure lui, come Spielberg) non sono solo le vittime (come in tutti i film sul tema): sono anche i carnefici. Sono i delatori che consegnano altri ebrei alle SS. Sono le spie che vendono i loro vicini o amici per pochissimi denari. Sono la polizia del ghetto che collaborano coi tedeschi. Sono le pagine poco piacevoli della storia, quelle che nei Benigni e negli Spielberg non si trovano.

Occorre essere poco integrati nella logica industriale e hollywoodiana per tentare un racconto dal vero, dunque a tutto tondo. Polanski ci riesce perchè rispetto ad Hollywood è asimmetrico, è un esule, dunque è un regista ed un artista libero, che non deve suonare nessuno spartito precotto.

Gli ebrei in Polanski non sono solo i teneri agnelli portati al macello: sono anche i macellai. Per questo siamo un passo oltre la fiction.

per questo parlavo dei Sonderkommando: le squadre composte esclusivamente da ebrei che erano deputate alla gestione dell'intero ciclo dei forni crematori e dei locali di gassificazione. Si tratta di un aspetto peculiare dell'olocausto, in quanto come supremo affronto i nazisti delegarono alle stesse vittime il ruolo di carnefici, con l'intento di far ricadere parte della colpa morale sugli ebrei stessi

[Arturo Bandini]

Guardati l intervista di veltroni a quell ebreo

non mi serve, ho letto il libro e tanto basta.
"quell'ebreo" aveva un nome. Cerca di parlare col dovuto rispetto di un uomo che, al di là della sua appartenenza e ideologia, ha affrontato un'esperienza da cui pochi sono usciti vivi, e quasi nessuno ancora in possesso delle sue facoltà mentali