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Considerazioni sul Fascismo (astenersi dalle frasi fatte e motivare!)

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    Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
    Il mio giudizio e' molto simile a quello di Goebbels.Ciononostante,i massacri e gli eccidi compiuti dai tedeschi(non dimentico Cefalonia..) sono crimini ingiustificati e ingiustificabili.

    Ovvio...però rvolevo far riflettere su una cosa. Dopo l'8 settembre, lo sappiamo, i tedeschi erano pronti ad invadere l'Italia e era già pronto un piano ad hoc. Lo stesso Gobbels diceva che l'Italia avrebbe subito una sorte peggiore della Polonia, dal momento che la Polonia era una semplice terra di conquista, mentre l'Italia era terra di conquista e di traditori. Sappiamo anche che i tedeschi pensavano di estendere il reich fino ad inglobare il Veneto e, quindi, ridefinire i confini italiani. Sappiamo anche delle minacce di usare le nuove armi che Hitler definiva "diaboliche" su Genova, Milano e Torino se il duce non avesse ripreso il potere. Da ciò, secondo me, discendono due considerazioni:

    1) Se Mussolini non si fosse posto a capo della RSI l'Italia avrebbe patito danni ben maggiori di quelli che ebbe e distruzioni che, forse, neanche immaginiamo. In questo senso è innegabile la funzione benefica della RSI

    2) Mussolini, almeno nella prima fase dopo la sua liberazione, si "sacrificò" nel tornare al potere, cosa che fece più per salvare l'Italia dalle minacce naziste che per effettiva volontà di tornare a guidare un paese che ormai, in gran parte, non riconosceva più.
    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
    ma_75@bodyweb.com

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      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
      Ovvio...però rvolevo far riflettere su una cosa. Dopo l'8 settembre, lo sappiamo, i tedeschi erano pronti ad invadere l'Italia e era già pronto un piano ad hoc. Lo stesso Gobbels diceva che l'Italia avrebbe subito una sorte peggiore della Polonia, dal momento che la Polonia era una semplice terra di conquista, mentre l'Italia era terra di conquista e di traditori. Sappiamo anche che i tedeschi pensavano di estendere il reich fino ad inglobare il Veneto e, quindi, ridefinire i confini italiani. Sappiamo anche delle minacce di usare le nuove armi che Hitler definiva "diaboliche" su Genova, Milano e Torino se il duce non avesse ripreso il potere. Da ciò, secondo me, discendono due considerazioni:

      1) Se Mussolini non si fosse posto a capo della RSI l'Italia avrebbe patito danni ben maggiori di quelli che ebbe e distruzioni che, forse, neanche immaginiamo. In questo senso è innegabile la funzione benefica della RSI

      2) Mussolini, almeno nella prima fase dopo la sua liberazione, si "sacrificò" nel tornare al potere, cosa che fece più per salvare l'Italia dalle minacce naziste che per effettiva volontà di tornare a guidare un paese che ormai, in gran parte, non riconosceva più.

      Ovvio ma nemmeno poi tanto....non mi riferisco a te ma a tanti neocamerati.

      Cmq,della mancanza di fiducia del Duce verso i tedeschi proprio riguardo al Veneto,ne abbiamo parlato ad inizio 3d.
      La volonta' di annettere il Veneto al reich era palese,ovvio che il voltafaccia italiano avrebbe potuto offrire il pretesto necessario.

      Se sul primo punto citato,possono esserci se non dei dubbi,almeno delle opinioni discordanti,sul secondo invece siamo perfettamente d'accordo.
      Tutta la parentesi della RSI vede un Mussolini completamente diverso da quello che guido' l'italia per vent'anni.Un Duce stanco,rinunciatario e passivo.Quasi fosse guidato dagli eventi,lui che gli eventi li aveva sempre provocati.
      « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

      PRESENTI




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        Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
        Ovvio ma nemmeno poi tanto....non mi riferisco a te ma a tanti neocamerati.

