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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Gazzetta
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
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        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Originariamente Scritto da Sidius Visualizza Messaggio
          “Andrà tutto bene”


          Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

          hahahahaha

          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio


          Gazzetta

          che pastrocchio madonna.....
          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
          Originariamente Scritto da GoodBoy!
          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


          grazie.




          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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            Comunque sono testardi eh, vabbè che ci sono un sacco di soldi in gioco ma, si sono fermate le funzioni religiose, nelle Chiese, sinagoghe, moschee e templi vari, la formula 1, il moto Gp per restare in tema sportivo, si fermi pure il calcio e se ne riparlerà a Settembre Ottobre sperando in tempi migliori.
            Originariamente Scritto da BLOOD black
            per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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              Eh niente, è più forte di loro...
              Inviato dal mio VTR-L09 utilizzando Tapatalk
              sigpic
              Free at last, they took your life
              They could not take your PRIDE

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                Anticipare i tempi ha nessun vantaggio. Il campionato ripartirà alla cieca, e se dovesse esserci anche un solo positivo in una qualunque delle 20 squadre si fermerebbe tutto un'altra volta. Non c'è una vera e propria strategia salvifica, nè contro il virus e nè per cercare di ottenere qualcosa dal punto di vista sportivo: difatti, inizierà un "campionato" di 12 giornate completamente slegato dalla narrativa di quello interrotto. E' come se ne iniziasse uno nuovo...per cui queste partitelle anticipate dicono poco.
                Last edited by Sean; 14-05-2020, 10:22:31.
                ...ma di noi
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Dicono poco sul versante sportivo...dicono altro su quello normativo perchè se è vietato le partitelle non si possono fare. Questo per aggiungerlo a quanto sopra.
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    "nun ve pensano mai..."

                    Eh niente, è più forte di loro...


                    Ahahahaha i fegati che scoppiano si sentono fino a Bolzano ahahahaha
                    Winners are simply willing to do what losers won't.




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                      Per Malagò la norma circa la quarantena di tutta la squadra in caso di positività di un calciatore potrebbe cambiare.
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                        Presidenti di A in rivolta: “Con questo protocollo non si può giocare”

                        Ormai il mondo del calcio è in riunione permanente. Oggi in Lega di serie A si parlerà del famoso protocollo che dovrà essere applicato per gli allenamenti collettivi dal 18 maggio, lunedì prossimo, e per due settimane nei ritiri blindatissimi. Previsto, in caso di un giocatore infetto, l'”isolamento fiduciario di tutto il Gruppo (scritto in maiuscolo dalla Figc, ndr) per 14 giorni con sorveglianza attiva”. Una responsabilità enorme da parte dei medici sportivi, che sono in agitazione da tempo (e qualcuno potrebbe anche mollare). (...) Ma per quanto riguarda i ritiri, da lunedì prossimo, entreranno solo persone “negative” al Covid 19 (dai calciatori sino ai cuochi). E sino al 2 giugno non usciranno più. Il problema vero verrà dal campionato che la Lega vorrebbe riprendere dal 13 giugno, o al più tardi dal 20. Lì è impossibile tenere i giocatori in clausura per due mesi.

                        I rischi sarebbero altissimi. “Se non cambia il protocollo, e si riduce la quarantena ad sola una settimana per contagiato ed esami medici per gli altri che in caso di negatività possano continuare a giocare, sarà impossibile portare a termine il campionato” spiegano molti presidenti. “Anche perchè con 124 partite, spostamenti continui, in 40 giorni è quasi impossibile che non salti fuori un positivo. E in quel caso, addio campionato. La quarantena da giugno va ridotta ad una settimana”, spiegano alcuni presidenti. La Figc aspetta di parlare col premier Conte. E Gravina si augura di poterlo fare in fretta..

                        Repubblica.it
                        ...ma di noi
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Per Malagò la norma circa la quarantena di tutta la squadra in caso di positività di un calciatore potrebbe cambiare.
                          Deve

                          Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk
                          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                          Originariamente Scritto da GoodBoy!
                          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                          grazie.




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                            Inter, Milan, Napoli e Roma rinunciano agli allenamenti di squadra: «Non andiamo in ritiro»

                            Quasi tutta la serie A rinuncia. Club, giocatori e tecnici mai così uniti: il protocollo anti Covid-19 non è accettabile, si cerca una soluzione. Venerdì vertice Lega-Federcalcio

                            Il calcio in rivolta. Giocatori e allenatori contro il ritiro, i club contro l’organizzazione del suddetto ritiro, i medici contro la responsabilità civile e penale che cadrebbe su di loro in caso di positività al coronavirus. Nel mirino il protocollo del Comitato tecnico scientifico, considerato troppo stringente. «Speriamo ci siano margini per modificarlo», la voce comune. Venerdì alle 12 Dal Pino e De Siervo, presidente e ad della Lega, parleranno con Gravina e Brunelli della Figc, in una riunione allargata a Casasco in qualità di consigliere indipendente di via Rosellini e al dottor Nanni del Bologna. «L’obiettivo è trovare soluzioni praticabili nell’applicazione delle istruzioni ricevute e individuare insieme ai ministri della Salute (Speranza), dello Sport (Spadafora) e al Cts un protocollo condiviso», fa sapere la Lega. Nella migliore delle ipotesi i tempi si allungano.