        Cmq,della mancanza di fiducia del Duce verso i tedeschi proprio riguardo al Veneto,ne abbiamo parlato ad inizio 3d.
        La volonta' di annettere il Veneto al reich era palese,ovvio che il voltafaccia italiano avrebbe potuto offrire il pretesto necessario.

        Se sul primo punto citato,possono esserci se non dei dubbi,almeno delle opinioni discordanti,sul secondo invece siamo perfettamente d'accordo.
        Tutta la parentesi della RSI vede un Mussolini completamente diverso da quello che guido' l'italia per vent'anni.Un Duce stanco,rinunciatario e passivo.Quasi fosse guidato dagli eventi,lui che gli eventi li aveva sempre provocati.
        Questa non la sapevo. Qual'era il motivo? all'epoca il Veneto era una palude povera e malarica... Forse gli austriaci lo consideravano ancora loro?
        Last edited by bersiker1980; 29-01-2008, 10:32:37.
        sigpic

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          Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
          Tutta la parentesi della RSI vede un Mussolini completamente diverso da quello che guido' l'italia per vent'anni.Un Duce stanco,rinunciatario e passivo.Quasi fosse guidato dagli eventi,lui che gli eventi li aveva sempre provocati.

          "Forse sarebbe stato meglio che il mio destino si compisse il 25 luglio"
          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
          ma_75@bodyweb.com

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            adesso sono io a farti una domanda...Il fascino del Duce.

            Se possiamo spiegare come "fenomeno d'isteria collettiva" le manifestazioni popolari,le adunanze,le folle di Piazza Venezia e tutto quello che avvenne durante il ventennio,c'e' tuttavia qualcosa di inspiegabile.
            Il numero impressionante di giovani che si sono sacrificati in suo nome e che in punto di morte hanno evocato il suo nome.
            Per quanto mi sforzi,non riesco a ricordare una sola persona che in punto di morte abbia pronunciato come ultime parole,Viva Mazzini,Garibaldi,Churchill,Roosvelt,Stalin o chi altri...invece di persone che hanno affrontato il patibolo gridando Viva il Duce se ne contano centinaia.
            Come lo spieghi?
            « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              "Forse sarebbe stato meglio che il mio destino si compisse il 25 luglio"

              beh,questo spiegherebbe l'abbracciare il fato di cui si parlava pochi giorni fa.
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                Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                adesso sono io a farti una domanda...Il fascino del Duce.

                Se possiamo spiegare come "fenomeno d'isteria collettiva" le manifestazioni popolari,le adunanze,le folle di Piazza Venezia e tutto quello che avvenne durante il ventennio,c'e' tuttavia qualcosa di inspiegabile.
                Il numero impressionante di giovani che si sono sacrificati in suo nome e che in punto di morte hanno evocato il suo nome.
                Per quanto mi sforzi,non riesco a ricordare una sola persona che in punto di morte abbia pronunciato come ultime parole,Viva Mazzini,Garibaldi,Churchill,Roosvelt,Stalin o chi altri...invece di persone che hanno affrontato il patibolo gridando Viva il Duce se ne contano centinaia.
                Come lo spieghi?

                Credo che le motivazioni siano diverse ma, tutto sommato, si richiamino ad una fondamentale. Per la prima volta un uomo, ed un uomo che governava il paese parlava direttamente ai giovani, al popolo. Prima del fascismo questo sarebbe stato impossibile, i vari Giolitti, Salandra, Orlando avevano letteralmente schifo del popolo, secondo una tradizione aristocratica molto ottocentesca. Mussolini fece capire a quei giovani che essi contavano, che essi valevano, che potevano agire in prima persona e modificare il paese. Questo si vide soprattutto nel fascismo della prima ora, nel movimentismo che portò alla marcia su Roma, nel quale migliaia di giovani, prima d'allora esclusi dalla politica, fecero, lettarlmente, la storia d'Italia. Dopo l'8 settembre, in una prospettiva mutata, il discorso è, secondo me, analogo, da una parte si offriva la lotta, l'azione, il sacrificio e l'impegno. Dall'altra si chiedeva di deporre le armi e stare oziosi ad attendere un destino che nessuno si poteva immaginare benevolo.
                Ho, naturalmente, semplificato molto, ma credo che un punto cardine della questione stia qui.
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                  Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                  Credo che le motivazioni siano diverse ma, tutto sommato, si richiamino ad una fondamentale. Per la prima volta un uomo, ed un uomo che governava il paese parlava direttamente ai giovani, al popolo. Prima del fascismo questo sarebbe stato impossibile, i vari Giolitti, Salandra, Orlando avevano letteralmente schifo del popolo, secondo una tradizione aristocratica molto ottocentesca. Mussolini fece capire a quei giovani che essi contavano, che essi valevano, che potevano agire in prima persona e modificare il paese. Questo si vide soprattutto nel fascismo della prima ora, nel movimentismo che portò alla marcia su Roma, nel quale migliaia di giovani, prima d'allora esclusi dalla politica, fecero, lettarlmente, la storia d'Italia. Dopo l'8 settembre, in una prospettiva mutata, il discorso è, secondo me, analogo, da una parte si offriva la lotta, l'azione, il sacrificio e l'impegno. Dall'altra si chiedeva di deporre le armi e stare oziosi ad attendere un destino che nessuno si poteva immaginare benevolo.
                  Ho, naturalmente, semplificato molto, ma credo che un punto cardine della questione stia qui.
                  vorrei sentire anche le idee degli altri...concordo pienamente con quanto scrivi ma credo ci sia altro,molto altro.
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                    ho letto solo l'ultima pagina me leggere i vostri commenti è molto interessante !!
                    Non sapevo che Benito avrebbe limitato cosi tanto i danni di una possibile invasione dei tedeschi.

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                      Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                      adesso sono io a farti una domanda...Il fascino del Duce.

                      Se possiamo spiegare come "fenomeno d'isteria collettiva" le manifestazioni popolari,le adunanze,le folle di Piazza Venezia e tutto quello che avvenne durante il ventennio,c'e' tuttavia qualcosa di inspiegabile.
                      Il numero impressionante di giovani che si sono sacrificati in suo nome e che in punto di morte hanno evocato il suo nome.
                      Per quanto mi sforzi,non riesco a ricordare una sola persona che in punto di morte abbia pronunciato come ultime parole,Viva Mazzini,Garibaldi,Churchill,Roosvelt,Stalin o chi altri...invece di persone che hanno affrontato il patibolo gridando Viva il Duce se ne contano centinaia.
                      Come lo spieghi?
                      A Predappio, sul libro posto accanto alla tomba, ho letto le frasi, le invocazioni, le liriche che tanti e di ogni età ed immagino di ogni condizione hanno lasciato come segno del loro passaggio;

                      Non dobbiamo a mio parere andare a quei fatti di 60 anni fa per capire perchè Mussolini fu così amato, perchè l'idea che lui ha rappresentato gli è infine sopravvissuta e tanti, come allora, l'abbracciano più col cuore che con la ragione, esattamente come accadde allora.

                      Per la prima volta tutti hanno guardato ad un solo uomo e proprio in quest'Italia fatta di divisioni secolari e di beghe da campanile;
                      Ha rappresentato sopratutto per il popolo e per i giovani ( tra coloro appunto che per primi, ed istintivamente sanno riconoscere una guida vera) l'idea d'Italia unita, equa, giusta nel suo essere nazione forte, il cui valore più prezioso risiede nella sua gente, e in cui la sua guida rappresenta e rimanda appunto quel valore.

                      Mussolini ha fatto sentire tutti e per la prima volta italiani, senza cesure, senza limes, proprio come si innalza e poi si raccoglie in un vertice che tutti sostengono un 'idea.

                      I tedeschi sono da sempre stati popolo, con tutto ciò che ne consegue, così come i francesi, e gli inglesi.
                      Mussolini ha compiuto quest'opera gigantesca con gli italiani e questo ha risvegliato in loro sentimenti mai provati prima per alcuno, se non nell'antichità i Romani per un altro grande italiano, Augusto, appunto "colui che accresce".