                            Troppe anime e troppi punti divisivi. I giocatori della serie A, sostenuti dai tecnici, sono contrari a chiudersi nei centri sportivi, creando la famosa bolla protettiva, almeno sino a quando non ci saranno date certe sulla ripresa del campionato. In altre parole, temendo che i club raddoppino la clausura, intendono isolarsi soltanto prima di riaccendere i motori.


                            I club a larga maggioranza vogliono evitare il ritiro ma per motivi logistici, legati prima di tutto alla difficoltà di poter reperire in fretta un albergo a uso esclusivo, sanificato ogni giorno. Milan, Inter, Napoli e Roma hanno già fatto sapere che lunedì non cominceranno con i collettivi. Anche Torino, Verona, Brescia e le due genovesi sarebbero sulla stessa posizione. La Juve è pronta ma in posizione di attesa, così come Fiorentina e Atalanta che vogliono capire cosa succede. La Lega, inoltre, rivendica una centralità nella trattativa perché è chiaro che il protocollo, gestito dalla Figc con il Cts, sia passato sopra le loro teste. E sopra quelle dei medici. Che sono arrabbiati sia per la responsabilità civile e penale in caso di nuove positività, sia per la difficoltà a reperire i tamponi, anche per il blocco delle attività di tutta la squadra per 14 giorni in caso di un giocatore contagiato, che di fatto bloccherebbe il campionato. «La serie A al 99,9 per cento ripartirà il 13 giugno ma per capire quando finirà ci vorrebbe la palla di vetro», il commento del presidente del Coni Malagò, a cui non piace la battaglia dei dottori. Quelli della serie A chiedono che l’isolamento sia più corto, 7 giorni anziché 14.

                            La situazione è tutt’altro che semplice. I calciatori, con la loro presa di posizione, offrono un assist ai presidenti nella trattativa per il taglio degli stipendi. I club provano a convincere il Cts che sino adesso è sempre stato rigido. E il calcio, come sempre, dà l’idea di essere diviso. Senza contare che da lunedì la Lazio potrebbe ricominciare con gli allenamenti a gruppetti e successivamente in maniera collettiva. Le squadre che invece scelgono di non andare in ritiro dovranno continuare con le sedute individuali.



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                            sopra una sola teca di cristallo
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                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              In Germania il campionato sta per tornare, in Italia è il caos più completo e il campionato forse non ricomincerà mai. I club non accettano i nuovi protocolli da seguire per gli allenamenti, l’Inter si rifiuta di tornare al lavoro in queste condizioni, al governo si chiede una scelta politica per superare l’ostacolo tecnico del Comitato Scientifico che impone troppe ristrettezze. Ma tutta l’Italia finora è stata governata seguendo le indicazioni del Comitato Scientifico, tutti hanno sofferto gli stessi problemi. E l’emergenza non è affatto finita, in Lombardia (4 squadre: Inter, Milan, Atalanta, Brescia) i numeri di contagi e decessi preoccupano ancora molto. Il calcio ha voluto accelerare e vuole regole particolari: se non c’è responsabilità non si andrà da nessuna parte

                              Confesso di non avere alcun trasporto fisico e sentimentale per Borussia Dortmund – Schalke 04, con cui si riaprirà ufficialmente il calcio europeo dopo i due mesi e mezzo di stop per la pandemia del coronavirus. Può essere buono per chi deve scommetterci sopra, o per chi ha una vera e propria dipendenza dal calcio, qualunque esso sia, ma il calcio che mi piace deve avere una spinta interiore, deve essere legato a un mondo che ti è vicino. Fosse già una partita scudetto, oppure della Premier League o della Liga, allora sì, sarebbe davvero un evento. Per ora evento lo è solo perché è la prima partita del nuovo mondo, per il resto bisogna aspettare.

                              E il calcio italiano non sa aspettare, c’è una grande pressione da tutto e subito, che avvelena il clima. Tutti, soprattutto le nostre società di Serie A, vogliono certezze che al momento oggettivamente non esistono. Tutti più o meno attaccano il ministro Spadafora che bene o male segue le linee del Comitato Scientifico, che ha guidato finora tutte le scelte del governo sotto il profilo medico-epidemiologico. Si esige una scelta politica forzata, lì dove scelte politiche se ne stanno già facendo a bizzeffe e non senza rischi. In Lombardia (4 squadre: Inter, Milan, Atalanta, Brescia) la situazione non sta affatto migliorando a livelli che possono consentire un’accettabile sicurezza. Siamo in una Fase 2 ancora molto traballante.