                      Mussolini non si è mai voluto innalzare, semmai è stato innalzato, perchè egli mai avrebbe voluto perdere il contatto che tanto, e di rimando, lo legava al suo popolo;

                      E' morto lasciando queste parole che ancora gli rendono giustizia nella verità del suo operato, ciò che appunto la gente aveva già compreso " ...ma il seme è gettato, qualunque cosa accada è destinato a germogliare".
                      Last edited by Sean; 29-01-2008, 21:25:40.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        rifletto sulle tue parole Sean,che inutile dire condivido e su cui tornero' domani(sono quasi le 4 di mattina da me) e aggiungo una domanda.

                        Perche' il fascismo,al giorno d'oggi in Italia fa ancora cosi' paura?
                        Cosa del fascismo terrorizza in modo cosi' profondo le classi dirigenti?
                        « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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                          Ultima cosa prima di andare a dormire...
                          Credo che lo conosciate,ma ci tengo a postarlo per tutti quelli che pur non intervenendo leggono il 3d.
                          Spero possiate leggere senza pregiudizi le parole che seguono,che meglio di qualsiasi altro discorso fanno capire chi sia Mussolini e cosa sia il suo Fascismo.

                          Il testamento del Duce.

                          “Nessuno che sia un vero italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura, recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purchè improntato a vero spirito italiano. Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi, ma poi verranno a mondarmi di venerazione. Allora sorriderò, perchè il mio popolo sarà in pace con se stesso.

                          Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali falsi profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono socialista. L'accusa di incoerenza non ha fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente alla realtà. Man mano che l'evoluzione della società smentiva molte delle profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile. L'unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all'interesse collettivo.

                          La politica è un'arte difficilissima tra le difficili perchè lavora la materia inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spirito degli uomini, che è una entità assai difficile da definirsi, perchè è mutevole. Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non ci sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone.

                          Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nal loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire per ragioni di giustizia che il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora.

                          Tutti i dittatori hanno sempre fatto strage dei loro nemici. Io sono il solo passivo: tremila morti contro qualche centinaio. Credo di aver nobilitato la dittatura. Forse l'ho svirilizzata, ma le ho strappato gli strumenti di tortura. Stalin è seduto sopra una montagna di ossa umane. E' male? Io non mi pento di avere fatto tutto il bene che ho potuto anche agli avversari, anche nemici, che complottavano contro la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte. Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quale responsabilità avrei assunto salvandoli? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo. La storia si occupa solamente dei vincitori e del volume delle loro conquiste ed il trionfo giustifica tutto. La rivoluzione francese è considerata per i suoi risultati, mentre i ghigliottinati sono confinati nella cronaca nera.

                          Vent'anni di fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perchè sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro. Finchè la mia stella brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove il destino mi vorrà, perchè ho fatto quello che il destino mi dettò.

                          Non è la fede che arriva nell'ora del crepuscolo quella che mi sostiene, è la fede della mia infanzia e della mia vita che mi impone di dover credere, anche quando avrei diritto di dubitare. Non so se questi miei appunti saranno mai letti dal popolo italiano; vorrei che fosse così, per dargli la possibilità di raccogliere in confessione di fede il mio ultimo pensiero. Non so nemmeno se gli uomini mi concederanno il tempo sufficiente per scriverli. Ventidue anni di governo non mi rendono probabilmente degno, a giudizio umano, di vivere altre ventiquattro ore.
                          Ho creduto nella vittoria delle nostre armi, come credo in Dio, Nostro Signore, ma più ancora credo nell'Eterno, adesso che la sconfitta ha costituito il banco di prova sul quale dovranno venire mostrate al mondo intero la forza e la grandezza dei nostri cuori. E' ormai un fatto che la guerra è perduta, ma è anche certo che non si è vinti finchè non ci si dichiari vinti. Questo dovranno ricordare gli Italiani, se, sotto la dominazione straniera, arriveranno a sentire l'insoffocabile risveglio della loro coscienza e dei loro spiriti.