                              Può essere pure che il campionato non ricominci proprio. Questo è il ricatto dei club che prima accelerano e ora minacciano. Si considera il protocollo degli allenamenti troppo stringente, molti club non sarebbero proprio tecnicamente preparati a rispettare le condizioni imposte. Molti, come già detto, ad esempio, dovrebbero appoggiarsi a strutture esterne per ospitare in clausura tutta la comitiva di ogni singola squadra. Nemmeno il centro di Appiano Gentile dell’ Inter è sufficientemente grande per ospitare le 55/60 persone necessarie a rimettere in moto la macchina del calcio nerazzurro. Senza contare che restano in piedi tutti i problemi circa la quarantena che dovrebbe riguardare tutta la squadra e non il singolo giocatore positivo, la responsabilità dei medici sportivi che non hanno intenzione di accettare un regolamento del genere. Insomma in questo momento siamo al caos più totale.

                              Ma nessuno ha obbligato il calcio a fare una corsa per ricominciare, si poteva anche aspettare, prendersi altro tempo, ma non si è voluto. Se si decide di accelerare mentre l’emergenza è ancora in corso è chiaro che poi ci si esponga ai rischi dell’accelerazione stessa e di dover fare i conti con un’incertezza che non è ancora possibile diradare.

                              Le scelte del Comitato Tecnico Scientifico e del governo possono anche non piacere, ma il protocollo calcio è una delle tante scelte che sono state fatte finora e che hanno riguardato 60 milioni di italiani. Che sono più o meno tutti nelle stesse condizioni del calcio. Perché è comprensibile andare in un ristorante dove il gestore deve ospitare solo un quarto dei clienti, spaziare i tavoli esageratamente e addirittura mettere dei divisori in plexiglass? Tutti hanno pagato un prezzo caro o addirittura carissimo e a volte addirittura incomprensibile al lockdown, il calcio non può pretendere di venirne fuori a forza. E obbligatoriamente con la sua soluzione. Tutti altrimenti potrebbero farlo e l’Italia sarebbe ingovernabile.

                              Il dovere della responsabilità oggi è per tutti imprescindibile. Anche per il calcio italiano, che però pensa di avere sempre un passaporto speciale.


                              Confesso di non avere alcun trasporto fisico e sentimentale per Borussia Dortmund - Schalke 04, con cui si riaprirà ufficialmente il calcio europeo dopo i due mesi e mezzo di stop per la pandemia del coronavirus. Può essere buono per chi deve scommetterci sopra, o per chi ha una vera e propria dipendenza dal calcio, qualunque esso sia, ma il calcio che mi piace deve avere una spinta interiore, deve essere legato a un mondo che ti è vicino. Fosse già una partita scudetto, oppure della Premier League o della Liga, allora sì, sarebbe davvero un evento. Per ora evento lo è solo perché è la prima partita del nuovo mondo, per il resto bisogna aspettare. E il calcio italiano non sa aspettare, c'è una grande pressione da tutto e subito, che avvelena il clima. Tutti, soprattutto le nostre società di Serie A, vogliono certezze che al momento oggettivamente non esistono. Tutti più o meno attaccano il ministro Spadafora che bene o male segue le linee del Comitato Scientifico, che ha guidato
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
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                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Lazio, il medico: «Se violassi il protocollo anti virus mi dimetterei. Le partitelle non risultano»

                                Pulcini: «Ma se quel che è stato fatto è fuori legge, faccio mea culpa da parte mia e di tutti. Un medico però non è una balia, serve responsabilità da parte di tutti»

                                «Ho letto della vicenda della Lazio e cerco di vigilare perché, se fosse vero, potete immaginare le conseguenze», ma qualora fosse vero «se la situazione sfugge al mio controllo, sarei costretto a dimettermi». Così il direttore sanitario del club biancoceleste, Ivo Pulcini, in merito alle indiscrezioni sul fatto che la squadra di Simone Inzaghi stia già praticando in allenamento le «partitelle» con più giocatori, tre contro tre, nonostante il divieto fino a lunedì prossimo. «Sono stato smentito e credo ci sia una smentita ufficiale sulla presunta partitella di mercoledì, per giunta la foto è vecchia. Non corrisponde alla verità ed arriverà comunicazione da parte della società», aggiunge Pulcini ai microfoni di Radio Punto Nuovo.

                                A Formello, però, mercoledì il dottore non era presente: «Non c’ero, avevo altro da fare, siamo quattro medici e come direttore sanitario non vado spesso. Se la situazione sfuggisse al mio controllo, sarei costretto a dimettermi. Se quel che è stato fatto è fuori legge, faccio mea culpa da parte mia e di tutti. Sono felice della task force di controllo, è importante venga fatto, significa essere tutelati».


                                In ogni caso, a proposito della responsabilità dei medici sociali dello sport in caso di nuove positività al coronavirus in seno a una squadra, Pulcini sottolinea: «Un medico non può fare da balia, perché confido nel senso di responsabilità che i giocatori hanno avuto fin dall’inizio».

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                                C. Campo - Moriremo Lontani


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