                          Oggi io perdono a quanti non mi perdonano e mi condannano condannando se stessi. Penso a coloro ai quali sarà negato per anni di amare e soffrire per la patria e vorrei che essi si sentissero non solo testimoni di una disfatta, ma anche alfieri della rivincita. All'odio smisurato ed alle vendette subentrerà il tempo della ragione. Così riacquistato il senso della dignità e dell'onore, son certo che gli italiani di domani sapranno serenamente valutare i coefficienti della tragica ora che vivo. Se questo è dunque l'ultimo giorno della mia esistenza, intendo che anche a chi mi ha abbandonato e a chi mi ha tradito, vada il mio perdono, come allora perdonai al Savoia la sua debolezza.

                          I fascisti che rimarranno fedeli ai principii dovranno essere cittadini esemplari. Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare nel più breve tempo possibile le ferite della patria. Chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la patria non più patria quando si è chiamati a servirla dal basso. I fascisti, insomma, dovranno agire per sentimento, non per risentimento. Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revisione storica del fascismo, perchè adesso è notte, ma poi verrà giorno.”
                          « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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                            Vado forse un po' OT (ma sempre di fascismo si tratta).
                            Sapevate di come venne riciclato Dino Grandi nel dopoguerra?
                            Divenne informatore dell'ambasciata americana a Roma, visse poi molti anni in Brasile e aprì una "fattoria modello" (sic) vicino Modena....Trovo tutto questo inquietante, quasi come il fatto che il suo essere fascista fino al 25 luglio sia stato lavato via come un colpo di spugna, solo per premiare un tradimento.
                            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                            ma_75@bodyweb.com

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                              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                              Vado forse un po' OT (ma sempre di fascismo si tratta).
                              Sapevate di come venne riciclato Dino Grandi nel dopoguerra?
                              Divenne informatore dell'ambasciata americana a Roma, visse poi molti anni in Brasile e aprì una "fattoria modello" (sic) vicino Modena....Trovo tutto questo inquietante, quasi come il fatto che il suo essere fascista fino al 25 luglio sia stato lavato via come un colpo di spugna, solo per premiare un tradimento.
                              Si, lo sottolinearono anche qualche tempo in una puntata del ciclo "La grande storia" su RAI3.

                              Incredibile vicenda la sua in effetti, ebbe vita lunghissima visti i tempi in cui operò, tipico di chi annusa in anticipo la burrasca e si prepara il caldo e sicuro rifugio.
                              Morì Ciano, che nemmeno la tragica figura di Edda riuscì a salvare, e non Dino Grandi, longa manus del Re in quella notte del 25 luglio:

                              La storia è più imprevedibile di qualunque romanzo.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Si, lo sottolinearono anche qualche tempo in una puntata del ciclo "La grande storia" su RAI3.

                                Incredibile vicenda la sua in effetti, ebbe vita lunghissima visti i tempi in cui operò, tipico di chi annusa in anticipo la burrasca e si prepara il caldo e sicuro rifugio.
                                Morì Ciano, che nemmeno la tragica figura di Edda riuscì a salvare, e non Dino Grandi, longa manus del Re in quella notte del 25 luglio:

                                La storia è più imprevedibile di qualunque romanzo.

                                Grandi fu, in effetti, più accorto di Ciano e scappò in tempo. Il suo dopoguerra però mi lascia perplesso. Voglio dire, le nefandezze di cui si accusa ancora oggi in Italia Mussolini non vengono certo riferite solo al post 25 luglio. E allora Grandi, che ne fu partecipe fino a quella data fatidica? Come è possibile che esca completamente vergine dal dopoguerra? Certo da noi non ci fu una Norimberga per i gerarchi (salvo quella sommaria dei rossi)...ma dare addirittura degli incarichi di mediazione internazionale a quella che era stata una delle più rilevanti personalità fasciste beh, è più di una contraddizione in termini...
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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